FESTIVITÀ – 2017/18

FESTIVITÀ
2017/18

Altra virata
Ricordi e illusioni
Abbagli e realtà
Visioni…
Consegnati al tempo
Raccolgo i cocci
Ma non mi lamento
Delusioni patite
Affidate al vento
Delle cose mancate
Amicizie svanite
Altre sopraggiunte
Alla fine resteranno
Coloro che di lealtà
Edificano l’agire
Senza alcun inganno
Desiderio di ferire,
Calunniare, screditare
In modo da saziare
Animo infetto
Inquilino di molti.
Vedo il futuro,
Ho sogni
E li toccherò…
Auspico così sia per voi
Pure chi ho perso
Per strada
Anche coloro
che abbandonerò.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista post contemporaneo – Disegno con lapis

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NATALE 2017

NATALE 2017

Reliquia, adorazione del corpo o parti di esso in una “confessione” che pretenderebbe di esaltare lo “Spirito” insieme al Padre ed il Figlio. Processioni di mummie, Madonne, Cristi enormi, parati a festa, oro mirra e argento, molto incenso, ex voto, santi, senza o con nome, innominati, ex mi astengo, venerazione di falangi, mignoli, ciuffi di capelli, teschi, tibie, femori, mandibole, vendesi crani con o senza… telefonare ore pasti, addobbi, paramenti, stole, sistemi di tortura, croci, astinenza, mortificazione in vita ed esaltazione dopo morti, tombe e catacombe, sotterranei, incunaboli, ostensori, sangue sciolto che si ragruma, ragrumato che si scioglie, stigmate che spuntano nei punti sbagliati, flagellanti, flagellatori, flagellati, tiare, catafalchi, catacorvi, catalessi, catatonici sacrestani, monsignori, padri senza figli (ufficiali)… Mai vista rappresentazione più efficace della marcescenza dell’umano riflettere. Con pochi geniali tratti fra l’altro compreso il “ricciolo” barocco della gamba di legno in primo piano, a sinistra, destra del santo o ciò che ne resta. Gesù sofferente sulla croce da duemiladiciassette anni e Budda sorride ad Oriente, muore e risorge, fra pochi giorni è Natale, regali, regaloni, “pensierini” per lei, lui, il cognato, fratello, sorella del consuocero, la zia e prozia, tanto per…
Auguri!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI artista post contemporaneo

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Graziella Ciliberto Artista Contemporanea

Cara Graziella Ciliberto
www.pitturadeco13.it ,

spero che la pazienza paghi, ti chiedo ancora scusa ma gli impegni si accavallano di momento in momento per cui salta ogni programma, appuntamenti falliti, articoli obliati nel fondo di una delle tante cartelle del PC.
In questo istante sto ammirando le opere esposte nel tuo sito. Già una prima volta, visitato in fretta, ho avuto modo di essere investito da colori forti tuttavia pervasi da profondo senso di inquietudine, ricerca di qualcosa dimenticata nello scorrere del tempo fra le cavità dei nostri sogni, i dirupi di ogni incubo ma, soprattutto, inevitabile e continua ricerca del vissuto da cui estrarre indicazioni di ciò che il futuro potrebbe riservarci. Il passato non esiste più, il divenire neppure ha preso forma pertanto il solo presente “è”, ogni attimo suggerisce alla tua mano cosa imprimere sul supporto. Da ciò scaturisce la tua anima o qualunque cosa essa sia. Nel dipinto “Autunno” così come in “Alberi” ed in certo qual modo “Mare” insiste il perseguimento della tua incognita. Viali silenziosi, quieti, a volte rischiarati da timida luce laterale, vicina, a fianco
“Autunno”, oppure tale baluginio è lontano, in fondo al sentiero ombroso, fatato o stregato, dove si potrà trovare la risposta. Non sfuggono a questo percorso “Stupore” e “Tutto scorre”. Finanche “Mare” che, dal titolo, potrebbe suggerire azzurra prateria di acqua salata, o verde smeraldo, blu profondo, lascia l’osservatore al di qua di due alberi che, come sentinelle, consentono solo la visuale di uno spicchio appartato e sereno del tenue moto ondoso racchiuso comunque fra la sponda in cui ci troviamo e l’opposta costituita da colline nel momento in cui raccolgono gli ultimi raggi di un sole al tramonto.
“Metamorfosi” richiama in fondo la medesima mestizia, sotto forma umana che alla fine, ma fine fine, crediamo sia la sola in grado di cogliere il mistero dell’Universo. Infatti vi si può ammirare un abbraccio più di disperazione che di gioia, potrebbe essere riconciliazione, pace ritrovata. Resta il fatto che le connotazioni ed i tratti dei volti, profilo quello dell’uomo e di fronte la figura femminile, hanno lineamenti distintivi, oserei dire “laceranti”, si ha percezione di disfacimento in atto, corrosione non solo del corpo. Resta da vedere se tale processo sia da addebitare al “prima” della coppia, ipotesi che mi sento di sostenere visto che la “stretta” della donna riconduce a quello paterno nella parabola del “figlio prodigo”, “Perso e ritrovato” o “Padre misericordioso” raccontata solamente nel Vangelo secondo Luca 15,11-32. Qui è la femmina che perdona. Fra le sue braccia accoglie “lui” nell’intento materno di fermare il logoramento di cui egli è promotore e colpevole.
Potrei dire molto sulla tua pittura. Continua la tua ricerca, affinerai sempre più il linguaggio e ricorda: Non si è artisti per caso!
Un caro saluto.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza: Opere dell’artista Graziella Ciliberto

