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GRAZIE DARIO ROSSI SPERANZA (in italiano, english, spanish)

GRAZIE DARIO ROSSI SPERANZA
(in italiano, inglese e spagnolo – in italian, english and spanish – en italiano, inglés y español)

DARIO ROSSI SPERANZA, amico da sempre, che mi ha dato il coraggio di salutarlo con disinvoltura proferendo le parole più difficili da dire, “ti voglio bene”, tanto più ad un uomo considerando la mia indiscussa virilità e attrazione verso tutto ciò che ha consistenza femminea.
Le parole che seguono, puntualmente riportate così come mi sono pervenute dopo neanche un mese di conoscenza, tra l’altro “virtuale”, desidero condividerle con tutti voi poiché nel leggerle ho provato la sensazione di guardarmi in uno specchio molto particolare, difficilmente reperibile in quanto possiede la peculiarità di riflettere l’immagine senza invertirne gli opposti, la sinistra rimane tale e viceversa. Quindi ritratto perfetto che Dario ha voluto regalarmi. Lascio pure l’appellativo “Prof.” d’esordio, di cui ho titolo sebbene abbia sempre prediletto essere “Mauro”, quale sono e fui. In futuro mi permetterò con orgoglio di inserire questo “profilo” nei miei modesti lavori letterari unitamente alla “biografia” riportata in calce che da sempre li accompagnano.

PROFILO DI MAURO GIOVANELLI di Dario Rossi Speranza

PROF. sei proprio una cara persona, ricca di risorse e di sorprese, come non volerti bene! Il tuo magma intellettuale si auto produce senza pause in gran profusione e così accade che la tua copiosa messe venga giù come un fiume carsico che filtra in ogni dove e che non conosce ostacoli. In questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me lo concedi, molto somigliante nell’impeto nel volume nel massivo impatto e nella “follia” al geniale padre di Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto nichilista ed esistenziale, con il quale condividi la gran Virtù di scrivere argomentare e produrre Senso anche “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa Coscienza il gran pensatore di Röcken. Ma non sarò di certo io a censurarti nella tua iperattività caro amico mio, perché noi siamo involontari complici nell’aggressione totale ai Saperi ed alla Conoscenza! Siamo troppo simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo asseriva che NESSUNO E’ PERFEZIONE, noi tendiamo sovente a quella, la lambiamo pericolosamente e siamo costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere la Caducità dell’Essere, del Vivere e delle Cose tutte attraverso la Ricerca senza tregua della Bellezza, della Verità e della Conoscenza Universale, che da Forma incolore senza consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo assente nella drammatica Vicenda Umana…
DARIO ROSSI SPERANZA
DUE RIGHE O POCO PIÙ SU ME MEDESIMO

Ciò che ho sempre scritto e tutt’ora compongo, di qualsiasi genere, derivazione e argomento, potrebbe definirsi un insieme di riflessioni, tesi, componimenti, favole, articoli, romanzi “ad libitum”. Comunque la necessità di elaborare manoscritti scaturisce da una esigenza che risale all’infanzia e mi risulta difficile spiegarne la ragione. Però tre cause ritengo di individuarle, quanto basta immagino: Esigenza di esprimere ciò che penso, amore per la letteratura e memoria eccellente solo per ciò che trovo interessante. Lo strumento sono i grandi autori, miei fedeli amici che da sempre mi accompagnano ovunque. Il merito è di sicuro l’educazione ricevuta da mamma, papà e la sorella maggiore. Quindi da “Pinocchio”, “Un capitano di quindici anni” o “Il corsaro nero” piuttosto che “Il barone di Munchausen” e “Il tesoro della Sierra Madre” sono precocemente saltato, usando i punti di appoggio dei Cronin, Vicki Baum e l’indimenticabile “Il villaggio sepolto nell’oblio” di Theodor Kròger, ai Melville, Cervantes, “La saga dei Forsyte” poi ancora “L’amante di lady Chatterley” e tanti altri della famosa superba collana Omnibus Mondadori. Quanto ero attratto dalle illustrazioni delle copertine! Approdare poi, in breve tempo, ai Calvino, Cassola, Moravia, Pratolini, Fenoglio, Pavese e… Pasolini… seguire le tracce di Hemingway e Caldwell per passare ai “maledetti americani” del calibro dei Ginsberg, Burroughs e Kerouac è stato facile perché inevitabile. I dissociati da questi ultimi, o “seconda generazione”, quelli del tipo Bukovski, Henry Miller, John Fante tanto per intenderci, hanno avuto un particolare irresistibile fascino, la mia personalità ne è stata influenzata non poco. Sbarcare sui classici russi, i francesi Camus, Malraux e Sartre, i tedeschi tipo Gunter Grass, il portoghese Fernando Pessoa, i latino-americani della statura di Márquez, Borges, gli ebrei americani alla Philip Roth, i Cormac McCarthy, e… continuo? È stato utile per sfociare infine nella filosofia alla ricerca di risposte impossibili. Per quelli della mia generazione Marcuse è stata una tappa obbligata. Se aggiungo che il 27 febbraio 1945 sono nato a Genova dove risiedo, sposato, due figlie, due splendide nipotine. Che nel mio percorso mi sono stati affidati diversi lavori “importanti” che ho ottimamente concluso con afflizione mentale (a me parevano inutili) e nel frattempo scrivevo, leggevo… Mi sono stati assegnati incarichi e mansioni di responsabilità che non avrei voluto avere, ho viaggiato molto e, a parte una certa predisposizione per “L’apparato umano” femminile (ho adottato il titolo dell’unico libro edito da Jep Gambardella ne “La grande Bellezza”) che non è il caso di approfondire… intanto leggevo, scrivevo, scrivo… Ecco completata la mia biografia.
M. G.
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THANK YOU TO DARIO ROSSI SPERANZA

