Louis Aragon – Sur le Pont Neuf

Sur le Pont Neuf

Sul Pont Neuf ho incontrato…
da dove viene questo suono remoto?
Da una chiatta male ancorata
o dal metrò Samaritaine?
Sul Pont Neuf ho incontrato…
senza cane né bastone né cartello
pietà per il disperato
davanti a cui la folla si scosta.
Sul Pont Neuf ho incontrato…
seduto sulla pietra levigata,
il ritornello che ho mormorato,
il sogno che mi ha illuminato.

Louis Aragon

Mauro Giovanelli – Genova
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Fernando Antonio Noguerra Pessoa – (da) Il libro dell’inquietudine

(da) Il libro dell’inquietudine

“C’è un’erudizione della conoscenza, che è ciò che propriamente chiamiamo erudizione, e c’è un’erudizione dell’intelletto, che è ciò che chiamiamo cultura.
L’erudizione della sensibilità non ha alcunché a che vedere con l’esperienza della vita. L’esperienza della vita nulla insegna, così come niente ci insegna la storia. La vera esperienza consiste nel diminuire il contatto con la realtà e aumentare l’analisi di questo contatto. Così la sensibilità si estende e si approfondisce, perché è tutto in noi, basta cercarlo e saperlo cercare.”

Bernardo Soares eteronimo di Fernando Antonio Noguerra Pessoa quando si configurò definitivamente come l’unico autore de “Il libro dell’inquietudine”

Mauro Giovanelli – Genova
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Fernando Antonio Noguerra Pessoa – Se gli uomini sapessero meditare sul mistero della vita

“Se gli uomini sapessero meditare sul mistero della vita, se sapessero sentire le mille complessità che spiano l’anima in ogni particolare dell’azione, non agirebbero mai, addirittura non vivrebbero. Si ammazzerebbero spaventati, come coloro che si suicidano per non essere giustiziati il giorno dopo.”

Fernando Antonio Noguerra Pessoa

Mauro Giovanelli – Genova
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Fernando Antonio Noguerra Pessoa – TABACCHERIA

TABACCHERIA

[…] Ma il padrone della Tabaccheria s’è affacciato sulla porta e vi è rimasto.
Lo guardo con il fastidio della testa piegata male
e con il disagio dell’anima che sta intuendo.
Lui morirà ed io morirò.
Lui lascerà l’insegna, io lascerò dei versi.
A un certo momento morirà anche l’insegna, e anche i versi.
Dopo un po’ morirà la strada dove fu stata l’insegna,
E la lingua in cui furono scritti i versi.
Morirà poi il pianeta che gira in cui tutto ciò accadde.
In altri satelliti di altri sistemi qualcosa di simile alla gente
continuerà a fare cose simili a versi vivendo sotto cose simili a insegne,
sempre una cosa di fronte all’altra,
sempre una cosa inutile quanto l’altra,
sempre l’impossibile, stupido come il reale,
sempre il mistero del profondo certo come il sonno del mistero della superficie,
sempre questo o sempre qualche altra cosa o né una cosa né l’altra.
Ma un uomo è entrato nella Tabaccheria (per comprare tabacco?),
e la realtà plausibile improvvisamente mi crolla addosso.
Mi rialzo energico, convinto, umano,
con l’intenzione di scrivere questi versi per dire il contrario.
Accendo una sigaretta mentre penso di scriverli
e assaporo nella sigaretta la liberazione da ogni pensiero.
Seguo il fumo come se avesse una propria rotta,
e mi godo, in un momento sensitivo e competente
la liberazione da tutte le speculazioni
e la consapevolezza che la metafisica è una conseguenza dell’essere indisposti. […]

FERNANDO ANTONIO NOGUERRA PESSOA

Mauro Giovanelli – Genova
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Fernando Antonio Noguerra Pessoa – Non so se è amore che possiedi…

Non so se è amore che possiedi o amore che simuli
quello che mi dai. Dammelo. Questo mi basta.

Se non lo sono più per età,
che io sia giovane per sbaglio.

Poco gli déi ci danno, e quel poco è illusorio.
E tuttavia, quando ce lo danno, pur illusorio, come dono
è autentico.

Lo accolgo, chiudendo gli occhi: mi basta.
Ma che pretendo di più?

