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ODIO I POVERI, GLI OPPRESSI, I DISEREDATI…

ODIO I POVERI, GLI OPPRESSI, I DISEREDATI, TUTTI NESSUNO ESCLUSO, PERCHÉ MI COSTRINGONO AD ESSERE COMUNISTA.

L’immagine in evidenza l’ho scattata personalmente, una delle tante. E’ “monolocale” dei molti che stanno proliferando a Genova nella “zona residenziale” in cui ho il privilegio di abitare, a ridosso di Corso Italia la più prestigiosa passeggiata a mare della città. Naturalmente trattasi di ottimo rifugio essendo sottopasso per accedere ai boxes e posti auto dei residenti “per bene” schifati di questa ignobile ed inaudita situazione che “deturpa l’immagine del quartiere”. Dicono: “Mica siamo in periferia!” o “Sampierdarena”. Ah! Dimenticavo. Questi devoti cittadini vanno a ricevere l’eucaristia ad ogni festa “comandata” nella chiesa posta a sinistra del piazzale retrostante. Nel sottopasso che si vede sullo sfondo ci sono altri due “alloggi” di questo tipo e, ovviamente, un altro sul marciapiede opposto a questo. “L’Italia che verrà” è lo slogan di qualcuno dei nostri politici. Un’ultima cosa: Sono bianchi, etnia “ramo degli europoidi”. Incredibile ma vero. Con amore.

Mauro Giovanelli – Genova
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L’UOMO CON LA SCIARPA BIANCA (GENITORI ESODATI)

FU COSÌ, FRA L’INDIFFERENZA GENERALE, CHE SI GIUNSE A MONTI, LETTA, RENZI, GENTILONI, IL VOTO DI SCAMBIO PER LOTTI / MINZOLINI…

L’UOMO CON LA SCIARPA BIANCA
(GENITORI ESODATI)

Barbara e Valentina, le mie figlie. Erano adolescenti quando dalla tribuna d’onore della sua squadra di calcio meneghina, sciarpa bianca démodé e borsalino in testa, un signore divenuto miliardario cominciava a rilasciare striscianti dichiarazioni politiche che mi inquietavano. Ne intuivo la minaccia, percepivo l’insidia, mi infastidivano. Ecco le sue prime apparizioni televisive che non sarebbero finite mai. Non gli diedi peso più di tanto nella convinzione che le istituzioni lo avrebbero rifiutato, il sistema si sarebbe automaticamente protetto attivando gli anticorpi, quell’uomo non avrebbe potuto costituire un pericolo. Il tempo è passato in un lampo e solo ora prendo coscienza quanto la mia fiducia fosse mal riposta, sia guardando alla parte politica in cui credevo che a quella avversa, oggi alleate.
All’improvviso sento la necessità di chiedere scusa alle mie figlie per non aver fatto di più, il massimo, un estremo sforzo nel cercare di evitar loro un ventennio culturalmente e socialmente decomposto.
Io posso dire che i miei genitori mi hanno lasciato la Costituzione. Ma loro, di me, cosa racconteranno?

Mauro Giovanelli – Genova GE
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“L’UOMO CON LA SCIARPA BIANCA – GENITORI ESODATI)” è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 sul sito www.memoriacondivisa.it: – Su “la Repubblica” del 22 ottobre 2013 pag. 24 – su “Il Segno” novembre 2013 pag. 7 – http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

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I “LORO” ED I NOSTRI (ovvero Figli e figliastri)

I “LORO” ED I NOSTRI
(ovvero Figli e figliastri)

Più o meno siamo in campagna elettorale permanente effettiva. Sbaglio? Lo schieramento di partiti, movimenti, “ideologie”… centro, centro destra (?), centro sinistra (?), allineati al centro, allineati a sinistra, disallineati, gruppo misto, dispersi, berlusconiani, renziani, casinisti (Pierferdinando Casini), Bersaniani e chi più ne ha più ne metta… sta raggiungendo livelli tossici.
Ai politici, ahimè, di casa nostra dovrebbe ALMENO essere impedito blaterare sul futuro dei giovani usando la locuzione

“…I NOSTRI FIGLI…”

poiché, a mio modesto avviso, ci sono i “nostri” con enormi problemi da affrontare (indice di disoccupazione alle stelle) ed i “loro”, un esercito (del resto possono pure permetterselo), ben sistemati e rinumerati (indice di disoccupazione zero).
Chiaro il concetto?

Mauro Giovanelli – Genova
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BRIATORE FLAVIO al CORRIERE ADRIATICO (11 marzo 2017)

BRIATORE FLAVIO al CORRIERE ADRIATICO (11 marzo 2017):

“I poveri non creano lavoro, ben vengano i ricchi”

SUPPONGO SI RIFERISCA AI RICCHI IN DENARO (QUESTO INDIVIDUO TRAGUARDA ALTRI ORIZZONTI?)

Ma… sono o non sono questi ricchi a creare poveri di ogni categoria?

