I SOLITI SCIOCCHI

I SOLITI SCIOCCHI

La colpa di Ignazio Marino è quella di essere sciocco. L’avevo scritto dieci giorni fa, prima del “caso” che l’ha portato oggi a rassegnare le dimissioni, nel mio articolo “I misteri della civiltà sommersa”. Tra l’altro aggiungo oggi che ha pure la faccia da sciocco, e questo l’ho sempre pensato.
La telefonata in Vaticano dell’anno scorso per comunicare al Vicario di Cristo che avrebbe convalidati 16 matrimoni gay fatti all’estero (cosa non prevista dalla legge italiana); questo sarebbe il meno se non fosse che, quando gli venne detto che il papa era in sinodo con i vescovi per discutere dei problemi della famiglia, incaricò il segretario che gli ebbe risposto di riferire lui stesso la sua decisione al Santo Padre. Nel momento che Francesco lo venne a sapere (subito) diede un’occhiata ai prelati che aveva intorno dalla quale si capì, senza equivoci, che si sentiva preso per i fondelli e, onestamente, con “santa” ragione.
La pessima figura del suo viaggio a New York costellata di mezze bugie, tre quarti di smentite e contro smentite intere.
Questa del pranzo “di lavoro” con la moglie pagato con la carta di credito del Comune è epica, e la sua prima giustificazione è stata del tipo bambino dell’asilo con il moccio al naso che, per nasconderlo, se lo strofina con la manica. Poi ha cercato di metterci una pezza che è stata peggio del buco.
Sono “abbastanza” convinto (virgolettato perché non mi fido più di alcuno) che Marino abbia fatto cose buone ma, come tutti gli sciocchi, si è fatto incastrare per un piatto di lenticchie. Al suo confronto i rapinatori de “I soliti ignoti”, capolavoro di Mario Monicelli, che devastano un appartamento per una pentolata di pasta e fagioli, erano dei luminari.
Si dice che la sinistra non abbia uomini di spessore. Il fatto, a mio avviso, è che non c’è più sinistra, non esiste proprio.
“Mala tempora currunt”.

Mauro Giovanelli – Genova
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LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE VI – EPILOGO al 13 ottobre 2015

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE VI – EPILOGO al 13 ottobre 2015

Capitolo XVII – Conclusione ovvero la grande ammucchiata

Fino a un anno fa ripeteva, e qualcuno gli ha pure creduto, che lui non avrebbe rinunciato alla bicicletta, dell’auto blu non aveva alcuna necessità, ancora meno della scorta in quanto sarebbero stati i cittadini a proteggerlo, lotta dura senza paura agli sperperi del potere, equità nella ripartizione delle tasse secondo il reddito, riduzione degli stipendi dei parlamentari, niente nepotismi. Renzi è stato, come sempre, di parola. Infatti analizzando, in ordine sparso, le sue acrobazie:

1) Auto blu come di prammatica full optionals, super blindata extralusso.

2) Guardia del corpo in numero sempre maggiore, i famosi “replicanti” di un mio articolo a proposito del suo predecessore Enrico Letta.

3) Voli di Stato a iosa ma non basta, per il nuovo aereo di Renzi spenderemo 175 milioni di €uro, più di quanto preventivato per investire negli asili nido cioè 100 milioni di €uro. I “maneggi”, come dicono a Genova, per nascondere tali spese si concretizzano nello spostamento, dal bilancio di Palazzo Chigi a quello del Ministero dell’Economia e Finanze, del dipartimento della Protezione Civile così 1 miliardo e 750 milioni di €uro non compaiono più tra le spese previsionali della Presidenza del Consiglio. Et voilà.

4) Imu e TASI abolita per tutti. Renzi dichiara: “Via tassa su prima casa anche per i ricchi perché impossibile riformare il catasto (?) che non è aggiornato dal 1939, la aboliamo per sempre.” Tale iniquità è stata sommessamente contestata anche all’interno del PD così il Presidente del Consiglio rincara: “A casa nostra le tasse sono troppo alte: dobbiamo avere il coraggio di dirlo anche alla sinistra (?). In passato abbiamo detto che le tasse sono bellissime, forse in un altro Paese. La risposta all’antipolitica non è tecnocrazia, ma la buona politica del Pd che in questi mesi ha visto cambiare il Paese”. Ha detto: “…dobbiamo dirlo anche alla sinistra…” di che? Non è lui la sinistra?

5) Partecipazione alla finale degli Us Open Vinci-Pennetta rinviando impegni istituzionali. Dichiarazione di Peter Gomez direttore de “Il Fatto Quotidiano”: “Renzi? Ha fatto bene ad andare alla finale, ma doveva presenziare a spese sue, non vedo perché debbano pagare i cittadini”

6) Come per magia e incanto la moglie di Renzi Matteo prende la cattedra per insegnare nello stesso paesino in cui abita… quando centinaia di altri insegnanti sono stati sbattuti a Canicattì… cioè decine e decine di km di distanza. Questa è la “Buona Scuola”. Ma non è finita. La Signora avv. Tiziana Miceli, moglie di Alfano Angelino, titolare di uno studio legale non famoso, ha ricevuto 5 consulenze milionarie dalla CONSAP (Concessonaria dei Servizi Assicurativi dell’Economia), che fornisce le proprie prestazioni al Ministero dell’Interno, vincendo l’appalto tra 140 mila candidati. Sarà perché è veramente brava? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca soprattutto se si riflette sul fatto che fra i professionisti della politica, dall’ultimo assessore del comune più nascosto fino al Presidente della Repubblica, il tasso di disoccupazione di figli, parenti, affini, collaterali, amici, e amici degli amici, ecc. è 0 (zero) mentre quello dei giovani italiani supera il 44% per non parlare della mancanza di lavoro cronica, esodati, sbandati, cassintegrati.
È a questo punto irriverente come il capo guida scout cattolici italiani Renzi Matteo chiuda la festa nazionale dell’Unità 2015 citando la frase dell’attivista pro Palestina Vittorio Arrigoni, morto nel 2011 e assurto, soprattutto a sinistra, quale simbolo di resistenza a Gaza: “La Germania apre le frontiere e noi cosa facciamo? C’è un elemento di umanità sotto il quale non si può scendere. Non c’è PD contro le destre, ma umani contro le bestie. Dobbiamo tornare a essere umani, non si può strumentalizzare anche la vita”. In conseguenza di tale sofferta e sincera affermazione Salvini, credo a causa della parola “bestia”, si è sentito chiamato in causa dando vita ad una replica e successiva contro replica e, su tale scambio verbale meglio stendere un pietoso velo per innata repulsione alle gazzarre stile saloon del vecchio far west.

