RITRATTI D’AUTORE: PIERFERDINANDO CASINI

RITRATTI D’AUTORE: PIERFERDINANDO CASINI

Nel mio “Compendio antropologico, politico, economico, culturale di 494 giorni del Governo Renzi”, oggi 500, me lo sono dimenticato e l’omissione non è grave ma imperdonabile. Chi? Casini Pierferdinando.
Ieri sera (26/6/2015) appena accesa la TV ho avuto l’apparizione, era ospite Di Bruno Vespa (da chi se no?), per confrontarsi con il “pensiero” di Salvini Matteo (con chi se no?). Solo il maniaco dei plastici può assemblare un binomio così perfetto, infatti sono stati una vera e propria bomba al plastico, la deflagrazione perfetta. Ammetto di esserci rimasto male quando ho visto il suo primo piano. Come è stato possibile, mi sono chiesto, scordarsi un personaggio che per così tanto tempo ha galleggiato nel mare della politica di casa nostra? Però l’amnesia è stata utile, mi ha fatto capire la consistenza, il “peso” del soggetto e, nella circostanza, quanto l’ipocrisia stile democristiano possa arrivare a livelli intollerabili sia nella forma che nella sostanza.
Nella forma ho finalmente codificato una sua caratteristica peculiare ossia lentezza nella trasmissione dati associata ad un fattore meccanico che si traducono appunto in un ritardo tra la formulazione del “concetto” e il viaggio fino al timpano dell’interlocutore. Infatti questi, il “concetto” intendo, fa alcune fermate intermedie dal momento che parte dal cervello perché giunto all’apparato vocale lì si arresta in quanto le fauci non si aprono, rimane sospeso tra il palato superiore, l’ugola e la lingua, si riposa, forse rettifica ancora qualcosa. Escluderei trattarsi di problemi di articolazione fra la mascella e la mandibola, che so scarsa manutenzione, insufficiente lubrificazione, direi essere una tattica che si trascina dietro dalle elementari: soppesare bene le parole. D’improvviso poi la bocca si apre ma l’elaborazione del suo “pensare” non fuoriesce subito, si guarda intorno per qualche secondo insieme al suo proprietario. Lui, il proprietario, con la cavità orale spalancata come fosse l’imbocco della caldaia di un vecchio vapore in attesa della palata di carbone, quando ritiene sia giunto il momento opportuno spara improvvisamente fuori una fiammata di cazzate, sempre le stesse, intercalate da una sequenza infinita di “diciamoci la verità”, “se vogliamo essere onesti” e “in tutta franchezza” fino a quando si taccia di colpo, infossa la testa fra le spalle, mani unite, gambe accavallate e si guarda intorno con aria soddisfatta, come fa il secchione della classe dopo aver dato per primo la risposta giusta, occhi da furetto a scrutare le reazioni dei compagni.
Con ciò lascia chiaramente intendere che per lui il compito è finito, la pagnotta se l’è guadagnata, nel senso che il suo stratosferico stipendio è assicurato.
Era un po’ che non lo vedevo, pensavo si fosse dato alla fuga come Fini, che dopo l’esclusione dal parlamento nel momento in cui rivestiva il ruolo di presidente della Camera, rassegnò pure le dimissioni da presidente del partito per diventare più tardi presidente dell’associazione culturale Liberadestra. Sempre presidente è, ora si tratta di capire se compare tuttora a libro paga del popolo italiano.
Tornando a Casini, nella sostanza le domande sono: Ci serve? Che apporto sta dando alla ricostruzione morale, politica, economica e culturale del nostro Paese? È utile?
Non lo sapremo mai. Intanto lui continua a scrutare intorno circospetto, è il suo modo di traguardare il mondo, forse nel tentativo di cogliere nello sguardo di un semplice passante quel barlume di consenso spontaneo, di gratificazione che non avrà mai al di fuori dell’habitat in cui si muovono gli appartenenti alla sua specie. Probabilmente neppure al di fuori, anzi…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

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