Mauro Giovanelli – Genova
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VENTO IDIOTA (IDIOT WIND) – SENZA PERDERE LA TENEREZZA

IL PRESENTE ARTICOLO ERA STATO IVIATO A PAPA FRANCESCO E CIÒ CHE SCRISSI DI LUI IN APERTURA LO PROVAI REALMENTE RITENENDOLO SOLO CONTRO TUTTI – DALLA DICHIARAZIONE DEL VATICANO “Sconfitta per la società” IN MERITO ALL’AMICO (COSÌ LO CONSIDERO) Dj FABO MI RENDO CONTO CHE NULLA È CAMBIATO, ANZI… PER CUI APPREZZO LA SUA RICONOSCENZA, IL SALUTO MA RESPINGO “BENEDICENTE”.

VENTO IDIOTA (IDIOT WIND)
SENZA PERDERE LA TENEREZZA

Il Pontefice ha lasciato Cuba esortando il popolo, i governanti, e la Nazione tutta alla “rivoluzione della tenerezza”. Bella persona papa Francesco, da agnostico quale sono è la prima volta che provo emozione di fronte al capo della Chiesa Cattolica, e massimo rispetto: la borsa che si porta appresso un po’ logora, modesta, gonfia, la gestualità dell’uomo semplice, le scarpe nere “comode”, pianta larga e suola robusta, la papalina sempre in equilibrio precario che non sopporta. È una persona che “cade”, non teme di mostrare la sua vulnerabilità. Quando ha incespicato mentre saliva la scaletta dell’aereo mi ha strappato dalla mente la considerazione che in quell’istante non c’era alcun Simone di Cirene a raccogliere la croce, neppure una Veronica a detergergli con un panno di lino il volto sporco di sudore e sangue, che ha dentro di sé, nella sua solitudine. Lo vedo un uomo isolato nella battaglia che conduce per cercare di cambiare l’umanità. Si è alzato da solo, senza aiuto alcuno, con orgoglio, naturalezza e volontà incredibili. Soprattutto mi colpisce il suo sguardo sincero, aperto, con un’ombra di malinconia, sconforto, che ti dilania, penetra i tuoi dubbi, vorresti abbracciarlo, sento che ha necessità di aiuto, avverto che vive la sua fede con profonda convinzione, ma ho l’impressione che allo stesso tempo si renda conto quanto potrebbero essere vani l’impegno e la dedizione che profonde nella missione che gli è stata assegnata.
Il Vicario di Cristo si è poi recato negli USA presentandosi dinanzi al Congresso e successivamente al Palazzo dell’ONU, immagino portando alla Nazione più potente della Terra e a tutti i “governanti” lo stesso messaggio, il richiamo alla rivolta dell’amore.
Tenerezza! Deve essere una parola magica. Ha subito indirizzato il mio pensiero a una delle migliori e più complete biografie su Ernesto Che Guevara, giocatore di rugby, appassionato di scacchi, eccellente poeta, ottimo fotografo, medico competente specializzato in allergologia, appassionato lettore che passava con disinvoltura da Jack London, Jules Verne ed Emilio Salgari ai saggi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung fino ai trattati filosofici di Bertrand Russell, sebbene l’esempio che lo attirasse di più fosse Mohandas Karamchand Gandhi conosciuto come il “Mahatma” ossia “Grande Anima”. Fu anche un provetto motociclista tanto che con la sua Norton, cui venne dato il soprannome di “La Poderosa II”, dopo la laurea viaggiò per tutto il Sudamerica, Bolivia, Ecuador, Panamá, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Guatemala. A proposito della più importante guida spirituale dell’India, che teorizzava e praticava la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa fino a regalare l’indipendenza al suo Paese, Ernesto Guevara, dopo aver visto la povertà delle popolazioni che incontrava ed essere stato influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell’America Latina coltivando il sogno di vedere un giorno il Sudamerica come un’unica entità. Per arrivare a ciò riteneva quindi necessaria una strategia di ampio respiro che non poteva certamente identificarsi con la “non violenza”. Nell’itinerante momento della sua vita si fermò per prestare attività di volontariato presso il lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni. Quanti sono i legami che ci uniscono tutti! E lavoriamo solo per scioglierli. Basta una semplice parola, un gesto onorevole, per fare collegamenti impensabili, intessere una tela di bei gesti tutti mirati al bene comune, la fratellanza e la solidarietà… e l’amore. Almeno così capita a me. San Francesco! Che nel 1203/4, dopo la sua