SUPPLICA

SUPPLICA

Ave piena di grazia,
solitaria,
abusata sposa bambina
figlia di ingiustizia,
venduta dal padre,
strappata all’infanzia,
il signore assente…
In balia di violenza,
indifesa fra tutte le donne,
fragile come sorriso
al tuo matrimonio,
unico, staccato, imposto,
dall’acre sapore di pianto.
Non è benedetto il frutto
del tuo acerbo seno ma,
con leggiadrìa lo accogli,
neppure il tuo nome conosco,
Kalavati, Silvia, Anupama,
Beatrice, Medha, Maria…
Ma ti so,
osservo l’amore per il cucciolo,
quasi fratello, non genitore,
che accarezzi giocattolo.
Intanto… Prega per noi peccatori,
sempre,
ogni giorno,
il tempo scippato,
adesso, domani,
oltre l’ora della nostra morte.
Così non più sia.

Mauro Giovanelli – Genova
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