7) Al termine di due ispezioni avviate nel 2012 e nel 2013, Banca d’Italia ha multato la popolare dell’Etruria e del Lazio per 2,54 milioni di euro. La maxi sanzione è a carico di 18 tra ex componenti del collegio sindacale e del CDA, tra cui Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, attuale ministro delle Riforme, nonché direttore generale della fondazione Open, la cassaforte che finanzia l’attività politica di Matteo Renzi che aveva coperto, tra l’altro, l’esborso di circa 300 mila euro per la recente Leopolda.

8) Bellissima la replica dell’ex ministro delle finanze ellenico, alla sciocca dichiarazione del nostro premier che alla direzione del Pd aveva declamato: “Anche sto Varoufakis se lo semo tolti. Chi di scissioni ferisce, di elezioni perisce”. Gianīs Varoufakīs, che mi sembra un uomo, di quelli veri, risponde: “Al contrario, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, vi siete liberati della democrazia greca” poi rincara e ribadisce: “Signor Renzi, ho un messaggio per te: puoi gioire quanto ti pare per il fatto che io non sia più ministro delle finanze o deputato. Ma non ti sei sbarazzato di me. io sono vivo e vegeto politicamente, e come persona in Italia mi riconoscono quando cammino per le strade del vostro bel Paese. Ciò di cui vi siete liberati partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, ripeto, è la democrazia greca” Infatti ricostruendo i primi sette mesi del 2015, assolutamente peculiari tanto per la storia greca quanto soprattutto per quella dell’Unione Europea, Varoufakis scrive che molti dei suoi compagni sono rimasti fedeli alla piattaforma Syriza che li ha eletti a gennaio come un partito unito per portare speranza ai greci e ai popoli europei ponendo definitivamente la parola fine “ai prestiti di quel salvataggio finto, che è costato caro all’Europa, e che ha condannato la Grecia ad una depressione permanente“. Varoufakīs conclude sottolineando che il premier italiano, con la sua tattica del “poliziotto buono” ha svolto un ruolo centrale nell’agevolare la rottura di Alexis sulla base dell’assunto “Se non cedi, essi ti distruggeranno” (Che eroe! N.d.a.). “Sotto un’estrema costrizione da parte dei leader europei, tra cui anche il signor Renzi che ha rifiutato di discutere ragionevolmente le stesse proposte della Grecia, il mio primo ministro, Alexis Tsipras, è stato sottoposto il 12 e 13 luglio a un bullismo insopportabile, a un ricatto nudo, a pressioni disumane”.

9) A proposito della riduzione degli stipendi e benefit dei Parlamentari: Lo stipendio medio annuo dei medesimi è immutato ed è pari ad €uro 144 mila circa, il più alto in Europa. I secondi in graduatoria, gli austriaci, ne percepiscono 106 mila, a seguire gli 86 mila degli olandesi, 84 mila i tedeschi, 82 mila gli inglesi. In coda la Francia con 63 mila €uro e i 35 mila della Spagna per chiudere con 7.370,00 €uro dei poveri polacchi.
La Presidenza della Repubblica Italiana (Quirinale) è la più costosa della Terra, pure se confrontata con le monarchie e le repubbliche presidenziali.
Il settore della Politica è quello che in questo Paese, rispetto al resto del globo, offre più posti di lavoro avendo il maggior numero di persone impegnate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della nazione. Un numero imprecisato, ma altissimo, per la sicurezza, addirittura esorbitante tra amministrativi, tecnici, dirigenti, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alla buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, barbieri, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi “atipici” verso l’alto, ma di molto, rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani.
Si è saputo che i “pargoli” dei nostri politici, perché tali rimangono fino alla vecchiaia, ereditano finanche il “vitalizio. Due esempi per tutti: Sono 117 gli assegni di reversibilità che pesano per sei milioni all’anno sulle casse dell’Assemblea siciliana. Natale Cacciola nacque in provincia di Messina prima ancora del terremoto. Si candidò per il partito monarchico alle elezioni regionali del 1947 e, in virtù dei soli tre anni trascorsi a Sala d’Ercole nella prima legislatura, c’è ancora un erede che da 40 anni percepisce dalla Ars un vitalizio: è la figlia Anna Maria, cui vanno puntualmente oltre duemila euro al mese. Il marsalese Ignazio Adamo fu uno dei pionieri dell’Assemblea: eletto per il “Blocco del popolo”, fu deputato sino al 1955. Quando lasciò Palazzo dei Normanni aveva già 58 anni, settantasei quando morì nel 1973. Da allora, ovvero da 42 anni, l’amministrazione versa un contributo alla famiglia: 3 mila e 900 €uro al mese vanno alla moglie Irene Marino, stessa cifra per la figlia Anna Rosa. Il tutto grazie ad una folle legge in vigore in Sicilia.

