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“BUONISMO” ED ALTRE LEGGENDARIE PAROLE

“BUONISMO” ED ALTRE LEGGENDARIE PAROLE

Il vocabolo “Buonismo” non è riportato nel cartaceo quanto corposo vocabolario “Il nuovo Zingarelli” undicesima edizione quindi, per la nota proprietà transitiva, neppure l’aggettivo “Buonista”. È altresì menzionato nell’odierna fonte della “conoscenza”, ossia la “rete”, nei seguenti termini:

– buonismo > buo•nì•ṣmo/ sostantivo maschile
“Il comportamento di chi, specialmente in politica, si dimostra tollerante nei confronti degli avversari.”

Adesso, senza pretendere che chiunque sia a conoscenza di come il grande Pier Paolo Pasolini abbia chiaramente definita la “tolleranza” e considerando che nell’era “Berluscorenzifera” il termine “Buonismo”, fra una sgangherata corbelleria e l’altra, viene inconsapevolmente usato ed abusato in senso dispregiativo sia dai politici sia dalla plebaglia che li osanna, mi sento di affermare inconfutabilmente:

“PIÙ SONO CRETINI PIÙ PARLANO DI BUONISMO”

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata a vanvera dal web

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BISCA

BISCA

… seguito da una scia di fumo
quando esci dalla fascinosa e fetida bisca,
mentre allenti il nodo della cravatta
e slacci il primo bottone della camicia
diventato improvvisamente molesto
l’alba ti stordisce…
Stridore di saracinesche
che sbadigliando spalancano negozi,
profumo di pane appena sfornato.
Adocchiando orologio e fermata del bus
con passo lesto transita l’impiegato
stringendo borsa in cuoio del lavoro svolto a casa.
L’anziana massaia si reca anzitempo ai mercati
per risparmiare neppure uno
dei tanti “cip” con noncuranza gettati
nel piatto, della fortuna secondo i “polli”,
dell’ingegno e sfrontatezza per gli audaci.
Un raggio di sole conforta il barbone,
riprende fiato, ancora non ha fallito,
immediate le mani frugano le tasche
da cui estrai mucchietti di denaro,
banconote unte, stropicciate, ferite,
e nel cercare di riordinarle,
sommariamente,
senza contarle,
ne offri una parte a chi ha scelto la libertà.
Chiede sempre e solo una sigaretta
ed è con schietta,
autentica resa che li accetta.
Mentre sgranchisci le gambe,
sistemi i pantaloni, chiudi la cintola,
ti dai una rassettata
specchiandoti nella vetrina
dalla quale osservi i rumori della frenetica città…
Vedi il suo alacre riflesso…
Ti volti ed è lontana, fai un rapido bilancio
fra ciò che hai vinto
e quanto potresti aver perduto.
Il suo passo è leggero, onesto, sincero,
sembrerebbe avere in pugno la verità,
ha lasciato nell’aria profumo di fresco,
lavanda forse, fragranza di pulito.
Chissà quali sono i colori della sua realtà.

Mauro Giovanelli – Genova
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Papà…

Papà…

Oggi è il tuo compleanno terrestre papà!
Da questo momento siamo sempre
stati e saremo della stessa età.
Andremo nel nostro cinema che riapre
per noi, quello appena fuori città,
danno uno dei tanti cult dall’acre sapore.
Appuntamento al solito posto nell’aldilà.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Mio Papà

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“NE SUPRA CREPIDAM SUTOR IUDICARET”

“NE SUPRA CREPIDAM SUTOR IUDICARET”

Consci della innata predisposizione
ad osservare tutto quanto mi circonda,
di conseguenza intossicato da distrazione
verso ciò cui non attribuisco importanza,
di un’idea geniale, pura invenzione
non compresa nelle corde del mio pensare,
tre gaglioffi e mezzo mi hanno truffato…
Mica tanto! Più o meno intorno al milione.

