…E NON SOLO IL GRANDE GIORDANO BRUNO…

…E NON SOLO IL GRANDE GIORDANO BRUNO… – Sono incalcolabili le vittime della Santa Inquisizione, pare sia il più grande olocausto della storia…

DA “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di JOSÉ SARAMAGO – Universale Economica Feltrinelli, 1997 – pagg. 300÷304

Con citazioni tratte da “Ecco Perché Juanita” di Mauro Giovanelli

«…Per cominciare da chi conosci e ami, il pescatore Simone, che chiamerai Pietro, sarà come te crocifisso, ma con la testa all’ingiù, e crocifisso dovrà essere anche Andrea, su una croce a forma di x, il figlio di Zebedeo, quello di nome Giacomo, lo decolleranno, e Giovanni e Maria di Magdala invece moriranno di morte naturale, quando saranno finiti i loro giorni, ma avrai altri amici, discepoli e apostoli come quelli già nominati, che non sfuggiranno ai supplizi, come per esempio un Filippo, legato alla croce e lapidato fino a quando la vita gli si sarà spenta, un Bartolomeo, che sarà scuoiato vivo, un Tommaso, che ammazzeranno a colpi di lancia, un Matteo, che adesso non ricordo come morirà, un altro Simone, segato a metà, un Giuda, ucciso a colpi d’accetta, un altro Giacomo, lapidato, un Mattia, decollato con una scure, e anche Giuda di Kiriat, ma di questo ne saprai meglio tu di me, tranne la morte, impiccato con le sue stesse mani a un fico e se non troverà la forza di uccidersi, o prima che questo avvenga, verrà assassinato, su di lui non ho ancora le idee chiare, Dovranno morire tutti per te, domandò Jeshua, Se la metti in questi termini, sì, moriranno tutti per causa mia, E poi, Poi, figlio mio, sarà una storia interminabile di ferro e sangue, di fuoco e ceneri, un mare infinito di sofferenza e lacrime, Racconta, voglio sapere tutto. Dio sospirò e, col tono monocorde di chi ha preferito soffocare la pietà e la misericordia, attaccò la litania, in ordine alfabetico per evitare suscettibilità in merito alla precedenza, Adalberto di Praga, ucciso con uno spuntone a sette punte, Adriano, ucciso a martellate sopra un’incudine, Afra di Asburgo, morta sul rogo, Agapito di Preneste, morto sul rogo, appeso per i piedi, Agata di Sicilia, morta con i seni recisi, Agricola di Bologna, crocifisso e trafitto di chiodi, Alfegio di Canterbury ucciso a colpi di osso di bue, Anastasia di Sirmio, morta sul rogo con i seni recisi, Anastasio di Salona, impiccato e decapitato, Ansano di Siena, ucciso per eviscerazione, Antonino di Pamiers ucciso per squartamento, Antonio di Rivoli, ucciso a sassate e bruciato, Apollinare di Ravenna, ucciso a mazzate, Apollonia di Alessandria, morta sul rogo dopo che le avevano strappato i denti, Augusta di Treviso, uccisa per decapitazione e bruciata, Aura di Ostia, annegata con una mola al collo, Aurea di Siria, morta dissanguata, seduta sopra una sedia ricoperta di chiodi, Auta, ammazzata a frecciate, Babila di Antiochia, ucciso per decapitazione, Barbara di Nicomedia, uccisa per decollazione, Barnaba di Cipro, lapidato e bruciato, Beatrice di Roma, uccisa per strangolamento, Benigno di Digione ucciso a colpi di lancia, Biagio di Sebaste, ucciso con carde di ferro, Blandina di Lione, uccisa a cornate da un toro selvaggio, Callisto, strangolato con una mola, Cassiano di Imola, ucciso dai suoi alunni con uno stiletto, Castulo, sepolto vivo, Caterina di Alessandria, uccisa per decapitazione, Cecilia di Roma, uccisa per decollazione, Chiaro di Nantes, ucciso per decapitazione, Chiaro di Vienna, ucciso per decapitazione, Chiteria di Coimbra, decapitata dal proprio padre, un orrore, Cipriano di Cartagine, ucciso per decapitazione, Ciro di Tarso, ucciso ancora bambino da un giudice che gli batté la testa contro le scale del tribunale, Clemente, annegato con un’ancora al collo, Crispino e Crispiniano di Soissons, uccisi per decapitazione, Cristina di Bols uccisa con tutto quanto si possa fare con mola, ruota, tenaglie, frecce e serpenti, Cucufate di Barcellona, ammazzato e sventrato, arrivato alla fine della lettera c, Dio disse, Poi è tutto uguale, o quasi, ormai sono poche le varianti possibili, tranne che nei particolari, i quali sono talmente raffinati che