REFERENDUM “TRIVELLE” 17 aprile 2016

REFERENDUM “TRIVELLE” 17 aprile 2016

SE QUESTO È UN UOMO…

A mio parere il punto focale inerente il referendum sulle trivelle è che un Presidente del Consiglio regolarmente nominato dal Presidente della Repubblica senza esser passato da una consultazione popolare, il quale invita i cittadini a “non andare alle urne” e in sovrappeso lui stesso non vota per vile coerenza al suo succinto abito mentale possa essere condizione necessaria e sufficiente al fine di determinarne la “statura” umana, morale e politica.
Ritengo quindi che la strada giusta sia quella di agire esattamente in discordanza a ciò che propone poiché “esperto” di sé stesso quindi ottima bussola per indicarci la direzione da prendere… opposta e contraria alla sua.

Mauro Giovanelli – Genova
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IL RITMO DELLA VIOLENZA (1)

IL RITMO DELLA VIOLENZA (1)

“Se questo mondo è tutto per i vincitori, che cosa rimane ai perdenti? Qualcuno deve pur tenere fermi i cavalli.”

Sam Peckinpah (Fresno, 21 febbraio 1925 – Inglewood, 28 dicembre 1984),

Breve citazione ma la più efficace rappresentazione “cinematografica” tradotta in parole dell’attuale momento storico, in generale, e politico per quanto riguarda il nostro Paese.
Sam Peckinpah è stato un grande regista, a mio parere il migliore sotto certi aspetti, ed epigono della memoria intellettuale americana: Hemingway, Kerouac, Miller, Bukowski, Whitman, Twain, Melville, Caldwell… Della sua biografia si può dire ben poco. Figlio della frontiera americana, la Sierra Nevada al confine con il Messico, e famiglia di allevatori, il padre giudice della contea, conseguì il diploma in arte drammatica, lavorò per la televisione scrivendo e dirigendo molte serie western che gli aprirono le porte nel mondo del cinema come aiuto regista (Don Siegel) e infine divenne direttore artistico. In tale veste fu un autentico genio innovatore e non pochi critici lo acclamarono per l’incantevole lirismo dei suoi film, la profonda analisi e introspezione psicologica dei personaggi, lo stile rivoluzionario spesso intriso di violenza evidenziata in ogni particolare adottando la tecnica del “rallenty”, di cui fu il precursore dei molti che in seguito lo avrebbero imitato, riuscendo a far vivere la “sporca” morte allo spettatore in tutta la sua realtà. Al contrario fu vessato da una parte della “intellighenzia” sviluppatasi dalle braci del puritanesimo, humus della morale USA, del maccartismo e figlia della così detta epoca dei “telefoni bianchi” in cui la società doveva essere rappresentata nel realizzato “sogno americano” (American Dream)… mai neppure sfiorato.
Uomo controverso, complesso, fragile, ammirato, amato e odiato, carattere irritabile sempre in conflitto con gli Studios per portare a termine le riprese dei suoi film. Quando nel 1965 girò “Sierra Charriba” ambientato nel corso della Guerra Civile americana egli fu letteralmente massacrato dai produttori che eliminarono oltre mezz’ora di pellicola.
A causa di svariati motivi fu costretto a smettere di lavorare per poi riprendere con altri capolavori indimenticabili. Nel 1973 girò il suo ultimo western, il crepuscolare e magnifico “Pat Garrett & Billy the Kid” in ogni caso tagliato dalla produzione e riproposto nel 1988 nella sua versione “director’s cut”. Quindi diresse “Voglio la testa di Garcia”, delirante e cruento film che anticipò la moda del genere “pulp”. Sempre più schiavo dell’alcool e delle droghe produsse comunque altre opere eccellenti fino a che venne colto da ictus all’età di soli 59 anni.
La frase che ho citato fu proferita durante la lavorazione de “Il mucchio selvaggio”, uno dei western memorabili della storia del cinema, neppure può essere annoverato in tale categoria. In esso vi si narra delle vicende di fuorilegge, di amicizia, orgoglio, lealtà, valori morali, i “loro” ma rispettati fino all’estremo sacrificio. È storia di commozione, vita e morte, libertà, follia, inseguimenti proprio come nel grandioso poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, l’inestimabile “Orlando furioso”…
Ad un osservatore distratto le tematiche principali potrebbero apparire l’obiettivo che ad ogni costo questi uomini perseguono (il bottino), e l’aggressività come unico mezzo nella dura competizione umana affrontata come mai prima di allora nel cinema statunitense (la violenza), poiché in realtà ciascuno dei componenti “il mucchio” rincorre il sogno di dare un senso alla propria vita in un’avversione viscerale, al limite dell’anarchia, verso l’arroganza del potere che si può estirpare solo con la lotta.
Pochi oggi sono in grado di comprendere l’aforisma giacché durante la conquista del west le rapine alle banche avvenivano rischiando in proprio e mentre i complici all’interno svuotavano i forzieri, fuori qualcuno doveva tener pronti i cavalli per la fuga. Non come accade oggi stando seduti su comode e confortevoli poltrone barocche, senza alcun eroismo, da vili, mettendo a repentaglio null’altro che il fondo dei pantaloni o la plissettatura della gonna.
A mio avviso in tale metafora c’è l’essenza dei rapporti fra umani. Sam Peckinpah aveva formulato, alle soglie degli anni ’70, il più semplice e limpido chiarimento circa l’inasprirsi dei conflitti di questo inizio secolo. Rifletteteci, vi accorgerete che è filosofia pura.
La gran parte della popolazione del pianeta, il 98%, è stanca di fare il “palo” a quel 2% che sta rapinando le risorse a disposizione e che da solo detiene più della metà della ricchezza della Terra. (2)
È giunta l’ora di spezzare il ritmo della violenza che l’umanità subisce per uno sparuto “mucchio di selvaggi”. Non è difficile, abbiate fede, basta trovare ancora la capacità di indignarsi.

Mauro Giovanelli – Genova
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L’articolo “IL RITMO DELLA VIOLENZA” è stato pubblicato il 18 aprile 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it di “Memoria Condivisa.

(1) Titolo rubato a “SAM PECKINPAH – Il ritmo della violenza” A cura di Franco La Polla – Edizione Le Mani – settembre 2006

(2) World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite con sede a Helsinki.