DARIO ROSSI SPERANZA friend always, that gave me the courage to say hi with ease mouthing the words harder to say, “I want to well”, the more a man considering my unquestioned virility and attraction towards anything that has feminine texture.
The following words, invariably described as i received after a month of knowledge, including “virtual”, i would like to share them with you all because in reading them i tried the feeling of looking in a mirror, very special, difficult to find because it has the peculiarity to reflect the image without reversing the opposites, the left remains so and vice versa. So perfect portrait that Dario wanted to give me. I leave as well as “Prof.” debut, i always favoured title although he be “Mauro”, which it was. In the future i’m proudly to enter this “profile” in my modest literary works together with “biography” appearing at that always accompany them.

PROFILE FOR MAURO GIOVANELLI by Dario Rossi Speranza

PROF. you are such a dear person, rich in resources and surprises, how not to love! Your intellectual magma auto manufactures no pauses in great profusion and so it happens that your abundant harvest is down like a Karst River which filters every where and that knows no barriers. In this your principal stretch i see you, i grant, very similar in the heat in massive volume impact and “madness” to the genius father of Zarathustra, Nietzsche also somewhat nihilistic and existential, postmodern novel, with whom share great Virtues of writing to argue and produce sense “without thinking” as confessed to her strict Conscience the great thinker of Röcken. But i won’t be the one to censurarti in your overactive dear friend my involuntary accomplices in aggression, because we’re total knowledge and knowledge! We are too similar not to support each other to the last strong word picture or thought! Although the philosopher asserted that nobody is perfect, we tend often to that, we lap dangerously and we are constantly harassed by his thought. But not to feed foolishly our respective Ego, never boastful or worse might be daffodils, but just to make it more usable and attractive our production and to survive ourselves trying to win the transience of being, of living and of things all through research without respite of beauty, truth and universal knowledge, which Form colorless without consistency which we will translate into primeval Essence every beginning in spite of that God too absent in the dramatic human history…
DARIO ROSSI SPERANZA

