Beatrice Orsini e la sua lirica

Spalanco la fica
al passaggio degli eserciti
al sole d’agosto che brucia le teste
al calvario di formiche allevate sottoterra
alla corteccia dei pini più appiccicosa delle mie cosce
alla condanna di un sangue raggrumato in una caverna.
Compatitemi
sono pronta a divorarvi, senza penitenza.

Beatrice Orsini

LA PAROLA “FICA”

Si sono sprecati commenti sulla lirica di Beatrice Orsini che ringrazio. Tutte esposizioni incentrate sulla “fica”, comprese quelle del sottoscritto (attenuante: vano tentativo di arginare l’ondata di melma dei “moralisti”, “benpensanti” e “integralisti” della fede). Definire “coraggioso” qualsiasi componimento che contenga termini appropriati, congruenti al testo, relativi a parti del corpo umano significa comunque soggiacere ad una dilagante mentalità da sacrestia. Il processo intentato ad Allen Ginsberg e Ferlinghetti per “Urlo” è servito a nulla. Come fosse mai esistito il superamento, con il vituperato ’68, dei libri “all’indice” imperante negli anni ’50 e ’60. “Tropico del Cancro” non è stato stampato, così “Tropico del Capricorno”. Sartre e Camus due imbecilli. Fernando Pessoa un grigio impiegato di Lisbona. Bukowski lo sporcaccione. I classici russi roba da gettare nella “differenziata”. Gli americani che hanno scritto e combattuto il “maccartismo” solo poveri imbecilli. Baudelaire pazzo da legare. Pauline Reage visionaria. D. H. Lawrence un maniaco del pelo pubico. Whitman, Keats, Wordsworth… Cecco Angiolieri, Dante, l’eretico Giordano Bruno, i classici greci, Shopenhawer, Joyce… Philip Roth, Cormac McCarthy… forse anche “Alice nel Paese delle meraviglie”… Fumo! Per quanto mi riguarda è poesia ciò che provoca emozione. Punto. E ciò che provoca emozione quando ci sono le “parolacce fica o cazzo” suscita scalpore. Non un solo commento in merito al testo della poetessa Beatrice Orsini. Abbiamo duemila anni di incrostazioni e sedimenti che non si sollevano dal basso cratone per ergersi a montagne. Mancano forza e volontà “vulcanica”. Non ne usciamo più.
P. S.
Per cortesia solo commenti inerenti la lirica proposta. Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

6 commenti su “Beatrice Orsini e la sua lirica”

  1. Mi piace questa poesia. Sembra l’orma fotocopiata di un’autrice che leggo spesso. Mi pare che la poetessa in questione sia stata addirittura un’amica social dell’autrice menzionata prima. Lo stesso tile . Tale e quale. Ecco perchè non li vedo più insieme……Complimenti ! Il verbo “Copiare “è sempre stato un infinito mediocre…

    1. Anche a me è piaciuta, mi esprimo al passato poiché l’infinito deve essere tale, pieno, corposo, e se qualcuno cerca di renderlo mediocre… Potresti fornirmi l’orma dell’autrice da te menzionata?
      Grazie Cristina, buona serata.

  2. Buongiorno, ho scritto un commento in relazione a questo testo, in cui esprimevo il mio disappunto a causa della copiatura effettuata da questa poetessa a discapito di un’altra autrice meno avvezza a farsi conoscere se non attraverso gruppi ristretti di amici ;anche la Orsini era tra quest’ultimi. Non cancellate i commenti scritti con grande responsabilità ; anzi prendete atto di quanto succede nel mondo virtuale e non ; i più furbi continuano a copiare dagl autori più nascosti. Prima di elaborare un articolo, consiglio uno sguardo intorno a 360 gradi e non solo per fare paragoni con poetesse defunte (tipo la Joyce) che avevano toccato lo stesso tema, ma per cercare di sapere se altre avevano scritto qualcosa in merito senza fare troppo pubblicità attorno alla cosa. Detto ciò, vi auguro una buona strada e una buona obiettività nelle vostre pubblicazioni. Vi ricordo che Il verbo “Copiare ” è un infinito mediocre.; l’avevo scritto nel commento di prima….

    1. Gentile Francesca,
      nel mio blog, che non aggiorno da diversi mesi, inserisco solo miei scritti e per questa poetessa ho fatto una rara eccezione. Verificherò quanto mi dici e, se del caso, eliminerò la poesia. Posterò uno scritto su che cosa penso della lirica e l’arte in generale. Se mi segui gradirei tue osservazioni sul mio lavoro considerando che mai come oggi sono tutti “scrittori”. Grazie e buona serata, questo vale anche per il commento che citi.
      mg

      1. carissimo spero lei abbia verificato. Si documenti bene però. E’ mia abitudine non intervenire mai in misere questioni se non a distanza di tempo . Provi a indagare e nel caso faccia un po’ di ordine in merito. Purtroppo le comunico che non la seguo; mi scuso per l’onestà e la franchezza. Sono capitata qui per caso, forse anche in altri blog , ma random. Navigando si scoprono faccende e fattacci. Vabbè c’est la vie… Faccia un po’ quello le pare. Tanto se non c’è lei ci sarà qualcun altro a farlo e così all’infinito. Vede ,caro signor Giovanelli, chi non ha orecchie per la coscienza non li ha neanche per una probabile giustizia . Bisognerebbe conoscere tutta la crono storia della vicenda mai resa pubblica. Lei a cosa o a chi crederebbe? Stia bene e mi saluti la poesia….

        1. Gentile Francesca o Cristina Pindaro,
          lei è capitata per caso nel mio blog ed io, stasera, altrettanto per caso leggo l’ennesimo commento. Intanto il suo tono, come dire, perentorio? Nell’elargire suggerimenti e consigli a destra e manca mal si addice al mio essere in tutt’altre faccende affaccendato, quindi men che meno ho tempo da perdere in verifiche di proprietà intellettuali; importante non plagino mie creazioni. Personalmente il fatto che lei non mi segua mi crea pochissimi, se non zero “purtroppo”. Ѐ indiscutibile che io quotidianamente mi accinga a fare esattamente ciò che mi pare, ovviamente nei limiti dell’educazione impartitami. Il novantanove virgola nove periodico delle pubblicazioni in questa pagina sono miei lavori e l’infinitesimo mancante è proprio questo brano per il quale c’è stato acceso dibattito in un gruppo letterario incentrato, più che altro, sulla parola “fica”. Quanto succede in giro nei social non mi può interessare di meno così come mi è oscuro “random”, il suo “se non c’è lei ci sarà qualcun altro”, “chi non ha orecchie per la coscienza”, le “crono storie, e così via all’infinito secondo il suo modo di interloquire. Il “pezzo” in questione lo eliminerò dal mio blog nel momento in cui perverrà la sua replica a questa mia (altrimenti non la riceverebbe). Pure lei stia bene gentile Francesca anche se non le saluterò la poesia per il semplice fatto che io vivo la poesia.

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