COMMENTO SU PASOLINI – Senza più alcun segno

COMMENTO SU PASOLINI
Senza più alcun segno

“Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone. Poiché erano esclusi da tutto nessuno li aveva colonizzati. Io ho paura di questi negri in rivolta, uguali al padrone, altrettanti predoni, che vogliono tutto a qualunque costo. Questa cupa ostinazione alla violenza totale non lascia più vedere di che segno sei”.
( Pier Paolo Pasolini, ultima intervista a Furio Colombo, 1 novembre, 1975 ).

Commento:

“La semplicità è una complessità risolta” (Costantin Brancusi – scultore rumeno). Qui si evince il senso di libertà intellettuale e morale cui Pasolini era legato, una immensa malinconia che di giorno in giorno si stratificava nella sua mente perché il domani si sarebbe presentato di un dx (infinitesimo) diverso dal giorno prima, una sommatoria, addizioni su addizioni di frazioni del tempo, fino a raggiungere l’integrale, l’entalpia, l’area, la superficie ordinata, senza alcun segno, preconfezionata dal Potere affinché la conflittualità del diseredato non mirasse più ad abbattere il “padrone” per ottenere giustizia bensì tendesse ad attribuirsi la medesima collocazione sociale al fine di diventare essa stessa demonio.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata da Eretico & Corsaro

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