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AD ALTA QUOTA

AD ALTA QUOTA

Poco prima di varcare
meridiano di sangue,
che virtualmente divide
tropico del cancro dal capricorno,
incontrai Miller. Non era solo,
con lui kerouac e Ginsberg.
Furono gentili, mi diedero istruzioni,
dissero di guardare a Pessoa e Saramago,
Marquez e Borges poi proseguire diritto
recuperando i grandi filosofi,
Filippo Bruno intanto.
Dei classici, dai presocratici e via,
bastante ciò che mi è rimasto
del tempo trascorso tra i banchi.
Alla prima piazza svoltare,
direzione obbligata Kant,
indi in ordine sparso secondo la bisogna
Schopenhauer, Nietzsche, Verrecchia,
François-Marie Arouet, e… Lui!
Assieme, con un cenno della testa,
indicarono un uomo appartato,
solo e pensoso, camicia bianca,
maniche arrotolate, sorriso triste ma
spontaneo, buono, rispettoso, leale.
Inconfondibile! Pasolini.
Fra sé e sé declamava
«Ta na sitàt, Trièst o Udin, ju par un viàl di tèjs,
di vierta, quan’ ch’a mùdin il colòur li fuèjs…»(1)
Stupito sbirciai i miei compagni
cui non sfuggì lo sconcerto.
Nelle sue opere in dialetto, caro amico,
spicca l’essenza del grande poeta,
proferì Miller con voce suadente,
questo dicono le prime due strofe
«In una città, Trieste o Udine, per un viale di tigli,
quando di primavera le foglie mutano colore…»(1)
Sono incantato! Non la conoscevo…
Fu Cassady, giunto improvvisamente,
indossava un paio di jeans e t-shirt,
bagnato fradicio, sporco, chiazze di fango,
viso cereo, capelli imbrattati,
che nell’avvicinarsi aggiunse
«…io cadrò morto sotto il sole che arde,
biondo e alto, e chiuderò le ciglia
lasciando il cielo al suo splendore…»(1)
Necessita di grande aiuto,
ciò che io, percorrendo a piedi
la ferrovia da Guanajato, non ho avuto
stordito come ero di barbiturici e liquore,
e poi pioveva, fredda era la notte…
Soprattutto compagnia e conforto,
ripresero gli altri in coro
allontanandosi afflitti con Neal
ciondolante sottobraccio ma,
un attimo prima di dileguare
si voltarono per ricordarmi
qualcosa di molto importante.
Ad egli, come a Cirano,
strapparono «tutto ma portò seco,
senza piega né macchia,
a Dio, loro malgrado, la sua poesia
anziché il pennacchio.»(2)
Quando riaprii gli occhi
levai lo sguardo al sole.
Ebbi percezione non essere mai nato,
ogni mio abbaglio stava in questa porzione,
immaginifica consapevolezza
di un tempo sospeso, ritaglio
del «sogno causato dal volo di un’ape
intorno ad una melagrana
un attimo prima del risveglio.»(3)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

(1) Pier Paolo PASOLINI (1922-1975) da La meglio gioventù (1954) – “IL DÌ DA LA ME MUÀRT” (Il giorno della mia morte)

(2) Parafrasando EDMONDO ROSTAND – CIRANO DI BERGERAC – Casa Editrice Bietti, Milano, 1951 – Quinto atto, scena VI

(3) Salvador Dalí – “Sogno causato dal volo di un’ape intorno ad una melagrana un attimo prima del risveglio” – Olio su tela – 1944 – Dimensioni cm 51×41 – El Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

Immagine in evidenza: Vedi nota (3)

