Archivi categoria: Religione

Jalāl al-Dīn Rūmī – (Balkh, settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273)

Al di là delle idee
di giusto e sbagliato,
vi è un vasto campo.
Come vorrei incontrarvi là!
Quando colui che cerca
raggiunge quel campo,
si stende e si rilassa.
Là non esiste credere
o non credere…

Jalāl al-Dīn Rūmī
(Balkh, settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273)

Anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Rūmī, Mevlānā in Turchia e Mawlānā nell’Iran e in Afghanistan. Ulema, teologo musulmano sunnita e poeta mistico di origine persiana. Fondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti” (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza: A sinistra rappresentazione Jalāl al-Dīn Rūmī – A destra dervisci rotanti dell’omonima confraternita “sufi”

RIPRODUZIONE RISERVATA

PASOLINI – COMMENTO (Constantin Brâncuși)

PASOLINI – COMMENTO (Constantin Brâncuși)

“Migliaia di uomini sotto il tuo pontificato, davanti ai tuoi occhi, sono vissuti in stabbi e porcili. Lo sapevi, peccare non significa fare il male: non fare il bene, questo significa peccare. Quanto bene tu potevi fare! E non l’hai fatto: non c’è stato un peccatore più grande di te.”
Pier Paolo Pasolini
(La religione del mio tempo – 1960)

COMMENTO:

Da leggere e rileggere. Ed ogni volta domandarci da dove possa essere sbucato questo Pier Paolo Pasolini che con la parola e il pensiero ha fatto suo il concetto espresso dal grande scultore rumeno Constantin Brâncuși: “La semplicità è una complessità risolta”. Come la verità. Come credere di non macchiarsi la coscienza evitando, potendolo, di fare il bene cui sei chiamato dal tuo ufficio. Come essere stato il peggiore fra i peccatori.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

PASOLINI – COMMENTO (Constantin Brâncuși)” è stato pubblicato il 22 giugno 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagini in evidenza ricavate da Eretico & Corsaro, foto a sinistra e dal web scultura dell’artista rumeno Constantin Brâncuși, foto a destra.

RIPRODUZIONE RISERVATA

E LE STELLE STANNO A GUARDARE (*)

E LE STELLE STANNO A GUARDARE (*)

