PULSIONALE POESIA III MILLENNIO – Seconda edizione

Prefazione

È sempre incantevole ritrovare un’opera di Mauro
Giovanelli, leggerlo è come riscoprire il viaggio creativo
sedimentato nella nostra mente, nel modo di un
apparente letargo che aspetta solo d’esser sollecitato –
o solleticato – per riprendere vita, inebriarsi di nuovi
approdi e scoprire inedite possibilità espressive. I suoi
componimenti sono caleidoscopiche opportunità per
essere rapiti da un vortice poliedrico che non segue mai
un’unica intuizione, si fa piuttosto guidare da una voce
lontana – Musa ante-litteram – capace di emergere, di
volta in volta, da angoli diversi, attimi di luce sorgente
quasi fossero comete.
[…]
Alzo lo sguardo al Cielo,
m’interrogo,
definisco l’orizzonte,
il canto della risacca
scompiglia ogni certezza,
abbasso gli occhi,
l’ombra di un gabbiano
dà percezione di tremolio dei sassi
e svanisce nel vento.
Invano l’ho seguita
per guadagnare tempo.

(Sum)
Ci troviamo di fronte a un’avventura dei sensi e per
i sensi, tenuti desti dallo scorrere di pagine che non ne
prediligono mai uno solo, scegliendo di mescolarli fra
loro, inebriando il lettore di un appassionante discorso,
un harem elegiaco di godimento intellettuale ed estatico.
Ogni brano è come il gioiello forgiato dalla passione
creativa del poeta, che non si limita a trasmettere alla
materia (in questo caso le parole) un significato, ma lo
compenetra, plasmandolo a un’esigenza di possessione
letteraria per fondersi in un vero e proprio godimento
creativo, intensa voluttà espressiva.

Verso sera…
si comincia a vivere o morire,
fare l’amore
o la notte accanto al congiunto in coma,
in attesa dell’alba
che vedrà esecuzioni di sorelle e fratelli.
Verso sera
sai che il tuo pensare
ti aspetta più agguerrito che mai,
potresti trascinarlo fino al sorgere del sole,
annuncio che hai superato l’ostacolo
e il fardello comincia a pesare
sull’altra parte di mondo.

(Verso sera…)

E se il vigore delle immagini descritte colpisce quanto
la tela più raffinata, il sotto-testo della creazione e l’elegante
contestualizzazione letteraria trascinano il lettore
nel vortice della percezione coinvolgendolo in un vero e
proprio sabba dell’inventiva da cui è avvolto nell’accezione
più compiuta, profonda, quella che lega indissolubilmente
l’arte alla vita in uno scambio emozionale
continuo, e negli attimi in cui siamo chiamati alla più intima
riflessione si nutre anche di eccessi e raccoglimento.
È bene notare che nella silloge non troviamo riverberi
di una sola vita, ma più esistenze che s’incrociano: Da
una parte quelle vissute dallo stesso autore, dall’altra
ogni germoglio generato dall’attenta osservazione del
reale, raccolti nello spettro di un immaginario senza
fine, sussurri, sguardi, letture, percezioni, un incontro,
il bacio che ci ha tolto il respiro per un attimo, per sempre;
segnali indelebili che hanno influenzato l’animo e la
genialità dell’artefice.

[…]
Attenta alle mie parole
hanno perso sostanza
potrebbero affascinarti
come sempre
ma sono menzognere
non per volontà loro
del mio pensare
ha preso il sopravvento
va per conto suo
non ne ho controllo
valgono solo il momento
in cui le pronuncio
e subito dopo
pur nel rimpianto
mi accorgo che già
hanno cambiato gioco.

(Rinuncia)

Caro lettore… immergiti in questa raccolta, immagina
d’essere su un picco a strapiombo nel mare dell’intel10
letto e tuffati tra le pagine in burrasca, ti accoglieranno
– stanne certo – in un abbraccio fecondo, per condurti
sulle più belle spiagge dell’ingegno umano.

Prefazione alla I edizione

Tra il 2012 e il 2013 al Complesso del Vittoriano di
Roma venne allestita una straordinaria mostra di Renato
Guttuso. Al di là della ricchezza artistica che la raccolta
presentava, a colpire particolarmente il visitatore la sala
centrale che era stata allestita posizionando su ognuno
dei quattro lati una enorme opera dell’artista. La sensazione,
altamente impressionante, era di essere immersi
nei quadri stessi, una vividezza di colori e immagini da
catapultare l’osservatore in un mondo (ir)reale di fantastiche
sensazioni. Questa particolare commozione è
tornata alla mente durante la lettura del testo di Mauro
Giovanelli, capace in maniera sorprendente di trasmettere
al lettore una poliedricità di percezioni e sfumature
assolutamente coinvolgente e inebriante. La corposa raccolta
poetica dell’autore, infatti, è un viaggio esperienziale
che unisce la parola a una componente visiva particolarmente
fruttuosa data dalle foto e dalle riproduzioni,
che l’autore stesso ha inserito, di opere presenti nella sua
collezione privata, immagini familiari storiche, foto da
lui stesso scattate ma anche di altre universalmente conosciute
per il loro valore artistico.
[…]
Ho mani eterne,
senza tempo l’impronta impressa su te,
mai più sarà cancellata,
marchio che ti accompagnerà,
ne rimarrà nozione
pure quando questo valico sarà superato
scollati dal passato.
Stammi lontana, meglio è per te,
colei che ne avverte il senso
mai più troverà pace.

[…]
(Cacciatore di te)

Un artista a tutto tondo, Mauro Giovanelli, che sembra
sfidare la parola, a voler dimostrare che può piegarla ad
una sua volontà creatrice, ma forse proprio con piacere
i versi stessi si plasmano tra le sue dita, consapevoli della
capacità autoriale di renderli ancora più vitali, più sinuosi,
più comunicativamente appaganti e stimolanti. È una
poesia pittorica quella del nostro autore che fin dalle prime
righe sembra ricordarci che la vita – affinché sia tale e
possa dare il massimo – allo stesso modo va vissuta, senza
negarsi possibilità ed esperienze, facendo un profondo respiro
e gettandosi nell’ignoto.
[…]
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza e,
in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che t’intimoriva.
Ti ho veduta con Alda in fasce, avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre, procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata, amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme galoppava verso il rifugio.

[…]
(Mamma)

A tutto questo si unisce una profonda conoscenza intellettuale
che abbraccia i più diversi campi per dare libero
sfogo a quella vitalità che aggiunge nuovi significati e
inedito valore ad ogni esperienza. Ciascun componimento
è microcosmo, spesso presentato come paranarrazione poetica:
una storia, un’immagine estratta dal tempo, cristallizzata
nell’emozione che ha suscitato, quasi si potesse rivederla
dall’esterno, con un occhio che ne è stato artefice e
testimone allo stesso tempo. Attraverso le pagine scorrono
uomini, donne, artisti che sembrano parlarci con la familiarità
che ne svela i vizi e le virtù, come durante i dialoghi
sul finire della notte; un animo umano che si fa innocentemente
nudo di fronte al lettore, il sussurro di un’essenza
evocativa dei misteri primordiali.
[…]
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti del piano di oscillazione
del pendolo divino che dell’Universo
misura il senso di rotazione,
sono la differenza fra “Benvenuto” e “Addio,
la tua assoluzione o la condanna.

[…]
(Idonea destinazione)

La curiosità anima la lettura, ma sempre con il rispetto
dovuto a chi decide di metterci a parte di un discorso
personalissimo e sincero, coinvolgente, vero, un invito
a partecipare, spingerci oltre i nostri limiti per riscoprire
l’autentico valore che anima i nostri pensieri e dà corpo
alle nostre azioni.
Pamela Michelis

Presentazione

Mauro, sei proprio una cara persona, ricca di risorse
e sorprese, come non volerti bene, il tuo magma intellettuale
si auto produce senza pause in gran profusione
e così accade che la tua copiosa messe venga giù come
un fiume carsico che filtra in ogni dove e non conosce
ostacoli. In questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me
lo concedi, molto somigliante nell’impeto, nel volume,
nel massivo impatto e nella “follia” al geniale padre di
Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto
nichilista ed esistenziale, con il quale condividi
la gran Virtù di scrivere argomentare e produrre Senso
anche “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa
Coscienza il gran pensatore di Röcken. Ma non sarò
certo io a censurarti nella tua iperattività caro amico
mio, perché noi siamo involontari complici nell’aggressione
totale ai Saperi ed alla Conoscenza. Siamo troppo
simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua
parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo
asseriva che “nessuno è perfezione”, noi tendiamo sovente
a quella, la lambiamo pericolosamente e siamo
costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per
nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo
essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo
per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione
e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere
la Caducità dell’Essere, dell’Esistere e delle Cose tutte
attraverso la Ricerca senza tregua nella Bellezza, Verità
e Conoscenza Universale, che da Forma incolore senza
consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza
primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo
assente nella drammatica Vicenda Umana…
Dario Rossi Speranza, New York/Milano,
for Mauro Giovanelli.





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