Archivi categoria: Riflessione

COMMENTO SU PASOLINI – Entropia

COMMENTO SU PASOLINI

“Chi è nato in questa entropia, non può in nessun modo, metafisicamente, esserne fuori. È finita.”
Pier Paolo Pasolini

Commento:

Come tutti sappiamo l’entropia viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi incluso l’Universo. È un termine scientifico che non credo Pasolini abbia usato a caso. Infatti, per ricondurre il dibattito alla frase del poeta, che non escludo fosse rivolta a studenti in materie tecniche e appartenenti a famiglie umili, a mio modesto parere intendeva dire, in un linguaggio a loro comprensibile, che quella generazione di giovani sarebbe stata l’ultima a vedere operai e contadini aggregati e ben riconosciuti nella classe di appartenenza. Successivamente sarebbe seguito uno sconvolgimento (disordine) voluto, oserei dire studiato a tavolino dalle “caste” (di questo potremmo parlare in altra sede) che in quel contesto lui definì “borghesi” il cui termine individua sì nella sua più ampia accezione l’uomo amante del vivere quieto e ordinato, legato al proprio benessere materiale a lui sufficiente, e perciò conservatore, che per il “proletario” rivoluzionario rappresenta invece già una sorta di “padrone”, uno o due gradini sopra la sua condizione.
Pasolini si esprimeva anche in relazione alla scolarizzazione dell’interlocutore cui rivolgeva il suo messaggio. Mica era uno sprovveduto.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata da Eretico & Corsaro

RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMENTO SU PASOLINI – Perdere o vincere – Entropia

COMMENTO SU PASOLINI
Perdere o vincere – Entropia

“Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù”.
Pier Paolo Pasolini

“Per questo provoco i giovani: essi sono presumibilmente l’ultima generazione che vede degli operai e dei contadini: la prossima generazione non vedrà intorno a sé che l’entropia borghese”.
Pier Paolo Pasolini

Commento:

Cazzo! Scusatemi signore, mi è scappato, ma… qui ci troviamo di fronte a qualcuno che non poteva essere racchiuso entro i confini dei nostri limiti, dell’umanità intendo, neppure sarebbe stato possibile imprigionarlo in una lampada anche se i differenti autori che dal X secolo hanno composto la famosa fiaba potrebbero essersi ispirati ad un uomo fuori da ogni regola così detta razionale… Pasolini era un corpo estraneo, la società ne soffriva, provava dolore, sofferenza, pativa in continuazione di crisi di rigetto fino a quando non decise di disfarsene rivolgendosi a chirurghi esperti, autentici professionisti del bisturi. Quasi sarebbero da comprendere, nel profondo significato cristiano: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata da Eretico & Corsaro. Fotomontaggio eseguito dalla’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMENTO SU PASOLINI – Poesia in forma di rosa

COMMENTO SU: PASOLINI – Poesia in forma di rosa

Manca sempre qualcosa,
c’è un vuoto in ogni
mio intuire.
Ed è volgare questo
mio essere completo,
mai fu così volgare
come in questa ansia,
questo “non avere
Cristo”, una faccia
che sia strumento
di un lavoro non
tutto perduto nel
puro intuire in
solitudine .
Pier Paolo Pasolini
(Poesia in forma di rosa)

Qui credevo proprio di averci trovato una contraddizione, alla prima lettura ho detto fra me e me: “Ecco! Non era perfetto”. Allora dopo essermi raddrizzato allo schienale, disteso, accesa una sigaretta, mi sono più che altro soffermato sugli occhiali scuri, vai a capire perché, poi i lineamenti del viso, scolpiti, determinati, vigorosi di sola certezza, come la prua di un vascello infernale che nulla teme. Quindi ho riletto con calma e ogni sua parola andava ad incastrarsi precisamente con tutto il resto, il periodo scorreva liscio per collegarsi al successivo in virtù di una qualche legge divina. Osservavo dentro un caleidoscopio che più facevo ruotare più emanava riverberi di accessibilità, compiutezza. Mi ha regalato la facoltà di potermi espandere ancora. Lui sapeva.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata da Eretico & Corsaro

RIPRODUZIONE RISERVATA

A TUTTO C’È UN LIMITE ?

