LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PREFAZIONE

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)
PREFAZIONE

I
Ancora diciannovenne e giovane speranza delle Guide e Scouts Cattolici Italiani, nel 1994 l’intraprendente Matteo partecipa per cinque puntate consecutive come concorrente del programma “La ruota della fortuna”, su rete Mediaset, condotto naturalmente da Mike Bongiorno. Vinse 48 milioni di lire. Era il momento “clou” della famosa “discesa in campo” di Silvio Berlusconi con un dispiegamento di forze senza precedenti nella storia della nostra Repubblica. Un mistero restano sia la partecipazione al quiz che la cospicua vincita. Come minimo circostanza “singolare” e prodromo curioso, un’avvisaglia da valutare vista la sua fulminante carriera politica che oggi lo ha portato alla Presidenza del Consiglio e riflettendo sulle circostanze che seguono.

II
Trascorsero nove anni arrivando quindi al 2003… il Renzi era un co.co.co. nella Chil Post srl, azienda del su’ babbo Tiziano, successivamente indagato per bancarotta fraudolenta. Non so come andò a finire, neppure mi interessa. Quello che invece desta curiosità è che l’allora segretario provinciale de “La Margherita” (niente di meno), in quanto parasubordinato, non costava alcunché alla società del genitore. Il giorno 27 del mese di ottobre dello stesso anno, due giorni prima dell’annuncio dato dall’allora presidente nazionale e leader del medesimo partito contraddistinto dal fiore, simbolo di semplicità e purezza, ovvero Francesco Rutelli, che lo indicava quale candidato a Presidente della Provincia, la nostra guida scout si fece assumere a pieno titolo da papà in qualità di dirigente così, da quando eletto, nel giugno 2004, è stata la Provincia a versargli le consone “marchette”, cioè noi cittadini, tra l’altro adeguate allo stipendio da manager. Da quella data e fino a tutto il 2014, due lustri, il nostro leader ci è costato non meno di 300 mila euro. Scoperto da “Il Fatto” con le mani nel vaso della marmellata, come si usa dire, pare abbia rinunciato a tale beneficio. Ma il “maltolto” l’ha restituito? A consentire una porcata del genere, estesa pure a Sindaci, Assessori regionali, provinciali, comunali e chi più ne ha più ne metta, è il decreto legislativo 267 che all’articolo 86 recita: “…l’Amministrazione Locale (la Provincia n.d.a.) prevede a proprio carico… il versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi ai rispettivi istituti per… i Presidenti di Provincia…”. Credo sia tuttora in vigore. Altro che balzo della quaglia ha fatto il giovanotto, questo è un triplo salto mortale, flic flac, verticale sulle spalle, squadra e retta, corpo teso. Et voilà! Nondimeno ha inciampato in qualche valido giornalista che ancora abbiamo.

III
Tralascio di disquisire che il tesoriere di questo partito, stiamo sempre riferendoci alla Margherita, dalle casse del quale sottrasse per scopi personali la somma di circa 13 milioni di €uro, fosse tal Luigi Lusi, senatore, a suo tempo pure lui facente parte dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani. Il 20 giugno del 2012 fu condannato per appropriazione indebita. Incarcerato presso il penitenziario romano di Rebibbia la guida scout dichiarò in seguito che parte di questi soldi erano andati a vari esponenti politici: Enrico Letta, Francesco Rutelli, Enzo Bianco, Matteo Renzi, Rosy Bindi e Giuseppe Fioroni. È commovente sapere che il 18 settembre 2012 gli furono concessi gli arresti domiciliari presso il “Santuario della Madonna dei Bisognosi” in provincia dell’Aquila. A seguito di una richiesta di patteggiamento, il 30 dicembre 2013 la Corte dei Conti condannò Lusi a versare 22,8 milioni di euro per danno erariale allo Stato e il 2 maggio 2014 fu emessa dal tribunale di Roma una condanna a 8 anni di detenzione. In attesa della sentenza definitiva riprese l’attività di avvocato (?). Insomma non si fece prete.