conversione maturata nel 1154 a seguito dell’esperienza della guerra fra Perugia guelfa e Assisi ghibellina, quest’ultima soccombente dopo la sconfitta nel 1202, e la conseguente prigionia, rimase sconvolto a tal punto da indurlo a un totale ripensamento della sua vita. Da lì iniziò un cammino di mutamento che col tempo lo portò “a vivere nella gioia di poter custodire Gesù Cristo nell’intimità del cuore”. Ciononostante pensò di partecipare alla Crociata, quindi provò a raggiungere a Lecce la corte di Gualtieri III di Brienne, per poi muovere con gli altri cavalieri alla volta di Gerusalemme. Partecipare come cavaliere a questa missione era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani d’Occidente. Tuttavia, giunto a Spoleto, si ammalò nuovamente ed ebbe un profondo ravvedimento. La malattia potrebbe essere stato un “segno” per far sì che non fossimo privati di questo santo? Il fatto è che Francesco rinunciò al proprio progetto e tornò ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Si ritirava molto spesso in luoghi solitari a pregare ed in lui germogliò un crescente senso di compassione, che gli ispiravano i deboli, i lebbrosi, i reietti, gli ammalati, gli emarginati che si sarebbe trasformato poi in una vera e propria “febbre d’amore” verso il prossimo. In questo senso, e non solo, uno degli uomini più “illuminati” della nostra epoca, Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore e regista, un genio della erudizione mondiale, che mai viene citato dai mass media o dalla TV ed è tenuto pure ai margini della cultura ufficiale, come non fosse esistito, diceva: “Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e in servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui”.
Sta di fatto che Francesco, amante di ogni forma di umiltà, si trasferì dopo pochi mesi presso il lebbrosario di Gubbio, intitolato a “san Lazzaro di Betania”, restando con i lebbrosi e servendoli con estrema cura. Dunque il “Che” nel lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni, san Francesco 750 anni prima a prestare la stessa opera in Toscana, Pasolini a percorrere negli anni ‘60 le polverose periferie di Roma nell’estenuante ricerca di un perché alle ingiustizie di questo Mondo. Ciascuno spinto dalla necessità di tenerezza.
A volte penso che sia tutto inutile e vengo assalito da una profonda afflizione. Mi domando se quanto viene detto negli incontri fra Capi di stato, dai “politicanti”, sui quotidiani o nei dibattiti televisivi, nelle omelie pronunciate nei funerali dei morti ammazzati per i motivi più abietti, seguiti da applausi al passaggio dei feretri, insomma questa marea di bla, bla, bla in fondo non siano altro che parole al vento, un vento idiota, “Idiot wind” come cantava Bob Dylan negli anni ’70, che lasciano il tempo che trovano. L’ultima strofa di questa poesia/canzone dice “…vento idiota che soffia tra i bottoni dei nostri cappotti, che soffia tra le lettere che abbiamo scritto, vento idiota che soffia tra la polvere sui nostri scaffali, siamo degli idioti, bambino, è un miracolo persino che riusciamo a nutrirci da soli”.
Il resto lo conosciamo tutti, o quasi, ma il punto è rispondere alla domanda che di certo vi state ponendo, cioè per quale motivo mi sono infilato in questo discorso. Perché sono convinto che il Santo Padre conosca la vita e le opere del grande talento italiano che trovò la morte nella notte tra il 1º e il 2 novembre 1975, ucciso in maniera brutale, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, località del Comune di Roma, “crocifisso” da un balordo, uno dei tanti “ragazzi di vita” che voleva salvare. Credo che apprezzi anche il menestrello del Minnesota, il poeta del country e del rock, mica il Vicario di Cristo è uno che porta calzature di vernice rossa griffate Prada. Neppure ho dubbi che il papa non abbia letto la biografia sul braccio destro e consigliere di Fidel Castro, redatta da “Paco Ignacio Taibo II” e che consiglio pure a voi di dare un’occhiata. L’autore scrive: “Ernesto Che Guevara continuerà a farmi visita nei sogni, rimproverandomi come mai non sono in qualche parte del Mondo a costruire una scuola”. Il titolo del libro? Dimenticavo: “Senza perdere la tenerezza”.

