FORSE È FOLLIA…

FORSE È FOLLIA…

Se per me hai saputo scrivere questi versi
significa che ho penetrato intimamente la tua anima
al punto da esplorarne l’intera superficie,
possederla come neppure tu potresti.
Così fecondata dal mio sapere
Ora ne sono padrone assoluto
il tuo corpo mi appartiene
poiché da ella governato.
Essere riuscita a comporre per me questi versi,
…tu! Che ignori l’estensione siderale
sempre guidata dalla prassi
dimostra che corde del tuo pensare ti erano occulte,
io le ho fatte vibrare al punto da estrarre ogni nota
e comporre l’armonia dei tuoi sensi
musica solenne dello smisurato erotismo che possiedi,
risveglio della carne oltre il limite dell’umana conoscenza.
Se per me hai saputo scrivere questi versi,
di te stessa hai perduto autonomia,
affidando a colui che da sempre cercavi
lo scettro del tuo essere femmina.
Ciò lo rende ora sovrano.
Se per me hai saputo scrivere questi versi
devi implorare il tuo signore,
confessarti, enunciare impudicamente ciò che brami.
Se per me hai saputo scrivere questi versi
allora ti ascolterò.
Qualora le tue parole dessero soddisfazione…
Chiedi!
Ti sarà concesso.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO – 13 Stazioni per Lady Chatterley 2011 in 13 Stazioni per Lady Chatterley

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SIC TRANSIT GLORIA MUNDI (Poletti e altre creature leggendarie…)

SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
(Poletti e altre creature leggendarie…)

Per non “disturbare” i più remoti mi rivolgo agli “Onorevoli” Componenti cinque Esecutivi della XVI Legislatura Italiana che hanno attraversato questi sette anni circa (stiamo entrando nell’ottavo). Gli ultimi quattro raccogliendo la “campanella” dai precedenti per nomina del Presidente della Repubblica (*) (escluso quindi il Berlusconi IV). Il punto è che hanno guidato questa splendida Penisola ridotta ad un “sito” reso quasi inguardabile da chi vi è nato, invivibile per coloro che lo amano, repulsivo per i giovani da essi deprivati di cultura, senso morale, speranza, sogni; insopportabile agli anziani ai quali è stato estirpato potere di acquisto, ricordi, serenità, senso di appartenenza… ebbene desidero informarVi che il sottoscritto, al contrario di Voi che di certo officerete riti solenni, cerimonie pubbliche, celebrazioni e pranzi ufficiali, non intende farvi gli auguri di Natale, altresì respinge i Vostri. Due sono i motivi: in primis per una sua propria concezione di quella che ormai è diventata mera e ripetitiva farsa, concentrato di tutte le ipocrisie cosmiche, in secundis (poco usato n.d.a.) perché ritengo di potervi insegnare a muovervi, riflettere, leggere, scrivere, parlare, ponderare, pensare, meditare e finanche tacere.
Non desidero includere il Capo dello Stato verso cui devo mostrare “doverosa” e “obbligatoria” deferenza ma credo non sia disdicevole fargli sapere che i discorsi formali dai quali la “nostra” Nazione viene sommersa (sono in trepida attesa della notte di S. Silvestro) il sottoscritto li farebbe “a braccio” senza neppure prepararli, nessun foglietto leggerei o sbircerei, neppure il “palmare” sottobanco come usa fare Renzi pure credendo, spremendosi in chissà che (?), di declamare in Argentina una poesia del grande Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo. Sarebbero il cuore, l’anima (o qualunque cosa essa sia) la mente a formulare le sincere e appropriate proposizioni, mettermi le giuste, leali e spontanee parole in bocca che si articolerebbero automaticamente in asserzioni ed enunciati nutriti da autentico sentimento, sofferti per la convinzione di traguardare al giusto, senza gesticolare ma osservando bene gli interlocutori, testa alta, occhi piantati sulla platea.
Però al Poletti (quello che già affermò che con 320 o 400 €uro/mese una famiglia potrebbe vivere dignitosamente) desidero ficcargli bene nel cranio che la sua ultima sortita: “Giovani italiani vanno all’estero? Alcuni meglio non averli tra i piedi…” neanche è degna di una carogna. È un di più precisare che il tasso di disoccupazione tra i figli dell’intero esercito di politicanti è 0 (zero) e la maggior parte di essi occupano posti di alto prestigio percependo “idonei” compensi, fra loro essendoci di certo (statistica alla mano) dei “pistola” (termine da lui adottato nella “nobile” esternazione).
Il Poletti non si permetta mai più di proferire alcunché riguardo ai miei figli né a quelli di coloro che condivideranno o meno questo articolo.
Al “talento” del PD che ha elaborato il concetto “Si è scusato (il Poletti n.d.a.), non si deve dimettere…” dico, e concludo, che dovrebbe accomiatarsi pure lui essendo impossibile fargli capire che “persone” di cotanto “ingegno” ce l’hanno dentro il mostro e… non si può estirpare.
Pensare che sono un uomo di tale riserbo… Adesso la parola ai giornalisti “veri”, i professionisti della carta stampata, conduttori TV, direttori di telegiornali, “Ottoemezzisti”, “Mezzoristi” e compagnia cantando.
Mauro Giovanelli – Genova
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(*) Immagine in evidenza: In senso orario da sinistra in alto Governo Berlusconi IV (sessantesimo Esecutivo della Repubblica Italiana, primo della XVI legislatura insediatosi il 8 maggio 2008 dopo le ultime elezioni tenutesi nel Paese) a seguire Monti, Letta, Renzi (nominati dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oggi “Emerito” con una pensione di 880 mila €uro/anno più annessi e connessi) ed infine Esecutivo Gentiloni (nominato dall’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella).