Immagini in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

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IL QUINTO STATO…

IL QUINTO STATO…

Che tristezza leggere commenti nei quali persone che fuggono da guerre, disperazione, miseria, ingiustizia e prevaricazione vengono definiti “quelli”. A una parte di costoro sono indirizzate le mie parole.
Chissà quanti di voi si dichiarano cattolici, meglio ancora “credenti”, termine pregno di fede autentica, sofferta, certamente “praticanti”… così la domenica mattina andrete ben acconci alla celebrazione eucaristica al fine di purificarvi, alcuni riceveranno la comunione, segno distintivo dei cristiani e dono dello Spirito Santo.
Il pomeriggio, in particolare all’ora del thé, comodamente seduti nelle vostre confortevoli poltrone, potrete pontificare su questa ignobile situazione, scandalizzarvi dei “barbari” invasori del vostro Paese senza pensare che il benessere di cui oggi godete è frutto di secoli di sfruttamento del così detto “terzo mondo” e non solo, che molti dei vostri privilegi sono una parte del bottino ricavato da saccheggi e devastazioni perpetrati, senza soluzione di continuità, ai danni di territori da dove gli Stati occidentali, con la compiacenza di laidi dittatori conniventi, hanno attinto risorse energetiche, ricchezze, sfruttamento di mano d’opera, sottrazione di materie prime al fine di dare ulteriore impulso al nostro sviluppo, permetterci di perseguire il progresso e consentire gli attuali ma sempre più incerti livelli di vita.
Adesso siamo arrivati alla resa dei conti, preparatevi signore e signori, la pacchia è finita e ciò che sta avvenendo è irreversibile nonostante il vostro sdegno salottiero.
Se non riuscite a comprendere che questa è una fase memorabile che sta segnando un’epoca, se rifiutate di individuare il vero nemico negli strapagati politici di casa nostra, corrotti, ignoranti, amorali, servi dei potenti e delle lobby internazionali, se ignorate che il vecchio continente, sotto l’egida degli alleati oltre atlantico, continua a tessere trame al solo scopo di mantenere la supremazia sul resto del Pianeta, se vi fiacca solo ipotizzare che un’Europa divisa fa comodo ai pochi che disegnano le strategie planetarie (preoccupante che neppure ci “arrivino” i diversi capi di Stato).
Se vi riesce difficilissimo intendere che al termine della “grande guerra” le più importanti ridefinizioni territoriali coinvolsero l’ex impero ottomano, dall’Iraq alla Palestina, ed a quasi un secolo di distanza stiamo ancora facendo i conti con decisioni prese a tavolino dalle potenze europee di smembrare antiche istituzioni imperiali, tracciando confini su carte geografiche con goniometro e righello (neppure il regolo calcolatore) come giocassero a Monopoli, se ignorate che gli ebrei scampati alle persecuzioni naziste nel corso del secondo conflitto mondiale dovessero in qualche modo essere collegati alla “terra promessa” (?) e ci si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giudaici e arabi, giungendo alla conclusione di quanto fosse inattuabile soddisfare le giuste richieste di entrambi (a mio parere un po’ più giuste quelle del popolo lì insediato dalla notte dei tempi, la Filistea), ma che era anche “indifendibile” accettare di appoggiare solo una delle due posizioni… chissà perché..? Quindi il 29 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione numero 181 e il Mandato britannico sulla Palestina fu diviso in due stati, uno ebraico e l’altro arabo (votarono a favore 33 nazioni, fra le quali USA e URSS, contro 13 contrarie (ovviamente orientali a parte Cuba) che fecero ricorso (respinto senza dubbio alcuno) alla Corte Internazionale di Giustizia, sostenendo (a mio avviso con ragione) la non competenza dell’assemblea delle Nazioni Unite nel decidere la ripartizione di un territorio contro la volontà della maggioranza dei suoi residenti (sarete almeno edotti sul principio che non esiste peggiore dittatura di quella della maggioranza).
Se è stancante riflettere sul fatto che incuneare a viva forza un popolo, passato piè pari da vittima a carnefice, in una porzione di territorio espropriato ai legittimi proprietari, di conseguenza vi riuscirà impossibile immaginare quanto quell’area rappresenti il punto focale delle strategie mediorientali e costituisca punta di diamante delle Grandi Potenze.
Se faticate a costruirvi una rappresentazione mentale dell’attuale concezione di convivenza fra i popoli in cui prevalgono capitale, finanza, profitto, concentrazione di ricchezza a pochi eletti e divisione di scarse briciole alla restante parte dell’umanità, pertanto si rende indispensabile un cambiamento radicale… allora abbiate almeno il pudore di tacere, non pronunciatevi, statevene zitti, pregate e peccate, confessatevi, peccate ancora e confessatevi nuovamente in modo da ottenere l’assoluzione dal vostro parroco, soprattutto seguitate, è vostro diritto, a pascervi nella nicchia che avete conquistato, preservatela fino all’ultimo respiro, secondo i canoni che ritenete moralmente giusti ed equi.
Quando tutti saremo giunti dove dobbiamo andare… di certo il paradiso spalancherà le sue porte per accogliervi.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1901, “Il quarto stato”, Museo del Novecento di Milano

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L’ARTISTA DELL’UNIVERSO

L’ARTISTA DELL’UNIVERSO

Non esiste oggi. Mi sono alzato prestissimo nonostante abbia fatto le ore piccole, come sempre, per scrivere, terminare i miei libri, rispondere alle e-mail, trattenermi dal replicare all’ondata di fottuti commenti, insulsi o talmente barocchi da sembrare solo complemento d’arredo del cervello di chi li compone. Come certe esegesi di indiscussi critici, senz’altro accreditati per estrapolare con sicurezza il messaggio contenuto in un’opera d’arte contemporanea. Le rare volte che sono arrivato in fondo a tali elaborati mi è sorta una sola domanda: “Quindi?” Ma non la pongo se conosco la persona e comprendo l’urgenza di autocompiacimento di cui necessita. La generosità! Ecco il mio unico difetto.
Oggi non esiste, lo avverto io solo, voi state vivendo il solito ma, credetemi, non è lunedì, neppure la domenica del vostro ieri, assomiglierebbe al sabato se non fosse che nella dimensione in cui mi sto muovendo siffatto prefestivo non vi abita. No! È un giorno estraneo al sasso cui siamo aggrappati, migranti del cosmo, da qui è netta, evidente la percezione della stupidità dell’uomo, come durante una forte tramontana si ravvisano dal mare i limpidi contorni dei rilievi che incoronano Genova la Superba. Dio come siete stupidi! E potreste accorgervene solo da postazioni eccentriche alla normalità. Ovvio! Il vostro insignificante quotidiano, di cui godete, segna i confini della mancanza del sogno, vi circonda come se foste al centro di un tornado, vedete il sole splendere alto ignorando il caos che vi ruota intorno. Pochi riescono a raggiungere queste collocazioni e comprendere tutto, ovvero l’Eterno. Lo vedete? Nel dipinto a sinistra ad esempio! Ho formulato una domanda inutile, lo so, a voi sembrerà… non riesco ad entrare nelle vostre teste, inorridisco solo a pensarci e poi sono così piccole! Io lo avvisto, qualcosa mi risucchia, un turbine creatosi nel vuoto, sono lontano, in remoti ambiti dell’inconoscibile, talmente perduti che le distanze neppure possono essere vagheggiate. Se non esiste oggi sono allo stesso modo svaniti tutti gli altri che per voi lo diventeranno, con comodo, uno dopo l’altro, sempre uguali, terribilmente identici, immutabili nel tuffarsi in settimane equivalenti, mesi precisi…
Una forza di cui ignoro l’origine mi ha fatto attraversare mondi sconosciuti, ho visto astri generarsi da nubi molecolari, evolversi in supernove nell’instabilità gravitazionale, stelle di neutroni, buchi neri che ingeriscono materia, il tutto in una frazione di niente, nascita, accrescimento, morte, rinascita… è attraversando infiniti orizzonti degli eventi, fiondato in spazi oscuri, che d’improvviso penso… “è strano il modo in cui nasce, vive, si trasforma e muore un rapporto tra due amanti, capita solo agli umani la cui mente è troppo complicata perfino per il granello a base di silicio che ci ospita. Ho cercato di farglielo capire quando decise per la certezza che non potevo offrirle, certezza… che storia però! Nove anni di passione, amore, erotismo estremo, due corpi che diventano uno, sudore, sesso di confine, feci, sperma, sangue, urina, come quelle masse celesti che si baciano inglobandosi, vedo fuoriuscire pulviscolo, gas, materia, raggi scintillanti, chiazze luminose fantasmagoriche, in un trionfo di luce e colori. A provocarmi la mortale malinconia è stato lo stacco, l’attimo se così posso definirlo, nel passare al dipinto di destra ma adesso, letteralmente incantato, mentre ai miei occhi i due quadri si sovrappongono grazie all’interferenza ottica da cui sono rapito, entrambi gli universi celebrano la vittoria del fuoco, una danza propiziatoria di fiamme bianche, marroni, gialle, l’anima o qualunque cosa essa possa essere trema di felicità. Stelle, galassie, nebulose che correvano spedite accanto a me svaniscono in un intervallo irrilevante. Le lontananze si sono annullate e una virata di energia pura mi permette di sfiorare le liquide pareti del finito, azzurri confini della conoscenza. Ripercorro uno spazio dove ammassi di antichi sistemi planetari emettono suoni dissonanti ma comprensibili… Ed eccomi ancora qui, tra voi, in un oggi difforme.
Questo avviene osservando opere dell’artista Teorema Fornasari…