A TUTTO C’È UN LIMITE ?

Secondo voi sarebbe plausibile pensare che gli americani potrebbero dare il loro voto a un miliardario grossolano, xenofobo, volgare, puttaniere e per sovrappeso con parrucchino?
Certo che qualora dovesse accadere sarebbe un caso più unico che raro. Dico che costituirebbe un precedente pericoloso perché potrebbe poi verificarsi, invento, che subito dopo possa essere sostituito da un cervellone di Harvard a dimostrare che il vuoto assoluto esiste, e fa danni, allora trovarsi a dover cambiare ancora, cerco sempre di lavorare di immaginazione, e gli capita un tizio che ad ogni problema dichiara di non essere babbo natale, di non aver la bacchetta magica e di non averci scritto in fronte “Jo Condor”. Quindi i poveri USA si troverebbero a tirar fuori in quattro e quattr’otto un nuovo sostituto, uno modesto, continuo a fantasticare, di quelli veloci, sempre a correre, emettere riforme, preparato, pronto ad ogni evenienza, perfino dar da bere agli argentini che un pezzo de “Il manuale delle giovani marmotte” sia una poesia di Borges. No! Lo escludo, difficilissimo possa accadere. In che mondo vivremmo se no?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CALUNNIA

LA CALUNNIA

Sarebbe forse giunta l’ora che la Chiesa chiedesse perdono al più grande filosofo dell’Umanità, e a noi per averci privato anzitempo degli scritti e i pensieri che ancora Giordano Bruno avrebbe potuto donarci. Riabilitarlo sarebbe il minimo ma, per recuperare la coerenza con il pensiero cristiano, ancor più non sarebbe disdicevole “rivisitare” la figura di Roberto Bellarmino, suo aguzzino, incomprensibilmente fatto santo e dottore della Chiesa tre volte da Pio XI.
Papa Francesco sarebbe l’uomo adatto e il gesto di giustizia avrebbe ridondanza in tutto il mondo, un grande significato di progresso, tolleranza e misericordia. Egli sta operando nella direzione giusta e ogni suo sforzo è mirato a ricondurre l’uomo alla Parola del Vangelo. Non è un rivoluzionario come molti vorrebbero fare intendere al solo scopo di screditarne la grande personalità, la morale, il suo darsi per gli altri, la fede sincera e la tenerezza che invoca nei riguardi degli umili, i deboli, gli oppressi.
Purtroppo la calunnia, arma dei vigliacchi, è diventata sistema in questo mondo che ha perso ogni connotato di civiltà, ha smarrito la via della solidarietà e della comprensione, dove il senso di umanità è un optional che viene comodo solo quando si tratta di ottenerne un vantaggio personale. In Italia, collocata nella top ten dei Paesi più ignoranti e corrotti del mondo, l’opportunismo e la diffamazione sono diventati, mi duole dirlo, regole di vita.
Per invertire questa rotta che ci può solo condurre al disfacimento completo della nostra millenaria cultura dobbiamo ispirarci al pensiero di Giordano Bruno, la sua coerenza, la fulgida mente. La maldicenza, il pettegolezzo, il cercare di screditare il prossimo sono riverberi della mediocrità della mente umana. Sento il dovere di riportare questo pezzo del grande filosofo tratto da “De Immenso”:

Alla mente che ha ispirato il mio cuore con arditezza d’immaginazione piacque dotarmi le spalle di ali e condurre il mio cuore verso una meta stabilita da un ordine eccelso, in nome del quale è possibile disprezzare e la fortuna e la morte. Si aprono arcane porte e si spezzano le catene che solo pochi elusero e da cui solo pochi si sciolsero. I secoli, gli anni, i mesi, i giorni, le numerose generazioni, armi del tempo, per le quali non sono duri né il bronzo né il diamante, hanno voluto che noi rimanessimo immuni dal loro furore. Così, io sorgo impavido a solcare coll’ali l’immensità dello spazio, senza che il pregiudizio mi faccia arrestare contro le sfere celesti, la cui esistenza fu erroneamente dedotta da un falso principio, affinché fossimo come rinchiusi in un fittizio carcere e il tutto fosse costretto entro adamantine muraglie. Ma per me migliore è quella mente che ha disperso ovunque quelle nubi e ha distrutto l’Olimpo che accomuna gli altri in un’unica prigione dal momento che ne ha dissolto l’immagine, per cui da ogni parte liberamente si espande il sottile aere. Mentre m’incammino sicuro, felicemente innalzato da uno studio appassionato, divengo Guida, Legge, Luce, Vate, Padre, Autore e Via. Mentre mi sollevo da questo mondo verso altri mondi lucenti e percorro da ogni parte l’etereo spazio, lascio dietro le spalle, lontano, lo stupore degli attoniti.

