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COMMIATO CAUSA IMPOSSIBILE RIBELLIONE

COMMIATO CAUSA IMPOSSIBILE RIBELLIONE

Questo è stato un grande Paese, centro e ombelico dell’Universo, privilegiato dalla creazione che in esso ha concentrato almeno la metà dell’energia totale a disposizione e necessaria a conferirgli strabiliante bellezza, panorami meravigliosi, coste, monti e valli in ogni loro multiforme, incantevole e statuaria morfologia.
Purtroppo da tempo ho deciso di lasciare l’Italia, ormai incontenibile è la smania di allontanarmi dall’ottusità, ignoranza e malaffare di indegni governanti che ivi si succedono da decenni ed hanno portato la nostra Penisola allo sfacelo sotto gli occhi indifferenti, come il loro sragionare, di un popolo che è stato luce di civiltà.
Tutto ciò mi ha indotto a cercare nuovi orizzonti, vilmente sottrarmi dal dover assistere al crollo ormai inevitabile sebbene prima vorrei chiedere a chiunque fosse in grado di darmi una risposta da vero professionista se per caso possa costituire reato o illecito o chissà che altro proferire apertamente ciò che penso del Presidente del Consiglio in carica e suoi accoliti, non ultima la Boschi Maria Elena.
Mi risulterebbe infatti meno doloroso accomiatarmi esortandoli a por fine alla finzione che recitano (male) poiché “diversamente” politici ossia carogne e porci che impediscono al popolo di andare alle urne pur sapendo di essere invisi a più di due terzi dell’elettorato. Del resto userei gli stessi epiteti che nel 1953 il deputato Sandro Pertini rivolse al Presidente della Camera Ruini. Capite bene che da comune mortale non vorrei essere perseguibile, mica ho le tante immunità di cui godono gli “onorevoli”.
Resto in attesa (non per molto) di appropriata consulenza in merito altrimenti toglierò il disturbo zitto, zitto, in punta di piedi, andando altrove ad attendere che siano “loro” ad eclissarsi.
Per quanto mi riguarda la misura è colma.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza ricavate dal web: Fotomontaggio dell’Autore

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IL BURKA È NEL CERVELLO DEI MASCHI

IL BURKA È NEL CERVELLO DEI MASCHI

IN MEMORIA DI GIULIA BALLESTRI

che secondo le prime, attendibili indiscrezioni
è stata uccisa a bastonate per gelosia
dal marito Matteo Cagnoni, famoso dermatologo. Lunedì 19 Settembre 2016

e di tutte le vittime di questi mostri anche se:

IL BURKA È NEL CERVELLO DEI MASCHI INDOTTRINATI DAI TRE MOMOTEISMI ABRAMITICI (CATTOLICESIMO, ISLAM ED EBRAISMO).

ECCO UN PASSO DELLA PAROLA DI DIO

E Dio disse:
“Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza; e sottometta i pesci del mare ed i volatili del cielo e le bestie di tutta la terra, ed ogni rettile che in terra si muove”. Genesi 1, 26-27

Gli ebrei maschi ringraziavano Dio tre volte al giorno per non averli creati pagani, per non averli creati schiavi e per non averli creati donna:

Benedetto sii tu Signore nostro Dio, per non avermi fatto gentile, per non avermi fatto schiavo, per non avermi fatto donna.”

Questa preghiera, proveniente dalle 18 Benedizioni, viene recitata ancora oggi dagli ebrei ortodossi. Siddur Tehilat Hashem, New York 1982, p. 8.

Formò dunque il Signore Dio l’uomo dal fango della terra, e gli inspirò in faccia lo spirito della vita, e l’uomo divenne persona vivente.
Genesi 2, 7

Disse ancora il Signore Dio:
Non è bene che l’uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui

A parte il fatto che la proposizione di Pitigrilli (Dino Segre) a mio avviso non fa una piega:

Aveva cominciato con un gesto magnifico il “buon” Dio. Creare le stelle dalle orbite immense, il sole dalla luce eterna, le “innumerevoli specie di piante e di animali”. Non aveva badato a spese. Ma per “confezionare la donna”, fa la spilorceria di sottrarre una costola ad Adamo.

Il passo che segue è davvero interessante:

Formati che ebbe il Signore Dio dalla terra tutti i volatili del cielo, li condusse ad Adamo, acciò vedesse come chiamarli; il nome infatti col quale Adamo chiamò ogni essere vivente, è il suo vero nome. E Adamo chiamò coi loro nomi tutti gli animali, e tutti i volatili del cielo, e tutte le bestie della terra. Ma per Adamo non si trovava un aiuto simile a lui. Mandò dunque il Signore Dio ad Adamo un sonno profondo; ed essendosi egli addormentato, gli tolse una delle coste, e ne riempì il luogo con della carne. E con la costa che aveva tolta ad Adamo, formò il Signore Dio una donna, e gliela presentò. E disse Adamo:

Ecco, questo è un osso delle mie ossa, e carne della mia carne; questa sarà chiamata donna, perché è stata tratta dall’uomo. Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si stringerà a sua moglie, e saranno due in un corpo solo”.
Genesi 2, 18-24

Punizione per il peccato originale. Alla donna, Dio dice:

Moltiplicherò i tuoi travagli ed i tuoi parti; partorirai tra i dolori i tuoi figli; sarai sotto la potestà del marito, ed egli ti dominerà
Genesi 3,1-24

QUINDI NE DEDUCO:

È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.”
Albert Einstein

QUANDO LA PROSSIMA VITTIMA?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza scattate dall’Autore nel corso del 26.mo Congresso eucaristico nazionale tenutosi a Genova e presieduto dall’arcivescovo, cardinale e cappellano militare in pensione (circa 4.000,00 €uro al mese) Angelo Bagnasco

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DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E RISORSE DEL PIANETA (Lettera aperta) DISTRIBUTION OF WEALTH AND RESOURCES OF THE PLANET (Open Letter)

DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E RISORSE DEL PIANETA
(Lettera aperta)

DISTRIBUTION OF WEALTH AND RESOURCES OF THE PLANET
(Open Letter)

4 e 5 settembre 2016
4 and 5 september 2016

Gent.me signore ed egregi signori Leader presenti al G20
Summit tenutosi in Hangzhou, Zhejiang

Gent.me ladies and gentlemen leaders attending the G20
Summit held in Hangzhou, Zhejiang

In particolare:
In particular:

President Xi Jinping Cina
President Mauricio Macri of Argentina Brazilian leader
President Francois Hollande of France
President Joko Widodo of Indonesia,
President Park Geun-hye of the ROK
President Enrique Pena Nieto of Mexico
President Vladimir Putin of Russia
President Jacob Zuma of South Africa
President Recep Tayyip Erdogan of Turkey
President Barack Obama of the USA
Prime Minister Malcolm Turnbull of Australia
Prime Minister Justin Trudeau of Canada
Chancellor Angela Merkel of Germany
Prime Minister Narendra Modi of India
Prime Minister Renzi Matteo of Italy
Prime Minister Shinzo Abe of Japan
Prime Minister Theresa May of the UK
President Donald Tusk of the European Council
President Jean-Claud Juncker of the European Commission
Deputy Crown Prince
Second Deputy Prime Minister and Minister of Defense Muhammad bin Salman Al Saud of Saudi Arabia
President Idriss Deby of Chad
President Abdel Fatah al-Sesi of Egypt
President Nursultan Nazarbayev of Kazakhstan
President Bounnhang Vorachith of Laos
President Macky Sall of Senegal
Prime Minister Lee Hsien Loong of Singapore
Prime Minister Mariano Rajoy of Spain
Prime Minister Prayut Chan-ocha of Thailand,

Italian language

perdonate l’intromissione se con la presente segnalo, come certamente saprete, quanto la Oxfam [Comitato per l’aiuto alle vittime della carestia e delle calamità naturali – vedere nota (1)] abbia confermato per l’anno 2015, ovvero che numero 62 (sessantadue) persone posseggono la stessa ricchezza di 3.600.000.000 (3,6 miliardi) di esseri umani equivalente alla metà più povera della popolazione mondiale. Cinque anni fa gli individui che avevano una ricchezza pari a quella del 50% (cinquanta per cento) più indigente della popolazione mondiale erano 388 (trecentoottantotto), nel 2014 erano 80 (ottanta).
Le ricchezze di questi 62 (sessantadue) soggetti sono cresciute del 44% (quarantaquattro per cento) tra il 2010 e il 2015, arrivando a 1.760 miliardi di dollari. Sembrerebbe che tale situazione non sia mutata, se non in peggio, pure per il corrente anno 2016.
Mi permetto domandarVi se per caso avete preso in considerazione questo aspetto la cui soluzione, a mio modesto avviso, risolverebbe molti degli attuali problemi in merito ai quali si discute ormai da secoli. Oltre ovviamente rappresentare un dovere che investe la sfera dell’etica e morale di ciascuno di noi.