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Due opere ricavate dal web – dipinti dell’artista Teorema Fornasari

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TEOREMA FORNASARI – ARTISTA E AMICA GENOVESE

TEOREMA FORNASARI – ARTISTA E AMICA GENOVESE

È immagine di rara bellezza, non è la prima volta che mi capita di osservarla, ogni particolare è congruente al tutto e converge in un punto indefinito posto tra il soggetto e l’osservatore, tenuto sospeso da desiderio e incantesimo.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata da Facebook per gentile concessione dell’artista Teorema Fornasari (foto).

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E LE STELLE STANNO A GUARDARE (*)

E LE STELLE STANNO A GUARDARE (*)

Eh, sì! Ne sono convinto, oggi ancora più di qualche anno fa, mentre l’Italia stava sprofondando e Berlusconi giocava a nascondino con la Merkel, faceva le corna al collega di fronte che nelle fotografie ufficiali del G8 osava dargli le spalle, si presentava con la bandana nel ricevere il primo ministro inglese e consorte, raccontava (male) barzellette stupide tra un Bunga Bunga e l’altro stimolato da laidi individui di facili costumi del tipo Lele Mora, Emilio Fede, Tarantini, Lavitola, ecc. e un manipolo di signorine molte delle quali venivano retribuite con nomine nelle istituzioni pubbliche (quindi dai cittadini). Degno di nota l’episodio che a quel tempo si diffuse sul territorio: Silvio era stravaccato sul lettone di Putin, gli diedero la lista dei nominativi per i nuovi incarichi di Governo sennonché giunto a Bocchino (Italo) chiese: “Ma chi è costui?” e alla risposta “è il vice capogruppo vicario del PdL” egli replicò “Ah! Peccato! Credevo fosse uno dei punti del programma.” (figuriamoci se ci fosse stato anche Passera Corrado).
Ammetto la mia ingenuità, pensavo sussistesse una parte di politici sani, indignati sul serio, pronti a rimboccarsi le maniche per salvare il patrimonio inestimabile su cui abbiamo avuto la fortuna di venire al mondo ed è per ciò che nel commentare i fatti di questi “signori” ritenevo fosse inutile alzare i toni, sarebbe bastato aspettare, alla lunga la giustizia e il buon senso avrebbero premiato i virtuosi.
E così pareva quando negli scantinati polverosi del Quirinale venne ritrovato un papiro, non si comprese bene se scritto in aramaico, copto, arabo, demotico. Venne chiamato un esperto che risolse il problema e dalla lettura ad alta voce delle formule magiche in esso contenute il Capo di Stato di allora ritrovò nuovo vigore quindi drizzarsi improvvisamente dallo schienale della dorata poltrona Luigi XV, barocca, e alzarsi di scatto come avesse una molla sotto il sedere fu un tutt’uno. In cotanto modo venne creato, e non generato, il Governo Monti. Ho avuto ragione a tenere sempre un basso profilo nei miei commenti, mi dissi, senza mai eccedere, il rinnovamento stava per avere inizio, un nuovo illuminismo pareva rischiarasse l’orizzonte… “È arrivato il bocconiano!” esclamazione che, da un lato suonava come il titolo di un film western, ricordo “Il kentuckiano” del ‘55 con Burt Lancaster e l’esordiente Walter Matthau, dall’altro riportava al capolavoro di Fellini, “La strada”, in cui con magistrale interpretazione Giulietta Masina, nei panni di ragazza fragile e menomata, viene offerta dalla madre come aiutante di un rozzo saltimbanco. Costui per guadagnarsi da vivere girovagava con un motocarro telonato attraverso i paesi più poveri dell’Italia contadina anni ’50, esibendosi in dubbie prove di forza. “È arrivato Zampanò!”, questo l’annuncio che Gelsomina, bombetta in testa, abiti clowneschi, rullo di tamburo e trombetta, dava dalla piazza principale del centro abitato prescelto per annunciare che lo spettacolo stava avendo inizio. “Zampanò!” il nome di Anthony Quinn nella superba e irripetibile parte del funambolo.
“È arrivato il bocconiano!” ovvero “Mario Monti!” si gridava a gran voce per le strade di tutta la Penisola, “Salverà l’Italia!”, titolavano le grandi testate giornalistiche che in un sol balzo passarono dalla parte di colui che veniva fotografato alla stazione, loden di prammatica che non indossava proprio con lo stesso stile di Alain Delon ne “La prima notte di quiete”, trolley essenziale, moglie al seguito a ricordargli lo spazzolino da denti e i tronchesini per le unghie, raccomandandogli facendo megafono con le mani a convoglio in movimento, di indossare la maglia della salute, non prendere freddo e andare a letto presto. Il 16 novembre 2011, primo dei 529 giorni che rimase in carica, ovvero 1 anno e poco più di 5 mesi, fu l’inizio di un incubo.
Il 28 aprile 2013, quando questo soggetto di natura sconosciuta tolse l’incomodo, si pensava di aver toccato il fondo. Furono infatti perpetrate senza sforzo alcuno le più grandi porcate che mente di “statista” possa elucubrare pur di tutelare banche, finanza, classi abbienti e guardandosi bene dal toccare privilegi, ingiustizie, soperchierie. Una per tutte la legge Fornero (Elsa) nome della promulgatrice stessa, quella con il segno in fronte, profonda ruga di espressione probabilmente prodotta dai compromessi, finanche con sé stessa, cui ha dovuto soggiacere e ai quali si è adeguata di buona voglia. Ricordo che nel darne comunicazione a reti unificate travolse la Nazione con le più inquinanti e ingannevoli lacrime in diretta, accompagnate da singhiozzi, svenevoli smorfie e ghigni che ne accentuavano le grinze, così da porre ancor più in evidenza la sua vigliaccata. Degli altri componenti l’esecutivo meglio stendere impietosi residui di polistirolo espanso reperibili a fianco dei cassonetti.
Però, mi dicevo, è quanto mai necessario mantenere un comportamento professionalmente corretto, anche se sono scrittore borderline e mi ritengo “l’ultimo degli indipendenti” chissà, pensavo, potrebbero anche esserci fatti e ragioni imprescindibili dei quali solo “loro” sono a conoscenza. E poi con affermazioni grossolane e non ponderate sarebbe concreto il rischio di passare dalla parte del torto, trovarmi in difficoltà. Al momento queste riflessioni mi diedero ragione. Dopo il catastrofico Monti (voluto da chi? La scusa si conosce: “per salvare l’Italia”. Da che cosa? Non lo sapremo mai…) ci furono le elezioni del 2013 vinte dal PD di Bersani per un pelo di acaro avendo il M5S, rivelatasi seconda forza politica nazionale, scompigliato equilibri risalenti al Triassico Medio. Venne giustamente conferito al buon Bersani Pier Luigi l’incarico di formare il Governo. Non è un fulmine di guerra, ragionai tra me e me, omologato come tanti altri, la sua campagna elettorale affidata interamente alla tintoria sotto casa per “smacchiare” il giaguaro fu disastrosa, e pure leggermente patetica, come quella della “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, però… peggio di dove siamo arrivati non potrebbe andare. Il filosofo uscito dalla Università di Bologna “Alma mater” non riuscì a far capire a Beppe Grillo la “critica della ragion pura” di Immanuel Kant quindi dovette ritirarsi con “summo gaudio” di tutti i suoi colleghi di Partito (?). E cosa fa il capo dello Stato? Si inventa Letta (nipote), mica l’ultimo arrivato, uno sveglio al punto che, stranamente, riesce a fare il miracolo (il primo e ci auguriamo l’ultimo della sua esistenza): formare il Governo. Nel corso del suo mandato (dieci mesi, dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014)) tre sono state le inventive di Enrico: “Non sono Babbo natale”, “Non ho la bacchetta magica” e, micidiale, “Mica in fronte ci ho scritto Jo Condor!”. Tutto vero, non sto scherzando. Capirete bene quanto il suo “impulso” si fosse rivelato, come dire… poca cosa?