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FIAT 500 anni ‘60

FIAT 500 anni ‘60

Ogni altro oggetto del desiderio non sarà per noi mai “mitico” come la “Fiat 500” per il semplice fatto che le avventure vissute con quella che oggi sembra una scatoletta avevano sapore, autenticità, disinteresse, gioventù, schiettezza. Mi fu regalata appena compiuti i 18 anni, “foglio rosa” in attesa dei sei mesi canonici per avere la patente. Blu notte. Il giorno dopo la portai dall’amico carrozziere per farle modificare i sedili “anteriori”, renderli ribaltabili ma, nonostante ciò, occorreva anche abbassare i vetri ed aprire il tettuccio per trovare la giusta “posizione”. Insomma era una vettura in cui gli “spazi esterni” avevano senso. Che avventure dal sapore antico… Ammetto di aver avuto la strada spianata per arrivare al sogno (credo anche il buon senso di capirlo) quindi dalla “mini Cooper” passai al punto di arrivo: la “Triumph Tr3”, obbligatoriamente nera, per la quale nulla aveva priorità. Quello fu un “picco” mai superato e ancora oggi ne ammiro le forme e le curve come fossero quelle di una donna dal fascino inimitabile. Però ero più “scafato”, gli anni avevano assorbito la seduzione della “maggiore età”, la mente già indirizzata verso obiettivi sensibili, concreti, oserei dire profondi ed ogni amore si consumava nel “pied-à-terre”. Non voglio annoiare oltre se non per aggiungere che da lì in poi ogni auto l’ho sempre acquistata senza badare alla meccanica, prestazioni, comodità bensì per l’estetica, allo stesso modo di come si sceglie una cravatta. E la “Fiat 500” rimane la “Marinella” anni ’60, inimitabile anche per la stessa prestigiosa sartoria. Grazie ad un caro amico per avermi dato l’opportunità, leggendo un suo bellissimo articolo inerente la sua esperienza, di divagare sul bel tempo andato. Un caro saluto a tutti.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavate dal web: Fiat 500 e Triumph Tr3 anni ‘60

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POLETTI Uno sciocco con la faccia da sciocco

POLETTI

Uno sciocco con la faccia da sciocco e il taglio di barba che di solito usano portare gli sciocchi per coprire una minima parte della fisionomia tipica dello sciocco. Anche la pettinatura è quella di uno sciocco. Pure il nodo della cravatta, osservatelo bene. È o non è da… sciocco?
Bravo Gentiloni! A questo individuo, la Boschi e tanti altri hai pensato bene di fare in modo che possano continuare a romperci i coglioni. Forse ignori che il peggior nemico del popolo è uno sciocco arrivato a ricoprire incarichi di responsabilità tali da fargli erroneamente pensare di non essere più sciocco.
Comunque grazie anche agli sciocchi che lo hanno tenuto in considerazione. Del resto come sarebbe possibile che un “grumo” di sciocchi possano o meno individuare altri sciocchi?
Fossero almeno consentiti due sonori ceffoni agli sciocchi che governano, come si usa fare nel “primo intervento” di soccorso in mare, pensate che lui, Renzi, la Boschi, Lorenzin, Madia, ecc. potrebbero… riprendersi?

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Primo piano di uno dei tanti sciocchi del “nuovo” governo Gentiloni

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MAURO GIOVANELLI – Opere

MAURO GIOVANELLI

si possono acquistare: • Solo in tutte le librerie Feltrinelli (su ordinazione) • On-line sul sito: www.ilmiolibro.it (consigliabile) • On-line sul sito: www.lafeltrinelli.it

PUBBLICATI DALL’AUTORE:

▪ “Ecco perché Juanita” – codice ISBN (momentaneamente fuori commercio, in fase di rielaborazione per ristampa – riedizione entro marzo 2017)

▪ “Il leggìo a nove posizioni” – codice ISBN 9788892306882

TRACCE NEL DESERTO

▪ “A destra di nessuna sinistra” – codice ISBN 9788891095022
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/117343/a-destra-di-nessuna-sinistra/

▪ “Destra e… manca” – codice ISBN 9788892306271

TRACCE NEL DESERTO

▪ “Barra a manca!Timone a dritta!In breve tutto a destra!”- codice ISBN 9788892319479
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/301297/barra-a-manca-timone-a-dritta-in-breve-tutto-a-destra/

▪ “Tracce nel deserto” – codice ISBN 9788891038302

TRACCE NEL DESERTO

▪ “Forse è poesia…” – codice ISBN 9788892319806

FORSE È POESIA…


DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE:

“Asso alla quinta”

▪ “Ecco perché Juanita” – Prima edizione 2012
(momentaneamente fuori commercio, in fase di rielaborazione per ristampa – riedizione entro marzo 2017)

Ecco perché… Juanita (spagnolo: Momia Juanita) è il nome di una bella bambina che tra il 1440 ed il 1450 d. C. venne sacrificata dai sacerdoti Inca al Dio Apu Illapu (conosciuto anche come Illapa, Ilyap’a, Katoylla) che era il dispensatore della pioggia e del tuono. Un Dio molto importante e venerato dalla gente dato che la pioggia era fondamentale per la vita. Al Museo Santuarios Andinos dell’Universidad Catòlica Santa Maria in Arequipa (Perù), mentre osservavo la mummia della piccola Juanita, conservata in una teca climatizzata, e ascoltavo la spiegazione asettica che la guida dava del suo dramma, ho finalmente avuto l’ispirazione per il titolo da dare a questo mio “componimento”. Ci stavo lavorando da diverso tempo. Potrebbe essere un buon trattato, una cosa insensata, una tesi, un delirante “intreccio”, anche una favola. Comunque credo che l’idea possa essere interessante. Non è un libro nel senso stretto del termine cioè, tanto per restare nel tema del racconto, la “creazione” nata dalla congettura buttata giù dall’estro di una persona che vuole raccontare una storia. Neppure lo classificherei un saggio anche se gli somiglia. Lo definirei piuttosto un “arabesco” inteso come “mescolanza” dei pensieri di diversi autori che, a mio avviso, hanno affrontato l’unico vero tema dell’umanità le cui ramificazioni si intrecciano con la lotta tra il Bene e il Male, la ricerca del destino dell’uomo quindi il significato della sua presenza in questo immenso spazio, l’enigma del fine ultimo, il rapporto con le Chiese e religioni imperanti, la follia umana. C’erano una volta quattro grandissimi scrittori che…
Mauro Giovanelli – Genova