Mauro Giovanelli – Genova
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DJ FABO

RIPOSA IN PACE AMICO FABO, SEI ANDATO IN UN MONDO MIGLIORE, QUALUNQUE ESSO SIA.

Cosa dovrei pensare? Mi viene chiesto ogni volta che accedo alla pagina. Rifletto su un lutto che ha colpito il nostro Paese, le coscienze, o qualsivoglia cosa possano essere, i vili politici che ci “governano”, gli “integralisti” a qualunque confessione appartengano, monoteismi o presunti tali in primis, pure i “fedeli”, i pasciuti vescovi della CEI, gli appartenenti ad ogni congregazione che si richiami a ridicole “verità”, ai tanti servi del Potere…
“Fabo è morto alle 11,40 del 27 febbraio 2017, ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo”.
Vergognatevi Italiani! Tutti. Compreso il sottoscritto. Anche i cittadini dello “Stato del Vaticano”, nessuno escluso.
E chiedo anche il suicidio assistito. Cazzo!
“Quod scripsi, scripsi”

Mauro Giovanelli – Genova
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ITALIA… POLITICA PROVERBIALE!

ITALIA…
POLITICA PROVERBIALE!

“Non ci sono più le mezze stagioni”. Vero! Per gli armadi dei cittadini comuni che impiegano e riciclano di continuo gli stessi “capi”, come in Parlamento. L’affermazione “Chi troppo velocemente in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente” (vedi Renzi) oggi non trova più consensi essendo verificato che “[non] è l’abito a fare il monaco” (vedi Renzi). Sono pure scomparsi, o meglio si confondono tra la folla, coloro che “parlano da soli” (vedi Renzi) naufragati nelle caterve di auricolari (e maree di guardie del corpo). Vige sempre “una mano lava l’altra e tutt’e due lavano il viso” (vedi Renzi-Boschi-Etruria) sebbene “chi la fa, l’aspetti” (vedi Renzi-Letta) potrebbe essere invertita in “chi la fa non l’aspetti” (vedi Letta-Renzi).
“Mala tempora currunt”! “Stiamo attraversando epoche buie” e ciò che deriva dai saggi latini è inoppugnabile. Perfino “una rondine [non] fa [più] primavera” è priva di senso, quasi tutte migrano in altri “lidi”. Effettivamente l’aria è diventata irrespirabile, vero è che “quando la merda sale sullo scranno o fa puzza o fa danno” e qui, nei Palazzi del Potere e dei Partiti (vedi Renzi & C.), ce ne sono a strafottere. Neppure possiamo più dire che “il mattino ha l’oro in bocca”, finanche quello ci hanno tolto (vedi Monti-Fornero, Letta-Letta, Renzi-Padoan-Boschi, Gentiloni) i seguaci della massima “Il tempo è denaro” (per i soliti noti, sé medesimi) e, se “gallina vecchia fa buon brodo”… né la Bindi, tantomeno il suo “clone” Serracchiani, potrebbero rendersi utili a qualsivoglia… voglia di ragionare. Bene! “Il primo amore non si scorda mai” (vedi Renzi-Berlusconi) ma non sempre “chi va con lo zoppo impara a zoppicare” (vedi Renzi-Boschi, Boschi-Renzi, Renzi-Boschi…) sebbene in tal senso sia estremamente arduo distinguere insegnanti ed allievi nel guazzabuglio della politica italiana dove risulta assurdo “chi pecora si fa, lupo lo mangia” dato che tutti arraffano mentre gli ovini stanno a guardare. Del resto Poletti sostiene “aiutati che il ciel ti aiuta” nel considerare “pirla” tutti i giovani costretti a trovare lavoro all’estero mentre quel genio di suo figlio dirige un “mensile” con cinquemila copie di tiratura (meno dei “contatti” di molti frequentatori dei “social”) ricevendo il finanziamento pubblico di 500 mila €uro. Quindi nel caso specifico papà è il “ciel” così come ogni appartenente la “casta” nonché eredi, mogli, amanti, affini (vedi… quasi tutti. Anche Fini). Eh… si! Stai attento caro lettore, “non fare di tutta l’erba un fascio” tanto il “fieno che avevi messo in cascina” te l’hanno fatto fuori le Banche, “Etruria” compresa, per cui “chi ben comincia è a metà dell’opera” si ritrova invece al punto di partenza. Neppure in slip succinti del vigile che, così abbigliato, superbe infradito, timbra il cartellino per tornare al dovere coniugale. Dunque? Che fare? Vero è che “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” ma… se vengono a mancare i presupposti neppure puoi evitare di negare credito… i quattrini te li prendono alla fonte con accise, IVA, ticket, bolli, tasse, contributi, imposte, sovvenzioni, “una tantum”, “una semper”. Che Paese! “Il buon giorno si vede dal mattino” ti catapulta come una freccia ne “la notte porta consiglio” (non dei Ministri) ma lo fanno per il tuo bene essendo indiscutibile che “chi dorme non piglia pesci”. Meglio quindi stare svegli a pensare come sbarcare il lunario. Anche i bambini sono consci de “la speranza è l’ultima a morire” (vedi Speranza), “tentar non nuoce” (vedi Orlando ed Emiliano) però “chi si accontenta gode” non ha più un “chi”. Nei Palazzi vogliono solo godere, alla grande pure, sono smodati, spudorati, impudenti… l’unico a compiacersi devi essere tu, gli 80 €uro della guida scout mica sono uno scherzo… Napolitano ne prende solo 880 mila, all’anno però, con carrozza privata delle FS, auto e autista, appartamento credo… almeno mi risulta ciò e non è il solo. Chetati dunque! “Con il fieno e con la paglia maturano le nespole”! Almeno questo dovrebbe esserti noto. Il fieno l’hanno tolto dalla tua cascina e la paglia è stata utilizzata per alimentare innumerevoli… “fuochi di paglia” appunto in modo che tu possa godere appieno, in cortile, del “rosso di sera buon tempo si spera”. Credevi fossero egoisti a tal punto? Privarti anche di questo? La tua mogliettina aspetta stravolta in cucina, rassettato ha le stoviglie, siete tranquilli, consci che alcuno disattenderà il motto “fra moglie e marito non mettere il dito”. Infatti costoro sono solo in attesa della serena dipartita di uno dei due per una “reversibile” dimezzata, o quasi, tenendo conto del “doppio” reddito che si ritrova il superstite su cui precipitano tasse a pioggia. Poi… doveste suicidarvi dalla disperazione… di certo il commento affranto di un “loro” rappresentante non vi sarà negato. Anche i direttori dei TG nazionali, di striscio, fra un taciuto bombardamento a Mosul e l’approfondimento dell’ennesima “seduta” del Congresso PD, un due parole di cordoglio ve le dedicherebbero. Intanto a Boeri, presidente dell’INPS, quello che “chi troppo vuole nulla stringe”, solo per il fatto di aver denunciato la crisi dell’Istituto per gli aberranti, stratosferici, innumerevoli ed eterni vitalizi dei politici… non resta che strofinarsi le mani… “meglio di niente”. “Piove Governo ladro”. E nevica sui terremotati che avrebbero dovuto essere “sistemati” entro un mese, anche quelli dei decenni scorsi. Dove viviamo? “Le bugie hanno le gambe corte”. O no? Mi pare che Renzi, al di là del suo essere brutto… ma brutto brutto, abbia una discreta taglia. Da quando è passato dalla bicicletta all’aereo di Stato è anche imbolsito e “stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia” si riferisce alla “stretta finanziaria”, ulteriore “tirare la cinghia” per le fasce deboli mentre “via” è il suo “girovita”, sempre del Matteo parlo, alle soglie di un 54/56. No! È dotato di arti inferiori atti alla corsa nel caso subodorassero quanto sia untuoso. Al suo confronto un’anguilla spalmata di grasso è cartavetro per cui, caro lettore, non recitare il rosario masticando fra i denti, pregando, anelando “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Attento a lui! “Nelle botti piccole c’è il vino buono” è una panzana. Guarda Brunetta! A questo punto:
“Si salvi chi può”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Collezione privata dell’Autore