Nel frattempo si scoprì che il manoscritto di cui sopra conteneva, quasi alla stregua della stele di Rosetta, pure un capoverso in geroglifico che venne decifrato e declamato in tutti i Palazzi del Potere. Nell’udire un’altra miracolosa composizione verbale che completava la precedente il Presidente rifiorì ancor più nel fisico acquisendo inoltre maggior consapevolezza delle sue qualità taumaturgiche e così, anziché fare come nell’attuale Spagna post recenti elezioni dove è stato dato tempo ai partiti di trovare un accordo di governo entro breve altrimenti saranno convocate nuove elezioni, cosa ti escogita? Anzi a posteriori direi che si inventano a vicenda, come due trapezisti, a mio modesto parere la pergamena di cui sopra doveva contenere di certo una maledizione. Altro che balzo della quaglia hanno fatto i due giovanotti, questo è un triplo salto mortale, flic flac, verticale sulle spalle, squadra e retta, corpo teso. Et voilà!
Si materializza Renzi Matteo.
Costui in due mesi e mezzo viene eletto segretario del Partito Democratico alle primarie dell’8 dicembre 2013 (sembrerebbe finanziate da Banca Etruria) e successivamente, mentre dichiara tutta la sua disponibilità, fedeltà, dedizione e contributo al “collega” Enrico Letta giunge rapido il giorno della pugnalata alle spalle di costui, di quelle da gran signori, maestri nell’arte di arrampicarsi: votazione a larghissima maggioranza da parte della Direzione PD di un documento dello stesso Renzi con il quale propose la sostituzione del governo presieduto da Letta, consultazioni di Giorgio Napolitano il 16 febbraio 2014 così veloci da conferirgli per il giorno successivo l’incarico di formare un nuovo governo pertanto la guida scout in meno di una settimana (22 febbraio 2014) assurse alla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana ottenendo la fiducia del Senato (Grasso) e della Camera dei Deputati (Boldrini) rispettivamente il 24 e il 25 febbraio. Appunto. Un piano congegnato alla perfezione.
Confesso che la puzza di bruciato, e non solo, era fortissima. A parte le origini (Margherita di Rutelli) l’uomo non mi piace, dal punto di vista epidermico intendiamoci, a pelle, il suo modo di fare, porsi, l’atteggiamento, l’eloquio, ha qualcosa di ripugnante e penso che le donne lo avvertano, uno che soffre l’assenza di essere desiderato… tuttavia sempre figura di sinistra era per cui decisi a denti stretti che le critiche avrebbero dovuto essere moderate, incisive e chiare, senza eccessi, è noto quanto le parole urlate infastidiscano l’interlocutore, che è il popolo, il lettore, noi stessi. Il messaggio che si vuol lanciare non deve giungere distorto, amplificato, i timpani ne sarebbero infastiditi, quindi verrebbe respinto prima ancora di essere analizzato, inoltre potremmo essere fraintesi, la gente si farebbe un’idea sbagliata del nostro agire con il risultato di ottenere l’effetto contrario. Infine mai usare termini volgari, vocaboli osceni, ordinari, tali da offendere il senso comune. E poi vediamo cosa combina, mi dicevo, non sia mai… sarebbe possibile che il tizio possa far peggio dei predecessori? Si rende pertanto opportuno adottare parole acconce così da addolcire anche la più cruda delle verità. Strinsi i denti e proseguii ad elaborare i miei commenti.
Sono trascorsi due anni. Volete sapere come la penso oggi alla luce dello scandalo “Petrolio”, l’ondata di liquame che fa traboccare l’immenso cratere prodotto da decenni di dittatura dell’ignominia? Che coincidenza! Il termine tardo latino dell’oro nero è il titolo dell’ultima opera di Pier Paolo Pasolini, rimasta incompiuta e pubblicata postuma circa vent’anni dopo l’omicidio del più grande intellettuale del ‘900, astro scintillante in un firmamento per soli poeti della vita. Vi si preconizza la crisi del nostro Paese, in particolare la degradazione della gioventù, in un caleidoscopio di immagini oniriche ed esperienze vissute dal protagonista “Carlo” che hanno del sublime nella denuncia alla implacabile trasformazione e involuzione dell’Italia contemporanea. Dieci anni prima un certo Don Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti aveva scritto “L’obbedienza non è più una virtù” che gli valse l’accusa di apologia di reato, seguì il processo ma il crimine fu estinto per decesso del reo avvenuto nel 1967. In Cielo comparve una nuova stella.
Per questo da oggi in poi non avrò più freni, smetterò di cercare il modo appropriato di descrivere le mosse di coloro che attualmente ci “governano” compresi quelli che si sono succeduti alla guida del Paese e che tutt’ora stanno ingrassando alle nostre spalle. Un esercito di parassiti, vera e propria Nazione straniera mantenuta dalla Repubblica, quella dei lavoratori. Tenete ben presente che non rappresentano, come vorrebbero farci credere, la punta dell’iceberg, questa siamo noi cari amici, loro costituiscono l’enorme massa sottostante non adeguata a tenerci a galla bensì portarci a fondo, nella melma dove ci superano in capacità di adattamento ed esperienza. Un tumore che si accresce, prolifera, mangia le cellule sane, fagocita tutto quanto possa accaparrarsi, e fra questi inserisco pure i sindacalisti, i capi della “triade” e assimilati che arrivano a guadagnare 300 mila €uro all’anno per proteggere i diritti dei dipendenti dei Palazzi del Potere i cui commessi, un esempio irrilevante delle cloache a cielo chiuso che ivi si moltiplicano, percepiscono 10 mila €uro al mese solo per mettere la poltrona sotto il culo degli stronzi del Parlamento.
Un altro “fenomeno” tipico italiano è lo Stato del Vaticano. Quanto ci costa? L’esercito di cardinali, vescovi, monsignori, guardie svizzere, con tutti gli annessi e connessi, che peso ha nel nostro bilancio? E a che scopo? Soprattutto cosa producono? Non dovrebbero predicare il loro “credo” nei rustici abbandonati di cui l’Italia abbonda? Ristrutturarli al fine di avere un giaciglio e lavorare la terra per procacciarsi il cibo? Al contempo annunciare la parola del Cristo? E poi, a parte la contraddizione in termini di cui, penso, l’unico a rendersi conto sia proprio l’attuale Pontefice, i casi sono due, questo è certo: O Dio esiste allora sarebbe il primo a fulminarli, almeno la gran parte, oppure non esiste e questa enorme “struttura” dedita alla “inconoscibilità” servirebbe a nulla… e poi non basta la morale in ciascuno di noi e il cielo di stelle sopra noi?
Ho finito, per ora. Immagino che pochi siano arrivati a leggere queste parole perché ormai si tende a non entrare nel merito, brevi spot o slogan di sdegno sui social network e via, elzeviri sui quotidiani, rapidi annunci alla TV, ma per la minoranza che ha avuto la pazienza di seguirmi ho previsto un corposo post scriptum delle mosse, in ordine cronologico, di quel pezzo di merda che è a capo del Governo in tandem con la palese faccia da schiaffi di Maria Elena Boschi. Strana questa sensazione, mai provata per una donna, si vede che è brutta dentro, ma tanto!
Il petrolio è inquinante, l’educazione non è più una virtù, meno ancora il rispetto verso gli “onorevoli”, per nulla la pazienza! “Game over”. E le stelle staranno a guardare ciò che accadrà, di molte intercetto i riverberi da sempre, almeno due ci seguono da decenni, il Poeta delle desolate periferie di Roma e il parroco di Barbiana, minuscola e sperduta frazione di montagna… che la vostra forza venga a noi.

