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Per gli innumerevoli auguri ricevuti – 27 febbraio 2016

Per gli innumerevoli auguri ricevuti
27 febbraio 2016

Care amiche (in ordine sparso)…

Maria Lo Bue, Giusy Nicoletti, Loredana Delogu, Cinzia Villa, Lucia Genito, Roberta Fassio, Luisa Sandri, Marta Antonucci, Elisabetta Bafico, Claudia Morganti, Alessandra De Santis, Nella Scaramuccia, Gilda Massari, Rosy Rossi, Patrizia Pistolese, Selvaggia Rodriguez, Francesca Cannavò, Giuseppina Giglio, Simona Zecchi, Barbara Cava, Frankye Scaffardi, Fadwa Al Qasem, Lia Pensabene, Tina Piccirillo, Paola Micoli, Tea Cernigoi, Donatella Vescovi. Lina Magri, Eva Du Lac, Federica Frédérique Zani, Elisa Principe, Anna Tocco, Liliana Lombardi, Maria Vittoria Chiarelli, Mariapia Coppola, Maddalena Nalesso, Rina Antonini, Judith Osazuwa, Maria Lancellotti, Jessica de Santis, Yvonne Luca Ambrogio, Angela Gioia, Marina Caretto, Ileana Turazzo, Elisa Fiordispina P. Walser, Maria Grazia Guelfi, Sonia D’aniello, Rita Tamburino, Luciana Sans Bâillon Garzi, Loretta Fusco, Ruth Perez-Chaves, Lu Orgosolo, Susanna Piticco, Paola Tupí Dei Consorti, Maria Belluna, Dafne Malinverno, Laura Puppato, Nadia Bizzotto, Rosamaria Martini, Valeria Borelli, Roberta Sheyla Amato, Roberta Calcagni, Lucia Vignolo, Laura Biga, Maria Rosaria Cetrone, Barbara Simoni Pedrelli, Teorema Fornasari, Aurora Tuccio, Valeria Patane, Christina Fleury, Paola Staccioli, Miriam D’Armi, Anna Santoliquido, Alessandra Monterosso, Leila Arpaia, Liù Debby, Francesca de Carolis, Susanna Errico, Gabriella M Alessandro, Carla Faggioni, Rita Narzisi, Costantina Deidda, Annamaria Bortolan, Nedda Alberghini Po, Grazia Paletta, Cinzia Perrina, Marilyn Turkovich, Renza Bucci, Roberta Oliaro, Giovanna Costa, Racheal Scott

“i’ vorrei che voi e Aldo Matzeu (che immagino essere buon timoniere) ed io fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio, sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse ‘l disio.” (D. A.)

Agli amici (a maggior ragione in ordine sparso)…

Antonello Pabis, Lorenzo Romei, Cristian Borghetti, Massimo Nardelli, Mauro Brancaleoni, Milo Lazarevic, Franco Crosa, Fulvio Leoncini, Mario Arpaia, Giuseppe Palatucci, Andrea Di Meo, Giuseppe Biati, Alberto Liguoro, Pietro Del Favero, Antonica Mimino, Ennio Di Francesco, Pietro Casanova, Bruno Esposito, Andrea Sebastianelli, Paolo Roberts, Leonardo Rizzi, Nato Panchinaro, Cesare Vitali Dalla Mariga, Serafino Salerno, Antonio Belluna, Mario Trudu, Dimitri Lioi, Enzo Marzo, Vincenzo Inglese, Paolo Sollazzo, Alessandro La Porta, Enrique Irazoqui, Francesco Falvo, Federico Sollazzo, Fabrizio de Angelis, Nicola Dettori, Marco Boato, Michele Longo, Angelo Cifatte, Francesco Virga, Daniele Carano, Stefano Bussa, Augusto Palermo, Aldo Carozzo, Piredda Pietro Paolo, Claudio Bondioli Bettinelli, Lino Quagliarello, Tommaso Fiore, Jared Akama Onyari, Franco Di Carlo, Michele Pizzolato, Roberto Robustelli, Pasquale Calvino Giordano II, Lamberto Roberti, Nanni Scatlini, Luciano Sita, Marco Attilio Salvadori, Luigi Luigi, Carlo Di Figlia Pignatello, Wilson Spinoza, Julio Betancourt, Edosa Frank Honorable, Roberto Villa, Marco Alessandrini, Aldo Giannuli, Mino de Carne, Gianni Pagani, Siva Ram, Paolo Botti, Raffaele de Chiara, Nelson Fronza, Fulvio Scaglione, Ciro Perna, Nicola Tranfaglia, Paolo Orioli, Domenico Bennardi, Andrea Molesini, Arrigo Cassano

…concederei di venirci a salutare alla banchina del porto “perché… s’i’ fosse Mauro, com’i’ sono e fui, mi tengo le donne giovani e leggiadre, e vecchie e laide lasserei a vui.” (C.A.)

