Archivi categoria: Cinema

Francesco Grandinetti – CARLO RAMBALDI “Arte e Cinema” – 5/27 agosto 2017 teatro Grandinetti – Lamezia Terme CZ Italy

CARLO RAMBALDI

“Arte e Cinema”

Dal 5 al 27 agosto 2017 teatro Grandinetti di Lamezia Terme CZ Italy

DANIELA RAMBALDI vicepresidente del
Museo “Fondazione Rambaldi”

ANNUNZIATA STALTARI
“Associazione Artisti del Quadrifoglio”

ANGELA ARTEPOZZO
“Associazione Artepozzo”

Ing. FRANCESCO GRANDINETTI
“Teatro Grandinetti – Lamezia terme”

La targa in marmo esposta a fronte del teatro Grandinetti in Lamezia Terme recita:

«La costruzione del teatro Grandinetti ad opera di

FRANCESCO GRANDINETTI

nato a Sambiase nel 1897 iniziò alla fine degli anni ‘30 è continuò, tra mille difficoltà per il reperimento dei materiali, durante il periodo della II guerra mondiale.
Il teatro Grandinetti è stato inaugurato il 6 gennaio 1946.
FRANCESCO GRANDINETTI aveva già costruito nel 1919 un altro teatro a Sambiase, ora Lamezia Terme.
Lamezia Terme, dicembre 2009»

È indubbio quanto la famiglia Grandinetti abbia in tutti i modi coltivato il proprio senso del vivere civile, amore per la cultura sotto qualsiasi forma essa possa manifestarsi ed attaccamento alla città natale cui ha in tutti i modi contribuito a conferire lustro. Persone d’altri tempi che hanno messo a disposizione della comunità il loro spirito imprenditoriale.
In questa circostanza corrono dunque obbligo e condivisione rivolgere il più sentito ringraziamento all’ing. Francesco Grandinetti la cui totale disponibilità ha consentito di realizzare l’evento che resterà impresso nella storia di Lamezia, della regione Calabria, e ovunque nel mondo.
Sono certo di interpretare il pensiero di Daniela Rambaldi, Annunziata Staltari, Angela Artepozzo, Giuseppe Lombardi, gli artisti e collaboratori tutti nel renderli partecipi di questo atto di ossequio.
Un’ultima individuale considerazione… Mi domando come sia possibile non apprezzare il clima che si respira già nel momento in cui ci si trova nei pressi del teatro Grandinetti. Appena si accede all’interno è come viaggiare nel tempo. Le luci, lo stile liberty baroccheggiante, il palco, le “quinte”, i loggioni, il soffitto a cassettoni ti fanno vedere signore “…vestite di voile e di chiffon…” che si accomodano nelle poltrone accompagnate dalla voce di Achille Togliani. Per quanto conosca di Carlo Rambaldi, lettura, biografia, sue realizzazioni, film, opere pittoriche ammirate ed in gran parte da ciò che mi è stato narrato dall’amica Annunziata Staltari Celea la quale ha avuto il privilegio di conoscerlo, sostengo che il Maestro, per la grande semplicità che lo caratterizzava, avrebbe voluto essere celebrato con la manifestazione di sincero affetto organizzata da Angela ed Annunziata  esattamente svoltasi come e dove avvenuta, senza ridondanza alcuna, istrionismo, appariscente finzione, ivi compresi gli intoppi, ritardi, eccezioni enumerati minuziosamente da virtuosi del bulino (utensile per incisione a mano su materiali vari al fine di asportare bavature, smussare spigoli, ecc. In paletnologia, lama di selce a forma di scalpello, propria del Paleolitico superiore). L’elaboratore Hal 9000, e concludo, del capolavoro di Stanley Kubrick “2001 odissea nello spazio” sbagliò nel fornire un dato all’equipaggio dell’astronave “Discovery One” in viaggio verso Giove poiché aveva raggiunto la fallibile perfezione di “Homo”. Lo stesso regista che in “Shining” evidenzia la labilità della mente umana quando il soggetto si trova solo dinanzi al proprio limite di individuo ed artista così che negli spazi tombali del gigantesco albergo cerca di ritrovare immaginari percorsi che gli forniscano l’alibi per sopprimere i solo testimoni del suo fallimento. Ma questa è un’altra storia…
Per quella magnificamente svoltasi fra le mura del teatro Grandinetti il mio personale “grazie” all’ing. Francesco Grandinetti che mi ha onorato della sua amicizia.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: ricavata dal web – Scorcio di interno Teatro Grandinetti – Lamezia Terme CZ Italy

RIPRODUZIONE RISERVATA – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA A ing. FRANCESCO GRANDINETTI, “FONDAZIONE CARLO RAMBALDI”, “ASSOCIAZIONE ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO”, “ASSOCIAZIONE ARTEPOZZO” 

DAL PALCO…

(Teatro Grandinetti – Lamezia Terme – Mostra Carlo Rambaldi – 5 agosto 2017)

DAL PALCO…

Verrà quel momento siderale
e il buio, l’oscurità, sarà
profonda come il Male,
quasi da sembrare giorno
maligno, tutto in esso
annullato, stelle, galassie,
ammassi di materia
tornati allo stadio primordiale,
inizio, altro risorgimento cosmico.
Pensieri, sogni, speranze,
arte e cultura, le liriche ed i canti,
guerre, invidia, opere magistrali
più non saranno. Neppure mai esistiti.
Ma… un segnale, seppur tenue
come il vagito neonatale,
persisterà nell’etere,
visione! Senza occhi ad osservarla,
abbagliante, inarrestabile, coraggiosa,
composta dall’invenzione di Max Baroni,
dolcezza senza pari Mirella Avenoso,
generosità, fratellanza Gabriella Spadaro,
lo sguardo di seta, penetrante, scudisciate plananti su pubblico silente,
come di tappeto volante che ovunque si posa e s’invola all’istante, sfuggente,
e permane: Paola Fortuna.
E il mio genio.
Non diranno alcunché questi nomi ma…
saranno qualcosa da cui ripartire,
volare verso accoglienti approdi.
Rinascita.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza: Teatro Grandinetti – Lamezia Terme – Mostra Carlo Rambaldi – 5 agosto 2017 – A sinistra di Salvatore Gatta, a destra Mauro Giovanelli