Mauro Giovanelli – Genova
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(*) E le stelle stanno a guardare (The Stars Look Down) è un romanzo di Archibald Joseph Cronin pubblicato per la prima volta nel 1935.

Immagine in evidenza ricavata dal web – Montaggio eseguito dall’Autore – A sinistra Pier Paolo Pasolini, a destra don Milani

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P. S.

– Renzi Matteo era co.co.co. nella Chil Post srl, azienda del su’ babbo Tiziano e come parasubordinato non costava alcunché alla società del genitore ma due giorni prima dell’annuncio dato dall’allora presidente nazionale e leader del medesimo partito che lo indicava quale candidato a Presidente della Provincia, la nostra guida scout si fece assumere a pieno titolo da papà in qualità di dirigente così, da quando eletto, nel giugno 2004, è stata la Provincia a versargli le consone “marchette”, cioè noi cittadini, tra l’altro adeguate allo stipendio da manager. Da quella data e fino a tutto il 2014, due lustri, il nostro attuale leader ci è costato non meno di 300 mila euro. Una pensata da lestofante.
– Il 6 dicembre 2010 l’allora Sindaco di Firenze Renzi Matteo si recò in visita ad Arcore, invitato a pranzo presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per “discutere alcuni temi legati all’amministrazione della città d’arte”, così almeno dichiararono “loro”. Quando i giornalisti gli chiesero ragguagli circa il colloquio avuto sembrerebbe che lui avesse risposto “Mah!?!”
– Nel 2012 la Corte dei conti aprì un’indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia di Firenze durante il mandato dell’attuale premier, allora sempre sindaco della città gigliata, che ammontavano a circa 600 mila €uro e, secondo il Fatto Quotidiano, il ministero del Tesoro indagò su “Florence Multimedia”, società in house voluta da Renzi, alla quale la Provincia, durante la sua presidenza, avrebbe concesso un affidamento di prestazioni “per un importo superiore a quello previsto dai regolari contratti di servizio”
– la bufala della vendita delle auto blu tramite E-Bay. Dopo strombazzamenti, plausi e notiziari entusiastici di giornalisti e conduttori Tv all’indirizzo del nuovo genio italico, ne furono piazzate tre o forse quattro su quasi 54 mila. Ovviamente gli sperticati elogi all’uomo del “fare” continuarono qualche giorno ancora poi non se ne parlò più.
– È passato d’un balzo dalla bicicletta all’auto di rappresentanza con tanto di scorta, quella che non riteneva necessaria in quanto, parole sue, “i suoi guardaspalle sarebbero stati gli italiani” e, non accontentandosi pensò pure all’acquisto dell’aereo presidenziale.
– La panzana dei 1500 parlamentari condannati che non dovrebbero più percepire il vitalizio sarà somministrata a distanza di due anni. Infatti nei torridi giorni di luglio 2015 viene finalmente approvata la legge al riguardo e gli annunci fragorosi rimbalzano da una rete all’altra delle Tv come l’eco nelle Grotte Marabar, stato del Kerala (India). Ma c’è un piccolo, trascurabile particolare, ossia essa riguarda solo un pugno di sfigati, circa 18 fra i quali Berlusconi, che non hanno santi in paradiso o non più come l’ex cavaliere. A questo punto fanno quasi tenerezza per essere stati estromessi da un ingiusto privilegio di cui invece gli altri 1482 continuano a beneficiare.
– Il 16 gennaio del 2014 durante un’intervista televisiva a “Le invasioni barbariche” egli preannunciò che da lì a due giorni si sarebbe ulteriormente incontrato con Berlusconi, nella sede del Partito Democratico, al fine di discutere un piano comune sulle innovazioni delle quali questo Paese necessita. Così il 18 gennaio 2014 si arrivò al famoso “Patto del Nazareno” che sta proprio ad indicare l’accordo politico siglato fra il “rottamatore” e il leader di Forza Italia (rottamando), con gli obiettivi di procedere a una serie di rinnovamenti fra cui quella del titolo V della Costituzione, la trasformazione del Senato in “Camera delle autonomie” e l’approvazione di una nuova legge elettorale.
– A posteriori si viene a sapere che la presa di Palazzo Chigi è stata tutto un programma. Al confronto quella della Bastiglia un gioco da bambini che si sono divertiti a fare la rivoluzione. L’11 gennaio 2014 il leader del PD telefona, ed è la conversazione che ha destato più scalpore, a Michele Adinolfi (nulla a che vedere con l’inquietante Mario Adinolfi). Ritorniamo alla chiamata che Renzi fece al numero due della Guardia di finanza, dicendogli “Enrico (Letta n.d.a.) è un incapace, lo mando al Quirinale. Berlusconi è disponibile per un ragionamento diverso”. Il rapporto estremamente amicale fra i due non è tanto evidente nell’informazione che, chissà per quale recondito motivo, il nostro leader si sente in dovere di dare al generale, quanto dai termini e dal “tono” con cui viene condotto il colloquio, stile “compagni di merenda” al punto che l’Adinolfi (Michele) si spinge a dare dello “stronzo” al nostro Primo Ministro, così, come si usa fare fra buontemponi. Nel frattempo Adinolfi (sempre Michele), parla con Dario Nardella, l’attuale sindaco di Firenze, ed è la conversazione in cui, secondo Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la Legalità a livello nazionale, si evocano ombre di ricatti su attività e “conflitti d’interesse” di Giulio Napolitano, figlio dell’allora presidente della Repubblica.
– L’inchiesta sulla casa abitata da Renzi di proprietà dell’imprenditore toscano Marco Carrai che “solo per un caso” ricevette in cambio incarichi nelle partecipate e contratti diretti alle sue società private. Alla Camera sono state chieste spiegazioni al Presidente del Consiglio. In sua vece rispose il ministro Maria Elena Boschi (ma guarda!) con queste parole: “Grave che le intercettazioni siano finite sui giornali”.
– Il 21 luglio 2015 andò in scena l’ennesima porcata all’interno delle mura della Camera dei Deputati. Si era votato per il rinnovo degli uffici di presidenza delle 14 commissioni parlamentari, cioè gli organi che gestiscono i lavori. Il principio costituzionale di rappresentanza vuole che se il 25% degli italiani avesse votato un partito, facendo un esempio a caso il M5S, dovrebbe vedere i suoi delegati all’interno di questi luoghi decisionali. Così non è accaduto: il PD si è accordato con le altre forze politiche spartendosi tutte le poltrone, escludendo completamente la forza politica che da sola ha il maggior numero di preferenze. Un fatto che non ha precedenti nella storia democratica del Paese.
– Mesi fa la guida scout Renzi dichiarava trionfante “DASPO per i politici corrotti” e in quegli stessi giorni contribuì a fare in modo che il PD salvasse dall’arresto un senatore di NCD che risponde al nome di “onorevole” Antonio Azzollini. La comunicazione del premier: “Il Parlamento non è passacarte della Procura” e aggiunge trionfante “Abbiamo i numeri al senato quindi andiamo avanti più decisi di prima”. Intanto il Tg Rai2 del 31 luglio 2015 comunica che la disoccupazione era salita al 12,7% e quella giovanile superava il 44% con 2 punti percentuali in più.
– Sotto la guida del buon Matteo ovviamente non ci sono nepotismi, favoritismi, familismo e clientelismo. Infatti dal primo luglio 2015 Eleonora Padoan è stata assunta in extremis, cioè con uno degli ultimi atti della vecchia amministrazione di Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, rispettivamente presidente e amministratore delegato uscenti proprio della Cassa depositi e prestiti. Ma va? Alla Cassa depositi e prestiti, l’ente controllato con una quota dell’80% dal ministero dell’Economia di cui il papà è, guarda caso, titolare del dicastero da pochissimo affidato al duo Claudio Costamagna e Fabio Gallia ai quali, a cose fatte, non si potrà addebitare alcunché al riguardo. Con una precedente esperienza di senior economist in Sace, la società pubblica di assicurazione dei crediti all’estero controllata proprio dalla Cassa depositi e prestiti, la Padoan andrà ora ad occuparsi del settore della cooperazione e dello sviluppo internazionale.
– E arriviamo alla RAI per la quale la guida scout non perdeva occasione di perorare la giusta causa del “fuori i politici dalla TV di Stato”. Infatti è di questi giorni la nomina dei sette “Commissari di vigilanza”, così ora si chiamano i Consiglieri di Amministrazione tanto per far vedere che si cambia per non mutare alcunché, sei dei quali, partoriti dal complotto PD, NCD, UDC & C. (C. sta per “Compagni” di destra). Questi non distinguerebbero un funerale da una parata militare qualora li vedessero attraverso una telecamera. Carlo Freccero, dato che è persona competente, è stato un incidente di percorso essendo entrato nel gruppo con i voti di SEL e M5S. Da quanto apprendo tramite i pochissimi giornalisti che informano (razza in via di estinzione a meno che non venga inserita nelle specie protette) sembrerebbe che la scelta dei “magnifici sei” sia stata meditata da un “pizzino” che il Capo del Governo avrebbe inviato dal Giappone. E poi dubitate che il nostro leader non sia un saltimbanco dell’organizzazione del nostro Paese? Questo è un tuffo sincronizzato con Berlusconi al massimo livello di coordinazione, in avanti, tripla piroetta preceduta da rotazione indietro, ritornato e doppio avvitamento. Al suo confronto il campione mondiale di tuffi da 27 metri Gary Hunt che, per far provare al pubblico l’emozione di una sua “performance” lanciandosi, non a caso, con una telecamera in mano, non è neppure in grado di scendere le scale di casa.
– Imu e TASI abolita per tutti. Renzi dichiara: “Via tassa su prima casa anche per i ricchi perché impossibile riformare il catasto (?) che non è aggiornato dal 1939, la aboliamo per sempre.” Tale iniquità è stata sommessamente contestata anche all’interno del PD così il Presidente del Consiglio rincara: “A casa nostra le tasse sono troppo alte: dobbiamo avere il coraggio di dirlo anche alla sinistra (Non è lui la sinistra?).
– Partecipazione alla finale degli Us Open, incontro Vinci-Pennetta, rinviando impegni istituzionali. Dichiarazione di Peter Gomez direttore de “Il Fatto Quotidiano”: “Renzi? Ha fatto bene ad andare alla finale, ma doveva presenziare a spese sue, non vedo perché debbano pagare i cittadini”
– Come per magia e incanto la moglie di Renzi Matteo prende la cattedra per insegnare nello stesso paesino in cui abita… quando centinaia di altri insegnanti sono stati sbattuti a Canicattì… cioè decine e decine di km di distanza. Questa è la “Buona Scuola”. Ma non è finita.
La Signora avv. Tiziana Miceli, moglie di Alfano Angelino, titolare di uno studio legale non famoso, ha ricevuto 5 consulenze milionarie dalla CONSAP (Concessonaria dei Servizi Assicurativi dell’Economia), che fornisce le proprie prestazioni al Ministero dell’Interno, vincendo l’appalto tra 140 mila candidati.
Forse non sarebbe male riflettere sul fatto che fra i professionisti della politica, dall’ultimo assessore del comune più nascosto fino al Presidente della Repubblica, il tasso di disoccupazione di figli, parenti, affini, collaterali, amici, e amici degli amici, ecc. è 0 (zero) mentre quello dei giovani italiani supera il 44% per non parlare della mancanza di lavoro cronica, esodati, sbandati, cassintegrati.
– È a questo punto irriverente come il capo guida scout cattolici italiani Renzi Matteo chiuda la festa nazionale dell’Unità 2015 citando la frase dell’attivista pro Palestina Vittorio Arrigoni, morto nel 2011 e assurto, soprattutto a sinistra, quale simbolo di resistenza a Gaza: “La Germania apre le frontiere e noi cosa facciamo? C’è un elemento di umanità sotto il quale non si può scendere. Non c’è PD contro le destre, ma umani contro le bestie. Dobbiamo tornare a essere umani, non si può strumentalizzare anche la vita”. In conseguenza di tale sofferta e sincera affermazione Salvini, credo a causa della parola “bestia”, si è sentito chiamato in causa dando vita ad una replica e successiva contro replica. Su tale scambio verbale meglio stendere un pietoso velo per innata repulsione alle gazzarre stile saloon del vecchio far west.
– Al termine di due ispezioni avviate nel 2012 e nel 2013, Banca d’Italia ha multato la popolare dell’Etruria e del Lazio per 2,54 milioni di euro. La maxi sanzione è a carico di 18 tra ex componenti del collegio sindacale e del CDA, tra cui Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, attuale ministro delle Riforme, nonché direttore generale della fondazione Open, la cassaforte che finanzia l’attività politica di Matteo Renzi che aveva coperto, tra l’altro, l’esborso di circa 300 mila euro per la recente Leopolda.
– Bellissima la replica dell’ex ministro delle finanze ellenico, alla sciocca dichiarazione del nostro premier che alla direzione del Pd aveva declamato: “Anche sto Varoufakis se lo semo tolti. Chi di scissioni ferisce, di elezioni perisce”. Gianīs Varoufakīs, che mi sembra un uomo, di quelli veri, risponde: “Al contrario, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, vi siete liberati della democrazia greca” poi rincara e ribadisce: “Signor Renzi, ho un messaggio per te: puoi gioire quanto ti pare per il fatto che io non sia più ministro delle finanze o deputato. Ma non ti sei sbarazzato di me. Io sono vivo e vegeto politicamente, e come persona in Italia mi riconoscono quando cammino per le strade del vostro bel Paese. Ciò di cui vi siete liberati partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, ripeto, è la democrazia greca” Varoufakīs conclude sottolineando che il premier italiano, con la sua tattica del “poliziotto buono” ha svolto un ruolo centrale nell’agevolare la rottura di Alexis sulla base dell’assunto “Se non cedi, essi ti distruggeranno” (Che eroe! N.d.a.). “Sotto un’estrema costrizione da parte dei leader europei, tra cui anche il signor Renzi che ha rifiutato di discutere ragionevolmente le stesse proposte della Grecia, il mio primo ministro, Alexis Tsipras, è stato sottoposto il 12 e 13 luglio a un bullismo insopportabile, a un ricatto nudo, a pressioni disumane”.
– Intanto ad oggi la Corte dei Conti sta setacciando i bilanci della Provincia di Firenze dell’era renziana. Alla voce “Rappresentanza istituzionale” in cinque anni è stato inserito di tutto, a partire da cene da 2 mila €uro cadauna. Quindi quando non rottamava, la guida capo scout si è speso migliaia di €uro in viaggi all’estero e aragoste. In tal senso e sulla scia del “caso” Ignazio Marino, che si sta ritorcendo come un boomerang verso i suoi “amici”, saranno quasi sicuramente avviate indagini. Però il buon Matteo, furbo e viscido come un’anguilla spalmata di grasso, è preparatissimo avendo avuto uno dei migliori maestri in questo tipo di esercizi. Comincerà a dire di essere un perseguitato politico e tutti ce l’hanno con lui perché invidiosi del fatto di essere riuscito a diventare ricco.