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PERCORSO OBBLIGATO – ELENA VERARDO ARTISTA

PERCORSO OBBLIGATO 

«Elena Verardo nata a Genova nel 1968.

Nel 1987 ho conseguito il diploma presso la Scuola di Ceramica di Chiavari e nello stesso anno avviato, a Santa Margherita Ligure, uno studio per la lavorazione della terracotta, porcellana, maiolica, ecc. arte, questa, ulteriormente approfondita con la successiva frequentazione dei corsi di perfezionamento presso l’Istituto di Faenza. Ho preso parte a varie mostre nazionali. Per la realizzazione delle mie opere impiego sabbia ed altri costituenti naturali. Dal 1999 vivo a Rossiglione (Genova) dove è ubicato il mio laboratorio.»

—– ° —– 

   Ho visitato gran parte del Pianeta che ci ospita, granello di sabbia scagliato inesorabilmente nel Cosmo percepito tuttavia… seppur insignificante frammento costituito prevalentemente da ossigeno e silicio (elemento quest’ultimo che, come il carbonio per il mondo organico, sta alla base dell’inorganico) supporta a sua volta universi inesplorati. Entrare nel laboratorio dell’artista Elena Verardo è stato itinerario verso orizzonti seducenti ed allo stesso tempo causa di ritrovato impulso all’esplorazione, curiosità, indagine su ciò che circonda il nostro divenire. Un po’ come Odisseo durante il periglioso viaggio verso Itaca durato anni proprio per il suo desiderio di assorbire, vivere le estrosità cui la Natura sottopone i nostri sensi e, ahimè, trascuriamo di apprezzare. Così già accadde all’esposizione Remida Day 3 del 2012 fra le potenti colonne in marmo a sostegno delle volte a vela sferica della loggia di Palazzo Ducale, in quel di Genova, dove avevo visto esplosione di colori, borse in vari tessuti, decorate, manici in bambù e varie fogge, cappelli per signora, arazzi in tinte sgargianti, congruenti, tenue, quasi fossi stato catapultato a San Cristobal de Las Casas in Messico o Arequipa in Perù ma l’estro, il valore aggiunto della sensibilità e gusto italiani avevano esaltavano maggiormente il mio peregrinare e mai avrei pensato che tutto ciò provenisse dalla stessa mano delle opere che sto oggi contemplando.  

   «Ho iniziato a dipingere gatti quando ero ancora piccola forse perché questi animali così vicini all’uomo ed allo stesso tempo distaccati, indipendenti, mi incutono da sempre il fascino del mistero» scrive Elena Verardo. 

