FERMATA D’AUTOBUS

FERMATA D’AUTOBUS

Quante sorprese riserva la vita, a volte indefinibili,
ne ravvisiamo l’avvicinarsi benché il loro giungere silente
sia un gelido, ingannevole brivido cui non badi, invece
ne rivela la presenza. Improvvisa la parola “Attraente!”

“Si riferisce a questa? Un mio primo piano ricavato
dall’istantanea a figura intera di pochi giorni fa.
Neppure rammento perché l’ho fatto, forse ho pensato
di abbinarlo ad una poesia dedicatami. Un po’ sorrido.”

“Non mi pare, trovo sia turbato!” Mi volto. “Che ha detto?
Scusi, chi è lei? Ci siamo già incontrati? La osservi meglio,
vede lo sguardo disteso, sereno, non è forse perfetto?”
La nuova sopraggiunta scruta con occhi che paiono infuocati.

“Decisamente bella, c’è rimasto bene! Non le dia retta”.
“Ancora? Perdoni se non l’avevo notata, tutte donne!
Mi rammentate qualcosa, non siete volti ignoti ma
parecchio lontani, i vostri tratti hanno un che di solenne.”

“Non si preoccupi di questo, tanto lo spazio non è mai
abbastanza, difficile rendersi conto della quantità
di persone che circolano, un numero spropositato, enorme,
mezzi che si fermano e ripartono stracarichi, con assiduità.”

“È proprio quel che voglio, devo rientrare a casa.
Altrimenti che ci farei qui? Purtroppo non arriva mai quel
che sto aspettando, potrebbe essere non l’abbia visto,
mi sono distratto, stavo parlando del brutto e del bello.”

“Un’unica corsa è prevista, la uno barra dodici, non c’è
molta scelta, ci raccoglie per distribuirci su altri piazzali…
e avanti, senza sosta, continuamente. Lei quanto è che aspetta?
Ma… che le accade? Ha uno sguardo assente, impersonale.”

“Niente… grazie, un malessere passeggero. Già è passato,
aspetto il prossimo, immagino che… dovrei fare più attenzione.
Stavo dicendo a queste due signore… Non ci sono più! Svanite!
Avverto qualcosa di insolito, provo una strana sensazione”

“No! Hanno appena preso l’autobus, quasi un miracolo,
era strapieno ed è ripartito subito. Io preferisco salire quando
c’è meno folla. Non ci ha fatto caso era disattento, capita, lo so,
i primi giorni pure io ero confusa. Pian piano si abituerà.”

“Abituarmi a che? Cosa può essere? Oltre voi non c’è alcuno.
Strano… qui è deserto, la piazza gigantesca… calma, silenzio.
Dunque ero rimasto che questo è un mio primo piano
ritagliato da una più grande che mi hanno scattato al bar.

Mentre ero in posa, in quel preciso istante mi giunse la voce
di Chavela Vargas, cantava “Las Golondrinas”, fui colto
da un tremito, il mondo si è fermato e una forte emozione
mi ha fatto ripercorre tutti i grandi e piccoli amori…”

“Bravissima Isabel Lizano… donna inimitabile, interprete unica!”
“Senza dubbio! È stata la più grande, brani struggenti, la voce,
ma io accennavo ad alcune signorine, ragazze… effettivamente,
ripensandoci, l’ho usata come un taxi, e sapesse quanti artisti,

per farci guidare, le amiche ed io, nel mondo del piacere… ”
“L’accenno è stato notato… ho inteso a che si rapporta!”
“Da cosa l’ha capito? Ecco, guardi là! C’è un’altra signora,
non eravamo rimasti soli, sta asciugandosi le lacrime,

mi pareva aver sentito dei singhiozzi, piange, invoca…
Mi perdoni, voglio vedere che è successo. Aspetti.
Ma… sei tu, sembra impossibile! Ciao tesoro, che hai?
Malinconia? Mi fa molto soffrire vederti così, non lo sopporto.”

“Penso al nostro periodo, trascorso veloce, lo imploro
di ritornare… ora che ti vedo sto meglio, non sono più sola”
“Perché? Il tempo è passato? Di nuovo? Me l’ha detto…
Non c’è più, si è dileguata. Non ci posso credere.

Deve essere partita ed io non me ne sono accorto,
ho perso anche questo. Beh! Ne passerà un altro…”
“Ottima scelta, anch’io con te se… ancora mi vuoi.”
“Sì però l’ombrello l’hai portato? Io non ne uso mai,

ma stasera… hai notato? Comincia ad imbrunire, le nuvole
sono particolarmente basse e pesanti, non si può mai dire,
ho l’impressione ci sia da aspettare e… potrebbe diluviare”
“Se il conducente non ci vedesse? Qualora passasse dritto?

in questo settore tutto può verificarsi… è tanto che ti aspetto”
“Chi te l’ha detto? Come fai a saperlo? Adesso che ci penso…
Chavela Vargas non ha cantato ‘Las Golondrinas’, mai, e mai
ho capito perché. Le è stata dedicata due anni fa, al suo funerale”

“Salti ogni volta da un discorso all’altro, ferma il cervello, riposa.
Sto qui da un’eternità, ormai so tutto dell’ingranaggio, tu…
sei appena arrivato e di punto in bianco pensi alla musica.”
“Ma l’ho sentita mentre mi fotografavano, era la sua voce,

non posso sbagliarmi… mi ha voluto fare un regalo, ecco cos’è!
Come ha potuto? E perché? Scusami tesoro… stavi dicendo?
Ah! Sì… perciò sarebbe meglio non si accorgesse di noi. Giusto?”
“Certo! Intendo l’uomo al volante vestito di nero, potrebbe

scendere, arrabbiarsi… farci salire di forza. Amore, io ho paura.”
“Di che? Quindi… l’autista del Tempo? Ma quello è un vile
oltre che stanco e annoiato, il suo percorso è lungo e tortuoso…
al massimo ti coglie all’improvviso, alle spalle, basta essere vigili,

non perderlo d’occhio, appurare che faccia di continuo la stessa linea,
senza deviazioni, controllarlo ogni istante… l’hai vista la mia foto?”
“Aspetta! Prima ti prendo a braccetto, mi è ancora permesso?
Con te mi sento in pace, serena, completa, ovunque. Allora…

Eccoti finalmente! Il solito disordinato, è tutta sciupata, sgualcita,
però il tuo viso… non sei cambiato, sempre bello con la consueta
espressione tenebrosa, tienimi l’ombrello voglio guardare meglio!
Ma… può essere che l’immagine sia a tal punto stinta, ingiallita?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza ricavate dal web: A sinistra Latest works – P. Spaziale – Il Ritorno 2015 di Teorema Fornasari – A destra primo piano dell’Artista Teorema Fornasari

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