ESATTO e NEGATO

ESATTO e NEGATO

L’uomo che ha totalmente negato la presenza alla donna inebriata alla follia, ignorando il godere nel solo piacere di dare e concedersi almeno una volta, mai potrà assaporare l’amore perfetto con la femmina della sua vita. Ammesso la vagheggi.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI – “Venite verso la croce” -2017 – Dimensioni cm. 50×40

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SOGNO DI UNA NOTTE A MENO UN DODICESIMO DALL’ESTATE

SOGNO DI UNA NOTTE A MENO UN DODICESIMO DALL’ESTATE

Importante era catturare la lucertola, mica per farle male, doveva spiegarmi qualcosa, alla fine l’ho presa perché era stanca, non riusciva a correre bene su quella campana di cemento liscio posata a terra.
Mia madre e mia sorella non hanno sentito, le ho chiamate a lungo mentre si allontanavano.
Gente rarefatta in piazza De Ferrari, le auto vecchio tipo colore dei taxi anni ‘50, nere, c’era anche del grigio, posteggiate male, al centro, di traverso. Era sera, il chiaro del giorno insopportabile, rumore muto della gente, capivo ciò che l’uomo in divisa stava dicendo a un gruppetto di persone senza volto.
Le ho raggiunte che già erano arrivate a casa, ho chiesto come mai non mi avessero sentito, le avrei accompagnate. Io alla lucertola ho parlato e… il Natale non sarà mai più come prima.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Genova anni ’50 – Piazza De Ferrari, l’ombelico del Mondo

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ASINTOTO

ASINTOTO

Strano!
Non stavo correndo,
camminavo svelto sapendo che mai sarei arrivato.
Qualcuno aspettava.
Non ricordo chi fosse,
ma era importante.
Il sole mi scaldava, laggiù, dinanzi, basso sull’orizzonte.
Avvolgeva le voci dei rari passanti,
mi giungevano ovattate,
ne spegneva i volti.
Avrei voluto proteggermi con la mano,
portarla alla fronte ma…
Ero stanco, debole,
quel gesto richiedeva molta fatica, concentrazione.
Impossibile!
Su quella interminabile passeggiata lungo il mare
venni d’improvviso colto da quiete infinita,
non era rassegnazione direi serenità inesauribile,
felicità, godimento estremo.
Mai mi era capitato.
Rallentai il passo,
osservavo con grande passione
tutto quanto stava ai miei lati,
provavo pure un certo distacco…
Proveniente dal dopo.
Coglievo particolari sconosciuti, inediti,
il mare mio fratello,
rocce levigate rese verticali nel tempo,
scogli porosi oltre la battigia,
altri scuri e potenti,
eroi che da sempre affrontano i marosi.
Il gabbiano grave e pesante come una zampogna,
improvvisamente allargò le ali nobili,
spiccò leggero il volo
lanciandosi verso il disco rosso che pareva immobile.
Lo vidi allontanarsi,
sempre più piccolo, bellissimo, elegante,
divenne tratto di colore sul dipinto importante,
il segno del quaderno a quadretti,
la punta di matita,
più nulla.
In quel preciso istante seppi di essere giunto.
Mi fermai.
Solo. Silenzio.
Mi resi conto che ero stato annunciato.
Fu così che tutto divenne inestimabile
e la mia quota acquistò finalmente…
Percezione.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: ENRICO BAFICO – OLIO SU TELA – Dimansioni cm. 90 x 100 – Collezione privata dell’Autore

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TEOREMA e POSTULATO – “Quando il pennello lascia la strada alla spada”

TEOREMA e POSTULATO
“Quando il pennello lascia la strada alla spada”