Mi fermo qui per un sottile senso di nausea che mi sta assalendo e concludo riassumendo le parole di Alberto Asor Rosa, nato nel 1933 a Roma, ha insegnato letteratura italiana alla Sapienza. critico, scrittore, saggista politico, storico, intellettuale comunista. Nel 1965 aveva scritto il fondamentale “Scrittori e popolo” seguito mezzo secolo dopo da “Scrittori e massa”. Coerente con la sua visione di sinistra è stato un anti-berlusconiano intransigente. Ecco il suo pensiero (Intervista di Fabrizio D’Esposito): “Il PD sta diventando un partito che risponde solo al leader con un gruppo dirigente conservatore, non ha più una base di massa, risponde al comando di un leader incontrastato e ha un gruppo dirigente conservatore di destra, nemmeno di centro. Il partito renziano, escludendo dal gruppo dirigente ogni erede della tradizione comunista, ma anche progressista o riformista essendo tutti ex-democristiani, nel suo grottesco viaggio verso la destra peggiore di questo Paese, quella degli ex berlusconiani Denis Verdini e Angelino Alfano, futuri inquilini o alleati del Potere sulla Nazione, stanno preparando una destra autoritaria” Alla domanda “Com’è possibile che un tale Partito nasca a sinistra, anziché a destra? Asor Rosa risponde: “La risposta è facile. Per mettere in moto questo processo occorreva che la forza trainante fosse una parvenza di sinistra dietro cui nascondersi, altrimenti ci sarebbe stato un coro di sghignazzamenti, se non di manifestazioni di piazza.” Fabrizio D’Esposito: “Quindi il berlusconismo è stato meno pericoloso del renzismo?” Asor Rosa: “Sì, «Silviuccio» non era in grado di elaborare culturalmente una simile invenzione. E politicamente la piazza glielo avrebbe impedito.” Fabrizio D’Esposito: “A Renzi invece no?” Asor Rosa: “Lui può fare quello che sta facendo perché il Pd è mutato nelle sue radici e la mutazione genetica ha investito anche i suoi elettori. Non dimentichiamo che lui arriva dopo una sequela pluridecennale di fallimenti del centrosinistra e la gente ha pensato che almeno questo fa qualcosa. Fabrizio D’Esposito: “Il fatidico 40 per cento alle Europee” Asor Rosa: “Renzi ha un consenso vasto anche se il punto culminante del suo successo è già alle nostre spalle.” Fabrizio D’Esposito: “All’orizzonte c’è però l’autoritarismo della nuova Costituzione. Qualsiasi atto del presidente del Consiglio mira al restringimento della democrazia, in termini di spazi e di base del consenso. Contano solo i vertici del potere, dalle rappresentanze politiche al preside-manager della scuola. Per renzismo, intendo questo.” Asor Rosa: “Combattere il renzismo dall’interno del Pd non sembra possibile… sulla minoranza del Pd, in questi giorni, mi sono venute in mente solo due parole, «ridicola» e «penosa». Ridicola perché ha fatto ridere la battaglia su alcuni particolari della riforma Boschi. Penosa perché il risultato ha dimostrato che la minoranza non conta alcunché. Poi ha superato anche il limite etico-politico perché non si è vergognata di votare con Verdini” Fabrizio D’Esposito: “Fuori dal Pd c’è un deserto a sinistra?” Asor Rosa: “Deserto mi pare eccessivo. Ci sono tanti pezzetti sparsi ma non c’è alcuno in grado di convogliare queste forze verso la stessa direzione. Dalla crisi dei grandi partiti di massa nati dall’antifascismo e dalla Resistenza non c’è stata alcuna vera scintilla.” Fabrizio D’Esposito: “Come si qualifica una mutazione?” Asor Rosa: “Quando un partito cambia natura, vocazione e cultura.” Fabrizio D’Esposito: “Nel Pd renziano?” Asor Rosa: “Si parte dall’idea che i conflitti sociali siano dannosi per cui i sindacati diventano il nemici. Così la cultura della nazione impone una ratio comune che è quella del grande capitale e della grande finanza. Il terzo punto è il restringimento della democrazia. Il Partito della nazione, sviluppato sino in fondo, comprenderà anche Berlusconi e i berlusconiani, non solo Verdini e Alfano.”

Intanto ad oggi la Corte dei Conti sta setacciando i bilanci della Provincia di Firenze dell’era renziana. Alla voce “Rappresentanza istituzionale” in cinque anni è stato inserito di tutto, a partire da cene da 2 mila €uro cadauna. Quindi quando non rottamava, la guida capo scout si è speso 600 mila €uro in viaggi all’estero e aragoste. In tal senso e sulla scia del “caso” Ignazio Marino, che si sta ritorcendo come un boomerang verso i suoi “amici”, saranno quasi sicuramente avviate indagini. Però il buon Matteo, furbo come un’anguilla spalmata di grasso, è preparatissimo avendo avuto uno dei migliori maestri in questo tipo di esercizi. Comincerà a dire di essere un perseguitato politico e tutti ce l’hanno con lui perché invidiosi del fatto di essere riuscito a diventato ricco.
Per sopravvenuta crisi di rigetto a tale tipologia di argomenti riprenderò, forse, l’anno prossimo. Grazie a tutti per l’attenzione.
FINE (per ora…)

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: fotomontaggio con leggìo antichissimo e vecchio codice manoscritto in primo piano fotografato dall’Autore nel Museo di Khiva, provincia del Khorezm (Uzbekistan)

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LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE V

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE V

Capitolo XIII – I lustrini e cotillon di Renzi Matteo

Correva l’anno 2014… il giorno 25 del mese di ottobre apprendo dai vari telegiornali che la guida scout Renzi Matteo rilascia la seguente dichiarazione: “Io devo occuparmi di 60 milioni di Italiani!” e non sembrerebbe ma finalmente giunge una discreta notizia. Considerando che la popolazione di questo “benedetto” Paese ammonta a 60 milioni 728 mila 668 individui ho tirato un sospiro di sollievo. Potrei fare parte dell’eccedenza. Che tristezza però! Dico davvero, non tanto per il basso, ma che dico? Infimo profilo di questa accozzaglia di irrecuperabili, ma per il fatto che i cittadini, i giovani in particolare, non si rendano conto che ogni volta che Renzi ci concede un’asserzione o fa una promessa è come se lanciasse stelle filanti, coriandoli e distribuisse lustrini e cotillon nel corso della celebrazione di un funerale. Il nostro.

Capitolo XIV – Il salvataggio di Antonio Azzollini (la legge non è uguale per tutti)

La guida scout Renzi mesi fa dichiarava trionfante “DASPO per i politici corrotti” e in questi giorni ha contribuito a far sì che il PD salvasse dall’arresto un senatore di NCD che risponde al nome di “onorevole” Antonio Azzollini. La comunicazione del premier: “Il Parlamento non è passacarte della Procura” e aggiunge trionfante “Abbiamo i numeri al senato quindi andiamo avanti più decisi di prima”.
Intanto il Tg Rai2 del 31 luglio 2015 comunica che la disoccupazione sale al 12,7% e quella giovanile supera il 44% con 2 punti percentuali in più. Al contempo dal M5S è stata inaugurata la famosa bretella Palermo-Catania i cui lavori sono stati pagati con le indennità dei propri parlamentari.