Mauro Giovanelli – Genova
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A CIASCUNO IL SUO (replica lettera PD Rocca di Papa pag. 16 de “Il Segno” luglio 2014)

A CIASCUNO IL SUO
(Replica lettera PD Rocca di Papa
pag. 16 de “Il Segno” luglio 2014)

Spettabile direttivo PD, mi fingo destinatario della Vostra lettera pubblicata a pag. 16 de “Il Segno 1/31 luglio 2014” e immagino di riscontrare quanto in essa contenuto. Intanto una minuzia, potrebbe non essere tale, che converto in domanda: non sarebbe stato meglio palesaste nome e cognome dell’estensore della missiva? Così come Vi presentate, “Il direttivo del PD”, dà l’impressione di “blocco”, richiama a un “sistema” che intende esporre concetti scaturiti non dal cuore e l’anima di una persona che lo dirige, bensì dall’apparato burocratico che sostiene la struttura. Sbaglio? Considerando che Lei, sig. PD, così preferisco chiamarLa, espone punto per punto i Suoi programmi replicherò adottando lo stesso metodo, elencando “obiettivi” fattuali.
Intanto il Suo incipit: essendo impregnato di luoghi comuni triti e ritriti del tipo “buon lavoro”, “oneri”, “onori”, “bandiera”, ecc. direi di sorvolare se non per dire che non solo Vi trascinate il peccato originale delle passate imperdonabili scelte sbagliate, come Lei le definisce, i cui colpevoli sono ancora tra le Vostre fila ma, ancor più grave, continuate a perpetrare l’errore, ad esempio definendo violenta nei toni e negli estremismi la recente campagna elettorale. Cosa pretende sig. PD? In tale circostanza il segretario del partito di cui Lei rappresenta una piccola parte, nonché capo del Governo, ha avuto dalla sua il più grande schieramento, la macchina da guerra di occhettiana memoria, che si possa ricordare nella vita della Repubblica: giornalisti dei maggiori quotidiani che vanno da quelli della famiglia di B. alle più quotate testate nazionali, pure quelle traslocate al centro di nessuna sinistra; per non parlare della televisione e i suoi conduttori disponibili, conviviali e servili con il “nuovo”. Dunque veniamo al punto:
Primo: Lei parla di “piattaforma giovani”, “cicli di incontri”, “curriculum” ma… sig. PD, crede veramente in quello che ha scritto? Mi faccia capire, la prego, e me lo spieghi come avessi sei anni. In sostanza il PD si identificherebbe con una sorta di “Caritas”, come Lei compiutamente descrive l’attuale progetto, con adepti che di strada in strada portano, insieme alla buona novella, panini con mortadella e lattine di birra. È questa la Sua idea di futuro? Definirla deludente è solo un espediente per sottrarsi agli aggettivi che adottate di volta in volta, secondo la bisogna, per identificare i Vostri oppositori: detrattori, facinorosi, ostruzionisti, violenti, ecc.
Circa il secondo tema dirò qualcosa in chiusura della presente. Mi prude invece affrontare d’acchito il terzo che, a mio avviso, è l’apoteosi dell’ipocrisia renziana. Si rende conto, sig. PD, di aver parlato del vuoto? Ovvero di zaini pieni di niente che vi trascinate appresso da decenni? “Progetti educativi”, “circoli culturali”, “Costituzione”, “religione”, “anziani”, “disabili”, “educazione civica”, se avesse accennato alle ricette della nonna, i corsi di cucina e le istruzioni per il cambio dei pannolini ai neonati avrebbe abbracciato gran parte dello scibile. Sono secoli che parlate di questa roba nei medesimi termini.
Anche il quarto argomento lo metto da parte per riprenderlo in chiusura sebbene sulla festa dell’unità abbia steso un velo pietoso da lungo tempo. Elenco i fatti che da lei, sig. PD, ci saremmo aspettati avesse messo in tavola:
Uno: smetterla di parlare di abolizione del bicameralismo, unica garanzia in questa singolare Penisola, una delle poche cose buone che abbiamo nell’istituzione, sarebbe come dire abbattiamo il Colosseo perché in Europa siamo gli unici ad averlo. Ma chi è stato il primo a dire che gli italiani avvertono questo problema? Nato, non dimentichiamolo, dalla connivenza con un partito guidato da chi sappiamo e formalizzato nel famigerato “patto del Nazareno”.
Due: ridurre ipso facto di almeno la metà gli stipendi dei parlamentari, i più alti del sistema solare (€uro 145 mila) portandoli alla media europea (€uro 85 mila). Al contempo tagliare di due terzi il numero dei medesimi, ne abbiamo più dell’intero pianeta, USA, Russia e Canada compresi, ovviamente. Lo sa questo sig. PD?
Tre: lotta senza quartiere alla corruzione.
Quattro: far pagare IMU, TASI e quant’altro agli edifici della Chiesa, tutti indistintamente, senza se e ma, come amano dire i nostri governanti. I soldi così recuperati, tanti, investirli nella Scuola Pubblica cui ogni bambino dovrebbe aver diritto. Da ultimo dei romantici quale sono devo dire che a tale privilegio della Curia contavo nel “gran rifiuto” di papa Francesco, non per “viltade” come Celestino V, ma per coraggio e giustizia. Sarebbe stato “un bel gesto” e Lui… ma il quarto monoteismo, il Denaro, è più forte di tutto e tutti, ha discepoli ovunque.
Cinque: lotta all’evasione ed elusione fiscale, in Italia la più alta della Terra. Senza tregua, con pene severissime per chi viene colto con le mani nel sacco, come nel Regno Unito, sig. PD, che tale piaga arriva a malapena al 12% del PIL contro il nostro stratosferico 27% (più di 180 miliardi di €uro all’anno).
Sei: snellimento dell’apparato burocratico dello Stato che mantiene un esercito di impiegati, commessi, dirigenti, plenipotenziari, facchini, fancazzisti, che si reggono su 150/200 mila leggi quando la Germania ne ha poco più di 5 mila e la Francia 7 mila. Gli Stati Uniti mi pare ne abbiano 12 mila. Comprende sig. PD? Le è chiaro? Lo sa che i regimi totalitari della storia, Hitler e Stalin in testa, hanno basato la loro sopravvivenza sulla burocrazia? Che l’Agenzia delle Entrate è ormai una tagliola per i cittadini onesti? Qualora lo desiderasse Le potrei inviare più di un bel racconto al proposito.
Sette: abbiamo l’ottanta per cento del patrimonio artistico del mondo, mi intende sig. PD? Godiamo del più bel paesaggio, dalle coste, litorali, montagne, che si possa immaginare. Giri per il mondo sig. PD (a spese Sue, mi raccomando), io l’ho fatto, e realizzerà in che Paese noi viviamo. Superfluo menzionare la nostra cucina, che non ha eguali. Solo per queste tre cose dovremmo essere autosufficienti, ricchi di nostro, imprenditori di noi stessi. E cosa ci inventiamo? Le grandi opere, inutili quanto i nomi che gli vengono assegnati, gestite da politici incapaci e venduti che sono anche nel suo partito, sig. PD, contrariamente alle Sue affermazioni, più di quanto immagini, ma forse questo lo sa e finge di ignorarlo.
Un consiglio non richiesto: liberatevi del renzismo, porterà al nulla da cui è stato generato. Un uomo che dice di scalare il partito senza mira alcuna di andare al governo se non eletto e due giorni dopo pugnala alla schiena il suo predecessore per andare alla guida di un Esecutivo che non ha il placet del popolo, che gioca su tre tavoli contemporaneamente, che pensa di governare l’Italia con i fuochi di paglia probabilmente attizzati nei campi scout che frequentava, che a precisa domanda rivoltagli da un giornalista (Aldo Cazzullo, “Porta a Porta” del 13 marzo u.s.) “se per lui non fosse il caso che loro, i parlamentari, si riducano lo stipendio” per tutta risposta dice (testuale): “non è importante quanto guadagnano, ma ciò che fanno” lasciando intendere che valgono più di Obama; un uomo che sussurra a Berlusconi e manda Delrio a bisbigliare a De Benedetti, insomma l’ennesimo clone, nella buona sostanza, del divo Giulio così come la Picierno lo è della Santanchè, ebbene quest’uomo è inaffidabile per definizione, persona moralmente e intellettualmente non credibile, magari a sua insaputa, in “buona fede”, di questo posso convenire, ma è… nella sua natura.
Per concludere nella massima serenità, mi creda sig. PD, non sono convinto che Voi siate consci, come afferma, del ruolo che ricoprite. A mio avviso vi siete persi per strada, da tempo immemorabile, al punto che non riuscite neppure lontanamente a immaginare quali siano i reali problemi della gente, e non Vi servirà la Festa dell’unità per ripristinare uno scollamento dai veri ideali della sinistra, cui Lei, sig. PD, è mille miglia distante a meno che non dia risposte convincenti ai quesiti testé sottoposti alla Sua attenzione, uno per uno, senza svicolare. A questo proposito tengo a precisare che “Il Segno” non è un periodico politico, neppure un partito, non usufruisce di finanziamenti pubblici. Le pagine attraverso le quali comunichiamo sono un mezzo di informazione serio, concreto, che racconta fatti, e se questi sono scomodi alla strategia che vi siete data è un problema Vostro. Scriveteci, siete i benvenuti, avrete tutto lo spazio che vorrete basta non ci parliate di “commissioni” da istituire per snellire i rapporti con l’Amministrazione. Andiamo Sig. PD, suvvia! Sono decenni che si nominano esperti, questa è diventata la Nazione degli incaricati a risolvere i problemi, i “saggi”, perfino nelle assemblee condominiali vengono designati periti a studiare come far dare una mano di bianco alle parti comuni. Tra l’altro “commissione” è parola dal significato ambiguo, e viene applicata, anzi “utilizzata” a strafottere in entrambi i sensi (vedere punti tre e cinque).
Basta per piacere, non se ne può più. E non mi venga a dire, sig. PD, che per saper governare sia necessario cibarsi di salamelle alle feste di partito. Per carità, non ci prenda in giro, almeno questo ce lo risparmi. Occorre realmente risolvere il problema della disoccupazione, e siamo al Suo “secondo punto” che riprendo come promesso, ma non con “propedeutici”, “informazione”, “formazione”, e bla, bla, bla. Deve ripartire l’economia reale, sig. PD, e per far ciò ridurre lo spazio della speculazione e finanza. Quelle, le sagre intendo, le sane e spontanee feste popolari, il Suo “punto quattro”, lasciamo che sia la gente ad organizzarle, quando lo stato d’animo e la serenità dei cittadini, la consapevolezza di essere protetti, governati con diligenza e pragmatismo li porti a riunirsi spontaneamente per festeggiare. Siamo a Sua disposizione sig. PD. Cordialità.

