LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE VI – EPILOGO al 13 ottobre 2015

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE VI – EPILOGO al 13 ottobre 2015

Capitolo XVII – Conclusione ovvero la grande ammucchiata

Fino a un anno fa ripeteva, e qualcuno gli ha pure creduto, che lui non avrebbe rinunciato alla bicicletta, dell’auto blu non aveva alcuna necessità, ancora meno della scorta in quanto sarebbero stati i cittadini a proteggerlo, lotta dura senza paura agli sperperi del potere, equità nella ripartizione delle tasse secondo il reddito, riduzione degli stipendi dei parlamentari, niente nepotismi. Renzi è stato, come sempre, di parola. Infatti analizzando, in ordine sparso, le sue acrobazie:

1) Auto blu come di prammatica full optionals, super blindata extralusso.

2) Guardia del corpo in numero sempre maggiore, i famosi “replicanti” di un mio articolo a proposito del suo predecessore Enrico Letta.

3) Voli di Stato a iosa ma non basta, per il nuovo aereo di Renzi spenderemo 175 milioni di €uro, più di quanto preventivato per investire negli asili nido cioè 100 milioni di €uro. I “maneggi”, come dicono a Genova, per nascondere tali spese si concretizzano nello spostamento, dal bilancio di Palazzo Chigi a quello del Ministero dell’Economia e Finanze, del dipartimento della Protezione Civile così 1 miliardo e 750 milioni di €uro non compaiono più tra le spese previsionali della Presidenza del Consiglio. Et voilà.

4) Imu e TASI abolita per tutti. Renzi dichiara: “Via tassa su prima casa anche per i ricchi perché impossibile riformare il catasto (?) che non è aggiornato dal 1939, la aboliamo per sempre.” Tale iniquità è stata sommessamente contestata anche all’interno del PD così il Presidente del Consiglio rincara: “A casa nostra le tasse sono troppo alte: dobbiamo avere il coraggio di dirlo anche alla sinistra (?). In passato abbiamo detto che le tasse sono bellissime, forse in un altro Paese. La risposta all’antipolitica non è tecnocrazia, ma la buona politica del Pd che in questi mesi ha visto cambiare il Paese”. Ha detto: “…dobbiamo dirlo anche alla sinistra…” di che? Non è lui la sinistra?

5) Partecipazione alla finale degli Us Open Vinci-Pennetta rinviando impegni istituzionali. Dichiarazione di Peter Gomez direttore de “Il Fatto Quotidiano”: “Renzi? Ha fatto bene ad andare alla finale, ma doveva presenziare a spese sue, non vedo perché debbano pagare i cittadini”

6) Come per magia e incanto la moglie di Renzi Matteo prende la cattedra per insegnare nello stesso paesino in cui abita… quando centinaia di altri insegnanti sono stati sbattuti a Canicattì… cioè decine e decine di km di distanza. Questa è la “Buona Scuola”. Ma non è finita. La Signora avv. Tiziana Miceli, moglie di Alfano Angelino, titolare di uno studio legale non famoso, ha ricevuto 5 consulenze milionarie dalla CONSAP (Concessonaria dei Servizi Assicurativi dell’Economia), che fornisce le proprie prestazioni al Ministero dell’Interno, vincendo l’appalto tra 140 mila candidati. Sarà perché è veramente brava? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca soprattutto se si riflette sul fatto che fra i professionisti della politica, dall’ultimo assessore del comune più nascosto fino al Presidente della Repubblica, il tasso di disoccupazione di figli, parenti, affini, collaterali, amici, e amici degli amici, ecc. è 0 (zero) mentre quello dei giovani italiani supera il 44% per non parlare della mancanza di lavoro cronica, esodati, sbandati, cassintegrati.
È a questo punto irriverente come il capo guida scout cattolici italiani Renzi Matteo chiuda la festa nazionale dell’Unità 2015 citando la frase dell’attivista pro Palestina Vittorio Arrigoni, morto nel 2011 e assurto, soprattutto a sinistra, quale simbolo di resistenza a Gaza: “La Germania apre le frontiere e noi cosa facciamo? C’è un elemento di umanità sotto il quale non si può scendere. Non c’è PD contro le destre, ma umani contro le bestie. Dobbiamo tornare a essere umani, non si può strumentalizzare anche la vita”. In conseguenza di tale sofferta e sincera affermazione Salvini, credo a causa della parola “bestia”, si è sentito chiamato in causa dando vita ad una replica e successiva contro replica e, su tale scambio verbale meglio stendere un pietoso velo per innata repulsione alle gazzarre stile saloon del vecchio far west.

7) Al termine di due ispezioni avviate nel 2012 e nel 2013, Banca d’Italia ha multato la popolare dell’Etruria e del Lazio per 2,54 milioni di euro. La maxi sanzione è a carico di 18 tra ex componenti del collegio sindacale e del CDA, tra cui Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, attuale ministro delle Riforme, nonché direttore generale della fondazione Open, la cassaforte che finanzia l’attività politica di Matteo Renzi che aveva coperto, tra l’altro, l’esborso di circa 300 mila euro per la recente Leopolda.

8) Bellissima la replica dell’ex ministro delle finanze ellenico, alla sciocca dichiarazione del nostro premier che alla direzione del Pd aveva declamato: “Anche sto Varoufakis se lo semo tolti. Chi di scissioni ferisce, di elezioni perisce”. Gianīs Varoufakīs, che mi sembra un uomo, di quelli veri, risponde: “Al contrario, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, vi siete liberati della democrazia greca” poi rincara e ribadisce: “Signor Renzi, ho un messaggio per te: puoi gioire quanto ti pare per il fatto che io non sia più ministro delle finanze o deputato. Ma non ti sei sbarazzato di me. io sono vivo e vegeto politicamente, e come persona in Italia mi riconoscono quando cammino per le strade del vostro bel Paese. Ciò di cui vi siete liberati partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, ripeto, è la democrazia greca” Infatti ricostruendo i primi sette mesi del 2015, assolutamente peculiari tanto per la storia greca quanto soprattutto per quella dell’Unione Europea, Varoufakis scrive che molti dei suoi compagni sono rimasti fedeli alla piattaforma Syriza che li ha eletti a gennaio come un partito unito per portare speranza ai greci e ai popoli europei ponendo definitivamente la parola fine “ai prestiti di quel salvataggio finto, che è costato caro all’Europa, e che ha condannato la Grecia ad una depressione permanente“. Varoufakīs conclude sottolineando che il premier italiano, con la sua tattica del “poliziotto buono” ha svolto un ruolo centrale nell’agevolare la rottura di Alexis sulla base dell’assunto “Se non cedi, essi ti distruggeranno” (Che eroe! N.d.a.). “Sotto un’estrema costrizione da parte dei leader europei, tra cui anche il signor Renzi che ha rifiutato di discutere ragionevolmente le stesse proposte della Grecia, il mio primo ministro, Alexis Tsipras, è stato sottoposto il 12 e 13 luglio a un bullismo insopportabile, a un ricatto nudo, a pressioni disumane”.

9) A proposito della riduzione degli stipendi e benefit dei Parlamentari: Lo stipendio medio annuo dei medesimi è immutato ed è pari ad €uro 144 mila circa, il più alto in Europa. I secondi in graduatoria, gli austriaci, ne percepiscono 106 mila, a seguire gli 86 mila degli olandesi, 84 mila i tedeschi, 82 mila gli inglesi. In coda la Francia con 63 mila €uro e i 35 mila della Spagna per chiudere con 7.370,00 €uro dei poveri polacchi.
La Presidenza della Repubblica Italiana (Quirinale) è la più costosa della Terra, pure se confrontata con le monarchie e le repubbliche presidenziali.
Il settore della Politica è quello che in questo Paese, rispetto al resto del globo, offre più posti di lavoro avendo il maggior numero di persone impegnate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della nazione. Un numero imprecisato, ma altissimo, per la sicurezza, addirittura esorbitante tra amministrativi, tecnici, dirigenti, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alla buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, barbieri, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi “atipici” verso l’alto, ma di molto, rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani.
Si è saputo che i “pargoli” dei nostri politici, perché tali rimangono fino alla vecchiaia, ereditano finanche il “vitalizio. Due esempi per tutti: Sono 117 gli assegni di reversibilità che pesano per sei milioni all’anno sulle casse dell’Assemblea siciliana. Natale Cacciola nacque in provincia di Messina prima ancora del terremoto. Si candidò per il partito monarchico alle elezioni regionali del 1947 e, in virtù dei soli tre anni trascorsi a Sala d’Ercole nella prima legislatura, c’è ancora un erede che da 40 anni percepisce dalla Ars un vitalizio: è la figlia Anna Maria, cui vanno puntualmente oltre duemila euro al mese. Il marsalese Ignazio Adamo fu uno dei pionieri dell’Assemblea: eletto per il “Blocco del popolo”, fu deputato sino al 1955. Quando lasciò Palazzo dei Normanni aveva già 58 anni, settantasei quando morì nel 1973. Da allora, ovvero da 42 anni, l’amministrazione versa un contributo alla famiglia: 3 mila e 900 €uro al mese vanno alla moglie Irene Marino, stessa cifra per la figlia Anna Rosa. Il tutto grazie ad una folle legge in vigore in Sicilia.