Mauro Giovanelli – Genova
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(*) E le stelle stanno a guardare (The Stars Look Down) è un romanzo di Archibald Joseph Cronin pubblicato per la prima volta nel 1935.

Immagine in evidenza ricavata dal web – Montaggio eseguito dall’Autore – A sinistra Pier Paolo Pasolini, a destra don Milani

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COMMENTO SU PASOLINI INTERVISTATO DA PAOLO MINUCCI

(dall’intervista di Paolo Minucci a Pasolini)
P.M. “Dunque Pasolini, non le saranno certamente sfuggiti gli ultimi avvenimenti. Che idea si è fatto della manifestazione cui hanno partecipato milioni di giovani in tutto il mondo? Qualcuno ha espresso incertezze sulle modalità d’espressione.”

P.P.P.Beh ai giovani io sento di dire soprattutto una cosa semplicissima. Se volete essere davvero una nuova generazione di giovani, infinitamente più matura, dovete abituarvi anche a questa atrocità del dubbio, anche alla sua sgradevole sottigliezza. Dovete cominciare a dibattere veramente i problemi! Non formalmente. Invece si applaudono sempre dei luoghi comuni quando bisogna ragionare, non applaudire o disapprovare. Talvolta chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.
(dall’intervista di Paolo Minucci a Pasolini).