Capitolo XV – Assunzioni facili per i rampolli della “Casta”

Sotto la guida del buon Matteo ovviamente non ci sono nepotismi, favoritismi, familismo e clientelismo. Infatti dal primo luglio 2015 Eleonora Padoan è stata assunta in extremis, cioè con uno degli ultimi atti della vecchia amministrazione di Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, rispettivamente presidente e amministratore delegato uscenti proprio della Cassa depositi e prestiti. Ma va? Alla Cassa depositi e prestiti, l’ente controllato con una quota dell’80% dal ministero dell’Economia di cui il papà è, guarda caso, titolare del dicastero da pochissimo affidato al duo Claudio Costamagna e Fabio Gallia ai quali, a cose fatte, non si potrà addebitare alcunché al riguardo. Con una precedente esperienza di senior economist in Sace, la società pubblica di assicurazione dei crediti all’estero controllata proprio dalla Cassa depositi e prestiti, la Padoan andrà ora ad occuparsi del settore della cooperazione e dello sviluppo internazionale. È stata scelta al termine di una procedura interna di “job posting” (utilizzo, da parte di un’azienda, del proprio sito per la pubblicazione di annunci di lavoro in quanto tale dipartimento non fa parte dell’apparato statale) che alla fine ha visto partecipare solo tre candidati tutti interni alla Sace (e chi lo sapeva?).

Capitolo XVI – Il Cda RAI di Matteo: decidono PD, NCD, UDC & C. (C. sta per “Compagni” di destra)

E arriviamo alla RAI per la quale la guida scout non perdeva occasione di perorare la giusta causa del “fuori i politici dalla TV di Stato”. Infatti è di questi giorni la nomina dei sette “Commissari di vigilanza”, così ora si chiamano i Consiglieri di Amministrazione tanto per far vedere che si cambia per non mutare alcunché, sei dei quali, partoriti dal complotto PD, NCD, UDC & C. (C. sta per “Compagni” di destra), se ripresi da una telecamera, non distinguerebbero un funerale da una parata militare. Carlo Freccero, dato che è persona competente, è stato un incidente di percorso essendo entrato nel gruppo con i voti di SEL e M5S. Da quanto apprendo tramite i pochissimi giornalisti che informano (razza in via di estinzione a meno che non venga inserita nelle specie protette) sembrerebbe che la scelta sia stata meditata da un “pizzino” che il Capo del Governo avrebbe inviato dal Giappone. Così abbiamo Guelfo Guelfi, esperto di comunicazione che ha lavorato come consulente elettorale di Matteo, amico di Sofri e, udite udite, direttore della società di informazione della Provincia “Florence Multimedia” sulla quale nel 2012 la Corte dei conti aprì un’indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia di Firenze durante il mandato dell’attuale premier, allora sempre sindaco della città gigliata, che ammontavano a circa 600 mila €uro e soggetta ad accurato esame da parte del Ministero del Tesoro. Questa “Florence Multimedia” è una società voluta da Renzi, alla quale la Provincia, durante la sua presidenza, avrebbe concesso un affidamento di prestazioni “per un importo superiore a quello previsto dai regolari contratti di servizio” (vedere parte I versetto V – “Florence Multimedia”). Di Rita Borioni, laureata in storia dell’arte, si può dire che fra le altre attività svolte la più significativa sia stata quella di fare la portaborse di “onorevoli” dei DS e del PD. Franco Siddi ex segretario della Federazione della stampa ha scritto per varie testate sarde. Arriviamo ad Arturo diaconale editorialista de “Il Giornale” e candidato trombato del PDL. Pare si sia occupato, e si occupi tuttora ovviamente a certi livelli, del Parco Nazionale del Gran Sasso; di altri incarichi di minore importanza neppure ho voglia di parlare. Giancarlo Mazzuca, anche lui ex giornalista de “il Giornale” e pure candidato invano a Governatore dell’Emilia Romagna ha fatto diverse capriole in politica e nel giornalismo prima di approdare alla RAI. Concludiamo con Paolo Messa colui che ha diretto l’ufficio stampa dell’UDC di Pierferdinando (Casini) ma, fra le altre, la caratteristica che più mi affascina di questo signore è che pare abbia scritto un libro sulla DC intitolato “Mai più senza” del quale ho fatto ricerche su internet con scarsissimi risultati. Andate a controllare, compaiono solo il nome dell’Autore e il titolo, null’altro. Così mi resterà la voglia di leggerlo e gustare la prefazione che stilò Giulio Andreotti.
E poi dubitate che il nostro leader non sia un saltimbanco dell’organizzazione del nostro Paese? Questo è un tuffo sincronizzato con Berlusconi al massimo livello di coordinazione, in avanti, tripla piroetta preceduta da rotazione indietro, ritornato e doppio avvitamento. Al suo confronto il campione mondiale di tuffi da 27 metri Gary Hunt che, per far provare al pubblico l’emozione di una sua “performance” lanciandosi, non a caso, con una telecamera in mano, non è neppure in grado di scendere le scale di casa.
Continua…

Mauro Giovanelli – Genova
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LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE IIII

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE IIII

Capitolo X – Divieto di informazione

Nel respingere ogni ipotesi Adinolfi (Michele) aggiunge inconsapevolmente benzina sul fuoco affermando “A Firenze, per dirne una, non ho mai seguito né voluto sapere alcunché dell’inchiesta sulla casa di Marco Carrai abitata da Renzi. E, lo giuro sui miei figli, né Renzi né Lotti mi hanno mai parlato di Carrai. Io rispondo dei miei atti non delle mie amicizie, perché respingo il teorema che sarebbero indizio o prova di coperture”. E attacca: “Se qualcuno è in grado di dimostrare che io sia venuto meno ai miei doveri di ufficio nei confronti dei politici con cui nel tempo ho avuto necessariamente rapporti, sono pronto a pagare duramente. Non dovevo avere contatti? È colpa mia se, nel 2014, il mio sindaco è diventato Presidente del Consiglio?” (al momento delle telefonate incriminate Renzi era ancora sindaco di Firenze n.d.a.). Parole scandalose che descrivono, una volta di più, un’Italia fondata sul ricatto e l’imbroglio. Dell’inchiesta sulla casa abitata per tre anni dalla famiglia Renzi, il cui canone e spese accessorie furono pagate dall’imprenditore toscano Marco Carrai che “solo per un caso” ricevette in cambio incarichi nelle partecipate e contratti diretti alle sue società private, per ora tutto tace. Oggi alla Camera sono state chieste spiegazioni al Presidente del Consiglio ed ha risposto la ministra Boschi con queste parole: “Grave che le intercettazioni siano finite sui giornali”. Un ribaltamento della realtà, anzi meglio, dell’onestà, e l’ammissione implicita di quanto quei colloqui trascritti siano compromettenti per tutti gli attori di questa laida vicenda.

Capitolo XI – Agenzia delle Entrate senza Uscite

Notizia del TG 2 RAI del 5 settembre 2014: “Fisco: nei primi sei mesi dell’anno aumentate del 12,4% le entrate derivanti dalla lotta all’evasione”. Subito dopo compare la striscia: “Blocco salari statali: Renzi dice sì al dialogo ma niente ricatti”. Allora… ci prendono in giro? Veramente! E i giornalisti che ci stanno a fare? O sono fessi, o servi del potere, non esiste altra spiegazione. Anzi no, c’è una terza possibilità, la più probabile purtroppo: potrebbero essere entrambe le cose insieme.
Prima domanda: il 12,4% di che? Semplice la risposta: delle entrate derivanti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, ma forse qualche ministro non sarebbe stato così pronto a replicare. È quindi d’uopo passare al quesito successivo.
Seconda domanda: a quanto ammonta il 12,4% di cosa non ci è dato sapere, ovvero delle entrate scaturenti dalla lotta all’evasione nel primo semestre?
Terza domanda: basterebbe l’importo che non si conosce, corrispondente al 12,4% di ciò che non ci è dato sapere, ovvero delle entrate provenienti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, per evitare il blocco dei salari degli statali (fermi dal 2009 n.d.a.)?
Quarta domanda (questa è difficile): con l’eventuale importo che non si conosce, desumente dall’ipotetico aumento del 12,4% delle entrate che potrebbero discendere dalla lotta all’evasione anche nel secondo semestre 2014, non si potrebbe programmare l’abrogazione della famigerata legge Fornero sulle pensioni?
In parole povere ogni tanto viene buttata lì una notizia come questa senza fornire ulteriori ragguagli, come si fa con il granone negli allevamenti di polli, ed è strabiliante che gli addetti all’informazione non approfondiscano. In ogni caso se la guida Renzi Matteo dovesse rispondere alla prima interpellanza vincerebbe un tostapane da campo, alla seconda si aggiungerebbe il materassino gonfiabile a bocca, alla terza torcia elettrica con batterie non esaurite e… qualora facesse filotto una bambola gigante vestita da scout non gliela toglierebbe nessuno, gonfiabile e trombabile. Se poi desse soddisfazione ai cinque interrogativi che da qualche settimana gli sta sottoponendo “Il Fatto Quotidiano”…

Capitolo XII – La spartizione delle poltrone

Oggi 21 luglio 2015 è andata in scena l’ennesima porcata all’interno delle mura della Camera dei Deputati. Si è votato per il rinnovo degli uffici di presidenza delle 14 commissioni parlamentari, cioè degli organi che gestiscono i lavori. Il principio costituzionale di rappresentanza vuole che se il 25% degli italiani avesse votato un partito, facendo un esempio a caso il M5S, dovrebbe vedere i suoi delegati all’interno di questi luoghi decisionali. Così non è accaduto: il PD si è accordato con le altre forze politiche spartendosi tutte le poltrone, escludendo completamente la forza politica che da sola ha il maggior numero di preferenze. Questo è un fatto che non ha precedenti nella storia democratica del Paese. Fino al giorno prima il M5S aveva molti incarichi all’interno di questi uffici dove si decide sulla destinazione di rilevanti cifre. Tra l’altro i penta stellati li avevano tutti restituiti, circa 250 mila €uro destinandoli al Fondo per le microimprese. Questi signori invece se ne guarderanno bene dal fare la stessa cosa. Come disse Enrico Letta, frase che resterà negli annali della storia del Paese, “mica ci hanno scritto in fronte Jo Condor”.

Continua…

Mauro Giovanelli – Genova
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LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE III

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE III

Capitolo IX – La “conquista” di Palazzo Chigi: Renzi, Adinolfi, Nardella, Napolitano Giulio, Lotti & C.

Veniamo oggi a sapere che la presa di Palazzo Chigi è stata tutto un programma, al confronto quella della Bastiglia un gioco da bambini che si sono divertiti a fare la rivoluzione. L’11 gennaio 2014 il leader del PD telefona, ed è la conversazione che ha destato più scalpore, a Michele Adinolfi (nulla a che vedere con Mario Adinolfi, così almeno sembrerebbe, ex deputato PD e vero leader nonché guru degli “ultra cattolici”. Ha fondato un giornale “La Croce” e vuole vietare la pillola abortiva, combatte la propaganda “transessuale”, parla di “donne sottomesse” e si dice contrario all’uso dei preservativi). Scusate ma non potevo evitare di fare un accenno a quest’altro inquietante personaggio di cui ormai è stracolma la Penisola. Ritorniamo alla chiamata che Renzi fece al numero due della Guardia di finanza, dicendogli “Enrico (Letta n.d.a.) è un incapace, lo mando al Quirinale. Berlusconi è disponibile per un ragionamento diverso”. Il rapporto estremamente amicale fra i due non è tanto evidente nell’informazione che, chissà per quale recondito motivo, il nostro leader si sente in dovere di dare al generale, quanto dai termini e dal “tono” con cui viene condotto il colloquio, stile “compagni di merenda” al punto che l’Adinolfi (Michele) si spinge a dare dello “stronzo” al nostro Primo Ministro, così, come si usa fare fra buontemponi. Nel frattempo Adinolfi (sempre Michele), parla con Dario Nardella, l’attuale sindaco di Firenze, ed è la conversazione in cui, secondo Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la Legalità a livello nazionale, si evocano ombre di ricatti su attività e “conflitti d’interesse” di Giulio Napolitano, figlio dell’allora presidente della Repubblica. Il contenuto della chiacchierata fu questo: “De Gennaro e Letta (Enrico) tengono per le palle Giorgio Napolitano per via del figlio Giulio”. Pasquale Ciccolo, procuratore generale della Corte di cassazione, sta svolgendo accertamenti preliminari sulle intercettazioni non in merito al contenuto dei colloqui ma per capire se esistono i termini per avviare un’azione disciplinare a carico dei Magistrati che le avrebbero diffuse (siamo alla follia pura!). Per contro Adinolfi chiede di riascoltare proprio quest’ultima chiamata perché “sono convinto che quelle frasi, che sicuramente saranno state pronunciate, non siano mie. Io non conosco Giulio Napolitano e non avrei mai potuto permettermi di dire alcunchè del mio presidente”. Poi incalza “Cosa avrei ottenuto da Renzi? O cosa avrebbero ottenuto Renzi e Luca Lotti da me? Matteo mi ha detto di stare sereno. E io lo sono davvero” (Il Fatto 12 luglio 2015 n.d.a.). È un di più sottolineare che questo signore fu indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio nell’inchiesta giudiziaria P4 della procura di Napoli e ricorda: “Ha segnato la fine della mia carriera. È stato un dramma in cui sono rimasto stritolato da una guerra più grande di me e da cui sono uscito a testa alta. La storia di questi giorni”, ha commentato a Repubblica l’alto ufficiale, “se non fosse per la sovraesposizione mediatica, è banale. Con Matteo Renzi e Luca Lotti, il suo braccio destro siamo diventati amici solo quando sono arrivato a Firenze nel 2011 come comandante interregionale di Toscana, Emilia, Marche. Erano i miei interlocutori istituzionali”. (Luca Lotti il 9 dicembre 2013, con a capo il nuovo segretario nazionale Renzi Matteo, divenne membro della segreteria nazionale del Partito Democratico nel ruolo di Responsabile dell’Organizzazione e Coordinatore della Segreteria a livello nazionale. Dal 28 febbraio 2014 è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e comunicazione del Governo e all’editoria, alle commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, alle celebrazioni del settantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione. È segretario del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ed infine è sposato con Cristina Mordini, PDF, ex dipendente del Comune di Firenze all’epoca impiegata presso la segreteria dell’ex sindaco Renzi – n.d.a.). La vicenda che lo coinvolge ha fatto emergere ombre sulla sua posizione facendo inoltre sospettare che i suoi fitti rapporti con alti esponenti istituzionali abbiano creato una rete relazionale per interessi privati.

Continua…

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: fotomontaggio con leggìo antichissimo e vecchio codice manoscritto in primo piano fotografato dall’Autore nel Museo di Khiva, provincia del Khorezm (Uzbekistan)

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LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) PARTE II

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE II
Capitolo VI – Dalla bici all’auto blu

Correva l’anno 2014 e il nostro Presidente del Consiglio ebbe la talentuosa pensata di propinare al suo pubblico, cioè i cittadini, la bufala della vendita delle auto blu tramite E-Bay. Dopo strombazzamenti, plausi e notiziari entusiastici di giornalisti e conduttori Tv all’indirizzo del nuovo genio italico, ne furono piazzate tre o forse quattro su quasi 54 mila. Ovviamente gli sperticati elogi all’uomo del “fare” continuarono qualche giorno ancora poi non se ne parlò più. Intanto lui è passato d’un balzo dalla bicicletta all’auto di rappresentanza con tanto di scorta, quella che non riteneva necessaria in quanto, parole sue, “i suoi guardaspalle sarebbero stati gli italiani”. Questo è un salto doppio con rimbalzo e atterraggio a pie’ pari.

Capitolo VII – 18 sfigati e 60 milioni buggerati

L’altra panzana, quella dei 1500 parlamentari condannati che non dovrebbero più percepire il vitalizio, sarà somministrata a distanza di due anni. Infatti in questi torridi giorni di luglio 2015 viene finalmente approvata la legge al riguardo e gli annunci fragorosi rimbalzano da una rete all’altra delle Tv come l’eco nelle Grotte Marabar, stato del Kerala (India). Ma c’è un piccolo, trascurabile particolare, ossia essa riguarda solo un pugno di sfigati, circa 18, che non hanno santi in paradiso e quasi quasi a questo punto fanno tenerezza, pure Berlusconi che rientra in questo esiguo manipolo, per essere stati estromessi da un ingiusto privilegio di cui invece gli altri 1482 continuano a beneficiare. Suggerirei a costoro di recarsi al “Santuario della Madonna dei Bisognosi” senza litigare per voler a tutti i costi occupare la celletta che fu di Luigi Lusi. E siamo arrivati al triplo salto mortale imparato senz’altro nei centri di addestramento dei “giovani esploratori”.

Capitolo VIII – “Il patto del Nazareno”

Nel 2013, dopo aver vinto le elezioni primarie, il neosegretario del Partito Democratico, sempre Renzi Matteo, indicò come punti cardine della sua agenda politica una serie di riforme istituzionali, fra cui quelle inerenti il Senato e la legge elettorale. Il 16 gennaio del 2014 durante un’intervista televisiva a “Le invasioni barbariche” egli preannunciò che da lì a due giorni si sarebbe ulteriormente incontrato con Berlusconi, nella sede del Partito Democratico, al fine di discutere un piano comune sulle innovazioni delle quali questo Paese necessita. Così il 18 gennaio 2014 si arrivò al famoso “Patto del Nazareno” che sta proprio ad indicare l’accordo politico siglato fra il “rottamatore” e il leader di Forza Italia, con gli obiettivi di procedere a una serie di rinnovamenti fra cui quella del titolo V della Costituzione, la trasformazione del Senato in “Camera delle autonomie” e l’approvazione di una nuova legge elettorale. Alla consultazione parteciparono, oltre i due boss, anche il portavoce della segreteria democratica Lorenzo Guerini e Gianni Letta. Al termine l’ex Sindaco di Firenze dichiarò di essersi trovato in «profonda sintonia» con l’ex Cavaliere. Il nome dell’accordo, per chi non lo sapesse, deriva per metonimia dal soprannome della direzione del PD la cui sede è situata nei pressi di largo del Nazareno a Roma. Quindi non c’è alcun riferimento biblico, tantomeno progetti che si rifanno al “cristianesimo”. Anche il più abile dei trapezisti non potrebbe far altro che invidiare le acrobazie “diplomatiche” dell’uomo dal “multiforme ingegno”.

Continua…

Mauro Giovanelli – Genova
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LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) PARTE I

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE I

Capitolo I – La giovinezza

Ancora diciannovenne e giovane speranza delle Guide e Scouts Cattolici Italiani, nel 1994 l’intraprendente Matteo partecipa per cinque puntate consecutive come concorrente del programma “La ruota della fortuna”, su rete Mediaset, condotto naturalmente da Mike Bongiorno. Vinse 48 milioni di lire. Era il momento “clou” della famosa “discesa in campo” di Silvio Berlusconi con un dispiegamento di forze senza precedenti nella storia della nostra Repubblica. Un mistero restano sia la partecipazione al quiz che la cospicua vincita. Come minimo circostanza “singolare” e prodromo curioso, un’avvisaglia da valutare vista la sua fulminante carriera politica che oggi lo ha portato alla Presidenza del Consiglio e riflettendo sulle circostanze che seguono.

Capitolo II – Da co.co.co. a manager in un balzo

Trascorsero nove anni arrivando quindi al 2003… il Renzi era un co.co.co. nella Chil Post srl, azienda del su’ babbo Tiziano, successivamente indagato per bancarotta fraudolenta. Non so come andò a finire, neppure mi interessa. Quello che invece desta curiosità è che l’allora segretario provinciale de “La Margherita” (niente di meno), in quanto parasubordinato, non costava alcunché alla società del genitore. Il giorno 27 del mese di ottobre dello stesso anno, due giorni prima dell’annuncio dato dall’allora presidente nazionale e leader del medesimo partito contraddistinto dal fiore, simbolo di semplicità e purezza, ovvero Francesco Rutelli, che lo indicava quale candidato a Presidente della Provincia, la nostra guida scout si fece assumere a pieno titolo da papà in qualità di dirigente così, da quando eletto, nel giugno 2004, è stata la Provincia a versargli le consone “marchette”, cioè noi cittadini, tra l’altro adeguate allo stipendio da manager. Da quella data e fino a tutto il 2014, due lustri, il nostro leader ci è costato non meno di 300 mila euro. Scoperto da “Il Fatto” con le mani nel vaso della marmellata, come si usa dire, pare abbia rinunciato a tale beneficio. Ma il “maltolto” l’ha restituito? A consentire una porcata del genere, estesa pure a Sindaci, Assessori regionali, provinciali, comunali e chi più ne ha più ne metta, è il decreto legislativo 267 che all’articolo 86 recita: “…l’Amministrazione Locale (la Provincia n.d.a.) prevede a proprio carico… il versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi ai rispettivi istituti per… i Presidenti di Provincia…”. Credo sia tuttora in vigore. Altro che balzo della quaglia ha fatto il giovanotto, questo è un triplo salto mortale, flic flac, verticale sulle spalle, squadra e retta, corpo teso. Et voilà! Nondimeno ha inciampato in qualche valido giornalista che ancora abbiamo.

Capitolo III – Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani

Tralascio di disquisire che il tesoriere di questo partito, stiamo sempre riferendoci alla Margherita, dalle casse del quale sottrasse per scopi personali la somma di circa 13 milioni di €uro, fosse tal Luigi Lusi, senatore, a suo tempo pure lui facente parte dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani. Il 20 giugno del 2012 fu condannato per appropriazione indebita. Incarcerato presso il penitenziario romano di Rebibbia la guida scout dichiarò in seguito che parte di questi soldi erano andati a vari esponenti politici: Enrico Letta, Francesco Rutelli, Enzo Bianco, Matteo Renzi, Rosy Bindi e Giuseppe Fioroni. È commovente sapere che il 18 settembre 2012 gli furono concessi gli arresti domiciliari presso il “Santuario della Madonna dei Bisognosi” in provincia dell’Aquila. A seguito di una richiesta di patteggiamento, il 30 dicembre 2013 la Corte dei Conti condannò Lusi a versare 22,8 milioni di euro per danno erariale allo Stato e il 2 maggio 2014 fu emessa dal tribunale di Roma una condanna a 8 anni di detenzione. In attesa della sentenza definitiva riprese l’attività di avvocato (?). Insomma non si fece prete.

Capitolo IIII – Il “rottamatore” a pranzo dal “rottamando”

Il 6 dicembre 2010 l’allora Sindaco di Firenze Renzi Matteo si recò in visita ad Arcore, invitato a pranzo presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per “discutere alcuni temi legati all’amministrazione della città d’arte”, così almeno dichiararono “loro”. Non dico che “l’avvenimento a porte chiuse” si svolse in gran segreto ma la notizia fu diffusa a incontro avvenuto e provocò reazioni contrastanti e sterili polemiche anche tra i sostenitori del “rottamatore”. Quando i giornalisti gli chiesero ragguagli circa il colloquio avuto sembrerebbe che lui avesse risposto “Mah!!!”

Capitolo V – “Florence Multimedia”

Nel 2012 la Corte dei conti aprì un’indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia di Firenze durante il mandato dell’attuale premier, allora sempre sindaco della città gigliata, che ammontavano a circa 600 mila €uro e, secondo il Fatto Quotidiano, il ministero del Tesoro indagò su “Florence Multimedia”, società in house voluta da Renzi, alla quale la Provincia, durante la sua presidenza, avrebbe concesso un affidamento di prestazioni “per un importo superiore a quello previsto dai regolari contratti di servizio”. Qui siamo all’atletica mentale e questo è davvero un bel colpo di reni dopo un’esaltante piroetta. continua…

Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato su “Il Segno” nr. 6 del 16-31 marzo 2014 pag. 2 – http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “Renzi dimentica la casta dei politici e sui loro stipendi non dice più nulla”.

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GLI INDISPENSABILI: ELSA FORNERO

GLI INDISPENSABILI: ELSA FORNERO

Da Wikipedia apprendo che Elsa Fornero è “membro onorario del Collegio Carlo Alberto, membro del Collegio docenti del dottorato in Scienze economiche dell’Università di Torino, membro del dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht), membro del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, costituito presso il Ministero del Welfare, membro del comitato scientifico dell’Observatoire de l’Epargne Européenne (Parigi), membro del comitato editoriale della Rivista Italiana degli Economisti ed è stata membro del consiglio direttivo della stessa Società, membro del comitato scientifico di Confindustria, membro della commissione di esperti valutatori presso la World Bank, membro della commissione di esperti della Task Force su “Portability of Pension Rights and Taxation of Pension Schemes in the EU”, membro della Commissione Ministeriale di esperti indipendenti per la verifica previdenziale.”
Cazzo, che membro!

P. S.
Delle sue mansioni politiche, presidenze, vicepresidenze, direzioni, cattedre, cariche onorarie, docenze, appartenenza a comitati vari, editoria, ecc. parleremo un’altra volta.

Mauro Giovanelli – Genova
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IL RENZISMO IN DUE (SEMPLICI) PAROLE

IL RENZISMO IN DUE (SEMPLICI) PAROLE

Più che un’ideologia il Renzismo è una corrente politica basata su leggi fisiche che si rifanno alla teoria della relatività. Essa trova spunto dalla formula <e=mc2> (2 è l’esponente di c, si legge “al quadrato”, come gli stipendi degli adepti, che sono anche “al cubo”) e intende promuovere la velocità (c) come elemento fondante dello sviluppo delle masse (m) attraverso una sedicente coalizione d’avanguardia denominata <Larghe Intese>. Questa alleanza ha messo quasi tutti d’accordo: tecnici delle relazioni, esperti di marketing, massmediologi, banchieri, tuttologi, opinionisti, pubblicisti, critici e acritici, imprenditori, manager pubblici e privati, intellettuali o presunti tali. Nella sua fase sperimentale tale rivoluzionaria concezione del modo di intendere la vita in società è attualmente applicata solo in Italia avendo questo Paese già concepito in passato, ed esportato, altri sistemi di convivenza reciproca come il fascismo, mafia, e altre amenità. È una ventata di estremo centrismo che poggia anche su altri princìpi scientifici come quello di Archimede, dei vasi comunicanti, fino al quinto postulato di Euclide, per arrivare alla teoria isostatica. I mancati elettori che desiderassero ulteriori approfondimenti sono invitati a consultare appositi testi che, a richiesta e con beneplacito di FI, saranno forniti gratuitamente dal PD, nella persona di Pina Picierno, non a caso laureata in scienza delle comunicazioni e perciò seduta al Parlamento Europeo insieme ai Borghezio, le Mussolini e via discorrendo. Evitare categoricamente di confondere tale movimento con il becero cinque stelle, esigua parte di cittadini che anela a dar voce al popolo. Infatti occorre aggiungere che il “Renzismo” è una sorta di filosofia che si ispira anche, rinforzandoli, ai valori dello scoutismo e mira ad indirizzare il pensiero della gente su concreti aspetti delle leggi che governano l’Universo, affrancando quindi l’uomo dai miseri e superati problemi quali lavoro, equità sociale, dignità, fisco, sovranità, ecc. Siffatto nuovo corso ha raccolto consensi insperati dalla stampa, in particolare quotidiani che usufruiscono di finanziamenti pubblici, dalla televisione, anche quelle reti apparentemente fuori dalla giurisdizione del leader occulto sig. B., e dai piu quotati professionisti dell’informazione nonché presenzialisti del piccolo schermo. Il condottiero, o meglio “guida”, da qui il nome della corrente di pensiero, è l’energico Renzi (e) che, quando innesca la retromarcia alla mascella, spara un quanto di energia il quale impatta gli incisivi, sorta di deceleratori e deviatori di particelle, che viene quindi indirizzato al suolo e qui immediatamente insabbiato da un cannone al silicio. Tali segnali sono definiti riforme. Nessuno ci capisce alcunché ma non importa, ciò che conta è la velocità con cui vengono sputate, cioè il loro numero nell’unità di tempo. La quantità di emissioni è infatti il tema principale dei vari talk show di “approfondimento” nonché articoli delle maggiori testate giornalistiche che si occupano del fenomeno: velocità associata all’immagine. Quest’ultima, formata da fotoni che materializzano il Matteo così come ci appare, più è cangiante, più è oggetto di profonda analisi. Infatti il suo ologramma, con una rapidità da far invidia al più sofisticato dei ciclotroni, passa dal chiodo in pelle alla giacca con spacchi laterali e padeletta posteriore basculante idonea per non ostacolare la continua fuoriuscita di programmi elaborati anche dal retrostante potente reattore di cui questi è ben equipaggiato. In quest’uomo il genio italico ha ritrovato il suo riscatto, gli altri, che imbecilli, stanno ancora lambiccandosi il cervello sulla teoria dell’unificazione che neppure Einstein ebbe il tempo di tradurre in formula, una sciocchezza per B. e R. dove B sta per Bosone (da non confondersi con Cesano Boscone), ispiratore e ideologo, e R per Radio Renzi, diffusore a forte impatto sociale. E pensare che gli avversari, detrattori, sfigati, pessimisti etichettati “soliti gufi” continuano a dire che si sta parlando del nulla… roba da non credere.

Mauro Giovanelli – Genova
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L’articolo “IL RENZISMO IN DUE SEMPLICI PAROLE” è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 sul sito www.memoriacondivisa.it: con il titolo “IL CONDOTTIERO IN DUE PAROLE SEMPLICI – Su “Il Segno” nr. 14 del 1-30 settembre 2014 pag. 2 – ttp://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “Tutti all’ascolto di Radio Renzi, genio italico che la da a bere a tutti”

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CONTRATTEMPI

CONTRATTEMPI

Due volte.
Riprendermi ciò
che sempre ho avuto.
Andare lontano, disgiungermi,
coprire distanze, cercare.
Colpa mia se ogni volta è svanito.
Importante curare i dettagli,
metodo pratico, veloce,
bagagli stipati nella memoria.
Con un solo sguardo muti saluti
agli affetti importanti.
Territorio isolato,
indugio un istante
non è semplice avviarsi.
La scelta trascina qualcosa.
Tremore, aroma di erba bagnata,
Foglia dispersa portata dal vento
mi afferra e si acquieta.
Avverto profumi nell’aria,
in cielo nuvole bianche mai viste,
dense, massicce.
Fragore del vuoto, ricordi,
immagini, istanti di gioia.
Non ho valutato un aspetto,
diventa opprimente, si insinua,
scava il cervello, lo soffri per gli altri.
Può avere importanza?
È opportuno rinviare,
non ho scritto niente.
Sono presente, stanco, svogliato.
Alzo la testa, mi sta dinanzi,
è capitato, neppur l’ho cercata.
Però la sentivo, un’altra di lei, senza dubbio.
La pelle, il sangue, gli occhi, armonia,
non mentono mai. Com’è accaduto?
Il senso di questo tragitto,
dal prima all’oltre che attende, svanisce.
Anni vitali, attrazione, passione violenta,
sesso sfrenato senza pudore, intesa perfetta,
soavità, desiderio, calore, amore.
Ho vinto di nuovo! Mi sento immortale.
Ma il tempo… questo concetto
che non riesco a ghermire mi segue.
Perché non rimane fra quanti mai nati?
Bella domanda, non sarebbero tali,
dunque è compagno molesto
di un percorso che non ho reclamato.
Gualcisce consistenze, nulla gli sfugge,
penetra ovunque, mi tiene per mano,
pigramente uccide e spegne la luce.
Nella penombra decido che
lo devo annientare.
Stavolta vietato esitare.
Felice, risoluto, giornata perfetta,
mi godo i parenti, la gente, spuma del mare,
strade, viali alberati, amici,
mi incanto a guardare vetrine,
risate insolenti, un caffè da gustare
tutto è plausibile ormai.
Sono partito! Viaggio stupendo
ogni cosa sbiadisce, turbinio convulso
in abissi accoglienti,
lontananze prive di profondità,
mi sento al caldo e sicuro.
D’improvviso son sveglio,
Cazzo! Mi hanno bloccato.
Eppure…
neanche due righe avevo lasciato.

Mauro Giovanelli – Genova
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