Non è mia intenzione, cara Tea, esprimere apprezzamento prendendo spunto dal nome con cui ti sei o ti hanno battezzata. Sarebbe banale e patetico oltre che scontato ma… osservando l’immagine in evidenza, quella a sinistra, scattata al termine della tua magica performance del 17 febbraio scorso cui ho avuto il privilegio di assistere, si evince chiaramente quanto l’abbinamento non sia stato casuale bensì dettato da imperscrutabili disegni del destino.
Chi potrebbe negare che tu, ispirata da forze a noi oscure, non sia stata identificata con l’assoluto punto di riferimento della matematica e filosofia, uno dei gradini della Conoscenza, proiettandone la profonda giustezza nell’arte sublime che la tua forza vitale genera e rigenera senza soluzione di continuità? So di che sto parlando essendomi personalmente dedicato all’esplorazione del mondo illimitato di Euclide, senza inizio né fine, soffermandomi spesso sul quinto postulato(1) che, nella sua geniale elementarità, potrebbe interpretare l’essenza divina, ciò che tu, Teorema, liberamente esprimi nelle tue opere. Su codesto assioma poggiano le leggi di un Universo fulgido, delizioso, elegante come il tuo, tuttavia il suo artefice non riuscì mai a confermarlo pertanto il genio fu privato della soddisfazione di vederlo assurgere al rango di teorema(2), cosa fortunatamente (sarebbe tedioso spiegare perché) impossibile.
Infatti giace in eterno nel limbo dell’enunciato. Per il grande matematico della Grecia antica ciò avrebbe rivestito enorme importanza, la chiave di volta sulla quale concentrare il peso del suo mondo perfetto. Non gli fu possibile.
Ventidue secoli dopo due signori(3), indipendentemente uno dall’altro, ne dimostrarono l’indimostrabilità rafforzando la grandezza del suo pensiero e spalancando la porta a due altre geometrie, l’ellittica e l’iperbolica, e chissà che altro ancora nell’estensione siderale. Adesso, all’istante, da una divagazione che ha la pretesa di ringraziarti e celebrarti, sorgono in me infinite domande legate al tuo sublime spettacolo, troppe, per cui mi soffermo alle prime due.
Quali saranno i percorsi che traccerai?
Osservando la foto di sinistra ci sei tu, Teorema, sorriso splendido, radioso al punto da riverberare gioia di vivere agli spettatori, instillare energia, creatività mentre… il sottoscritto ha un’aria attonita, perplessa, espressione che non mi appartiene. Chissà a che stavo pensando mentre ti ero accanto. La spiegazione è forse nel fatto che tu sei Teorema ed io, da tempo immemore relegato fra i pochi dei quali risulta impossibile interpretare il pensiero (ne è stata dimostrata l’inattuabilità), sono… Postulato.

Mauro Giovanelli – Genova
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© Copyright 2017 Mauro Giovanelli

(1) Nella tradizione didattica con il quinto postulato di Euclide molto semplicemente si afferma: “Data una qualsiasi retta r ed un punto P non appartenente ad essa per questo punto è possibile tracciare una ed una sola parallela a quella data”. Proposizione che non si può dimostrare ma che si considera come vera in quanto base necessaria per spiegare un fatto o formulare una teoria.

(2) Proposizione la cui tesi può essere dimostrata utilizzando assiomi, postulati o teoremi precedentemente dimostrati. Ipotesi, dimostrazione con pretese di assolutezza.

(3) Nikolaj Ivanovič Lobačevskij (in russo: Николай Иванович Лобачевский; 20 novembre 1792 – 12 febbraio 1856 del calendario giuliano; Nižnij Novgorod, 1 dicembre 1792 – Kazan’, 24 febbraio 1856) è stato un matematico e scienziato russo, ben noto per i suoi contributi all’introduzione delle geometrie non euclidee. János Bolyai (Cluj-Napoca, 15 dicembre 1802 – Târgu Mureș, 27 gennaio 1860) è stato un matematico ungherese, noto per il suo contributo nel campo delle geometrie non euclidee.

Immagine in evidenza: A sinistra l’artista Teorema Fornasari e Mauro Giovanelli, Genova 17/2/2017, 13a Mostra Mercato d’Arte Moderna e Antiquariato, “Quando il pennello lascia la strada alla spada” (In collaborazione con la scuola di Spada HWASONG e la Galleria d’Arte “Il Melograno”, Livorno) – A destra opera dell’artista Teorema Fornasari.