ci vorrebbe un mucchio di tempo a spiegarli, fermiamoci qui, Continua, disse Jeshua, e Dio continuò, abbreviando il più possibile, Donato di Arezzo, decapitato, Elifio di Rampillon, gli hanno segato la calotta cranica, Emanuele, Sabele e Ismaele, il primo col petto trafitto di chiodi, più un chiodo che gli attraversava la testa da un orecchio all’altro, tutti decollati, Emerano di Ratisbona, legato a una scala e ammazzato, Emerita, bruciata, Emilio di Trevi, decapitato, Engràcia di Saragozza, decapitata, Erasmo di Gaeta, detto anche Telmo, dimembrato con un argano, Ermenegildo, finito ad accettate, Eschilo di Svezia, lapidato, Escubiculo, decapitato, Eufemia di Calcedonia, infilzata con una spada, Eulalia di Merida, decapitata, Eutropio di Saintes, testa mozzata con una scure, Fabiano, spada e carde di ferro, Fede di Agen, decollata, Fedele di Sigmaringen, mazza chiodata, Felice e il fratello Adaucto, teste mozzate con la spada, Felicita e i sette figli, idem, Ferreolo di Besançon, decapitato, Filomena, frecce e ancora, Firmino di Pamplona, decapitato, Flavia Domitilla, idem, Fortunato di Evora, forse idem, Fruttuoso di Tarragona, bruciato, Gaudenzio di Francia, decapitato, Gelasio, idem più carde di ferro, Gengulfo di Borgogna, cornuto, assassinato dall’amante della moglie, Gennaro di Napoli, decapitato dopo essere stato condannato alle fiere e buttato dentro un forno, Gerardo Sagredo di Budapest, lancia, Gereone di Colonia, decapitato, Gervasio e Protasio, gemelli, idem, Giovanna d’Arco, bruciata viva, Giovanni di Brito, decollato, Giovanni Fisher, decapitato, Giovanni Nepomuceno di Praga, annegato, Giulia di Corsica, seni recisi e poi crocifissa, Giuliana di Nicomedia, decapitata, Giusta e Rufina di Siviglia, una sulla ruota, l’altra strangolata, Giustina di Antiochia, bruciata con pece infocata e decapitata, Giusto e Pastore, ma non questo che abbiamo qui, di Alcalà de Henares, decapitati, Godeliva di Ghistelles, strangolata, Goretti Maria, idem, Grato di Aosta, decapitato, Ignazio di Azevedo, ammazzato dai calvinisti, questi non sono cattolici, Ines di Roma, sventrata, Ippolito, strascinato da un cavallo, Juan di Prado, pugnalato alla testa, Kilian di Wùrzburg, decapitato, Léger d’Autun, idem dopo avergli cavato gli occhi e strappato la lingua, Leocadia di Toledo, scaraventata da un precipizio, Lievin di Gand, lingua strappata e decapitato, Longino, decapitato, Lorenzo, bruciato sopra una griglia, Ludmilla di Praga, strangolata, Lucia di Siracusa, decollata dopo averle cavato gli occhi, Magino di Tarragona, decapitato con una falce seghettata, Mama di Cappadocia, sbudellato, Margherita di Antiochia, torcia e pettine di ferro, Mario di Persia, spada, amputazione delle mani, Martina di Roma, decapitata, i martiri del Marocco, Berardo, Pietro, Accursio, Adiuto e Ottone, decollati, quelli del Giappone, ventisei, crocifissi, infilzati con lance e bruciati, Maurizio di Agaunum, spada, Meinrado di Einsiedeln, mazza, Mena di Alessandria, spada, Mercurio di Cappadocia, decapitato, Moro Tommaso, idem, Nicasio di Reims, idem, Odilia di Huy, frecce, Pafnuzio, crocifisso, Paio, squartato, Pancrazio, decapitato, Pantaleone di Nicomedia, idem, Patroclo di Troyes e di Soest, idem, Paolo di Tarso, a cui dovrai la tua prima Chiesa, idem, Perpetua e Felicita di Cartagine, Felicita era la schiava di Perpetua, incornate da un toro infuriato, Piat di Tournai, sfondamento del cranio, Pietro di Tortosa, decapitato, Pietro di Verona, mannaia sulla testa e pugnale nel petto, Policarpo, pugnalato e bruciato, Prisca di Roma, sbranata dai leoni, Processo e Martiniano, la stessa morte, credo, Quintino, chiodi nella testa e in altre parti, Quirino di Rouen, cranio spaccato, Regina di Alise, gladio, Restituta di Napoli, rogo, Rinaldo di Dortmund, a mazzuolate, Rolando, spada, Romano di Antiochia, lingua strappata, strangolamento, ancora non sei stufo, domandò Dio a Jeshua, e Jeshua rispose, Dovresti rivolgerla a te stesso questa domanda, “Se un Dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel Dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore.”1 continua, e