Con la più profonda stima vogliate gradire distinti saluti.
Mauro Giovanelli – Genova (Italy)

(1) Oxfam è una delle più importanti confederazioni internazionali nel mondo specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo, composta da 17 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 paesi per individuare soluzioni durature alla povertà e all’ingiustizia.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web

LA LETTERA APERTA “DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E RISORSE DEL PIANETA” E’ STATA PUBBLICATA IL 10 SETTEMBRE 2016 SU “MEMORIA CONDIVISA”

RIPRODUZIONE RISERVATA 

English language

Forgive the intrusion if hereby point out, as you know, since the Oxfam [Committee for the assistance to the victims of famine and natural disasters – see note (1)] confirmed in the year 2015, or that number 62 (sixty-two) people possess the same wealth of 3.600.000.000 (3.6 billion) of humans equivalent to the poorest half of the world population. Five years ago, people who had a wealth equal to that of 50% (fifty percent) of the world’s poorest population were 388 (three hundred eighty eight), in 2014 were 80 (eighty).
The wealth of these 62 (sixty) persons increased by 44% (forty four percent) between 2010 and 2015, reaching 1.760 trillion dollars. It would seem that this situation is not changed, except for the worse, even for the current year 2016.
Allow me to ask you if you happen to have taken this into account the resolution of which, in my humble opinion, would solve many of the problems on which they have been discussing for centuries. In addition, of course, it is a duty that involves the ethical and moral sphere of each of us.

With the highest consideration please accept my best regards.
Mauro Giovanelli – Genoa (Italy)

(1) Oxfam is one of the most important international confederations in the world specializing in humanitarian aid and development projects, made up of 17 organizations from different countries who work with nearly 3,000 local partners in more than 90 countries to find lasting solutions to poverty and injustice .

Mauro Giovanelli – Genova (Italy)
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Picture in evidence obtained from the web

THE OPEN LETTER “DISTRIBUTION OF WEALTH AND RESOURCES OF THE PLANET” WAS PUBLISHED ON September 10, 2016 ON “MEMORIA CONDIVISA” ITALY

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RIPENSANDO ALL’ORIENTE (Pamela)

RIPENSANDO ALL’ORIENTE
(Pamela)

Noemi,
questo è il soprannome con cui ho preferito chiamarti, si addice alla tua personalità, il pensiero imprigionato nella tempesta di sogni che i tuoi diciannove anni appena compiuti esigono distraendoti da ciò che sei, un fiore appena sbocciato che profuma di visioni e promesse. Ignori di essere bella, hai necessità di conferme, non ti basti ed oggi sono pochi coloro che possono darti certezze del tuo essere, il viso sconvolgente, gli occhi languidi di intensità unica, il corpo un trionfo di sensualità e vita.
Noemi… Stupefacente! In esso sono racchiusi innumerevoli segreti di una letteratura del periodo in cui ti sono stato coetaneo, un passato che hai tramutato in magico presente nei pochi giorni che ci siamo concessi. La tua lettera, accompagnata dalle splendide immagini di te, è un dono inaspettato che mi agita mentre un irresistibile richiamo della tua carne fa tremare le mie mani al punto che fatico a scrivere queste poche righe.
Noemi… sei l’ultimo, indimenticabile ricordo raccolto in quello che è stato un grande Paese, centro e ombelico dell’Universo, privilegiato dalla creazione che in esso ha concentrato almeno la metà dell’energia totale a disposizione e necessaria a conferirgli stupefacente bellezza, panorami meravigliosi, coste, monti e valli in ogni loro multiforme, incantevole e statuario aspetto. Purtroppo già avevo deciso di lasciare, smania di allontanarmi dall’ottusità, ignoranza e malaffare di indegni governanti che ivi si succedono da decenni ed hanno portato la nostra Penisola allo sfacelo sotto gli occhi serrati, come il loro ragionare, di un popolo che è stato luce di civiltà. Questo mi ha indotto a cercare nuovi orizzonti.
Noemi… Sono rimasto stupefatto della tua lettera, e le foto che hanno fissato l’immagine tua. La costanza che senza dubbio hai speso nel cercare dove ho scelto di vivere mi coglie impreparato, i due giorni trascorsi insieme, causa una forte, immediata quanto improbabile e reciproca attrazione percepita dagli sguardi, ha lasciato senza dubbio profondi segni nelle nostre anime, qualunque cosa esse siano.
Noemi… poche parole quella magica mattina per farti accettare il mio invito a cena. Ero incantato nell’osservarti, il tuo splendido volto, i gesti, la timidezza che si confondeva con una sorta di profondo malessere, non abbastanza trattenuto affinché io lo cogliessi dai riverberi dei tuoi occhi straordinari anche se talvolta li abbassavi per gustare, con malcelata disinvoltura di fanciulla quale sei, le portate che il rozzo ma simpatico e discreto oste deponeva sulla tavola. Accompagnavano questo rito le tue parole, refoli che muovevano appena le fronde dei castagni, il frinire delle cicale, attimi di silenzio, i racconti di te scivolavano nella tiepida aria di fine agosto andandosi ad incrociare con luci ed ombre filtrate dal protettivo pergolato e attraverso il suo intreccio sole e nuvole passeggere riflettevano una minima parte della nostra ansia d’amore.
Noemi… In riva al fiume, instancabile messaggero dei segreti della Terra, sembravi parte integrante del tutto. Nel momento in cui uscisti dall’acqua gelida leggermente tremante ti presi per mano nel deporre sulle tue spalle un asciugamano entro il quale ti rannicchiasti. La tua pelle giovane, fresca, era leggermente arrossata dal freddo e, nel dirigerci in quell’ansa che, a ridosso di rocce calcaree e alluvionali alternate a felci e profumo di libertà, offriva accoglienza, fu un tutt’uno avvinghiarci, stringerci al punto che l’energia sprigionata fermò il sole già basso sull’orizzonte. Distesi sotto un cielo azzurro cobalto, osservarti incantato, accarezzarti lentamente, soffermarmi sul tuo viso, gli occhi languidi che esprimevano desiderio, il nostro respirare a denunciare impazienza, le tue cosce tornite, il ventre che custodisce il mistero, baciarti ovunque mentre le tue mani frementi si afferrarono ai miei capelli, scesero lungo la schiena e lì le unghie lasciarono segni del tuo volerti concedere, subito, senza pausa. Scoprire i tuoi seni, sfiorarli dolcemente, con delicatezza, venerazione, sfilarti gli slip è stato… L’avvolgente semioscurità del crepuscolo dovette così assistere al trionfo dell’amore, nel silenzio interrotto solo dalla scorrere instancabile dell’acqua fra le rocce immobili scolpite e levigate, monoliti multiformi a guardia della nostra passione e testimoni delle parole sussurrate. Ti ho vista rinascere, ed io con te.
Noemi… Il giorno dopo una nostalgia incommensurabile ci ha visti ancora insieme ma i colori erano diversi, i volti delle persone, i rumori della campagna ci parevano ostili e nel momento in cui ci siamo salutati… qualcosa è germogliato nei nostri cuori. Per sempre.
Ti voglio bene Noemi… Da questa piazza circondata di case coloniali, basse e decorate, dipinte di accesi colori, la musica dei mariachis che dà inizio ad un’altra notte colma di fantasie e speranze, la gente che inizia a cantare e ballare, sereni, sorridenti, aperti alla vita… ogni volta che osservo il disco rosso dell’astro che va a nascondersi dietro le montagne della Sierra Madre fino a dare un ultimo saluto riverberando il pinnacolo alla sommità della Diocesi… io ti sono vicino.
Ti aspetto.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: A sinistra Noemi (Pamela) – A destra Diocesi di San Cristóbal de Las Casas, Distretto del Chiapas, Messico

