LOGORÌO DELLA MEMORIA

LOGORÌO DELLA MEMORIA

Un canto divenne mio compagno.
Giunse da Recanati.
Scomposto, distratto… stavo al mio banco,
grembiule, fiocco azzurro,
colletto rigido e bianco
la prima volta che lo ascoltai.
D’improvviso… inebriato, attento, rapito.

Poi ovunque nell’infinita ricerca, senza sosta,
fino ad incontrare te. Sei soltanto ieri.
Nessuna ha avuto quel nome,
sempre lo stesso suono,
e con l’ultimo, recente grande amore,
tutti insieme stupefacente armonia.
Mista ad immenso dolore.

Vorrei gli attimi vissuti,
partendo dal tempo remoto del tenero, sublime,
esaltante toccar con mano,
sentirmi sfiorato, eletto, pregno di passione,
fino a ripercorrere ogni dopo, completo, intimo, carnale
si riducessero ad unica visione priva di presenze,
ricordi, frenesia, angoscia, mancanze…

Solo pura contemplazione del sogno,
nella poesia trovare consolazione,
ferita aperta e mai cicatrizzata
anziché questi strappi nell’anima
che lacerano il pensare,
sanguinano per rimarginarsi, e ancora…
In un ferino turbinio.

Vagheggiare l’impossibile ritorno a ciascun istante,
riviverlo con la stessa bramosia, intensità, follia,
sebbene in conclusione, alla fine,
sia come accarezzare il senso del morire…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: A sinistra “Vista della finestra di Silvia da casa Leopardi” – A destra dipinto di Virginia Palomeque

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