Archivi categoria: Poesia

IL VOLTO DELLA SANTA

IL VOLTO DELLA SANTA

Te ne stai andando
un poco per volta,
giorno dopo giorno
la memoria si spegne.
Lentamente ti trasformi
ad eccezione degli occhi
la cui luce abbaglia,
mi avvolge e parla,
piano, sottovoce,
così da abituarmi
alla quiete che verrà.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista, La testa della santa. 2018
Collezione privata

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BANALI COINCIDENZE

BANALI COINCIDENZE

Ascoltando il telegiornale mi è saltata alle orecchie una strana coincidenza. Sulla Sea Whatch stanno 49 migranti come i milioni di €uro rubati dalla Lega condannata alla restituzione. Mi domando:
Quanti migranti e/o italiani potrebbero costruirci una vita? 49 con un milione a testa sistemerebbero tre o quattro generazioni. E 490 con 100 mila €uro? 980? Di più? Abbiamo perso il senso delle proporzioni. E il Trota dubito stia cercando lavoro con le sue quattro lauree albanesi. A voi la parola.

Mauro Giovanelli – Genova
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AMERICAN DREAM

The true dream

Il sogno americano, “american dream”, si basa sulla “probabilità” di ciascuno, chiunque egli sia alla partenza, a poter arrivare in alto, ovvero salire la scala sociale, ergo giungere a “possedere” più di quanto abbia mai immaginato. Ma questa circostanza, oltre che grossolana e foriera di grandi ingiustizie e conflitti sociali, non ha necessità di essere codificata o monopolizzata e sbandierarata da chicchessia, si chiama “destino”.
Facciamo nostro l’intento affinché tutti possano “essere” come mai avrebbero potuto sperare.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Genova Natale 2018 – Foto Mauro Giovanelli

ALLA FIN FINE…

Alla fin fine…

Se ti dà ciò che vuoi,
quanto non hai avuto,
cogli senza chiedere mai
come e perché si è avverato,
evita di ricostruire
in diverso modo
ciò che hai vissuto,
non conviene,
neppure avevi sbagliato,
nella prima vita,
forse, il punto, alla fine,
ma fine, fine, fine
è che quel tempo è scaduto,
tutto qui, semplice in fondo,
in fondo… Che poi è alto
il sogno che ti neghi
andrà a riposare
fra i curvi vuoti spazi
delle nebulose a spirale,
utili solo a dividere,
allontanare, rimpiangere,
soggiacere al nulla
o compiacersi di ciò
che hai sacrificato.

Mauro Giovanelli – Genova
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ACME

Acme

Tu vieni a me ed in me
nella tua essenza più intima e totale,
vieni per me, io ne ho il merito,
il tuo essere te diventa nucleo,
fondamento odoroso di storia,
ricordi, speranze,
illusioni perdute e conquistate,
pianti ed esaltazione,
convincimento, delusioni,
spirito allo stato liquido,
sublimazione del pensiero
che perde concentrazione,
si eleva oltre trascinando con sé
tutte le vite che sei stata,
ingiustizie subite,
il torto ingoiato,
sbagli commessi,
generazioni passate…
In quell’istante tu sei nera,
migrante, bianca,
umile e altera
cinese, europea, inca, sapiens,
umanità bestiale e divina,
ed ogni nostro scambio, miscuglio,
un giorno scorrerà fra rughe profonde,
prosciugate, riceveranno nutrimento,
rivoli degli umori del mondo,
tutte le lacrime versate,
il sangue, guerre e finzione della pace.
Non saprei come spiegartelo altrimenti.
Facciamolo durare, è cosa rara.
Hai capito cos’è?

Mauro Giovanelli – Genova
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La rosa diventi

La rosa diventi

Apri la mente.
Era blindata.
Da oriente a occidente
sei stata usurpata
dei tuoi poteri.
Lo so. Lo sento.
Pure io ho lottato.
Anche per te.
In modo diverso.
Osservo il tuo viso,
con la mano schermisci
libertà ritrovata,
nascondi il sorriso,
tormenti la frangia,
riacquisti coraggio
nel portare la mano
alle labbra.
Il dito fra i denti
gesto bambina.
Diventi la rosa
di ogni mattina.