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COME NIENTE FOSSE…

COME NIENTE FOSSE…

Non potrò mai rivivere il momento
in cui, nell’assolato pomeriggio di maggio
impegnato a combattere il mio scontento,
ti vidi. Eri lontana ma quanto coraggio
riacquistai nell’osservare la candida
camicetta bianca, jeans azzurri, lunghi
capelli neri, la tua carnosa, umida
bocca, labbra lucide di quel rossetto
color malva notai mentre già vicina
a me, dove il tuo passo lieve ti condusse,
lo sguardo mio andò alla scollatura divina
che i primi due bottoni, come niente fosse,
sempre tenevi aperti, la pelle scura
fra i seni tanto amati indicavano la strada
che per anni percorsi fino alla nuda e pura
sorgente in cui il viso mio, rugiada
su petali e foglie carnose nell’alba odorosa,
si poggiava per cogliere intimo profumo
solo tuo e gli accoglienti, cosmici, armoniosi
aromi dell’incastro perfetto. Siamo tutt’uno.
Ma dove vai? Dove sei?
Mi sono drogato, in realtà non esisti,
sono stato ingannato,
il sogno, i libri, dal mio pensiero
nasci come invenzione,
tu sei esistita perché ho letto, ascoltato,
creduto aver compreso i grandi,
loro ti hanno dato vita
nello spasmodico desiderio,
ricerca del prodigio,
si sono immaginati la perfezione
identificandola in te.
Da che parte mi dirigo?
Che altro posso scrivere?
In modo diverso oggi ti penso
con più desiderio di rabbia e dolore,
umiliarti, vedere lacrime della tua disistima,
ferirti l’anima puntando dritto al cuore.
Sto dicendo anche a te, chiunque tu sia
anonima lettrice, potresti esser lei,
ma non sono certo che con questa mia
riesca a spogliarti dell’abito mentale
che secoli, millenni di ritrosia,
hanno confezionato sul tuo pensare
deprivandoti di libera, sana follia…
Di amare.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: ENRICO BAFICO – “La nave veloce – Dimensioni cm. 90×100 – Collezione privata

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IMMAGINIFICO ABBAGLIO

IMMAGINIFICO ABBAGLIO

Varcato meridiano di sangue, fra i tropici del Cancro e Capricorno, incontrai
Miller, kerouac e Ginsberg. Dissero di guardare a Pessoa, Marquez, Borges
e Saramago, procedere diritto, rivisitare i grandi filosofi, Bruno intanto, dei
classici bastante quanto appreso fra i banchi. Alla prima piazza svoltare, senso
obbligato Kant, indi in ordine sparso secondo la bisogna Nietzsche, Voltaire
Verrecchia, Schopenhauer e… Lui! Con cenno simultaneo della testa indicarono
un uomo appartato, pensoso, sorriso triste leale e immediato. Pasolini! Fra sé e sé
mormorava «Ta na sitàt, Trièst o Udin, ju par un viàl di tèjs, di vierta, quan’ ch’a
mùdin il colòur li fuèjs…»(1) Nel dialetto, amico caro, l’essenza del Poeta, proferì
Miller con tono suadente «In una città, Trieste o Udine, per un viale di tigli, quando
di primavera le foglie mutano colore…»(1) Fu Cassady, apparso d’improvviso, jeans
e t-shirt, fradicio, sporco, viso cereo, che nell’avvicinarsi proseguì «…io cadrò
morto sotto il sole che arde, biondo e alto, e chiuderò le ciglia lasciando il cielo al
suo splendore…»(1) Necessita di grande aiuto, ciò che io, a piedi lungo la ferrovia,
nel fuggire da Guanajato, non ho avuto, piovosa e fredda la notte… Soprattutto lealtà
e vicinanza, in coro ripresero gli altri allontanandosi con Neal sottobraccio e, prima
di dileguare… Ad egli, come a Cirano, tolsero «tutto ma portò seco, senza piega né
macchia, a Dio, loro malgrado, la sua poesia anziché il pennacchio.»(2) Riaprii gli
occhi e levai lo sguardo al sole. Immaginifico abbaglio nel «sogno causato dal volo
di un’ape intorno ad una melagrana un attimo prima del risveglio.»(3)

Mauro Giovanelli – Genova
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(1) Pier Paolo PASOLINI (1922-1975) da La meglio gioventù (1954) – “IL DÌ DA LA ME MUÀRT” (Il giorno della mia morte)

(2) Parafrasando EDMONDO ROSTAND – CIRANO DI BERGERAC – Casa Editrice Bietti, Milano, 1951 – Quinto atto, scena VI

(3) Salvador Dalí – “Sogno causato dal volo di un’ape intorno ad una melagrana un attimo prima del risveglio” – Olio su tela – 1944 – Dimensioni cm 51×41 – El Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

Immagine in evidenza: Vedi nota (3)

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VITA…

Vita…
frenetico, incessante, turbolento susseguirsi
di effimeri aneliti evolutivi della materia
affinché percepisca nozione della Presenza
per dare fondamento
a
Spazio
e
Tempo…

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO: “Elettroshock” – Opere esposte alla Pinacoteca di Volterra – 6 Maggio/5 giugno 2017

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Allen Ginsberg – Kaddish

Kaddish

[…] con la tua pancia afflosciata
con la tua paura di Hitler
con la tua bocca di brutti racconti brevi
con le tue dita di mandolini lagnosi
con le tue braccia di grassi colonnati a Pterson
con la tua pancia di scioperi e ciminiere
con il tuo mento di Trotzkij e Guerra di Spagna
con la tua voce che canta
per il declino degli operai ultrasconfitti […]
con i tuoi occhi con i tuoi occhi di Russia
con i tuoi occhi di neanche un quattrino
con i tuoi occhi di falsa porcellana,
con i tuoi occhi di zia Elanor
in una tenda a ossigeno
con i tuoi occhi di India che muore di fame […]
con i tuoi occhi legata al tavolo operatorio […]
con i tuoi occhi sola
con i tuoi occhi con i tuoi occhi
con la tua Morte piena di Fiori.