TWO LINES OR SO FOR MYSELF

What i have always written and still compose, of any kind, and topic, could be called a set of reflections, thesis, essays, stories, articles, novels “ad libitum”. However, the need to develop manuscripts arises from a need that goes back to childhood and i find it hard to explain the reason. However three causes i locate them, enough i guess: the need to express what I think, love of literature and excellent memory only for what i find interesting. The tool are great authors, my loyal friends that always accompany me everywhere. The credit is for sure the education received from mom, dad and older sister. Then from “Pinocchio”, “A captain of fifteen” or “Il corsaro nero” rather than “Baron Munchausen” and “the treasure of the Sierra Madre” are precociously jumped, using the support points of Cronin, Vicki Baum and the unforgettable “Buried into obscurity” from Theodor Kròger, Melville, Cervantes, “The Forsyte saga” then “Lady Chatterley’s lover” and many other famous superb necklace Omnibus Mondadori. How i was attracted by the illustrations of the covers! Come then, in short order, to Calvino, Cassola, Moravia, Pratolini, Fenoglio, bunting and… Pasolini… follow in the footsteps of Hemingway and Caldwell to switch to “damn Americans” such as Ginsberg, Burroughs and Kerouac was easy as inevitable. The dissociated by them, or “second generation”, those of the type Bukovski, Henry Miller, John Fante just to be clear, they have had a particularly irresistible charm, my personality was affected greatly. Disembark on Russian classics, the French Camus, Malraux and Sartre, the Germans type Gunter Grass, the Portuguese Fernando Pessoa, Latin American of the stature of Márquez, Borges, American Jews to Philip Roth, Cormac McCarthy, and keep? Was useful to lead finally in philosophy in search of answers. For those of my generation Marcuse was a must see. If i add that the February 27, 1945 i was born in Genoa, where i reside, married, two daughters, two beautiful granddaughters. That in my career i have been entrusted with several “important” i well concluded with mental distress (to me seemed unnecessary) and in the meantime i wrote, i read… I have been assigned responsibilities and tasks of responsibility that i wouldn’t have wanted to have, i have traveled extensively and, apart from a certain predisposition for human female “apparatus” (I adopted the title of the only book published by Jep Gambardella “The great beauty”) that don’t deepen… Meanwhile i read, i wrote, i write… Here is my complete biography.
M. G.
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GRACIAS DARIO ROSSI SPERANZA

DARIO ROSSI SPERANZA siempre, me dio el coraje de decir hola con facilidad pronunciando las palabras más difíciles de decir, “Te quieres buena”, más un hombre teniendo en cuenta mi virilidad indiscutible y atracción hacia todo lo que tiene textura femenino.
Las siguientes palabras, invariablemente descritas como he recibido después de un mes del conocimiento, incluyendo “virtual”, me gustaría compartirlas con todos vosotros porque en leerlos que he probado la sensación de mirar en un espejo, muy especial, difícil de encontrar porque tiene la particularidad de reflejar la imagen sin inversión de los opuestos, la izquierda sigue tan y viceversa. Tan perfecto retrato que Darío quería darme. Dejo así como el debut de “Profesor”, siempre favoreció a título aunque sea “Mauro”, que era. En el futuro en que yo soy orgullosamente entrar este “perfil” en mi modesta obra literaria junto con la “biografía” que aparece en el siempre les acompaña.

PERFIL DE MAURO GIOVANELLI por Dario Rossi Speranza

PROF. eres una querida persona, rica en recursos y sorpresas, no a amar! No fabrica de su auto de magma intelectual pausas en gran profusión y así sucede que su abundante cosecha es abajo como un río de Karst que no filtra todas y sabe barreras. En este su tramo principal que le veo, concedo, muy similar al calor en el volumen masivo impacto y “locura” con el padre de genio de Zarathustra, Nietzsche también algo nihilista y novela existencial, postmoderna, con quien compartir grandes virtudes de la escritura para argumentar y producir sentido “sin pensar” como le confesó a su estricta conciencia el gran pensador de Röcken. Pero no será el que censurarti en su hiperactivo amigo mis cómplices involuntarios en la agresión, porque tenemos total conocimiento y conocimiento! Somos demasiado similares no para apoyarse mutuamente en la última foto fuerte palabra o pensamiento! Aunque el filósofo afirmó que nadie es perfecto, tendemos a menudo a que, estamos de vuelta peligroso y nosotros estamos constantemente acosados por su pensamiento. Pero no para alimentar tontamente nuestro Ego respectivo, nunca jactancioso o peor podrían ser narcisos, pero para hacerlo más usable y atractiva nuestra producción y sobrevivir nosotros mismos tratando de ganar la transitoriedad del ser, de vivir y de las cosas a lo largo de la investigación sin descanso de belleza, conocimiento de la verdad y la universal, que forma descolorido sin consistencia que se traducirá en esencia primitiva cada principio a pesar de que Dios también ausente en la dramática historia de la humanidad…
DARIO ROSSI SPERANZA