▪ “Il leggìo a nove posizioni” – codice ISBN 9788892306882

TRACCE NEL DESERTO

Presentazione
Yuzaf non è asceso al cielo come ci viene raccontato. In cerca di una risposta impossibile, almeno quanto lo sarebbe stato il dubbio che lo avrebbe colto durante il supplizio, lamentando l’abbandono del Padre, ha invece continuato a vagare tra le dimensioni del reale e del fantastico. Questa la sua missione, la croce alla quale sembra condannato dalla stessa natura di cui è composto, che gli fa incontrare altri “inverosimili” come lui: Corto, Srinivasa, Ramòn, Judex, dando vita a una ratatouille filosofica in salsa spirituale, insaporita con un melting pot delle migliori spezie antropologiche, raccolte dall’Autore ai crocevia della vicenda umana, nella sua mente, lungo le sconfinate praterie dell’investigazione fantastica…
Bene e Male, Divino e Umano, sono le invisibili sbarre della gabbia di Mānī che imprigionano il pensiero di Yuzaf nella speculazione dell’Oltre, lo costringono a surreali dialoghi con personaggi della storia e della fantasia che cucineranno a fuoco lento le convinzioni del lettore fino a dissolverle con la sola spiegazione alla nostra portata. Le molecole letterarie dell’opera sembrano formate da atomi privi di legami, gli elettroni saltano dall’orbita di un nucleo all’altro, collidono, rilasciano quanti di energia che riempono di tracce luminose l’etere della narrazione: preziose indicazioni che, per il lettore attento e motivato dalla ricerca terrena e spirituale, rappresentano la segnaletica del sentiero che conduce a concepire l’inspiegabile.
La ricostruzione storica e filosofica della religione sotto l’aspetto di “urgenza esistenziale” è accurata, onesta, priva d’intenzionalità alcuna di negare o affermarne l’esattezza, lasciandoci liberi di manovrare il leggìo a nostro piacimento per interpretare i manoscritti che su esso via via si alternano e incrociare lo sguardo del topo al fine di rispondere come possiamo a una domanda priva di senso: “qual è la verità?”
Alessandro Arvigo scrittore – Palermo

Premessa
Questo racconto è la naturale prosecuzione di “Ecco perché Juanita”, un’antologia elaborata nel 2012 decisamente originale nella composizione al punto che non trovavo termini adatti a definirla. Per descriverne la “costruzione” decisi di utilizzare il verbo “comporre” vale a dire “mettere insieme varie parti allo scopo di costituire un tutto organico”1 e “produrre, realizzare un’opera di carattere letterario o artistico in generale”2. Invece conclusi che il termine più adeguato a designarla fosse proprio “libro” intendendosi con tale parola “volume di fogli cuciti tra loro, scritti, stampati o bianchi”3. Desidero ricordare che, con tutto il rispetto, la parola Bibbia significa insieme di generi letterari diversi. Non è casuale che “biblia”, dal greco biblos, la corteccia interna del papiro che cresce sul delta del Nilo, utilizzata per produrre materiale scrittoio, sia un plurale che indica l’insieme di opere scritte e narrate (nella Chiesa greca dell’epoca di Giovanni Crisostomo4 si cominciò ad usare l’espressione “Ta Biblìa”, che significa “I libri”). Infatti il Vecchio e Nuovo Testamento sono insiemi di elaborati vari per origine, genere, compilazione, lingua e datazione, prodotti in un lasso di tempo abbastanza ampio, preceduti da una tradizione orale più o meno lunga e comunque difficile da identificare, racchiusi in un canone stabilito a partire dagli inizi della nostra era. In parole povere la prima grande raccolta, copiatura e forse pure sofisticazione della storia.
Tornando a “Juanita” dico che l’idea della sua realizzazione si insinuò nella mia mente quando decisi di riunire diversi e preziosi frammenti della letteratura (sottotitolo “arabesco letterario”) di circa cinquanta autori e un centinaio di brani e citazioni disponendoli all’interno di una narrazione secondo il mio gusto. Occorreva solo una base di appoggio. Quale migliore “cronologia” potrebbero regalarci altri capolavori che non siano “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” del grande Saramago, seguito da “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov per agganciarlo a “Il Procuratore della Giudea” di France e concludere con “Il Grande Inquisitore” di Dostoevskij? Nessuno! Un’avventura lunga 1700 anni.
Saramago descrive la vita di Gesù con una autenticità da lasciare senza fiato, ineguagliabili lo stile e la prosa. Nel suo Vangelo neppure viene sfiorata la personalità di Ponzio Pilato in quanto marginale al messaggio che l’autore ci ha compiutamente trasmesso. Per approfondirne la figura siamo quindi costretti ad immergerci nelle strabilianti pagine di Bulgakov dove il procuratore della Giudea viene assalito dal rimorso per una condanna decretata suo malgrado; la collera verso sé stesso lo dilania, realizza di essere entrato nel mito dalla porta sbagliata e la sua propria ignavia (qui ci sarebbe da discutere) lo inchioderà per sempre nella penombra del porticato, dietro la brocca del servitore che versa l’acqua sulle sue mani sudate. Che ne sarà di lui? Allora lo seguiamo nell’epico “Il procuratore della Giudea” di Anatole France dove, vecchio e dolorante, si reca ai Campi Flegrei per curare la gotta che lo tormenta. I tempi del fasto e del potere li ricorda con il fedele e ritrovato Lamia che, riferendosi al Cristo, gli chiede: “Ponzio, ti ricordi di quest’uomo?” ed egli risponde: “Gesù? Gesù il Nazareno? No, non ricordo”5. Non ricordo… perché? Amnesia senile? Inconscia rimozione di una rievocazione ostica? Menzogna? Indulgenza divina? Non lo sapremo e il Gesù de “I fratelli Karamazov” di Dostoevskji6, che chiude il mio saggio, non dice alcunché in proposito. Essendo stato vano il sacrificio estremo, Egli torna in questo mondo per riparare l’errore senonchè, riconosciuto e incarcerato dal Grande Inquisitore, non pronuncia una sillaba durante l’eccitazione verbale dell’aguzzino che a sera si reca nella cella per comunicargli la condanna al rogo. Il confronto tra i due si trasforma in un delirante monologo del prelato. Cosa rappresenta l’unica risposta del Nazareno, il bacio sulle labbra del suo persecutore con cui suggella il loro incontro? Quali potrebbero essere stati i pensieri di Yuzaf nel momento in cui, graziato per tale gesto, si diresse verso nuovi orizzonti? Dove sarà andato? Che panorami gli si apriranno? Come esplorerà l’intrico che custodisce l’oggetto della sua ricerca?
La reinterpretazione delle Scritture? Il leggìo a nove posizioni?
Mauro Giovanelli – Genova

▪ “A destra di nessuna sinistra” – codice ISBN 9788891095022
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/117343/a-destra-di-nessuna-sinistra/