Fernando Antonio Noguerra Pessoa

Mauro Giovanelli – Genova
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Emily Elizabeth Dickinson – Poiché non potevo fermarmi per la morte…

Poiché non potevo fermarmi per la morte
lei gentilmente si fermò per me
La carrozza portava solo noi due
e l’immortalità

Andavamo piano, ignorava la fretta
e io avevo abbandonato
il mio lavoro e il mio riposo
per la sua cortesia

Passammo oltre la scuola
dove i bambini nell’intervallo facevano la lotta in cortile
Passammo campi di grano che ci fissavano
Passammo oltre il tramonto

o piuttosto fu lui a oltrepassarci
Scesero rugiade tremanti e gelide
solo garza il mio vestito,
il mio mantello di tulle

Ci fermammo a una casa
che sembrava un gonfiore della terra
Il tetto era appena visibile
il cornicione sepolto nel suo oro

Da allora sono secoli eppure
sembrano più brevi del giorno che intuii
per la prima volta che le teste dei cavalli
erano rivolte all’eterno.

Emily Elizabeth Dickinson

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Emily Elizabeth Dickinson

WILLIAM SHAKESPEARE – SONETTO 57

SONETTO 57

Essendo tuo schiavo, che altro posso fare se non attendere per ore ai desideri tuoi?
Non ha per me valore il tempo, né incarichi ho da assolvere, finché tu non mi comandi.
Né oso sgridare gli interminabili istanti mentre, mia sovrana, guardo l’ora in tua attesa;
né penso all’amarezza del tuo distacco, quando tu al tuo servo hai detto addio.
E neppure oso chiedere ai miei pensieri gelosi dove tu sia o cosa tu stia facendo:
ma, come schiavo rattristato, non penso ad altro se non quanto felici fai coloro con cui ti trovi.

L’amore è tale sciocco che, dei tuoi capricci, qualsiasi cosa tu faccia, egli non pensa male.

WILLIAM SHAKESPEARE

Mauro Giovanelli – Genova
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Emily Dickinson – I miei migliori amici…

I miei migliori amici sono quelli
cui non rivolsi una sola parola,
Le stelle che puntuali giungono alla città
non mi hanno mai ritenuta scortese
sebbene al loro celestiale invito
io non dessi risposta.
Questo mio viso sempre riverente
cortesia sufficiente.

*

My best Acquaintances are those
With Whom I spoke no Word,
The Stars that stated come to Town
Esteemed Me never rude
Although to their Celestial Call
I failed to make reply.
My constant reverential Face
Sufficient Courtesy.

Emily Dickinson
Mauro Giovanelli – Genova
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L’APPRODO

L’APPRODO

Bacino di carenaggio
vecchio, marcio,
infinite navi infinite
in disarmo,
morte, arrugginite,
beccheggianti
con indolenza,
lamentose,
stridenti,
accostate ai pontili
in disgregata muratura.
Dritti come binari
si incontrano all’infinito.
Bitte. Bitte infinite,
allineate, incurvate,
moai nani
senza pukao,
pazienti
cavi sfilacciati,
piangenti, algosi,
gocciolanti.
Sentinelle del tempo.
Cielo, mare, sole, spazio
carminio.
Salmastro odor di paura,
infinito, ondoso.
Terrore, ansia,
misti a vecchio catrame.
Vernice sfogliata,
nafta, gasolio,
benzina, cordame,
impregnano il mio vestito,
carminio come le scarpe,
tacchi consumati,
con sguscio orrendo,
vorrei liberarmene,
evidenti salendo
e scendendo furioso,
entrando ansimante
in ogni anfratto acciaioso,
corroso, fatiscente,
frastagliato, tagliente,
buio, scuro, infinito.
Devo trovarla,
l’ho perduta
in ognuna amata,
posseduta, goduta,
a loro è piaciuto,
impedite a continuare
da indole femminile,
gelosia, possesso.
Ricomporre ogni vissuto
in unica delizia.
Catene, lamiere, scale in ferro,
lamenti lontani, infiniti,
acqua stagnante, liquame,
carminio.
Mi fermo…
Fascio di luce,
lontano, remoto,
infinito,
ravviva
dischiuse, raccolte,
avvinghiate,
polpacci e cosce aderenti
tornite, perfette,
piedi giunti
in preghiera.
Per me.
Pelle bianca, cangiante,
olivastra, meticcia, nera,
alabastro.
Conchiglia del piacere
offre la perla
in tutto lo splendore,
carne segreta,
pura, turgida,
odorosa fragranza.
Cado in ginocchio.
Esausto
mi perdo
nell’infinito
godere.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Ettore Frana pittore genovese – Collezione privata

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LA VILTÀ È SEMPRE ALL’OMBRA?

