AL FISCHIO DELLA TEIERA (GIA’ TAGELMUD)

Al fischio della teiera
(già Tagelmud)

Perché sotto la tenda
si sono incrociate fatalità
infiammate dal sacro furore
di vivere allora il mangiare
è ancora più importante,
appetito è fame,
a questo penso l’istante
in cui ti osservo alla fioca
luce della lanterna,
testa china sul tavolo, struccata,
discende verso il piatto
un ricciolo ribelle alla forcina
e indica la strada della tua eterna
bellezza, deserto è amore,
distesa, destino, duna,
come il mare, amare, ricerca
dell’onda da cui ripartire,
toccare consapevolezza,
carezzare delfini guizzanti,
pelle lucida come la tua,
ora sudata, simbolo della fatica
di esser cresciuta, sei appena
tornata da dove mai saresti
giunta, i bambini della scuola
ti adorano, hanno necessità
di aiuto, conforto, cibo, futuro,
affetto e istruzione, cure,
e tu hai gusto nell’offrirti
a loro, a me, al fottuto mondo.
A questo penso nell’accendere
la sigaretta, alzarmi, uscire
al fischio fumante della teiera.
Sarà per la vita, morte o amore
quanto sta preparando la nostra
fedele guida? Berbero, occhi fulgidi
brillano nella notte ventosa,
flutti di sabbia si sollevano,
e regale, il cammello ci osserva,
e le sue nobili, lente movenze
suggellano l’inestimabile.

© Copyright 2020 Mauro Giovanelli “Le tessere del pàmpano” in forma di poesia 1a edizione Vertigo srl – Roma
© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Le tessere del pàmpano” in forma di poesia – 2° edizione pubblicazioni “illeggìoanoveposizioni”

TU

Tu

Vuoi sapere?
Io no, perché dovrei?
Forse qualcuno
mi aveva avvisato?
Che sarei nato intendo.
Quando nemmeno
fluttuavo in un pensiero
nessuno ha detto
che cosa mi sarebbe toccato,
nemmeno l’attimo dopo
che fui concepito,
neanche durante
il progetto di me
che si stava compiendo.
Avevo un anno e tre mesi
l’istante in cui realizzai esser io,
senza un ricordo, percezione,
senso del prima,
nessuna memoria
degli innumerevoli
compagni abbandonati nel nulla
strapieno di gente mancata,
idee neppure abortite.
È lì che torneremo?
O il nostro sogno
prevede un premio?
Ad esempio tu,
vieni più vicina,
sì, così, adesso rilassati,
non pensare alla cucina,
edifichiamo l’anima.

© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Le tessere del pàmpano” in forma di poesia – 2° edizione pubblicazioni lleggìoanoveposizioni”

REJECTION CRISIS

Rejection crisis

What accompanies us to the end is not so much old age as a type of rejection crisis – social long before natural, spiritual rather than material – which produces a sense of exclusion from life, hence causing tissues to harden, originating more from the growing perception of exceptionality in being a part of this world than from physical deterioration.

© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Seventy-nine writings or thereabouts”, life, love, death and the usual, second edition – Translation Italian-English: Philip Mc Court. – “Settantanove scritti o giù di lì”, vita, amore, morte, i soliti discorsi”, 2a edizione

CRISI DI RIGETTO

Crisi di rigetto

Ciò che accompagna alla fine non è tanto la vecchiezza quanto una sorta di crisi di rigetto, sociale ancor prima che naturale, spirituale piuttosto che materiale, che produce senso di esclusione dalla vita perciò causa dell’inaridimento dei tessuti, originato più dalla crescente percezione di eccezionalità a essere partecipi di questo mondo che dal fisiologico deperimento.

© Copyright 2022 Mauro Giovanelli – “Dalla risacca…” – raccolta di appunti, riflessioni, note – Pubblicazioni Illeggìoanoveposizioni,
© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Settantanove scritti o giù di lì”, vita, amore, morte, i soliti discorsi, 2a edizione – “Seventy-nine writings or thereabouts”, life, love, death and the usual, second edition – Translation Italian-English: Philip Mc Court.

ISTANT BEYOND

Instant beyond

Since even the present
will not be memory,
then recalling the past
is akin to recreating
in the immeasurable sea
the primigenial essence
of your tears.

© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Seventy-nine writings or thereabouts”, life, love, death and the usual, second edition -Translation Italian-English: Philip Mc Court. – “Settantanove scritti o giù di lì”, vita, amore, morte, i soliti discorsi”, 2a edizione

ISTANTE OLTRE

Istante oltre

Se anche adesso
neppure sarà ricordo,
rievocare il passato
è come ricomporre
nell’immenso mare
la primigenia essenza
del tuo pianto.

© Copyright 2020 Mauro Giovanelli, Pulsionale Poesia III Millennio, edizione 2a, Vertigo Edizioni s.r.l., Roma
© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Pulsionale”, poesia III Millennio – 3a edizione
© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Affinché morte non ci separi” 1a edizione
© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Settantanove scritti o giù di lì”, vita, amore, morte, i soliti discorsi, 2a edizione – “Seventy-nine writings or thereabouts”, life, love, death and the usual, second edition 2023 – Translation Italian-English: Philip Mc Court.

CONTINUATE A PREGARE…

Strage degli innocenti a Gaza

E voi, “credenti”, “fedeli”, “religiosi”, continuate a pregare, e mentre lo fate, in ginocchio, con la fronte sul pavimento, attaccati al muro, in qualunque maniera vi è stato insegnato, pensate fortemente che in questi ultimi duemila anni e spiccioli sono accadute le peggiori atrocità: l’olocausto, la “Santa Inquisizione”, le “crociate”, Hiroshima e Nagasaki, deportazioni, torture, schiavismo, annientamento di etnie (quella dei nativi delle americhe la più devastante e veloce), due guerre mondiali, conflitti ovunque fra eserciti guidati da “grandi condottieri”, “eroi”, “conquistatori”, e scontri su campi di battaglia trasformati sempre più in cimiteri al milite ignoto e arcinoto…
Pregate pure, tanto poi, con le commemorazioni, c’è sempre qualcuno addetto a ripulire le coscienze dei vivi.
Mauro Giovanelli – Genova

VENTO IDIOTA (IDIOT WIND) SENZA PERDERE LA TENEREZZA

VENTO IDIOTA (IDIOT WIND)
SENZA PERDERE LA TENEREZZA

Il Pontefice ha lasciato Cuba esortando il popolo, i governanti, e la Nazione tutta alla “rivoluzione della tenerezza”. Bella persona papa Francesco, da religente quale sono, è la prima volta che provo emozione di fronte al capo della Chiesa Cattolica, e massimo rispetto: la borsa che si porta appresso un po’ logora, modesta, gonfia, la gestualità dell’uomo semplice, le scarpe nere “comode”, pianta larga e suola robusta, la papalina sempre in equilibrio precario che non sopporta. È una persona che “cade”, non teme di mostrare la sua vulnerabilità. Quando è incespicato mentre saliva la scaletta dell’aereo, mi ha strappato dalla mente la considerazione che in quell’istante non c’era alcun Simone di Cirene a raccogliere la croce, neppure una Veronica a detergergli con un panno di lino il volto sporco di sudore e sangue, che ha dentro di sé, nella sua solitudine. Lo vedo un uomo isolato nella battaglia che conduce per cercare di cambiare l’umanità. Si è alzato da solo, senza aiuto alcuno, con orgoglio, naturalezza e volontà incredibili. Soprattutto mi colpisce il suo sguardo sincero, aperto, con un’ombra di malinconia, sconforto, che ti dilania, penetra i tuoi dubbi, vorresti abbracciarlo, sento che ha necessità di aiuto, avverto che vive la sua fede con profonda convinzione, ma ho l’impressione che allo stesso tempo si renda conto quanto potrebbero essere vani l’impegno e la dedizione che profonde nella missione che gli è stata assegnata.
Il Vicario di Cristo si è poi recato negli USA presentandosi dinanzi al Congresso e successivamente al Palazzo dell’ONU, immagino portando alla Nazione più potente della Terra e a tutti i “governanti” lo stesso messaggio, il richiamo alla rivolta dell’amore.
Tenerezza! Deve essere una parola “magica”. Ha subito indirizzato il mio pensiero a una delle migliori e più complete biografie su Ernesto Che Guevara, giocatore di rugby, appassionato di scacchi, eccellente poeta, ottimo fotografo, medico competente specializzato in allergologia, appassionato lettore che passava con disinvoltura da Jack London, Jules Verne ed Emilio Salgari ai saggi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung fino ai trattati filosofici di Bertrand Russell, sebbene l’esempio che lo attirasse di più fosse Mohandas Karamchand Gandhi conosciuto come il “Mahatma” ossia “Grande Anima”. Fu anche un provetto motociclista tanto che con la sua Norton, cui fu dato il soprannome di “La Poderosa II”, dopo la laurea viaggiò per tutto il Sudamerica, Bolivia, Ecuador, Panamá, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Guatemala. A proposito della più importante guida spirituale dell’India, che teorizzava e praticava la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa fino a regalare l’indipendenza al suo Paese, Ernesto Guevara, dopo aver visto la povertà delle popolazioni che incontrava ed essere stato influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell’America Latina coltivando il sogno di vedere un giorno il Sudamerica come un’unica entità. Per arrivare a ciò riteneva quindi necessaria una strategia di ampio respiro che non poteva certamente identificarsi con la “non violenza”. Nell’itinerante momento della sua vita si fermò per prestare attività di volontariato presso il lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni. Quanti sono i legami che ci uniscono tutti! E lavoriamo solo per scioglierli. Basta una semplice parola, un gesto onorevole, per fare collegamenti impensabili, intessere una tela di bei gesti tutti mirati al bene comune, la fratellanza e la solidarietà… e l’amore. Almeno così capita a me. San Francesco! Che nel 1203/4, dopo la sua conversione maturata nel 1154 a seguito dell’esperienza della guerra fra Perugia guelfa e Assisi ghibellina, quest’ultima soccombente dopo la sconfitta nel 1202, e la conseguente prigionia, rimase sconvolto a tal punto da indurlo a un totale ripensamento della sua vita. Da lì iniziò un cammino di mutamento che col tempo lo portò “a vivere nella gioia di poter custodire Gesù Cristo nell’intimità del cuore”. Ciononostante pensò di partecipare alla Crociata, quindi provò a raggiungere a Lecce la corte di Gualtieri III di Brienne, per poi muovere con gli altri cavalieri alla volta di Gerusalemme. Partecipare come cavaliere a questa missione era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani d’Occidente. Tuttavia, giunto a Spoleto, si ammalò nuovamente ed ebbe un profondo ravvedimento. La malattia potrebbe essere stato un “segno” per far sì che non fossimo privati di questo santo? Il fatto è che Francesco rinunciò al proprio progetto e tornò ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Si ritirava molto spesso in luoghi solitari a pregare e in lui germogliò un crescente senso di compassione, che gli ispiravano i deboli, i lebbrosi, i reietti, gli ammalati, gli emarginati che si sarebbe trasformato poi in una vera e propria “febbre d’amore” verso il prossimo. In questo senso, e non solo, uno degli uomini più “illuminati” della nostra epoca, Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore e regista, un genio dell’erudizione mondiale, che mai è citato dai mass media o dalla TV ed è tenuto pure ai margini della cultura ufficiale, come non fosse esistito, diceva: “Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e in servi, non ci saranno né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui”.
Sta di fatto che Francesco, amante di ogni forma di umiltà, si trasferì dopo pochi mesi presso il lebbrosario di Gubbio, intitolato a “san Lazzaro di Betania”, restando con i lebbrosi e servendoli con estrema cura. Dunque il “Che” nel lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni, san Francesco 750 anni prima a prestare la stessa opera in Toscana, Pasolini a percorrere negli anni ‘60 le polverose periferie di Roma nell’estenuante ricerca di un perché alle ingiustizie di questo Mondo. Ciascuno spinto dalla necessità di tenerezza.
A volte penso che sia tutto inutile e sono assalito da una profonda afflizione. Mi domando se quanto è detto negli incontri fra Capi di stato, dai “politicanti”, sui quotidiani o nei dibattiti televisivi, nelle omelie pronunciate nei funerali dei morti ammazzati per i motivi più abietti, seguiti da applausi al passaggio dei feretri, insomma questa marea di bla, bla, bla in fondo non sia altro che parole al vento, un vento idiota, “Idiot wind” come cantava Bob Dylan negli anni ’70, che lasciano il tempo che trovano. L’ultima strofa di questa poesia/canzone dice “…vento idiota che soffia tra i bottoni dei nostri cappotti, che soffia tra le lettere che abbiamo scritto, vento idiota che soffia tra la polvere sui nostri scaffali, siamo degli idioti, bambino, è un miracolo persino che riusciamo a nutrirci da soli”.
Il resto lo conosciamo tutti, o quasi, ma il punto è rispondere alla domanda che di certo vi state ponendo, cioè per quale motivo mi sono infilato in questo discorso. Perché sono convinto che il Santo Padre conosca la vita e le opere del grande talento italiano che trovò la morte nella notte tra il 1mo e il 2 novembre 1975, ucciso in maniera brutale, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, località del Comune di Roma, “crocifisso” da un balordo, uno dei tanti “ragazzi di vita” che voleva salvare. Credo che il Vicario di Cristo apprezzi anche il menestrello del Minnesota, il poeta del country e del rock, non è mica uno che porta calzature di vernice rossa griffate Prada. Neppure ho dubbi che il papa non abbia letto la biografia sul braccio destro e consigliere di Fidel Castro, redatta da “Paco Ignacio Taibo II” e che consiglio pure a voi di dare un’occhiata. L’autore scrive: “Ernesto Che Guevara continuerà a farmi visita nei sogni, rimproverandomi come mai non sono in qualche parte del Mondo a costruire una scuola”. Il titolo del libro? Dimenticavo: “Senza perdere la tenerezza”.
@Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

L’articolo “VENTO IDIOTA (IDIOT WIND) – SENZA PERDERE LA TENEREZZA – Versione 2” è stato pubblicato il 5 luglio 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it e inviato a Papa Francesco il 1° ottobre 2015.
Di seguito la sua risposta:
Egr Signore
Sig. Mauro Giovanelli
via______________
16129 GENOVA GE

La Segreteria di Stato porge distinti ossequi e, nel comunicare che quanto è stato inviato al Sommo Pontefice è regolarmente pervenuto a destinazione, esprime a Suo nome riconoscenza per il premuroso pensiero e Ne partecipa il benedicente saluto.

Ho proposto questo pezzo per ringraziare Francesco della Sua attenzione. Allo stesso tempo mi pongo diverse domande ma, per non dilungarmi troppo, al momento desidero solo rendervene partecipi aggiungendo una riflessione: mi chiedo se in questo Paese il Pontefice non sia l’unica figura rassicurante. Sono certo di sì. I traumi che quotidianamente la politica ci impone diventano ogni volta più grevi. Altra considerazione, per quanto mi riguarda, è che nel quarantesimo anniversario della sua morte non credo ci sia miglior riconoscimento per il grande Pier Paolo Pasolini se non quello di essere entrato, pur nelle poche righe delle quali vi suggerisco la rilettura, all’interno della società occupando il posto che gli compete fra coloro che si sono spesi, e si prodigano tuttora, nella ricerca della tenerezza.
Mauro Giovanelli – Genova
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OGNISSANTI

Ognissanti

Stasera,
l’imbrunire,
sarà il freddo improvviso,
il gelo che scende dal cielo,
nuvole compatte e fredde,
non colore del ghiaccio,
più scure, uniformi,
forse ingiusta condanna le comprime,
calpestate dall’infinita processione,
arcangeli in fuga da stormi di demoni,
eppure s’intuisce il sole, gigante,
è come se qualcosa,
il vento, la gente per strada,
borse della spesa, i baveri rialzati,
rintanarsi veloci nei furtivi portoni,
gli sguardi nascosti,
ecco, devo star fermo, immobile,
se n’è andata l’estate,
davvero, non potrò terminare il libro infinito,
indugerà sepolto in quel deserto di pietra,
la porta segreta non l’ho attraversata,
mi sono fermato al primo gradino,
scendeva, avevo paura,
l’ho ricoperto in fretta, chino,
nel rialzarmi fingo indifferenza,
accendo una sigaretta
ed è stupore del buio,
mi lascio cadere su una sdraio sdrucita e salata,
ho chiesto al mare se esistono le streghe,
aspetterò domani,
sono polene, sirene.

© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Le tessere del pàmpano – in forma di poesia – 2° edizione

ESSENCE

Essence

And I hold you tight,
my love,
and you are still,
just as I want you,
I wish to feel how,
and what you stir within –
for me barely without –
to listen to your breath
on completion of the magic formula,
and in the meantime the residue
between us is annulled,
by this stage frail diaphragms
of flesh and thought,
we are already capable
of governing the world.
Animal reality and womanly reality
melt into the harmony
of your creating essence
and it is sheer poetry.

© Copyright 2023 Mauro Giovanelli “Seventy-nine writings or thereabouts”, life, love, death and the usual, second edition – Translation Italian-English: Philip Mc Court. – “Settantanove scritti o giù di lì”, vita, amore, morte, i soliti discorsi, 2a edizione

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