Premessa e presentazione
Non saprei collocare l’inizio di questa specie di diario, di certo è alla fine del 2012 che decisi di raccogliere e conservare i miei articoli, due anni nel corso dei quali abbiamo assistito al passaggio del nefasto governo Monti abbattutosi sulla nostra Penisola come un vento calamitoso. Poi siamo stati invitati, nostro malgrado, alla soporifera veglia dell’esecutivo Letta sulle macerie lasciate dai “bocconiani” fino ad arrivare al colpo di mano del “leale” e ratto Matteo Renzi che ci ha condotto alla fantasticheria pura. La necessità di fissare in immagini scritte un percorso così “virtuoso” è stata pertanto irresistibile. Ammetto di aver nutrito l’illusione di giungere a compimento della mia eterogenea raccolta con un segnale positivo, non ho mai smesso di confidare nella fatidica “svolta”, immaginavo che alla fine il buon senso avrebbe prevalso. Chiedo scusa, errore grossolano e imperdonabile anche perché quando vidi il rottamatore fiorentino sedersi ai piedi del trono, alla destra di Napolitano, la fioca luce del mio miraggio fu assorbita dalla vampata di niente dei suoi discorsi e il vuoto dello sgangherato programma forgiato nella penombra del Nazareno la spensero del tutto.
Da osservatore furente del susseguirsi di figure istituzionali sono pertanto passato ad una sorta di nichilismo che per un po’ mi ha allontanato dalle vicende del Palazzo portandomi a rinvangare il passato con una buona dose, lo ammetto, di auto compiacimento. Ho quindi inserito nell’album vari ricordi, sensazioni, confronti, sogni, spezzoni di vita, qualche poesia a fare da condimento ai ritratti dei nostri governanti e loro adulatori. Tali riflessioni mi hanno aiutato a ritrovare la calma, perciò solo apparentemente potrebbero sembrare estranee al contesto.
Le “larghe intese” sono, a mio avviso, il vuoto pneumatico di una classe dirigente improponibile, persone poco raccomandabili, arroganti, e le onde di fango che flagellano il nostro Paese da almeno quattro lustri mi auguro siano gli ultimi rigurgiti degli stomaci voraci di questa accozzaglia di opportunisti. Se tutto ciò viene tollerato dall’Europa ho ragione di dubitare possa anche esserci un disegno più grande i cui tratteggi mi sfuggono.
Nel leggere i frammenti che propongo spero vi possiate quanto meno rincuorare, è bello avvertire di non essere soli, a tratti di sicuro troverete spunti spassosi perché alla fin fine rimane la satira a farci sentire vivi, partecipi, attenti, consentendoci così di scoprire dove sta il trucco e smascherare gli illusionisti della politica.

▪ “Destra e… manca” – codice ISBN 9788892306271

TRACCE NEL DESERTO

Abbiamo assistito al nefasto passaggio del governo Monti che si è abbattuto come uno sciame di locuste sulla nostra Penisola. Rapido e micidiale. La soporifera veglia dell’esecutivo Letta al capezzale delle macerie lasciate dai “bocconiani” ci ha anestetizzati così da condurci, quasi inconsapevoli, al colpo di mano della leale guida scout Renzi Matteo. Tutto concentrato in quattro anni durante i quali ho scattato diverse istantanee. Avendo utilizzato una macchina fotografica vecchio modello mi ero ritrovato nel 2014 con la pellicola stracolma di sensazioni, spezzoni di vita vissuta, ricordi, confronti, qualche poesia, finanche sogni in senso stretto che avevo inserito in “A destra di nessuna sinistra”. Ho quindi proseguito con un nuovo rullino fissando altri frammenti che ho collocato in questo nuovo volume sempre senza trascurare i ritratti confezionati per le “signore” e i “signori” della politica di casa nostra, soggetti improbabili al punto da sfuggire perfino ad una sana critica, volgari e grottesche caricature dei peggiori difetti degli italiani che indegnamente pretenderebbero di rappresentare.
Ammetto di aver nutrito la speranza di giungere a compimento di questa seconda collezione dandovi notizia del segnale positivo che da lustri attendiamo, la “svolta” che riporti il Paese alla normalità, cosa non riuscita già l’anno scorso. Chiedo scusa, ho di nuovo sbagliato, nessun regalo neppure per l’imminente Natale, sarà per il 2016. Nel frattempo mi auguro che quanto scritto possa almeno contribuire ad addolcirvi più di una serata, confido che a tratti il mio diario riesca pure a divertirvi, di sicuro vi farà sentire meno soli. A me ha tenuto compagnia.

▪ “Barra a manca!Timone a dritta!In breve tutto a destra!”- codice ISBN 9788892319479
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/301297/barra-a-manca-timone-a-dritta-in-breve-tutto-a-destra/

Premessa e presentazione
Concludo la traversata! Dal Nefasto Esecutivo Monti insediatosi come uno sciame di voraci locuste, la veglia del Governo Letta al capezzale delle macerie “bocconiane”, il subentro per grazia ricevuta della guida scout, giungo con questo volume al tentato colpo di mano del Premier Renzi che oggi, 4 dicembre 2016, con la sconfitta nel referendum si è giocata la poltrona. E’ il caso di dire che la sua alterigia è adesso prona. Tutto in quasi tre orribili anni durante i quali, a corredo dei precedenti “A destra di nessuna sinistra” e “Destra e manca…” ho terminato di raccogliere in quest’ultimo volume sensazioni e nitide immagini dei “bamboccioni” seduti in Parlamento. Con “Barra a manca! Timone a dritta! In breve tutto a destra” chiudo infatti la mia trilogia abbondantemente infarcita di poesie, aforismi e riflessioni così da metabolizzare l’amaro che obtorto collo abbiamo dovuto ingoiare. Grande gioia poter festeggiare la “tenuta” della nostra Costituzione dall’assalto dei barbari.

▪ “Tracce nel deserto” – codice ISBN 9788891038302

TRACCE NEL DESERTO

Premessa e presentazione
Poesie, prosa, Pasolini, commenti, riflessioni, articoli, critica, arte, satira, appunti. Un’amica scrittrice ha recentemente composto i seguenti versi che potranno dire qualcosa di più:

Questa è per te Mauro
Ti vedo, mi vedo./ Troppi fogli sparsi/ in questo minuscolo tavolino,/ pagine sfumate dai giorni della tua vita,/ colori vibranti dal sapore d’oriente,/ pezzi di carta profumati di storia,/ ricamati da poesie,/ impregnati dall’odore/ del sapere./ Sotto il tavolino scorgo le tue gambe accavallate,/ lento è il movimento del piede inguainato dal mocassino./ Tra le mie dita gioca una sigaretta,/ il fumo lento si dilegua verso l’alto,/ amalgamandosi all’aroma forte del caffè./ Come in un riavvolgere ricordi/ vedo l’uomo a me di fronte/ che muta d’aspetto,/ faccio mia la tua vita/ e ti succhio emozioni e sensazioni.
Troppi fogli sparsi/ in questo minuscolo tavolino,/ pagine bianche che devo riempire/ come lunghe vie vuote/ ancora da percorrere,/ fogli sfitti/ scritti da pennini/ intrisi di lacrime trasparenti.
Ora siamo seduti al bar/ a raccontare di vita,/ a parlare di ragnatele e fili invisibili,/ a menzionare
quel che ci manca,/ sia esso sogno o realtà,/ desiderio o nostalgia.
Ed ora raccattiamo i fogli,/ c ‘è poco spazio qui/ e godiamoci noi due, perdiamoci nel fondo degli occhi,/ nel roco della voce,/ mentre il vento bizzoso ci spettina i capelli/ e ci fa tornare a sorridere,/
ci fa tornar bambini.
Donatella Vescovi

▪ “Forse è poesia…” – codice ISBN 9788892319806

FORSE È POESIA…

Presentazione
Prof. (lui ama chiamarmi così e, pur avendone titolo, preferirei più semplicemente Mauro. Fa parte della nostra amicizia – n.d.a.) sei proprio una cara persona, ricca di risorse e di sorprese, come non volerti bene! Il tuo magma intellettuale si auto produce senza pause in gran profusione e così accade che la tua copiosa messe venga giù come un fiume carsico che filtra in ogni dove e che non conosce ostacoli. In questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me lo concedi, molto somigliante nell’impeto nel volume nel massivo impatto e nella “follia” al geniale padre di Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto nichilista ed esistenziale, con il quale condividi la gran Virtù di scrivere argomentare e produrre Senso anche “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa Coscienza il gran pensatore di Röcken. Ma non sarò di certo io a censurarti nella tua iperattività caro amico mio, perché noi siamo involontari complici nell’aggressione totale ai Saperi ed alla Conoscenza! Siamo troppo simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo asseriva che NESSUNO E’ PERFEZIONE, noi tendiamo sovente a quella, la lambiamo pericolosamente e siamo costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere la Caducità dell’Essere, del Vivere e delle Cose tutte attraverso la Ricerca senza tregua della Bellezza, della Verità e della Conoscenza Universale, che da Forma incolore senza consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo assente nella drammatica Vicenda Umana…
Dario Rossi Speranza

Premessa
Prosa, lirica, brani e… chi se ne frega! Con queste parole non è mia intenzione apparire anticonformista, tanto meno “stravagante” ma le prefazioni, postfazioni, biografie, ecc. incominciano a stancarmi in quanto, alla fin fine, se non sono altri a comporle diventano la parte più pesante del lavoro e si cade facilmente nella ripetitività. Leggete! Non vuole essere un imperativo, piuttosto l’esortazione affinché voi stessi verifichiate il valore di questo volume in cui ritengo siano contenuti poesie, brani, critiche d’arte, commenti di rara bellezza e originalità. Sono certo di ciò, anzi direi unici, coinvolgenti, veri alla faccia della metrica, strofe, assonanze, capoversi, regole che a tutto guardano eccetto il contenuto. Ciò che ho sempre scritto e tutt’ora compongo, di qualsiasi genere, derivazione e argomento, potrebbe definirsi un insieme di poesie riflessioni, tesi, componimenti, favole, articoli, romanzi “ad libitum”. Comunque la necessità di elaborare manoscritti scaturisce da una esigenza che risale all’infanzia e mi risulta difficile spiegarne la ragione. Però tre cause ritengo di individuarle, quanto basta immagino: Esigenza di esprimere ciò che penso, affascinato dalla matematica, fisica, arte, amore sviscerato per letteratura e filosofia, memoria eccellente per ciò che trovo interessante. Strumento i grandi autori, miei fedeli amici che ovunque e da sempre mi accompagnano. Il merito è di sicuro l’educazione ricevuta da mamma, papà, la sorella maggiore. Quindi da “Pinocchio”, “Un capitano di quindici anni” o “Il corsaro nero” piuttosto che “Il barone di Munchausen” e “Il tesoro della Sierra Madre” sono precocemente saltato, usando i punti di appoggio dei Cronin, Vicki Baum e l’indimenticabile “Il villaggio sepolto nell’oblio” di Theodor Kròger, ai Melville, Cervantes, “La saga dei Forsyte” poi ancora “L’amante di lady Chatterley” e tanti altri della famosa superba collana Omnibus Mondadori. Quanto ero attratto dalle illustrazioni delle copertine! Approdare poi, in breve tempo, ai Calvino, Cassola, Moravia, Pratolini, Fenoglio, Pavese e… Pasolini… seguire le tracce di Hemingway e Caldwell per passare ai “maledetti americani” del calibro dei Ginsberg, Burroughs e Kerouac è stato facile perché inevitabile. I dissociati da questi ultimi, o “seconda generazione”, quelli del tipo Bukovski, Henry Miller, John Fante tanto per intenderci, hanno avuto un particolare irresistibile fascino, la mia personalità ne è stata influenzata non poco. Sbarcare sui classici russi, i francesi Camus, Malraux e Sartre, i tedeschi tipo Gunter Grass, il portoghese Fernando Pessoa, i latino-americani della statura di Márquez, Borges, gli ebrei americani alla Philip Roth, i Cormac McCarthy, e… continuo? È stato utile per sfociare infine nella filosofia alla ricerca di risposte impossibili. Per quelli della mia generazione Marcuse è stata una tappa obbligata. Se aggiungo che il 27 febbraio 1945 sono nato a Genova dove risiedo, sposato, due figlie, due splendide nipotine. Che nel mio percorso mi sono stati affidati diversi lavori “importanti” che ho ottimamente concluso con afflizione mentale (a me parevano inutili) e nel frattempo scrivevo, leggevo… Mi sono stati assegnati incarichi e mansioni di responsabilità che non avrei voluto avere, ho viaggiato molto e, a parte una certa predisposizione per “L’apparato umano” femminile (ho adottato il titolo dell’unico libro edito da Jep Gambardella ne “La grande Bellezza”) che non è il caso di approfondire… intanto leggevo, scrivevo, scrivo… Ecco completata la mia biografia.
Mauro Giovanelli

DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE:
“Asso alla quinta”

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LA PRIMA VOLTA CHE VIDI MILANO