   Invero siffatti felini (Felis silvestris catus) non erano forse già noti nell’antica civiltà egizia con il termine “Mau”? Considerati sacri, simboli di grazia e benevolenza nei confronti dell’uomo? E Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll, non identificò proprio il gatto quale primo interlocutore di Alice? «Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe come è, perché tutto sarebbe come non è e viceversa; ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe, chiaro?”“Siamo tutti matti qui. Io sono matto, tu sei matta” ribatté il Gatto alle parole di Alice – “E da cosa giudichi che io sia matta?” ­ “Devi esserlo, perché altrimenti non saresti qui”»(1)

   In tale estensione siderale sono stato proiettato dalle opere di Elena la quale sostiene che tutti noi ci stiamo muovendo in altre… Realtà? «Uguali ma diversi nel grande disegno Divino… Le ali colorate che comunque ci ricordano non esistere una sola dimensione…». Queste le parole dell’artista. 

   Proseguendo nel mio itinerario ogni volta ho provato mestizia nell’allontanarmi dalla precedente tappa sedotto da un senso di pace quale riverbero delle esatte composizioni che via via si sono imposte alla vista, desiderio di ammirare ancora toni, gradazioni e accostamenti che puntualizzano l’impenetrabilità ed allo stesso tempo rivelazione del Grande Mistero.

   Davvero notevoli i “Soggetti sacri”, figure coinvolgenti, accurate, oneste, intrise di candido fascino privo d’intenzionalità alcuna di negare o affermare l’esattezza dell’Ulteriore, lasciando libero l’osservatore di ammirarle secondo la propria urgenza esistenziale. 

   Creatività, mescolanze, simbologia, umano e trascendente sono le infinite sbarre del mondo di Elena da esse costretta nella continua speculazione di quanto la circonda imponendole surreali seppur efficaci raffigurazioni sia dell’esistente sia dell’immaginario fino a dissolverne ogni enigma e fornendo, riducendola all’essenziale, la sola rappresentazione alla portata di ciascuno di noi. Il tutto in un favoloso tripudio di sfumature e segni ad un tempo riconducibili alla pittura naturalistica a motivi geometrici tipica dei nativi delle grandi pianure dell’America del nord ed a quella più sviluppata delle popolazioni stanziali dell’America centrale.

   L’armonia e accuratezza del manufatto sfociano in lucentezza e sfolgorío improvvisi come fuochi artificiali color pastello che esplodono traverso le stelle lasciando attonito lo spettatore. 

   Lumache, meduse, cavallucci e stelle marini, pesci, per giungere a meravigliarmi delle stupende realizzazioni sempre in ceramica, piatti, vasi, calici, teiere, studio di tragitti coerenti, fondali marini, accessori moda con collane e spille, bracciali, orecchini e le realizzazioni in tessuto come illustrato all’inizio di questo meraviglioso percorso.

   Elena! Grazie di esistere, non fermarti e continua la tua ricerca, neppure potresti fare altrimenti, più forte di te l’esigenza di immergerti in questa fiabesca dimensione. Persisti a colorare ed abbellire la vita usando gli elementi che la natura ci offre che alla fine, ripeto, ma fine fine… altri non sono che ulteriori infinitesimali frammenti del medesimo componente primario del granello siliceo su cui approfittiamo di un passaggio che le tue creazioni rendono sicuramente piacevole, sereno e infondono speranza nel futuro. 

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

(1) Alice nel Paese delle Meraviglie (titolo originale Alice’s Adventures in Wonderland) è un romanzo fantastico pubblicato per la prima volta nel 1865 dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll.

Immagini in evidenza: Opere dell’Artista Elena Verardo – Rossiglione Genova

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APPUNTO PERCIÒ!

APPUNTO PERCIÒ!

Or ora mi sono svegliato,
mattinata furente
perciò saperti è sublime
altrimenti…
Cosa concluderei alla fine?
Ma fine, fine…
So che ci vedremo,
per me è vitale,
sei come il gelato
…caldo,
da leccare lentamente,
con cautela, adagio…
dico davvero!
Gustarti!
Rendere eterno il momento,
questo preciso istante,
esserti accanto,
affinché quest’altro attimo
sopraggiunto
abbia un senso,
pure questo…
Questo…
Già lontani,
sfolgorii fuggenti!
In me avverto il fluire
dei sensi, tutti,
so esattamente
cosa proverei
e quel che sentiresti tu.
In ciò non posso sbagliare!
Mille volte
potrei farti venire,
sei regina di ogni impero.
E tu… me!
Perché non ci sei?
Adesso!
Il tuo corpo
è la mia ricetrasmittente
fra l’essere e il nulla,
Universo la tua mente,
sono inerme,
libero di appartenerti,
non sono innamorato di te,
mai era accaduto,
è qualcosa di più…
Definitivo!
Proprio così!
Come toccare
l’agognato approdo
nella tempesta perfetta,
la fine di una ricerca,
quando raggiungi casa
mentre fuori nevica
e corri alla finestra
ad osservare il tavoliere…
Imbiancato.
Ed io ti scaldo.