Mauro Giovanelli – Genova
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FAMILY DAY 2016 (lettera aperta ai detrattori di questa santa e sacra manifestazione)

FAMILY DAY 2016
(lettera aperta ai detrattori di questa santa e sacra manifestazione)

No! Non ci siamo care amiche e amici. Se continuerete su questa strada, sentenziare a vanvera, buttare giù commenti ingiuriosi della canea di persone che ieri, 30 gennaio 2016, hanno manifestato a Roma per difendere i vostri e i nostri diritti, non solo palesate ignoranza sul delicatissimo tema di cui trattasi ma rischierete di bruciare in eterno tra le fiamme dell’inferno. Quando si commentano fatti legati alla fede, la politica, l’etica, il rispetto dei figli altrui non è bello, oltre che inutile, alzare i toni, dovete imparare ad essere umili, tenere un basso profilo, mai eccedere, sia per l’importanza delle argomentazioni che vengono avanzate che nel rispetto di questi due milioni di cittadini (così dicono ma il Circo Massimo e strade limitrofe non ne possono contenere più di 300 mila) che si sono sacrificati anche per tutelare voi, invitarvi a vagliare, mettere in moto la vostra coscienza. Eh, sì! Non siate superficiali, pensate, ragionate, riflettete prima di giudicare, potrebbero anche esserci fatti e motivi imprescindibili dei quali solo “loro” sono a conoscenza. Ma li avete visti i volti trasognati delle suore, le spose del Signore? Spero non vi sia sfuggito con quale gioiosa partecipazione hanno presenziato all’evento. La medesima espressione che hanno la Elena Boschi e la Marianna Madia, sembravano tutte uscite dalle pale d’altare dipinte dal Beato Angelico. Perché quelle “sanno” cose che neanche potete immaginare, mica stanno attaccate ai fornelli con i bebè aggrinfiati alle gambe che fanno i capricci mentre preparano il pranzo per il marito che magari arriva a casa pure arrapato. Loro, le suore, pregano per noi, il papa, la pletora di vescovi e cardinali. Già che ci siamo avete notato questi “principi” della Chiesa come, nella maggioranza, sono ben pasciuti? Non devono certo rimuginare per le bollette di luce e gas, Tasi, IMU… ed è giusto così, altrimenti come ponderare sulla famiglia, studiare, meditare il modo migliore per renderci la vita meno “pesante”. Non si scherza con “l’ulteriore” che solo loro riescono ad intravedere essendone gli intermediari.
Come potete permettervi di criticare? Andiamo! Fate attenzione che tanto con affermazioni grossolane e non analizzate rischiate di essere maledetti per sempre. Dalla parte del torto già ci siete, trovarvi ancor più in difficoltà sarebbe disdicevole, inoltre potreste passare per irriverenti, bestemmiatori. La gente di fede, “di chiesa” come certuni definiscono i fedeli, locuzione che non ho mai capito bene, si farebbe un’idea sbagliata del vostro agire con il risultato di ottenere l’effetto contrario e non pregherebbero più per voi. Ma le avete viste le immagini di questo raduno? Tutte le reti TV proponevano passeggini, biberon, carrozzelle, padri (naturali) in jeans firmati, pullover tinta pastello e scarpe ginniche bianche che giocavano a palla con il piccoletto di tre anni, tranquilli, rilassati, pazienti, senza un moto di nervosismo, impazienza. Madri (naturali) con permanente o messa in piega fatta il giorno prima, sorridenti, compatte, eleganti, di “classe”. Non vi hanno dato un senso… come dire, di beatitudine? Verdi prati, non un pezzo di carta per terra, le mezze minerali vuote riposte negli appositi contenitori a reticella. Quella è gente che sa stare al mondo, cosa credete? Al confronto la pubblicità del “…a Natale si può dare di più…” è una suburra umana. Ogni tanto si intravedeva qualche politico, Lupi ad esempio, riconosciuto non tanto per le orecchie ma dagli ululati che lanciava attraverso i microfoni dei cronisti. Casini, il Pierferdinando… adesso non mettetevi subito a giudicare per il fatto che sia separato o divorziato due volte, con tanto di figli concepiti ad ogni tappa, il cattolicesimo è una religione confessionale (credo l’unica), tu pecchi tutta la settimana e alla domenica confidi le tue marachelle al parroco prima di ricevere la comunione. Tutto ritorna come prima. Semplice No? Fatevelo entrare in testa una volta per sempre. Quindi lui è “in regola”, come Salvini, Franceschini e tanti altri… “unione civile” con adozione non sia mai detto, ma… “famiglia allargata” sì, cristianamente si capisce.