Mauro Giovanelli – Genova
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ACME

Acme

Tu vieni a me ed in me
nella tua essenza più intima e totale,
vieni per me, io ne ho il merito,
il tuo essere te diventa nucleo,
fondamento odoroso di storia,
ricordi, speranze,
illusioni perdute e conquistate,
pianti ed esaltazione,
convincimento, delusioni,
spirito allo stato liquido,
sublimazione del pensiero
che perde concentrazione,
si eleva oltre trascinando con sé
tutte le vite che sei stata,
ingiustizie subite,
il torto ingoiato,
sbagli commessi,
generazioni passate…
In quell’istante tu sei nera,
migrante, bianca,
umile e altera
cinese, europea, inca, sapiens,
umanità bestiale e divina,
ed ogni nostro scambio, miscuglio,
un giorno scorrerà fra rughe profonde,
prosciugate, riceveranno nutrimento,
rivoli degli umori del mondo,
tutte le lacrime versate,
il sangue, guerre e finzione della pace.
Non saprei come spiegartelo altrimenti.
Facciamolo durare, è cosa rara.
Hai capito cos’è?

Mauro Giovanelli – Genova
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VIENI!

VIENI!

Se tu vorrai ti ci condurrò.
Dove?
Su quel Pianeta che vagheggi.
È lontano ma,
in virtù di ciò che siamo
e delle leggi astrali,
quelle che flettono
tempo e spazio,
affronteremo il breve viaggio.
Dovremo tenerci per mano,
facile scivolare
lungo una qualsiasi
linea di forza gravitazionale.
Ci faremo compagnia.
Anche là dimorano vite da salvare,
le ho viste in sogno, con te,
mai te ne sei accorta, lo so.
Hanno la mente vergine,
il pensiero pulito
come le tue candide lenzuola
stese ad un sole sfinito
da questa umanità.
Non ci sono muri.
A piacimento,
già te lo dico,
percorreremo ogni evento,
cosmico e verbale,
nel loro e nostro idioma.
Diventeranno uno,
come noi.
Impareremo l’indicativo,
molto futuro, poco condizionale,
guarderemo al passato
per mai più sbagliare,
gli ausiliari,
avere te, tu essere me.
Viceversa nella nostra intimità.
Tanti imperativi!
Quelli che adoriamo.
Trasmetteremo amore
ai nuovi amici.
Ne riceveremo.
Ho dimenticato
l’Infinito.
Amore… Vieni!

Mauro Giovanelli – Genova

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L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

Rantolio, preghiera,
asfissia, lamento.
Compagno di viaggio
alla Sua sinistra:
“Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e noi!”(1)
“Noi…”
Egli non fiata.
Da destra:
“Non hai tu nemmeno timore di Dio,
tu che ti trovi nel medesimo supplizio?
E per noi è cosa giusta,
perché riceviamo
la condegna pena
dei nostri fatti,
ma questi non ha commesso
alcunché di male…
Ricordati di me quando
sarai venuto nel tuo regno!”(2)
“Me…”
Della precisa invadenza
l’ultima perfida proposizione
fu essa pure rivolta a Colui
invocato da tempo.
Con le residue forze
il primo chiese
salvezza di tutti
e venne tacciato
dal reo confesso,
sembrerebbe meno fiaccato,
che solo per sé
invocò aiuto…
E solo a quest’ultimo
venne concesso.
Vi fu errore?
Poi… Anche i peggiori
stringono un patto
dinanzi il pericolo comune,
la fine imminente ma,
su quella collina,
neanche considerato tale precetto.
Forse la lucidità dell’uomo
si spense nella pena
della carne… E quella divina?
Gesta hai tu inveito?
Implorasti in malo modo?
O quanto sta scritto
rappresenta l’esatta perfezione
del progetto concepito dal male,
unica entità, sembrerebbe,
a determinare l’infame
defluire degli eventi?
…….
Disma, Gesta,
Gesta e Disma,
destra e sinistra,
basso, alto,
buono, cattivo,
cattivo a… Destra?
Gesta o Disma?
Barabbâ?
Lancio i dadi.
Mamma alla finestra
mi chiama.
A domani!

Mauro Giovanelli – Genova
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1 Luca, 23, 39, 43 e apocrifi
2 Ĭbīdem.

Immagine in evidenza: Omnia Mustafa Egypt tour

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