Eh, sì! Ne sono convinto, oggi ancora più di qualche anno fa, mentre l’Italia stava sprofondando e Berlusconi giocava a nascondino con la Merkel, faceva le corna al collega di fronte che nelle fotografie ufficiali del G8 osava dargli le spalle, si presentava con la bandana nel ricevere il primo ministro inglese e consorte, raccontava (male) barzellette stupide tra un Bunga Bunga e l’altro stimolato da laidi individui di facili costumi del tipo Lele Mora, Emilio Fede, Tarantini, Lavitola, ecc. e un manipolo di signorine molte delle quali venivano retribuite con nomine nelle istituzioni pubbliche (quindi dai cittadini). Degno di nota l’episodio che a quel tempo si diffuse sul territorio: Silvio era stravaccato sul lettone di Putin, gli diedero la lista dei nominativi per i nuovi incarichi di Governo sennonché giunto a Bocchino (Italo) chiese: “Ma chi è costui?” e alla risposta “è il vice capogruppo vicario del PdL” egli replicò “Ah! Peccato! Credevo fosse uno dei punti del programma.” (figuriamoci se ci fosse stato anche Passera Corrado).
Ammetto la mia ingenuità, pensavo sussistesse una parte di politici sani, indignati sul serio, pronti a rimboccarsi le maniche per salvare il patrimonio inestimabile su cui abbiamo avuto la fortuna di venire al mondo ed è per ciò che nel commentare i fatti di questi “signori” ritenevo fosse inutile alzare i toni, sarebbe bastato aspettare, alla lunga la giustizia e il buon senso avrebbero premiato i virtuosi.
E così pareva quando negli scantinati polverosi del Quirinale venne ritrovato un papiro, non si comprese bene se scritto in aramaico, copto, arabo, demotico. Venne chiamato un esperto che risolse il problema e dalla lettura ad alta voce delle formule magiche in esso contenute il Capo di Stato di allora ritrovò nuovo vigore quindi drizzarsi improvvisamente dallo schienale della dorata poltrona Luigi XV, barocca, e alzarsi di scatto come avesse una molla sotto il sedere fu un tutt’uno. In cotanto modo venne creato, e non generato, il Governo Monti. Ho avuto ragione a tenere sempre un basso profilo nei miei commenti, mi dissi, senza mai eccedere, il rinnovamento stava per avere inizio, un nuovo illuminismo pareva rischiarasse l’orizzonte… “È arrivato il bocconiano!” esclamazione che, da un lato suonava come il titolo di un film western, ricordo “Il kentuckiano” del ‘55 con Burt Lancaster e l’esordiente Walter Matthau, dall’altro riportava al capolavoro di Fellini, “La strada”, in cui con magistrale interpretazione Giulietta Masina, nei panni di ragazza fragile e menomata, viene offerta dalla madre come aiutante di un rozzo saltimbanco. Costui per guadagnarsi da vivere girovagava con un motocarro telonato attraverso i paesi più poveri dell’Italia contadina anni ’50, esibendosi in dubbie prove di forza. “È arrivato Zampanò!”, questo l’annuncio che Gelsomina, bombetta in testa, abiti clowneschi, rullo di tamburo e trombetta, dava dalla piazza principale del centro abitato prescelto per annunciare che lo spettacolo stava avendo inizio. “Zampanò!” il nome di Anthony Quinn nella superba e irripetibile parte del funambolo.
“È arrivato il bocconiano!” ovvero “Mario Monti!” si gridava a gran voce per le strade di tutta la Penisola, “Salverà l’Italia!”, titolavano le grandi testate giornalistiche che in un sol balzo passarono dalla parte di colui che veniva fotografato alla stazione, loden di prammatica che non indossava proprio con lo stesso stile di Alain Delon ne “La prima notte di quiete”, trolley essenziale, moglie al seguito a ricordargli lo spazzolino da denti e i tronchesini per le unghie, raccomandandogli facendo megafono con le mani a convoglio in movimento, di indossare la maglia della salute, non prendere freddo e andare a letto presto. Il 16 novembre 2011, primo dei 529 giorni che rimase in carica, ovvero 1 anno e poco più di 5 mesi, fu l’inizio di un incubo.
Il 28 aprile 2013, quando questo soggetto di natura sconosciuta tolse l’incomodo, si pensava di aver toccato il fondo. Furono infatti perpetrate senza sforzo alcuno le più grandi porcate che mente di “statista” possa elucubrare pur di tutelare banche, finanza, classi abbienti e guardandosi bene dal toccare privilegi, ingiustizie, soperchierie. Una per tutte la legge Fornero (Elsa) nome della promulgatrice stessa, quella con il segno in fronte, profonda ruga di espressione probabilmente prodotta dai compromessi, finanche con sé stessa, cui ha dovuto soggiacere e ai quali si è adeguata di buona voglia. Ricordo che nel darne comunicazione a reti unificate travolse la Nazione con le più inquinanti e ingannevoli lacrime in diretta, accompagnate da singhiozzi, svenevoli smorfie e ghigni che ne accentuavano le grinze, così da porre ancor più in evidenza la sua vigliaccata. Degli altri componenti l’esecutivo meglio stendere impietosi residui di polistirolo espanso reperibili a fianco dei cassonetti.
Però, mi dicevo, è quanto mai necessario mantenere un comportamento professionalmente corretto, anche se sono scrittore borderline e mi ritengo “l’ultimo degli indipendenti” chissà, pensavo, potrebbero anche esserci fatti e ragioni imprescindibili dei quali solo “loro” sono a conoscenza. E poi con affermazioni grossolane e non ponderate sarebbe concreto il rischio di passare dalla parte del torto, trovarmi in difficoltà. Al momento queste riflessioni mi diedero ragione. Dopo il catastrofico Monti (voluto da chi? La scusa si conosce: “per salvare l’Italia”. Da che cosa? Non lo sapremo mai…) ci furono le elezioni del 2013 vinte dal PD di Bersani per un pelo di acaro avendo il M5S, rivelatasi seconda forza politica nazionale, scompigliato equilibri risalenti al Triassico Medio. Venne giustamente conferito al buon Bersani Pier Luigi l’incarico di formare il Governo. Non è un fulmine di guerra, ragionai tra me e me, omologato come tanti altri, la sua campagna elettorale affidata interamente alla tintoria sotto casa per “smacchiare” il giaguaro fu disastrosa, e pure leggermente patetica, come quella della “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, però… peggio di dove siamo arrivati non potrebbe andare. Il filosofo uscito dalla Università di Bologna “Alma mater” non riuscì a far capire a Beppe Grillo la “critica della ragion pura” di Immanuel Kant quindi dovette ritirarsi con “summo gaudio” di tutti i suoi colleghi di Partito (?). E cosa fa il capo dello Stato? Si inventa Letta (nipote), mica l’ultimo arrivato, uno sveglio al punto che, stranamente, riesce a fare il miracolo (il primo e ci auguriamo l’ultimo della sua esistenza): formare il Governo. Nel corso del suo mandato (dieci mesi, dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014)) tre sono state le inventive di Enrico: “Non sono Babbo natale”, “Non ho la bacchetta magica” e, micidiale, “Mica in fronte ci ho scritto Jo Condor!”. Tutto vero, non sto scherzando. Capirete bene quanto il suo “impulso” si fosse rivelato, come dire… poca cosa?
Nel frattempo si scoprì che il manoscritto di cui sopra conteneva, quasi alla stregua della stele di Rosetta, pure un capoverso in geroglifico che venne decifrato e declamato in tutti i Palazzi del Potere. Nell’udire un’altra miracolosa composizione verbale che completava la precedente il Presidente rifiorì ancor più nel fisico acquisendo inoltre maggior consapevolezza delle sue qualità taumaturgiche e così, anziché fare come nell’attuale Spagna post recenti elezioni dove è stato dato tempo ai partiti di trovare un accordo di governo entro breve altrimenti saranno convocate nuove elezioni, cosa ti escogita? Anzi a posteriori direi che si inventano a vicenda, come due trapezisti, a mio modesto parere la pergamena di cui sopra doveva contenere di certo una maledizione. Altro che balzo della quaglia hanno fatto i due giovanotti, questo è un triplo salto mortale, flic flac, verticale sulle spalle, squadra e retta, corpo teso. Et voilà!
Si materializza Renzi Matteo.
Costui in due mesi e mezzo viene eletto segretario del Partito Democratico alle primarie dell’8 dicembre 2013 (sembrerebbe finanziate da Banca Etruria) e successivamente, mentre dichiara tutta la sua disponibilità, fedeltà, dedizione e contributo al “collega” Enrico Letta giunge rapido il giorno della pugnalata alle spalle di costui, di quelle da gran signori, maestri nell’arte di arrampicarsi: votazione a larghissima maggioranza da parte della Direzione PD di un documento dello stesso Renzi con il quale propose la sostituzione del governo presieduto da Letta, consultazioni di Giorgio Napolitano il 16 febbraio 2014 così veloci da conferirgli per il giorno successivo l’incarico di formare un nuovo governo pertanto la guida scout in meno di una settimana (22 febbraio 2014) assurse alla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana ottenendo la fiducia del Senato (Grasso) e della Camera dei Deputati (Boldrini) rispettivamente il 24 e il 25 febbraio. Appunto. Un piano congegnato alla perfezione.
Confesso che la puzza di bruciato, e non solo, era fortissima. A parte le origini (Margherita di Rutelli) l’uomo non mi piace, dal punto di vista epidermico intendiamoci, a pelle, il suo modo di fare, porsi, l’atteggiamento, l’eloquio, ha qualcosa di ripugnante e penso che le donne lo avvertano, uno che soffre l’assenza di essere desiderato… tuttavia sempre figura di sinistra era per cui decisi a denti stretti che le critiche avrebbero dovuto essere moderate, incisive e chiare, senza eccessi, è noto quanto le parole urlate infastidiscano l’interlocutore, che è il popolo, il lettore, noi stessi. Il messaggio che si vuol lanciare non deve giungere distorto, amplificato, i timpani ne sarebbero infastiditi, quindi verrebbe respinto prima ancora di essere analizzato, inoltre potremmo essere fraintesi, la gente si farebbe un’idea sbagliata del nostro agire con il risultato di ottenere l’effetto contrario. Infine mai usare termini volgari, vocaboli osceni, ordinari, tali da offendere il senso comune. E poi vediamo cosa combina, mi dicevo, non sia mai… sarebbe possibile che il tizio possa far peggio dei predecessori? Si rende pertanto opportuno adottare parole acconce così da addolcire anche la più cruda delle verità. Strinsi i denti e proseguii ad elaborare i miei commenti.
Sono trascorsi due anni. Volete sapere come la penso oggi alla luce dello scandalo “Petrolio”, l’ondata di liquame che fa traboccare l’immenso cratere prodotto da decenni di dittatura dell’ignominia? Che coincidenza! Il termine tardo latino dell’oro nero è il titolo dell’ultima opera di Pier Paolo Pasolini, rimasta incompiuta e pubblicata postuma circa vent’anni dopo l’omicidio del più grande intellettuale del ‘900, astro scintillante in un firmamento per soli poeti della vita. Vi si preconizza la crisi del nostro Paese, in particolare la degradazione della gioventù, in un caleidoscopio di immagini oniriche ed esperienze vissute dal protagonista “Carlo” che hanno del sublime nella denuncia alla implacabile trasformazione e involuzione dell’Italia contemporanea. Dieci anni prima un certo Don Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti aveva scritto “L’obbedienza non è più una virtù” che gli valse l’accusa di apologia di reato, seguì il processo ma il crimine fu estinto per decesso del reo avvenuto nel 1967. In Cielo comparve una nuova stella.
Per questo da oggi in poi non avrò più freni, smetterò di cercare il modo appropriato di descrivere le mosse di coloro che attualmente ci “governano” compresi quelli che si sono succeduti alla guida del Paese e che tutt’ora stanno ingrassando alle nostre spalle. Un esercito di parassiti, vera e propria Nazione straniera mantenuta dalla Repubblica, quella dei lavoratori. Tenete ben presente che non rappresentano, come vorrebbero farci credere, la punta dell’iceberg, questa siamo noi cari amici, loro costituiscono l’enorme massa sottostante non adeguata a tenerci a galla bensì portarci a fondo, nella melma dove ci superano in capacità di adattamento ed esperienza. Un tumore che si accresce, prolifera, mangia le cellule sane, fagocita tutto quanto possa accaparrarsi, e fra questi inserisco pure i sindacalisti, i capi della “triade” e assimilati che arrivano a guadagnare 300 mila €uro all’anno per proteggere i diritti dei dipendenti dei Palazzi del Potere i cui commessi, un esempio irrilevante delle cloache a cielo chiuso che ivi si moltiplicano, percepiscono 10 mila €uro al mese solo per mettere la poltrona sotto il culo degli stronzi del Parlamento.
Un altro “fenomeno” tipico italiano è lo Stato del Vaticano. Quanto ci costa? L’esercito di cardinali, vescovi, monsignori, guardie svizzere, con tutti gli annessi e connessi, che peso ha nel nostro bilancio? E a che scopo? Soprattutto cosa producono? Non dovrebbero predicare il loro “credo” nei rustici abbandonati di cui l’Italia abbonda? Ristrutturarli al fine di avere un giaciglio e lavorare la terra per procacciarsi il cibo? Al contempo annunciare la parola del Cristo? E poi, a parte la contraddizione in termini di cui, penso, l’unico a rendersi conto sia proprio l’attuale Pontefice, i casi sono due, questo è certo: O Dio esiste allora sarebbe il primo a fulminarli, almeno la gran parte, oppure non esiste e questa enorme “struttura” dedita alla “inconoscibilità” servirebbe a nulla… e poi non basta la morale in ciascuno di noi e il cielo di stelle sopra noi?
Ho finito, per ora. Immagino che pochi siano arrivati a leggere queste parole perché ormai si tende a non entrare nel merito, brevi spot o slogan di sdegno sui social network e via, elzeviri sui quotidiani, rapidi annunci alla TV, ma per la minoranza che ha avuto la pazienza di seguirmi ho previsto un corposo post scriptum delle mosse, in ordine cronologico, di quel pezzo di merda che è a capo del Governo in tandem con la palese faccia da schiaffi di Maria Elena Boschi. Strana questa sensazione, mai provata per una donna, si vede che è brutta dentro, ma tanto!
Il petrolio è inquinante, l’educazione non è più una virtù, meno ancora il rispetto verso gli “onorevoli”, per nulla la pazienza! “Game over”. E le stelle staranno a guardare ciò che accadrà, di molte intercetto i riverberi da sempre, almeno due ci seguono da decenni, il Poeta delle desolate periferie di Roma e il parroco di Barbiana, minuscola e sperduta frazione di montagna… che la vostra forza venga a noi.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

(*) E le stelle stanno a guardare (The Stars Look Down) è un romanzo di Archibald Joseph Cronin pubblicato per la prima volta nel 1935.