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DUE O PIÙ RIGHE AD UN AMICO E GRANDE ARTISTA

DUE O PIÙ RIGHE AD UN AMICO E GRANDE ARTISTA

Caro amico,
prendo spunto dalla tua meravigliosa poesia, scomparsa dal web, ed alla mia provocazione su Wofgang per dirti alcune cose al fine di arrivare al cuore, non dell’obbiettivo che mi prefiggo e perderò nel compilare queste poche o tante righe (ignoro dove e quando potrò fermarmi) ma al tuo, quello che si coniuga con il cervello permettendoti di creare.
La poesia: I corvi non sono indifferenti alla vita ma ignari seppur consapevoli, e i cammelli tutt’altro che incuranti, mi pare sia questo l’aggettivo che gli hai anteposto, comunque ingiusto per l’innata nobiltà di questi carovanieri del deserto. Così le piramidi di Giza non sono immutabili, cambiano ogni secondo o frazione di esso, hanno visto cose che noi umani possiamo solo immaginare, perfino hanno assistito alla nostra nascita ed il loro valore è dato dallo sguardo di chi le osserva come la stupidità delle solite foto dipende dalla sensibilità di chi le scatta ed il motivo per cui fa ciò. So che attribuisci questo modo di pensare al personaggio che rassegnato si reca al parapetto dell’Arno ma so pure che tu sai che io so essere tu il protagonista. Non come in “Amore disse, gas” di Bukowski che del suicida si limita a formulare in chiusura la riflessione: “…oserei dire che quel giorno si mostrò piuttosto in gamba.”. Amico! Desidero solo sollecitarti a fare uno sforzo, cercare di uscire dal tuo perimetro, te lo dice uno che mai ha esternato propositi autolesionistici ma un bel giorno, senza dire alcunché, con lucidità feroce, riempì un bicchiere di psicotici, tre dita d’acqua e lo ingollò d’un fiato per andare a vedere che cazzo fosse l’abisso. Solo per una mezzora, sessanta fottutissimi minuti, un caso imprevisto tra l’altro, sono qui a romperti i coglioni. Il mondo sta putrefacendosi, lascia che siano i terroristi a disprezzare e distruggere monumenti simbolo del nostro passare su questa Terra, tu sei un artista di raro talento, non è giusto lo tenga per circoscrivere al tuo io tale capacità, sei obbligato a trasferirla al prossimo, piaccia o no è un atto dovuto, ce lo devi, e dare il tuo contributo potrebbe esserti di grande aiuto. Devi credermi! Passare ad esempio dalla fase “eroso eros” a “erosa civiltà”. Qualcuno ti ha detto che devi rispettare chi ti vuole bene, mi pare che la firma sia di un certo Fabrizio anche se sembrerebbe essere un dipinto o pennello bistrattato a parlare. Ma il tuo continuo piangerti addosso in bellissime citazioni o poesie non è raccolto solo da chi ti apprezza e ti vuole bene, al contrario i vari “mi piace” o frasi di circostanza e consolazione buttate lì con il tuo “grazie” in risposta nascondono per la gran parte godimento, l’uomo prova più piacere nelle altrui disgrazie che nella propria fortuna. A parer mio alla lunga ti sminuisci ed a me dispiace.
Il grande Amadeus ha un solo difetto, conquista soprattutto gli “ingegneri”, io me ne sono reso conto personalmente, ho la prova che questa categoria non capisca un cazzo, a parte il loro mestiere (a volte neppure questo), tra l’altro in parte fornita, per loro stessa ammissione, dai più evoluti. Mi sono interrogato su questo binomio. Un po’ come scartare il nome da dare a un figlio per il fatto che lo portasse un amico d’infanzia antipatico. Mi farò molti nemici qualora questa lettera fosse divulgata come vorrei, sebbene mai abbia mancato di dire ciò ai diretti interessati, ma la spiegazione è da individuarsi negli “accostamenti”. Ossia gli ingegneri non hanno ricordi sensibili, ne sono monchi, la loro gioventù l’hanno trascorsa spremendosi ed esaurendo il loro cervello sui libri, esattamente come Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) ne “Il sorpasso” di Dino Risi che alla fine mai avrebbe potuto tornare all’esistenza solita dopo il ferragosto trascorso a viva forza con Bruno Cortona (Vittorio Gassman). Per questa categoria non esistono parallelismi fra “Il cielo in una stanza” e le prime mutandine bianche di cotone sfilate alla propria ragazza, non hanno vissuto a pane, cinema, musica e fica. Il loro habitat è stato la penombra di una stanza, testa a cuocere su libri di “costruzioni” piuttosto che “meccanica” e in sottofondo, unica loro perversione, la musica “matematica” e celestiale di un autistico dal genio incommensurabile. Quando a loro dico ripetutamente “Se Mozart avesse avuto in testa i motivi dei Rolling Stones piuttosto che Ivan Graziani, Beatles, The Trashmen (Surfin’ Bird, 1963) e mille altri sarebbe stato un musicista” neppure comprendono la provocazione. Rispondono che è la musica di Dio ignorando che Questi è “tanto onnipotente non solo da non esistere ma neppure essere mai esistito” [A. V.] Il pezzo da te inserito (anch’esso è stranamente scomparso e non sono avvezzo alle tante “K” delle composizioni di Mozart) è di per sé godimento puro che, con la contemporanea visione delle tue opere, diventa qualcosa che entra a far parte dei miei ricordi. Il Concerto Aria KV 418 “Vorrei spiegarvi… Oh Dio” cantata da Edita Gruberová è legato, come ho scritto a fronte del post che ti ho inviato, non solo ad una scena del film di Luchino Visconti “Gruppo di famiglia in un interno” del 1974, in particolare la sequenza in cui Konrad Huebel (Helmut Berger) giovane marxista disadattato confida il proprio malessere all’anziano professore, borghese e benestante (Burt Lancaster) ma anche al fatto che ero nell’ultimissima fila di un cinema di prima visione, a Torino, mentre con l’amata di turno stavamo arrivando all’apice del piacere.
Osservo spesso i due dipinti che ho, in particolare quello della serie “L’amante di Lady Chatterley” che trovo esaltante, prova a fare qualcosa della stessa levatura sui bambini morti ammazzati ogni giorno. Se non tu, chi altri? A proposito il mio libro l’hai letto? Temi possa offendermi qualora mi dicessi che lo butteresti nella spazzatura?
Un abbraccio caro amico e… adoro in modo particolare il dolce, dolce, dolce Ludwig van…

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Siria, strage di bambini

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Care amiche e amici di “Officina Eretico & Corsaro Gruppo Editori”