Dio proseguì, Sabiniano di Sens, decollato, Sabino di Assisi lapidato, Saturnino di Tolosa, strascinato da un toro, Sebastiano, frecce, Secondo di Asti, decapitato, Servazio di Tongres e di Maastricht, ucciso a zoccolate, per quanto sembri impossibile, Severo di Barcellona, chiodo conficcato nella testa, Sidwel di Exeter, decapitato, Sigismondo re dei burgundi, scagliato in un pozzo, Sinforiano di Autun, decapitato, Sisto, idem, Stefano, lapidato, Tarcisio, lapidato, Tecla di Iconio, mutilata e bruciata, Teodoro, rogo, Tiburzio decapitato, Timoteo di Efeso, lapidato, Tirso, segato, Tommaso Becket di Canterbury, spada conficcata nel cranio, Torpete di Pisa, decapitato, Torquato e i ventisette, uccisi dal generale Mina alle porte di Guimaràes, Urbano, decapitato, Valeria di Limoges, idem, Valeriano, idem, Venanzio di Camerino, decollato, Vincenzo di Saragozza, mola e griglia con punte, Virgilio di Trento, ecco un altro ucciso a zoccolate, Vitale di Ravenna, lancia, Vittore, decapitato, Vittore di Marsiglia, decollato, Vittoria di Roma, ammazzata dopo averle strappato la lingua, Wilgefortis, o Liberata, o Eutropia, vergine barbuta, crocifissa, e altri, altri, altri, idem, idem, idem, basta. Non basta, disse Jeshua, a quali altri alludi, Lo ritieni proprio indispensabile, Sì, Mi riferisco a quelli che, non essendo stati martirizzati e morendo di morte naturale, hanno sofferto il martirio delle tentazioni della carne, del mondo e del Demonio e che, per vincerle, hanno dovuto mortificare il proprio corpo col digiuno e la preghiera, c’è persino un caso interessante, un tale John Schorn, il quale ha passato tanto di quel tempo inginocchiato a pregare che alla fine aveva i calli, Dove, Ma sulle ginocchia, ovviamente, e si dice pure, questo riguarda te, che rinchiuse il Diavolo in uno stivale, ah, ah, ah, Io, in uno stivale, Pastore manifestò i suoi dubbi, sono leggende, per potermi rinchiudere in uno stivale, ce ne sarebbe voluto uno grande quanto il mondo, e comunque vorrei proprio vedere chi sarebbe riuscito a calzarlo e a sfilarselo, Solo con il digiuno e la preghiera, domandò Jeshua, e Dio rispose, Offenderanno il corpo anche con dolore, sangue e un mucchio di schifezze, e tante altre penitenze, portando cilici e flagellandosi ci sarà pure chi non si laverà per tutta la vita, o quasi, come affermò, afferma o affermerà uno dei grandi filosofi che infetteranno il mondo, a proposito attenzione a questa specie di umani sono molto pericolosi per il nostro potere, schegge impazzite, incidenti di percorso, valuta tu le sue parole di denuncia, “Qui la carne viene disprezzata, l’igiene rifiutata in quanto sensualità, La Chiesa oppone resistenza alla pulizia (la prima misura adottata dai cristiani, dopo la cacciata dei Mori, fu la chiusura dei bagni pubblici, mentre la sola Cordova ne possedeva 270). E le terme romane non furono forse distrutte dai Cristiani?”“I credenti, i mistici, quando gettano il loro sguardo sul mondo, non vedono delle donne belle e provocanti, non vedono degli uomini gaudenti: vedono degli scheletri, vedono teschi dalle occhiaie fonde, mandibole senza lingua, denti senza gengive, teste ignobilmente calve, piedi che sembrano composti di dadi imperfetti, lunghissime mani che sembrano bocchini di pipa infilati.”3 , e cosa ne pensi della ricetta pedagogica per il corpo umano che uno dei tanti santi così illustrò: “Le mie membra ributtanti erano rese ruvide dal sacco. La mia pelle lurida era diventata nera come la carne di un etiope. A me non piacciono per niente i bagni nel caso di una vergine adulta, che deve aver vergogna di sé stessa e non deve sopportare di vedersi nuda. Infatti se macera il suo corpo con veglie e digiuni e lo riduce in schiavitù, se desidera spegnere con il freddo della continenza la fiamma della libidine e gli stimoli della sua età ardente, se ha premura di deturpare il suo naturale splendore con voluta trascuratezza, perché dovrebbe poi risvegliare con l’esca dei bagni i fuochi sopiti?”4 Ci saranno filosofi che addirittura si arrogheranno il diritto di esser loro a perdonare, con sarcasmo, come quel tale, “…ti perdono di