“NE SUPRA CREPIDAM SUTOR IUDICARET”
Consci della innata predisposizione
ad osservare tutto quanto mi circonda,
di conseguenza intossicato da distrazione
verso ciò cui non attribuisco importanza,
di un’idea geniale, pura invenzione
non compresa nelle corde del mio pensare,
tre gaglioffi e mezzo mi hanno truffato…
Mica tanto! Più o meno intorno al milione.
A costoro si è anche aggregato un seguace
della peggiore tribù di nativi del Pianeta,
“I cretini nemmeno intelligenti”: Il mio avvocato.
Ma, intendiamoci, loro avveduta alleata
pure l’indulgenza da cui sono afflitto poiché
solo la sua forma oblunga, cranio minuscolo
su corporatura vasta, estesa, stretto di spalle,
ciondolante per l’abnorme statura,
si allarga nel bacino come avesse ingoiato
un comodino oltremodo indigesto e,
non bastasse, verso le estremità inferiori
assottiglia all’istante… Identica la sovrastante.
Ancor oggi non riesco a collocarlo in uno
degli innumerevoli sistemi di cristallizzazione.
Quindi i segnali c’erano, “ad abundantiam”, ma…
Da tutt’altre attività assorbito non ho vigilato
e poi… Alla fin fine… Insomma confesso:
Lo chiamano finanche Chirone ed io ci son cascato!
Pazienza i tre imbroglioni, erano amici,
il “mezzo” l’ho ancora fra i coglioni
e devo stare attento, appartiene all’etnia
dei furbi ipodotati, striscianti come pianelle
lanciate su pavimento in marmo tirato a lucido.
E si sta arrivando al dunque!
Speriamo fra i giudicanti vi siano…
Non pretendo talenti, solo capaci di leggere,
e interpretare un nesso, eziologico o meno,
sebbene, di questi tempi, ahimè…
Conviene aggrinfiarsi al detto:
“Ne supra crepidam sutor iudicaret” ossia:
“Che il ciabattino non giudichi più in su della scarpa”(1)
Ormai neppure i gufi, oltre che grilli, trote,
giaguari smacchiati da Bersani, Dudù, falchi e colombe,
Renzi nei Boschi, caimani… In questa Penisola
volano o saltano più in alto della suola.
Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
(1)Citata da Valerio Massimo (Factorum et dictorum memorabilium VIII, 12.ext.3) e da Plinio il Vecchio (Naturalis historia 35.36.85 – XXXV, 10, 36) che l’attribuisce all’artista greco Apelle di Coo il quale era solito esporre le sue opere in modo da poter trarre profitto dai commenti e dalle critiche dei passanti; una volta, un calzolaio (sutor) aveva criticato il modo in cui in un quadro era stato rappresentato il sandalo (crepida – dal greco krepis) di un personaggio, e il grande Apelle, al tempo considerato il maggior pittore mai esistito, aveva corretto quel particolare. Però il giorno appresso, il ciabattino, tronfio del fatto che la sua critica fosse stata accolta, si era messo a valutare anche la rappresentazione del ginocchio di quel personaggio; a quel punto l’artista lo apostrofò con la frase divenuta poi proverbiale. Nel testo di Plinio, tuttavia, invece che “ultra” compare “supra”, in relazione al contesto dell’aneddoto: “Ne supra crepidam sutor iudicaret” ovvero “il ciabattino non avrebbe dovuto giudicare oltre la scarpa”.
Immagine in evidenza ricavata dal web: Banda Bassotti (Walt Disney)
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