Care amiche e amici di “Officina Eretico & Corsaro Gruppo Editori”,

vi sto seguendo passo dopo passo con interesse crescente e dalla mia collocazione di semplice ma attento e affascinato testimone avverto l’esigenza di elogiare il fattivo contributo che destinate alla realizzazione del progetto “Pier Paolo Pasolini Eretico & Corsaro”. Senza piaggeria alcuna aggiungo che il vostro impegno è all’altezza della statura morale e culturale del più grande intellettuale del secolo scorso. Non sono solo encomiabili la passione e meticolosità con cui state collezionando ogni episodio della sua esistenza, i commenti, le analisi e la riorganizzazione cronologica delle opere lasciateci in eredità, ma ritengo doveroso sottolineare l’indiscusso affetto, traspare in modo evidente da ogni elaborato, che ciascun componente il gruppo di lavoro nutre nei riguardi del nostro Poeta e maestro di vita.
Sono certo vi riempia di orgoglio aver trovato il giusto equilibrio ed una forte coesione, cosa non facile, nel costruire insieme ed in totale armonia una delle pagine che, a mio avviso, potrebbe diventare fra i documenti più importanti, puntuali e coerenti del pensiero di un uomo degno di far parte integrante dell’erudizione universale.
Reputo sia arduo non amare Pasolini, purtroppo è inevitabile venga osteggiato, accade da sempre alle persone che hanno lasciato nella storia tracce indelebili di profonda solidarietà e fratellanza, in particolare nel nostro Paese. Anche opporvisi! Sono infatti implacabili la mediocrità e indifferenza della stragrande maggioranza delle persone. Pure detestarlo da parte di coloro che ne intuiscono la dimensione educativa, fino ad arrivare a combatterlo per opportunismo, invidia, soprattutto al fine di contrastare il suo modo di concepire i rapporti fra i cittadini, la congenita capacità di analisi del vivere quotidiano, l’idea di politica, lungimiranza, saper “vedere lontano”, oltre l’umana possibilità. Con Pier Paolo si è addirittura giunti ad annientarlo… massacrarlo nel vano tentativo di cancellarne le impronte al solo scopo di evitare che il suo passaggio tra noi potesse contagiare finanche mandanti ed assassini.
Di sicuro è inconcepibile ignorarlo come tanti hanno sperato che avvenisse e tuttora agiscono per far sì che ciò possa ancora accadere. Relegarlo nei sottofondi del sapere è, grazie a voi, ormai impossibile visto che siete riusciti a farne riemergere la sua immensa figura, ripulirla da strati di polvere, ragnatele, umidità restituendogli la parola. Egli è definitivamente patrimonio di conoscenza.
Per svariati motivi fin troppo noti la platea fino ad oggi riservata a Pier Paolo Pasolini è ristretta ai soli estimatori. Mi pare di capire che adesso l’obiettivo finale di questo ambizioso programma sia quello di proporlo all’attenzione di un più vasto pubblico, farlo conoscere a chi non è stato investito dalla sua onda emozionale, presentarlo nella veste che gli compete, nettato degli stereotipi, menzogne, false interpretazioni che hanno stravolto il suo alto profilo.
Importantissimo, come state facendo, avvicinare innanzitutto le nuove generazioni al suo pensiero, la biografia, le opere immortali senza trascurare le contraddizioni, fragilità e debolezze della sua personalità dalle molteplici sfaccettature.
Sono certo non mancherete di raggiungere lo scopo prefissato. Complimenti a tutti e buon lavoro.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata da Officina Eretico &Corsaro Gruppo Editori

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COGNOME E NOME BENIGNI ROBERTO – (l’equilibrista perfetto)

COGNOME E NOME BENIGNI ROBERTO
(l’equilibrista perfetto)

   L’ora tarda, l’estate vicinissima, fra meno di tre settimane il giorno comincerà ad accorciarsi nuovamente per dare sempre più spazio alla notte in un ciclo inarrestabile, monotono, implacabile come la mediocrità della stragrande maggioranza degli umani che, ahimè, è composta proprio da quegli individui che assurgono al Potere, guadagnano immeritati riconoscimenti, successo facile, denaro, notorietà.
Ho scritto poco su BENIGNI ROBERTO (*), anzi quasi nulla, e stasera desidero fargli sapere il miserabile che è, a sua insaputa naturalmente come tutti i cialtroni ma… nel caso specifico in modo diverso, camaleontico, subdolo, spregevole, viscido. Il nostro pagliaccio nazionale, alla stregua di Lacombe Lucien (*), ha raggiunto la propria gratificazione ed ora riposa in pace. Però sento il dovere di intrattenervi ancora per dargli l’ultimo saluto da comico fasullo, equilibrista del pensiero unico, celebrando un requiem secondo il rito liturgico della Chiesa cattolica visto e considerato che nelle sue esternazioni televisive e cinematografiche si è aggrinfiato a tutti gli appigli possibili, finanche papa Francesco.
Benigni! Intanto non sei meritevole del premio Oscar, oppure sì per il valore che ha nel finto mondo di Hollywood dove può anche capitare che per sbaglio venga assegnato a veri registi nostrani come Salvatores e Sorrentino. Se Trump dovesse diventare Presidente USA saresti a cavallo, dollari a pioggia, con il pubblico formato dal suo elettorato faresti il pienone. In ogni caso la mia affermazione trova riscontro nella sdegnata constatazione proferita da un vero uomo e artista di ben altra statura morale e intellettuale quale è stato il compianto Mario Monicelli: «…Non come quella mascalzonata di Benigni in “La vita è bella”, quando alla fine fa entrare ad Auschwitz un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo di Europa lo liberarono i russi, ma… l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà…» Penso basti e avanzi.
Benigni! Sei un pusillanime ma sappiamo, come disse il Manzoni del suo personaggio, che «Il coraggio o ce l’hai o non te lo puoi dare» e questo pregio sembra essere il grande «assente» di questi lustri ma non è problema tuo, mai l’hai avuto. Infatti quando per due serate su Rai1 recitasti «I Dieci Comandamenti» te ne sei guardato bene dal precisare che il secondo «Non nominare il nome di Dio invano» è stato modificato dagli «occidentali». L’originale, per molti il Verbo, recita: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose… non fate immagine di me!» (1) Lo sapevi? Ma sì che ne sei a conoscenza! Quando giungesti al punto te la cavasti con quattro sguscianti parole, hai sorvolato, insomma non te la sei sentita, quindi conosci pure il motivo di tale «ritocco». C’è una bella differenza, non credi? È un di più aggiungere che i mussulmani rispettano l’autentico. Strano a dirsi di questi tempi ma non adorano simboli pagani, statue della Vergine, gigantesche croci scolpite e attrezzate di pesanti statue del Cristo sofferente, sorrette da portatori ingobbiti, tintinnio degli addobbi, foglie dorate o d’argento alle estremità dei legni, Madonne piangenti, reliquie di Santi, mummie di Beati o Dottori della Chiesa.
Benigni! La «Divina Commedia»… Ci hai voluto dimostrare di conoscerne lunghi brani a memoria, l’hai spiegata (di certo non a me e gli amici che mi leggono), anche discretamente in alcuni passaggi ma… sudavi, hai fatto un grosso sforzo, encomiabile, lo ammetto… purtroppo non c’erano cuore, anima, sentimento, soprattutto ti è mancato ciò che il sommo Poeta possedeva: «La capacità di indignarsi!» E in quell’opera immortale avresti avuto modo di sbilanciarti facendo anche un solo, piccolo, timido riferimento alla squallida politica in cui siamo immersi, uno stagno marcescente privo di etica, cultura, onestà, le esatte inadeguatezze che, secondo una precisa logica morale aristotelica, aveva puntualmente denunciato Dante Alighieri nel primo dei Tre Regni dell’Oltretomba da lui visitato: l’inferno.
Benigni Roberto! Non mi fanno più ridere le espressioni da ebete che fai da anni, il saltellare continuamente, buttarti in braccio ai conduttori televisivi, strizzare i coglioni a Pippo Baudo e tante altre ripetitive arlecchinate. Ho pensato che potessi essere “qualcosa” di più. Sei finito, terminato, ti ringrazio di avermene dato la prova regina, saltare a piè pari dal sig. Enrico Berlinguer a Renzi Matteo, l’ultima farsa. Adesso puoi andare, acconciati pure normalmente, in particolare la ridotta capigliatura da scavezzacollo, abbiamo compreso l’opportunista, assennato e furbo interessato quale sei. Da oggi in poi Johnny Stecchino è defunto, per nostra fortuna, finalmente riuscirai a far ridere il rigurgito nazifascista in atto ovunque. Ulteriore obiettivo centrato in pieno.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

(1) Esodo 20, 2-17 Il Decalogo > Deuteronomio 5, 2-21 – edizione 1968 – Casa della Bibbia – Ginevra, Genova.