La critica deve essere quindi moderata, incisiva e altrettanto chiara, senza eccessi, è noto quanto le parole urlate infastidiscano l’interlocutore, che è il popolo, il lettore, noi stessi, troppo chiassoso il raduno per i “diritti civili”, folcloristico, quasi allegro ma questi sono aspetti “spirituali” della vita, c’è poco da ridere. I cartelli! Gli striscioni! Avete visto come erano puliti, candidi, distesi ordinatamente, ben visibili, con slogan diretti, inequivocabili: “Il nostro no alle adozioni gay: non  c’è alternativa alla natura” ma… cazzo! Oh, scusate, vedete che ci si può involgarire, dobbiamo frenare gli istinti bestiali che sono in noi. Volevo dire ma… “Buon Dio se dalla notte dei tempi sei stato Tu a far venire alla luce anche esseri deformi, mutilati, microcefali, down, omosessuali perché te la devi prendere solo con questi ultimi?” Vedete? Mi rivolgo a voi che state leggendo. Avete preso atto quanto sia stato pacato? Il messaggio che si vuol lanciare non deve giungere distorto, amplificato, i timpani ne sarebbero infastiditi, quindi verrebbe respinto prima ancora di essere analizzato. Calma! Ci vuole calma, non mi stancherò mai di dirvelo. “Siamo qui per la famiglia e non contro qualcuno”, altro slogan, ecco come si fa, con placidità. L’avete visto questo cartello mentre intervistavano Sacconi? Sacconi… non vi crediate mi disturbi il solo vederlo ma mi doto di autocontrollo come all’improvvisa apparizione del muso di Giovanardi che blaterava qualcosa tipo “Sbagliato, sbagliato” e “Per la famiglia”, non come voi capaci solo di improperi, o qualche “Per Dio!”, che non è irriverente ma poco ci manca, lo dice il secondo comandamento che senz’altro conoscerete, non l’originale, ma quello modificato dal Concilio di Nicea in poi, che avrete imparato a catechismo o a scuola nell’ora di religione. “Renzi ci ricorderemo”. Ecco! Questa intimidazione che ho colto mentre l’inquadratura si è posata su Gasparri e la Meloni, è leggermente ricattatorio. Meglio! Che siano loro a perdere le staffe. Probabilmente è stato suggerito da Bagnasco gran condottiero della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, quella che si occupa di tutto meno che della politica italiana. E Alfano? Difficile, lo capisco, mantenere i nervi saldi solo a pronunciarne il nome. E i Cristi e le Madonne sparsi ovunque? La Mussolini con il marito? Vengono a proposito! Imparate e valutate; lei è una vera cattolica, conosce il perdono, la misericordia… ma fosse stata al potere prima del fattaccio con la minorenne occorso al suo partner avrebbe provveduto a far eseguire la castrazione chimica a tutti i pedofili, ad esclusione dei preti. Ma i più belli sono stati due personaggi davvero singolari che ho posto nell’immagine in evidenza: La signora bionda, con un crocifisso altezza Brunetta in mano, aspetto accettabile, occhiali firmati, bel giubbotto in pelle, fattasi sadwich con un cartello sul lato “A” dove si poteva leggere “La natura si ribellerà alla legge sulle unioni civili” e sul lato “B” quello contro natura (ovvio): “L’uomo va contro natura con una legge, la natura per legge andrà contro l’uomo, Signore salvaci tu!!! (con relativa immagine pastorale)”. L’altro un soggetto fenomenale, anziano, barba da asceta, croce delle stesse dimensioni della complice, casacca di juta con una calcomania della Madonna seguita da “Servo di Gesù in Maria contro l’iniquità di Satana e dei suoi seguaci”. Sull’asta lunga del crocifisso in verticale dall’alto al basso “Senza far niente” e su quella corta in orizzontale “Di me non potete” che incrociandosi faceva “Senza di me non potete far niente”. Indubbiamente un fissato ma ritengo anche seguace di Piero Bartezzaghi famoso per i suoi cruciverba e collaboratore de “La settimana enig(mistica)”
Come al solito mi sono dilungato troppo, lasciamo quindi perdere Mons. Javier Echevarrìa dell’Opus Dei, Casa Pound Italia, l’eccessivo Adinolfi (Mario) che è pure onorevole oltre che cronista di “Radio Maria”, il cardinale Ruini, nonché tutti gli altri prodotti nostalgici della nostra Penisola. Concludo invitandovi dunque a non usare termini volgari, vocaboli scandalosi, ordinari, tali da offendere il senso morale. Si rende pertanto opportuno adottare parole acconce così da ingentilire anche la replica più ovvia.
Per questo devo assolutamente trovare il modo di descrivere la patologia di questo nugolo di gente dedita all’omofobia più becera, l’odio indiscriminato verso l’amore e il vivere civile, razzisti in tutte le sfaccettature che tale termine comporta, ignoranti, incapaci di pensare, bigotti, chiusi al progresso, conformisti nel senso deteriore del termine, falsi moralisti, ambigui, frustrati, asociali, paranoici, anacronistici, dissimulatori, integralisti alla stregua di quelli che quotidianamente vediamo alla televisione con la sola differenza che sono nati e cresciuti in un altro contesto sociale. Nella buona sostanza gente poco raccomandabile. Questo tipo di persone mi fanno paura, anzi ne sono terrorizzato, perché è gente capace di tutto meno che porgere l’altra guancia.
Eppure il papa all’angelus di stamattina 31 gennaio così si è pronunciato: “Nessuna condizione umana è esclusa dalla misericordia di Dio”. Che avrà voluto dire?

