“INTERFACCIA” – ROMANZO DI ALESSANDRO ARVIGO (UNA “QUARTA” PER L’AMICO ALEX)

“INTERFACCIA” ROMANZO DI ALESSANDRO ARVIGO (UNA “QUARTA” PER L’AMICO ALEX)

Filosofo e abile programmatore, personalità ben delineata, dai contorni netti senza sfumatura alcuna, Alfonso Ricci incombe anche quando il campo visivo inquadra situazioni che non ne contemplano la presenza. Del tutto allergico alle regole di una società che disdegna e considera sgradevole come le mosche che corteggiano tanto lo sterco quanto una tavola imbandita, è l’archetipo della perfezione morale il cui peso specifico è in grado di piegare le pagine che il lettore, attratto dalle onde gravitazionali della sua indole, sfoglia una ad una per inoltrarsi in questa esplorazione dell’inconscio.
Assistiamo così alla metamorfosi mentale di umani che vivono, amano, pensano, e muoiono, tutti alternativamente protagonisti e comprimari grazie ad un abile gioco di specchi manovrati con destrezza dall’Autore che in essi riverbera le proprie aspirazioni antropologiche, una giostra che ruota intorno al perno rappresentato dalla misteriosa apparecchiatura commissionata da uno stimato ed ermetico psichiatra in crisi di identità. Questi entra in scena accompagnato dalla fedele assistente, insipida e nascosta figura che risorgerà, araba fenice, nelle vesti di femmina insaziabile pronta a percorrere i sentieri della vita. Gli si affiancherà il direttore di una multinazionale americana, uomo votato al successo, dominato dall’inscalfibile onestà ereditata dal defunto genitore ma in conflitto con il proprio passato, a sua volta tallonato dalla segretaria e amante, donna fragile e insicura, braccata dal tempo, ma la sola capace di affrancarsi dal contesto appigliandosi alla più calcolata e razionale delle opportunità che le si presenta. Tutti satelliti che gravitano intorno al vero eroe della vicenda, fatalista e solitario, leale, senza legami stabili, giocatore d’azzardo e privo, per sua libera scelta, di un posto preciso nella società. In definitiva è il dott. Ricci l’autentico interfaccia dei soggetti che incontra, il solo in grado di riconoscerne le debolezze.
Il racconto, delineato con minuziosa maestria, parte dalla quotidianità di cui è pregna la dimora alle pendici dei colli toscani, abitata da due anziani contadini, culla e punto di riferimento dei fatti che si susseguono. Passato e tradizione sono dunque il terreno fertile che contempla, attraverso gli occhi fieri e sconcertati della micia di casa, l’agitarsi frenetico di coloro che lo animano, ed è lì che si chiuderà il cerchio degli avvenimenti. Nello sviluppo del romanzo, abilmente orchestrato, si assiste ad un intreccio di interessi, ambizioni, corpi, esigenze morali e psicologiche che evolve e si fa sempre più fitto. C’è un congegno da realizzare, ignoto il fine per cui è stato concepito… con l’aiuto di “Bukowski”, così viene soprannominato il nostro programmatore, ne sarà disvelato il segreto così da appurare come tutti, alla fine, saranno rimessi in gioco prima che l’imprevedibile artefice di questa geniale narrazione decida di staccare la spina.

Una “quarta” di copertina per “Interfaccia”, opera ultima dell’amico e scrittore Alessandro Arvigo – Palermo.

Mauro Giovanelli – Genova

www.icodicidimauro.com 

Immagine in evidenza: INTERFACCIA, copertina e quarta 

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