Immagine in evidenza ricavata dal web – Montaggio eseguito dall’Autore – A sinistra Pier Paolo Pasolini, a destra don Milani

RIPRODUZIONE RISERVATA 

P. S.

– Renzi Matteo era co.co.co. nella Chil Post srl, azienda del su’ babbo Tiziano e come parasubordinato non costava alcunché alla società del genitore ma due giorni prima dell’annuncio dato dall’allora presidente nazionale e leader del medesimo partito che lo indicava quale candidato a Presidente della Provincia, la nostra guida scout si fece assumere a pieno titolo da papà in qualità di dirigente così, da quando eletto, nel giugno 2004, è stata la Provincia a versargli le consone “marchette”, cioè noi cittadini, tra l’altro adeguate allo stipendio da manager. Da quella data e fino a tutto il 2014, due lustri, il nostro attuale leader ci è costato non meno di 300 mila euro. Una pensata da lestofante.
– Il 6 dicembre 2010 l’allora Sindaco di Firenze Renzi Matteo si recò in visita ad Arcore, invitato a pranzo presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per “discutere alcuni temi legati all’amministrazione della città d’arte”, così almeno dichiararono “loro”. Quando i giornalisti gli chiesero ragguagli circa il colloquio avuto sembrerebbe che lui avesse risposto “Mah!?!”
– Nel 2012 la Corte dei conti aprì un’indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia di Firenze durante il mandato dell’attuale premier, allora sempre sindaco della città gigliata, che ammontavano a circa 600 mila €uro e, secondo il Fatto Quotidiano, il ministero del Tesoro indagò su “Florence Multimedia”, società in house voluta da Renzi, alla quale la Provincia, durante la sua presidenza, avrebbe concesso un affidamento di prestazioni “per un importo superiore a quello previsto dai regolari contratti di servizio”
– la bufala della vendita delle auto blu tramite E-Bay. Dopo strombazzamenti, plausi e notiziari entusiastici di giornalisti e conduttori Tv all’indirizzo del nuovo genio italico, ne furono piazzate tre o forse quattro su quasi 54 mila. Ovviamente gli sperticati elogi all’uomo del “fare” continuarono qualche giorno ancora poi non se ne parlò più.
– È passato d’un balzo dalla bicicletta all’auto di rappresentanza con tanto di scorta, quella che non riteneva necessaria in quanto, parole sue, “i suoi guardaspalle sarebbero stati gli italiani” e, non accontentandosi pensò pure all’acquisto dell’aereo presidenziale.
– La panzana dei 1500 parlamentari condannati che non dovrebbero più percepire il vitalizio sarà somministrata a distanza di due anni. Infatti nei torridi giorni di luglio 2015 viene finalmente approvata la legge al riguardo e gli annunci fragorosi rimbalzano da una rete all’altra delle Tv come l’eco nelle Grotte Marabar, stato del Kerala (India). Ma c’è un piccolo, trascurabile particolare, ossia essa riguarda solo un pugno di sfigati, circa 18 fra i quali Berlusconi, che non hanno santi in paradiso o non più come l’ex cavaliere. A questo punto fanno quasi tenerezza per essere stati estromessi da un ingiusto privilegio di cui invece gli altri 1482 continuano a beneficiare.
– Il 16 gennaio del 2014 durante un’intervista televisiva a “Le invasioni barbariche” egli preannunciò che da lì a due giorni si sarebbe ulteriormente incontrato con Berlusconi, nella sede del Partito Democratico, al fine di discutere un piano comune sulle innovazioni delle quali questo Paese necessita. Così il 18 gennaio 2014 si arrivò al famoso “Patto del Nazareno” che sta proprio ad indicare l’accordo politico siglato fra il “rottamatore” e il leader di Forza Italia (rottamando), con gli obiettivi di procedere a una serie di rinnovamenti fra cui quella del titolo V della Costituzione, la trasformazione del Senato in “Camera delle autonomie” e l’approvazione di una nuova legge elettorale.
– A posteriori si viene a sapere che la presa di Palazzo Chigi è stata tutto un programma. Al confronto quella della Bastiglia un gioco da bambini che si sono divertiti a fare la rivoluzione. L’11 gennaio 2014 il leader del PD telefona, ed è la conversazione che ha destato più scalpore, a Michele Adinolfi (nulla a che vedere con l’inquietante Mario Adinolfi). Ritorniamo alla chiamata che Renzi fece al numero due della Guardia di finanza, dicendogli “Enrico (Letta n.d.a.) è un incapace, lo mando al Quirinale. Berlusconi è disponibile per un ragionamento diverso”. Il rapporto estremamente amicale fra i due non è tanto evidente nell’informazione che, chissà per quale recondito motivo, il nostro leader si sente in dovere di dare al generale, quanto dai termini e dal “tono” con cui viene condotto il colloquio, stile “compagni di merenda” al punto che l’Adinolfi (Michele) si spinge a dare dello “stronzo” al nostro Primo Ministro, così, come si usa fare fra buontemponi. Nel frattempo Adinolfi (sempre Michele), parla con Dario Nardella, l’attuale sindaco di Firenze, ed è la conversazione in cui, secondo Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la Legalità a livello nazionale, si evocano ombre di ricatti su attività e “conflitti d’interesse” di Giulio Napolitano, figlio dell’allora presidente della Repubblica.
– L’inchiesta sulla casa abitata da Renzi di proprietà dell’imprenditore toscano Marco Carrai che “solo per un caso” ricevette in cambio incarichi nelle partecipate e contratti diretti alle sue società private. Alla Camera sono state chieste spiegazioni al Presidente del Consiglio. In sua vece rispose il ministro Maria Elena Boschi (ma guarda!) con queste parole: “Grave che le intercettazioni siano finite sui giornali”.
– Il 21 luglio 2015 andò in scena l’ennesima porcata all’interno delle mura della Camera dei Deputati. Si era votato per il rinnovo degli uffici di presidenza delle 14 commissioni parlamentari, cioè gli organi che gestiscono i lavori. Il principio costituzionale di rappresentanza vuole che se il 25% degli italiani avesse votato un partito, facendo un esempio a caso il M5S, dovrebbe vedere i suoi delegati all’interno di questi luoghi decisionali. Così non è accaduto: il PD si è accordato con le altre forze politiche spartendosi tutte le poltrone, escludendo completamente la forza politica che da sola ha il maggior numero di preferenze. Un fatto che non ha precedenti nella storia democratica del Paese.
– Mesi fa la guida scout Renzi dichiarava trionfante “DASPO per i politici corrotti” e in quegli stessi giorni contribuì a fare in modo che il PD salvasse dall’arresto un senatore di NCD che risponde al nome di “onorevole” Antonio Azzollini. La comunicazione del premier: “Il Parlamento non è passacarte della Procura” e aggiunge trionfante “Abbiamo i numeri al senato quindi andiamo avanti più decisi di prima”. Intanto il Tg Rai2 del 31 luglio 2015 comunica che la disoccupazione era salita al 12,7% e quella giovanile superava il 44% con 2 punti percentuali in più.
– Sotto la guida del buon Matteo ovviamente non ci sono nepotismi, favoritismi, familismo e clientelismo. Infatti dal primo luglio 2015 Eleonora Padoan è stata assunta in extremis, cioè con uno degli ultimi atti della vecchia amministrazione di Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, rispettivamente presidente e amministratore delegato uscenti proprio della Cassa depositi e prestiti. Ma va? Alla Cassa depositi e prestiti, l’ente controllato con una quota dell’80% dal ministero dell’Economia di cui il papà è, guarda caso, titolare del dicastero da pochissimo affidato al duo Claudio Costamagna e Fabio Gallia ai quali, a cose fatte, non si potrà addebitare alcunché al riguardo. Con una precedente esperienza di senior economist in Sace, la società pubblica di assicurazione dei crediti all’estero controllata proprio dalla Cassa depositi e prestiti, la Padoan andrà ora ad occuparsi del settore della cooperazione e dello sviluppo internazionale.
– E arriviamo alla RAI per la quale la guida scout non perdeva occasione di perorare la giusta causa del “fuori i politici dalla TV di Stato”. Infatti è di questi giorni la nomina dei sette “Commissari di vigilanza”, così ora si chiamano i Consiglieri di Amministrazione tanto per far vedere che si cambia per non mutare alcunché, sei dei quali, partoriti dal complotto PD, NCD, UDC & C. (C. sta per “Compagni” di destra). Questi non distinguerebbero un funerale da una parata militare qualora li vedessero attraverso una telecamera. Carlo Freccero, dato che è persona competente, è stato un incidente di percorso essendo entrato nel gruppo con i voti di SEL e M5S. Da quanto apprendo tramite i pochissimi giornalisti che informano (razza in via di estinzione a meno che non venga inserita nelle specie protette) sembrerebbe che la scelta dei “magnifici sei” sia stata meditata da un “pizzino” che il Capo del Governo avrebbe inviato dal Giappone. E poi dubitate che il nostro leader non sia un saltimbanco dell’organizzazione del nostro Paese? Questo è un tuffo sincronizzato con Berlusconi al massimo livello di coordinazione, in avanti, tripla piroetta preceduta da rotazione indietro, ritornato e doppio avvitamento. Al suo confronto il campione mondiale di tuffi da 27 metri Gary Hunt che, per far provare al pubblico l’emozione di una sua “performance” lanciandosi, non a caso, con una telecamera in mano, non è neppure in grado di scendere le scale di casa.
– Imu e TASI abolita per tutti. Renzi dichiara: “Via tassa su prima casa anche per i ricchi perché impossibile riformare il catasto (?) che non è aggiornato dal 1939, la aboliamo per sempre.” Tale iniquità è stata sommessamente contestata anche all’interno del PD così il Presidente del Consiglio rincara: “A casa nostra le tasse sono troppo alte: dobbiamo avere il coraggio di dirlo anche alla sinistra (Non è lui la sinistra?).
– Partecipazione alla finale degli Us Open, incontro Vinci-Pennetta, rinviando impegni istituzionali. Dichiarazione di Peter Gomez direttore de “Il Fatto Quotidiano”: “Renzi? Ha fatto bene ad andare alla finale, ma doveva presenziare a spese sue, non vedo perché debbano pagare i cittadini”
– Come per magia e incanto la moglie di Renzi Matteo prende la cattedra per insegnare nello stesso paesino in cui abita… quando centinaia di altri insegnanti sono stati sbattuti a Canicattì… cioè decine e decine di km di distanza. Questa è la “Buona Scuola”. Ma non è finita.
La Signora avv. Tiziana Miceli, moglie di Alfano Angelino, titolare di uno studio legale non famoso, ha ricevuto 5 consulenze milionarie dalla CONSAP (Concessonaria dei Servizi Assicurativi dell’Economia), che fornisce le proprie prestazioni al Ministero dell’Interno, vincendo l’appalto tra 140 mila candidati.
Forse non sarebbe male riflettere sul fatto che fra i professionisti della politica, dall’ultimo assessore del comune più nascosto fino al Presidente della Repubblica, il tasso di disoccupazione di figli, parenti, affini, collaterali, amici, e amici degli amici, ecc. è 0 (zero) mentre quello dei giovani italiani supera il 44% per non parlare della mancanza di lavoro cronica, esodati, sbandati, cassintegrati.
– È a questo punto irriverente come il capo guida scout cattolici italiani Renzi Matteo chiuda la festa nazionale dell’Unità 2015 citando la frase dell’attivista pro Palestina Vittorio Arrigoni, morto nel 2011 e assurto, soprattutto a sinistra, quale simbolo di resistenza a Gaza: “La Germania apre le frontiere e noi cosa facciamo? C’è un elemento di umanità sotto il quale non si può scendere. Non c’è PD contro le destre, ma umani contro le bestie. Dobbiamo tornare a essere umani, non si può strumentalizzare anche la vita”. In conseguenza di tale sofferta e sincera affermazione Salvini, credo a causa della parola “bestia”, si è sentito chiamato in causa dando vita ad una replica e successiva contro replica. Su tale scambio verbale meglio stendere un pietoso velo per innata repulsione alle gazzarre stile saloon del vecchio far west.
– Al termine di due ispezioni avviate nel 2012 e nel 2013, Banca d’Italia ha multato la popolare dell’Etruria e del Lazio per 2,54 milioni di euro. La maxi sanzione è a carico di 18 tra ex componenti del collegio sindacale e del CDA, tra cui Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, attuale ministro delle Riforme, nonché direttore generale della fondazione Open, la cassaforte che finanzia l’attività politica di Matteo Renzi che aveva coperto, tra l’altro, l’esborso di circa 300 mila euro per la recente Leopolda.
– Bellissima la replica dell’ex ministro delle finanze ellenico, alla sciocca dichiarazione del nostro premier che alla direzione del Pd aveva declamato: “Anche sto Varoufakis se lo semo tolti. Chi di scissioni ferisce, di elezioni perisce”. Gianīs Varoufakīs, che mi sembra un uomo, di quelli veri, risponde: “Al contrario, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, vi siete liberati della democrazia greca” poi rincara e ribadisce: “Signor Renzi, ho un messaggio per te: puoi gioire quanto ti pare per il fatto che io non sia più ministro delle finanze o deputato. Ma non ti sei sbarazzato di me. Io sono vivo e vegeto politicamente, e come persona in Italia mi riconoscono quando cammino per le strade del vostro bel Paese. Ciò di cui vi siete liberati partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, ripeto, è la democrazia greca” Varoufakīs conclude sottolineando che il premier italiano, con la sua tattica del “poliziotto buono” ha svolto un ruolo centrale nell’agevolare la rottura di Alexis sulla base dell’assunto “Se non cedi, essi ti distruggeranno” (Che eroe! N.d.a.). “Sotto un’estrema costrizione da parte dei leader europei, tra cui anche il signor Renzi che ha rifiutato di discutere ragionevolmente le stesse proposte della Grecia, il mio primo ministro, Alexis Tsipras, è stato sottoposto il 12 e 13 luglio a un bullismo insopportabile, a un ricatto nudo, a pressioni disumane”.
– Intanto ad oggi la Corte dei Conti sta setacciando i bilanci della Provincia di Firenze dell’era renziana. Alla voce “Rappresentanza istituzionale” in cinque anni è stato inserito di tutto, a partire da cene da 2 mila €uro cadauna. Quindi quando non rottamava, la guida capo scout si è speso migliaia di €uro in viaggi all’estero e aragoste. In tal senso e sulla scia del “caso” Ignazio Marino, che si sta ritorcendo come un boomerang verso i suoi “amici”, saranno quasi sicuramente avviate indagini. Però il buon Matteo, furbo e viscido come un’anguilla spalmata di grasso, è preparatissimo avendo avuto uno dei migliori maestri in questo tipo di esercizi. Comincerà a dire di essere un perseguitato politico e tutti ce l’hanno con lui perché invidiosi del fatto di essere riuscito a diventare ricco.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

(*) E le stelle stanno a guardare (The Stars Look Down) è un romanzo di Archibald Joseph Cronin pubblicato per la prima volta nel 1935.