IIII
Il 6 dicembre 2010 l’allora Sindaco di Firenze Renzi Matteo si recò in visita ad Arcore, invitato a pranzo presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per “discutere alcuni temi legati all’amministrazione della città d’arte”, così almeno dichiararono “loro”. Non dico che “l’avvenimento a porte chiuse” si svolse in gran segreto ma la notizia fu diffusa a incontro avvenuto e provocò reazioni contrastanti e sterili polemiche anche tra i sostenitori del “rottamatore”. Quando i giornalisti gli chiesero ragguagli circa il colloquio avuto sembrerebbe che lui avesse risposto “Mah!!!”

V
Nel 2012 la Corte dei conti aprì un’indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia di Firenze durante il mandato dell’attuale premier, allora sempre sindaco della città gigliata, che ammontavano a circa 600 mila €uro e, secondo il Fatto Quotidiano, il ministero del Tesoro indagò su “Florence Multimedia”, società in house voluta da Renzi, alla quale la Provincia, durante la sua presidenza, avrebbe concesso un affidamento di prestazioni “per un importo superiore a quello previsto dai regolari contratti di servizio”. Qui siamo all’atletica mentale e questo è davvero un bel colpo di reni dopo un’esaltante piroetta.

VI
Correva l’anno 2014 e il nostro Presidente del Consiglio ebbe la talentuosa pensata di propinare al suo pubblico, cioè i cittadini, la bufala della vendita delle auto blu tramite E-Bay. Dopo strombazzamenti, plausi e notiziari entusiastici di giornalisti e conduttori Tv all’indirizzo del nuovo genio italico, ne furono piazzate tre o forse quattro su quasi 54 mila. Ovviamente gli sperticati elogi all’uomo del “fare” continuarono qualche giorno ancora poi non se ne parlò più. Intanto lui è passato d’un balzo dalla bicicletta all’auto di rappresentanza con tanto di scorta, quella che non riteneva necessaria in quanto, parole sue, “i suoi guardaspalle sarebbero stati gli italiani”. Questo è un salto doppio con rimbalzo e atterraggio a pie’ pari.

VII
L’altra panzana, quella dei 1500 parlamentari condannati che non dovrebbero più percepire il vitalizio, sarà somministrata a distanza di due anni. Infatti in questi torridi giorni di luglio 2015 viene finalmente approvata la legge e gli annunci fragorosi rimbalzano da una rete all’altra delle Tv come l’eco nelle Grotte Marabar, stato del Kerala (India). Ma c’è un piccolo, trascurabile particolare, ossia essa riguarda solo un pugno di sfigati, circa 18, che non hanno santi in paradiso e quasi quasi a questo punto fanno tenerezza, pure Berlusconi che rientra in questo esiguo manipolo, per essere stati estromessi da un ingiusto privilegio di cui invece gli altri 1482 continuano a beneficiare. Suggerirei a costoro di recarsi al “Santuario della Madonna dei Bisognosi” senza litigare per voler a tutti i costi occupare la celletta che fu di Luigi Lusi. E siamo arrivati al triplo salto mortale imparato senz’altro nei centri di addestramento dei “giovani esploratori”.