DOS LÍNEAS MÁS O MENOS PARA MÍ

Lo he escrito siempre y todavía componer, de cualquier tipo y tema, que podríamos denominar un conjunto de reflexiones, tesis, ensayos, cuentos, artículos, novelas “ad libitum”. Sin embargo, la necesidad de desarrollar manuscritos surge de una necesidad que se remonta a la infancia y me resulta difícil explicar la razón. Sin embargo tres causas localizarlas, suficiente supongo: la necesidad de expresar lo que pienso, amor de literatura y excelente memoria para lo que me parece interesante. La herramienta son grandes autores, mis leales amigos que siempre me acompañan en todas partes. El crédito es seguro que la educación que recibió de mamá, papá y hermana mayor. Luego de “Pinocchio”, “Un capitán de quince años” o “Il corsaro nero” en lugar de “Barón de Munchausen” y “El tesoro de Sierra Madre” precozmente se saltaban, usando los puntos de apoyo de Cronin, Vicki Baum y el inolvidable “Enterrados en la oscuridad” de Theodor Kròger, Melville, Cervantes, “La saga de Forsyte” entonces “La amante de lady de Chatterley” y muchos otros famosos magnífico collar de ómnibus Mondadori. Cómo me sentí atraído por las ilustraciones de las portadas! Vienen a continuación, en poco tiempo, Calvino, Moravia, Cassola, Pratolini, Fenoglio, empavesado y… Pasolini… seguir los pasos de Hemingway y de Caldwell para cambiar a “malditos a americanos”, como Ginsberg, Burroughs y Kerouac fue fácil como inevitable. Disociado, o “segunda generación”, los de tipo Bukovski, Henry Miller, John Fante para estar claro, han tenido un encanto particularmente irresistible, mi personalidad fue afectado grandemente. Desembarcar en clásicos rusos, el francés Camus, Malraux y Sartre, los alemanes Gunter Grass, el portugués Fernando Pessoa, los de América Latina de la talla de Márquez, Borges, los judíos americanos a Philip Roth, Cormac McCarthy y… ¿mantener el tipo? Fue útil para dirigir finalmente en filosofía en busca de respuestas. Para aquellos de mi generación, Marcuse era imprescindible ver. Si añado que el 27 de febrero de 1945 nací en Génova, donde resido, casado, dos hijas, dos hermosas nietas. Que en mi carrera que he sido confiado con varios “importante” bien concluí con señal de socorro mental (que me parecía innecesario) y mientras tanto que escribí, leí… He sido asignado responsabilidades y tareas de responsabilidad que no hubiera querido tener, he viajado extensivamente y, aparte de una cierta predisposición humana femenina “aparatos” (adoptó el título del único libro publicado por Jep Gambardella de la película “La gran belleza”) que no profundizar… mientras tanto leí, escribí, escribo… Aquí está mi biografía completa.
M. G.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Dario Rossi Speranza (sx) e Mauro Giovanelli (dx)

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QUALCOSA NON QUADRA

QUALCOSA NON QUADRA

Ascoltate voi due, Boschi e Renzi, poi lo riferirete ad Alfano e Verdini. Per prima cosa anche se da piccoli vi hanno tagliato le orecchie si vede lo stesso che siete asini. La seconda è che a mio parere dovreste darmi alcune spiegazioni, in modo semplice, come se avessi sei anni, perché rispetto alle corbellerie che sparate a raffica mi pare ci siano particolari che non combaciano.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza tratta da Centro Culturale Tina Modotti Caracas – foto Vivian Maier, 1959, New York

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PIER PAOLO PASOLINI da “PERCORSO TRACCIATO”

PIER PAOLO PASOLINI da “PERCORSO TRACCIATO”

[…] Fu poco prima di attraversare meridiano di sangue,
che separa virtualmente il tropico del cancro dal tropico del capricorno,
che intravidi Miller insieme a McCarthy e Roth, furono gentili,
mi diedero istruzioni, dissero di guardare a Pessoa e Saramago,
Marquez e Borges poi proseguire dritto riprendendo i grandi filosofi,
Filippo Bruno intanto, dei classici, dai presocratici in poi, bastava
ciò che mi è rimasto dentro dagli studi. Svoltare alla prima piazza,
direzione obbligata, Nietzsche, Schopenhauer, Kant, François-Marie Arouet
e… lui! All’unisono con un cenno della testa indicarono, solo e pensoso,
un uomo poco distante, camicia bianca, maniche arrotolate, sorriso triste,
ironico, buono, rispettoso, leale, spontaneo. Inconfondibile: Pasolini!
“Ha necessità di grande aiuto e compagnia” aggiunsero dileguandosi ma…
un attimo prima si voltarono a ricordarmi qualcosa di molto importante:
“Ad egli come a Cirano strapparono tutto ma portò seco, senza piega
né macchia, a Dio, loro malgrado, la sua poesia anziché il pennacchio”
Quando riaprii gli occhi e levai lo sguardo verso il sole mi resi conto
di non essere mai nato, la mia vita era stata quella, il sogno provocato
dal volo di un’ape attorno a una melagrana un secondo prima del risveglio. […]