A costoro si è anche aggregato un seguace
della peggiore tribù di nativi del Pianeta,
“I cretini nemmeno intelligenti”: Il mio avvocato.
Ma, intendiamoci, loro avveduta alleata
pure l’indulgenza da cui sono afflitto poiché
solo la sua forma oblunga, cranio minuscolo
su corporatura vasta, estesa, stretto di spalle,
ciondolante per l’abnorme statura,
si allarga nel bacino come avesse ingoiato
un comodino oltremodo indigesto e,
non bastasse, verso le estremità inferiori
assottiglia all’istante… Identica la sovrastante.
Ancor oggi non riesco a collocarlo in uno
degli innumerevoli sistemi di cristallizzazione.
Quindi i segnali c’erano, “ad abundantiam”, ma…
Da tutt’altre attività assorbito non ho vigilato
e poi… Alla fin fine… Insomma confesso:
Lo chiamano finanche Chirone ed io ci son cascato!
Pazienza i tre imbroglioni, erano amici,
il “mezzo” l’ho ancora fra i coglioni
e devo stare attento, appartiene all’etnia
dei furbi ipodotati, striscianti come pianelle
lanciate su pavimento in marmo tirato a lucido.

E si sta arrivando al dunque!

Speriamo fra i giudicanti vi siano…
Non pretendo talenti, solo capaci di leggere,
e interpretare un nesso, eziologico o meno,
sebbene, di questi tempi, ahimè…
Conviene aggrinfiarsi al detto:
“Ne supra crepidam sutor iudicaret” ossia:
“Che il ciabattino non giudichi più in su della scarpa”(1)
Ormai neppure i gufi, oltre che grilli, trote,
giaguari smacchiati da Bersani, Dudù, falchi e colombe,
Renzi nei Boschi, caimani… In questa Penisola
volano o saltano più in alto della suola.

Mauro Giovanelli – Genova
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(1)Citata da Valerio Massimo (Factorum et dictorum memorabilium VIII, 12.ext.3) e da Plinio il Vecchio (Naturalis historia 35.36.85 – XXXV, 10, 36) che l’attribuisce all’artista greco Apelle di Coo il quale era solito esporre le sue opere in modo da poter trarre profitto dai commenti e dalle critiche dei passanti; una volta, un calzolaio (sutor) aveva criticato il modo in cui in un quadro era stato rappresentato il sandalo (crepida – dal greco krepis) di un personaggio, e il grande Apelle, al tempo considerato il maggior pittore mai esistito, aveva corretto quel particolare. Però il giorno appresso, il ciabattino, tronfio del fatto che la sua critica fosse stata accolta, si era messo a valutare anche la rappresentazione del ginocchio di quel personaggio; a quel punto l’artista lo apostrofò con la frase divenuta poi proverbiale. Nel testo di Plinio, tuttavia, invece che “ultra” compare “supra”, in relazione al contesto dell’aneddoto: “Ne supra crepidam sutor iudicaret” ovvero “il ciabattino non avrebbe dovuto giudicare oltre la scarpa”.

Immagine in evidenza ricavata dal web: Banda Bassotti (Walt Disney)

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PAUSA DI COMODO

PAUSA DI COMODO

“Nell’estenuante ricerca della verità Dio viene usato alla stregua di un segnalibro ed indica la pagina da cui ogni volta ripartire per giungere al colofòn del testo. La trascendenza è pausa di comodo nel percorso della Conoscenza.”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Immagine in evidenza: Leggío a nove posizioni Museo di Khiva Uzbekistan – Foto Mauro Giovanelli

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SCONOSCIUTA

SCONOSCIUTA

Ho rubato questa immagine
nel più disonesto dei modi
ma concedimi l’attenuante
della giustificata reazione
all’indifferenza da cui
sei circondata mentre
con grazia, educazione,
innata dolcezza ti aggiri
fra i tavoli per servire
bevande e stuzzichini
ad una folla di cialtrone.
Dei gaglioffi preferisco tacere.

Ciao sconosciuta,
giovane donna venuta da lontano
hai dovuto lasciare il tuo Paese,
cercare oltre Oceano
ciò che ti spetta per nascita,
ho osservato attentamente
ogni tua movenza
mentre ignoravo bellamente
il chiacchiericcio degli amici
che neanche ti han veduta.
Ormai troppi ritengono ogni cosa
sia loro dovuta per grazia ricevuta.
Finanche la tua bellezza senza tempo.