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SiO2 – Biossido di Silicio

SiO2
Biossido di Silicio

Fra quanto raccolto in giro per il mondo, adesso sparso fra sinapsi, neuroni e ovunque nel mio studio, su una delle scrivanie tengo ampolle di sabbia raccolta nei deserti attraversati. Due in particolare mi fanno riflettere molto. La breve pausa, tra una sigaretta e la scelta del vocabolo appropriato allo stato d’animo del momento, viene colmata dall’attenta considerazione di questi mondi. Senza dubbio sono rimasto bambino perché ritorno nel profondo Sahara, l’Akakus, la memoria viene risucchiata dagli anfratti in cui si ascoltano graffiti di civiltà lontane. Per il nostro tempo.
Nel dare notizia che a 39 a.l. (anni luce) di distanza la NASA abbia individuato un “sistema solare” simile al nostro, quindi probabilmente con forme di vita sul Pianeta che, per caratteristiche intrinseche ed estrinseche dovrebbe essere gemello del nostro, la cronista ha sottolineato con enfasi l’eccezionale avvenimento aggiungendo che siamo arrivati in un’altra galassia. Niente di più sbagliato cara signora anzi sono stupito e incredulo dell’intervallo di “spazio” così corto in termini astronomici, direi dietro l’angolo. La galassia in cui ci troviamo, denominata Via Lattea, è del tipo a spirale barrata, fa parte della Costellazione Sagittario, la sua estensione massima è 100 mila a.l. (anni luce) ossia per attraversarla alla velocità dell’onda elettromagnetica, ovvero 299.792.458 m/s che, tradotto ed arrotondato, trattasi di 300 mila Km al secondo, si impiegherebbero 100 mila anni. Perfino lei adesso capirà, cara signora, come tale sistema solare non solo si trovi nella stessa galassia che abitiamo, ma ci è accanto. Per meglio raffigurare la cosa ed al fine di illustrare il palcoscenico in cui ci agitiamo inizio col dire che lei ed io, persone, siamo meno di un solo granello di sabbia rispetto al Sahara. Prendendo a riferimento proprio quest’area desertica, anche il nostro pianeta, la Terra, è meno di un granello di sabbia e, le sembrerà strano, pure il sistema solare in cui ruotiamo, compreso quello di cui stiamo parlando, insieme sono più piccoli di un granello di sabbia nel Sahara. L’Akakus, che ne fa parte, mica si è accorto dell’ampolla di granelli che gli ho sottratto e contarli, sempre quelli che ho di fronte in questo istante ovviamente, già sarebbe impresa ardua, mi creda. Forse impossibile. Rifletta sul fatto, cara signora, che finanche la Galassia a spirale barrata chiamata Via Lattea è meno di un granello di SiO2, biossido di silicio signora, sta alla base della materia inorganica come il carbonio di quella organica, vivente, cioè noi cara signora, lei ed io, il gatto che sta osservandoci con compassione, la pianta che tiene in terrazzo. Così potremmo procedere all’infinito. “Ma… allora?” sono certo stia obiettando. Sì cara signora, siamo nulla, meno di nulla. Ci sono… il nostro pensare, agire, emozionarsi, amare e soffrire che mi portano a… meditare.
Adesso, d’impulso mi domando di che avranno parlato i vescovi della CEI radunatisi poiché scandalizzati che il “Gemelli” di Roma abbia assunto, come giusto e conformemente alla legge, due ginecologi “non” obiettori di coscienza. Chi gli permette di interferire nelle questioni del nostro Paese, Stato laico, multietnico e indipendente? A costoro interessano solo i feti italiani? Romani in particolare? Sapranno che secondo una delle versioni della mitologia greca Zeus (Giove) scelse di generare con la saggia Alcmena (umana) un figlio tanto forte da impedire lo sterminio di uomini e Déi? Dopo la nascita il concepito, Eracle (Ercole), fu abbandonato dalla madre che temeva l’ira di Era (Giunone), legittima moglie del Dio ma Atena (Minerva), su ordine dello stesso Zeus, condusse Era fuori dalle mura di Tebe, dove il bambino fu abbandonato. Era vide il piccolo essere indifeso, piangente, gli si avvicinò, porse il seno per allattarlo e il bambino succhiò così forte il latte da spargerlo ovunque anche per il dolore al capezzolo che la Dea avvertì sottraendosi alla presa e sprizzandone altro. Da allora Eracle divenne immortale e nel cielo fu visibile la Via Lattea.
Stiamo andando fuori tema cara signora ed al sottoscritto capita spesso. Mi perdoni! Concludo. In ultimo… nelle strutture pubbliche non dovrebbe comparire alcun simbolo religioso, di qualsivoglia confessione. Abolirei pure l’ora di religione trasformandola in materia d’esame vera e propria. Visto il guazzabuglio in cui ci troviamo (più di 8 mila confessioni esistenti) forse diverrebbe l’argomento principe: “Teologia e storia delle religioni” (docente assolutamente laico).
Chi dovesse avvertire la necessità di pregare in un Tempio vada in Chiesa, o nelle Sinagoghe, moschee e quant’altro. Cazzo!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Particolare dello studio dell’Autore. Sabbia del Sahara, Akakus in ampolle – Vecchio cucchiaio con iscrizioni arabe rinvenuto nel deserto – Leggìo di Khiva (Uzbekistan)