Allen Ginsberg

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Allen Ginsberg

BOUTIQUE

BOUTIQUE

– Ti piace più questa o la blu?
– La blu!
– Però questa non è male…
– Allora regalagli questa!
– È anche vero che il blu si intona
con il grigio perla del maglione.
– Infatti preferisco la camicia blu.
– Non saprei, sono indecisa.
– A me questa non piace.
– Perché?
– Preferisco la blu.
– Andrà bene la media o la large?
– La large!
– Non è mica grasso!
– Neppure magro.

– Signora! Mi scusi…
non gli andasse bene si può cambiare?
– Basta che ritorni con lo scontrino.

– Dunque quale prendo?
– La blu large.
– E il maglione?
– Quello grigio perla.
– Ci sarebbe anche rosso bordeaux…
– Non mi piace.
– Perché?
– Preferisco il grigio perla…
e la camicia blu large.

– Signora! Potrebbe farmi un pacchetto regalo?
– Certamente! Camicia e maglione?
– Sì! direi che vanno bene.
Lei che ne pensa?
– Ottima scelta!
Non dicevo alcunché
ma pure io preferisco
questo abbinamento!

– Qui c’è la carta di credito. Aspetto fuori.
– Perché?
– Ho voglia di fumare.
– Che vizio! Lei fuma signora?
– Per carità di Dio!

Aria! Cielo minaccioso,
nuvole grevi, umidità,
ottimo per le cartine,
si incollano meglio
e il tabacco rolla che è un piacere.
Ma… Siete mai stati nel Sahara?
Lì si riesce a pensare con più forza
che la gente muore,
bambini di ogni età, donne, anziani,
ogni giorno, ora, minuto, secondo,
frazione di secondo…
lasciamo perdere le equazioni trascendenti,
la filosofia.
Per carità di Dio!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Egitto, piramide di Chefren

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Salvatore Toma – ULTIMA LETTERA DI UN SUICIDA MODELLO

ULTIMA LETTERA DI UN SUICIDA MODELLO

A questo punto
cercate di non rompermi i coglioni
anche da morto.
È un innato modo di fare
questo mio non accettare
di esistere.
Non state a riesumarmi dunque
con la forza delle vostre certezze
o piuttosto a giustificarvi
che chi s’ammazza è un vigliacco:
a creare progettare ed approvare
la propria morte ci vuole coraggio!
Ci vuole il tempo
che a voi fa paura.
Farsi fuori è un modo di vivere
finalmente a modo proprio
a modo vero.
Perciò non state ad inventarvi
fandonie psicologiche
sul mio conto o crisi esistenziali
da manie di persecuzione
per motivi di comodo
e di non colpevolezza.
Ci rivedremo
ci rivedremo senz’altro
e ne riparleremo…
Addio bastardi maledetti
vermi immondi
addio noiosi assassini.

Salvatore Toma (1951 – 1987)

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web

STRANIERO

STRANIERO

Fino a quando esisteranno
rappresentazioni politiche del Pianeta
dilaniate da immaginari confini
a rappresentare virtuali Stati
e relative divisioni amministrative
del territorio…
Ciascuno di noi sarà straniero.
Anche in patria.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: www.cromosema.it cm. 500×373 GIOVANNI MARIA CASSINI, Planisfero agg. Cap. Cook

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ARRIVEREMO AL PUNTO…

ARRIVEREMO AL PUNTO…

Arriveremo al punto in cui
avremo appreso
aver combattuto una guerra ignota
nondimeno
senza conoscerne le cause.
Qualora se ne conseguisse “beneficio”
verrà suddiviso fra pochi,
gli sconosciuti del Palazzo
che così avevano deciso.
Allo stesso modo un certo giorno
neppure ci accorgeremo
essere terminata ogni ostilità.
Mancherà il tempo di realizzare
essere accaduto qualcosa di irreversibile,
in una frazione di istante
saremo trasferiti
dall’intervallo del vissuto
nella dimensione da sempre vagheggiata.
La nostra “intelligenza” ci avrà…
fottuto.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza scattata dall’Autore: Libia, Tadrart Akakus (in arabo: تدرارت أكاكوس‎) nel Fezzan, parte sud-ovest deserto del Sahara

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