RIPRODUZIONE RISERVATA – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA A “FONDAZIONE CARLO RAMBALDI” – “ASSOCIAZIONE ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO” – “ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTEPOZZO”

Marilina

Marilina

…proprio in quel momento
sciolsi le briglie del pensare,
sguinzagliai ogni nozione
per cedere il mio universo
a differente emozione.
Allora mi persi
nell’appurare quanto,
con la propria esistenza,
ciascuno potrebbe offrire.
L’istante che notai franchezza
priva di recitazione,
eleganza innata,
si respira, percepisce,
procede inosservata,
stile che nella natura
mimetizza ogni movenza,
bellezza di scultura
eseguita da sommo maestro.
Nella realizzazione
egli guardò al Cielo
dissipando l’ispirazione.
Semplicità fattasi arte pura.
Fu al calar della sera che…
vidi Daniela.

Lamezia Terme (RC), 10 agosto 2017

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Dedicata a mia moglie preziosa compagna in questa avventura

Immagine in evidenza: Foto Miraggiodilux (Lucio Russo ph.)

RIPRODUZIONE RISERVATA 

NOTA A MARGINE (Il cretino)

NOTA A MARGINE
(Il cretino)

La generosità! Ecco il mio unico difetto. Così ogni volta che mi capita di incontrare un cretino cerco di migliorarlo… ci casco sempre! Non desidero qui citare il grande Anacleto Verrecchia “Parlare con gli imbecilli é inutile, con le persone intelligenti potrebbe essere superfluo.” Neppure Oscar Wilde “Mai discutere con un idiota, vieni trascinato al suo livello e ti batte con l’esperienza.” Per l’appunto… nella pratica a nulla sono serviti i grandi autori, filosofi, letterati, matematici visitati attraverso i loro scritti fra i banchi degli istituti di istruzione di ogni ordine e grado, alla fioca luce di una lampada, seduto su legnosi sedili dei mezzi pubblici piuttosto che avvolto da lenzuola rese umide dall’amplesso appena consumato. Quando mi imbatto nel cretino vengo tradito dalla mia natura portata a dare senza nulla pretendere in cambio.
Adesso… Nella manifestazione tenutasi a Lamezia Terme, teatro Grandinetti, in onore del grande Maestro degli effetti speciali Carlo Rambaldi le cose non sono andate alla perfezione, questo è scontato, ma il cretino doveva necessariamente elencare con minuzia ogni particolare fuori “norma” (eh, sì! Il cretino… per sovrapprezzo sedicente artista, viaggia con il “manuale delle giovani marmotte” che solo gli appartenenti a questa tribù tengono al posto del cervello). A tutti coloro che hanno presenziato la manifestazione di certo non sono sfuggite le anomalie accuratamente ed in modo maniacale evidenziate dal cretino. Perché alla fin fine non è tanto l’inventario buttato giù da costui a farmi perdere ancora parte del mio prezioso tempo nel redigere questo articolo quanto coloro che gli vanno appresso invece di buttarlo giù dal “loggione” (come dal palco ebbe a dire il grande Ettore Petrolini avverso un cretino sgradevole: “…io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto”). Quindi vengono fuori i “mi piace”, “…continuo ad essere sempre più convinto che tutto deve cambiare…”, “…è anche la mia impressione!!!!”, “…bastano le foto dei profili per capire…” (???) “…sono perfettamente d’accordo!”, “…come spiega l’arte il tal dei tali… Tanto di cappello!”, ecc. Perché il cretino non comprende, neppure mai la sua scatola cranica potrebbe essere attraversata da quel briciolo di sensibilità e poesia da fargli apprezzare il clima… oserei dire familiare, fuori dagli schemi, i prodotti genuini offerti da Annunziata e opportunamente sbranati, la feroce secchezza delle fauci nel cercare di spiegare concetti al vuoto organico ed inorganico di uno o due cretini. Dato che il cretino, inconsapevolmente cosciente del suo stato, è lì per essere onnipresente negli scatti con gli Oscar, pronto come una talpa a sniffare la debolezza del vicino, fare interventi ripetitivi e colti “…dietro ad ogni grande uomo c’è sempre una grande donna!”, inopportuni ed errati paragonando quattro premi Oscar per regia o recitazione con i tre del grande Maestro degli effetti speciali. Il cretino sta attento ai decibel più che al contenuto di due poesie che da sole valgono l’ora e mezza a disposizione per parlare del Maestro ed altri diciassette artisti. Quando stupefatto ti imbatti nell’opera del cretino, un labirinto dal quale ci si aspetterebbe di veder uscire Jack Nicholson formato “puffo” che digrigna “Wendyyyyy!” e cerchi di entrare nel suo microcosmo… il cretino non ascolta, ti piazza in mano la brochure redatta dal medesimo avendo in essa inserite inenarrabili corbellerie sul “Il macrocosmo” e… con postura stile “Carlo Verdone” del tipo “…Ma che stai a di’… io so tutto” sta già studiando la mossa per trafiggerti così da realizzare il nulla di cui è composto. Il cretino ha il biglietto da visita con scritto “ARTISTA” poiché deve ricordarselo, oppure “POETA”, “SCRITTORE”, “POETESSA” secondo il genere, “SCRITTRICE”. Al cretino vorrei dire che gli posso insegnare a vivere e non vivere, parlare, ascoltare, scrivere, tacere… finanche a pensare. Lo capirà?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

CARLO RAMBALDI – “Arte e Cinema” – Dal 5 al 27 agosto 2017 – teatro Grandinetti di Lamezia Terme

CARLO RAMBALDI

“Arte e Cinema”