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MAMMA (Angelo Nero)

MAMMA
(Angelo Nero)

Mamma!
Ti ho parlato con tono autoritario.
Vero! Per la prima volta ho dovuto impormi,
flettere la tua forza, indipendente, libera, giusta, caritatevole.
Inutile il tuo tentativo di ribellarti all’inversione di ruoli.
Fin qui sei giunta. L’hai fatto per me.
Lo so!
Ancora non sei convinta che Alda ed io siamo al riparo.
Tutto sai senza nulla chiedere.
Mi hai dato cultura, educazione,
dei posti sbagliati sprangata ogni porta.
Per riscattare la tua reazione,
severa ora ti appare…
Tu! Mamma, ti sei pentita.
Proprio tu! Affranta.
Al punto che ieri, ero seduto, stanco,
nel salutarmi ti sei chinata con aria birichina,
scherzosamente severa,
come quando ero bambino.
Indice puntato, sorriso d’altri tempi,
mi dicesti che così non si fa con Mamma.
Hai avvicinato ai miei,
quasi a sfiorarmi il viso,
gli occhi tuoi.
Antichi, velati dal tempo, usati da libri infiniti, interventi.
Nelle tue pupille ho letto…
Lo scatenarsi degli Elementi, tutti li contieni.
Universo, amore, vita, lampi, tuoni ho udito,
cime nevose, immisurabili distese,
pioggia sacra mi ha investito.
Poiché da tempo immemore,
ignorato nel correre, vivere, godere e soffrire,
un sole nuovo ho visto splendere
nel fondo delle tue confortevoli pupille nere,
ingrigite come i capelli.
Ho visto Frida Kahlo, Tina Modotti e il “Che”,
gli eroici partigiani che nella tua Superba Genova
ci hanno liberati dalla feccia,
senza necessità alcuna di eserciti alleati.
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza e, in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, in arte Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che ti impressionava.
Ti ho veduta con Alda in fasce, avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre, procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata, amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme galoppava verso il rifugio.
Ho visto vico Pellissoni, vico Cannoni,
Frida, Roy, Lilla, Bonnie,
il tuo ballare con eleganza insieme a papà che attende.
Ho visto ogni tuo film preferito,
il tuo modo cortese di spiegarmi le cose.
Ho letto… un messaggio forte,
di gioia immensa, dolce, accettabile,
come di inevitabile morte.
Ed ho capito.
Adesso sei tranquilla, mi hai mandato lei.
Avverto amore. Insopportabile.
Ovunque sia in questo momento è in me che abita.
Giunta in modo strano, singolare,
sembianze meno che sfumate,
solo voce che, se rimanesse tale,
ha fatto germogliare l’immortalità che tu mi hai dato.
Mamma! I tuoi occhi hanno riferito che quando sarà
non coglierò addio, guarderemo al Cosmo da altra finestra.
Mai avrei potuto pensare di pervenire così vicino all’oltre,
in prossimità del Tempo.
Eppure l’ho creduto più volte.
La ricerca è finita, l’estremo limite raggiunto,
superato il dopo… ci sei tu! In lei.
O il nulla.
Sempre tu! Mamma.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fotografia di famiglia

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PERCHÉ…

PERCHÉ…

Racconto quel momento
perché in sintesi,
dei tanti recepiti,
è stato quello
che più ha arrecato sgomento.
Attonito, estraneo, libero. Quasi sereno.

Perché quando mi svegliai
disteso sul lettino, stretto,
proprio la giusta misura
del corpo nudo
che fulmineo riabitai,
intesi essere… immortale.

Perché la fatica nel riemergere
da un viaggio eterno, immisurabile,
e nello spazio e nel tempo,
mi vide indifferente
all’apparizione di due figure.
Sguardi attenti, camici bianchi.

Perché alla domanda lontana,
che giunse dalla chioma bionda,
espressione di sollievo,
professionale, attenta
“Cosa avrebbe voluto fare?”
“Ho cavalcato l’onda!
La mia!” Risposi con voce distesa.

Perché quell’istante, forse,
è stato e sarà il solo morto e vissuto.
Stacco, varco, specchio, accesso,
spartiacque fra grandezze,
incommensurabile visione,
bipolare consapevolezza.
Ed è finito.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO – “12 DOMENICHE” – TECNICA MISTA

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TURPILOQUIO MAI! (la presente è da ritenersi “prima stesura”)

TURPILOQUIO MAI!
(la presente è da ritenersi “prima stesura”)