Immagine in evidenza ricavata dal web – Montaggio eseguito dall’Autore – A sinistra Pier Paolo Pasolini, a destra don Milani

RIPRODUZIONE RISERVATA 

“DIO NON GIOCA A DADI CON L’UNIVERSO” (*)

“DIO NON GIOCA A DADI CON L’UNIVERSO” (*)

Il sabot dello chemin de fer contiene sei mazzi, ciascuno 52 carte, totale 312, più una neutra che interrompe la sequenza, giacché la sua comparsa segnala essere giunti alla duecentesima estrazione e il colpo che si sta giocando sarà l’ultimo della “taglia”, dopodiché esse saranno tutte nuovamente mischiate per ricominciare da capo. Perché questo? Evitare che chi avesse eccellente memoria, quindi ricordando le duecento già estratte, sia privilegiato nel considerare le probabilità di uscita delle rimanenti 112. E fanno 313 carte totali, una per “solidarietà” verso i più deboli. Il gioco si sviluppa in senso antiorario, come la rotazione della Terra intorno al proprio asse. Un anno comprende 365 giorni, un mazzo esatto in più. Ogni 22 agosto dovrebbe estrarsi l’ultima carta, “Rien ne va plus, les jeux sont faits”. Altro giro. Invece nella nostra società globale la taglia non si mischia in anticipo onde evitare vantaggi ai più favoriti, altrimenti dovremmo interromperci il 233esimo giorno e fare un consuntivo, verificare anomali sociali e rimediare. Pensate quante cose potrebbero accadere nel restante periodo.
Quindi molto più serio e “democratico” lo chemin de fer dove le regole sono precise, inconfutabili, valgono per tutti, al contrario della continua finzione cui ci stiamo adeguando in ogni campo. Persino il giorno più corto dell’anno, quello che corrisponde al Solstizio d’Inverno, che si verifica tra il 21 o il 22 dicembre ci piace festeggiarlo nove giorni prima, il 13, la notte di Santa Lucia quando essa morì nel 304 d. C. durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Questo “stacco” lo dobbiamo a Papa Gregorio XIII che nel 1582, con la bolla papale “Inter gravissimas”, promulgata a Villa Mondragone, impose il passaggio direttamente dal 4 al 15 Ottobre, togliendo quindi 10 giorni dal calendario giuliano, tale era la sfasatura accumulata negli oltre 10 secoli precedenti, quando il solstizio coincideva proprio con la dipartita della Beata. Il calendario gregoriano è quello ufficiale nella maggior parte del Mondo.
Molto accorti i papi nel gestire il tempo. Villa Mondragone… Monte Porzio Catone, presso Frascati a Roma… fu residenza di papa Clemente VIII che, spalleggiato da tal Roberto Bellarmino, gesuita, vescovo e dottore della Chiesa Cattolica, fatto santo, mummificato ed esposto, per la venerazione dei fedeli, nella terza cappella di destra della diocesi di Sant’Ignazio di Loyola, in Campo Marzio, sempre a Roma, poco distante da Campo de’ Fiori dove il più grande filosofo mai esistito fu arso vivo per eresia, dopo otto anni di duro carcere e supplizi da parte del Sant’Uffizio. Quando si parla di questo episodio, il più turpe della storia dell’umanità, e tantissimi altri commessi dai Pontefici, occorre essere precisi, come essi lo sono stati con i calendari. Infatti il 22 dicembre 1920 papa Benedetto XV promulgò il decreto della eroicità delle sue virtù, sempre dell’inquisitore Roberto Bellarmino parliamo; il 13 maggio 1923, durante il pontificato di Pio XI, fu celebrata la sua beatificazione e il 29 giugno 1930, dopo sette anni, fu canonizzato. Ancora più rapida la nomina a Dottore della Chiesa, conferitagli il 17 settembre 1931 sempre da Pio XI. La sua festa liturgica è attualmente il 17 settembre quando avvenne il suo trapasso, chissà per quale direzione… mentre il 13 maggio segna la sua beatificazione. Come ho detto importante è la scrupolosità. Egli è patrono della Pontificia Università Gregoriana, dei catechisti, degli avvocati canonisti, dell’arcidiocesi della città di Cincinnati negli USA.
Direte che c’entra, lo vedremo, anche se per ora, per l’esattezza, avendo ubicato la mummia nella terza cappella di destra della basilica anzidetta, ed essendo io entrato, chissà perché, in un clima gaudente (capita quando cerchi di nascondere lo sdegno) mi verrebbe da dire:
“Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo? No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio. No, aspetti, mi porga l’indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi. Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce? No, no, no, attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura… senza contare che la supercazzola prema turata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco… dopo antani, come se fosse antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento a destra, per due, grazie” (1)
Questa è divagazione? Bestemmia? Nonsense? Ma non rispecchia il consorzio umano dove finzione, ipocrisia, trucco, stratagemmi, imbrogli, incomprensioni trovano terreno fertile? Dobbiamo stare alle regole che ci siamo dati? Quindi alle feste comandate farci tanti begli auguri? Felice Natale, buon anno, serena Pasqua, trascorri un ottimo ferragosto… e sarebbe un guastafeste chi, in tali circostanze, dovesse dire, così tanto per, che la prima cosa che dovrebbe fare un cardinale appena eletto Capo della Chiesa Cattolica, sarebbe quella di rivalutare Giordano Bruno, un genio indiscusso, chiedergli scusa e perdono per averlo bruciato vivo, averci privato di chissà quali altre invenzioni, prostrarsi di fronte al suo talento e lasciare Roberto Bellarmino dove si trova per la famosa regola d’oro… chi osasse tanto passerebbe per maniaco?
E se uno qualunque aggiungesse, puro azzardo questo, di augurarsi che per gli anni a venire sarebbe giunto il tempo di passare dalle parole ai fatti come, ad esempio, che il Vaticano rinunciasse “motu proprio” all’otto per mille in modo da “alleggerire” il carico fiscale degli italiani, mettere a disposizione l’enorme patrimonio immobiliare di cui dispone, esigere che venga tassato su ogni proprietà che occupi suolo pubblico italiano, luoghi di culto compresi, pure le chiese intese come edifici che, nel nostro Paese, si aggirano intorno alle 36 mila, così a valere per tutte le confessioni, come del resto è imposto ai cittadini comuni e persone giuridiche. Convocare i Capi di Stato e colloquiare direttamente con loro sbattendogli in faccia i reali interessi per cui fanno politica e organizzano “esportazione di democrazia” o “missioni di pace”… solo dove c’è abbondanza di materie prime, nonché risorse energetiche. Dichiarare apertamente che i Palestinesi sono stati espropriati di gran parte del loro territorio, che qualsiasi persona di buon senso sa benissimo cosa si nasconde dietro il terrorismo e i continui conflitti in Medio Oriente. Fare piazza pulita nello IOR, liberarsi della moltitudine di cardinali e vescovi dai quali è circondato, coloro che tutto perseguono meno che la Parola di Cristo, schierarsi davvero e concretamente con i deboli, invitare e sollecitare i “mass media” ad una “informazione” giusta, imparziale, “civile”, denunciare ad ogni omelia gli spudorati stipendi dei parlamentari italiani, i più alti del Pianeta, e i vergognosi benefici di cui godono… invece di riceverli in udienza con tutti gli onori. Adesso che l’attuale Capo del Governo va dicendo ai quattro venti che tante cose sono state realizzate (come da copione) e l’anno prossimo sarà quello dei “valori”, mi sembrerebbe il momento giusto.
Insomma ci sarebbe molto da fare, senza alcun dubbio. Gesù buttò all’aria i banchi dei pubblicani e commercianti cacciandoli dal Tempio… senza pensarci due volte.
“Dio non gioca a dadi con l’Universo” fu la celebre affermazione di Albert Einstein (*) mentre era in procinto di sviluppare ed elaborare la teoria della Relatività. Il Potere non applica le regole eque e precise dello chemin de fer, aggiungo io, neppure inserisce una carta neutra tanto per ridurre un poco la sproporzione fra deboli e privilegiati. Si muove a caso, a vanvera, un tanto al chilo nel depredare il popolo a favore di una minuscola porzione di autoproclamatisi “eletti”.
Se per caso vi avessi annoiato, o indotti a pensare che con la testa non ci sia poi tanto o, ancora peggio, vi avessi guastato la giornata, chiedo scusa e… tanti auguri per gli anni a venire.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

(1) da “Amici miei” – film italiano del 1975 – diretto da Mario Monicelli – La sequenza di frasi sono del Conte Lello Mascetti magistralmente interpretato da Ugo Tognazzi.

RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMENTO SU PASOLINI – “La ricotta”

COMMENTO SU PASOLINI – “La ricotta”

Questa pellicola, “La ricotta”, fu sequestrata per vilipendio alla religione di Stato. Soltanto nel 1964 la Corte d’Appello di Roma assolverà il regista che rilascerà poco dopo un’intervista di cui si riporta uno stralcio (dal post Facebook della cara amica Selvaggia Rodriguez, 4 marzo 2016):

“- Cosa vuole esprimere con questa sua nuova opera?
– Il mio intimo, profondo, arcaico cattolicesimo.
– Che cosa ne pensa della società italiana?
– Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa.
– Che cosa ne pensa della morte?
– Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione.”
Pier Paolo Pasolini, “La ricotta”, 1963

Commento:

La Chiesa cattolica, 1963… quando nel resto del mondo occidentale, appena usciti da un reading, o subito dopo aver visto “Gioventù bruciata”, in Italia falsificando la carta d’identità per entrare al cinema perché vietato ai minori (ma questo era prima, nel ’55), o “Easy Rider” e qui saltiamo al ’69, seguito da “Fragole e sangue” del ’70, o tornando al ’61 con “Splendore nell’erba”, stesse acrobazie per vederli, non ne ho perso uno, ricordo a memoria, giuro, la poesia di William Wordsworth “… Ma se la radiosa luce che una volta, tanto brillava negli sguardi è tolta, se niente può far che si rinnovi all’erba il suo splendore e che riviva il fiore, della sorte funesta non ci dorrem, ma ancor più saldo in petto godrem di quel che resta…” che alla fine viene recitata in classe, fra le lacrime, dalla bellissima Natalie Wood. E naturalmente le pellicole di Pasolini, dal celeberrimo “Accattone” del ’61 a “Salò o le 120 giornate di Sodoma” del 1975 e “Porno-Teo-Kolossal”, incompiuto a causa della sua morte. Fece capolino postumo nel ’76 ma tutto era già cambiato da quasi un lustro. Lui fu il Maestro, ci accompagnò lungo tutto il tragitto tenendoci per mano, con le sue poesie, il pensiero, la narrativa, teatro, saggi, dialoghi. Precettore di vita e di contemplazione del divino che c’è in noi.
Stavo dicendo… la Chiesa cattolica, 1963, e la censura, il bigottismo, ipocrisia, puritanesimo. Però si rubava l’amore e lo si faceva coricati su sellino e serbatoio della moto, per la strada, in un angolo buio, solo qualche fioco riflesso dell’unico lampione aggrinfiato al muro, tipo quelli dei caruggi di Genova, sufficiente per vedere i corpi sudati, esattamente come piaceva a me… o nella mitica “Fiat 500”, che non era quella di adesso, una scatoletta di sardine, ma quante posizioni per prenderci l’un l’altra, leccarci, stringere e godere. Al confronto il Kamasutra è un corso di catechismo…
E adesso scomunicatemi, cazzo!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Il commento su Pasolini “LA RICOTTA” è stato pubblicata il 05 marzo 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it di “Memoria Condivisa”.

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CALUNNIA

LA CALUNNIA

Sarebbe forse giunta l’ora che la Chiesa chiedesse perdono al più grande filosofo dell’Umanità, e a noi per averci privato anzitempo degli scritti e i pensieri che ancora Giordano Bruno avrebbe potuto donarci. Riabilitarlo sarebbe il minimo ma, per recuperare la coerenza con il pensiero cristiano, ancor più non sarebbe disdicevole “rivisitare” la figura di Roberto Bellarmino, suo aguzzino, incomprensibilmente fatto santo e dottore della Chiesa tre volte da Pio XI.
Papa Francesco sarebbe l’uomo adatto e il gesto di giustizia avrebbe ridondanza in tutto il mondo, un grande significato di progresso, tolleranza e misericordia. Egli sta operando nella direzione giusta e ogni suo sforzo è mirato a ricondurre l’uomo alla Parola del Vangelo. Non è un rivoluzionario come molti vorrebbero fare intendere al solo scopo di screditarne la grande personalità, la morale, il suo darsi per gli altri, la fede sincera e la tenerezza che invoca nei riguardi degli umili, i deboli, gli oppressi.
Purtroppo la calunnia, arma dei vigliacchi, è diventata sistema in questo mondo che ha perso ogni connotato di civiltà, ha smarrito la via della solidarietà e della comprensione, dove il senso di umanità è un optional che viene comodo solo quando si tratta di ottenerne un vantaggio personale. In Italia, collocata nella top ten dei Paesi più ignoranti e corrotti del mondo, l’opportunismo e la diffamazione sono diventati, mi duole dirlo, regole di vita.
Per invertire questa rotta che ci può solo condurre al disfacimento completo della nostra millenaria cultura dobbiamo ispirarci al pensiero di Giordano Bruno, la sua coerenza, la fulgida mente. La maldicenza, il pettegolezzo, il cercare di screditare il prossimo sono riverberi della mediocrità della mente umana. Sento il dovere di riportare questo pezzo del grande filosofo tratto da “De Immenso”:

Alla mente che ha ispirato il mio cuore con arditezza d’immaginazione piacque dotarmi le spalle di ali e condurre il mio cuore verso una meta stabilita da un ordine eccelso, in nome del quale è possibile disprezzare e la fortuna e la morte. Si aprono arcane porte e si spezzano le catene che solo pochi elusero e da cui solo pochi si sciolsero. I secoli, gli anni, i mesi, i giorni, le numerose generazioni, armi del tempo, per le quali non sono duri né il bronzo né il diamante, hanno voluto che noi rimanessimo immuni dal loro furore. Così, io sorgo impavido a solcare coll’ali l’immensità dello spazio, senza che il pregiudizio mi faccia arrestare contro le sfere celesti, la cui esistenza fu erroneamente dedotta da un falso principio, affinché fossimo come rinchiusi in un fittizio carcere e il tutto fosse costretto entro adamantine muraglie. Ma per me migliore è quella mente che ha disperso ovunque quelle nubi e ha distrutto l’Olimpo che accomuna gli altri in un’unica prigione dal momento che ne ha dissolto l’immagine, per cui da ogni parte liberamente si espande il sottile aere. Mentre m’incammino sicuro, felicemente innalzato da uno studio appassionato, divengo Guida, Legge, Luce, Vate, Padre, Autore e Via. Mentre mi sollevo da questo mondo verso altri mondi lucenti e percorro da ogni parte l’etereo spazio, lascio dietro le spalle, lontano, lo stupore degli attoniti.

Gli attoniti appunto, gli impostori, denigratori, trasportati dal vento della loro mediocrità e invidia. A costoro dobbiamo rispondere con l’etica, andare avanti a testa alta “non ti curar di loro ma guarda e passa” disse il sommo poeta. Solo una condotta irreprensibile fatta di azioni trasparenti e, proprio perché laica, priva della doppiezza morale di tanti sedicenti “credenti” che nella loro incoerenza pretenderebbero di insegnarci a vivere e comportarci cristianamente.
Lasciamoci alle spalle, il più lontano possibile, lo stupore degli attoniti, ignoriamoli, non ascoltiamo le loro patetiche menzogne, involiamoci verso l’etereo spazio e inseguiamo morale e consapevolezza di noi stessi.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web – 414 x 500 – cristiano cattolico.it

RIPRODUZIONE RISERVATA A MEMORIA CONDIVISA

LA COMUNIONE… A CHI?

LA COMUNIONE… A CHI?

Accesa la Tv vengo sopraffatto dalla voce minacciosa di Mentana: “si sta affrontando uno dei temi più spinosi!”
Ho sobbalzato pensando a un’imminente invasione dell’ISIS. Precipitarmi in camera e indossare la kefiah è stato un tutt’uno, quando mi giunge la notizia: “il Sinodo sulla famiglia si è spaccato, il Papa apre al sacramento per i separati e divorziati ma i cardinali sono divisi.”
Che spavento! Mentre mi ricomponevo un dubbio si è insinuato nella mente: “ma… i pedofili, prelati e non, mafiosi, corrotti, gay hanno diritto di ricevere la comunione?”

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web.