Dal 5 al 27 agosto 2017 teatro Grandinetti di Lamezia Terme

DANIELA RAMBALDI vicepresidente del
Museo “Fondazione Rambaldi”

ANNUNZIATA STALTARI
“Associazione Artisti del Quadrifoglio”

ANGELA ARTEPOZZO
“Associazione Artepozzo”

La commemorazione del nostro geniale Carlo Rambaldi, tre volte premio Oscar per gli effetti speciali (superfluo ma doveroso menzionarli: “King Kong”, 1976, John Guillermin – “Alien”, 1979, Ridley Scott – “E.T. l’extra-terrestre”, 1982, Steven A. Spielberg) e la contemporanea presentazione in anteprima mondiale dei suoi inediti dipinti, si stanno allontanando nello spazio e nel tempo lasciandosi dietro una scia luminosa di speranza per le generazioni future. Come ho avuto modo di esprimere in un mio articolo di qualche mese fa sembrerebbe che con il suo ultimo lavoro il Maestro abbia voluto dissipare nell’azzurro delle pupille di ET ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili (Alien)”. Accanto ai suoi lavori sono infatti esposte opere di artisti contemporanei, giovani e meno giovani, pittori, fotografi, scultori i quali proseguiranno il viaggio intrapreso dal papà di Daniela e della più rassicurante e sperduta creatura aliena che la fantasia di sceneggiatori e registi sia mai stata in grado di proporre. Splendida Daniela Rambaldi, cordialità, simpatia, eleganza e bellezza stupefacenti.

Sono stato chiamato, e volentieri ho accolto, per introdurre l’evento assumendone il grande privilegio e responsabilità. Spero di essere stato all’altezza, cosa facilissima da realizzare se, fatto neppure più unico di questi tempi, non avessi incontrato persone di rara squisitezza dunque mai avrei potuto correggere la rotta rifugiandomi, come alcuni critici “accreditati” potrebbero permettersi di fare, in facili, acuminati, offensivi commenti. Mi sono pertanto adeguato alla figura di presentatore “indebitato” (con me stesso), se non altro per la commozione, partecipazione ed entusiasmo che ho avuto modo di percepire. Ovviamente ho pure attraversato banchi di pulviscolo cosmico, scorie e materiali di rigetto delle implosioni di corpi vaganti collassati; rientra nei limiti della normalità che qualcosa si perda nello spazio interstellare. Verso il nulla che l’ha generata.

Dunque ho virato sulle opere del Maestro Carlo Rambaldi (Vigarano Mainarda – Ferrara, 15 settembre 1925 – Lamezia Terme, 10 agosto 2012) per “atterrare” su una base spaziale abitata da moderno impressionismo, espressionismo, futurismo “statico” ed esecuzioni di panorami fantasiosi che di certo costellavano la mente di questa personalità unica. Il fatto che tuttora tali panorami possano sussistere è discorso da non affrontare in questa sede.

Nella stupefacente Regione che ci ha accolto, micro e macro “Cosmo” di bellezze naturali, paesaggistiche, coste, mare, arte, sole, colori e antichità che qui riflettono al massimo grado ogni tesoro della nostra Penisola ho avuto modo di sognare con l’amabilissima Daniela Rambaldi, vicepresidente della “Fondazione Carlo Rambaldi”. Il dott. Giuseppe Lombardi direttore della medesima che ringrazio di cuore per le istintive parole spese nei miei riguardi al Red Carpet. Annunziata Staltari Celea (Associazione Artisti del Quadrifoglio), tenace, meravigliosa persona, intellettualmente e moralmente pulita, onesta nel racchiudere in sé tutte le sfaccettature di questo grande patrimonio che ci è stato dato custodire e godere. Angela Maioli Parodi (Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea) grazia ed eleganza, il modo delicato di porgerti un bicchier d’acqua narra di antiche leggende e passa inosservato ai più come falena nelle notti senza luna, il suggerimento che ti sfiora leggero. Max Baroni, poeta, ballerino, fantasista e giovane amico conosciuto da sempre. Unitamente al corpo di ballo rappresentato dalle bravissime Mirella Avenoso e Paola Fortuna è stato dato l’avvio all’evento con una performance suggestiva, interpretata stupendamente, perfetta! Così come l’amica scrittrice e danzaterapeuta Gabriella Spadaro che nel “dietro le quinte” non si è risparmiata affinché tutto procedesse per il meglio.

Gli artisti contemporanei che ci hanno accompagnato:

Cosimo Allera. Le sue opere in ferro sono tese al superamento del “volume” al fine di raffigurare l’inconscio del soggetto raffigurato cui tende ad imprimere vita e movimento. Futurismo ed espressionismo nuova generazione. Nell’opera esposta al teatro Grandinetti risalta la tendenza al superamento di una fase attraverso la lavorazione del metallo per dare “corpo” alla materia inerte.

– Ho visto negli occhi dell’artista Elisa Donetti l’avvilimento di chi subisce grave ingiustizia. Come negli attimi di vita, emozioni, gesti che fissa con insolita maestria nei suoi dipinti ad olio trovando ispirazione dal palcoscenico della quotidianità. Ho avuto l’impulso di abbracciarla, consolarla quasi fosse bambina, il viso di una dolcezza incantata, sembrerebbe vivere nel mondo che ha iniziato ad elaborare con collage di frammenti opportunamente preparati ed inseriti a mosaico sul supporto. I suoi màndala perenni, da non dissolversi ad esecuzione avvenuta per ricordare la caducità delle cose bensì elaborato della crescita interiore di Elisa, spinta che la riconduce alla fiaba. Nell’opera esposta ho avuto modo di osservare guarnizioni metalliche che vibrando si distanziano dalla base, applicazioni che vorrebbero evidenziare realisticamente la prospettiva del suo sogno. In effetti anche nelle sue figure ad olio si avverte distacco dalla realtà, momenti di sospensione dal quotidiano del personaggio rappresentato.

Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) e l’immaginario pittorico accessibile, confortevole, pervaso da porte, varchi, accessi, volte, scalinate che consentono o impediscono l’accoglimento di ogni visione onirica di cui l’opera è pervasa.

Enrico De Sisto e l’onda d’urto del primo impatto avuto con “Fulmine sul monte Terminillo” e “Curva bianconera”. Mi sono aggrinfiato alle sfere che forse solo io vedo, masse esoteriche incombenti sulle figure in basso, agnelli e “la morte nell’anima” del pubblico “tifoso”. Eccellente.

– Le spettacolari immagini di Fabrizio Gatta, fotografo e video maker. Oltre alla sua indiscutibile professionalità a 360 gradi, egli è esploratore del corpo femminile, mistero che pone fra due vetrini per analizzarne al microscopio polarizzatore ogni più recondito recesso carnale e spirituale.

Giacomo Mozzi, fotografo video maker, abile nel fissare il momento dell’accadimento, l’adolescente che cerca di attirare l’attenzione, nel salutare desidera essere ammirato prima del tuffo, una delle tante prodezze che dovrà affrontare nella vita rappresentata dall’onda che sta raccogliendo energia per metterlo a dura prova. Bella persona Giacomo, esperto, schivo, umile, competente, sensibile eppur attento e di grande professionalità.

– Gianfranco Bianchi. Ginepraio… Labirinto! Vedo il tentativo di riprodurre la leggendaria costruzione tradizionalmente attribuita all’architetto Dedalo e caratterizzata dall’intersezione multipla di percorsi talmente intricati da rendere difficile l’orientamento. Un groviglio per esprimere la complessità della mente umana? Chi ci avrebbe mai pensato! Potrebbe essere che l’esecutore di tale manufatto abbia voluto evidenziare l’insidia, viltà, egoismo insiti nella natura umana e celati tra gli anfratti del senno? Ecco! Sotto tale aspetto quanto esposto potrebbe essere attinente.

Lino Monopoli, cultore di “Pinocchio”, filosofia allo stato puro, distillato dei più significativi concetti di come intendere la vita in società non inquinati da ridondanti ulteriori nozioni, stratificazioni del pensare. Lino concentra la sua arte pure traguardando la varia umanità, compone disegni ed effettua ritratti sui mezzi pubblici a persone sconosciute sperimentando tecniche miste con chine ed olio.

Lorenzo Bersini… Lorenzo Bersini! Immagini dalle tonalità argentee, luminescenti, acquose, colori tanto più “inventati” quanto reali nell’armonia delle variegate composizioni alchemiche, immagini cui l’artista imprime forza vitale estrema, il senso del divenire nelle multiformi impercettibili soste esistenziali, amore, stupore, disorientamento, passione, bellezza e ammirazione della donna e tutto quanto in essa si celi. Vigore creativo, quasi rabbia nell’imprimere passione ai volti, estrarre da essi l’anima, il pensiero, ogni desiderio indicibile finanche a loro stesse. Con maestria e realismo magici è sorprendente che tutto ciò fuoriesca da supporti in carta artistica 30% cotone.

Luciano Cantoni. Il gesto! Ed ogni espressione che contrassegna gli attimi della nostra esistenza. L’inconsapevolezza del movimento quando non siamo noi a volerlo. Nasce istintivo dagli impulsi che riceviamo nella quotidianità che ci circonda. Cenni che sono alfabeto del vivere, segnali dello stato d’animo che ci hanno colti impreparati, anche un silenzio ridondante in cui d’improvviso ci troviamo immersi si riverbera nella mimica del corpo. L’inevitabile cambiamento di una situazione che rappresenta “nicchia” del reale, l’essere scalfiti dalla inarrestabile mutevolezza del tutto, l’instabilità dei nostri affetti, l’incostanza del tempo siderale, il dolore e la gioia, effimeri entrambi, la veglia ed il torpore che ad essa ci rapisce forse per imitare il sonno eterno, prova generale dell’ultimo traguardo.

Luciano Tigani, colori tenui, delicati, impressi al supporto con massima cura e attenzione del dettaglio. L’osservatore è costretto a percorrere i suoi scorci poiché lasciano intuire ciò che potrebbe celarsi oltre i confini della tela. Fiumi e tracciati che ci indirizzano, in silenzio, in un luogo di certo inquilino della nostra mente.

Marco Creatini, metafisica, inconscio, superamento del limite, sogno, eternità… fuggevole eternità, ingannevole, mutevole, avvolgente e scoprente. Con evidenti richiami al “classico” l’Autore cerca di afferrare l’allucinazione per raggiungere spazi in cui fermarsi a contemplazione del Tutto.

Maria Pia De Micheli. Cercare! Sempre. L’investigazione costante, senza sosta. Mai fermarsi, il miraggio fa muovere le cose di questo mondo ed è possibile trovarne le chiavi di lettura nel castello incantato che si erge sia “oltre” le miserie umane sia nel bar affollato, fra moltitudine di persone ciascuna di esse in religioso raccoglimento nell’origliare il silenzio della loro quotidiana fatica di vivere.

Mario Longhi ci guida nelle opposte direzioni che dall’uomo (siamo noi misura di riferimento dell’Universo?) si dipartono alla ricerca della prova inconfutabile dell’esistenza di “qualcosa al di là” che dia infine contezza della reale massa che rappresentiamo nel Cosmo.

MBU-69 Artist – Opera innovativa sotto tutti gli aspetti. Attraente, accattivante. Nostalgico e promettente percorso nel mondo di un’arte da troppo tempo sottovalutata se non ignorata: Il fumetto. Non ho avuto modo di ammirarla come merita, ogni volta che abbandonavo il campo in esplorazione una forza magnetica mi riportava dinanzi al quadro per ritrovare altri ricordi, sensazioni. Neppure ho potuto verificare gli innumerevoli autori disposti con maestria in una magico collage “imballato” con spago come un tempo si usava per le gonfie valige dei “migranti” italiani. Guido Crepax, Hugo Pratt, Jean Giraud (Moebius) e, andando più indietro, “Il grande Blek”, “Capitan Miki”, Tex Willer, Rolad Eagle, Liberty Kid, Nembo Kid… Ce ne sarebbe da scrivere. Non posso evitare la citazione di Umberto Eco “Quando mi voglio rilassare leggo Hegel, se desidero impegnarmi Corto Maltese di Hugo Pratt”.