Mauro Giovanelli – Genova
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“FAMILY DAY 2016” è stato pubblicato il 3 FEBBRAIO 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it:

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LETTERA APERTA AI GIORNALISTI (NON PROPRIO TUTTI)

LETTERA APERTA AI GIORNALISTI
(NON PROPRIO TUTTI)

A parte i dissonanti consigli benevoli che dispensate, il motivo per cui riprendo l’argomento è l’aver ravvisato un vostro generale spostamento a destra, o al centro di nessuna sinistra, insomma una vera e propria adunata sul colle. Ovvio che potrei sbagliarmi ma fra i cronisti di giornali a grande tiratura non trovo più quelle differenze essenziali alla corretta informazione e al dibattito e, credetemi, questa è opinione ampiamente diffusa fra le mie frequentazioni non proprio minimali, e segnali convergenti mi giungono anche dall’esterno, impossibile non ve ne siate accorti.
Voi svolgete un lavoro assai bello e importante ma… delicato, perciò corre l’obbligo sottolineare, senza malizia alcuna, che i quotidiani cui collaborate usufruiscono di finanziamenti pubblici, diretti, indiretti, diversamente elargiti, o che dir si voglia. Il vostro disporvi a testuggine come le mitiche legioni romane non potrebbe essere un tantino sospetto? Un esempio per tutti, la cui sottile valenza non potrà di sicuro sfuggirvi, quali persone della cui sensibilità non dubito: ho avuto uno scambio di mail con un vostro illustre collega che, anziché pubblicare una mia lettera, preferì farmi pervenire la sua personale analisi da me non condivisa, anzi trovai deludente si fosse distratto su una banale, questa volta sì, quisquilia. Ammetto che la mia contro replica fosse stata troppo assertiva, ma con l’attenuante di due motivi conseguenti uno all’altro; il primo perché ritenni che l’interlocutore non avesse capito il messaggio in essa contenuto, il secondo la cocente delusione verso un redattore di cui fino a qualche anno fa condividevo ogni concetto. Nell’occasione mi ero anche chiesto: se ha dedicato una parte del suo prezioso tempo ad analizzare la mia ipotesi significa che non gli ho inviato una patacca, l’ha apprezzata, e non solo per la bazzecola sulla quale ha speso diverse righe. Perché ha eluso il vero quesito da me posto? Comunque inviai le mie scuse e lui, usando il potere della posizione che occupa in un periodico per certi versi anche un po’ mio, adottò la più odiosa delle tattiche, cioè “game over” ovvero “la palla è mia e non gioco più”. Io fui esuberante ma parte debole, lui ineducato dalla postazione fortificata.
Fatti di questo tipo mi sono capitati a catena negli ultimi mesi, e solo quando ho contestato o non apprezzato appieno le larghe e lunghe intese della stampa o TV.
Il direttore del quindicinale su cui scrivo, solo perché aveva denunciato anomalie e la cosa non fu gradita agli esponenti dei soliti vari partiti, è stato oggetto di aggressione da parte di componenti il Consiglio del Comune dove esercita la professione. Quel che voglio dire è che le strade verso la censura sono ambigue, mimetizzate, e oggi è più facile avere un dialogo sereno con il Papa che con redattori di quotidiani e politici.
Mi avete detto a più riprese che vi sembro una persona ragionevole, quindi vi domando. In questo Paese da dove si deve cominciare? Ditemelo per cortesia, con sentimento, come fossi un caro amico. Si potrebbe partire col rispondere per le rime all’esercito di disarticolati mentali che appaiono in TV, i sempre più numerosi cespugli di gramigna di questa foresta pietrificata da vent’anni di veleni? O dalle altezze cui veleggiano i salvatori della Patria che nel frattempo si sono succeduti con appropriata corte al seguito? E dove è scritto il divieto a fare entrambe le cose? Mi inquieta constatare come si siano ingrossate le fila dei redattori preposti alle rubriche “lettere al direttore” o “la posta di…” che da tempo si dedicano a dispensare inviti alla calma, elargire pacche virtuali sulle spalle, buffetti, alla stregua dei curati di campagna dopo la confessione “reciti dieci Ave Maria poi ne riparliamo”.
Dato che amo il confronto, con persone del vostro spessore è addirittura esaltante, pongo un ultimo quesito: e se io fossi un visionario? Per carità non certo della levatura di quelli descritti con eccellenza nelle recenti otto puntate di Corrado Augias su RAI 3, ma del genere metropolitano, uno dei tanti, confuso tra la folla, quegli anonimi cittadini che vorrebbero contribuire a migliorare la società, modesti… un fissato cui interesserebbe sapere, ad esempio, di cosa abbiano parlato Berlusconi e Renzi in quei 10 minuti di colloquio privato al Nazareno. Non vi desta curiosità?
Io non oso neppure più chiederlo, avverto raffiche di censura e i comandi provenire dalla tolda di questa nave in mezzo alla tempesta.
Credere! In Renzi, l’Eta Beta della politica, che dal suo gonnellino estrae tutte le soluzioni possibili e impossibili. Obbedire! Alla stampa e TV, solo quelle che escono dalle rotative di Paperopoli e trasmesse dai ripetitori di Topolinia. Combatt… no, nooo! Questa spero proprio sia un’altra storia.

Mauro Giovanelli – Genova
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IN MORTE DI LAURA ANTONELLI – Attrice italiana

IN MORTE DI LAURA ANTONELLI
Attrice italiana

Cara Laura,
quante volte mi sono soffermato ad ammirare il tuo petto, la parte lasciata scoperta dalla camicetta leggera appena sostenuta dai seni perfetti, giovani. Una spallina abbandonata lascivamente lungo il braccio, la carnagione che intuivo liscia e profumata, il viso di una Madonna, tanto la dolcezza ha aderito al tuo ovale compiuto. Gli occhi profondi esprimevano anche una sottile malinconia, a volte mi pareva non ti importasse piacere, essere desiderata per il tuo fisico, avevo la percezione volessi essere più compagna, consolatrice. Provocavi in me, come posso dire… languore, attiravi la mia attenzione perché i sensi che guardano al fascino venivano tutti soddisfatti, appagati. Bella, bellissima, fronte proporzionata, liscia, naso regolare, muliebre, le orecchie precise, i capelli mossi quel tanto da confonderli con i riflessi del tramonto in riva al mare. Non ho pudore nel dire ciò, e mai mi è capitato di provare tanta emozione per la scomparsa di una stella del cinema, ma i sogni dei quali, attraverso te, mi sono impossessato, le emozioni che mi hai regalato, il desiderio della carne che avvertivo nell’ammirarti sono la storia del mondo e della mia giovinezza. La carne è la sola cosa, essenziale, dalla quale non si può prescindere, l’unico mezzo di comunicazione con l’altra parte, la ricetrasmittente tra l’essere e il nulla. Vedere, sentire, annusare, toccare, penetrare sono attimi concessi da questo complesso involucro che ci contiene e tu mi hai fatto vaneggiare tutto ciò precocemente, e l’amore eterno, passione, sesso, dolcezza, carezze, giocare, baciare, e stringere l’altra a me, bramare il calore, desiderio di godimento, possesso, il vero rito sacrificale. La sola liturgia ad avere un senso è raggiungere così uniti l’orgasmo, quell’attimo di estrema perdizione e sommo piacere, l’unico gesto che abbia un contenuto, la vera azione che conduce ai confini ultimi del sublime, in prossimità dell’attendibile, il mezzo con cui si innesca la reazione che consente di intravedere per qualche istante il Cielo. Questo ho imparato solo guardandoti. Grazie.
Sono certo tu capisca cosa intendo dire. Starti a guardare mentre salivi quella scala in “Malizia”, il corpo flessuoso, provocante e innocente allo stesso tempo, quella visione mi è entrata nelle viscere, la tua naturalezza e sensualità toglieva il fiato, la veste lasciava intravedere per pochi istanti il tuo corpo inebriante, ancora oggi al ricordo della perfezione di quelle carni mi emoziono. È quel giorno, in un cinema di prima visione, che ho preso il mio diploma di maturità, della vita.
Questo è il senso dell’esistenza, Laura, la sola salvezza. Nell’inferno in cui viviamo è la carne, non la fede, che ci fa toccare il Paradiso. A Dio piacendo. Nei tuoi magnifici occhi, lo sguardo, con riflessi delle stelle sul mare di notte, mi ci perdevo dentro, cambiavano continuamente tonalità, rappresentavano immaginazione, tormento, rabbia, odio, estasi, inquietudine, pace. Comunicavano una predisposizione a dare amore incredibile, sprigionavi fiamme e sentimento da tutti i pori. Buona sorte ho avuto ad essere uomo, così da poterti ammirare e avvicinarmi attraverso te al mistero dell’origine del Mondo. Con queste parole voglio renderti eterna, per quello che sei stata, pure quando la vita è diventata matrigna, la malattia, la povertà e la rinuncia al desiderio di esistere.
Anche nel periodo più funesto, mi ha commosso tantissimo la spontaneità e l’affetto con i quali Lino Banfi ti è stato vicino, ha cercato di aiutarti, in quel periodo ultimo della tua vita, stavo dicendo, tu eri la giovane domestica che saliva la scala e tutto il Pianeta cominciava a ruotarti intorno.
Adesso riposa, cerca di dormire serena, abbi cura di te, sei circondata dai pensieri di molte persone, il tuo viso è ora rivolto verso le stelle e quello è il tuo posto.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

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LA BUONA SCUOLA – LETTERA APERTA AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

LETTERA APERTA
Ministero della Pubblica Istruzione
Gent.ma Ministro Stefania Giannini,

OGGETTO: LA “BUONA SCUOLA”