Gli attoniti appunto, gli impostori, denigratori, trasportati dal vento della loro mediocrità e invidia. A costoro dobbiamo rispondere con l’etica, andare avanti a testa alta “non ti curar di loro ma guarda e passa” disse il sommo poeta. Solo una condotta irreprensibile fatta di azioni trasparenti e, proprio perché laica, priva della doppiezza morale di tanti sedicenti “credenti” che nella loro incoerenza pretenderebbero di insegnarci a vivere e comportarci cristianamente.
Lasciamoci alle spalle, il più lontano possibile, lo stupore degli attoniti, ignoriamoli, non ascoltiamo le loro patetiche menzogne, involiamoci verso l’etereo spazio e inseguiamo morale e consapevolezza di noi stessi.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web – 414 x 500 – cristiano cattolico.it

RIPRODUZIONE RISERVATA A MEMORIA CONDIVISA

IL RENZISMO ovvero LA CERTEZZA DEL DUBBIO

IL RENZISMO ovvero LA CERTEZZA DEL DUBBIO

Avevo deciso di lasciar perdere aggredito come sono stato dalle peggiori sensazioni, certezza dell’impossibilità al cambiamento accompagnata dalla percezione di ineluttabilità degli accadimenti che non dovrebbero sovrastarci. Risultato: completa abulia. Non male comunque, in fondo abbandonarsi all’indolenza potrebbe essere un’alternativa, tanto che mi era parsa la migliore delle soluzioni, la sola cosa da fare in Italia, procurarsi un coltellino, individuare una comoda e riservata panchina al parco pubblico, sedervisi e trascorrere il tempo a far la punta a un legnetto alzando di tanto in tanto la testa per gettare uno sguardo al mare.
Non è riuscito a scuotermi neppure Matteo Orfini con la sua balzana idea di programmare corsi anticorruzione per i politici. Al contrario l’imbecillità che tale ipotesi potesse soltanto prefigurarsi nella mente di qualcuno mi convinse ancor più dei benefici effetti derivanti dalla mia nuova condizione mentale. È però mio dovere ricordare che costui è un “onorevole”, nonché presidente del PD e testé nominato Commissario Straordinario della sezione Romana del medesimo partito a seguito dello scandalo “Mafia Capitale”. Ad essere sinceri, ora che ne parlo, devo aggiungere che il cranio di costui, l’arcata sopraccigliare, lo sguardo vacuo, l’arcipelago costituito da barba, baffi, basette collegati tra loro da accurati istmi a circondare le parti emerse del suo sciocco sorriso, mi aveva riportato a Lombroso. Ho allontanato all’istante tale ignobile pensiero.
Sono però stato messo a dura prova nell’ammirare la guida scout Renzi muoversi all’interno del Palazzo Apostolico, osservare le movenze delle anacronistiche Guardie Svizzere, analizzare le formalità e gli atteggiamenti artificiosi dei segretari, cogliere le battute scontate, incolori, elargite a profusione dall’ex sindaco di Firenze (“il bimbo è più alto della mamma… non si vede perché la mamma ci ha i tacchi, eh… eh…” oppure “sono mortificato di fare errori sul protocollo, eh… eh…”). Intanto si arriva allo scambio dei regali. Da parte nostra, se posso dirlo, viene donato Chianti classico accompagnato dalla chiosa di Matteo “i vini italiani sono tutti buoni, ma questi piacciono anche alla mia mamma, vanno bene per la messa e non solo, eh… eh…”. Il Santo Padre ricambia con un medaglione raffigurante San Martino che cede il mantello al mendicante anche se con una rapida occhiata rilevo che in quegli interni parrebbero non esserci capi (di abbigliamento) da dismettere, tanto meno questuanti. Non riuscivo a capire cosa mi infastidisse, forse l’ipocrisia celata in ogni gesto, visto e rivisto come un vecchio film che passa un giorno sì e l’altro no su tutte le reti, il servilismo, la finzione. Ogni Santo Natale nessuno dei predestinati a tale rito riesce ad inventarsi qualcosa di efficace, nuovo, rigenerante, oserei dire… cristiano. In ogni caso ho pure resistito a questa tentazione, denunciare la vacuità della rappresentazione, ma i prodromi di ciò che mi avrebbe riportato alla tastiera del computer c’erano già tutti. La causa banalissima, come vedremo, anzi un nonnulla rispetto alla montagna di degrado che ci sta crollando addosso dal mondo della politica e non solo, Vaticano compreso nonostante gli ammirevoli sforzi di papa Francesco.
