IL CERCHIOBOTTISMO DELL’INFORMAZIONE IMPERA

IL CERCHIOBOTTISMO DELL’INFORMAZIONE IMPERA

Giusto! Ha ragione Michele Serra, eroi non ce ne sono, tantomeno fra i giornalisti. Esprimere una propria opinione e assumere una posizione netta è rischioso vero? Ci si potrebbe esporre al giudizio di quelli che “contano” con i quali molti, come affermato da Carlo Freccero, si scambiano sms e telefonate prima di buttare giù il “pezzo”.
Ammetto che per certuni digerire qualcosa imposto a scuola, come i “Promessi sposi”, possa risultare ostico ma ai “professionisti” dell’informazione desidero ricordare che il Manzoni non ha voluto identificare nel personaggio don Abbondio un uomo “di fegato”.
Hanno fatto bene a condannare l’ex senatore di Alleanza Nazionale (leggasi fascista), che risponde al nome di Luigi Bobbio, per aver definito “feccia” Carlo Giuliani il quale venne sì ucciso dal carabiniere suo coetaneo, impreparato a dominarsi in una situazione di quel genere, ma fu assassinato dallo Stato che inviò uomini non idonei essendo tutti matricole e alla loro prima esperienza. Aggiungo che quel G8 tenutosi nella mia città (rimando a quanto ho scritto in merito con “2001 odissea nel G8 di Genova”. Io c’ero), fu una prova dell’allora capo del Governo (sappiamo chi) allo scopo di verificare se esistessero alcuni presupposti idonei… ma l’estensore dell’articolo dovrebbe saperlo, vedi incursione nella scuola Diaz, ecc.
Per chi non avesse fatto il militare puntualizzo che un estintore (vuoto) raccolto da terra con l’intenzione di lanciarlo contro un gippone Defender blindato della polizia non mette in pericolo di vita gli occupanti, neppure di ferita, al massimo può far loro scappare da ridere. Perfino un bambino delle elementari è oggi nelle condizioni di capirlo. Bellissimo tutto il capoverso su chi non ricorda di aver avuto vent’anni, da vero parroco di campagna, utile se non altro a chiarire che il povero Carlo neppure fosse un valoroso, come diversi individui vorrebbero farlo passare, bensì un ragazzo come tanti altri.
Certo ci vuole abilità, lo riconosco, a buttar giù un pezzo che al 47% di analfabeti funzionali risiedenti nel nostro Paese, di destra e di sinistra, di ritorno e non, possa essere metabolizzato come un “pari e patta”, e pure per la grossa fetta del restante 53% formata da soggetti non molto avvezzi a pensare.
Riuscire a eguagliare fascismo e desiderio di manifestare indignazione è un’arte che raggiunge il suo apice nella frase “non si lanciano estintori contro i gipponi; non si spara ai manifestanti” seguito da, bontà dell’Autore, “il secondo più grave del primo”… il secondo più grave del primo… Complimenti! Una bella pensata, da virtuoso del malinteso ma non certo da prode. Tranquillo! Non ci metteremo a piangere neppure questa volta.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza L’Amaca del 28 gennaio 2016

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