RIPRODUZIONE RISERVATA

PAPA FRANCESCO E LA GUERRA

PAPA FRANCESCO E LA GUERRA

Le guerre, apparentemente “innescate” da motivi religiosi, etnici e nazionalistici, sono in realtà pianificate da poteri che, in forza di una verità a loro rivelata, così dicono e fanno credere, trascinano i popoli allo scontro in difesa del più diffuso e assunto dei monoteismi, il Mercato. Questo fingiamo di ignorarlo mentre assistiamo alle quotidiane liturgie dedicate all’andamento degli indici delle Borse mondiali. Tale convinzione, adesso che gli USA dichiarano apertamente di voler combattere l’ISIS, mi ha fatto riflettere a lungo sulla domanda, a mio avviso chiara ed inequivocabile, formulata nell’agosto scorso a papa Francesco:
– Santità, lei approva i bombardamenti americani?
Per l’attenzione che rivolgo alla “politica” di Bergoglio, come ama farsi chiamare, mi duole sottolineare quanto la sua risposta sia stata deludente e contraddittoria, quantomeno indecifrabile come quelle di quasi tutti i governanti del Pianeta, ma forse non ne ho colto il significato profondo. Eccola:
– Quando c’è una aggressione ingiusta, posso dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto… riguardo ai mezzi con i quali intervenire questi dovranno essere valutati. Bisogna avere memoria di quante volte, pur di fermare l’aggressore iniquo, le potenze hanno finito per fare una guerra di conquista… tutti sono uguali davanti a Dio… ma disarmare l’aggressore è un diritto che l’umanità possiede…
Un diritto che l’umanità possiede… evito di entrare nel merito di quali potrebbero essere i parametri da adottare per riconoscere, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’aggressione ingiusta e come individuare il nemico iniquo; arduo soprattutto determinare chi sia deputato a stabilire ciò e gli strumenti da utilizzare a tale scopo. Quindi mi limito a riportare un estratto degli statuti relativi alla libertà e alla vita contenuti nel Vecchio Testamento:
Or queste sono le leggi che tu porrai dinanzi a loro… chi percuote un uomo sì ch’egli muoia, dev’esser messo a morte… darai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione…(Esodo, 21,1 12 22 24)
Che ritroviamo anche nel terzo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana. Ecco i punti:
Chi percuote mortalmente un uomo qualsivoglia dovrà esser messo a morte… quand’uno avrà fatto una lesione al suo prossimo, gli sarà fatto com’egli ha fatto: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro”. (Levitico, 24, 17 19 20)
Un vero e proprio compendio di procedura civile e penale, codici, regolamenti e relative pene da comminare.
Si dà il caso che sulla Terra, in Galilea, venne un uomo di nome Gesù che si recò a Gerusalemme per svolgere l’attività di predicatore itinerante. Con le sue parole raccolse grande consenso fra la gente della Giudea, indubbiamente ricettiva nel cogliere il messaggio in esse contenuto, al punto che i membri del Sinedrio ebraico, preposto all’emanazione delle leggi ed alla gestione della giustizia di quel territorio, ravvisarono in siffatta persona una minaccia alla loro autorità. Infatti il sommo sacerdote Yosef Bar Kayafa, meglio noto come Caifa, ne chiese l’arresto e la condanna a morte per mezzo del supplizio sulla croce, nonostante il Procuratore romano Ponzio Pilato fosse riluttante a infliggergli tale pena, addirittura lo riteneva innocente. “Repetita iuvant” dicevano i saggi latini, tradotto letteralmente significa “le cose ripetute aiutano”, perciò cito quanto andò predicando colui che per molti è il Cristo, ovvero il Messia:
Voi avete udito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico: non contrastate al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti vuol costringere a far seco un miglio, fanne con lui due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle. Voi avete udito che fu detto: ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? E se fate accoglienza soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste.(Matteo, 5, 38÷48)
Questi versetti sono sempre una lettura interessante, impossibile trattenere la commozione. Comunque la storia è più o meno andata come ho cercato di riassumerla, il resto è aria fritta.
Adesso che le nazioni alleate contro il Califfato Islamico sono circa trenta tra cui, oltre gli USA, Italia, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Cina, Russia, ecc. a papa Francesco ripropongo la domanda però, per cortesia, mi risponda come se avessi sei anni:
– Santo Padre, lei approva i bombardamenti di questa coalizione?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web. Fotomontaggio eseguito dall’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA

FAMILY DAY 2016 (lettera aperta ai detrattori di questa santa e sacra manifestazione)

FAMILY DAY 2016
(lettera aperta ai detrattori di questa santa e sacra manifestazione)