D’improvviso altra inquadratura, seconda notizia. Compare in video Renzi Matteo, sempre lui ma con maglioncino stile Marchionne, che dal palco del YouDem interviene sull’ultima iniziativa del PD “La Buona Scuola”. Attacca a parlare e purtroppo sono rimasto invischiato nella sua tela. Ecco il discorso:
Cambiamo ma non si vede… abbiamo affrontato la legge elettorale, giustizia civile e penale, responsabilità dei magistrati fino ad aumentare le pene ai corrotti (???), fisco, lavoro, pubblica amministrazione perché pensiamo, crediamo e siamo sicuri… di questo… che sia arrivato il momento per l’Italia di cambiare se vuole rimanere sé stessa e che il futuro appartiene a chi non ha paura, il futuro è di chi ha voglia di cambiare ha voglia di provarci ha voglia di crederci ma ecco il motivo per cui vorrei chiedervi scusa, perché nonostante sia circondato dalla fama di buon comunicatore non mi è riuscito di raccontare che il futuro del Paese è l’educazione.
Grandioso!
A parte un “cambiamo” seguito a ruota da due “cambiare” di troppo, che sta a significare come il Presidente del Consiglio ci tenga al… mutamento, ma… di che? Come? Quando? Ci rendiamo conto che nel suo sproloquiare non ha detto, scusate l’eloquio, un cazzo? Che questo sgangherato guazzabuglio di parole è privo finanche della parvenza di un concetto? E parlava ai nostri ragazzi, si riferiva al futuro dei giovanissimi. Voi penserete che io sia tanto meticoloso da fare la manicure alle formiche, ma di tutta la dissertazione il nucleo profondo del Renzismo, quello che gli dà peso specifico nullo, è racchiuso in questa frase e relative pause: “…perché pensiamo, crediamo e siamo sicuri… di questo…” che tradotto “siamo sicuri che… pensiamo, crediamo”, ossia i nuovi democratici hanno certezze solo su ciò che “loro” reputano, immaginano, cogitano. In parole povere l’unica convinzione dei renziani è la certezza del dubbio.
E io che mi sono perso una buona dose di iodio, il rumore gradevole e incostante del frangersi delle onde, il vento a sorreggere i gabbiani, immobili, sospesi in cielo come brillanti aquiloni, ali spalancate prima di raccoglierle e fiondarsi in basso, volo radente alla ricerca della preda tra i flutti schiaffeggiati dal libeccio. Nella mia panchina avrei magari incontrato un amico con cui fare quattro chiacchiere sul tempo, ci saremmo scambiati da fumare, magari avrei potuto ammirare le gambe accavallate della signora seduta di fronte. Invece ci sono ricascato, ho permesso a questi individui di rubarmi un altro pezzo di vita. Pazienza!
Però mi viene in mente un adagio, non ricordo in che circostanza l’ho udito, chiedo scusa per il mancato riferimento alla citazione: “i serpenti si possono misurare solo da morti”. Oddio! Lunga vita al nostro premier ma quando il suo lavoro sarà terminato vedremo cosa avrà lasciato sul terreno di gioco. I suoi predecessori li abbiamo già soppesati uno ad uno ma l’ago della bilancia è rimasto immobile, come fosse paralizzato. Pure mettendoli tutti insieme sul piatto la lancetta sempre fissa, inchiodata allo zero, a segnare solo la tara… in pratica niente.
Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Maurits Cornelis Escher