Nino Romano. “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino ha tagliato la mia vita (intendo proprio la mia). Pure il tratturo appena accennato in “Campo di grano” del Maestro Van Gogh, percorso che lo perderà nel nulla. Anche i binari attirano la nostra attenzione, in quel punto specifico dove si incontrano, all’infinito, sfuggente realtà (non potrebbe essere altrimenti), percezione nell’immobilità. Inganno. Nel cercare di avvicinarlo si allontana indefinitamente. Nino ambisce a tale meta che troverà solo al “limite” dove c’è… Tutto. Lo si intuisce e questo dà respiro alla nostra anima, seda l’irrequietezza ma… Sarà sufficiente?

Nuccio Gambacorta. La domanda: “Alice nel Paese delle Meraviglie è… morta?” Perché solo attraverso il suo specchio potremmo raggiungere la dimensione cui ciascuno di noi aspira. Mi ci sono trovato dinanzi. Non è piano, avevo un metro nella mano destra ed osservavo la mia immagine distorta oltre confine cui riferivo il suo metro essere più corto del mio. Per di più ribaltato. “No!” mi rispondeva. “Guarda!” e misurò la lunghezza del tavolo. “Tre metri. Prova tu!” Misurai il tavolo che proprio tre metri risultò essere. Al di là tutto è conformato secondo altre leggi, proprio come da questa parte. L’uomo del dipinto varca entrambe le dimensioni, possiede il passaporto per attraversare indifferentemente ogni estensione, conosce la combinazione pertanto entra ed esce con disinvoltura mentre sembrano immobili gli ippocampi antropomorfi, cavalli alati, arcobaleno, il castello fatato che poggia al termine della folta chioma di altra figura umana alterata dal “mondo di mezzo”. Sullo sfondo lo statico profilo dell’incombente metropoli.

Valeria Ballestrazzi (Balleva). Nelle sue opere non credo di essere l’unico a contemplare una “Golconde” di sfere, bolle di sapone fluttuanti nella “schermata”. Non statiche come gli omini in bombetta (cadenti? Ascendenti?) dell’opera di Magritte ma librate nell’aria. Alla figura geometrica si aggiunge il gioioso tumulto di flora e fauna pervasi dal baluginare di colori maestosi, benevoli, frangenti che investono l’osservatore quasi a volerlo trascinare all’interno del dipinto. Le forme interagiscono fra loro in perfetta assonanza ed ogni singolo cromatismo potrebbe determinare imprevedibilmente il futuro che immagino coloratissimo e movimentato per questa artista.

Jessica Spagnolo. Percorre la realtà pittorica ricca di luci e ombre al fine di condurla alla figura quale soggetto predominante dei suoi quadri. Per quanto mi riguarda è sufficiente osservare il suo “Finalmente albeggia” per comprendere la forza espressiva che Jessica riesce ad imprimere. Nello sguardo del nomade, volto circondato dai mirabili panneggi della kefia bianca, vedo la luce del sole, ne avverto il primo calore, ogni riverbero che preannuncia la sua totale comparsa, non il nostro astro, un altro si leverà alto sull’orizzonte, più grande, implacabile, vitale. Nello sguardo del nomade ravviso meraviglia. Oltre i confini della nostra “civiltà” il quotidiano avvenimento è “stupore”, ringraziamento, curiosità, incredulità, vita e morte. Nello sguardo del nomade vedo bontà in continuo conflitto con il male che la definisce e identifica. Nello sguardo del nomade, il profilo di tre quarti nel gioco della fioca luce e penombra che, all’interno della tenda, proprio quelle tonalità assumono, i riflessi ed i riverberi della pupilla… nello sguardo di quel nomade vedo la mia ansia di ritornare nel deserto, nel sud/est del Sahara, accanto alle eterne grotte che custodiscono graffiti dei nostri progenitori. Questo ed altro vedo nello sguardo di quel nomade.

Ringrazio tutti di cuore, esperienza indimenticabile. Nel salutarvi desidero parafrasare l’affermazione del grande Pier Paolo Pasolini con cui il Maestro Carlo Rambaldi ebbe modo di collaborare:

“Il cinema è un’esplosione del mio amore per la realtà”
Pier Paolo Pasolini – Empirico eretico

Da oggi possiamo dire che il cinema è anche esplosione di amore per il sogno. L’arte il solo strumento che ci permetterà di realizzarlo.

Lamezia Terme (RC), 5 agosto 2017

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza: A sinistra manifesto della rappresentazione – A destra Daniela Rambaldi e Mauro Giovanelli, foto Miraggiodilux (Lucio Russo ph.)

RIPRODUZIONE RISERVATA AL “MUSEO FONDAZIONE RAMBALDI”, “ASSOCIAZIONE ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO”, “ASSOCIAZIONE ARTEPOZZO” E/O PER CONDIVISIONE INTEGRALE SU FACEBOOK

CARLO RAMBALDI – “Arte e Cinema” – Dal 5 agosto prossimo al teatro Grandinetti di Lamezia Terme

CARLO RAMBALDI

“Arte e Cinema” – Dal 5 agosto prossimo al teatro Grandinetti di Lamezia Terme

DANIELA RAMBALDI vicepresidente del Museo “Fondazione Rambaldi”

ANNUNZIATA STALTARI – “Associazione Artisti del Quadrifoglio”

ANGELA ARTEPOZZO – “Associazione Artepozzo”

“Nello spazio nessuno può sentirti urlare.”