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Pier Paolo Pasolini

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IL RICATTO

IL RICATTO

La famiglia viene definita dagli Stati e dalle Chiese il nucleo fondante della società da cui non si può prescindere poiché è lo strumento ricattatorio più forte e convincente nelle mani del Potere per reprimere, limitare e/o ammansire le rivendicazioni del singolo individuo.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Fulvio Leoncini artista toscano – Eroso/Eros – Tecnica mista su tela cm. 200 x 200

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IN MORTE DI MARCO PANNELLA

IN MORTE DI MARCO PANNELLA

Non ho mai condiviso la locuzione “I morti sono tutti uguali”, anzi mi ha sempre particolarmente disturbato, infastidito poiché pregna di tutte le ipocrisie dei rimasti vivi i quali si arrogano il diritto di spogliare il defunto della sua personalità, appiattirlo, ovvero superare finanche la natura che già gli fa assumere posizione orizzontale provvedendo, per sovrapprezzo, ad annullare pure ciò che egli è stato e voluto essere. Una carogna che trapassa vuole rimanere la carogna che è stato, così il benpensante, l’illuminato, il moralista… invece gli tocca subire il torto di diventare, nel ricordo, qualcos’altro che lo accomuna, unifica ai nuovi compagni di chi sa quale misterioso viaggio.
Poi ci sono dissimili esempi di persone che salgono sull’autobus infernale per sfidare il mistero ultimo, e dipende da ciò che lasciano nell’animo di coloro che restano alla fermata in attesa del prossimo carico, o il successivo, ovvero i diversi gradi di quella inevitabile sensazione di “mancanza”, chiunque essi siano stati, che assale durante l’attesa.
Sto scrivendo queste poche righe in quanto ho appena saputo che è morto Marco Pannella e la notizia mi ha fatto passare in un balzo da ciò che ero l’attimo prima a quel che sono adesso ovvero monco di qualcosa che è andata via con lui. Il primo pensiero mi ha ricondotto ai suoi estenuanti digiuni, scioperi della fame e della sete, le nuvole delle innumerevoli sigarette che ha bruciato nell’affrontare con caparbietà gli ideali più veri pertanto assurdi nel contesto sociale tanto sordo alle sofferenze del prossimo quanto generoso nello spendere vane e scontate parole nel commemorare chi ha “tolto il disturbo”.
Caro amico, aspettati nei prossimi giorni una valanga di discorsi celebrativi che nulla avranno a che fare con il tuo essere stato ma, come ben sai, è un obbligo che i timorosi e ipocriti demandati a tale incombenza, gli uomini di potere, devono e possono onorare solo in questo modo. Porta pazienza, passerà in fretta.
Da parte mia avverto l’esigenza di dirti: “Ciao Marco, sei un personaggio così diverso e affrancato dalla mediocrità che mi sento deprivato di un ottimo compagno, anche un po’ folle, come del resto sono io. Ultimamente eri perfetto con il codino. Che aggiungere? Nulla! Buon viaggio, mi faccio una canna in tuo onore. Mi mancherai ma questa è la vita e… la morte”.

Mauro Giovanelli – Genova
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L’articolo “IN MORTE DI MARCO PANNELLA” è stato pubblicato il 20 maggio 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza ricavata dal web

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UN PENSIERO PER ANNUNZIATA STALTARI