Ciao sconosciuta,
perdona il mio osare ma,
quando ho visto quella signora
finta, imbellettata, arrogante,
rimproverarti per esserti sbagliata
nell’aver posato la sua spremuta
dinanzi al marito ormai assente
io… Nel ravvisare grave ingiustizia
per il modo e l’arroganza nostra
ho all’istante deciso di immortalare
un viso che raramente capita
di incontrare su questo cargo
interstellare destinazione ignota.

Ciao sconosciuta,
i tuoi occhi hanno sapore di menta
selvatica, lo dico perché nel mio girovagare
ne ho goduto, sono così… dannatamente profondi
da lasciarmi senza fiato
e neri, neri come l’abisso del destino,
con riflessi dorati delle torce
che segnavano le scalinate
negli antichi templi dove pregavano
i tuoi antenati, i capelli, lineamenti del viso
perfetti, disegnati da un dio geniale,
naso, labbra, orecchie, le gote,
inscritti nella perfezione dell’ovale…

“Che hai fatto? Non ci ascolti?”
Mi interrompono gli amici.
“Nulla che vi possa interessare.” Rispondo.
Ti allontani…
Come regina svanisci dal sogno.
Mi riprendo:
Ciao sconosciuta!
“Stavate dicendo?”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Viso di donna sconosciuta – foto Mauro Giovanelli

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SUM

Vivo!
Sto scrivendo,
penso,
sogno,
percepisco l’istante.
……….
Esisto!
Vedo,
ascolto pure il silenzio.
……….
Sono!
Avverto il tuo corpo,
accarezzo l’immenso,
mi acquieto.
……….
Desidero!
Gustare le tue grazie,
baciarti con dolcezza,
sfiorarti con il mento.
……….
Alzo lo sguardo al Cielo,
mi interrogo,
definisco l’orizzonte,
il canto della risacca
scompiglia ogni certezza,
abbasso gli occhi,
l’ombra di un gabbiano
fa tremolare i sassi
e svanisce nel vento.
Invano l’ho seguita
per guadagnare tempo.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Cesare Bentivoglio – Pittori liguri fine ‘800 primi ‘ 900 – Olio su tela cm. 20×30 – Cornice Guillochè primi ‘600 – Collezione Mauro Giovanelli

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DUE A CASO

DUE A CASO

Abbiamo per caso un avvocato a bordo? Vorrei sapere se sia o meno illecito o reato affermare che, a parer mio, questi due individui sono intellettualmente limitati, senza scrupoli, viscidi come anguille spalmate di grasso, arroganti alla pari degli imbecilli, presuntuosi alla stregua dei meno che mediocri, cattivi, brutti e sporchi. Attendo il parere di un legale prima di inserire il post. Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: A vanvera

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TI VOGLIO

TI VOGLIO

Sapessi cosa mi piacerebbe fare
con te
stasera…
Starei incantato a guardare,
seduto su una sedia
come ti muovi,
fissare ogni dettaglio…
Non andrei molto oltre
ma…
Nel momento che
mi dovessi passare accanto…
Accompagnerei il tuo corpo
sulle mie ginocchia,
ti accarezzerei il viso,
un bacio sul collo…
Sarei paziente, appagato, sereno
nell’attimo in cui scoprirei
un tuo seno.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: “Il Ratto di Proserpina” (particolare) gruppo scultoreo realizzato da Gian Lorenzo Bernini

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VIA COL VENTO

VIA COL VENTO

A parer mio la frase più celebre del colossal “Via col vento” è quella che pronuncia Ashley Wilkes (Leslie Howard) a Rossella O’Hara (Vivien Leigh) e Melania Hamilton (Olivia de Haviland) quando quest’ultima, raggirata dall’amica, sgrida il marito per essersi rifiutato di lavorare per lei ad Atlanta:

“E va bene… Siete in due contro di me…”

Mitica!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Locandina del film “Via col vento”

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