PERCHÉ IL TITOLO: “BARRA A SINISTRA! TIMONE A DRITTA! INSOMMA TUTTO A DESTRA…”

PERCHÉ IL TITOLO:
“BARRA A SINISTRA! TIMONE A DRITTA! INSOMMA TUTTO A DESTRA…”

L’affondamento del transatlantico britannico Titanic per collisione con un iceberg, precisamente il “RMS Titanic” della classe Olympic, avvenne la notte tra il 14 ed il 15 aprile del 1912 e il conseguente drammatico naufragio nelle prime ore del 15 aprile.
Era il periodo di transizione fra la navigazione a vela, nella quale l’ordine “barra a sinistra” significa timone a destra al fine di virare appunto a destra, similmente “barra a dritta” per deviare a sinistra, e quella meccanica il cui comando “timone a dritta” significa virare a destra viceversa “timone a sinistra”. Sembrerebbe che all’avvistamento dell’iceberg il primo ufficiale William Murdoch avesse impartito “timone tutto a dritta” e “macchine indietro tutta” con l’intento di spostare la poppa a sinistra permettendo l’accostamento della nave a destra così da allontanare dal pericolo la fiancata destra dello scafo e lasciar sfilare la montagna di ghiaccio a dritta del natante. Sembrerebbe che il timoniere Robert Hitchens eseguì in un primo momento la manovra secondo la scuola della vela ossia mise il timone (“barra”) a destra provocando un’evoluzione contraria dopodiché modificò la rotta. Ovviamente la verità “vera” non si saprà mai, forse…
È tutto chiaro? Ne siete certi? Beh! Ho la sgradevole sensazione che la nostra Penisola sia alla deriva, in un mare stracolmo di strani oggetti fluttuanti di qua e di là ma non ghiaccio, hanno colore mutevole che passa dal marrone scuro al nero e paiono informi monoliti ancora più minacciosi, incombenti, oppressivi. Gli indigeni o abitanti sono piuttosto disturbati e confusi, dal “timoniere” all’ultimo cittadino.
Per questo a conclusione della trilogia iniziata con “DESTRA E… MANCA” seguito da “A DESTRA DI NESSUNA SINISTRA” ho deciso di intitolare “BARRA A SINISTRA! TIMONE A DRITTA! INSOMMA TUTTO A DESTRA…” il libro che sto per dare alla stampa. In quest’ultimo ho imbarcato poesie, brani, citazioni, articoli, appunti di viaggio, in definitiva i miei bagagli proprio in previsione di un eventuale e drastico dirottamento.
Avete notato come alla fin fine venga sempre tirato in ballo il “timoniere”? Anche nel “caso Costa Concordia” lo Schettino cercò di scaricare sul marinaio ogni colpa (a parte quella di essersela data a gambe levate).
Mi domando e concludo. È mai possibile che in questo Paese non ci siano persone della statura del Comandante Gregorio De Falco che ingiungano ai nostri politici “Scendete da bordo, cazzo!”. Scusate! Ho dimenticato che costoro vengono resi “inoffensivi” trasferendoli da Livorno a Napoli per collocarli dietro una scrivania… il giorno stesso in cui vengono presentate le motivazioni circa la condanna in appello degli Schettino che, al contrario salgono in cattedra.
E se dicessimo “NO”?

Mauro Giovanelli – Genova
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© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web

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