MAMMA (Angela Nera)

MAMMA
(Angela Nera)

Mamma!
Ti ho parlato con tono autoritario.
Vero!
Per la prima volta ho dovuto impormi,
flettere la tua forza,
indipendente, libera, giusta, caritatevole.
Inutile il tuo tentativo di ribellarti all’inversione di ruoli.
Fin qui sei giunta.
L’hai fatto per me. Lo so!
Ancora non sei convinta
che Alda ed io siamo al riparo.
Tutto sai senza nulla chiedere.
Mi hai dato cultura, educazione,
dei posti sbagliati
ogni porta hai sprangato.
Per riscattare la tua reazione,
severa ora ti appare…
Tu! Mamma, ti sei pentita.
Proprio tu! Affranta.
Al punto che ieri,
ero seduto, stanco,
nel salutarmi ti sei chinata
con aria birichina,
scherzosamente severa,
come quando ero bambino.
Indice puntato, sorriso d’altri tempi,
mi dicesti che così non si fa con Mamma.
Hai avvicinato ai miei,
quasi a sfiorarmi il viso,
gli occhi tuoi.
Antichi, velati dal tempo,
usati da libri infiniti, interventi.
Nelle tue pupille ho letto…
Lo scatenarsi degli Elementi,
tutti li contieni.
Universo, amore, vita, lampi, tuoni ho udito,
cime nevose, immisurabili distese,
pioggia sacra mi ha investito.
Poiché da tempo immemore,
ignorato nel correre, vivere, godere e soffrire,
un sole nuovo ho visto splendere
nel fondo delle tue confortevoli pupille nere,
ingrigite come i capelli.
Ho visto Frida Kahlo, Tina Modotti e il “Che”,
gli eroici partigiani che nella tua Superba Genova
ci hanno liberati dalla feccia,
senza necessità alcuna di eserciti alleati.
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza,
e in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, in arte Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che ti intimoriva.
Ti ho veduta con Alda in fasce,
avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata,
amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme correva verso il rifugio.
Ho visto vico Pellissoni, vico Cannoni,
Frida, Roy, Lilla, Bonnie,
il tuo ballare con eleganza
insieme a papà che attende.
Ho visto ogni tuo film preferito,
il modo cortese di spiegarmi le cose.
Ho letto… un messaggio forte,
di gioia immensa, dolce, accettabile,
come di inevitabile morte.
Ed ho capito.
Adesso sei tranquilla.
Avverto amore.
Insopportabile.
Ovunque siano…
in me abiteranno i tuoi valori
giunti sotto diverse forme,
sembianze sfumate, sussurri che,
se rimanessero tali,
negli anni hanno fatto germogliare
l’immortalità che mi hai dato.
Mamma! I tuoi occhi riferiscono
che quando sarà non coglierò addio,
guarderemo al Cosmo da altra finestra.
Mai avrei potuto pensare
di pervenire così vicino all’oltre,
in prossimità del Tempo.
Eppure l’ho creduto più volte.
La ricerca è finita,
l’estremo limite raggiunto,
superato ogni dopo… ci sei tu!
Sempre tu!
Mamma.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fotografia di famiglia

RIPRODUZIONE RISERVATA

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