Perché “veda” sig. Presidente, a chi scrive e pensa non risulta così drammatico passare, senza accorgersene, dalla “classe” medio alta alla borghesia, povertà, indigenza fino allo stato di “barbone”, meglio “clochard”, in particolare non avendo mai dato importanza al denaro essendoselo “sputtanato”, perdoni il termine, in viaggi, gioco d’azzardo, donne (solo per amore e passione), auto, abiti firmati, ecc. Al contrario la nuova dimensione lo arricchisce. Ad esempio personalmente non sapevo che rifare un paio di tacchi alle scarpe costasse sette €uro, dal calzolaio marocchino che, pur avendo una buona clientela, qualche mese fa preferì ritornare al proprio Paese. Mai sarei arrivato a constatare, questo vale per tutti, che le calzature si consumano più velocemente da una parte. Nel mio caso la destra, forse per le simpatie di sinistra. Eh… sì! Sig. Presidente siamo bipedi, pure lei qualora non ci avesse riflettuto, quindi procediamo, deambuliamo fra un “disequilibrio” e l’altro, nel camminare mai siamo “assestati”. Perfettamente sistemati, “assettati” siete voi, mi consenta sig. Presidente, ben radicati sulle vostre quadrupede poltrone, Luigi XV, barocche a quanto mi è dato vedere, intarsiate e dipinte a “foglia d’oro”. Credo siano pure un po’ nostre, quantomeno paghiamo manutenzione e restauro. Poi “veda” sig. Presidente, al degrado sociale si associano inevitabilmente arretramento nell’eloquio, lo scrivere, tanto è vero che sono indeciso se inviarle questa mia oppure farla correggere da uno qualunque appartenente alla pletora di scribacchini al vostro servizio. Che so! De “La Repubblica”, “Corriere della Sera” ed altre grandi “testate”, quelli che parlano degli Istituti di Credito fatti fallire da “manager” ladri e incompetenti di cui mai fanno cenno se non per soprassedere. A denti stretti menzionano i nomi delle Banche meno la “Etruria” sig. Presidente, quella del Boschi Vicepresidente, il padre di Maria Elena, dove il di lei fratello era o è direttore generale e la cognata qualcos’altro. La “faccia da schiaffi” appena citata… mi scusi sig. Presidente, oltre “i diti” mi si attorcigliano pure lingua e terminazioni nervose. Stavo dicendo che questa Maria Elena era ministro di non so che del “fallito” governo scout Renzi, ora promossa alla vicepresidenza dell’Esecutivo Gentiloni o “Renziloni”. Sia indulgente sig. Presidente, mi è scappata. “Veda” che significa passare dalle stelle alle stalle? Non si prendono più le cose sul serio, sorta di autodifesa, filosofia e matematica sostengono chi ne conosce “limiti” e “sconfinamento” ed in questo caso chi non ce l’ha se la può dare, aveva torto il Manzoni. Per abituarmi passo ore a parlare con i miei nuovi amici, tanti, dormono all’addiaccio in scatole di cartone, proprio sotto casa mia, quartiere residenziale. Quanto sto imparando! “Che vergogna!” Dicono con la bocca a “culo di gallina” le “signore” impellicciate.. Ancora chiedo venia sig. Presidente, penso ignori tale termine usato ed abusato in quello che sta diventando il mio habitat. Comunque avrei voluto dire “strette”, per mostrare indignazione, proprio come il “culo della gallina”. Quando non fa l’uovo naturalmente. Ho potuto nottetempo ammirarlo nell’inseguirne una insieme allo “storpio” e “mianda” (mutande in genovese), simpatici e colti compagni di sventura. Loro mi chiamano “intruso” ma accettano di buon grado la mia presenza inoltre qualche spicciolo da dividere, almeno per le sigarette, posso ancora permettermelo.
Però arrivo al dunque sig. Presidente. Già sono in pochi a leggermi, immagini se mi dilungo… Sig. Presidente desidero domandarle una cosa semplice, semplice: “Non vi vergognate? Un tantino?” Vede che ho scritto “tantino”, come “minutino”, “attimino”, così si usa da noi, sottoproletari perché neppure in grado di “proletariare”… ehm “riprodurci”… No! Chiedo remissione per l’insulsaggine: “figliare”. Mica da impotenza, sia ben chiaro, è che abbiamo una morale NOI, che a VOI non serve. Non teniamo “pecunia” per mantenerli. “Homo sine pecunia imago mortis”. Un uomo senza soldi è immagine della morte sig. Presidente. Concludo sig. Presidente, tanto per completare al fine di avere una Sua graditissima risposta:
“Provate o no un minimo di imbarazzo? Voi politici intendo”. Ci state comprimendo come lamierino sotto una pressa idraulica. Palazzo Montecitorio con i suoi 630 deputati, palazzo Madama 320 senatori (di cui 5 a vita), Palazzo del Viminale sede della Presidenza del Consiglio, Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Affari Esteri. Dell’intero complesso fanno pure parte il Palazzo delle Finanze, sede attuale del Ministero dell’Economia e Palazzo del Quirinale, sua residenza ufficiale sig. Presidente, uno dei più importanti edifici della capitale alla cui costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana (anche se tutti gli altri non sono da meno). Oltre ai “professionisti della politica” i cui stipendi medi annui si aggirano intorto ad €uro/anno 144 mila circa, i più alti in Europa, forse del Mondo, in queste strutture trovano ragione di vita pure uscieri da 11 mila €uro/mese, commessi da 9 mila €uro/mese, barbieri da 10 mila €uro/mese, un numero imprecisato di persone ingaggiate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della Nazione. Moltissimi addetti alla sicurezza, addirittura esorbitanti gli amministrativi, tecnici, dirigenti, segretari, sottosegretari, portavoce, portaborse, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alle buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi vertiginosamente “atipici” (verso l’alto) rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani. Senza tenere in alcun conto gli oltre 8.500 Comuni, le 107 Province, 20 Regioni, i rappresentanti al Parlamento Europeo, i sindacati (i cui “reggenti” guadagnano cifre spropositate) ormai ridotti a notai del Potere, le Città Metropolitane, il numero madornale di Enti inutili mai aboliti, e chissà che altro ancora, ciascuno provvisto di Sindaci, vice sindaco, direttori, dirigenti, vari “governatori”, segretari, impiegati, esperti, meno esperti. Un esercito sig. Presidente. Una Nazione nello Stato italiano. Cosa ne pensa sig. Presidente? Qui giunto non mi sembra difficile comprendere quanto la mastodontica, multiforme struttura che Le ho evidenziato, mi corregga se sbaglio, questo enorme peso “meccanico” ed “economico” possa incidere sulla popolazione. Oppressi e “torchiati” senza soluzione di continuità dallo smisurato peso di cui le opere murarie sono un’inezia. Siete ormai un fardello immisurabile di “persone” dedicate a “fare politica”. Il Casini si è testé inventato il partito “Moderati per l’Europa” come non bastassero quelli che ci sono. Che faccia! Probabile che il PD si scinda. Sig. Presidente! Lei non si accorge che ci stanno prendendo per il “culo”… perdinci ancora questa parolaccia, non ho parole per giustificarmi sig. Presidente, mi cospargo il capo di cenere del resto piove di tutto sotto il cavalcavia dell’autostrada e fa un freddo… a Genova c’è il vento sig. Presidente. Dove ero rimasto? Ah! Sì. Ci prendono in giro. Non solo coloro che abitano nei Vostri Palazzi, uffici, Dipendenze, Segreterie… pure quelli “occulti”, che “non si vedono”, famigliari, parenti, affini, amici e amici degli amici fra i quali, bontà loro, il tasso di disoccupazione è 0 (zero). E non è che qualcuno di questi abbia trovato lavoro nel corpo dei vigili del fuoco che per 1.200 €uro al mese si infilano in tunnel claustrofobici per salvare una sola vita umana, perfino tre cuccioli di pastore. No! I congiunti della “congrega”… Ehm! Casta va bene? Ricoprono tutti incarichi di responsabilità, hanno la carriera spianata per sostituire genitori, zii, nonni e bisnonni. Veri e propri scienziati di cui non potremmo mai fare a meno. “Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze di trattamento MACROSCOPICHE anche in seno alla stessa generazione sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Così Tito Boeri, presidente Inps, ha recentemente dichiarato al convegno “Tutto pensioni” organizzato da “Il Sole 24 ore” a proposito della manovra contenuta nell’ultima legge di bilancio. Già nei primi giorni del suo insediamento questo galantuomo denunciò gravi complicazioni legate ai “vitalizi” che percepite sig. Presidente, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura per la precisione. Il suo pari grado “onorario” Napolitano Giorgio ha una “pensione” di 880 mila €uro all’anno oltre ad appartamento, auto, scorta, autista, e non paga un cazzo… oddio mi sono lasciato andare. Neppure gli costano i viaggi in treno avendo una carrozza privata a disposizione. E non è l’unico, neppure ho finito sig. Presidente poiché per “Voi onorevoli”, la reversibilità è totale, ossia mogli, mariti e congiunti proseguirebbero a succhiare lo Stato. “Grazia ricevuta e dovuta”.
Ho concluso sig. Presidente. Non spedirò questa missiva, la considero una “bozza”, devo meditare, forse qualche “taglio” è necessario. In ogni caso il finale della “bella copia” che redigerò quando mi si scongeleranno le mani, depurata di ogni sillogismo, sarà più o meno questo:
“Lei che ne pensa sig. Presidente? Ho ragione? O NO?”
Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web “The dark side of the soul”

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LA VERITÀ – da “FORSE È POESIA” – Autore io ed oi

LA VERITÀ
da “FORSE È POESIA” – Autore io ed oi

Quando si arriva al punto di aver capito tutto non resta altro che il suicidio per conoscere l’ulteriore… prima che la Natura mi colga impreparato.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: IO e L’ALTRO DI ME (foto scattata da me e l’altro di me il 6 febbraio 2017)

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NOTA MANCANTE

NOTA MANCANTE

Solo ora avverto frazione di Tempo
diversa dalle imperative,
individuata in tutto il suo splendore,
bocciolo repentinamente fiorito,
petali distesi, profumati, carnosi.
Quanto pensare, indagare la vita!
Analizzarne infinite sfaccettature,
chiedere indicazioni, suggerimenti, aiuto…
ai grandi della letteratura, filosofia, arte, contemplazione.
Forse non li ho compresi appieno,
potrebbe essere mai abbiano trovato la via
nel labirinto della speculazione.
Oppure… chissà non sia solo cosa mia.
Comincia dall’attimo improvviso che rapisce,
subitaneo stravolgimento, nuova realtà a fuoco,
invero già vissuta senza coglierla, ignorata.
Nel procedere veloce dovevo arrivare e bruciare.
Inevitabilmente brace,
poi cenere lasciavo alle mie spalle.
Quando percepisci l’altra parte,
in quel momento sei essere,
l’hai trovata, al mondo appartiene.
Questo mondo. Qui. Ora.
Esiste! Non lo credevo più.
Avevo desistito dal cercare.
Nel portarmi la mano alla fronte,
lentamente, inebriato, quasi non mi accorgo
aver toccato il cielo, delicato diaframma,
panneggio di un immenso velo
che squarciai per ammirare gli astri.
Adesso che il mistero ho penetrato,
dovrei rallentare, godere, rinviare l’oltre.
Sconfinati orizzonti ho misurato
e poco è bastato a farmelo capire.
Lei pure ha captato il prodigio,
irrinunciabile vederla ma…
temo il momento, non credo ai miracoli,
seducente sospendere la presenza,
vivere di attesa, godere il sogno,
speranza, rinascita, completamento.
Dilatare percezione e porzione dell’intervallo,
assaporarlo senza nulla sfiorare,
soppesare ogni parola,
delicatamente lasciarmi trasportare,
trarre conoscenza dalla sua voce,
calpestare il sottile filo teso,
meditare, bilanciarmi ad ogni passo,
braccia protese… giungere a te.
Comincia la Storia.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista toscano – “Forse un paesaggio” – Tecnica mista – Dimensioni cm. 36 x 67 – Collezione privata dell’Autore

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Rainer Maria Rilke – Fra stella e stella…

“Fra stella e stella, quali lontananze;
eppure quanto più grandi
quelle che impariamo quaggiù.
Un uomo, per esempio,
un bimbo… ed un secondo,
vicinissimo,
a quale immisurabile distanza.
Forse il destino col metro dell’Essere
ci misura, per noi incomprensibile;
pensa quale intervallo solo fra l’uomo
e la fanciulla che lo ha in mente
e lo evita.
Tutto è remoto,
e in nessun luogo il circolo si chiude.
Vedi nella scodella,
sulla tavola lietamente imbandita,
come è strano il profilo dei pesci.
I pesci sono muti… si pensava una volta.
Ma chi sa?
Non può esistere un luogo
ove si parla senza pesci
la lingua che parlerebbero i pesci?”

Rainer Maria Rilke

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Rainer Maria Rilke