LA POESIA E GLI IMBECILLI

LA POESIA E GLI IMBECILLI

Certo che nella vita si verificano coincidenze impensabili, nessi, legami, incroci, basta un attimo di distrazione, apatia, depressione ed imbocchi una strada diversa da quella che era tua intenzione percorrere.
Stasera sono un po’ sul “disilluso” e prima di iniziare una certa cosa, fra le diverse da concludere, mi stavo trastullando nella “rete” con indolenza, indifferenza, rammaricato di non essere… altrove. Dove vado ad incappare? Prima di rivelarlo e presentarlo di seguito corre l’obbligo rammentarvi un mio articolo/post di pochi giorni fa, titolo “NOTIZIE DAI TG NAZIONALI – Myrta Merlino” con il quale invito la “giornalista” a fare un minimo tentativo, sforzarsi, tentare almeno di arrivare a discernere quale sia la differenza fra un “lapsus”, come quello di Luigi di Maio che ha attribuito la nazionalità venezuelana all’ex dittatore cileno Augusto José Ramón Pinochet, e l’ignoranza crassa della quale ci rese partecipi, nostro malgrado in quanto rappresentante dell’Italia, il premier in carica Renzi Matteo che nel febbraio scorso, per chiudere in bellezza la sua visita in Argentina, decise “motu proprio” di declamare ad una platea composita e composta da diplomatici di varie nazionalità una poesia di… (occorre domandarlo a lui visto che quasi nessuno ne ha accennò se non con “nonchalance”) credendo fosse di uno dei più grandi scrittori del Novecento nonché simbolo culturale del Paese di cui era ospite ossia Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo. E arrivò a terminare la rappresentazione.
Ecco ciò che ho scovato e vi prego, davvero, di leggerlo con attenzione. Tra l’altro l’Autore Aldo Pellegrini è argentino, morto nel ’73 ovvero due anni prima che la città gigliata desse i natali al nostro “Primo Ministro”.
Da applauso! Buona lettura.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Illustrazione René Magritte “La caja de Pandora”, 1951

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La poesia e gli imbecilli
di Aldo Pellegrini (Rosario, Argentina – 1903/1973)

La poesia è una porta ermeticamente chiusa per gli imbecilli, spalancata per gli innocenti. Non c’è niente di tanto opposto all’imbecillità quanto l’innocenza.
La caratteristica più spiccata dell’imbecille è la sua aspirazione sistematica a un certo ordine del potere. L’innocente, invece, si rifiuta di esercitare il potere perché li possiede tutti. L’innocente, consciamente o meno, si muove in un mondo di valori; l’imbecille in un mondo nel quale l’unico valore è rappresentato dal potere.
Gli imbecilli cercano il potere in una qualsiasi forma di autorità: in primo luogo il danaro, e l’intera struttura dello Stato, dal potere dei governanti fino al microscopico, ma corrosivo e sinistro potere dei burocrati; dal potere della Chiesa a quello della Stampa; dal potere dei Banchieri a quello della Legge. Tutto questo compendio di potere è organizzato contro la poesia.
Siccome poesia significa libertà, affermazione dell’autentico ha, indubbiamente, un certo ascendente nei confronti degli imbecilli.
In quel mondo falsificato e artificiale che si costruiscono intorno, gli imbecilli hanno bisogno di una serie di articoli di lusso: macchine, tendaggi, gingilli, gioielli, passatempi… e perfino di qualcosa che vagamente somigli alla poesia.
In quel surrogato di poesia da loro adoperato, parola e immagine diventano puri elementi decorativi e, così facendo, riescono spesso a distruggere il loro potere di incandescenza. Ecco come si crea la cosiddetta “poesia ufficiale”. Poesia fatta di paillettes, che suona a vuoto.
La porta della poesia non ha né chiave né lucchetto: è difesa dalla sua propria capacità di incandescenza. Soltanto gli innocenti, che hanno preso confidenza con il fuoco, che hanno le dita in fiamme, possono aprire quella porta e, attraversandola, penetrare nella realtà.
La poesia si assume il compito di far sì che questo mondo sia abitabile non soltanto per gli imbecilli.

Aldo Pellegrini (Rosario, Argentina – 1903/1973)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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