RIPRODUZIONE RISERVATA

CHI DI GUFO FERISCE…

CHI DI GUFO FERISCE…

Da quando la guida scout Renzi Matteo ha detto che l’Italia deve uscire dalla palude questo Paese è stato sommerso da un mare di fango… come minimo porta sfiga.
Ecco cosa (ci) capita quando si parla a vanvera di un bellissimo e innocuo pennuto dalla natura schiva e abitudini notturne.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web. Fotomontaggio eseguito dall’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA

LA TESTA FUORI DAL PALLONE

LA TESTA FUORI DAL PALLONE

   Non saprei in che modo cominciare anche perché, da qualche tempo, quando mi assale l’impulso di buttare giù un concetto mi metto a riflettere, cosa mai accaduta in passato. E credo non sia bene, primo perché la ponderazione è pur sempre un sedativo della riflessione spontanea, genuina, tale da farla giungere filtrata sulla carta; secondo, più grave, il timore di andare controcorrente, essere “anomalo”, aver paura di esporsi, che fa sentire un po’ pusillanimi. Ecco quindi l’osservazione originale che mi era venuta in mente nel seguire i vari telegiornali che hanno preceduto e “scortato” per almeno due settimane il compleanno di Gigi Riva limitando altre notizie importanti a brevi comunicati:
“Ma… a me, con tutto il rispetto per la persona, che cazzo frega se costui compie settant’anni?”

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web.

RIPRODUZIONE RISERVATA

POLITICA E DIFFICOLTÀ DI CRITICA

POLITICA E DIFFICOLTÀ DI CRITICA

Eh, sì! Quando si commentano i fatti della politica è inutile alzare i toni, meglio tenere un basso profilo, mai eccedere, potrebbero anche esserci fatti e ragioni imprescindibili dei quali solo “loro” sono a conoscenza. E poi con affermazioni grossolane e non ponderate sarebbe concreto il rischio di passare dalla parte del torto, trovarci in difficoltà, inoltre potremmo essere fraintesi, la gente si farebbe un’idea sbagliata del nostro agire con il risultato di ottenere l’effetto contrario. La critica deve essere moderata, incisiva e chiara, senza eccessi, è noto quanto le parole urlate infastidiscano l’interlocutore, che è il popolo, il lettore, noi stessi. Il messaggio che si vuol lanciare non deve giungere distorto, amplificato, i timpani ne sarebbero infastiditi, quindi verrebbe respinto prima ancora di essere analizzato. Infine mai usare termini volgari, vocaboli osceni, ordinari, tali da offendere il senso comune. Si rende pertanto opportuno adottare parole acconce così da addolcire anche la più cruda delle verità. Per questo devo assolutamente trovare il modo di descrivere le mosse di quei pezzi di merda che ci governano.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

L’articolo “POLITICA E DIFFICOLTÀ DI CRITICA” è stato pubblicato il 10 luglio 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza: “Profiteroles” – Scultura – artista Enrico Bafico – Genova. Fotografia dell’autore.

RIPRODUZIONE RISERVATA

ATTI DELLA GUIDA SCOUT RENZI MATTEO – 2

ATTI DELLA GUIDA SCOUT RENZI MATTEO – 2

Correva l’anno 2014… il giorno 25 del mese di ottobre apprendo dai vari telegiornali che la guida scout Renzi Matteo rilascia la seguente dichiarazione:
“Io devo occuparmi di 60 milioni di Italiani!”
Finalmente una buona notizia! Considerando che la popolazione di questo “benedetto” Paese ammonta a 60 milioni 728 mila 668 individui ho tirato un sospiro di sollievo. Faccio parte dell’eccedenza.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web. Fotomontaggio eseguito dall’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA