CINQUE STELLE, CON TANTE SCUSE AL GRANDE LEOPARDI

CINQUE STELLE, CON TANTE SCUSE AL GRANDE LEOPARDI

Il cuore lo porterebbe a votare lista Tsipras ma ha detto di aver esaurito il romanticismo nell’intrico delle larghe intese, pure la pazienza. Non c’è più tempo per sognare e la speranza è volata via con i bla, bla, bla di Renzi Berlusconi & C. (C. sta per Picierno). Questa la posizione di un cittadino che faceva parte della classe media, eccola: entro il giorno 4 del mese prossimo ha l’onere di pagare all’Agenzia delle Entrate la terza di dieci rate (€uro 1.500 ciascuna) perché risultato non “congruo” ai famigerati studi di settore… soldi non dovuti. Questo caro amico mi ha raccontato che la sua richiesta di riservargli lo stesso trattamento dispensato agli evasori fiscali, i concessionari delle slot machine, è stata respinta con disgusto dai soloni dell’Ente (se la legittima domanda fosse stata accolta, anziché i 15.000 estorti con il codice, avrebbe dovuto versare €uro 325 e spiccioli, pochissimi per gli stomaci di questa classe politica, sempre più forte con i deboli e serva dei potenti). Altri 1.121 €uro li deve alla ICA di Savona (Imposte Comunali Affini, l’Ente Riscossione di quella Provincia) per “pubblicità”, cioè cartelli “vendesi” appiccicati, fra pesanti ragnatele, alle finestre di appartamenti da alienare… pazzesco! Come mettere tasse sull’uso del bisturi ai chirurghi o, che so, pretendere una gabella aggiuntiva dagli idraulici ogni volta che utilizzano le pinze a pappagallo. Mi ha pure chiesto a chi dovrebbe rivolgersi per conoscere l’importo Tasi da corrispondere perché non ne ha la minima idea, nemmeno come pagarla, di certo lui sa che la mannaia calerà entro il 16 giugno. Mi è parso un po’ smarrito. Nella buona sostanza ho saputo che ad oggi ha impegni per totali 3.000/3.300 €uro di sole imposte, divisibili per pochi e indivisibili per molti. Quando ha cominciato a parlarmi di spese condominiali, bollette, parcelle, canoni e quant’altro, con una scusa qualunque mi sono sfilato. Peccato, era una persona così divertente, di compagnia e poi oggi, a mia volta, non mi sentivo troppo socievole.
Mentre mi dirigevo verso casa, mani in tasca e capo chino, ho riflettuto molto. L’angolo morto della lotta per la sopravvivenza si è stretto troppo, mi pare l’abbia detto Pitigrilli, e non gli basta più la sua buona stella. Per cambiare in fretta, prima del fallimento, a lui ne occorrono almeno cinque, subito, costi quel che costi o, se preferite, “muoia Sansone e tutti i Filistei”. Ma quando mi è apparso chiaro che in questo spazio angusto ci sono anch’io, un brivido ha accompagnato una sgradevole e improvvisa considerazione di me stesso e dell’umanità che ho visto in termini di pura e semplice competizione, coacervo di miseri egoismi.
Già da qualche tempo, purtroppo, credo sia solo questo traballante impianto politico in equilibrio instabile a liberare lentamente bassi istinti, orientare i pensieri e le scelte della gente. Molto pericoloso. E chiedendo venia al grande Leopardi, “il naufragar è amaro in questa melma”.

P. S.
Con i voti degli elettori di Forza Italia il giorno dopo veniva celebrata la vittoria netta del PD di Matteo Renzi. Avrei voluto telefonare al mio amico ma… che dire? Il giaguaro non è stato smacchiato, invece “Il Gattopardo” di Don Giuseppe Tomasi, 12º Duca di Palma, 11º Principe di Lampedusa, Barone di Montechiaro e della Torretta, Grande di Spagna, è ricomparso in tutte le vetrine. La pubblicità della riedizione? Le parole di Tancredi Falconeri, nipote del Principe Fabrizio, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.”
Mauro Giovanelli – Genova
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LA STRANA COPPIA E… ALTRI ANCORA

LA STRANA COPPIA E… ALTRI ANCORA

Dunque ricapitoliamo. Al convegno di CL, agosto del 2014, nei panni di ministro della Repubblica, Delrio Graziano aveva dichiarato “Credo che i cittadini facoltosi possano permettersi di pagare 400 €uro l’anno, è meno di un abbonamento a una TV privata”. Ora si tratterebbe di capire cosa intendesse il nostro sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dell’attuale Governo Renzi, quello di “yes we can”, quali fasce di reddito, nella sua mente, rientrassero in tale categoria. Per il bocconiano Monti Mario e la piagnona Fornero, ad esempio, il contributo di solidarietà mensile è stato requisito, retroattivamente e fino al 2017, dalle pensioni superiori a circa 3 mila €uro lordi/mese che fanno, secchi secchi, 2 mila netti.
Adesso è scesa in campo, televisivo, la Picierno Pina, membro della segreteria nazionale del PD, attualmente candidata capolista alle elezioni europee nella Circoscrizione Italia meridionale. Ebbene, partendo dai modi sfrontati e la scostumatezza che i falchi di Forza Italia “scontro finale” (ex PDL, ex Forza Italia 1) hanno elargito a profusione nei riguardi dell’interlocutore di turno, non avrei mai immaginato di provare rifiuto totale ad ascoltare altri politici presenzialisti dei talk show. Ritenevo impossibile potessero essere superati i limiti di insolenza verbale imposti dal ventennio berlusconiano. Invece è accaduto.
Stavo dicendo che da qualche tempo si è appunto materializzata la giovane renziana laureata, non lo credereste mai, in Scienze della Comunicazione e, qui sconfiniamo nel campo del sovrannaturale, fa pure parte dello schieramento di centrosinistra, o sinistra, o diversamente sinistra. Ospite di Giovanni Floris nel programma Ballarò del 30 aprile scorso, questa giovane, tralasciando l’atteggiamento a lei consueto, ha avuto la bella idea di esibire in diretta lo scontrino fiscale della sua spesa per dimostrare cosa ci si possa procacciare con 80 €uro pontificando, un tanto al chilo, che basterebbe per due settimane di sopravvivenza. Ancora più grave, a mio avviso, è che il conduttore si sia prestato a leggere la lista completa, tortellini, pollo, salsa, pomodori, fagiolini arrivando finanche agli stuzzicadenti.
E questi sarebbero il “nuovo” che avanza? Lo spendaccione Delrio e la formichina Picierno? Uno con l’espressione un po’ così e l’altra, sorriso stampato in faccia come Jolly il nemico di Batman, di una supponenza che non ha eguali? Entrambi impregnati di concetti a dir poco deliranti? Approssimativi nella sostanza, grossolani nella forma e fradici di slogan e politichese? Se non fosse angoscioso ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate anche guardando alle possibili alternative. Ma siamo impazziti in Italia?
Per carità, vi scongiuro, a questo punto “aridatece” i politici della prima repubblica, i famosi “cavalli di razza”. È vero che anche quelli, per la gran parte, erano furbi e contorti ma… quantomeno abbastanza educati, relativamente intelligenti, e non mancavano le eccezioni. Oggi il vuoto è assordante.

Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato su “Il Segno” nr. 9 del 1-15 maggio 2014 pag. 2 – ttp://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “Anche i politici della Prima Repubblica erano furbi ma almeno educati”.

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UNA O CINQUE STELLE?

UNA O CINQUE STELLE?

Già! Devo proprio ammetterlo, in questo ventennio e più anche l’informazione ha fatto passi da gigante. Per uno come me, che sui banchi dell’Università si nutriva di “ABC”, trasgressivo settimanale politico e di attualità anni ’60, o “L’espresso” prima maniera, formato gigante, dove a scriverci trovavi l’inarrivabile Franco Cordero con la sua famosa risposta “L’inferno siete voi” (1/2/1970 pag. 9) alla pelosa lettera di monsignor Carlo Colombo che lo redarguì per avere adottato come testo, in qualità di docente di filosofia del diritto, il suo “Gli osservanti”. Non parliamo poi de “La Repubblica” presentatasi come il quotidiano “fuori dai soliti schemi, ondeggiante tra la sinistra extraparlamentare e il PCI”, il giornale del giovane fondatore e direttore Eugenio Scalfari, di Bocca, Pansa. E Dario Fo in TV (per poco).
Insomma per uno come me, stavo dicendo, è facile capire i progressi conseguiti in questo Paese circa il modo di ragguagliare i cittadini su ogni accadimento. Infatti ieri sera (9 marzo 2014) a “Otto e Mezzo”, l’ottima Lilli Gruber ha formulato domande veramente interessanti a Carla Ruocco del M5Stelle. Per essere conciso, e non circonciso, neppure coinciso, evidenzio le più significative. “L’attivismo di Renzi potrebbe danneggiare il M5Stelle? Lei si immagina di essere al governo con le responsabilità di un primo ministro?” E l’affermazione “Beppe Grillo deve raccogliere un milione di €uro” che sottintende “non è una sorta di finanziamento?” Ad aiutarla interveniva Folli Stefano, quello con il riporto, de “Il Sole 24 ore”, ora trasmigrato nella squadra di Ezio Mauro, che voleva risposte a sue personali curiosità tipo “le piace Marine Le Pen? Cosa vi distingue da lei? E che dice del dinamismo del Presidente del Consiglio? Qual’è il problema con Pizzarotti? Secondo me è di antica data, non certo per i nomi dei candidati proposti alle europee.”
Molto interessante, davvero, approvo in pieno. Concordo pure nel considerare una minuzia il fatto che la Ruocco abbia appena avuto modo di accennare ai duemila €uro al mese che lei percepisce contro i diciottomila che intascano i politici degli altri “partiti”. Decisamente trascurabile poi che questi ultimi, non essendo “movimenti”, continuino ad usufruire del finanziamento pubblico in barba ad ogni volontà popolare.
Sì certo, mi hanno persuaso, la colletta di Beppe Grillo per raggranellare qualche spicciolo è uno scandalo. Altresì sono sempre più convinto come tutto si sia adeguato alla nuova corrente di pensiero. In questa ondata critica, che di stelle ne ha una a stento, neanche è prevista la prima colazione, solo il sacchetto ristoro e la mezza minerale, normalmente offerti gratis ai tifosi che decidono di recarsi in pellegrinaggio ad Arcore.

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“A DESTRA DI NESSUNA SINISTRA” – Mauro Giovanelli – PRESENTAZIONE

“A DESTRA DI NESSUNA SINISTRA” – Mauro Giovanelli – PRESENTAZIONE

(Codice ISBN: 9788891095022 acquistabile presso le Librerie Feltrinelli di tutta Italia – On-line sui siti lafeltrinelli.it o ilmiolibro.it)

“…l’unica vera, grande, assoluta anarchia
è quella del potere.”

Tratto dalla sceneggiatura del film
“Salò o le 120 giornate di Sodoma”,
Pier Paolo Pasolini, 1975

Non saprei collocare l’inizio di questa specie di diario, di certo è alla fine del 2012 che decisi di raccogliere e conservare i miei articoli, due anni nel corso dei quali abbiamo assistito al passaggio del nefasto governo Monti abbattutosi sulla nostra Penisola come un vento calamitoso. Poi siamo stati invitati, nostro malgrado, alla soporifera veglia dell’esecutivo Letta sulle macerie lasciate dai “bocconiani” fino ad arrivare al colpo di mano del “leale” e ratto Matteo Renzi che ci ha condotto alla fantasticheria pura. La necessità di fissare in immagini scritte un percorso così “virtuoso” è stata pertanto irresistibile. Ammetto di aver nutrito l’illusione di giungere a compimento della mia eterogenea raccolta con un segnale positivo, non ho mai smesso di confidare nella fatidica “svolta”, immaginavo che alla fine il buon senso avrebbe prevalso. Chiedo scusa, errore grossolano e imperdonabile anche perché quando vidi il rottamatore fiorentino sedersi ai piedi del trono, alla destra di Napolitano, la fioca luce del mio miraggio fu assorbita dalla vampata di niente dei suoi discorsi e il vuoto dello sgangherato programma forgiato nella penombra del Nazareno la spensero del tutto.
Da osservatore furente del susseguirsi di figure istituzionali sono pertanto passato ad una sorta di nichilismo che per un po’ mi ha allontanato dalle vicende del Palazzo portandomi a rinvangare il passato con una buona dose, lo ammetto, di auto compiacimento. Ho quindi inserito nell’album vari ricordi, sensazioni, confronti, sogni, spezzoni di vita, qualche poesia a fare da condimento ai ritratti dei nostri governanti e loro adulatori. Tali riflessioni mi hanno aiutato a ritrovare la calma, perciò solo apparentemente potrebbero sembrare estranee al contesto.
Le “larghe intese” sono, a mio avviso, il vuoto pneumatico di una classe dirigente improponibile, persone poco raccomandabili, arroganti, e le onde di fango che flagellano il nostro Paese da almeno quattro lustri mi auguro siano gli ultimi rigurgiti degli stomaci voraci di questa accozzaglia di opportunisti. Se tutto ciò viene tollerato dall’Europa ho ragione di dubitare possa anche esserci un disegno più grande i cui tratteggi mi sfuggono.
Nel leggere i frammenti che propongo spero vi possiate quanto meno rincuorare, è bello avvertire di non essere soli, a tratti di sicuro troverete spunti spassosi perché alla fin fine rimane la satira a farci sentire vivi, partecipi, attenti, consentendoci così di scoprire dove sta il trucco e smascherare gli illusionisti della politica.

Mauro Giovanelli – Genova
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ILLUSTRAZIONE DELLA COPERTINA – Enrico Bafico – “Ultima onda del ‘900” – Olio su tela cm. 50 x 60 – Collezione privata.

(PRESENTAZIONE de “A destra di nessuna sinistra” – Codice ISBN: 9788891095022 acquistabile presso le Librerie Feltrinelli di tutta Italia – On-line sui siti lafeltrinelli.it o ilmiolibro.it)

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AD ESEMPIO, A PROPOSITO DELLA FAMIGLIA…

AD ESEMPIO, A PROPOSITO DELLA FAMIGLIA…

agli umani occorrono diversi passaggi e distinguo per decidere come rapportarsi:

UNIONI CIVILI, RIUNIONI VARIE, MATRIMONI, COPPIE DI FATTO, COPPIE DI DIRITTO, COMMISSIONI, ASSEMBLEE, ASSOCIAZIONI, MEETING, CONGIUNTI, SIMPOSI, RADUNI, CONVEGNI, CONGRESSI, CONFERENZE, COMIZI, TAVOLE ROTONDE, CONVIVENZA, COABITAZIONE, COMUNITÀ, UNA SVELTINA E VIA… ECC.

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ILLUSTRAZIONE COPERTINA DEL LIBRO “DESTRA E MANCA…” di Mauro Giovanelli

ILLUSTRAZIONE COPERTINA DEL LIBRO
“DESTRA E MANCA…”
Mauro Giovanelli

Fotografia di una parte del “gruppo di Carignano” scattata intorno alla metà degli anni ’50 dall’apparecchiatura dello stand “tiro a segno fotografico” del Luna Park di Genova per centro del bersaglio da parte di uno dei componenti (Luigi Corelli): in primo piano alla sua destra “il brutto”, alla sua sinistra Mauro Giovanelli, immediatamente dietro Giannino Leonetti e Franco Repetti, tra i quali si intravvede Paolo Roberts, e “l’immigrato” dal sud Italia (Gela).

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EDUCAZIONE ITALIANA

EDUCAZIONE ITALIANA

In piena era berlusconiana, nel senso di quando lui era in auge, presiedeva l’esecutivo e occupava tutti gli spazi televisivi, più o meno come sta succedendo oggi con la guida scout Renzi Matteo, con un amico avevo fatto una scommessa, anche “forte”. In sostanza ero certo che fra cinquanta soggetti sconosciuti e anonimi di sesso maschile che mi si fossero parati dinanzi, sarei stato in grado di riconoscere a vista i “meno male che Silvio c’è” con uno scarto di errore non superiore a due. Le condizioni erano di poter fare a ciascuno di essi non più di tre domande ciascuno, ovviamente elementari e a mia scelta, e fosse lui a procurare la “materia prima” senza dir loro il motivo della chiamata. Giuro che è vero.
Vi state domandando come avrei potuto pensare di vincere? Per convinzioni e istinto dettati dalla mia naturale inclinazione all’antropologia, ogni giorno il solo osservare l’umanità che mi circonda è per me spontaneo, rituale e divertente. Intanto una prima occhiata, il modo di vestire, i lineamenti, l’espressione, il tipo di risata, smorfie, tic, lo sguardo, la postura, con o senza riporto, conformazione cranica, pieghe del grugno, con o senza borsello, il nodo della cravatta, finanche la pettinatura e i tacchi delle scarpe, mi avrebbe consentito di individuarne una buona parte. Dalle risposte a domande inerenti soprattutto fatti di varia attualità avrei captato segnali fondamentali sul grado di vivacità intellettuale, avversione o meno all’approfondimento e altro ancora così da consentirmi di centrare il bersaglio.
Comunque non abbiamo potuto effettuare tale verifica per oggettiva impossibilità a reperire un numero così alto di individui normali che, in quanto tali, fossero propensi a mettersi in fila per noi. Da giocatore e amante del rischio quale sono sarei comunque disposto ad azzardare di nuovo per i “renziani”.
Peccato! Nove fruibili li avevamo però trovati sebbene non idonei allo scopo per manifesto vizio di forma: infatti avevano tutti “Il Giornale” sottobraccio, qualcuno pure “Il Foglio” e “Libero”, un paio anche “La Padania” e stavano allineati e immobili sull’attenti. Per mandarli via dopo averli ringraziati abbiamo dovuto dargli il “rompete le righe!”

Mauro Giovanelli – Genova
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PD

PD

Un partito deceduto da tempo per grave crisi di rigetto causata da corpi estranei insinuatisi al suo interno. Adesso è in avanzato stato di decomposizione. Il fetore è insopportabile.
Non sarebbe il caso di provvedere alla sua sepoltura con un abbondante strato di calce viva? A questo punto si tratta di un problema che investe l’igiene e la sanità pubblica.

Mauro Giovanelli – Genova
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GIORNATA MONDIALE DEDICATA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE (The day after)

GIORNATA MONDIALE DEDICATA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
(The day after)

Siamo all’indomani della “giornata mondiale dedicata alla violenza contro la donna” anche se per me non esiste soluzione di continuità in tal senso, un articolo “No alla violenza contro le donne”, pubblicato su “Memoria Condivisa” il 16/9/2015 e “postato”, l’avevo appunto scritto due mesi fa, come “L’origine del mondo” ispirato al famoso dipinto di Gustave Courbet esposto al Museo d’Orsay di Parigi (sebbene rimase nascosto nei magazzini per lungo tempo essendo considerato “osceno”).
“Fine della lezione”, che di seguito ripropongo, mi ha intrigato per il rispetto e al contempo la profonda venerazione verso la femmina. È duplice il messaggio. Dopo anni di amore clandestino è lui che decide di lasciarla “libera”, perdonatemi il termine, per consentirle di raggiungere l’obiettivo che lei, non più giovane, ha maturato, e darle la possibilità di coronare il nuovo sogno prima che il tempo la privi dell’arma per eccellenza del gentil sesso: L’essere attraente. E qui sta il sacrificio dell’uomo: pur consapevole di aver ascendente sulla partner rinuncia ad avvantaggiarsene, alla fine cede, sa che la sua aspirazione è “sensata”, sono queste le regole cui ci si deve prima o poi adeguare. Non gli resta che straziarsi della perdita “urlando” il proprio dolore..
A proposito di regole, l’impareggiabile poesia “Urlo” di Allen Ginsberg fu pubblicata in Italia nel 1965 ma negli USA uscì nel 1957 e subito ritirata “poiché conteneva riferimenti troppo espliciti a pratiche etero e omosessuali”. Seguì l’arresto e successivo processo, sia all’autore (un genio) sia alla casa editrice nella persona del proprietario, Lawrence Ferlinghetti, ottimo poeta e letterato (non era come Berlusconi che quando lo informarono dell’impennata di vendite della sua Mondadori per grazia ricevuta da un romanzo, “Il piccolo naviglio”, disse: “Tabucchi? E chi sarebbe costui?” senza alcun riferimento al “Carneade?” del manzoniano “I promessi sposi” che per lui altro non sono che le nipoti di Mubarak in viaggio di nozze a Dubai (con soldi suoi). Quindi tornando al lamento, se così vogliamo chiamarlo, di Pike Bishop, oltre al rispetto dell’amante per la legittima ambizione, che lui non poteva soddisfare, c’è pure una patologica venerazione, passione allo stato puro, del suo corpo, la carica erotica, l’intelligenza, il senso di libertà, proprio quell’amore che lo indurrà infine a sacrificarsi per lei. Credo sia superfluo aggiungere che il suo “stolta! Insensata! Ottusa!” o l’augurio di ritrovarsi nella “consuetudine” insieme a un mediocre in salopette sia lo sfogo della profonda ferita che lo dilania, la mancanza di cui soffre, la morte dell’anima.
Vi annoio ma sarà per l’ultima volta, oggi ho deciso di perdere un po’ di tempo, il mio sicuramente più prezioso di quello che inutilmente viene messo a disposizione dei molti la cui arguzia arriva fino a un: “…di uomini è pieno il mondo”.
Per quanto riguarda il dibattito, sempre e comunque proficuo qualora le opinioni siano costruttive, non dimentichiamoci che viviamo in un Paese dove il romanzo “L’amante di Lady Cahatterley” fu messo all’indice, per non parlare di “Histoire d’O” presentato nel 1954 dall’autrice francese Dominique Aury sotto lo pseudonimo di “Pauline Réage” che in Italia girò clandestinamente, con copertina gialla senza alcuna attribuzione (di queste credo di avere l’unica copia originale esistente essendo cresciuto in una famiglia “aperta” all’interno della quale la libera circolazione di idee, cultura, libri e attenzione all’evoluzione del pensiero erano, è il caso di dirlo, di casa); la scrittrice confessò solamente 40 anni dopo d’aver effettivamente scritto lei la storia, su insistenza del critico letterario nonché suo amante Jean Paulhan. Ma la tempesta si placò nel 1976 così Guido Crepax ne fece un fumetto d’autore formidabile con copertina argento edito dalla Olympia Press Italia. “Tropico del Cancro” e “Tropico del Capricorno” di Henry Miller fecero gridare allo scandalo. “Diario di un vecchio sporcaccione” del grande Henry Charles Bukowsky non ne parliamo proprio, e tanti tanti altri.
Il 5 febbraio 1960, terminata la proiezione in prima nazionale de “La dolce vita”, uno dei pilastri della cinematografia mondiale, all’uscita dal Capitol di Milano, Federico Fellini fu fermato da una signora che lo accusò di consegnare il Paese in mano ai bolscevichi e l’indomani il celebre regista ricevette in un solo giorno 400 telegrammi che lo accusavano di essere comunista, traditore ed ateo. Anche Marcello Mastroianni fu offeso pesantemente. Venne richiesta una verifica della pellicola “per motivi di ordine pubblico” ed essendo cominciata a circolare l’ipotesi del sequestro, già la mattina dopo nelle sale cinematografiche si formarono file lunghissime alla cassa. “Fascino del proibito” definirono questo afflusso, a mio parere siamo un popolo di ipocriti morbosi, soggiogati da secoli di clericalismo, gente che si masturba pensando a quello che vorrebbe fare, o gli fosse fatto, ma carenti di materia prima. Viviamo il sesso in un continuo “embargo” mentale. Con “Ultimo tango a Parigi” si raggiunse l’apoteosi. Il film causò in Italia un forte impatto alla moralità e decenza dei cittadini per le numerose sequenze di erotismo e in particolare per una scena di sodomizzazione nella quale il personaggio interpretato stupendamente da Marlon Brando penetra, dopo averle lubrificato il retto con del burro, la giovane ventenne espressa da una Maria Schneider eccezionale. Vennero subito censurati otto secondi nei quali l’attrice sembrerebbe aver raggiunto un vero orgasmo. La settimana seguente il film fu requisito per “esasperato pansessualismo fine a se stesso”. In seguito a questa e altre denunce, cominciò un iter giudiziario che approdò alla sentenza di “distruzione della pellicola”, si dovettero bruciare tutte le copie in circolazione. Era l’anno 1976, ovvero 376 anni dopo il rogo che in Campo de’ Fiori a Roma spense la vita del più grande filosofo dell’umanità: Giordano Bruno. Comunque c’è sempre qualche persona capace di pensare e dotata di lungimiranza per cui alcune copie furono salvate. Oggi si trovano presso la Cineteca Nazionale da conservare come “corpo del reato”. Per il regista ci fu una sentenza definitiva per offesa al comune senso del pudore, fu privato dei diritti politici per cinque anni e condannato a quattro mesi di detenzione.
Concludo nel sottolineare un aspetto del tutto trascurato, come sempre accade in questi casi, al fine di segnalarlo agli amici di buona volontà giunti fin qui invitandoli a dare un’occhiata al quadro del pittore toscano Fulvio Leoncini che ho accostato a “Fine della lezione”, presente nel mio blog www.icodicidimauro.com, sul diario e nel libro “Tracce nel deserto”. Non è che la mia scelta sia stata condizionata per attinenza dell’argomento trattato con il soggetto riprodotto, neppure per il fatto che faccia parte di una serie di raffigurazioni dal titolo “13 stazioni per Lady Chatterley“, percorso elaborato dall’artista nel 2012 e dedicato alla “passione”, ma semplicemente perché lo considero un’opera d’arte, il miraggio di un vero professionista, un capolavoro. Non aggiungo altro per quest’opera, lascio giudicare a voi, io non mi stanco mai di guardarlo, mi dà gioia, serenità, senso del bello, infonde calore, desiderio di estraniarsi da tutto e tutti, quiete, appagamento dei sensi. Non avendo l’originale mi dispiace solo di essere costretto ad ammirare la foto ma a pensarci bene anche questa situazione surrogata potrebbe essere un modo di masturbarsi il cervello.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini – 13 stazioni per lady Chatterley – 2012 – Dedicato alla passione – Collezione privata – la medesima con la quale è stata proposta, sotto lo pseudonimo di Pike Bishop la poesia “Fine della lezione” proposta nella “Giornata mondiale dedicata alla violenza contro le donne”

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Fine della lezione

So che stai soffrendo
come un animale in calore.
Purtroppo non ci sono
a soddisfare i tuoi istinti,
la smania che ti assale
rimane inappagata.

E ti vai spegnendo.

Adesso non puoi dire
che il mio egoismo è senza limiti,
tanto da farti sentire uno zero,
avrei dovuto darti di più, queste le tue ultime parole,
altro ancora, ed erano solo inutili convenzioni,
nulla valevano ma tu non lo capivi.

Ora beneficia della tua ovvietà.

Nell’ultimo anno mi hai pressato,
non hai inteso, due come noi
sono senza alternative,
avresti dovuto pensare come un uomo,
prendere e gioire, dare e godere,
solo così avremmo sfidato il tempo.

E insieme… risultare vincitori.

Non sei riuscita, proprio non ce l’hai fatta
ad anteporre i sensi, la passione, la carne, gli umori
di cui restavamo impregnati, sudore, sperma,
liquidi escretori delle tue fertili mucose,
mi stringevi, con le unghie ti avvinghiavi a me,
perciò si aggiungeva sangue, e gradevole dolore.

Ma eri tu a mugolare di piacere.

Tutto qui! È semplice in fondo.
Stolta! Ma come puoi non aver inteso
che l’universo è questo,
il resto sono cantine ammuffite, strade senza sbocco,
lavori in corso, chiedere permesso, ricerca di un parcheggio,
falsi valori, passeggiate senza meta.

Se non hai una tua vita segreta.

Inviti a cena, convenevoli, raduni salottieri,
insopportabili opinioni, consuetudini, discussioni,
condivisioni, visite di cortesia, amici di facciata,
un caffè al bar, saluti stiracchiati, presenze fastidiose
mentre accanto si incrociano destini di altri…
alla disperata ricerca di amore.

Che noi avevamo… ora è dolore.

Non è possibile, né smetterò mai di domandarmelo,
eppure te l’avevo insegnato, spiegato bene,
avevamo compiuto il prodigio,
un caso su mille, diecimila… che dico? Unico.
Solo noi eravamo arrivati a destinazione,
la compiutezza, il gioco dei corpi, l’attrazione.

Ma ha vinto la necessità della finzione.

Ed io di questo godo, soffro da morire ma godo
della tua angoscia. Donna insensata!
Quante volte ho detto: “devi essere mia, come una schiava”,
quando lo sussurravo al tuo orecchio, te lo chiedevo
mentre ti ero dentro, nei tanti modi che da me hai imparato
e che volevi… “Sono tua, prendimi!” Rispondevi.

“Farò ciò che vuoi… ti scongiuro, amami per sempre!” Supplicavi.

Sempre! Avevamo resa autentica questa parola.
E dove lo trovo un altro come te! Piangevi…
A parte questo, nulla hai capito,
e ogni giorno che mi vorrai e non ci sarò
mentre davanti ai tuoi fornelli con un lui sereno
chinato sulla tavola a fare i conti, chissà perché

me lo immagino in salopette

per cattiveria sai, se non la indossa è nel cervello
che di sicuro ce l’ha. Allora mentre ti asciugherai
le mani, i piatti avrai lavato, getterai uno sguardo
furtivo al mio anello, ti tornerà alla mente l’attimo
in cui decidesti di pianificare la tua vita,
la paura dell’insicurezza che ora è terrore della ripetitività.

Difficile poter tornare indietro.

La vecchiaia… sei stata tu a richiamare la sua attenzione,
hai voluto sederti ad aspettarla, con me correvi, era lei disperata,
non ci raggiungeva, adesso piano piano ti si avvicina,
ogni giorno lascia il segno, ferite sul tuo corpo,
le ore passano in silenzio, la tua mente è svuotata,
hai già fatto la spesa, il momento del suo rientro si avvicina,

a questo pensi mentre sei in cucina.

Cerchi di scacciare il mio ricordo… ti dilania il pensare,
ritrovarsi il biglietto vincente della lotteria
e incassarlo a metà anziché spendere tutto
fino in fondo, all’avventura. Che follia è stata!
Ma il fondo mai l’avremmo toccato, e tu sai perché.
La nostra passione dilatava sempre i confini.

Ne scoprivamo di nuovi stando vicini.

E adesso che più non ti usi? Che manca il maestro?
I glutei andranno infiacchendosi, la pelle si indebolirà,
già avviliti sono i capezzoli, piangenti e nostalgici i seni perfetti.
E il clitoride rosa che feci risorgere? Era nascosto, umiliato.
Ricordi? Le piccole labbra… hai gemuto la prima volta,
poi mi chiedesti di succhiarle ancora, prenderle, viziarle…

…mi tenevi premuta la testa, pervasa dall’eternità.

Ma chi potrebbe mai sfiorarti le gambe come so fare io?
Lentamente arrivavo fino alle mutandine ma…
non andavo oltre, pregustavo ciò che sarebbe stato,
tornavo alle ginocchia, i polpacci, i piedi, tu fremevi,
e allargavi le cosce sempre più, seduta al mio fianco, in auto,
guidavo e ti toccavo, tornavo su, pizzicavo la parte più tenera…

il loro interno, in alto, vicinissimo alla vagina.

E lì avvertivo calore di femmina, plasmata
per me, compiuta, sentivo umido, caldo umido,
così abbiamo girato per motel e ristoranti
musei, chiese romaniche, barocche, ci sposavamo nelle sacrestie,
poi alberghi, birrerie, ogni sorta di pub, bar, spiagge di sera,
di giorno, scogliere protettive, cabine, e tu bruciavi…

a volte dicevi di accostare, subito… non potevi aspettare.

Non mi è possibile perdonarti, mai potrò farlo,
è come se tu avessi inferto uno squarcio all’Infinito
che avevamo raggiunto, toccato, in cui abitavamo.
Ricordi bene che sembrava un susseguirsi di dune
di sabbia finissima, il sole sempre basso, al nostro fianco,
e il mondo era solo una percezione lontana, ad occidente…

le nostre ombre unite, lunghe, guardavano l’oriente.

Anteporre la sicurezza, la stabilità, il timore
di un futuro incerto che neppure sai se arriverà,
cominciare a pensare a sistemarti, organizzarti!
Parole orribili, prive di libertà.
Dove? Con chi? Come? Per aspettare di morire?
E quando dovesse giungere quel momento?

Sai che cercherai la mia mano, annasperai, ed io… dove sarò?

Come hai fatto a non capire che stavamo
cogliendo il meglio di ciascuno di noi…
nascondendoci da tutto. Splendido! Assoluto!
ci incontravamo solo nel nostro reale vissuto
fossimo stati insieme, come due coniugi
o compagni, non avrebbe potuto durare…

Solo i clandestini arrivano alla meta senza smettere di amare.

Stolta! Ottusa! Te l’avevo detto
Di abbandonare la normalità
Ubbidire a me
passivamente, senza nulla pensare
se non a noi.
Ma la tua indole femminile… il timore,

ti hanno corrotta, ed io ho fallito.

Però… ho scoperto qual è la verità! Questa è l’ultima lezione.
Alla fine sta in un pensiero che a tutto sopravvive,
e accetta il passaggio offerto dalla prima foglia che s’invola,
da una brezza amica che si fa messaggera,
il riverbero di un raggio di sole distratto, il vento di scirocco,
un gabbiano che sconfina, il bagliore complice della luna

per giungere in tempo fino a te… e farti sentire la mia mano
che tiene stretta la tua.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini – 13 stazioni per lady Chatterley – 2012 – Dedicato alla passione – Collezione privata – la medesima con la quale è stata proposta, sotto lo pseudonimo di Pike Bishop la poesia “Fine della lezione” proposta nella “Giornata mondiale dedicata alla violenza contro le donne”

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PRESENTAZIONE DEL FILMATO “Il Corpo, il sacro, il potere: Pasolini e l’Universo orrendo” raccontato dal prof. Pasquale Voza – 12 novembre 2015

PRESENTAZIONE DEL FILMATO “Il Corpo, il sacro, il potere: Pasolini e l’Universo orrendo” raccontato dal prof. Pasquale Voza – 12 novembre 2015
Pasquale Voza è docente emerito di Letteratura italiana nell’Università di Bari e componente del comitato scientifico della rivista internazionale “Studi pasoliniani”

Così sono più di otto lustri che un maestro di vita ci ha lasciati soli, ed è tale la sua mancanza che il solo pensare al giorno, quando verrà, che anch’io dovrò raggiungerlo, dovunque egli sia, il fatto di poterlo incontrare ancora, sotto qualsiasi forma o sostanza in cui veniamo recuperati al tutto, questa sola certezza mi rende più lieve superare gli attimi in cui si considera il tempo trascorso e si viene assaliti dalla consapevolezza del traguardo sempre più vicino. È stato emozionante commemorare con tanti amici la morte di Pier Paolo Pasolini, attendere insieme la fatidica notte tra il 1º e il 2 novembre 2015 che avrebbe segnato il 40° anniversario del cruento omicidio di cui fu vittima.
Ci siamo ritrovati su facebook, un bel gruppo, coeso, unito, mi sono sentito come in famiglia e, se mai avessi pensato di conoscere molto del grande poeta, il nuovo materiale spontaneamente messo a disposizione da tutti, cui ho attinto in questo triste ma nello stesso tempo esaltante frangente, mi ha fatto capire quanto vasti siano ancora i territori inesplorati della mente del nostro intellettuale del secolo scorso che, per molti aspetti, definirei unico, impareggiabile.
Grazie all’Associazione “MEMORIA CONDIVISA” oggi ho avuto modo di vedere il filmato “Il Corpo, il sacro, il potere: Pasolini e l’Universo orrendo” raccontato dal prof. Pasquale Voza, docente emerito di Letteratura italiana nell’Università di Bari, componente del comitato scientifico del periodico internazionale “Studi pasoliniani” e della rivista “Historia Magistra”. Da sottolineare che nel corso della sua pluriennale attività di studi il professor Voza ha riservato speciale attenzione all’opera e al pensiero di Pasolini, cui ha dedicato molti saggi, apparsi sulle più importanti pubblicazioni di settore, nonché edito alcuni libri fra i quali il più recente “La metascrittura dell’ultimo Pasolini”. Che dire? Eccellente la sua relazione, minuziosa, chiara. Solo sentir parlare del poeta è cosa appagante, se poi ti lasci condurre da un’ottima guida anche dentro sentieri che avevi tralasciato, riferimenti e interpretazioni di cui ti era sfuggita la giusta importanza o sottovalutato i rapporti che vanno ad incastrarsi perfettamente con la personalità e intelletto dell’indiscutibile e geniale artista, allora il quadro complessivo diventa più nitido, metti a fuoco anche la sua sacralità, scopri che non era solo letterato, poeta, regista, attento osservatore dell’umanità e dei feticci usati dal potere, ma pure profeta e forse qualcosa di più. Ho gustato le parole del relatore, ne ho assaporato gli accostamenti, sempre chiaro, lineare, pacato, privo di enfasi ma incisivo nel descrivere l’uomo Pasolini, la cui profondità di analisi era inaccessibile ai più. Il prof. Voza ha fatto entrare la platea nel suo più intimo concetto di vita, ne ha allargato l’angolo di visuale, permettendo di vederlo così come forse riuscivano spontaneamente i “suoi” ragazzi di borgata, con la loro mente semplice, per certi aspetti vergine quindi aperta, recettiva, non inquinata, predisposta a captare le riflessioni di un uomo che volava alto raggiungendo quote inimmaginabili lasciando dietro sé “lo sguardo degli attoniti” come ebbe a dire Giordano Bruno nell’introduzione del suo “De Immenso”. Montaggio perfetto a cura del Presidente sig. Mario Arpaia, essenziale come deve essere la coreografia, audio perfetto. Complimenti a tutti coloro che hanno contribuito ad assemblare questo cortometraggio, un particolare ringraziamento al prof. Pasquale Voza e il nostro spirito sempre rivolto al più grande rappresentante dell’intellighenzia dell’ultimo dopoguerra le cui opere, con descrizioni di desolati paesaggi metropolitani, figure angosciate, tormentate, inconsapevoli di essere vittime di un sistema perverso, le sue precise valutazioni, vere, inconfutabili, i film immortali, le indiscutibili sentenze sulla nostra cultura, l’incitamento alla solidarietà, non smetteranno mai di stupirci ed indicarci la via da seguire.
In questo sotto certi aspetti inebriante momento commemorativo si è probabilmente giunti anche alla verità riuscendo a dipanare un matassa di intrighi, menzogne, false interpretazioni, depistaggi mirati ad occultare le vere cause dell’atroce delitto che ha deprivato anzitempo l’umanità di un uomo insostituibile. Il merito di ciò va alla giornalista Simona Zecchi autrice del libro, uscito in queste ultime settimane, “Massacro di un poeta” – edizione Ponte Alle Grazie – per la stesura del quale ha dedicato molti anni di ricerca proprio per arrivare a tirare le fila di uno dei casi più oscuri e controversi della nostra storia giudiziaria.

In chiusura desidero riportare le seguenti citazioni:

Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice, è la resistenza.
Pier Paolo Pasolini – parte dell’ultima sua intervista “Siamo tutti in pericolo” concessa a Furio Colombo e tratta da “Tuttolibri” settimanale d’informazione edito da La Stampa, pubblicata l’8 novembre del 1975, a pagg. 3- 4.

La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nella sua opera, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile.
Alberto Moravia – “Un poeta e narratore che ha segnato un’epoca”. URL consultato il 24 luglio 2013.

A mio parere i due riferimenti s attagliano alla figura del Maestro, così voglio chiamare Pasolini al termine di questa presentazione. Come già fatto in apertura vi invito a gustarvi il video della puntuale relazione del prof. Pasquale Voza nel corso della quale troverete spunti di profonda riflessione.
Grazie dell’attenzione.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

La presentazione “Pier Paolo Pasolini – Presentazione del filmato “Il Corpo, il sacro, il potere: Pasolini e l’Universo orrendo” raccontato dal prof. Pasquale Voza” è stata pubblicata il – 12 novembre 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

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