UN PENSIERO PER ANNUNZIATA STALTARI

Annunziata Staltari, la tua umiltà già meriterebbe un trenta con lode, ma i voti hanno poca importanza, esprimono ciò che appare e non il tuo vero essere, quel che freme dentro te. Albert Einstein (ho la foto della sua pagella da qualche parte) stentava molto a scuola particolarmente in matematica e fisica. Come avrebbe potuto essere diversamente? I suoi prof. non lo capivano. Lui possedeva un grande segreto che ha voluto condividere con noi, come Pasolini… quanta conoscenza comprimeva le pareti della sua mente? E Giordano Bruno? L’uomo che nel 1600 ha spalancato le porte dell’Universo? Lo stesso traguardato e tradotto in formule dall’immenso Srinivasa Ramanujan, il povero ragazzo cresciuto nella periferia di Madras (India) che, senza aver mai aperto un libro se non qualche volume della spoglia libreria della città, formulò le più ardite equazioni trascendenti risolvendo problemi che da anni stavano sepolti nei cervelli dei professoroni di Cambridge. Il grande Hardy, direttore della prestigiosa Università dove venne chiamato, di lui scrisse: “Conoscerlo è stata l’esperienza più romantica della mia vita”. Morì a soli trentatré anni, come Gesù, dopo aver visto l’infinito. Diceva che a suggerire le formule fosse la Dea Namajiri che gli compariva in sogno.
Trova la tua Dea Annunziata e lascia perdere i prof. vedrai che il Cielo si riempirà di stelle. Un abbraccio.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal diario Facebook di Annunziata Staltari

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PASOLINI – COMMENTO da “Pietro II” in Poesia in forma di Rosa

PASOLINI – COMMENTO da “Pietro II”, in Poesia in forma di Rosa

“…Ecco, sono stato condannato.
Fatto personale, cicuta che dovrò bermi da solo.
Come l’eroe di un’operetta di dolore, in coturni
tra il basso coro, scendo nella notte – tiepida –
l’orrenda scalea. Gli amici se ne vanno a cena.
Solo. Con tre gatti di fotografi, e la piccola
folla che non guardo, eroe compreso nel suo dolore.”
( Pier Paolo Pasolini, da “Pietro II” in Poesia in forma di Rosa)

COMMENTO:

Che immagine sconvolgente, kafkiana, surreale, orrenda. Esaminate con massima attenzione, osservate l’espressione del nostro grande intellettuale, sguardo attonito, labbra serrate, tuttavia concentrato come la matricola seduta nell’aula magna dell’Università il primo giorno di lezione… sono convinto che in quell’istante, nella sua infinita esigenza di comprendere il mondo che lo circonda, stesse cercando di trovare un motivo, la logica aberrante che lo stanno inchiodando dinanzi a un Giudice. Non riesce a capire, per la prima volta la sua mente stenta a decollare, la massa celeste in cui si trova è anni luce distante dal Pianeta sognato.
Temo possano tornare quei tempi, stiamo retrocedendo su binari che conducono all’involuzione culturale e morale, la morte dell’anima; avanziamo solo per dare impulso al “progresso”. Parola d’ordine: “Sviluppo zero”.
Lo sguardo allibito di Pasolini è la rappresentazione perfetta dell’indignazione che il genio prova avverso un “sistema” che dubita possa finanche esistere quindi non riesce ad elaborare il fine, tanto meno la forza che muove i meccanismi del Potere altresì così evidenti all’uomo medio stritolato dal puritanesimo, clericalismo, ipocrisia, egoismo, vigliaccheria e malafede imperanti. Spaventoso!

Mauro Giovanelli – Genova
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Il commento “da “Pietro II” in Poesia in forma di Rosa” è stato pubblicato il 17 maggio 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza ricavata da Eretico & Corsaro

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GRANDI POETI GRANDI CALCIATORI

GRANDI POETI GRANDI CALCIATORI

«Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del “goal”. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica.»
Pier Paolo Pasolini

COMMENTO:

