IL QUINTO STATO…

IL QUINTO STATO…

Che tristezza leggere commenti nei quali persone che fuggono da guerre, disperazione, miseria, ingiustizia e prevaricazione vengono definiti “quelli”. A una parte di costoro sono indirizzate le mie parole.
Chissà quanti di voi si dichiarano cattolici, meglio ancora “credenti”, termine pregno di fede autentica, sofferta, certamente “praticanti”… così la domenica mattina andrete ben acconci alla celebrazione eucaristica al fine di purificarvi, alcuni riceveranno la comunione, segno distintivo dei cristiani e dono dello Spirito Santo.
Il pomeriggio, in particolare all’ora del thé, comodamente seduti nelle vostre confortevoli poltrone, potrete pontificare su questa ignobile situazione, scandalizzarvi dei “barbari” invasori del vostro Paese senza pensare che il benessere di cui oggi godete è frutto di secoli di sfruttamento del così detto “terzo mondo” e non solo, che molti dei vostri privilegi sono una parte del bottino ricavato da saccheggi e devastazioni perpetrati, senza soluzione di continuità, ai danni di territori da dove gli Stati occidentali, con la compiacenza di laidi dittatori conniventi, hanno attinto risorse energetiche, ricchezze, sfruttamento di mano d’opera, sottrazione di materie prime al fine di dare ulteriore impulso al nostro sviluppo, permetterci di perseguire il progresso e consentire gli attuali ma sempre più incerti livelli di vita.
Adesso siamo arrivati alla resa dei conti, preparatevi signore e signori, la pacchia è finita e ciò che sta avvenendo è irreversibile nonostante il vostro sdegno salottiero.
Se non riuscite a comprendere che questa è una fase memorabile che sta segnando un’epoca, se rifiutate di individuare il vero nemico negli strapagati politici di casa nostra, corrotti, ignoranti, amorali, servi dei potenti e delle lobby internazionali, se ignorate che il vecchio continente, sotto l’egida degli alleati oltre atlantico, continua a tessere trame al solo scopo di mantenere la supremazia sul resto del Pianeta, se vi fiacca solo ipotizzare che un’Europa divisa fa comodo ai pochi che disegnano le strategie planetarie (preoccupante che neppure ci “arrivino” i diversi capi di Stato).
Se vi riesce difficilissimo intendere che al termine della “grande guerra” le più importanti ridefinizioni territoriali coinvolsero l’ex impero ottomano, dall’Iraq alla Palestina, ed a quasi un secolo di distanza stiamo ancora facendo i conti con decisioni prese a tavolino dalle potenze europee di smembrare antiche istituzioni imperiali, tracciando confini su carte geografiche con goniometro e righello (neppure il regolo calcolatore) come giocassero a Monopoli, se ignorate che gli ebrei scampati alle persecuzioni naziste nel corso del secondo conflitto mondiale dovessero in qualche modo essere collegati alla “terra promessa” (?) e ci si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giudaici e arabi, giungendo alla conclusione di quanto fosse inattuabile soddisfare le giuste richieste di entrambi (a mio parere un po’ più giuste quelle del popolo lì insediato dalla notte dei tempi, la Filistea), ma che era anche “indifendibile” accettare di appoggiare solo una delle due posizioni… chissà perché..? Quindi il 29 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione numero 181 e il Mandato britannico sulla Palestina fu diviso in due stati, uno ebraico e l’altro arabo (votarono a favore 33 nazioni, fra le quali USA e URSS, contro 13 contrarie (ovviamente orientali a parte Cuba) che fecero ricorso (respinto senza dubbio alcuno) alla Corte Internazionale di Giustizia, sostenendo (a mio avviso con ragione) la non competenza dell’assemblea delle Nazioni Unite nel decidere la ripartizione di un territorio contro la volontà della maggioranza dei suoi residenti (sarete almeno edotti sul principio che non esiste peggiore dittatura di quella della maggioranza).
Se è stancante riflettere sul fatto che incuneare a viva forza un popolo, passato piè pari da vittima a carnefice, in una porzione di territorio espropriato ai legittimi proprietari, di conseguenza vi riuscirà impossibile immaginare quanto quell’area rappresenti il punto focale delle strategie mediorientali e costituisca punta di diamante delle Grandi Potenze.
Se faticate a costruirvi una rappresentazione mentale dell’attuale concezione di convivenza fra i popoli in cui prevalgono capitale, finanza, profitto, concentrazione di ricchezza a pochi eletti e divisione di scarse briciole alla restante parte dell’umanità, pertanto si rende indispensabile un cambiamento radicale… allora abbiate almeno il pudore di tacere, non pronunciatevi, statevene zitti, pregate e peccate, confessatevi, peccate ancora e confessatevi nuovamente in modo da ottenere l’assoluzione dal vostro parroco, soprattutto seguitate, è vostro diritto, a pascervi nella nicchia che avete conquistato, preservatela fino all’ultimo respiro, secondo i canoni che ritenete moralmente giusti ed equi.
Quando tutti saremo giunti dove dobbiamo andare… di certo il paradiso spalancherà le sue porte per accogliervi.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1901, “Il quarto stato”, Museo del Novecento di Milano

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2 commenti su “IL QUINTO STATO…”

  1. Elegante sintesi delle porcherie nascoste sotto il tappeto della storia della nostra millantata civiltà: scritta nel sangue, cerchiamo di non dimenticarlo mai, dagli stessi che oggi strillano all’invasore.
    Te la prendi con i cattolici e la loro ipocrisia: fai bene, ma è tempo perso. Come hai sottolineato, basta raccontare tutto al prete, quattro giaculatorie, ed è fatta! Andate tranquilli e gioiosi a peccare fratelli; finché voterete i politici che sostengono la vostra morale bigotta, Dio sarà sempre voi… E non potebbe essere diversamente: se lo sono fabbricato a loro immagine e somiglianza.
    A te intristisce lo spettacolo desolante di come questa Europa dei banchieri si trinceri dietro gli egoismi nazionali: cosa ti aspettavi, che grazie all’interscambio culturale avremmo emendato il peccato originale della democrazia? speravi forse (come me) che la pretesa eguaglianza degli esseri umani fondata sull’esistenza in vita sarebbe evoluta verso norme più razionali di diritto politico.
    Domani, molti non andranno a votare, col rischio d’invalidare l’unica connsultazione elettorale in cui possiamo esprimere un voto diretto e dalle immediate conseguenze sulla legislazione. Non credi che il diritto di voto andrebbe sospeso a chi non si presenta al seggio senza giustificato motivo? Se non esercitare il dovere di voto fosse irrilevante, si fottessero da soli con la nostra benedizione; purtroppo però non è così, e allora? “pessimismo e fastidio”?
    Mi chiedo se se qualcuno presenterà mai un disegno di legge per togliere il quorum dai referendum e introdurre quello propositivo: ci sarebbe da divertirsi.
    Chissà, un giorno, forse, i nostri figli…

    1. Ciao Alex, se ti dicessi che solo stanotte ho scoperto… riferirò a voce. Intanto condivido tutto del tuo commento ma almeno denunciamolo questo stato di cose poi un giorno, forse, chissà, i nostri figli…

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