Sai perché?
Il tuo sangue è il mio!
Appunto perciò…
Ti amo.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI artista contemporaneo – Disegno con lapis

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FULVIO LEONCINI ARTISTA POST CONTEMPORANEO

FULVIO LEONCINI
ARTISTA POST CONTEMPORANEO

Fulvio, devo concedermi una pausa! Quanto meno resistere alla tentazione di scrivere ciò che suscitano le tue opere ogni volta che le osservo, che sia tecnica mista, disegno con lapis, olio, schizzo (sto aspettando la foto della parete su cui pulisci i pennelli) e quant’altro tu imprima su supporto di ogni tipo. Il 13 di questo mese (dicembre 2017), pochi giorni fa, è stato pubblicato un libro “Stupidi anni! Vita e morte di Cesare Pavese” che, ovviamente, ho acquistato e letto in meno di un’ora.
Trattasi di opera teatrale, Gianfranco Loffarelli l’autore, e abbraccia l’arco di tempo che va dal 1927 al 1950 più precisamente alle ore 20,30 di domenica 27 agosto, Torino, Hotel Roma, stanza nr. 43, quando la cameriera dell’albergo vide disteso sul letto il corpo immobile del grande poeta. Pantaloni e camicia, maniche rivoltate, un braccio piegato sotto la testa ed un piede penzoloni appena fuori bordo. Risultò evidente quanto non fosse più occupato a liberarsi dei suoi propri incubi, più dal viso disteso e sereno che dalle due righe stilate sul foglietto attiguo ad una confezione vuota di “Roipnol”, sul comodino accanto. “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Non fate troppi pettegolezzi” vi era scritto.
Caro amico, ti starai domandando che caspita c’entri tutto ciò con la tua arte. Abbi un po’ di pazienza. Intanto… “Perdòno o Pèrdono?”. Il nostro Cesare non mise alcun accento per cui voglio pensare che intendesse perdonare l’umanità intera per aver lasciato andare anzitempo il sommo letterato e pensatore. “Non fate troppi pettegolezzi” lo aggiunse ben conscio di quanto siano repellenti le “qualità” degli appartenenti al genere “Homo” in cui lui non si riconosceva (né vi apparteneva). Così mi rimarrà sempre un dubbio, non per l’interpretazione del suo testamento che mi risulta chiarissimo ma su un particolare per i più insignificante che vorrei conoscere e non saprò mai anche se, sono convinto, egli abbia agito come… avrei fatto io al suo posto.
Arriviamo al dunque. Perché dovrei commentare questa tua eccelsa opera dopo aver visto il ritratto che avevi promesso di farmi? Mi sono commosso come poche volte è capitato nella vita. E solo per questioni di donne. Ho provato la sensazione… come dire? Esiste una persona che è riuscita ad arrivare in fondo alla mia anima. Hai scritto “grande” fra l’altro. Se lo dici tu… Però devi sapere che all’età di pochi mesi, da bebè, avevo il vizio di tirarmi l’orecchio destro nel vano tentativo di metterlo in bocca e morsicarlo per cui, rispetto al sinistro, risulta essere più discosto dall’osso temporale. Mia mamma decise infine di incerottarlo ma il danno era fatto. Forse già allora la “destra” mi infastidiva… Osservando attentamente la mia propria immagine riprodotta magistralmente dovrei dedurne, proprio da questo particolare, che il sottoscritto sia dall’altra parte della psiche, e stia osservando Mauro quasi intendesse riferirgli qualcosa. Forse non tutti sanno che il riflesso percepito da uno specchio piano non è invertito destra-sinistra come ordinariamente creduto. Per le leggi della rifrazione che non sto qui a spiegare esso rimane infatti inalterato l’osservatore percependo il solo ribaltamento alto-basso e fronte-retro. Allora mi collego alla citazione che hai scritto in “calce” al ritratto in caratteri che potrebbero sembrare la piccola ringhiera della mensola:

“Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò.”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere (1935-1950)

L’ho fatta troppo lunga ma ho “sentito”, se mai avessi dovuto averne conferma, la magnifica persona che sei e, travolto da un’ondata di affetto sincero, avvertito la pressante necessità di dire: “Ti voglio bene”.
Per quanto riguarda la tua opera in evidenza affermo, nel pieno delle mie facoltà mentali, che se Vincent è “post impressionista” tu, Fulvio Leoncini, sei “post contemporaneo”. “Oltre” insomma… Come l’io al di là della tua specchiera… probabile abbiano una riva, la stessa. Dove arriveremo. Un abbraccio.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista post contemporaneo – Ritratto di Mauro Giovanelli (immagine provvisoria)

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I DIVINI CAVALLI DI ACHILLE

I DIVINI CAVALLI DI ACHILLE

Amore,
amare,
essere amato,
amaro
averlo perduto,
così da rinunciare
all’affilata
luce del sole
che leviga
ogni dolore
e ombra
benevola
accoglie tregua,
silenzio,
mentre la vita
scorre
come carezza
sul muso
del purosangue
che guarda
verso il cielo.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Giorgio De Chirico – “I divini cavalli di Achille”

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Vizi e Virtù

Vizi e Virtù

Davvero bizzarro. Fin qui son giunto ritenendo che il mio unico difetto fosse la “generosità”. Da poco ho scoperto non sopportare più gli sciocchi e, ancor più grave, li riconosco al volo. Imperdonabile! Di questi tempi poi… Una frazione di quella che avrebbe potuto considerarsi virtù viene fagocitata da ridotta affezione verso il prossimo: Vizio quindi!
Avanti il prossimo!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: faccia buco.com

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IL CRETINO PARTE IV, UN PASSO INDIETRO… CON INTEGRAZIONE E CONSULTO

UN PASSO INDIETRO…

IL CRETINO PARTE IV (BANNARE IL BANNATO)
ovvero BANNARE VECCHIA MANIERA)

CON INTEGRAZIONE E CONSULTO

RISERVATA PERSONALE

[Cognome e nome… omissis],
mi riferisco all’ultimo nostro incontro, precisamente in “Pizzeria” venerdì 1 dicembre u.s., per manifestarti la mia, come dire? Presa di coscienza? Di come abbia potuto considerarti amico cui ho pure confidato, consuetudine fra persone leali e consapevoli, accadimenti della mia vita. È un di più sottolineare la “vostra” (tu e [omissis]) ormai manifesta propensione a divulgare a terzi quanto vi viene rivelato con mal riposta fiducia. Mi sembra impossibile essermi adattato, anche saltuariamente, a simili frequentazioni (tu e [omissis]).
Oltre a tutte le corbellerie da te sentenziate ed elargite a profusione, come al solito, con la complicità “intellettuale” di tua moglie, infarcite di supponenza, arroganza, tracotanza e quant’altro, in particolare mi riferisco all’insulto da te pronunciato apertamente nei miei riguardi, in auto, presenti la mia signora e [omissis].
Or dunque respingo al mittente l’ingiuria e villania (avrei dovuto farti accostare e proseguire a piedi per respirare aria pura). Allo stesso tempo desidero che tu sappia quanto il sottoscritto potrebbe insegnarti a vivere, comportarti, pensare, agire, parlare, leggere, scrivere, interpretare, gesticolare, proporsi e, bada bene, finanche tacere.
Il tempo è però scaduto, ho cose ben più importanti di cui occuparmi, quindi con questa mia intendo riferirti che in futuro farò volentieri a meno della tua sporadica vicinanza augurandomi tu abbia, come minimo, la delicatezza di evitare ogni tipo di contatto con miei parenti e affini. Io farò altrettanto (come da anni).
Mauro Giovanelli.