essere cristiano: se non si è filosofi ci si può accontentare di ciò. O si pensa o si crede: non c’è altra via…” 5, o indagare per poi sentenziare, “…la religione, come le lucciole, ha bisogno dell’oscurità per risplendere…” 6, oppure, “…Il monoteismo genera l’ortodossia, l’ortodossia il fanatismo, il fanatismo l’odio e l’odio le guerre di religione…” 7, e ancora, “…Beati i poveri di spirito! In effetti il cristianesimo, fin dall’inizio ha sempre considerato la cultura come qualcosa da combattere…”8 . Addirittura, ma questo è un altro discorso, anche se attinente, i nostri seguaci distruggeranno gran parte delle opere d’arte edificate da altre civiltà in onore dei loro dèi, come osa denunciare un altro filosofo, siriano per giunta, ad un imperatore romano, ascolta! “Tu dunque comandasti che i templi non venissero chiusi e che non fosse proibitione di entrarvi, né bandisti il fuoco né l’incenso né le altre offerte di profumi dai templi e dagli altari; questi uomini vestiti di nero invece (i monaci cristiani), che mangiano più degli elefanti, che stancano, per l’abbondanza delle coppe che tracannano, coloro che versano da bere al suono dei loro canti; essi, che nascondono questi eccessi sotto un pallore che si procurano artificialmente, o imperatore, in violazione della legge in vigore corrono contro i templi, i tetti vengono tirati giù, i muri diroccati, le statue abbattute, gli altari rovesciati, i sacerdoti costretti a tacere o morire. Distrutto il primo tempio si corre ad un secondo e poi a un terzo, e trofei si aggiungono a trofei, contro ogni legge. Tutte queste violenze si osano anche in città. Ma per lo più nelle campagne, ed essi, in gran numero, attaccano in ogni luogo; dopo aver causato separatamente mille danni, si riuniscono e l’uno e l’altro si chiedono conto delle imprese: è una vergogna non aver commesso le più infamanti ingiustizie. Vanno all’assalto per le campagne come torrenti, devastano i campi con il pretesto dei templi: nel campo dove hanno distrutto un tempio hanno anche accecato, abbattuto, ucciso!” 9 Poi c’è stato, c’è e ci sarà, ma per te preferisco usare il tempo futuro, chi precipiterà nelle foreste e si rivolterà nella neve per placare le brame della carne suscitate dal Diavolo, cui si devono tutte queste tentazioni, perché il suo scopo è quello di distogliere gli animi dalla retta via che condurrebbe al cielo, donne nude e mostri spaventosi, creature aberranti, lussuria e paura, ecco le armi con cui il Demonio tormenta le povere vite degli uomini, Farai tutto questo, domandò Jeshua a Pastore, Più o meno, rispose lui, mi sono limitato a prendere ciò che Dio non ha voluto, la carne, con la sua gioia e la sua tristezza, la gioventù e la vecchiaia, la freschezza e il marciume, ma non è vero che la paura sia una mia arma, non ricordo di essere stato io a inventare il peccato e il suo castigo, e la paura che li accompagna sempre, Taci, lo interruppe Dio, spazientito, il peccato e il Diavolo sono i due nomi di una stessa cosa, Che cosa, domandò Jeshua, La mia assenza, E l’assenza di te, a che cosa si deve, al fatto che ti sia ritirato tu o che si siano allontanati da te, Io non mi ritiro mai, Ma consenti che ti abbandonino, Chi mi abbandona, mi cerca, E se non ti trova, la colpa, ormai si sa, è del Diavolo, No, la causa di questo non è sua, è colpa mia, che non riesco ad arrivare là dove mi cercano, parole che Dio pronunciò con una pungente e inattesa tristezza, come se all’improvviso avesse scoperto dei limiti al proprio potere…»

1 Arthur Shopenhauer, Nacchera. Munchen 1985, III, 57.
2 Friedrich Nietzsche, L’anticristo. Capitolo 21.
3 Pitigrilli (Dino Segre), Cocaina.
4 San Gerolamo, Lettere. Milano 1989. pp. 107 e 461 sg.
5 Arthur Shopenhauer, O si pensa o si crede. – Scritti sulla religione.
6 Anacleto Verrecchia, Giordano Bruno. – La falena dello spirito.
7 Ibid,.
8 Ibid,.
9 Flavio Libanio, In difesa dei templi. Napoli 1982, pp. 37 sg.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di JOSÉ SARAMAGO – Universale Economica Feltrinelli, 1997

RIPRODUZIONE RISERVATA 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.