I PROFANATORI DEL “PALAZZO”

I PROFANATORI DEL “PALAZZO”

Se vivessimo in un Paese normale, quantomeno dal punto di vista dell’informazione, che non è proprio un optional al fine di condizionare il consenso o meno dei cittadini, in tutti i giornali le manchette o manichette, cioè quegli spazi che nei quotidiani stanno ai lati della testata e che normalmente riportano la pubblicità, avrebbero una dicitura del tipo:
In Italia abbiamo i politici più pagati del Pianeta e i secondi in graduatoria guadagnano la metà. Il Quirinale costa più di ogni altro Palazzo di un qualsiasi Capo di Stato, comprese le monarchie e le dittature.
Ecco! Questo semplice messaggio trasmesso quotidianamente ai lettori, di qualsiasi tendenza politica, li indurrebbe a riflettere su un aspetto che a mio avviso è il vero cancro da estirpare da cui discendono le metastasi di un sistema ormai decomposto. Forse porterebbe anche a un minimo di convergenza di pensiero in una nazione nata circa 150 anni fa da divisioni territoriali e campanilistiche culminate oggi in un guazzabuglio di partiti, correnti, movimenti, gruppi misti, aggregazioni, dissidenti, ecc. che il labirinto costruito dall’architetto Dedalo è un monolocale al confronto degli attuali schieramenti. “Dīvide et īmpera”, dal latino letteralmente “dividi e comanda”, è una espressione secondo la quale il migliore espediente di un’autorità qualsiasi per controllare e governare la comunità è scomporla, provocando contrasti e fomentando discordie.
La “cosa pubblica”, dalla locuzione latina “res publica”, designa l’insieme dei possedimenti, dei diritti e degli interessi del Popolo e dello Stato. Per comprenderne il concetto è utile riprendere la definizione data da Marco Tullio Cicerone nel suo trattato di filosofia politica “de re publica[I, 25, 39] che recita:
La res publica è cosa del popolo che non è un qualsiasi aggregato di gente, ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse”. Sarebbe oggi evidente perfino a un bambino delle elementari che in Italia i deputati a tale compito, eletti o no, sono per la gran parte mercenari di lusso. Che cosa ci si potrebbe aspettare? Che lottino per un ideale? La solidarietà? La scuola? La difesa dei deboli? I migranti? I terremoti? Le esondazioni? Gli emarginati? E questi soggetti sono davvero tanti! Basti pensare che gli elementi costitutivi dello Stato, ossia il Parlamento, le 20 Regioni, le 110 Province, gli 8.047 Comuni e le 10 città metropolitane inglobano una quantità enorme di addetti, dal Presidente della Repubblica all’ultimo passacarte senza considerare l’indotto che ruota intorno a questi centri di potere.
Tornando all’ipotesi iniziale dei messaggi da diffondere esiste tra l’altro un precedente. Infatti lo Stato ha decretato venissero applicate scritte dissuasive sulle confezioni dei tabacchi per diminuirne il consumo anche se è lo stesso che produce e specula sul medesimo prodotto, ovvero guadagna su qualcosa che per sua stessa ammissione danneggia la salute dei cittadini. Non potrebbe imporre per legge sui mezzi di informazione, televisione compresa, la divulgazione sistematica di poche righe che informino la gente dei costi della politica nonché degli sperperi dovuti ad una dilagante corruzione? In fondo, anche se in modo diverso, direi più subdolo, la dissipazione del denaro pubblico e la concentrazione della ricchezza in un numero ristretto di persone non comporta danni fisici e mentali alla parte che ne viene deprivata? Ad esempio, tanto per iniziare, basterebbe scrivere: “Gli alti costi della politica e la corruzione uccidono”, oppure “I costi esagerati della politica e la corruzione danneggiano gravemente te e chi ti sta intorno”, ancora “Gli eccessivi costi della politica e la corruzione indirettamente depauperano te e i tuoi famigliari dell’assistenza medica e dei servizi”, ecc.
Potrebbe però sorgere un problema, ovvero decisioni di questo tipo comporterebbero un danno a chi le dovesse promulgare cioè scomparsa della pignatta piena d’oro che i custodi della cosa pubblica avevano trovato alla fine dell’arcobaleno e sottratta nottetempo.
È decisamente un bel dilemma! Difficile uscirne a meno che non intervengano forze esterne al “Palazzo”. I giornalisti sono da escludere e loro potrebbero fare molto, il Parlamento Europeo è soddisfatto solo quando si riescono a diminuire le pensioni e tagliare i costi in generale. Organi di rilievo costituzionale tipo la Corte dei Conti o che altro non ne avrebbero la giurisdizione, mi pare abbia solo funzioni in materia fiscale.
Allora chi? Forse la Chiesa, che in questo Paese ha sempre avuto grande influenza sulla politica, potrebbe dare un segnale di speranza oggi che in Papa Francesco, uomo di grande fede, si è individuata una personalità forte e determinata nel cercare di ricondurre i cattolici alla Parola di Cristo. Sarebbe forse disdicevole che nelle tante omelie venisse toccato questo tema? Non è stato Gesù che nel Tempio ha buttato all’aria i banchetti dei mercanti e gentili? Cito dai Vangeli sinottici: “Poi entrato nel tempio, cominciò a cacciare quelli che in esso vendevano, [46] dicendo loro: Egli è scritto: La mia casa sarà una casa d’adorazione, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladroni… [Luca 19, 45], “Ed insegnava, dicendo loro… La mia casa sarà chiamata casa d’adorazione per tutte le genti… [Marco 11, 17]. È pur vero che il gesto di ribellione avvenne dove era concentrato il potere spirituale ma le sue ripercussioni investirono anche i palazzi di Erode, re della Giudea, e del governatore romano Ponzio Pilato ma, cosa più importante, si insinuarono pure nelle menti e nei cuori del popolo.
Sono però certo che nel caso si aprisse una breccia in questa inespugnabile fortezza comincerebbe a circolare la voce che sarebbe impossibile intraprendere un’azione avverso gli stipendi e i particolari benefici e privilegi di chi ci governa, per il semplice fatto che si correrebbe il rischio di promuovere una nuova crisi con gli gnomi e gli elfi celtici, coloro che custodivano la pignatta d’oro, ormai da decenni tristemente rassegnati di questa perdita, e restituendogliela verrebbero a sapere chi erano i colpevoli, i ladri. Potrebbero incazzarsi di brutto e per contrastarli il nostro Governo sarebbe costretto ad ordinare altri F35 e alzare di molto le tasse, indire nuovi appalti per approntare le necessarie difese del nostro territorio e dei cittadini.
Non bisogna toccare gl’idoli: la doratura ci rimane sulle dita.(Gustave Flaubert)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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