IL PENTIMENTO E RICHIESTA DI CONFORTO AD UN “VERO” AMICO E UOMO

Caro (Omissis amico vero),
ripensando alla mail che ho inviato al nostro comune amico desidero confidarti che sto riflettendo, anche se non lo merita, sul fatto che potrebbe apparire “forte”, forse lo è, del resto la molla che più mi ha spinto a prendere tale decisione sta proprio nella medesima considerazione cui siamo entrambi pervenuti. Loro non solo mi considerano un “fallito”, quindi essere inferiore da trattare a pesci in faccia, ma tale reputano pure (Omissis infatti nella missiva l’ho designata “la mia signora”) rivolgendosi a lei, entrambi, come fosse imbecille. Ciò che non comprendo è come mia moglie possa non ravvisarlo. L’ultima volta, al ristorante, la apostrofavano in malo modo non riuscendo ella a capire alcunché di ciò che “ragliavano”, ed io sempre l’ho difesa intervenendo con “sarcasmo” che alla coppia fascista, ovviamente, sfuggiva (i fascisti sono banalissimi, ignoranti e non hanno alcun senso dell’umorismo se non per indegne battutacce su “negri”, “clochard”, “ebrei”, “gay” e quant’altro). È capitato più di una volta in questi anni che lo stesso Andrea le si proponesse quasi rimproverandola della sua “incapacità” ad apprendere immediatamente le verità rivelate che solo lui detiene (insieme a Omissis moglie del cretino, cretina pure lei, e Omissis figlio cretino). Inoltre lavorano ai fianchi pure mio genero designato ad essere  interpellano ripetutamente affinché risolva problemi inerenti i computer di (Omissis e Omissis figlio); ma non sono due geni? E per ricompensa preparano il “pacchetto” delle ignobili “squisitezze” di (omissis moglie del cretino), “fetta” dell’ultima torta congeniata con (Omissis moglie del di loro figlio), porzioni di incongrue misture salate, ecc.) che lui, per educazione, e dopo insistenza della “sig.ra” (Omissis moglie del cretino, cretina pure lei), alla fine accetta stremato. Perciò gli ho precisato di usarmi la cortesia affinché eviti di frequentare pure miei parenti e affini.
Scusa il mio ulteriore “sfogo” ma sei l’unico amico su cui possa contare. A presto.
Un abbraccio.
Mauro

LA RISPOSTA

Caro Mauro,
Concordo. Anche sulle ignobili squisitezze di (Omissis moglie del cretino pure lei cretina)!!
Un abbraccio.
(Omissis amico vero)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

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SINTONIA IMMAGINIFICA – VIII EDIZIONE – LA MORRA CN

“SINTONIA IMMAGINIFICA”
MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA
VIII EDIZIONE – LA MORRA CN
“Chiesa dei Confratelli di San Rocco”
21 ottobre ÷ 5 novembre 2017

►CODICE ISBN: 9788892336360

ACQUISTO:

►IN TUTTE LE LIBRERIE “La FELTRINELLI”
►ON-LINE sul sito www.lafeltrinelli.it
►ON-LINE sul sito www.ilmiolibro.it
►ON-LINE su www.IBS.it

SONO STATE ESIBITE DUE OPERE PITTORICHE
DEL MAESTRO CARLO RAMBALDI
PER GENTILE CONCESSIONE DI DANIELA RAMBALDI

Espongono
Carlo Piterà – Fausto Nazer – Giacomo Mozzi – Jessica Spagnolo – Loredana Marcarini – Lorenzo Bersini – Luca Capoccia – Marco Creatini – Mario Menardi – Paolo Viola – Roberto Villa – Silvia Rege Cambrin

I N D I C E

– PRESENTAZIONE
– “Sintonia Immaginifica”
– “Chiesa dei Confratelli di San Rocco”
– La Morra CUNEO
– Carlo Rambaldi
– CARLO PITERÀ
– FAUSTO NAZER
– GIACOMO MOZZI
– NINO CARÈ HI TECH MULTIMEDIA
– JESSICA SPAGNOLO
– MAX BARONI
– GABRIELLA SPADARO
– CAROLINA BRASIOLI
– RICCARDO RIVA
– PATRIZIA BORROMEO arpista
– VERSO SERA
(poesia Mauro Giovanelli)
– PRIMO VAGITO
(poesia Max Baroni)
– LOREDANA MARCARINI
– LORENZO BERSINI
– LUCA CAPOCCIA
– MARCO CREATINI
– MARIO MENARDI
– PAOLO VIOLA
– ROBERTO VILLA
– SILVIA REGE CAMBRIN
– FÉMINA Danae
(poesia di Mauro Giovanelli)
– SOGNO DI UNA NOTTE A MENO 1/12° DALL’ESTATE
(POESIA di Mauro Giovanelli)
– SPENSIERATEZZA
(POESIA di Max Baroni)
– MAURO GIOVANELLI intervista la pittrice
JESSICA SPAGNOLO all’interno:
– NON TI AMO…
(POESIA di Mauro Giovanelli)
– POSTFAZIONE

   Quanto vi propongo non è un volumetto di critica d’arte nel senso stretto del termine. Essendo di sole 80 pagine neanche romanzo seppure gli somigli, lo definirei racconto lungo, sogno, narrazione, follia o metafisico viaggio di come ho vissuto la presentazione dell’VIII edizione della mostra d’arte tenutasi a “La Morra”. Perché? Per il semplice fatto che, nonostante tutto, continuo a credere nelle persone e quelle incontrate o percepite in tale circostanza mi hanno fatto sentire “in familiarità”. Necessito di tutti ma posso pure farne a meno, ultimamente intendo, poiché la vita che ancora affronto con spudoratezza mi ha insegnato molte cose oltre a tutto ciò che, in natura, posseggo di mio. Da quella giornata potrebbe essere che molte cose siano cambiate del resto è nell’istinto animale modificare il pensiero secondo il “fiuto” che istintivamente ci indirizza verso il percorso adeguato all’eterna lotta per la sopravvivenza. Dal recentissimo articolo o post di un amico prendo spunto per una riflessione inerente i così detti “sette peccati capitali” da egli citati. Per quanto mi riguarda tralascio “Lussuria” e “Gola” che, non solo sono virtù ma, associate fra loro, addirittura quel Paradiso che alcuni individui autoproclamatisi rappresentanti di chissà quale Dio in Terra vorrebbero negarci (usufruendone loro cospicuamente). Restano Invidia… non mi appartiene per definizione. Di chi? Potrebbe esistere qualcuno migliore di me? Superbia… Ho testé dato prova della mia modestia avendo omesso di dimostrare quanto pocanzi affermato. Ira… Non la conosco. Forse potrei esserne investito solo avverso persone degne ma… Dove sono? Chi? Accidia… Beh! Ogni tanto vengo colto da abulia, torpore per stanchezza della mediocrità che ci circonda ma tutto ciò è pausa propedeutica della mia creatività, quindi… Avarizia! Questa poi… ho sperperato tre fortune nel turbinio della vita ed ora sono in attesa di rifarmi la quarta. Nonostante la grande saggezza dei latini contesto pure “Excusatio non petita, accusatio manifesta” l’unica massima a non convincermi del tutto. Infatti chi nulla ha da nascondere perché deve essere tanto “tirchio” da non spiegare ai meno dotati quanto sia inespugnabile la “Verità”? La Generosità! Ecco qual è il mio unico difetto.

   Il prezzo di questo libro, come il precedente redatto per l’evento “Cinema & Arte” tenutosi a Lamezia Terme in commemorazione del grande Carlo Rambaldi e “collettiva” per altri diciannove artisti contemporanei… Stavo dicendo che il prezzo viene determinato dalla tipografia “GEDI Gruppo Editoriale S.p.a” che fa capo a www.lafeltrinelli.it e www.ilmiolibro.it per la distribuzione. Anche se lo ritengo superfluo desidero precisare che la carta, ovviamente patinata e indubitabilmente a colori, prevede costi più elevati e il mio insolente margine di “guadagno”, solo costo aggiuntivo, non è il mezzo con cui sto preparando la “quarta vita” sopra menzionata. Ci mancherebbe…

   Buona lettura a coloro che lo acquisteranno per tale scopo.

   Un caro saluto a tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso. Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova

www.icodicidimauro.com

THE END