(*) Cognome prima del nome ha un ben preciso significato (vedere nota).

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Nota (per chi volesse saperne di più):
Conoscete il significato del «cognome prima del nome» e chi fosse Lacombe Lucien? Ve lo spiego in ogni caso:
«Cognome e nome Lacombe Lucien» è una pellicola del 1974 diretta da Louis Malle. Fu candidato al premio Oscar come migliore film straniero (non espose alcuna bandiera a stelle e strisce). Il nome si antepone sempre al cognome in quanto forma regolare per identificare la persona «retta» o «normalmente onesta». In questo caso il regista decise di intitolare la sua opera (bellissima) facendo precedere al nome il cognome del personaggio principale in segno di spregio verso un uomo indegno, privo di ideali, senza alcun senso morale, ignorante e inconsapevolmente capace di qualsiasi efferatezza.
Giugno 1944. In un paesino del sud-ovest della Francia, vicino al confine spagnolo, vive il diciassettenne Lucien Lacombe, inserviente in una casa di riposo per anziani. Egli trascorre parte del suo tempo a uccidere piccoli animali con la fionda o con il fucile. Ignorante e illetterato è in cerca di identità, anela imprese «eroiche» che lo facciano emergere, uscire dalla condizione umile in cui versa, ottenere rispetto. Pur privo di consapevolezza politica, il ragazzo decide di aggregarsi ai partigiani recandosi presso l’abitazione del maestro Peyssac e rivolgergli la richiesta, ma viene respinto. Al ritorno, in seguito alla foratura di una gomma della bicicletta, Lucien arriva in paese dopo l’inizio del coprifuoco. Fermato dalla polizia, finisce nell’albergo occupato dal comando della Gestapo e lì viene colpito dalla vita lussuosa che conducono i collaborazionisti dei tedeschi i quali con la loro arroganza esercitano pure il potere di prevaricare i deboli e gli indifesi. Nel gruppo dei dipendenti della Gestapo troviamo alcuni balordi (come i molti che occupano palazzo Chigi, Madama, Montecitorio e finanche il Viminale. Per il Quirinale mi astengo) cui più che l’ideologia nazista interessa il denaro. Invogliato a bere, il giovane si ubriaca e involontariamente fa il nome del maestro Peyssac, che viene arrestato e torturato. Il destino di Lucien è bollato in quanto, senza porsi alcuna domanda, comincia a prendere parte alle azioni repressive assieme ai suoi camerati, si dà al saccheggio e uccide vari resistenti catturati. Per farla breve il giovane Lacombe si sente finalmente «potente».
Egli vive gli ultimi travagliati giorni di guerra civile e vede i suoi camerati cadere uno ad uno sotto i colpi dei partigiani e, nel momento in cui giunge dove si torturano i prigionieri e un combattente segnato dalle percosse cerca di convincerlo a ravvedersi chiedendogli come mai avesse deciso di collaborare con i tedeschi, Lucien lo imbavaglia perché non vuole ascoltare il destino assegnatogli, sua intenzione è quella di giocare ancora al «superuomo». Appena uscito dalla stanza, assiste all’irruzione di partigiani nell’albergo abbandonato dai tedeschi mentre i suoi ultimi camerati, intenti a ubriacarsi, vengono trucidati.
Scampato al blitz si ritrova, nel corso di una rappresaglia nazista, insieme a un ufficiale delle SS al fine di effettuare alcuni arresti. In una appartamento che stanno perlustrando viene rimproverato per l’orologio tolto ad una vittima che Lucien si mette in tasca e che il tedesco pretende gli venga consegnato. Questo fa scattare in lui la gelosia contadina, primitiva, ancestrale per le «cose», le «masserizie» da conservare ed avverte una forte disillusione nei riguardi degli «invasori», l’unica emozione che Lucien prova nella sua miserevole vita. Per la prima volta prende autonomamente la decisione di uccidere il tedesco e fuggire verso la Spagna dove vivrà i suoi ultimi giorni.
Louis Malle ha composto in questo film la figura perfetta del tipo di umani che rincorrono la loro identità nutrendo una sorta di rancore nei riguardi del consorzio umano, sfogano i loro bassi istinti in modo del tutto inconscio, non sanno distinguere fra il bene e il male, hanno difficoltà a discernere, esattamente come il 70% circa di analfabeti funzionali, di ritorno e non, che abbiamo in Italia. È superfluo aggiungere che tale «fenomeno» investe pure gli appartenenti alle classi agiate, in diversi gradi e manifestazioni e per svariate cause. Da qui il mio paradigma iniziale poiché individui che creano danni al prossimo senza rendersene conto sono comunemente definiti «miserabili», «meschini», «abietti». Victor Hugo docet.

Precisazione:
Benché Lacombe Lucien sia un personaggio inventato da Malle, dai titoli di coda si apprende che l’individuo interpretato dal protagonista fu poi arrestato dai partigiani e fucilato il 12 ottobre 1944.

Mauro Giovanelli – Genova
mauro.giovanelli@gmail.com

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SURNAME AND NAME ROBERTO BENIGNI
(perfect equilibrist)

At this late hour, summer, in less than three weeks, the day will begin to shrink again to give more room for the night in a relentless, monotonous, relentless as the mediocrity of the vast majority of humans who, alas, is composed by those individuals who have acquired such power, they gain undeserved accolades, easy success, money , notoriety.
I wrote little about BENIGNI ROBERTO (*), indeed almost anything but tonight i want to let him know the wretch who is, unbeknownst to him, of course, like all scoundrels but… in this case differently, chameleon-like, sneaky, slimy. Our national clown, as Lacombe Lucien (*), reached his own gratification and now rest in peace. However, i feel it my duty to entertain yet to give him a last farewell from comedian bogus, equilibrist of the single thought, celebrating a requiem mass according to the Liturgical rite of the Catholic Church considering that in his utterances and television has hooked all the holds possible, even papa Francesco.
Benigni! Meanwhile you’re not deserving of an Oscar, or Yes for the value it has in the fake world of Hollywood where it can even happen that inadvertently being assigned to real local filmmakers as Salvatores and Sorrentino. If Trump were to become U.s. President’d on horseback, dollars, with the audience formed by his electorate would you do a full house. In any case my assertion is reflected in indignant observation made by a real man and artist of quite different moral and intellectual stature which was the late Mario Monicelli: «…Not like that piece of rascality of Benigni in “life is beautiful”, when he finally does get to Auschwitz a tank with the American flag. That field, that piece of Europe the freed Russians, but… the Oscar win with the stars and stripes, changing reality…» I think it suffices and leftovers.
Benigni! You’re a cowardly but we know, as her character’s Manzoni, who «The courage or you or you can’t give» and this advantage seems to be the great «absent» of these shines but isn’t your problem, never get it. In fact, when for two evenings on RAI1 starred “the Ten Commandments” did you get a good look from the second «you shall not take the God name in vain» was amended by “Westerners”. The original, for many the Word, read: «Do not make any graven image, or any of the things that are up there in heaven or on the earth beneath; don’t you prostrate before such things … don’t make image of me! » (1) Did you know? But yes that you know! When you arrived to the point you bring you took out with four words, you flew over, so you didn’t hear it, so do you know the reason of this “remodelling”. There’s a big difference, isn’t it? Is one more added that muslims respect the authentic. Funnily enough these days but do not worship pagan symbols, statues of the Virgin, giant carved crosses and equipped with heavy statues of the suffering Christ, supported by bearers, ornaments, gold leaf and silver clinking on the ends of the wood, weeping Madonnas, relics of Saints, Beati mummies or doctors of the Church.
Benigni! The «Divina Commedia or Divine Comedy»… We wanted to demonstrate knowledge of their long tracks by heart, you’ve explained (certainly not me and friends i read), also discreetly in some passages but… you were sweating, you made a big effort, commendable, i admit… unfortunately there were heart, soul, feeling, especially did you miss what the poet had «the ability to be indignant!» And in that immortal work you got to book up on one side by a single, small, timid reference to shabby politics in which we are immersed, decaying pond devoid of ethics, culture, honesty, the exact inadequacies that, according to a precise moral logic of Aristotle, had promptly denounced Dante Alighieri in the first of the three Realms of the underworld he visited: Hell.
Benigni Roberto! Don’t make me funnier dead expressions that make for years, bounces, throw you in the lap of TV hosts, squeeze his balls to Pippo Baudo and many other repetitive harlequinades. I thought you might be something more. You’re done for, finished, i thank you for giving me the trial queen, skip to footer equal by Mr. Enrico Berlinguer to Renzi Matteo, the latest farce. You can go now, styled as well as normal, in particular the low hair from misbehaving, we realized the opportunist, sensible and clever interested you. From this day forward Johnny Stecchino is deceased, lucky for us, finally can you make people laugh the Nazi-Fascist regurgitation in place everywhere. Additional objective centered in the middle.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Picture show from the web

(1) Exodus 20, Deuteronomy 5, 2-17 2-21 the Decalogue > Edition 1968 – House of the Bible – Geneva, Genoa.