LA PRIMA VOLTA CHE VIDI MILANO

Da tempo non andavo a Milano, ci sono stato infinite volte ma sempre distratto. Visitarla oggi con un amico, nato e cresciuto nella città… è stata un’esperienza imprevista, resa interessante da come gli occhi della mia mente l’hanno percepita, l’aiuto dell’improvvisata guida, vivace, lucido, fatalista, sottile. L’ho trovata diversa. Stamattina appena uscito da sottoterra, la metro che da Stazione Centrale porta direttamente a piazza Duomo, ho scattato una foto con il cellulare. Mi hanno colpito i colori, quelli giusti.
L’autentica “metropoli”, la sua anima, mi ha investito per la prima volta verso sera, quando in via Monte Napoleone ho avuto la prova che c’è qualcosa di tremendo nella natura umana, un errore all’origine, il cortocircuito della sopravvivenza. Le Ferrari, Bentley sono alla fine, non accontentano più, il giocattolo sta annoiando chi ci si divertiva. I volti più tristi proprio quelli dei pochi che uscivano dalle boutique con sacchetti griffati, denotavano stanchezza di “consumo”, vuoto interiore, deprivazione della propria natura, la soddisfazione esaurita alla cassa, subito dopo aver pagato cifre paradossali, neppure arriva all’utilizzo dell’articolo acquistato, è sufficiente il possesso. Dipendenza e assuefazione alla droga e di più “pesanti” non ce ne sono. Il nero prevale, quello delle “divise” di avvenenti e sofisticate commesse, dei “vigilantes” alle porte di sfavillanti vetrine, delle Mercedes pick up e stile militare, alte, inutili, imponenti, tubi di scarico laterali che sputano ai marciapiede. Nero degli arredi, così le pareti di ogni “negozio”. Una grande “firma” l’ha adottato per gli oltre duemila metri quadrati suddivisi e destinati all’abbigliamento, bar, libreria, delicatessen. Sono stato alla toilette. Sepolcrale!
Viviamo la parodia di un gigantesco funerale fra stelle filanti, coriandoli, cotillons: il nostro! Dell’umanità. Intanto due interminabili cortei si stanno preparando per incontrarsi alla processione, l’estremo ancoraggio metafisico al reale. Da una parte, trainando stancamente suppellettili di incerta origine, tutti i nati nei giorni, ore, minuti, frazioni e frazioni dell’intervallo dalla notte del primo spazio. Dall’altra, in un’oscurità solenne, i non nati strascicano le proprie ombre bianche esibendo ogni strumento fallace di misura del tempo, orologi ad acqua, solari, meccanici, al quarzo, atomici, pendoli, clessidre, meridiane pesantissime e quadranti. Sanno che l’ultimo tuono è imminente.
Gli unici ed ultimi sorrisi, veri, autentici, spontanei… dei miseri che mettono una rosa in mano alle signore per rimediare due €uro. Anche se interessato… solo il gesto, appartenente ad epoche sommerse, ne varrebbe molti di più.
L’estinzione è alle porte. Vincerà l’amore? Lo sapremo presto.

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Immagine in evidenza: Foto scattata dall’Autore il 17 dicembre A. D. 2016 alle ore 11 e 35

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IN UN MARE DI MERDA

IN UN MARE DI MERDA

Nuotare nell’acqua dolce è più faticoso che in quella salata la cui maggiore densità “regge” il corpo. Nei laghetti delle oasi sahariane o nel mar Morto addirittura ci si può quasi stare seduti (provare per credere) ma… muoversi in un mare di merda è impossibile, saturo come in Italia poi… sprofondi nonostante l’alta consistenza perché vischioso, assorbente come le sabbie mobili, meglio stare fermi per non essere inghiottiti.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Mah!

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NATᾹLIS

NATᾹLIS

A tal punto connesso alla vita
Da non temere la morte
Entrambi riverberi
Della medesima immensa proiezione.
Da questa parte sono saturo
In conoscenza e comprensione
Così da contenerne ogni aspetto
Matematica fisica umanesimo
Filosofia arte e follia
Letteratura Amore
Astronomia geologia
Sesso passione
fantasia
Bene e Male.
Quando il mio tempo sarà
Tu accanto a me piangerai.
Non temere
Nulla mi è celato
E di tutto ormai sono padrone.
Prenderai la mia mano
La stringerai bacerai
Credendo sia un addio
Alle tue guance umide
Dolenti rassegnate
Accosterai il dorso
Ed un calore ultimo
Come di brace
Insinuatosi dentro te
Darà annuncio
Della mia raggiunta
Parte di Eternità.
Subito comprenderai
Pure la tua illusione.
Alzerai gli stanchi occhi
Per la prima volta
Lo sguardo assente
Si perderà solo
nel nostro
Vissuto
E l’aldilà.

 

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO – In Nomine Domini. 2007/2009 – “Madonna del rosario” – Tecnica mista su legno – dimensioni cm 140×100

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I SEI GIORNI DEL CONDOR – MA PERA… DOVE ERA?

I SEI GIORNI DEL CONDOR
MA PERA… DOVE ERA?

Tra i nomi alternativi che circolavano c’erano quelli del Ministro per le Infrastrutture Delrio Graziano, del Tesoro Padoan Pier Carlo nonché si ventilava la possibilità di un reincarico a Renzi Matteo il quale ha ribadito non essere disponibile (altissimo, vertiginoso “senso di responsabilità” n.d.a.). In ogni caso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha seduta stante convocato al Palazzo del Quirinale l’onorevole Gentiloni Paolo ex Ministro degli Esteri del fu (ma non proprio n.d.a.) premier. Chiuse le consultazioni alla velocità della luce gli affidò l’incarico di formare il “nuovo” Governo e la sera stessa, sempre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvertì l’esigenza di ottemperare alla pura formalità di informare gli italiani (chi sono questi impiccioni o “piccioni” a loro scelta? n.d.a.):
“Ho registrato con attenzione e rispetto le opinioni dei vari partiti… (i movimenti?, Gruppi misti? Associazioni? CL? DEM? Transfughi? Esponenti vari?) nelle prossime ore valuterò quanto emerso dai colloqui e prenderò le iniziative necessarie per la soluzione della crisi… Il nostro Paese (Nostro? Di chi?) ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni… impegni e scadenze da rispettare… adempimenti di carattere interno, europeo e internazionale… è “emersa” come prioritaria un’esigenza generale di armonizzazione delle due leggi per l’elezione di Camera e Senato (Ma va!) condizione indispensabile (Perché? Prima no?) per andare a elezioni (Quando? Di grazia…). Vorrei ribadire che tra i punti in primo piano c’è anche il sostegno ai cittadini colpiti dal sisma e la ricostruzione dei loro paesi (Prima non c’era?) Mi auguro che il clima politico possa articolarsi e svolgersi in un rapporto dialettico (Per la miseria! Belle parole) ma sereno e costruttivo (Il massimo!)”.