Spente le luci della sala cinematografica è questa la tagline che nel comparire improvvisamente sullo schermo smorza ogni brusio. La frase breve e diretta riassume in modo istantaneo quanto ci verrà proposto dalle immagini a seguire costringendo lo spettatore a raddrizzarsi verso lo schienale della poltrona per rimanervi inchiodato fine alla fine del film. “ALIEN”! Del grande Ridley Scott, forse il più celebrato, discusso e rivisitato in successive opere non meno coinvolgenti, è uno dei tanti capolavori di questo regista. Non oserei neppure relegare tale pellicola nel genere fantascienza poiché tratta sì di un futuro ormai alle porte ma scava passato e presente del nostro inconscio riportando a galla paure e incubi ancestrali, senso del vuoto, spazio infinito, mistero, buio, ignoto minaccioso e angosciante.
Tutto ciò grazie ad uno dei maggiori artisti cui il nostro Paese ha dato i natali: Carlo Rambaldi nato a Vigarano Mainarda (Ferrara) il 15 settembre 1925 e morto a Lamezia Terme il 10 agosto 2012 dove viveva. Noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico vinse tre premi Oscar per i migliori effetti speciali prima in “King Kong” di John Guillermin del 1976, “Alien” (1979) ed in ultimo “E.T. the Extra Terrestrial” (1982) di Steven Spielberg. Emozionando il mondo intero con quest’ultimo lavoro, probabilmente la sua opera migliore, ha voluto dissipare nell’azzurro delle pupille della creatura protagonista venuta dall’abisso degli spazi siderali ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili.
Diplomato geometra e laureatosi all’Accademia di belle arti di Bologna, nel 1956 Carlo Rambaldi inizia a frequentare gli ambienti della produzione cinematografica italiana per il film Sigfrido di Giacomo Gentilomo e successivamente lavorando al seguito di registi dello spessore di Mario Monicelli, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Dario Argento, sempre con Spielberg per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) e “Dune” (1984) di David Lynch. Egli è stato il primo e forse unico autore di effetti speciali obbligato a provare dinanzi a un giudice la natura artificiale di quanto realizzato nei film. Infatti per la scena della vivisezione canina in “Una lucertola con la pelle di donna” (1971) di Lucio Fulci, quest’ultimo venne citato in tribunale con l’accusa di crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale qualora Rambaldi non avesse fornito alla Corte la “prova provata” delle sue capacità di far apparire come “veri” i fantocci di cani utilizzati per le riprese. È un di più sottolineare che quando nel 1971 venne riaperta l’istruttoria in merito alle circostanze sulla morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente dispose un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo ed a Carlo Rambaldi fu commissionato il manichino che duplicasse in ogni minimo particolare le caratteristiche della vittima. Tutto questo la dice lunga sulla creatività dell’artista.
Successivamente negli USA, ad Hollywood, Carlo Rambaldi affinerà il suo ingegno mediante l’utilizzo della meccatronica (effetti speciali ottenuti con l’unione di meccanica ed elettronica).
È stato membro del “Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival” e “Accademia ACT Multimedia” di Cinecittà nonché giurato della manifestazione di Assisi, il “Calendimaggio”. Dopo la sua morte il Comune calabrese di Motta Santa Lucia (Catanzaro) creò il “Premio alla memoria di Carlo Rambaldi”, futura collaborazione fra il Comune e la “Fondazione Rambaldi” la cui onorificenza fu ritirata dalla figlia Daniela Rambaldi per mani del Sindaco Amedeo Colacino.
Oggi per la prima volta in esclusiva mondiale saranno proposte le opere pittoriche di questo Maestro degli effetti speciali grazie ad Annunziata Staltari e Angela Artepozzo rispettivamente della “Associazione Culturale-Internazionale Artisti del Quadrifoglio” e “Organizzazione Artepozzo”. Due persone attive nel mondo dell’arte, tenaci, appassionate, capaci, competenti ed esse stesse autrici.
È scontato e quasi imperativo il fatto che sia proprio la città di Lamezia ad ospitare questa prima mostra dal titolo “Arte e Cinema” circa l’attività pittorica di Carlo Rambaldi avendo egli stretto da sempre un forte legame affettivo con la Calabria dove decise di trascorrere gli ultimi anni di vita pur essendo nato in provincia di Ferrara. Quindi Lamezia come prima tappa per l’esposizione delle opere del “padre” di E.T. ha un significato particolare che “Artepozzo” e “Quadrifoglio”, in collaborazione con Daniela Rambaldi vicepresidente del Museo intitolato al padre, il 5 agosto prossimo sanciranno al teatro Grandinetti esibendo la multiforme creatività del nostro genio oltre ad esecuzioni di altri pittori, scultori e fotografi invitati dagli organizzatori a condividere l’evento.
Poco o niente conosco circa l’aspetto del tutto artistico di Carlo Rambaldi ed in “rete” è pressoché impossibile trovare immagini dei suoi lavori giustamente custoditi con avvedutezza dalla figlia Daniela. Meglio così, mi saranno regalate ulteriori ed inedite emozioni quando visiterò la mostra ricordando a tutti che

“Durante la visione nessuno può lasciarsi andare ad esclamazioni”

Nel silenzio e rispetto di questo grande Artista avremo modo di valutarne appieno la grandezza.

Mauro Giovanelli – Genova

www.icodicidimauro.com 

Immagine in evidenza: Manifesto della Manifestazione – CARLO RAMBALDI – “Arte e Cinema” – Dal 5 agosto prossimo al teatro Grandinetti di Lamezia Terme 

RIPRODUZIONE RISERVATA

OSI STARE FUORI…

OSI STARE FUORI…

“Osi stare fuori
Osi entrare,
Quanto puoi perdere
Quanto puoi guadagnare,
E se entri
gireresti a sinistra o a destra
o a destra e tre quarti
Forse non così lesta.
Potresti confonderti al punto
da iniziare una volata
a rotta di collo per una strada dirupata
E sfacchinerai per miglia
attraverso una strana area disabitata
dirigendoti temo verso una zona desolata
Quella dell’attesa incondizionata.
Per gente che attende…
Attende che un treno parta
O che un autobus arrivi,
O che un aereo parta
O che la posta arrivi,
O che la pioggia smetta
O che il telefono squilli,
O che la neve cada in fretta
In attesa di una frase detta…
O di un filo di lustrini
O di un paio di pantaloni
O di una parrucca coi ricciolini
O di altre occasioni”.