VIII
Nel 2013, dopo aver vinto le elezioni primarie, il neosegretario del Partito Democratico, sempre Renzi Matteo, indicò come punti cardine della sua agenda politica una serie di riforme istituzionali, fra cui quelle inerenti il Senato e la legge elettorale. Il 16 gennaio del 2014 durante un’intervista televisiva a “Le invasioni barbariche” egli preannunciò che da lì a due giorni si sarebbe ulteriormente incontrato con Berlusconi, nella sede del Partito Democratico, al fine di discutere un piano comune sulle innovazioni delle quali questo Paese necessita. Così il 18 gennaio 2014 si arrivò al famoso “Patto del Nazareno” che sta proprio ad indicare l’accordo politico siglato fra il “rottamatore” e il leader di Forza Italia, con gli obiettivi di procedere a una serie di rinnovamenti fra cui quella del titolo V della Costituzione, la trasformazione del Senato in “Camera delle autonomie” e l’approvazione di una nuova legge elettorale. Alla consultazione parteciparono, oltre ai due boss, anche il portavoce della segreteria democratica Lorenzo Guerini e Gianni Letta (siamo ben messi). Al termine l’ex Sindaco di Firenze dichiarò di essersi trovato in «profonda sintonia» con l’ex Cavaliere. Il nome dell’accordo, per chi non lo sapesse, deriva per metonimia dal soprannome della direzione del Partito Democratico la cui sede è situata nei pressi di largo del Nazareno a Roma. Quindi non c’è alcun riferimento biblico, tantomeno progetti che si rifanno al “cristianesimo”. Anche il più abile dei trapezisti non potrebbe far altro che invidiare le acrobazie “diplomatiche” dell’uomo dal “multiforme ingegno”.

IX
Veniamo oggi a sapere che la presa di Palazzo Chigi è stata tutto un programma, al confronto quella della Bastiglia un gioco da bambini che si sono divertiti a fare la rivoluzione. L’11 gennaio 2014 il leader del PD telefona, ed è la conversazione che ha destato più scalpore, a Michele Adinolfi (nulla a che vedere con Mario Adinolfi, così almeno sembrerebbe, ex deputato PD e vero leader nonché guru degli “ultra cattolici”. Ha fondato un giornale “La Croce” e vuole vietare la pillola abortiva, combatte la propaganda “transessuale”, parla di “donne sottomesse” e si dice contrario all’uso dei preservativi). Scusate ma non potevo evitare di fare un accenno a quest’altro inquietante personaggio di cui ormai è stracolma la Penisola. Ritorniamo alla chiamata che Renzi fece al numero due della Guardia di finanza, dicendogli “Enrico (Letta n.d.a.) è un incapace, lo mando al Quirinale. Berlusconi è disponibile per un ragionamento diverso”. Il rapporto estremamente amicale fra i due non è tanto evidente nell’informazione che, chissà per quale recondito motivo, il nostro leader si sente in dovere di dare al generale, quanto dai termini e dal “tono” con cui viene condotto il colloquio, stile “compagni di merenda” al punto che l’Adinolfi (Michele) si spinge a dare dello “stronzo” al nostro Primo Ministro, così, come si usa fare fra buontemponi. Nel frattempo Adinolfi (sempre Michele), parla con Dario Nardella, l’attuale sindaco di Firenze, ed è la conversazione in cui, secondo Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la Legalità a livello nazionale, si evocano ombre di ricatti su attività e “conflitti d’interesse” di Giulio Napolitano, figlio dell’allora presidente della Repubblica. Il contenuto della chiacchierata fu questo: “De Gennaro e Letta (Enrico) tengono per le palle Giorgio Napolitano per via del figlio Giulio”. Pasquale Ciccolo, procuratore generale della Corte di cassazione, sta svolgendo accertamenti preliminari sulle intercettazioni non in merito al contenuto dei colloqui ma per capire se esistono i termini per avviare un’azione disciplinare a carico dei Magistrati che le avrebbero diffuse (siamo alla follia pura!). Per contro Adinolfi chiede di riascoltare proprio quest’ultima chiamata perché “sono convinto che quelle frasi, che sicuramente saranno state pronunciate, non siano mie. Io non conosco Giulio Napolitano e non avrei mai potuto permettermi di dire alcunchè del mio presidente”. Poi incalza “Cosa avrei ottenuto da Renzi? O cosa avrebbero ottenuto Renzi e Luca Lotti da me? Matteo mi ha detto di stare sereno. E io lo sono davvero” (Il Fatto 12 luglio 2015 n.d.a.). È un di più sottolineare che questo signore fu indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio nell’inchiesta giudiziaria P4 della procura di Napoli e ricorda: “Ha segnato la fine della mia carriera. È stato un dramma in cui sono rimasto stritolato da una guerra più grande di me e da cui sono uscito a testa alta. La storia di questi giorni”, ha commentato a Repubblica l’alto ufficiale, “se non fosse per la sovraesposizione mediatica, è banale. Con Matteo Renzi e Luca Lotti, il suo braccio destro siamo diventati amici solo quando sono arrivato a Firenze nel 2011 come comandante interregionale di Toscana, Emilia, Marche. Erano i miei interlocutori istituzionali”. (Luca Lotti il 9 dicembre 2013, con a capo il nuovo segretario nazionale Renzi Matteo, divenne membro della segreteria nazionale del Partito Democratico nel ruolo di Responsabile dell’Organizzazione e Coordinatore della Segreteria a livello nazionale. Dal 28 febbraio 2014 è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e comunicazione del Governo e all’editoria, alle commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, alle celebrazioni del settantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione. È segretario del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ed infine è sposato con Cristina Mordini, PDF, ex dipendente del Comune di Firenze all’epoca impiegata presso la segreteria dell’ex sindaco Renzi – n.d.a.). La vicenda che lo coinvolge ha fatto emergere ombre sulla sua posizione facendo inoltre sospettare che i suoi fitti rapporti con alti esponenti istituzionali abbiano creato una rete relazionale per interessi privati.