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TEOREMA e POSTULATO – “Quando il pennello lascia la strada alla spada”

TEOREMA e POSTULATO
“Quando il pennello lascia la strada alla spada”

Non è mia intenzione, cara Tea, esprimere apprezzamento prendendo spunto dal nome con cui ti sei o ti hanno battezzata. Sarebbe banale e patetico oltre che scontato ma… osservando l’immagine in evidenza, quella a sinistra, scattata al termine della tua magica performance del 17 febbraio scorso cui ho avuto il privilegio di assistere, si evince chiaramente quanto l’abbinamento non sia stato casuale bensì dettato da imperscrutabili disegni del destino.
Chi potrebbe negare che tu, ispirata da forze a noi oscure, non sia stata identificata con l’assoluto punto di riferimento della matematica e filosofia, uno dei gradini della Conoscenza, proiettandone la profonda giustezza nell’arte sublime che la tua forza vitale genera e rigenera senza soluzione di continuità? So di che sto parlando essendomi personalmente dedicato all’esplorazione del mondo illimitato di Euclide, senza inizio né fine, soffermandomi spesso sul quinto postulato(1) che, nella sua geniale elementarità, potrebbe interpretare l’essenza divina, ciò che tu, Teorema, liberamente esprimi nelle tue opere. Su codesto assioma poggiano le leggi di un Universo fulgido, delizioso, elegante come il tuo, tuttavia il suo artefice non riuscì mai a confermarlo pertanto il genio fu privato della soddisfazione di vederlo assurgere al rango di teorema(2), cosa fortunatamente (sarebbe tedioso spiegare perché) impossibile.
Infatti giace in eterno nel limbo dell’enunciato. Per il grande matematico della Grecia antica ciò avrebbe rivestito enorme importanza, la chiave di volta sulla quale concentrare il peso del suo mondo perfetto. Non gli fu possibile.
Ventidue secoli dopo due signori(3), indipendentemente uno dall’altro, ne dimostrarono l’indimostrabilità rafforzando la grandezza del suo pensiero e spalancando la porta a due altre geometrie, l’ellittica e l’iperbolica, e chissà che altro ancora nell’estensione siderale. Adesso, all’istante, da una divagazione che ha la pretesa di ringraziarti e celebrarti, sorgono in me infinite domande legate al tuo sublime spettacolo, troppe, per cui mi soffermo alle prime due.
Quali saranno i percorsi che traccerai?
Osservando la foto di sinistra ci sei tu, Teorema, sorriso splendido, radioso al punto da riverberare gioia di vivere agli spettatori, instillare energia, creatività mentre… il sottoscritto ha un’aria attonita, perplessa, espressione che non mi appartiene. Chissà a che stavo pensando mentre ti ero accanto. La spiegazione è forse nel fatto che tu sei Teorema ed io, da tempo immemore relegato fra i pochi dei quali risulta impossibile interpretare il pensiero (ne è stata dimostrata l’inattuabilità), sono… Postulato.

Mauro Giovanelli – Genova
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© Copyright 2017 Mauro Giovanelli

(1) Nella tradizione didattica con il quinto postulato di Euclide molto semplicemente si afferma: “Data una qualsiasi retta r ed un punto P non appartenente ad essa per questo punto è possibile tracciare una ed una sola parallela a quella data”. Proposizione che non si può dimostrare ma che si considera come vera in quanto base necessaria per spiegare un fatto o formulare una teoria.

(2) Proposizione la cui tesi può essere dimostrata utilizzando assiomi, postulati o teoremi precedentemente dimostrati. Ipotesi, dimostrazione con pretese di assolutezza.

(3) Nikolaj Ivanovič Lobačevskij (in russo: Николай Иванович Лобачевский; 20 novembre 1792 – 12 febbraio 1856 del calendario giuliano; Nižnij Novgorod, 1 dicembre 1792 – Kazan’, 24 febbraio 1856) è stato un matematico e scienziato russo, ben noto per i suoi contributi all’introduzione delle geometrie non euclidee. János Bolyai (Cluj-Napoca, 15 dicembre 1802 – Târgu Mureș, 27 gennaio 1860) è stato un matematico ungherese, noto per il suo contributo nel campo delle geometrie non euclidee.