LA VILTÀ È SEMPRE ALL’OMBRA?

Gentiloni telefona a Poletti senior:
“Solidarietà per vili minacce al figlio”
Il sottoscritto si associa alle parole del Primo Ministro che ha sostituito Renzi Matteo, sarebbe davvero il colmo giustificare azioni di tale portata, il metodo usato e la spregevolezza di agire nell’ombra.
Il fatto: Solita lettera anonima contenente gli usuali tre proiettili accompagnati da un supporto, immagino cartaceo, sul quale campeggia la consueta minaccia: “ti ammazziamo, guardati alle spalle”. Destinatario il rampollo del Ministro Poletti.
Ahimè! Questo povero Mondo è sempre più infestato da ignobili persone di tutti i tipi, razza, stirpe, provenienza e collocazione sociale. Occorre rimediare in qualche modo.
Ma come? Beh! Così, tanto per azzardare un’ipotesi tesa a migliorare la situazione, comincerei con il chiedere al signor Manuel (soggetto nonché vittima della scelleratezza perpetrata e direttore del settimanale “Setteserequi-Notizie dalla Romagna”) come si sia espresso nei giorni scorsi in merito ai giovani italiani costretti ad emigrare all’estero e l’abietta sortita del di lui padre. Eccola:
Conosco gente che è andata via e che è bene stia dove è, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi.
In poche parole mi piacerebbe che il signor Manuel circoscrivesse il legittimo disappunto soffermandosi anche alla “causa” che ha prodotto il disgustoso “effetto” a suo danno. Leggere invece dichiarazioni (e giustificazioni) rilasciate a “La Zanzara” su “Radio 24” sottolineando:
“Noi rispettiamo la legge. Il fondo pubblico è uno strumento per garantire la democrazia con più testate sul territorio. Esiste in molti Paesi europei. E danno più soldi che da noi. E’ previsto dalla Costituzione”
…potrebbe solo farmi incazzare (ripeto: potrebbe solo farmi incazzare) visto che il sindaco PD (omissis) del Comune di (omissis) ha esortato i commercianti a non sponsorizzare più la testata (omissis), tiratura oltre 10.000 copie, sulla quale il sottoscritto esternava ogni tanto le proprie idee.
Venire poi a sapere dallo stesso Poletti Miguel che l’organo di informazione (tiratura 5.000 copie) dal medesimo diretto avrebbe usufruito di 500 mila €uro di contributi pubblici ebbene mi reincazzo (ripeto: mi reincazzo) pensando che il sopra citato prezioso mensile (omissis) da lustri stava fornendo un eccellente contributo “…per garantire la democrazia con più testate sul territorio…” e, ATTENZIONE! Senza finanziamenti dello Stato.
Concludendo:
Ministro Gentiloni Paolo! Per quale motivo non ha preteso che il suo collaboratore Poletti Giuliano togliesse immediatamente il disturbo? Secondo lei è giustificale un’azione verbale di tale portata? Il metodo usato? Sprezzante! E la consapevolezza di agire al sole della sua posizione privilegiata? Non le sembra viltà?
Signor Poletti Miguel! Da giornalista cosa ne pensa di papà suo?
Essendo il tragico fenomeno dell’analfabetismo funzionale e di ritorno arrivato a sfiorare in Italia il 70% della popolazione teniamo conto che tale percentuale (matematica e statistica pura) viene spalmata andando ad investire ogni categoria di persone, politici compresi, ed è mia opinione che molti governanti “dovrebbero andare via, sarebbe un bene liberassero le poltrone che occupano, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi.” Dei nostri figli aggiungo!
Mi ero ripromesso di non occuparmi di politica fino alle agognate elezioni. Comunque credo non sia stato inutile questo mio ripensamento, perdere un tre quarti d’ora e dedicarli all’increscioso episodio. Evidente che analfabetismo uguale ignoranza e sottosviluppo, vivai di sconsiderate teste calde quando va bene. Ciò detto abbiamo se non altro stabilito che il “vile” agisce sia nell’ombra dell’anonimato che alla luce solare del Potere. In quest’ultimo caso, opinione strettamente personale, ancora più “VILE”.

Mauro Giovanelli – Genova
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© Copyright 2017 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web: Poletti Miguel

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