(*) Surname before name has a precise meaning (see note).

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Note: those who want to know more about “Surname and name Lacombe Lucien” is invited to see the movie, director Louis Malle.

GRAZIE DARIO ROSSI SPERANZA (in italiano, english, spanish)

GRAZIE DARIO ROSSI SPERANZA
(in italiano, inglese e spagnolo – in italian, english and spanish – en italiano, inglés y español)

DARIO ROSSI SPERANZA, amico da sempre, che mi ha dato il coraggio di salutarlo con disinvoltura proferendo le parole più difficili da dire, “ti voglio bene”, tanto più ad un uomo considerando la mia indiscussa virilità e attrazione verso tutto ciò che ha consistenza femminea.
Le parole che seguono, puntualmente riportate così come mi sono pervenute dopo neanche un mese di conoscenza, tra l’altro “virtuale”, desidero condividerle con tutti voi poiché nel leggerle ho provato la sensazione di guardarmi in uno specchio molto particolare, difficilmente reperibile in quanto possiede la peculiarità di riflettere l’immagine senza invertirne gli opposti, la sinistra rimane tale e viceversa. Quindi ritratto perfetto che Dario ha voluto regalarmi. Lascio pure l’appellativo “Prof.” d’esordio, di cui ho titolo sebbene abbia sempre prediletto essere “Mauro”, quale sono e fui. In futuro mi permetterò con orgoglio di inserire questo “profilo” nei miei modesti lavori letterari unitamente alla “biografia” riportata in calce che da sempre li accompagnano.

PROFILO DI MAURO GIOVANELLI di Dario Rossi Speranza

PROF. sei proprio una cara persona, ricca di risorse e di sorprese, come non volerti bene! Il tuo magma intellettuale si auto produce senza pause in gran profusione e così accade che la tua copiosa messe venga giù come un fiume carsico che filtra in ogni dove e che non conosce ostacoli. In questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me lo concedi, molto somigliante nell’impeto nel volume nel massivo impatto e nella “follia” al geniale padre di Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto nichilista ed esistenziale, con il quale condividi la gran Virtù di scrivere argomentare e produrre Senso anche “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa Coscienza il gran pensatore di Röcken. Ma non sarò di certo io a censurarti nella tua iperattività caro amico mio, perché noi siamo involontari complici nell’aggressione totale ai Saperi ed alla Conoscenza! Siamo troppo simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo asseriva che NESSUNO E’ PERFEZIONE, noi tendiamo sovente a quella, la lambiamo pericolosamente e siamo costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere la Caducità dell’Essere, del Vivere e delle Cose tutte attraverso la Ricerca senza tregua della Bellezza, della Verità e della Conoscenza Universale, che da Forma incolore senza consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo assente nella drammatica Vicenda Umana…
DARIO ROSSI SPERANZA
DUE RIGHE O POCO PIÙ SU ME MEDESIMO

Ciò che ho sempre scritto e tutt’ora compongo, di qualsiasi genere, derivazione e argomento, potrebbe definirsi un insieme di riflessioni, tesi, componimenti, favole, articoli, romanzi “ad libitum”. Comunque la necessità di elaborare manoscritti scaturisce da una esigenza che risale all’infanzia e mi risulta difficile spiegarne la ragione. Però tre cause ritengo di individuarle, quanto basta immagino: Esigenza di esprimere ciò che penso, amore per la letteratura e memoria eccellente solo per ciò che trovo interessante. Lo strumento sono i grandi autori, miei fedeli amici che da sempre mi accompagnano ovunque. Il merito è di sicuro l’educazione ricevuta da mamma, papà e la sorella maggiore. Quindi da “Pinocchio”, “Un capitano di quindici anni” o “Il corsaro nero” piuttosto che “Il barone di Munchausen” e “Il tesoro della Sierra Madre” sono precocemente saltato, usando i punti di appoggio dei Cronin, Vicki Baum e l’indimenticabile “Il villaggio sepolto nell’oblio” di Theodor Kròger, ai Melville, Cervantes, “La saga dei Forsyte” poi ancora “L’amante di lady Chatterley” e tanti altri della famosa superba collana Omnibus Mondadori. Quanto ero attratto dalle illustrazioni delle copertine! Approdare poi, in breve tempo, ai Calvino, Cassola, Moravia, Pratolini, Fenoglio, Pavese e… Pasolini… seguire le tracce di Hemingway e Caldwell per passare ai “maledetti americani” del calibro dei Ginsberg, Burroughs e Kerouac è stato facile perché inevitabile. I dissociati da questi ultimi, o “seconda generazione”, quelli del tipo Bukovski, Henry Miller, John Fante tanto per intenderci, hanno avuto un particolare irresistibile fascino, la mia personalità ne è stata influenzata non poco. Sbarcare sui classici russi, i francesi Camus, Malraux e Sartre, i tedeschi tipo Gunter Grass, il portoghese Fernando Pessoa, i latino-americani della statura di Márquez, Borges, gli ebrei americani alla Philip Roth, i Cormac McCarthy, e… continuo? È stato utile per sfociare infine nella filosofia alla ricerca di risposte impossibili. Per quelli della mia generazione Marcuse è stata una tappa obbligata. Se aggiungo che il 27 febbraio 1945 sono nato a Genova dove risiedo, sposato, due figlie, due splendide nipotine. Che nel mio percorso mi sono stati affidati diversi lavori “importanti” che ho ottimamente concluso con afflizione mentale (a me parevano inutili) e nel frattempo scrivevo, leggevo… Mi sono stati assegnati incarichi e mansioni di responsabilità che non avrei voluto avere, ho viaggiato molto e, a parte una certa predisposizione per “L’apparato umano” femminile (ho adottato il titolo dell’unico libro edito da Jep Gambardella ne “La grande Bellezza”) che non è il caso di approfondire… intanto leggevo, scrivevo, scrivo… Ecco completata la mia biografia.
M. G.
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THANK YOU TO DARIO ROSSI SPERANZA

DARIO ROSSI SPERANZA friend always, that gave me the courage to say hi with ease mouthing the words harder to say, “I want to well”, the more a man considering my unquestioned virility and attraction towards anything that has feminine texture.
The following words, invariably described as i received after a month of knowledge, including “virtual”, i would like to share them with you all because in reading them i tried the feeling of looking in a mirror, very special, difficult to find because it has the peculiarity to reflect the image without reversing the opposites, the left remains so and vice versa. So perfect portrait that Dario wanted to give me. I leave as well as “Prof.” debut, i always favoured title although he be “Mauro”, which it was. In the future i’m proudly to enter this “profile” in my modest literary works together with “biography” appearing at that always accompany them.

PROFILE FOR MAURO GIOVANELLI by Dario Rossi Speranza

PROF. you are such a dear person, rich in resources and surprises, how not to love! Your intellectual magma auto manufactures no pauses in great profusion and so it happens that your abundant harvest is down like a Karst River which filters every where and that knows no barriers. In this your principal stretch i see you, i grant, very similar in the heat in massive volume impact and “madness” to the genius father of Zarathustra, Nietzsche also somewhat nihilistic and existential, postmodern novel, with whom share great Virtues of writing to argue and produce sense “without thinking” as confessed to her strict Conscience the great thinker of Röcken. But i won’t be the one to censurarti in your overactive dear friend my involuntary accomplices in aggression, because we’re total knowledge and knowledge! We are too similar not to support each other to the last strong word picture or thought! Although the philosopher asserted that nobody is perfect, we tend often to that, we lap dangerously and we are constantly harassed by his thought. But not to feed foolishly our respective Ego, never boastful or worse might be daffodils, but just to make it more usable and attractive our production and to survive ourselves trying to win the transience of being, of living and of things all through research without respite of beauty, truth and universal knowledge, which Form colorless without consistency which we will translate into primeval Essence every beginning in spite of that God too absent in the dramatic human history…
DARIO ROSSI SPERANZA

TWO LINES OR SO FOR MYSELF

What i have always written and still compose, of any kind, and topic, could be called a set of reflections, thesis, essays, stories, articles, novels “ad libitum”. However, the need to develop manuscripts arises from a need that goes back to childhood and i find it hard to explain the reason. However three causes i locate them, enough i guess: the need to express what I think, love of literature and excellent memory only for what i find interesting. The tool are great authors, my loyal friends that always accompany me everywhere. The credit is for sure the education received from mom, dad and older sister. Then from “Pinocchio”, “A captain of fifteen” or “Il corsaro nero” rather than “Baron Munchausen” and “the treasure of the Sierra Madre” are precociously jumped, using the support points of Cronin, Vicki Baum and the unforgettable “Buried into obscurity” from Theodor Kròger, Melville, Cervantes, “The Forsyte saga” then “Lady Chatterley’s lover” and many other famous superb necklace Omnibus Mondadori. How i was attracted by the illustrations of the covers! Come then, in short order, to Calvino, Cassola, Moravia, Pratolini, Fenoglio, bunting and… Pasolini… follow in the footsteps of Hemingway and Caldwell to switch to “damn Americans” such as Ginsberg, Burroughs and Kerouac was easy as inevitable. The dissociated by them, or “second generation”, those of the type Bukovski, Henry Miller, John Fante just to be clear, they have had a particularly irresistible charm, my personality was affected greatly. Disembark on Russian classics, the French Camus, Malraux and Sartre, the Germans type Gunter Grass, the Portuguese Fernando Pessoa, Latin American of the stature of Márquez, Borges, American Jews to Philip Roth, Cormac McCarthy, and keep? Was useful to lead finally in philosophy in search of answers. For those of my generation Marcuse was a must see. If i add that the February 27, 1945 i was born in Genoa, where i reside, married, two daughters, two beautiful granddaughters. That in my career i have been entrusted with several “important” i well concluded with mental distress (to me seemed unnecessary) and in the meantime i wrote, i read… I have been assigned responsibilities and tasks of responsibility that i wouldn’t have wanted to have, i have traveled extensively and, apart from a certain predisposition for human female “apparatus” (I adopted the title of the only book published by Jep Gambardella “The great beauty”) that don’t deepen… Meanwhile i read, i wrote, i write… Here is my complete biography.
M. G.
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GRACIAS DARIO ROSSI SPERANZA

DARIO ROSSI SPERANZA siempre, me dio el coraje de decir hola con facilidad pronunciando las palabras más difíciles de decir, “Te quieres buena”, más un hombre teniendo en cuenta mi virilidad indiscutible y atracción hacia todo lo que tiene textura femenino.
Las siguientes palabras, invariablemente descritas como he recibido después de un mes del conocimiento, incluyendo “virtual”, me gustaría compartirlas con todos vosotros porque en leerlos que he probado la sensación de mirar en un espejo, muy especial, difícil de encontrar porque tiene la particularidad de reflejar la imagen sin inversión de los opuestos, la izquierda sigue tan y viceversa. Tan perfecto retrato que Darío quería darme. Dejo así como el debut de “Profesor”, siempre favoreció a título aunque sea “Mauro”, que era. En el futuro en que yo soy orgullosamente entrar este “perfil” en mi modesta obra literaria junto con la “biografía” que aparece en el siempre les acompaña.

PERFIL DE MAURO GIOVANELLI por Dario Rossi Speranza

PROF. eres una querida persona, rica en recursos y sorpresas, no a amar! No fabrica de su auto de magma intelectual pausas en gran profusión y así sucede que su abundante cosecha es abajo como un río de Karst que no filtra todas y sabe barreras. En este su tramo principal que le veo, concedo, muy similar al calor en el volumen masivo impacto y “locura” con el padre de genio de Zarathustra, Nietzsche también algo nihilista y novela existencial, postmoderna, con quien compartir grandes virtudes de la escritura para argumentar y producir sentido “sin pensar” como le confesó a su estricta conciencia el gran pensador de Röcken. Pero no será el que censurarti en su hiperactivo amigo mis cómplices involuntarios en la agresión, porque tenemos total conocimiento y conocimiento! Somos demasiado similares no para apoyarse mutuamente en la última foto fuerte palabra o pensamiento! Aunque el filósofo afirmó que nadie es perfecto, tendemos a menudo a que, estamos de vuelta peligroso y nosotros estamos constantemente acosados por su pensamiento. Pero no para alimentar tontamente nuestro Ego respectivo, nunca jactancioso o peor podrían ser narcisos, pero para hacerlo más usable y atractiva nuestra producción y sobrevivir nosotros mismos tratando de ganar la transitoriedad del ser, de vivir y de las cosas a lo largo de la investigación sin descanso de belleza, conocimiento de la verdad y la universal, que forma descolorido sin consistencia que se traducirá en esencia primitiva cada principio a pesar de que Dios también ausente en la dramática historia de la humanidad…
DARIO ROSSI SPERANZA

DOS LÍNEAS MÁS O MENOS PARA MÍ

Lo he escrito siempre y todavía componer, de cualquier tipo y tema, que podríamos denominar un conjunto de reflexiones, tesis, ensayos, cuentos, artículos, novelas “ad libitum”. Sin embargo, la necesidad de desarrollar manuscritos surge de una necesidad que se remonta a la infancia y me resulta difícil explicar la razón. Sin embargo tres causas localizarlas, suficiente supongo: la necesidad de expresar lo que pienso, amor de literatura y excelente memoria para lo que me parece interesante. La herramienta son grandes autores, mis leales amigos que siempre me acompañan en todas partes. El crédito es seguro que la educación que recibió de mamá, papá y hermana mayor. Luego de “Pinocchio”, “Un capitán de quince años” o “Il corsaro nero” en lugar de “Barón de Munchausen” y “El tesoro de Sierra Madre” precozmente se saltaban, usando los puntos de apoyo de Cronin, Vicki Baum y el inolvidable “Enterrados en la oscuridad” de Theodor Kròger, Melville, Cervantes, “La saga de Forsyte” entonces “La amante de lady de Chatterley” y muchos otros famosos magnífico collar de ómnibus Mondadori. Cómo me sentí atraído por las ilustraciones de las portadas! Vienen a continuación, en poco tiempo, Calvino, Moravia, Cassola, Pratolini, Fenoglio, empavesado y… Pasolini… seguir los pasos de Hemingway y de Caldwell para cambiar a “malditos a americanos”, como Ginsberg, Burroughs y Kerouac fue fácil como inevitable. Disociado, o “segunda generación”, los de tipo Bukovski, Henry Miller, John Fante para estar claro, han tenido un encanto particularmente irresistible, mi personalidad fue afectado grandemente. Desembarcar en clásicos rusos, el francés Camus, Malraux y Sartre, los alemanes Gunter Grass, el portugués Fernando Pessoa, los de América Latina de la talla de Márquez, Borges, los judíos americanos a Philip Roth, Cormac McCarthy y… ¿mantener el tipo? Fue útil para dirigir finalmente en filosofía en busca de respuestas. Para aquellos de mi generación, Marcuse era imprescindible ver. Si añado que el 27 de febrero de 1945 nací en Génova, donde resido, casado, dos hijas, dos hermosas nietas. Que en mi carrera que he sido confiado con varios “importante” bien concluí con señal de socorro mental (que me parecía innecesario) y mientras tanto que escribí, leí… He sido asignado responsabilidades y tareas de responsabilidad que no hubiera querido tener, he viajado extensivamente y, aparte de una cierta predisposición humana femenina “aparatos” (adoptó el título del único libro publicado por Jep Gambardella de la película “La gran belleza”) que no profundizar… mientras tanto leí, escribí, escribo… Aquí está mi biografía completa.
M. G.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Dario Rossi Speranza (sx) e Mauro Giovanelli (dx)

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COMMENTO A “L’AMACA” DI MICHELE SERRA

COMMENTO A “L’AMACA” DI MICHELE SERRA

Egr. Serra Michele,
riscontro nella sua “L’Amaca” alcune proposizioni che mi danno la percezione, potrei sbagliarmi ma dovrebbe argomentare il contrario, di voluto “cerchiobottismo”, mi perdoni il termine usato ed abusato che credo renda l’idea.
Infatti “…I tempi del renzismo che sono febbrili (nel bene e nel male)” la trovo infondata poiché un Presidente del Consiglio pagato e beneficiato come tutti sappiamo (ma nessuno osa solo accennarne, a parte Boeri dell’INPS riferendosi solo agli insostenibili “vitalizi”) non può permettersi il male. Qui non siamo nel “Faust” di Goethe: “…Dunque tu chi sei? / Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene”. Renzi Matteo Deve solo operare bene. Punto. E ciò si coniuga perfettamente con l’altra sua asserzione totalmente, mi permetta, immotivata e non veritiera: “…la vecchia sinistra dibatteva… Quella nuova considera la dialettica…”. Quale sarebbe la “nuova” sinistra? E rappresentata da chi? Renzi Matteo? Verdini? Alfano? Al limite parliamo di “nuovo centro destra”. O no?
Ed in ultimo la sua conclusione, davvero l’esplosione finale a segnalare che i fuochi artificiali sono terminati, la festa è finita. Lei cita Marzano, “la politica non può non essere coerente con se stessa”. C’è qualcosa di meno vero? Particolarmente in un Paese disastrato come il nostro?
Del tutto pleonastica la domanda che lei porrebbe nell’ipotetico dibattito che paventa in quanto la risposta è una sola: “Coerenza!” E aggiungo “Onestà”.
Le ragioni inserite in questa mia, se non ho le traveggole, mi pare di coglierle tutte nella sua conclusione: “Ma poi: se i coerenti se ne vanno a chi lasciano la politica? Ai soli incoerenti?” Appunto! A Renzi Matteo, Verdini, Alfano e a seguire.
Cordialmente.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: “L’Amaca di Michele Serra” estratta da “Memoria Condivisa”

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I TRE MOSCHETTIERI – Alexandre Dumas (per raccontare un po’ di me)

I TRE MOSCHETTIERI – Alexandre Dumas
(per raccontare un po’ di me)

Nella vita mi è accaduto, e succede tutt’ora come certamente capiterà a ciascuno di voi, di incontrare individui, anche virtualmente, che disturbano, emettono riverberi negativi, lo si avverte subito, all’istante poiché, come le onde gravitazionali appena rilevate, attraversano il tuo “essere” lasciando segni negativi nel cuore, incidono sull’educazione ricevuta, ti domandi il motivo per cui tale e tanta ignoranza, incapacità di riflettere, pensare, ragionare si possa concentrare in una sola persona.
Tra l’altro nel tentativo di ferirti, essendo questo il loro unico obiettivo e scopo di vita per trascinarti nell’alveo melmoso in cui si riproducono, gli appartenenti a questa tribù ti apostrofano (considerandoli epiteti) con “PROFESSORE” o “INTELLETTUALE”, evidenziati così, in maiuscolo, che sta a significare lo scritto urlato.
Io sono professore, ho insegnato alcuni anni alle medie superiori, sono un intellettuale poiché fa parte di me, ho svolto pure incarichi di prestigio e comando nelle aziende e nell’esercito e, a causa di ciò, ho avuto accesi confronti con sindacati che abusavano del loro potere, li avevo avvertiti di questo, non mi hanno ascoltato ed ora contano meno di zero.
Mi relaziono anche con scrittori e giornalisti, artisti, ecc. Adesso i mediocri diranno: “Ma va! Chi è costui?” Senza ovviamente sapere chi fosse Carneade. Rispondo subito:
Per diversi anni trascorsi lunghi periodi estivi in villa, nell’entroterra genovese. Avevo incaricato un contadino, viveva solo in una baracca poco distante, di gestire giardino, terreno e quant’altro durante la mia assenza. Aveva la terza elementare e spesso lo invitavo la sera a bere qualcosa con me, di fronte al caminetto acceso si chiacchierava di ogni cosa, era un vero piacere ascoltarlo, la sua vita, esperienze, i segreti del bosco, come riconoscere una pianta, il canto degli uccelli, il rumore del vento, viceversa lui stava a sentire le mie iperboli, con interesse non comune, e capiva, rimaneva affascinato, mi poneva domande, argute, intelligenti; facevamo le ore piccole a conversare. Costui era un intellettuale e filosofo a sua insaputa. Io sono così e ho cercato di condividere questo caro ricordo per illustrare il metro che adotto nel valutare i miei simili. Lo stesso criterio ho applicato in giro per il mondo, da est a ovest, nord e sud, ancora adesso, sempre affascinato dagli ultimi, come l’inarrivabile Pasolini che, è vero, aveva l’accento friulano, come tanti nostri politici il loro, solo che… lui era Pasolini.
Adesso mi è capitato di incrociare (solo via etere per mia fortuna) una “signora”, non ricordo il nome, ma dal suo modo di porsi si evince l’ignoranza, mancanza di intelligenza, cultura ai minimi termini, maleducazione, volgarità assoluta, priva di un solo barlume di stile, in poche parole una che, senza alcun senso, lancia fendenti a vanvera, a destra e manca, come se si confrontasse in duello a fianco dei tre moschettieri che solo lei vede (da qui il titolo del mio pezzo) come eroi, personaggi certo (immaginari) ma comunque al servizio del Potere. Penserà di essere una d’Artagnan della conoscenza.
Personalmente mi accosto più a Don Chisciotte, scrivo cose sul Potere che altrove non vedo così “dirette” e sono orgoglioso di essere stato definito “Bukowskiano”, preceduto da apprezzamenti che mi hanno compiaciuto, da un eccellente scrittore e uomo di levatura morale non comune. Il suo libro “Un commissario”, autore Ennio Di Francesco, Castelvecchi Editore, dovrebbe essere adottato nelle scuole e obbligatoriamente fatto leggere da chi si mette a gestire la “Res publica” (Bersani compreso).
Però non sono ancora arrivato a mandare direttamente “affanculo”, tipico del grande Henry Charles, “Hank” per gli amici, ci sono vicino se non altro per guadagnare tempo.
Stavo dicendo di questa persona che ha avuto l’onore di sfiorarmi appena nell’etereo che la circonda, secondo lei in singolar tenzone, nel senso che parla da sola, permettendosi pure di “colloquiare” con terzi sul mio post. Ciò è prova della sua scorrettezza, “qualità” che va nel sacco insieme a tutto il resto, basterebbe che alzasse lo sguardo per rendersi conto che il suo ring ideale potrebbe essere la stalla poco avanti a destra o il recinto dei somari a sinistra.
Che tempi stiamo vivendo! Neppure credo si sia arrivati al fondo. Ringrazio tutti dell’attenzione e, per coloro arrivati fin qui, un abbraccio affettuoso (escluso alcuni, quelli che sanno di non meritarlo).

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

L’articolo “I TRE MOSCHETTIERI – Alexandre Dumas (per raccontare un po’ di me)” è stato pubblicato il 16 MARZO 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it:

Immagine in evidenza: a sinistra “Don Chisciotte” di Pablo Picasso – a destra “i tre moschettieri” ricavata dal web

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