L’associazione “Memoria Condivisa” nata nel 2006 grazie alla tenacia e perseveranza del sig. Mario Arpaia, attuale Presidente della medesima, persegue quale primo e fondamentale obiettivo la conservazione, appunto, della nostra “Memoria” ossia mantenere vivo in tutti noi il ricordo di ogni avvenimento che nel corso degli anni abbia investito lo sviluppo dei rapporti sociali e influenzato l’evolversi della civiltà in cui viviamo.
“La guerra è una lezione della storia che i popoli non imparano mai abbastanza”, è il principio che campeggia sui frontali di molti edifici delle nostre città. In un mondo che ha ormai raggiunto alti livelli di globalizzazione, interessato da intense e continue migrazioni di varie etnie, da un Paese all’altro, alla ricerca di migliori condizioni di vita e raccogliere sogni, speranze, questo motto è quanto mai attuale soprattutto per le masse che non hanno beneficiato del progresso ma contribuito nel tempo, molte volte obtorto collo, a realizzare.
Nel perseguimento della nostra missione non esistono confini geografici. Oggi più che mai è necessario alimentare e mantenere vive le radici che trasmettono in alto, ai giovani arbusti, il messaggio che indichi loro i punti di partenza, le varie fasi che li hanno portati ad essere ciò che sono, sapere da dove vengono, perché e come. Poco tempo fa è mancato uno degli ultimi e ormai rarissimi testimoni oculari di ciò che è avvenuto nel corso del secondo conflitto mondiale, preceduto dall’avvento al potere di Benito Mussolini in Italia e Adolf Hitler in Germania che, con il loro aiuto fattivo a Franco nel corso della guerra civile Spagnola consentì al generalissimo di prevalere sui Repubblicani. Dunque si alzarono in Europa freddi venti di guerra sotto i neri vessilli di un rafforzamento delle destre mai avvenuto in precedenza. Gli effetti diretti e collaterali li conosciamo tutti.
Non ho certo la pretesa di dare lezioni su certi argomenti a chi ne sa di sicuro più del sottoscritto e, facendo affidamento proprio a questo, desidero evidenziarLe un fatto, anzi una serie di circostanze che nella fattispecie ci hanno lasciati abbastanza perplessi. Fra i tanti compiti che ci siamo dati come Associazione abbiamo sempre messo in preventivo di programmare nei diversi Istituti Scolastici convegni ad “hoc” su vari argomenti, alla presenza di relatori competenti del settore specifico. Nel corso degli anni abbiamo contribuito a far conoscere ai nostri giovani il teatro civile, musica, fotografia, cinema, letteratura e poesia analizzando la vita dei grandi autori, poi ancora arti in generale e, naturalmente, storia moderna. Il tutto a costo zero per la scuola e a totale carico di “Memoria Condivisa”. Ovviamente nel cercare di portare conoscenza ci siamo pure aggiornati ai tempi. Capiamo benissimo che oggi gli strumenti a disposizione per “l’apprendimento” sono molteplici: computer, tablet, play station, ecc. rapidi nel procurare un’arida informazione, che però rimane fine a se stessa, un semplice dato, nozione priva dell’elemento indispensabile che si chiama contatto umano, il solo a dare quel valore aggiunto che nessuna macchina potrebbe mai fornire. La differenza è la stessa fra coloro che vogliono cultura, la quale si apprende dai libri, leggendo, e a sua volta porta alla preparazione completa e pure alla passione in ciò che si vuol perseguire, e il nozionismo che rischierebbe di produrre solo degli automi al comando di segnali elettronici e sottoposti al vaglio di apposite strumentazioni. Le prove INVALSI ne sono un esempio concreto, griglie dove si tratta di apporre crocette a fianco di un elenco di domande i cui risultati saranno sottoposti a verifica da parte della stessa macchina che li ha predisposti.
Ieri, in senso metaforico, i docenti erano impegnati nel pomeriggio alle attività extra che abbracciavano diverse discipline, invogliavano gli studenti a socializzare, parlare, confrontarsi. Oggi ciò non accade più. Anche l’apporto esterno che potrebbe aggiungersi viene rifiutato, addirittura non si è accolti dai Dirigenti scolastici al fine di relazionare circa i programmi che potremmo proporre, è diventato inattuabile perfino avere dai medesimi una risposta via mail, ogni tentativo di presentazione cade nel vuoto, impossibile assicurarsi un contatto, un appuntamento, come se i centri dove si coltivano le menti del domani fossero blindati.
A Bologna il Presidente dell’Associazione ha provato con cinque Istituti ottenendo quale risultato un nulla di fatto.
Per concludere ed al fine di non abusare oltre della Sua estrema cortesia sono a chiederLe, a nome dell’Associazione, di esaminare questa missiva e, qualora ne condividesse i contenuti indicarci se fosse possibile, perdoni l’insistenza, adottare quegli strumenti che consentano agli Istituti scolastici di aprirsi pure al mondo esterno, quello reale, in modo di poter dotare gli studenti dello strabismo concettuale che permetta loro di guardare giustamente al futuro ma, allo stesso tempo, considerare i fatti che li hanno portati fino a qui. Solo così, riteniamo, si potrebbe costruire la “buona scuola” che formi la classe dirigente di domani.
Ringraziandola ancora per l’attenzione che vorrà dare a questa mia e in attesa di un Suo gentilissimo riscontro a “Memoria Condivisa” Con stima ed ossequio.
Distinti saluti.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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La lettera aperta avente per oggetto “La buona scuola” rivolta al Ministro della Pubblica Istruzione è stata pubblicata il 19 ottobre 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it

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IL SOGNO DI UN ERGASTOLANO (lettera aperta a Memoria Condivisa)

IL SOGNO DI UN ERGASTOLANO
(lettera aperta a Memoria Condivisa)

Auguri di cuore affinché il sogno di Carmelo Musumeci si avveri, quanto da lui espresso nella lettera inviata ad Eugenio Scalfari è verità al punto da lasciare sgomenti, commossi per come essa viene pacatamente espressa, si avverte quiete oppressa dell’uomo che, avendo perduto ogni speranza, non traguarda alcun orizzonte e si ammansisce nella rassegnazione senza tuttavia rinunciare al miraggio che il tempo per lui irreale, dilatato, venga riconvertito in minuti, ore e giorni e possano regalargli ancora la gioia di fuggire dalla sua propria ombra per ritornare persona.
Credo sia giunta l’ora che questo Paese ritrovi le radici della civiltà dalla quale è sorto, si è nutrito, e per arrivare a ciò si liberi in fretta dagli invasori che da quasi cinque lustri stanno bivaccando sulla nostra terra.
Invito l’Associazione “Memoria Condivisa” a tenerci aggiornati sugli sviluppi di questo enorme problema, nel frattempo un caro saluto e un abbraccio a Carmelo Musumeci.

Mauro Giovanelli – Genova

“IL SOGNO DI UN ERGASTOLANO” è stato pubblicato il 16 dicembre 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it:

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