Reazioni:

Il PD “Ci rimettiamo al Presidente” (Che fegato! Grandi…).
NCD e ALFANO ANGELINO avrebbero voluto rilanciare il Renzi bis (Esauditi in toto!) proferendo egli la più geniale delle frasi ad effetto “Il governo non è uno yogurt, non nasce con una scadenza” – aggiungendo – “al pronunciamento della Consulta, il 24 gennaio cominceremo a lavorare (sarebbe l’ora!) sulla modifica della legge elettorale (Acutissimo! Fuuurbooo! Ci vorranno tre lustri buoni…).
BERLUSCONI: “FI non sosterrà un governo di larghe intese (Tradotto: Solo accordi con lui).
Le così dette OPPOSIZIONI (Che non sono un “fronte”) impalate su “Il grande rifiuto” (Esauditi pure loro!).
M5S: “Al voto subito dopo la Consulta!” ha enunciato la delegazione M5S al termine dell’incontro al Colle. “Oggi in Italia abbiamo due leggi elettorali diverse che danno vita a paralisi istituzionale dolosa generata (E non creata…) dalla irresponsabilità della classe politica guidata da Renzi e dal PD. Per questo abbiamo chiesto di garantire il percorso istituzionale più rapido per andare al voto con la legge elettorale che sarà certificata dalla Corte costituzionale. In attesa della Consulta il governo dimissionario deve limitarsi ad esser mero strumento regolamentare del Parlamento. Qualsiasi altra soluzione sarà un tradimento della volontà popolare, va rispettata la volontà dei cittadini e non violata” Direi ipotesi sensata ma chi ascolta, in Italia, il “Movimento” che a mio avviso potrebbe avere oggi la maggioranza relativa con il 40% dei voti?
SI e SEL: “Assolutamente no. Siamo molto chiari e netti. Discontinuità vuol dire discontinuità (Cazzo! Non l’avrei mai pensato!), non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità… Siamo stati molto chiari, serve un governo per poter permettere che il Parlamento possa liberamente e con il più ampio consenso fare una legge elettorale e subito dopo andare al voto… Abbiamo rappresentato a Mattarella la nostra principale preoccupazione. Dalla fotografia del voto emerge infatti una questione sociale che consegna alla politica l’obbligo morale di ridurre la frattura aperta nella società”. (Come? Che dite? Parlate più forte! Non si sente alcunché…)
DEM (minoranza PD): “Qualora il Pd facesse finta di non vedere la lezione arrivata dal voto si sconnetterà definitivamente dal suo popolo. Oltre ad una legge elettorale capace di superare le storture dell’Italicum, serve una svolta su alcune questioni sociali fondamentali, inclusa una più generale discontinuità nella quotidiana gestione del potere a cui siamo apparsi in questi mesi troppo legati” (Eroismo puro! Dobbiamo ammetterlo, che cervelli! E che Fegato… Legati a che?)
VERDINI DENIS: “Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende(a) adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l’importante è che il Paese esca dall’impasse (Ma guarda! Altruismo all’ennesima potenza!). “Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato”

MATTARELLA: “Serve Governo con pieni poteri!” (Chiaro? O no? “Così è se vi pare” L.P.)
Il segretario generale del Quirinale: “Gentiloni Paolo ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico di formare il nuovo governo”. Il presidente del Consiglio incaricato è quindi salito al Quirinale per presentare la lista dei ministri del nuovo governo che nascerà sotto la sua guida. Ieri sera alle 20 (lunedì 12 dicembre il “nuovo” Esecutivo ha prestato giuramento e subito dopo la Cerimonia della Campanella. Considerando la conclusione dello scrutinio, spoglio delle schede, avere il dato certo, ufficiale, della bastonata (morale) presa da Renzi, i tempi delle sue dimissioni, l’autenticazione… sono cinque, massimo sei giorni netti. Da Guinness dei primati (Non nel senso dell’ordine di Mammiferi Euteri, per la maggior parte adattati alla vita arboricola, quasi tutti ad attività diurna, viventi per lo più nelle zone calde del globo, plantigradi, pentadattili e unguicolati…).
Ecco la soluzione:

▪ Primo Ministro: GENTILONI PAOLO

MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO:

▪ FINOCCHIARO ANNA – Rapporti col Parlamento (Renziana, Renzista)
▪ MADIA MARIANNA – confermata “Semplificazione e PA” (Ex Renzi, Renziana, Renzista, Renzinomane)
▪ COSTA ENRICO ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie nel Governo Renzi ed ora nel Governo Gentiloni (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzinomane)
▪ DE VINCENTI CLAUDIO ex Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, sottosegretario uscente alla presidenza del Consiglio ora Ministro “Coesione territoriale e Mezzogiorno” (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzinomane)
▪ LOTTI LUCA (A volte ritornano!) Fedelissimi di Renzi Matteo era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione, Comunicazione del Governo, all’Editoria, alla Pianificazione, preparazione e organizzazione degli interventi connessi alle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, Promozione e svolgimento di iniziative per le Celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione ora ricopre il Dicastero dello Sport con delega all’Editoria e al Cipe (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzinomane)

MINISTRI CON PORTAFOGLIO:

▪ ALFANO ANGELINO Ministro degli Esteri (Ex Ministro Renzi, Berlusconiano, Montiano, Lettiano, Renziano).
PADOAN PIER CARLO confermato all’Economia (Ex Renzi, Renziano).
▪MINNITI DOMENICO sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio (Governo D’Alema I e II), sottosegretario al Ministero della Difesa (Governo Amato II), Vice Ministro dell’Interno (Governo Prodi II), Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega ai servizi segreti nel Governo Letta dal 17 maggio 2013 al 22 febbraio 2014 e nel Governo Renzi dal 28 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016. Nominato da Gentiloni Ministro dell’interno (dove c’era Alfano).
▪ ORLANDO ANDREA dal 22 febbraio 2014 Ministro della giustizia nel Governo Renzi riconfermato in carica da Gentiloni (Ex Renzi, Renziano).
▪ PINOTTI ROBERTA Ministro della difesa dal 22 febbraio 2014 nel Governo Renzi riconfermata in carica da Gentiloni (Ex Renzi, Renziana, Renzista, Renzinomane).
▪ CALENDA CARLO dal 10 maggio c.a. Ministro dello Sviluppo economico nel Governo Renzi riconfermato da Gentiloni (Renziano).
▪ MARTINA MAURIZIO dal 22 febbraio 2014 Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con delega ad Expo, nel Governo Renzi riconfermato da Gentiloni.
▪ GALLETTI GIAN LUCA dal 22 febbraio 2014 Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare nel Governo Renzi, riconfermato da Gentiloni.
▪ DELRIO GRAZIANO riconfermato alle Infrastrutture (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renziomane)
▪ POLETTI GIULIANO dal 22 febbraio 2014 Ministro del lavoro e delle politiche sociali nel Governo Renzi riconfermato da Gentiloni (Ex Renzi, Renziano)
▪ FEDELI VALERIA sindacalista e politica italiana nominata Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel Governo Gentiloni.
▪ FRANCESCHINI DARIO dal 22 febbraio 2014 Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nel governo Renzi riconfermato da Gentiloni (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzidipendente)
▪ LORENZIN BEATRICE dal 28 aprile 2013 Ministro della salute nel Governo Letta, successivamente riconfermata da Renzi ed ora da Gentiloni (Ex Renzi, Lettiana, Renziana, Renzista)