X
Nel respingere ogni ipotesi Adinolfi (Michele) aggiunge inconsapevolmente benzina sul fuoco affermando “A Firenze, per dirne una, non ho mai seguito né voluto sapere alcunché dell’inchiesta sulla casa di Marco Carrai abitata da Renzi. E, lo giuro sui miei figli, né Renzi né Lotti mi hanno mai parlato di Carrai. Io rispondo dei miei atti non delle mie amicizie, perché respingo il teorema che sarebbero indizio o prova di coperture”. E attacca: “Se qualcuno è in grado di dimostrare che io sia venuto meno ai miei doveri di ufficio nei confronti dei politici con cui nel tempo ho avuto necessariamente rapporti, sono pronto a pagare duramente. Non dovevo avere contatti? È colpa mia se, nel 2014, il mio sindaco è diventato Presidente del Consiglio?” (al momento delle telefonate incriminate Renzi era ancora sindaco di Firenze n.d.a.). Parole scandalose che descrivono, una volta di più, un’Italia fondata sul ricatto e l’imbroglio. Dell’inchiesta sulla casa abitata per tre anni dalla famiglia Renzi, il cui canone e spese accessorie furono pagate dall’imprenditore toscano Marco Carrai che “solo per un caso” ricevette in cambio incarichi nelle partecipate e contratti diretti alle sue società private, per ora tutto tace. Oggi alla Camera sono state chieste spiegazioni al Presidente del Consiglio ed ha risposto la ministra Boschi con queste parole: “Grave che le intercettazioni siano finite sui giornali”. Un ribaltamento della realtà, anzi meglio, dell’onestà, e l’ammissione implicita di quanto quei colloqui trascritti siano compromettenti per tutti gli attori di questa laida vicenda.