Mi fermo qui per un sottile senso di nausea che mi sta assalendo e concludo riassumendo le parole di Alberto Asor Rosa, nato nel 1933 a Roma, ha insegnato letteratura italiana alla Sapienza. critico, scrittore, saggista politico, storico, intellettuale comunista. Nel 1965 aveva scritto il fondamentale “Scrittori e popolo” seguito mezzo secolo dopo da “Scrittori e massa”. Coerente con la sua visione di sinistra è stato un anti-berlusconiano intransigente. Ecco il suo pensiero (Intervista di Fabrizio D’Esposito): “Il PD sta diventando un partito che risponde solo al leader con un gruppo dirigente conservatore, non ha più una base di massa, risponde al comando di un leader incontrastato e ha un gruppo dirigente conservatore di destra, nemmeno di centro. Il partito renziano, escludendo dal gruppo dirigente ogni erede della tradizione comunista, ma anche progressista o riformista essendo tutti ex-democristiani, nel suo grottesco viaggio verso la destra peggiore di questo Paese, quella degli ex berlusconiani Denis Verdini e Angelino Alfano, futuri inquilini o alleati del Potere sulla Nazione, stanno preparando una destra autoritaria” Alla domanda “Com’è possibile che un tale Partito nasca a sinistra, anziché a destra? Asor Rosa risponde: “La risposta è facile. Per mettere in moto questo processo occorreva che la forza trainante fosse una parvenza di sinistra dietro cui nascondersi, altrimenti ci sarebbe stato un coro di sghignazzamenti, se non di manifestazioni di piazza.” Fabrizio D’Esposito: “Quindi il berlusconismo è stato meno pericoloso del renzismo?” Asor Rosa: “Sì, «Silviuccio» non era in grado di elaborare culturalmente una simile invenzione. E politicamente la piazza glielo avrebbe impedito.” Fabrizio D’Esposito: “A Renzi invece no?” Asor Rosa: “Lui può fare quello che sta facendo perché il Pd è mutato nelle sue radici e la mutazione genetica ha investito anche i suoi elettori. Non dimentichiamo che lui arriva dopo una sequela pluridecennale di fallimenti del centrosinistra e la gente ha pensato che almeno questo fa qualcosa. Fabrizio D’Esposito: “Il fatidico 40 per cento alle Europee” Asor Rosa: “Renzi ha un consenso vasto anche se il punto culminante del suo successo è già alle nostre spalle.” Fabrizio D’Esposito: “All’orizzonte c’è però l’autoritarismo della nuova Costituzione. Qualsiasi atto del presidente del Consiglio mira al restringimento della democrazia, in termini di spazi e di base del consenso. Contano solo i vertici del potere, dalle rappresentanze politiche al preside-manager della scuola. Per renzismo, intendo questo.” Asor Rosa: “Combattere il renzismo dall’interno del Pd non sembra possibile… sulla minoranza del Pd, in questi giorni, mi sono venute in mente solo due parole, «ridicola» e «penosa». Ridicola perché ha fatto ridere la battaglia su alcuni particolari della riforma Boschi. Penosa perché il risultato ha dimostrato che la minoranza non conta alcunché. Poi ha superato anche il limite etico-politico perché non si è vergognata di votare con Verdini” Fabrizio D’Esposito: “Fuori dal Pd c’è un deserto a sinistra?” Asor Rosa: “Deserto mi pare eccessivo. Ci sono tanti pezzetti sparsi ma non c’è alcuno in grado di convogliare queste forze verso la stessa direzione. Dalla crisi dei grandi partiti di massa nati dall’antifascismo e dalla Resistenza non c’è stata alcuna vera scintilla.” Fabrizio D’Esposito: “Come si qualifica una mutazione?” Asor Rosa: “Quando un partito cambia natura, vocazione e cultura.” Fabrizio D’Esposito: “Nel Pd renziano?” Asor Rosa: “Si parte dall’idea che i conflitti sociali siano dannosi per cui i sindacati diventano il nemici. Così la cultura della nazione impone una ratio comune che è quella del grande capitale e della grande finanza. Il terzo punto è il restringimento della democrazia. Il Partito della nazione, sviluppato sino in fondo, comprenderà anche Berlusconi e i berlusconiani, non solo Verdini e Alfano.”

Intanto ad oggi la Corte dei Conti sta setacciando i bilanci della Provincia di Firenze dell’era renziana. Alla voce “Rappresentanza istituzionale” in cinque anni è stato inserito di tutto, a partire da cene da 2 mila €uro cadauna. Quindi quando non rottamava, la guida capo scout si è speso 600 mila €uro in viaggi all’estero e aragoste. In tal senso e sulla scia del “caso” Ignazio Marino, che si sta ritorcendo come un boomerang verso i suoi “amici”, saranno quasi sicuramente avviate indagini. Però il buon Matteo, furbo come un’anguilla spalmata di grasso, è preparatissimo avendo avuto uno dei migliori maestri in questo tipo di esercizi. Comincerà a dire di essere un perseguitato politico e tutti ce l’hanno con lui perché invidiosi del fatto di essere riuscito a diventato ricco.
Per sopravvenuta crisi di rigetto a tale tipologia di argomenti riprenderò, forse, l’anno prossimo. Grazie a tutti per l’attenzione.
FINE (per ora…)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: fotomontaggio con leggìo antichissimo e vecchio codice manoscritto in primo piano fotografato dall’Autore nel Museo di Khiva, provincia del Khorezm (Uzbekistan)

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