Commento: Indiscutibile Pasolini, lui è un firmamento e leggerlo, assimilarlo, più ancora stupirsi di scoprire quanto il suo pensiero sia abito mentale su misura per te è un piacere che si rinnova ogni volta. Purtroppo ieri veniva compreso da pochi, fra i quali coloro che lo osteggiavano, sempre preparatissimi nell’individuare il nemico dei propri interessi, ancora meno oggi che viviamo nella società da lui ipotizzata e temuta, domani chissà… c’è molto da lavorare, senza tregua, come ricostruire da capo una città rasa al suolo. Non sarà facile ma è nostro dovere provarci tenendo ben presente che i maiali, suini intendo, sono molto più intelligenti dei cani sebbene, poveracci, condannati dalla loro natura, mentre i maiali umani, quelli di “Porcile” sono furbi, virtù servile e premiante in particolare nel nostro Paese.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web – Eretico & Corsaro Editor

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PAGINA BIANCA

PAGINA BIANCA

Non guardarmi così,
abbassa gli occhi
per favore, calmati.
Nulla di grave ho commesso
da meritare il tuo risentimento.
Solo mi ha fatto piacere vederti
prima che gli anni
assorbano altra energia.
Penso di trovare, sempre
e ovunque, anche al di là
di questa barriera virtuale,
qualcosa di prodigioso
che mi ispiri, regali un sogno.
Ecco la causa del malessere
che improvviso mi assale:
la continua necessità
di raccogliere impulsi,
captare segnali
che diano nuovo vigore.
All’istante ho accettato la pagina,
bianca come la tua pelle,
cui in questi ultimi giorni
non riesco a dare vita.
Ha quindi avuto senso
andare sul terrazzo,
accendere la fedele sigaretta,
fra una boccata e l’altra
contemplare i riverberi
della luna che senza sosta
pizzicano le increspature del mare.
Rientrando mai avrei pensato
di ritrovare, come per magia,
ogni bagliore nelle profondità
degli splendidi occhi
che sto ammirando,
scorgo perfino deboli luci
all’orizzonte, forse sono vascelli
fantasma in fuga da questo tempo.
No! Tu continua pure
a fissarmi, sposterò io
l’attenzione sul tuo viso
seducente, le labbra serrate
denunciano sottile irritazione,
una leggera contrarietà
pervade tutto il ritratto,
probabile sia espressione che
ti segue fin dall’infanzia.
Adesso… riprenderò a scrivere.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: un’amica sarda

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TERMINATO!

TERMINATO!

D’improvviso, come un falco in picchiata e senza alcuna ragione apparente, mi assale lo stupore di essere giunto indenne fin qui. Sbigottito mi domando come abbia potuto superare le turpitudini di questo mondo, ripetitività, tradizioni, contrasti, dogmi, ignoranza, obblighi, ingiustizie, bizzarria e… aver attraversato il tutto pure godendo, forse perché mi sono sempre sentito cosa a parte, al di sopra, mai coinvolto direttamente. Distaccato! Ecco come ho vissuto fino ad ora. Cerco di scuotermi, intuisco che il motivo della mia metamorfosi potrebbe essere la visione di questa stupefacente quanto singolare prova d’artista che ho dinanzi, non chiedetemi il motivo di tale collegamento, probabile siano il conforto che mai mi è stato negato dalla donna durante il cammino, creatura ultraterrena, e l’avida lettura dei grandi pensatori che mi hanno formato, alimento indispensabile per accrescere passione e amore. Che trionfavano in stretto rapporto con l’ammirazione per il bello, oggi depositati come sacchetti d’immondizia nel cassonetto strapieno, restano in equilibrio instabile sul cumulo di insufficienze della società moribonda, spuntano tristemente dal mucchio e mentre mi allontano lo sguardo corre a controllare non siano caduti, poi proseguo dritto verso il gran vuoto formativo, causa prima del disfacimento morale e culturale in atto. Nel dipinto c’è una vecchia parete di fondo, polverosa, macchiata, scalcinata, perfetta rappresentazione del tessuto sociale che più non reggerà a lungo, il poco che ancora rimane, e mi sta stretto. Nell’opera che ho di fronte tutto combacia, è stata trovata la chiave di lettura del nostro inconscio, la combinazione che apre un’ampia visuale sull’intera umanità, senza appannamenti, ciò che davvero siamo e si rivela nel momento in cui, come lo definì il grande Pitigrilli, “l’angolo morto nella guerra sociale” si restringe, quindi la lotta per la sopravvivenza diventa dura, infranto l’armistizio camuffato nel vivere civile, il senso di solidarietà, l’ingannevole quiete. Le sterpaglie che si scorgono all’esterno della decadente villa gentilizia, laboratorio di questo esperimento artistico, stanno inglobando tutto. L’occhio si ferma sul sesso di una femmina che si mostra in tutta l’innocenza e purezza che la natura le ha donato, invitante, vulnerabile, in mostra poiché solo le gambe, al contrario del busto, fuoriescono da un antico e fatiscente confessionale in disarmo. Quel mobile atto ad amministrare il sacramento della penitenza, contrizione che pare stia subendo la fanciulla come usava infliggere il Sant’Uffizio durante l’abietto periodo in cui la Chiesa, tramite i tribunali dell’Inquisizione, decise di mantenere e difendere l’integrità della fede, è infatti strapieno. Non sembrerebbe ad un occhio disattento ma chi sa vedere sente quanto nei secoli abbia assorbito riti, menzogne, ipocrisie, finzioni, falsità, libidine, schifezze, ingiustizie e raggiri perpetrati da coloro che si sono eretti a intermediari dell’inesistenza di qualcosa che possa sovrastare gli sconfinati abissi dell’Universo. Getto uno sguardo rapido al bellissimo tavolo posto dinanzi l’ingresso, probabile arredo della dimora di un importante prelato ora polvere come predicava. Non posso scompigliare un’opera d’arte, impossibile salvare la giovane, forse neppure lo reclama ed io vorrei andare con lei, l’impulso è forte e il profondo desiderio di tornare donde son venuto sovrasta ogni altra aspirazione. Provo una strana ebbrezza, desiderio di fine, socchiudo gli occhi, sto vaneggiando, forse deliro. Nell’avvicinarmi al quadro vengo colto da piacevoli brividi, la sensazione è che il mio corpo stia divenendo sempre più inconsistente, leggero come il fumo di una sigaretta, penetrante al punto da entrare nell’immagine. Il profumo di donna che avverto gratifica la mia scelta, temo di risvegliarmi… No! Il sogno continua, mi sento inghiottito dalle grandi labbra carnose, accoglienti, morbide. Rapido svanisco in esse, le mucose umettate mi fanno scorrere dolcemente all’interno e nella calda nicchia, ospitale, protettiva trovo la pace. Mi accoccolo e resto in attesa.
Sento delle voci amplificate dal buio confortevole che mi circonda, la pinacoteca sta per chiudere i battenti, gli uomini delle pulizie si scambiano domande, non riescono a spiegarsi la presenza sul pavimento di quell’involucro molliccio dalle fattezze umane, sembrerebbe una muta da sub, il volto una di quelle maschere in lattice che vedi all’alba abbandonate per strada dopo un insulso veglione carnascialesco, deformi, accartocciate, orbite vuote, afflitte, sebbene questa volta pare gioiscano.
Quasi sorrido nell’istante in cui un ricordo ancestrale diventa riflessione premiante: Sono tornato a casa e… con l’ultimo respiro restituisco il primo.
Terminato!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918) – “Bisce d’acqua”

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