In nuce:

▪ BOSCHI MARIA ELENA promossa sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Ex Renzi, Renziana, Renzista, Renzinomane, Renzidipendente o viceversa).

Novità: FEDELI VALERIA (Mi auguro sia una donna molto in gamba!)

Nessuna intenzione di mancare di rispetto al Capo dello Stato nell’esprimere che il suo incedere, la postura, direi eleganza, pacatezza mi ricordano il volo dei condor. Io li ho visti in Perù, nel Canyon del Colca, un abisso profondo oltre tremila metri che sommati agli altri tremila di salita per raggiungere il “picco” fanno seimila, molto di più del Grand Canyon USA, e se non mastichi foglie di coca… Siamo nel cuore del Paese, fra vulcani, antiche tombe inca e, appunto, questa specie appartenente agli avvoltoi, che volano liberi in cieli che grandi così non li avete mai pensati, quando planano passano talmente vicini che hai l’impressione ti sfiorino la testa, avverti un brivido provocato dall’ombra che proiettano, come un’eclissi, posterò immagini di questa stupenda avventura.
Per il resto stamattina ho deciso di farmi tagliare i capelli e, come potete constatare dalle immagini in evidenza del “prima” (a sinistra), e il “dopo” (a destra) poco o nulla è cambiato a parte il sorriso disincantato e spontaneo del mio amico e “coiffeur” di fiducia. Un consiglio: Eccellente Paese il Perù per viverci.

Mauro Giovanelli – Genova
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POLITICA ITALIANA, PROPRIETÀ COMMUTATIVA, FUNZIONI TRASCENDENTI, QUARTO GOVERNO NOMINATO

POLITICA ITALIANA, PROPRIETÀ COMMUTATIVA, FUNZIONI TRASCENDENTI, QUARTO GOVERNO NOMINATO

Non c’è alcunché da fare, ogni sforzo è vano, si sono fermati ai fondamentali, in ogni loro azione, pensiero, agire non riescono ad andare oltre quel tanto che gli consenta l’agiata sopravvivenza cui i loro agganci e furbizia, virtù servile, li hanno condotti. Gli altri si fottano! Divieto assoluto di evoluzione. Con l’incarico che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito all’ex Ministro Affari Esteri del defunto (si fa per dire) Esecutivo Renzi per formare il QUARTO Governo senza consultare i cittadini ci viene offerta prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, che per “loro” è impossibile superare la “proprietà commutativa”, uno dei tanti concetti base dell’aritmetica da cui partire per volare alto. “Invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia”. Valida solo per due delle quattro operazioni, ossia addizione e moltiplicazione, è la massima quota.
Figuriamoci le altre proprietà tipo invariantiva, distributiva, associativa e dissociativa fino alle funzioni trascendenti arrivando al superamento del “quinto postulato” di Euclide che nella sua geniale elementarità potrebbe interpretare l’essenza divina. Su codesto assioma poggiano le leggi di un Universo fulgido, delizioso, elegante. Tuttavia il suo artefice non riuscì mai a confermarlo pertanto il genio fu privato della soddisfazione di vederlo assurgere al rango di teorema, cosa fortunatamente impossibile, infatti giace in eterno nel limbo dell’enunciato. Per lui e tutti gli esseri viventi ciò avrebbe rivestito enorme importanza, la chiave di volta sulla quale concentrare il peso del suo mondo perfetto. Ventidue secoli dopo due signori(*), indipendentemente uno dall’altro, ne dimostrarono l’indimostrabilità rafforzando la grandezza del grande matematico greco attivo ad Alessandria (d’Egitto) durante il regno di Tolomeo I (323-283 a.C.) e spalancando la porta a due altre geometrie, l’ellittica e l’iperbolica, e chissà che altro ancora nell’estensione siderale.
Adesso, all’istante, mi accorgo di divagare, come al solito da una constatazione imbocco bizzarri itinerari, tuttavia… sorgono in me, spero pure per voi, infinite domande. Chi comanda in Italia? È sovrano il popolo? SÌ o NO? Se SÌ come agire per far valere tale diritto? Nell’ipotesi si dovesse pervenire alla certezza dell’impossibilità di non poterne usufruire, che fare? Come muoversi affinché si spalanchino altri orizzonti, crocevia, scorciatoie impensate che ci permettano di intravedere nuovi approdi dove DEMOCRAZIA e GIUSTIZIA ci vengano offerte? Perfino in diverse configurazioni?
Avvilito prendo atto di quanto sta succedendo nel mio splendido ma oltraggiato Paese, desidero solo rilassarmi, avverto la necessità di bere un caffè e fare due tiri, perciò mi avvio subito ad accendere un bel fuoco con la pietra focaia.
Alla prossima care amiche e amici, tornate pure alle vostre consuete attività, andate, questa è l’ora del congedo.

Mauro Giovanelli – Genova
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(*) Nikolaj Ivanovič Lobačevskij (in russo: Николай Иванович Лобачевский; 20 novembre 1792 – 12 febbraio 1856 del calendario giuliano; Nižnij Novgorod, 1 dicembre 1792 – Kazan’, 24 febbraio 1856) è stato un matematico e scienziato russo, ben noto per i suoi contributi all’introduzione delle geometrie non euclidee.
János Bolyai (Cluj-Napoca, 15 dicembre 1802 – Târgu Mureș, 27 gennaio 1860) è stato un matematico ungherese, noto per il suo contributo nel campo delle geometrie non euclidee.

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