Theodor Geisel (alias Dr. Seuss)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

CARLO RAMBALDI – “Arte e Cinema” – Dal 5 agosto prossimo al teatro Grandinetti di Lamezia Terme

CARLO RAMBALDI

“Arte e Cinema” – Dal 5 agosto prossimo al teatro Grandinetti di Lamezia Terme

DANIELA RAMBALDI vicepresidente del Museo “Fondazione Rambaldi”

ANNUNZIATA STALTARI – “Associazione Artisti del Quadrifoglio”

ANGELA ARTEPOZZO – “Associazione Artepozzo”

— °—

“Nello spazio nessuno può sentirti urlare.”

Spente le luci della sala cinematografica è questa la tagline che nel comparire improvvisamente sullo schermo smorza ogni brusio. La frase breve e diretta riassume in modo istantaneo quanto ci verrà proposto dalle immagini a seguire costringendo lo spettatore a raddrizzarsi verso lo schienale della poltrona per rimanervi inchiodato fine alla fine del film. “ALIEN”! Del grande Ridley Scott, forse il più celebrato, discusso e rivisitato in successive opere non meno coinvolgenti, è uno dei tanti capolavori di questo regista. Non oserei neppure relegare tale pellicola nel genere fantascienza poiché tratta sì di un futuro ormai alle porte ma scava passato e presente del nostro inconscio riportando a galla paure e incubi ancestrali, senso del vuoto, spazio infinito, mistero, buio, ignoto minaccioso e angosciante.
Tutto ciò grazie ad uno dei maggiori artisti cui il nostro Paese ha dato i natali: Carlo Rambaldi nato a Vigarano Mainarda (Ferrara) il 15 settembre 1925 e morto a Lamezia Terme il 10 agosto 2012 dove viveva. Noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico vinse tre premi Oscar per i migliori effetti speciali prima in “King Kong” di John Guillermin del 1976, “Alien” (1979) ed in ultimo “E.T. the Extra Terrestrial” (1982) di Steven Spielberg. Emozionando il mondo intero con quest’ultimo lavoro, probabilmente la sua opera migliore, ha voluto dissipare nell’azzurro delle pupille della creatura protagonista venuta dall’abisso degli spazi siderali ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili.
Diplomato geometra e laureatosi all’Accademia di belle arti di Bologna, nel 1956 Carlo Rambaldi inizia a frequentare gli ambienti della produzione cinematografica italiana per il film Sigfrido di Giacomo Gentilomo e successivamente lavorando al seguito di registi dello spessore di Mario Monicelli, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Dario Argento, sempre con Spielberg per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) e “Dune” (1984) di David Lynch. Egli è stato il primo e forse unico autore di effetti speciali obbligato a provare dinanzi a un giudice la natura artificiale di quanto realizzato nei film. Infatti per la scena della vivisezione canina in “Una lucertola con la pelle di donna” (1971) di Lucio Fulci, quest’ultimo venne citato in tribunale con l’accusa di crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale qualora Rambaldi non avesse fornito alla Corte la “prova provata” delle sue capacità di far apparire come “veri” i fantocci di cani utilizzati per le riprese. È un di più sottolineare che quando nel 1971 venne riaperta l’istruttoria in merito alle circostanze sulla morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente dispose un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo ed a Carlo Rambaldi fu commissionato il manichino che duplicasse in ogni minimo particolare le caratteristiche della vittima. Tutto questo la dice lunga sulla creatività dell’artista.
Successivamente negli USA, ad Hollywood, Carlo Rambaldi affinerà il suo ingegno mediante l’utilizzo della meccatronica (effetti speciali ottenuti con l’unione di meccanica ed elettronica).
È stato membro del “Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival” e “Accademia ACT Multimedia” di Cinecittà nonché giurato della manifestazione di Assisi, il “Calendimaggio”. Dopo la sua morte il Comune calabrese di Motta Santa Lucia (Catanzaro) creò il “Premio alla memoria di Carlo Rambaldi”, futura collaborazione fra il Comune e la “Fondazione Rambaldi” la cui onorificenza fu ritirata dalla figlia Daniela Rambaldi per mani del Sindaco Amedeo Colacino.
Oggi per la prima volta in esclusiva mondiale saranno proposte le opere pittoriche di questo Maestro degli effetti speciali grazie ad Annunziata Staltari e Angela Artepozzo rispettivamente della “Associazione Culturale-Internazionale Artisti del Quadrifoglio” e “Organizzazione Artepozzo”. Due persone attive nel mondo dell’arte, tenaci, appassionate, capaci, competenti ed esse stesse autrici.
È scontato e quasi imperativo il fatto che sia proprio la città di Lamezia ad ospitare questa prima mostra dal titolo “Arte e Cinema” circa l’attività pittorica di Carlo Rambaldi avendo egli stretto da sempre un forte legame affettivo con la Calabria dove decise di trascorrere gli ultimi anni di vita pur essendo nato in provincia di Ferrara. Quindi Lamezia come prima tappa per l’esposizione delle opere del “padre” di E.T. ha un significato particolare che “Artepozzo” e “Quadrifoglio”, in collaborazione con Daniela Rambaldi vicepresidente del Museo intitolato al padre, il 5 agosto prossimo sanciranno al teatro Grandinetti esibendo la multiforme creatività del nostro genio oltre ad esecuzioni di altri pittori, scultori e fotografi invitati dagli organizzatori a condividere l’evento.
Poco o niente conosco circa l’aspetto del tutto artistico di Carlo Rambaldi ed in “rete” è pressoché impossibile trovare immagini dei suoi lavori giustamente custoditi con avvedutezza dalla figlia Daniela. Meglio così, mi saranno regalate ulteriori ed inedite emozioni quando visiterò la mostra ricordando a tutti che