Non comprendo questo aspetto del grande Pasolini, ho l’impressione che strida con la sua personalità improntata alla difesa degli ultimi e dedicata alla giustizia sociale, avversione di ogni sopruso. Lo sport in generale e il calcio in particolare è lo specchio della vita, essa stessa gara, pura competizione, lotta per superare l’avversario ad ogni costo al fine di raggiungere lo scopo: La “rete”… come il knock-out del pugilato, il colpo smorzato del tennis, il denaro accumulato dal capitalista, e così via.
Non ritengo il goal un’invenzione ma l’effetto ultimo conseguito a causa di intensi e forsennati allenamenti, allo stesso modo di un trapezista piuttosto che pattinatore, ecc. Tanto meno una sovversione del codice, se mai il contrario ovvero conservazione, riconoscimento, assoggettamento al codice stesso che nel raggiunto obiettivo vede la sua punta massima. Ineluttabilità non direi, nulla è scontato, viceversa tutto potrebbe essere “scritto”, se mai premio per le fatiche impiegate al raggiungimento di quello scopo cui concorre anche un pizzico di fatalità. Folgorazione o lampo di genio, beh… sì, limitatamente al contesto in cui ci stiamo muovendo, a genio sostituirei “estrema abilità”, “gesto atletico” compiuto. La genialità è ben altro a mio parere e Pasolini ne sa qualcosa. Stupore d’accordo, è ovvio, così come irreversibilità, vale a dire impossibilità a rivivere l’attimo appena trascorso. Ciò è vero in tutto “L’Universo Mondo”.
In ultimo direi che la “stoffa” di un grande giocatore, il talento innato è uno strumento donatogli dalla natura per gabbare gli antagonisti, la “finta” è scaltrezza che lascia inebetito il giocatore avversario assimilabile alla “furbizia”, virtù servile, usata e premiata all’interno e fuori dai campi di calcio. Accostarla alla poesia poi… forse solo lui avrebbe potuto permettersi questa affermazione.
Non a caso il gioco del pallone è utile strumento del Potere per dare sfogo alle frustrazioni della “massa”, e non da ieri. “Panem et circenses” la locuzione latina coniata dal poeta Giovenale e usata nell’antica Roma (imperiale), “pane e giochi” al fine di indicare le aspirazioni della plebe e piccola borghesia. Infatti la famosa proposizione era preceduta da “populus duas tantum res anxius optat…” ossia “il popolo due sole cose ansiosamente desidera… oggi gli 80 €uro e il calcio”.

Mauro Giovanelli – Genova
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P. S.
Sono a conoscenza dell’inclinazione di Pasolini a cimentarsi in partitelle nei polverosi campetti di periferia dai quali peraltro sono anche usciti molti “campioni” così come dalle “favelas” brasiliane o quartieri ghettizzati argentini. Il mio commento è comunque più incentrato sulla frase in sé e le considerazioni ivi proferite. Concludo dicendo che al di là di tutto Pasolini amava il calcio, che non è peccato intendiamoci (in ogni caso ci sarebbe da approfondire) ma è l’unica sua “passione” che, così come proposta, trovo enfatica e contrastante la sua personalità. Non sarebbe scandaloso rilevare in lui una “debolezza”, anzi…

Mauro Giovanelli – Genova
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Il commento “GRANDI POETI GRANDI CALCIATORI” è stato pubblicato il 17 maggio 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza ricavata da Eretico & Corsaro

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COMMENTO A “L’AMACA” DI MICHELE SERRA

COMMENTO A “L’AMACA” DI MICHELE SERRA

Egr. Serra Michele,
riscontro nella sua “L’Amaca” alcune proposizioni che mi danno la percezione, potrei sbagliarmi ma dovrebbe argomentare il contrario, di voluto “cerchiobottismo”, mi perdoni il termine usato ed abusato che credo renda l’idea.
Infatti “…I tempi del renzismo che sono febbrili (nel bene e nel male)” la trovo infondata poiché un Presidente del Consiglio pagato e beneficiato come tutti sappiamo (ma nessuno osa solo accennarne, a parte Boeri dell’INPS riferendosi solo agli insostenibili “vitalizi”) non può permettersi il male. Qui non siamo nel “Faust” di Goethe: “…Dunque tu chi sei? / Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene”. Renzi Matteo Deve solo operare bene. Punto. E ciò si coniuga perfettamente con l’altra sua asserzione totalmente, mi permetta, immotivata e non veritiera: “…la vecchia sinistra dibatteva… Quella nuova considera la dialettica…”. Quale sarebbe la “nuova” sinistra? E rappresentata da chi? Renzi Matteo? Verdini? Alfano? Al limite parliamo di “nuovo centro destra”. O no?
Ed in ultimo la sua conclusione, davvero l’esplosione finale a segnalare che i fuochi artificiali sono terminati, la festa è finita. Lei cita Marzano, “la politica non può non essere coerente con se stessa”. C’è qualcosa di meno vero? Particolarmente in un Paese disastrato come il nostro?
Del tutto pleonastica la domanda che lei porrebbe nell’ipotetico dibattito che paventa in quanto la risposta è una sola: “Coerenza!” E aggiungo “Onestà”.
Le ragioni inserite in questa mia, se non ho le traveggole, mi pare di coglierle tutte nella sua conclusione: “Ma poi: se i coerenti se ne vanno a chi lasciano la politica? Ai soli incoerenti?” Appunto! A Renzi Matteo, Verdini, Alfano e a seguire.
Cordialmente.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: “L’Amaca di Michele Serra” estratta da “Memoria Condivisa”

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