Immagine in evidenza: A sinistra l’artista Teorema Fornasari e Mauro Giovanelli, Genova 17/2/2017, 13a Mostra Mercato d’Arte Moderna e Antiquariato, “Quando il pennello lascia la strada alla spada” (In collaborazione con la scuola di Spada HWASONG e la Galleria d’Arte “Il Melograno”, Livorno) – A destra opera dell’artista Teorema Fornasari.

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TURPILOQUIO MAI! (la presente è da ritenersi “prima stesura”)

TURPILOQUIO MAI!
(la presente è da ritenersi “prima stesura”)

Perché “veda” sig. Presidente, a chi scrive e pensa non risulta così drammatico passare, senza accorgersene, dalla “classe” medio alta alla borghesia, povertà, indigenza fino allo stato di “barbone”, meglio “clochard”, in particolare non avendo mai dato importanza al denaro essendoselo “sputtanato”, perdoni il termine, in viaggi, gioco d’azzardo, donne (solo per amore e passione), auto, abiti firmati, ecc. Al contrario la nuova dimensione lo arricchisce. Ad esempio personalmente non sapevo che rifare un paio di tacchi alle scarpe costasse sette €uro, dal calzolaio marocchino che, pur avendo una buona clientela, qualche mese fa preferì ritornare al proprio Paese. Mai sarei arrivato a constatare, questo vale per tutti, che le calzature si consumano più velocemente da una parte. Nel mio caso la destra, forse per le simpatie di sinistra. Eh… sì! Sig. Presidente siamo bipedi, pure lei qualora non ci avesse riflettuto, quindi procediamo, deambuliamo fra un “disequilibrio” e l’altro, nel camminare mai siamo “assestati”. Perfettamente sistemati, “assettati” siete voi, mi consenta sig. Presidente, ben radicati sulle vostre quadrupede poltrone, Luigi XV, barocche a quanto mi è dato vedere, intarsiate e dipinte a “foglia d’oro”. Credo siano pure un po’ nostre, quantomeno paghiamo manutenzione e restauro. Poi “veda” sig. Presidente, al degrado sociale si associano inevitabilmente arretramento nell’eloquio, lo scrivere, tanto è vero che sono indeciso se inviarle questa mia oppure farla correggere da uno qualunque appartenente alla pletora di scribacchini al vostro servizio. Che so! De “La Repubblica”, “Corriere della Sera” ed altre grandi “testate”, quelli che parlano degli Istituti di Credito fatti fallire da “manager” ladri e incompetenti di cui mai fanno cenno se non per soprassedere. A denti stretti menzionano i nomi delle Banche meno la “Etruria” sig. Presidente, quella del Boschi Vicepresidente, il padre di Maria Elena, dove il di lei fratello era o è direttore generale e la cognata qualcos’altro. La “faccia da schiaffi” appena citata… mi scusi sig. Presidente, oltre “i diti” mi si attorcigliano pure lingua e terminazioni nervose. Stavo dicendo che questa Maria Elena era ministro di non so che del “fallito” governo scout Renzi, ora promossa alla vicepresidenza dell’Esecutivo Gentiloni o “Renziloni”. Sia indulgente sig. Presidente, mi è scappata. “Veda” che significa passare dalle stelle alle stalle? Non si prendono più le cose sul serio, sorta di autodifesa, filosofia e matematica sostengono chi ne conosce “limiti” e “sconfinamento” ed in questo caso chi non ce l’ha se la può dare, aveva torto il Manzoni. Per abituarmi passo ore a parlare con i miei nuovi amici, tanti, dormono all’addiaccio in scatole di cartone, proprio sotto casa mia, quartiere residenziale. Quanto sto imparando! “Che vergogna!” Dicono con la bocca a “culo di gallina” le “signore” impellicciate.. Ancora chiedo venia sig. Presidente, penso ignori tale termine usato ed abusato in quello che sta diventando il mio habitat. Comunque avrei voluto dire “strette”, per mostrare indignazione, proprio come il “culo della gallina”. Quando non fa l’uovo naturalmente. Ho potuto nottetempo ammirarlo nell’inseguirne una insieme allo “storpio” e “mianda” (mutande in genovese), simpatici e colti compagni di sventura. Loro mi chiamano “intruso” ma accettano di buon grado la mia presenza inoltre qualche spicciolo da dividere, almeno per le sigarette, posso ancora permettermelo.
Però arrivo al dunque sig. Presidente. Già sono in pochi a leggermi, immagini se mi dilungo… Sig. Presidente desidero domandarle una cosa semplice, semplice: “Non vi vergognate? Un tantino?” Vede che ho scritto “tantino”, come “minutino”, “attimino”, così si usa da noi, sottoproletari perché neppure in grado di “proletariare”… ehm “riprodurci”… No! Chiedo remissione per l’insulsaggine: “figliare”. Mica da impotenza, sia ben chiaro, è che abbiamo una morale NOI, che a VOI non serve. Non teniamo “pecunia” per mantenerli. “Homo sine pecunia imago mortis”. Un uomo senza soldi è immagine della morte sig. Presidente. Concludo sig. Presidente, tanto per completare al fine di avere una Sua graditissima risposta:
“Provate o no un minimo di imbarazzo? Voi politici intendo”. Ci state comprimendo come lamierino sotto una pressa idraulica. Palazzo Montecitorio con i suoi 630 deputati, palazzo Madama 320 senatori (di cui 5 a vita), Palazzo del Viminale sede della Presidenza del Consiglio, Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Affari Esteri. Dell’intero complesso fanno pure parte il Palazzo delle Finanze, sede attuale del Ministero dell’Economia e Palazzo del Quirinale, sua residenza ufficiale sig. Presidente, uno dei più importanti edifici della capitale alla cui costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana (anche se tutti gli altri non sono da meno). Oltre ai “professionisti della politica” i cui stipendi medi annui si aggirano intorto ad €uro/anno 144 mila circa, i più alti in Europa, forse del Mondo, in queste strutture trovano ragione di vita pure uscieri da 11 mila €uro/mese, commessi da 9 mila €uro/mese, barbieri da 10 mila €uro/mese, un numero imprecisato di persone ingaggiate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della Nazione. Moltissimi addetti alla sicurezza, addirittura esorbitanti gli amministrativi, tecnici, dirigenti, segretari, sottosegretari, portavoce, portaborse, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alle buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi vertiginosamente “atipici” (verso l’alto) rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani. Senza tenere in alcun conto gli oltre 8.500 Comuni, le 107 Province, 20 Regioni, i rappresentanti al Parlamento Europeo, i sindacati (i cui “reggenti” guadagnano cifre spropositate) ormai ridotti a notai del Potere, le Città Metropolitane, il numero madornale di Enti inutili mai aboliti, e chissà che altro ancora, ciascuno provvisto di Sindaci, vice sindaco, direttori, dirigenti, vari “governatori”, segretari, impiegati, esperti, meno esperti. Un esercito sig. Presidente. Una Nazione nello Stato italiano. Cosa ne pensa sig. Presidente? Qui giunto non mi sembra difficile comprendere quanto la mastodontica, multiforme struttura che Le ho evidenziato, mi corregga se sbaglio, questo enorme peso “meccanico” ed “economico” possa incidere sulla popolazione. Oppressi e “torchiati” senza soluzione di continuità dallo smisurato peso di cui le opere murarie sono un’inezia. Siete ormai un fardello immisurabile di “persone” dedicate a “fare politica”. Il Casini si è testé inventato il partito “Moderati per l’Europa” come non bastassero quelli che ci sono. Che faccia! Probabile che il PD si scinda. Sig. Presidente! Lei non si accorge che ci stanno prendendo per il “culo”… perdinci ancora questa parolaccia, non ho parole per giustificarmi sig. Presidente, mi cospargo il capo di cenere del resto piove di tutto sotto il cavalcavia dell’autostrada e fa un freddo… a Genova c’è il vento sig. Presidente. Dove ero rimasto? Ah! Sì. Ci prendono in giro. Non solo coloro che abitano nei Vostri Palazzi, uffici, Dipendenze, Segreterie… pure quelli “occulti”, che “non si vedono”, famigliari, parenti, affini, amici e amici degli amici fra i quali, bontà loro, il tasso di disoccupazione è 0 (zero). E non è che qualcuno di questi abbia trovato lavoro nel corpo dei vigili del fuoco che per 1.200 €uro al mese si infilano in tunnel claustrofobici per salvare una sola vita umana, perfino tre cuccioli di pastore. No! I congiunti della “congrega”… Ehm! Casta va bene? Ricoprono tutti incarichi di responsabilità, hanno la carriera spianata per sostituire genitori, zii, nonni e bisnonni. Veri e propri scienziati di cui non potremmo mai fare a meno. “Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze di trattamento MACROSCOPICHE anche in seno alla stessa generazione sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Così Tito Boeri, presidente Inps, ha recentemente dichiarato al convegno “Tutto pensioni” organizzato da “Il Sole 24 ore” a proposito della manovra contenuta nell’ultima legge di bilancio. Già nei primi giorni del suo insediamento questo galantuomo denunciò gravi complicazioni legate ai “vitalizi” che percepite sig. Presidente, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura per la precisione. Il suo pari grado “onorario” Napolitano Giorgio ha una “pensione” di 880 mila €uro all’anno oltre ad appartamento, auto, scorta, autista, e non paga un cazzo… oddio mi sono lasciato andare. Neppure gli costano i viaggi in treno avendo una carrozza privata a disposizione. E non è l’unico, neppure ho finito sig. Presidente poiché per “Voi onorevoli”, la reversibilità è totale, ossia mogli, mariti e congiunti proseguirebbero a succhiare lo Stato. “Grazia ricevuta e dovuta”.
Ho concluso sig. Presidente. Non spedirò questa missiva, la considero una “bozza”, devo meditare, forse qualche “taglio” è necessario. In ogni caso il finale della “bella copia” che redigerò quando mi si scongeleranno le mani, depurata di ogni sillogismo, sarà più o meno questo:
“Lei che ne pensa sig. Presidente? Ho ragione? O NO?”
Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web “The dark side of the soul”

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