“Durante la visione nessuno può lasciarsi andare ad esclamazioni”

Nel silenzio e rispetto di questo grande Artista avremo modo di valutarne appieno la grandezza.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza ricavate dal web: Carlo Rambaldi e la figlia Daniela

RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO THOMAS CRAWFORD – (Errori grossolani nella cinematografia)

IL CASO THOMAS CRAWFORD
(Errori grossolani nella cinematografia)

Ed è proprio un incredibile ed inconcepibile “caso” di errore della sceneggiatura, supervisione e, di conseguenza, regia. Con l’aggravante che appartenendo al genere thriller “Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno” condito di “giallo giudiziario” con un pizzico del “maestro” Alfred Hitchcock, raccontato per immagini sempre sulla lama affilatissima dei colpi di scena e sottigliezze (dialogo fra il protagonista e l’accusa: “Se guarda attentamente troverà che ogni cosa ha un punto debole dove può rompersi presto o tardi.” “Sta cercando il mio?” “Ho già trovato il suo.” “E qual è?” “Lei è un vincitore Willy” “Perciò lo zimbello sarò io”) nonché cavilli legali, in sostanza vero e proprio duello fra cervelli fini, non avrebbe potuto né dovuto precipitare in una trappola tanto evidente quanto difficile da percepire forse per il superbo montaggio e l’impareggiabile interpretazione di Anthony Hopkins e Ryan Gosling (rispettivamente imputato e pubblica accusa).
La trama:
Thomas Crawford, competente, famoso e infallibile ingegnere aeronautico, scopre la relazione extraconiugale della giovane moglie Jennifer con il poliziotto Robert Nunally così decide di ucciderla mettendo in atto un piano perfetto (e lo è! – n.d.a.). Crawford provvede a scambiare la propria pistola con quella di Robert in una stanza del resort dove Jennifer e il suo amante si sono incontrati nel pomeriggio ed è con questa che a sera, una volta rincasata, Thomas le spara in volto, appena sotto lo zigomo sinistro, rendendola gravemente e irreversibilmente inferma. L’uomo chiama subito la polizia locale e nel vero intento di sostituire ancora le pistole solo a Robert permetterà di entrare in casa al fine di negoziare l’arresto. Il processo per “tentato omicidio”, apparentemente semplice, vedrà Crawford prosciolto per mancanza di prove non trovandosi l’arma del delitto ed essendo invalidata ogni altra prova per inefficienza, causa il trauma patito, dell’agente Nunally durante l’istruttoria. Da libero e incensurato cittadino l’ing. Thomas Crawford, senza impedimento alcuno e legalmente (siamo negli USA) deciderà di far “staccare la spina” alla moglie tenuta in vita artificialmente. Quando per puro caso l’avvilito avvocato Willy comprenderà del duplice scambio di armi deciderà di intentare un nuovo processo, questa volta per “omicidio” poiché deceduta la signora Crawford e non potendo processare due volte la stessa persona per il medesimo reato. Fine.
Ma… mi chiedo e rivolgo a voi la domanda:
Dove sta l’omicidio? La signora Jennifer Crawford non è morta a causa del proiettile sparatole in volto dal marito (avrebbe potuto sopravvivere a tutti loro viene detto nel film). D’altra parte quest’ultimo neppure potrebbe essere imputato di omicidio poiché, da affrancato cittadino incensurato ha deciso di fare in modo che venissero interrotte le sofferenze della moglie.
A mio avviso non sarebbe possibile formulare un capo d’imputazione in quanto inesistente il crimine.
O no?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

THE SEARCHERS (RIDE AWAY) – I RICERCATORI

THE SEARCHERS (RIDE AWAY)
I RICERCATORI
(canzone dei pionieri)
Theme song from the film “The Searchers” (1956)

What makes a man to wander?
What makes a man to roam?
What makes a man leave bed and board
And turn his back on home?

Ride away (Ride away), ride away (ride away), ride away

Some men they search for Indians
For humpback buffalo
And even when they’ve found them
They move on lonesome slow

Ride away, ride away, ride away

The snow is deep and oh, so white
The winds they howl and moan
Fire cooks a man his buffalo meat
But his lonely heart won’t warm

Ride away, ride away, ride away

Now, a man will search for fortune
Of silver and of gold
The silver he finds in his hair
While a weary heart grows old

Ride away , ride away , ride away

A man will search his heart and soul
Go searchin’ way out there
His peace of mind he knows he’ll find
But where, oh Lord, Lord where?

Ride away, ride away, ride away

********************

Cosa spinge un uomo a vagare?
Cosa rende un uomo viaggiatore?
Cosa sollecita l’uomo a lasciare letto e alloggio
per voltare le spalle alla casa?

Cavalca, vattene, fuggi…

Alcuni uomini cercano lo straniero,
altri la bufala bianca e gibbosa,
e anche quando li hanno trovati
si muovono lenti e solitari.

Cavalca, vattene, fuggi…

La neve è profonda e… Oh! Come è bianca!
I venti ululano e si lamentano,
un uomo cuoce sul fuoco la carne di bufalo
ma il suo cuore solitario non riceverà calore.

Cavalca, vattene, fuggi…

L’uomo cercherà fortuna,
argento e oro.
L’argento che troverà fra i suoi capelli
mentre il cuore stanco invecchia.

Cavalca, vattene, fuggi…

Un uomo cercherà il proprio cuore e l’anima.
Vai! Cerca la “via d’uscita”. Esiste.
Sa che troverà la pace della sua mente
ma dove? O Signore! Signore! Dov’è?

Cavalca, vattene, fuggi…

********************

(traduzione e liberissima interpretazione del sottoscritto)
Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web: Film “The Searchers” (1956)