No! Non ci siamo care amiche e amici. Se continuerete su questa strada, sentenziare a vanvera, buttare giù commenti ingiuriosi della canea di persone che ieri, 30 gennaio 2016, hanno manifestato a Roma per difendere i vostri e i nostri diritti, non solo palesate ignoranza sul delicatissimo tema di cui trattasi ma rischierete di bruciare in eterno tra le fiamme dell’inferno. Quando si commentano fatti legati alla fede, la politica, l’etica, il rispetto dei figli altrui non è bello, oltre che inutile, alzare i toni, dovete imparare ad essere umili, tenere un basso profilo, mai eccedere, sia per l’importanza delle argomentazioni che vengono avanzate che nel rispetto di questi due milioni di cittadini (così dicono ma il Circo Massimo e strade limitrofe non ne possono contenere più di 300 mila) che si sono sacrificati anche per tutelare voi, invitarvi a vagliare, mettere in moto la vostra coscienza. Eh, sì! Non siate superficiali, pensate, ragionate, riflettete prima di giudicare, potrebbero anche esserci fatti e motivi imprescindibili dei quali solo “loro” sono a conoscenza. Ma li avete visti i volti trasognati delle suore, le spose del Signore? Spero non vi sia sfuggito con quale gioiosa partecipazione hanno presenziato all’evento. La medesima espressione che hanno la Elena Boschi e la Marianna Madia, sembravano tutte uscite dalle pale d’altare dipinte dal Beato Angelico. Perché quelle “sanno” cose che neanche potete immaginare, mica stanno attaccate ai fornelli con i bebè aggrinfiati alle gambe che fanno i capricci mentre preparano il pranzo per il marito che magari arriva a casa pure arrapato. Loro, le suore, pregano per noi, il papa, la pletora di vescovi e cardinali. Già che ci siamo avete notato questi “principi” della Chiesa come, nella maggioranza, sono ben pasciuti? Non devono certo rimuginare per le bollette di luce e gas, Tasi, IMU… ed è giusto così, altrimenti come ponderare sulla famiglia, studiare, meditare il modo migliore per renderci la vita meno “pesante”. Non si scherza con “l’ulteriore” che solo loro riescono ad intravedere essendone gli intermediari.
Come potete permettervi di criticare? Andiamo! Fate attenzione che tanto con affermazioni grossolane e non analizzate rischiate di essere maledetti per sempre. Dalla parte del torto già ci siete, trovarvi ancor più in difficoltà sarebbe disdicevole, inoltre potreste passare per irriverenti, bestemmiatori. La gente di fede, “di chiesa” come certuni definiscono i fedeli, locuzione che non ho mai capito bene, si farebbe un’idea sbagliata del vostro agire con il risultato di ottenere l’effetto contrario e non pregherebbero più per voi. Ma le avete viste le immagini di questo raduno? Tutte le reti TV proponevano passeggini, biberon, carrozzelle, padri (naturali) in jeans firmati, pullover tinta pastello e scarpe ginniche bianche che giocavano a palla con il piccoletto di tre anni, tranquilli, rilassati, pazienti, senza un moto di nervosismo, impazienza. Madri (naturali) con permanente o messa in piega fatta il giorno prima, sorridenti, compatte, eleganti, di “classe”. Non vi hanno dato un senso… come dire, di beatitudine? Verdi prati, non un pezzo di carta per terra, le mezze minerali vuote riposte negli appositi contenitori a reticella. Quella è gente che sa stare al mondo, cosa credete? Al confronto la pubblicità del “…a Natale si può dare di più…” è una suburra umana. Ogni tanto si intravedeva qualche politico, Lupi ad esempio, riconosciuto non tanto per le orecchie ma dagli ululati che lanciava attraverso i microfoni dei cronisti. Casini, il Pierferdinando… adesso non mettetevi subito a giudicare per il fatto che sia separato o divorziato due volte, con tanto di figli concepiti ad ogni tappa, il cattolicesimo è una religione confessionale (credo l’unica), tu pecchi tutta la settimana e alla domenica confidi le tue marachelle al parroco prima di ricevere la comunione. Tutto ritorna come prima. Semplice No? Fatevelo entrare in testa una volta per sempre. Quindi lui è “in regola”, come Salvini, Franceschini e tanti altri… “unione civile” con adozione non sia mai detto, ma… “famiglia allargata” sì, cristianamente si capisce.
La critica deve essere quindi moderata, incisiva e altrettanto chiara, senza eccessi, è noto quanto le parole urlate infastidiscano l’interlocutore, che è il popolo, il lettore, noi stessi, troppo chiassoso il raduno per i “diritti civili”, folcloristico, quasi allegro ma questi sono aspetti “spirituali” della vita, c’è poco da ridere. I cartelli! Gli striscioni! Avete visto come erano puliti, candidi, distesi ordinatamente, ben visibili, con slogan diretti, inequivocabili: “Il nostro no alle adozioni gay: non  c’è alternativa alla natura” ma… cazzo! Oh, scusate, vedete che ci si può involgarire, dobbiamo frenare gli istinti bestiali che sono in noi. Volevo dire ma… “Buon Dio se dalla notte dei tempi sei stato Tu a far venire alla luce anche esseri deformi, mutilati, microcefali, down, omosessuali perché te la devi prendere solo con questi ultimi?” Vedete? Mi rivolgo a voi che state leggendo. Avete preso atto quanto sia stato pacato? Il messaggio che si vuol lanciare non deve giungere distorto, amplificato, i timpani ne sarebbero infastiditi, quindi verrebbe respinto prima ancora di essere analizzato. Calma! Ci vuole calma, non mi stancherò mai di dirvelo. “Siamo qui per la famiglia e non contro qualcuno”, altro slogan, ecco come si fa, con placidità. L’avete visto questo cartello mentre intervistavano Sacconi? Sacconi… non vi crediate mi disturbi il solo vederlo ma mi doto di autocontrollo come all’improvvisa apparizione del muso di Giovanardi che blaterava qualcosa tipo “Sbagliato, sbagliato” e “Per la famiglia”, non come voi capaci solo di improperi, o qualche “Per Dio!”, che non è irriverente ma poco ci manca, lo dice il secondo comandamento che senz’altro conoscerete, non l’originale, ma quello modificato dal Concilio di Nicea in poi, che avrete imparato a catechismo o a scuola nell’ora di religione. “Renzi ci ricorderemo”. Ecco! Questa intimidazione che ho colto mentre l’inquadratura si è posata su Gasparri e la Meloni, è leggermente ricattatorio. Meglio! Che siano loro a perdere le staffe. Probabilmente è stato suggerito da Bagnasco gran condottiero della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, quella che si occupa di tutto meno che della politica italiana. E Alfano? Difficile, lo capisco, mantenere i nervi saldi solo a pronunciarne il nome. E i Cristi e le Madonne sparsi ovunque? La Mussolini con il marito? Vengono a proposito! Imparate e valutate; lei è una vera cattolica, conosce il perdono, la misericordia… ma fosse stata al potere prima del fattaccio con la minorenne occorso al suo partner avrebbe provveduto a far eseguire la castrazione chimica a tutti i pedofili, ad esclusione dei preti. Ma i più belli sono stati due personaggi davvero singolari che ho posto nell’immagine in evidenza: La signora bionda, con un crocifisso altezza Brunetta in mano, aspetto accettabile, occhiali firmati, bel giubbotto in pelle, fattasi sadwich con un cartello sul lato “A” dove si poteva leggere “La natura si ribellerà alla legge sulle unioni civili” e sul lato “B” quello contro natura (ovvio): “L’uomo va contro natura con una legge, la natura per legge andrà contro l’uomo, Signore salvaci tu!!! (con relativa immagine pastorale)”. L’altro un soggetto fenomenale, anziano, barba da asceta, croce delle stesse dimensioni della complice, casacca di juta con una calcomania della Madonna seguita da “Servo di Gesù in Maria contro l’iniquità di Satana e dei suoi seguaci”. Sull’asta lunga del crocifisso in verticale dall’alto al basso “Senza far niente” e su quella corta in orizzontale “Di me non potete” che incrociandosi faceva “Senza di me non potete far niente”. Indubbiamente un fissato ma ritengo anche seguace di Piero Bartezzaghi famoso per i suoi cruciverba e collaboratore de “La settimana enig(mistica)”
Come al solito mi sono dilungato troppo, lasciamo quindi perdere Mons. Javier Echevarrìa dell’Opus Dei, Casa Pound Italia, l’eccessivo Adinolfi (Mario) che è pure onorevole oltre che cronista di “Radio Maria”, il cardinale Ruini, nonché tutti gli altri prodotti nostalgici della nostra Penisola. Concludo invitandovi dunque a non usare termini volgari, vocaboli scandalosi, ordinari, tali da offendere il senso morale. Si rende pertanto opportuno adottare parole acconce così da ingentilire anche la replica più ovvia.
Per questo devo assolutamente trovare il modo di descrivere la patologia di questo nugolo di gente dedita all’omofobia più becera, l’odio indiscriminato verso l’amore e il vivere civile, razzisti in tutte le sfaccettature che tale termine comporta, ignoranti, incapaci di pensare, bigotti, chiusi al progresso, conformisti nel senso deteriore del termine, falsi moralisti, ambigui, frustrati, asociali, paranoici, anacronistici, dissimulatori, integralisti alla stregua di quelli che quotidianamente vediamo alla televisione con la sola differenza che sono nati e cresciuti in un altro contesto sociale. Nella buona sostanza gente poco raccomandabile. Questo tipo di persone mi fanno paura, anzi ne sono terrorizzato, perché è gente capace di tutto meno che porgere l’altra guancia.
Eppure il papa all’angelus di stamattina 31 gennaio così si è pronunciato: “Nessuna condizione umana è esclusa dalla misericordia di Dio”. Che avrà voluto dire?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

“FAMILY DAY 2016” è stato pubblicato il 3 FEBBRAIO 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it:

Immagine in evidenza ricavata dal web. Fotomontaggio eseguito dall’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA

SENZA PERDERE LA TENEREZZA (Versione 1)

SENZA PERDERE LA TENEREZZA (Versione 1)

Oggi (22/9/2015) il Pontefice lascia Cuba e invita alla “rivoluzione della tenerezza”. Adesso è in volo verso gli USA, immagino per recare alla Nazione più potente della Terra lo stesso messaggio.
Grande persona papa Francesco, il suo richiamo alla rivolta dell’amore mi ha subito riportato a una delle migliori e più complete biografie su Ernesto Che Guevara, giocatore di rugby, appassionato di scacchi, eccellente poeta, ottimo fotografo, medico competente specializzato in allergologia, provetto motociclista tanto che con la sua Norton Modello 18 di 500 cc del 1939, cui venne dato il soprannome di “La Poderosa II”, dopo la laurea viaggiò per tutto il Sudamerica, Bolivia, Ecuador, Panamá, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Guatemala. In questo itinerante momento della sua vita si fermò per prestare attività di volontariato presso il lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni.
Il “Che” era pure un appassionato lettore e passava con disinvoltura da Jack London, Jules Verne ed Emilio Salgari ai saggi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung fino ai trattati filosofici di Bertrand Russell, sebbene l’esempio che lo attirava di più fosse Mohandas Karamchand Gandhi conosciuto come il “Mahatma” ossia “Grande Anima”. A proposito della più importante guida spirituale dell’India, che teorizzava e praticava la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa fino a regalare l’indipendenza al suo Paese, Ernesto Guevara, dopo aver visto la povertà delle popolazioni che incontrava ed essere stato influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell’America Latina coltivando il sogno di vedere un giorno il Sudamerica come un’unica entità. Per arrivare a ciò riteneva quindi necessaria una strategia di grande respiro che non poteva certamente identificarsi con la “non violenza”.
Il resto lo conosciamo tutti, o quasi, ma il punto è rispondere alla domanda che di certo vi state ponendo, cioè per quale motivo mi sono infilato in questo discorso. Perché sono convinto che il Santo Padre abbia letto la biografia sul braccio destro e consigliere di Fidel Castro, redatta da “Paco Ignacio Taibo II” e che consiglio pure a voi di dare un’occhiata. L’autore scrive “Ernesto Che Guevara continuerà a farmi visita nei sogni, rimproverandomi come mai non sono in qualche parte del Mondo a costruire una scuola”. Il titolo del libro? Dimenticavo: “Senza perdere la tenerezza”.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA