LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE IIII

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE IIII

Capitolo X – Divieto di informazione

Nel respingere ogni ipotesi Adinolfi (Michele) aggiunge inconsapevolmente benzina sul fuoco affermando “A Firenze, per dirne una, non ho mai seguito né voluto sapere alcunché dell’inchiesta sulla casa di Marco Carrai abitata da Renzi. E, lo giuro sui miei figli, né Renzi né Lotti mi hanno mai parlato di Carrai. Io rispondo dei miei atti non delle mie amicizie, perché respingo il teorema che sarebbero indizio o prova di coperture”. E attacca: “Se qualcuno è in grado di dimostrare che io sia venuto meno ai miei doveri di ufficio nei confronti dei politici con cui nel tempo ho avuto necessariamente rapporti, sono pronto a pagare duramente. Non dovevo avere contatti? È colpa mia se, nel 2014, il mio sindaco è diventato Presidente del Consiglio?” (al momento delle telefonate incriminate Renzi era ancora sindaco di Firenze n.d.a.). Parole scandalose che descrivono, una volta di più, un’Italia fondata sul ricatto e l’imbroglio. Dell’inchiesta sulla casa abitata per tre anni dalla famiglia Renzi, il cui canone e spese accessorie furono pagate dall’imprenditore toscano Marco Carrai che “solo per un caso” ricevette in cambio incarichi nelle partecipate e contratti diretti alle sue società private, per ora tutto tace. Oggi alla Camera sono state chieste spiegazioni al Presidente del Consiglio ed ha risposto la ministra Boschi con queste parole: “Grave che le intercettazioni siano finite sui giornali”. Un ribaltamento della realtà, anzi meglio, dell’onestà, e l’ammissione implicita di quanto quei colloqui trascritti siano compromettenti per tutti gli attori di questa laida vicenda.

Capitolo XI – Agenzia delle Entrate senza Uscite

Notizia del TG 2 RAI del 5 settembre 2014: “Fisco: nei primi sei mesi dell’anno aumentate del 12,4% le entrate derivanti dalla lotta all’evasione”. Subito dopo compare la striscia: “Blocco salari statali: Renzi dice sì al dialogo ma niente ricatti”. Allora… ci prendono in giro? Veramente! E i giornalisti che ci stanno a fare? O sono fessi, o servi del potere, non esiste altra spiegazione. Anzi no, c’è una terza possibilità, la più probabile purtroppo: potrebbero essere entrambe le cose insieme.
Prima domanda: il 12,4% di che? Semplice la risposta: delle entrate derivanti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, ma forse qualche ministro non sarebbe stato così pronto a replicare. È quindi d’uopo passare al quesito successivo.
Seconda domanda: a quanto ammonta il 12,4% di cosa non ci è dato sapere, ovvero delle entrate scaturenti dalla lotta all’evasione nel primo semestre?
Terza domanda: basterebbe l’importo che non si conosce, corrispondente al 12,4% di ciò che non ci è dato sapere, ovvero delle entrate provenienti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, per evitare il blocco dei salari degli statali (fermi dal 2009 n.d.a.)?
Quarta domanda (questa è difficile): con l’eventuale importo che non si conosce, desumente dall’ipotetico aumento del 12,4% delle entrate che potrebbero discendere dalla lotta all’evasione anche nel secondo semestre 2014, non si potrebbe programmare l’abrogazione della famigerata legge Fornero sulle pensioni?
In parole povere ogni tanto viene buttata lì una notizia come questa senza fornire ulteriori ragguagli, come si fa con il granone negli allevamenti di polli, ed è strabiliante che gli addetti all’informazione non approfondiscano. In ogni caso se la guida Renzi Matteo dovesse rispondere alla prima interpellanza vincerebbe un tostapane da campo, alla seconda si aggiungerebbe il materassino gonfiabile a bocca, alla terza torcia elettrica con batterie non esaurite e… qualora facesse filotto una bambola gigante vestita da scout non gliela toglierebbe nessuno, gonfiabile e trombabile. Se poi desse soddisfazione ai cinque interrogativi che da qualche settimana gli sta sottoponendo “Il Fatto Quotidiano”…

Capitolo XII – La spartizione delle poltrone

Oggi 21 luglio 2015 è andata in scena l’ennesima porcata all’interno delle mura della Camera dei Deputati. Si è votato per il rinnovo degli uffici di presidenza delle 14 commissioni parlamentari, cioè degli organi che gestiscono i lavori. Il principio costituzionale di rappresentanza vuole che se il 25% degli italiani avesse votato un partito, facendo un esempio a caso il M5S, dovrebbe vedere i suoi delegati all’interno di questi luoghi decisionali. Così non è accaduto: il PD si è accordato con le altre forze politiche spartendosi tutte le poltrone, escludendo completamente la forza politica che da sola ha il maggior numero di preferenze. Questo è un fatto che non ha precedenti nella storia democratica del Paese. Fino al giorno prima il M5S aveva molti incarichi all’interno di questi uffici dove si decide sulla destinazione di rilevanti cifre. Tra l’altro i penta stellati li avevano tutti restituiti, circa 250 mila €uro destinandoli al Fondo per le microimprese. Questi signori invece se ne guarderanno bene dal fare la stessa cosa. Come disse Enrico Letta, frase che resterà negli annali della storia del Paese, “mica ci hanno scritto in fronte Jo Condor”.

Continua…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: fotomontaggio con leggìo antichissimo e vecchio codice manoscritto in primo piano fotografato dall’Autore nel Museo di Khiva, provincia del Khorezm (Uzbekistan)

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