XI
Notizia del TG 2 RAI del 5 settembre 2014: “Fisco: nei primi sei mesi dell’anno aumentate del 12,4% le entrate derivanti dalla lotta all’evasione”. Subito dopo compare la striscia: “Blocco salari statali: Renzi dice sì al dialogo ma niente ricatti”. Allora… ci prendono in giro? Veramente! E i giornalisti che ci stanno a fare? O sono fessi, o servi del potere, non esiste altra spiegazione. Anzi no, c’è una terza possibilità, la più probabile purtroppo: potrebbero essere entrambe le cose insieme.
Prima domanda: il 12,4% di che? Semplice la risposta: delle entrate derivanti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, ma forse qualche ministro non sarebbe stato così pronto a replicare. È quindi d’uopo passare al quesito successivo.
Seconda domanda: a quanto ammonta il 12,4% di cosa non ci è dato sapere, ovvero delle entrate scaturenti dalla lotta all’evasione nel primo semestre?
Terza domanda: basterebbe l’importo che non si conosce, corrispondente al 12,4% di ciò che non ci è dato sapere, ovvero delle entrate provenienti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, per evitare il blocco dei salari degli statali (fermi dal 2009 n.d.a.)?
Quarta domanda (questa è difficile): con l’eventuale importo che non si conosce, desumente dall’ipotetico aumento del 12,4% delle entrate che potrebbero discendere dalla lotta all’evasione anche nel secondo semestre 2014, non si potrebbe programmare l’abrogazione della famigerata legge Fornero sulle pensioni?
In parole povere ogni tanto viene buttata lì una notizia come questa senza fornire ulteriori ragguagli, come si fa con il granone negli allevamenti di polli, ed è strabiliante che gli addetti all’informazione non approfondiscano. In ogni caso se la guida Renzi Matteo dovesse rispondere alla prima interpellanza vincerebbe un tostapane da campo, alla seconda si aggiungerebbe il materassino gonfiabile a bocca, alla terza torcia elettrica con batterie non esaurite e… qualora facesse filotto una bambola gigante vestita da scout non gliela toglierebbe nessuno, gonfiabile e trombabile. Se poi desse soddisfazione ai cinque interrogativi che da qualche settimana gli sta sottoponendo “Il Fatto Quotidiano”…

XII
Oggi 21 luglio 2015 è andata in scena l’ennesima porcata all’interno delle mura della Camera dei Deputati. Si è votato per il rinnovo degli uffici di presidenza delle 14 commissioni parlamentari, cioè degli organi che gestiscono i lavori. Il principio costituzionale di rappresentanza vuole che se il 25% degli italiani ha votato un partito, facendo un esempio a caso il M5S, dovrebbe vedere i suoi delegati all’interno di questi luoghi decisionali. Così non è accaduto: il PD si è accordato con le altre forze politiche e si è spartito tutte le poltrone, escludendo completamente la forza politica che da sola ha il maggior numero di preferenze. Questo è un fatto che non ha precedenti nella storia democratica del Paese. Fino al giorno prima il M5S aveva molti incarichi all’interno di questi uffici dove si decide sulla destinazione di rilevanti cifre. Tra l’altro i penta stellati li avevano tutti restituiti, circa 250 mila €uro destinandoli al Fondo per le microimprese. Questi signori invece se ne guarderanno bene dal fare la stessa cosa. Come disse Enrico Letta, frase che resterà negli annali della storia del Paese, “mica ci hanno scritto in fronte Jo Condor”.

XIII
Correva l’anno 2014… il giorno 25 del mese di ottobre apprendo dai vari telegiornali che la guida scout Renzi Matteo rilascia la seguente dichiarazione: “Io devo occuparmi di 60 milioni di Italiani!” e non sembrerebbe ma finalmente giunge una discreta notizia. Considerando che la popolazione di questo “benedetto” Paese ammonta a 60 milioni 728 mila 668 individui ho tirato un sospiro di sollievo. Potrei fare parte dell’eccedenza. Che tristezza però! Dico davvero, non tanto per il basso, ma che dico, infimo profilo di questa accozzaglia di irrecuperabili, ma per il fatto che i cittadini, i giovani in particolare, non si rendano conto che ogni volta che Renzi rilascia una dichiarazione o fa una promessa è come se lanciasse stelle filanti, coriandoli e distribuisse lustrini e cotillon nel corso della celebrazione di un funerale. Il nostro.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web – L’illustrazione satirica al centro della composizione è del grande vignettista Francesco Tullio Altan. Fotomontaggio eseguito dall’Autore

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