MIRACOLO, MISTERO, AUTORITÀ

MIRACOLO, MISTERO, AUTORITÀ

A un’ora imprecisata di martedì 5 maggio 2015 è nata una splendida bimba cui è stato dato il nome di Francesca Marina. Pesa poco più di tre chili. Il lieto evento è avvenuto in mare, a bordo del pattugliatore “Bettica”. La mamma, nigeriana, era su un gommone in difficoltà ed è stata miracolosamente presa a bordo prima del parto. Appena salita sulla nave, ha iniziato ad avere le contrazioni e dopo un travaglio di otto ore ha partorito. Del padre non si hanno notizie. Lei e la piccola, che è stata messa in una culla di fortuna costruita dai marinai, stanno bene. La donna, che era stata soccorsa insieme ad altri 870 migranti, è sbarcata a Pozzallo, stremata, mentre la nave ha continuato la navigazione verso Salerno. Gli immigrati provenivano da diversi paesi: Senegal, Ciad, Sudan, Bangladesh, Togo, Ghana, Eritrea, Mali e Nigeria.
Secondo i dati forniti dalla CIA possiamo affermare con buona approssimazione che quel giorno il numero delle nascite nel Pianeta è stato di circa 200 mila bambini eppure l’attenzione generale si è concentrata su Francesca Marina emozionando il Mondo intero. La foto dell’incantevole visino della piccola, postata dalla Marina Militare, ha letteralmente spopolato nei vari Social Network e sui mass media.
Tra l’altro quello stesso giorno, guardando casualmente la TV, seppi che radio Londra stava comunicando da Kensington Palace, che in una clinica da 8.200 €uro al giorno è nata un’altra creatura, Charlotte Elizabeth Diana e, secondo i comunicati ufficiali, anche lei gode di ottima salute, così la madre, assistita dal dottor Marcus Setchell, già ginecologo della regina Elisabetta. L’Inglesina è figlia di Kate Middleton e William Arthur Philip Luis, secondo nella linea di successione al trono del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. La consegna della busta contenente il documento con orario di nascita, peso e sesso che un messaggero porterà alla regina sancirà questo evento. Esso verrà incorniciato, adagiato su un cavalletto, ed esposto ai cancelli di Buckingham Palace per i sudditi. Tutti i bambini inglesi nati lo stesso giorno della «Royal Baby» riceveranno un penny d’argento. Insomma è nata un’Autorità.
Circa due settimane fa , precisamente Il 20 aprile scorso, sono morti 50 bambini stipati nella stiva di un fatiscente barcone naufragato. Tutto qui.
Effettivamente c’è da riflettere, difficile mettere insieme le contraddizioni della specie cui apparteniamo. Per queste ultime piccole innocenti vittime mi viene solo in mente una poesia che Emily Dickinson dedicò al nipote morto in età prematura:
“Te ne sei andato al tuo appuntamento di luce senza dolore se non per noi che lenti guadiamo il mistero da te scavalcato in un balzo”
Il mistero, ciò che dovrebbe unificare le differenze, avvicinarci, come fanno gli animali di fronte al pericolo comune, quelli che io definisco persone non umane. Ma forse il vero problema è che ciascuno di noi pensa di essere “unto”, di toccare la verità, ed è perciò che in questa traversata cerchiamo di procurarci un posto in coperta evitando, per quanto possibile, di finire pigiati nella stiva e dimenticarci di loro, dei meno fortunati, senza pensare che, prima o poi, tutti ci troveremo davanti al Grande Inquisitore. Costui non va tanto per il sottile, chiedetelo a Dostoevskij, lui lo sa.

Mauro Giovanelli – Genova
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L’articolo “MIRACOLO, MISTERO AUTORITÀ” è stato pubblicato il 07 maggio 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it: – Su “IL SECOLO XIX” del 08 maggio 2015 pag. 26 con il titolo “Francesca Marina e royal baby – Le contraddizioni della specie”

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IL RICHIAMO DELLA FORESTA

IL RICHIAMO DELLA FORESTA

– “Ascoltami bene Trota, ti sei accorto che forse sta ritornando il nostro momento? Anzi il tuo!”
– “Perché papi?”
– “Ehm… dunque le lauree che ti ho fatto prendere in Albania sono servite a un bel niente?”
– “No! No! Ho capito qualcosa, ma adesso mi sfugge!”
– “Non hai visto? Non hai sentito i suoi discorsi?”
– “Di chi?”
– “Vuoi o non vuoi diventare un delfino? Prendere il mio posto?”
– “Sì! Sì! Papi”
– “Allora apri bene le bran… ehm! Le orecchie.”
– “Sì! Sì! Papi”
– “E non chiamarmi papi, con lui ho chiuso… dunque in un primo tempo Salvini si è dichiarato disposto ad aprire per l’integrazione degli extracomunitari e migranti però se viene applicata alla lettera la legge Bossi-Fini. Sono io Bossi, tuo padre, mi segui?”
– “Sì! Sì! Papi, sei tu!”
– “Ti ho già detto di non… comunque per ora è riuscito a «nettare» la Lega dalle ruberie di coloro che denunciavano «Roma Ladrona» e sta creando la «Lega Nazionale», mica è scemo, neppure lui ha scritto in fronte «Jo Condor». Quello era Letta”
– “Sì! Sì! Letta… no, scusa, pa… pi”
– “Ehm… quindi nell’ampolla ha sostituito l’acqua della sorgente del Po con la grappa e non solo, l’elmo gallico cornuto l’ha appeso sull’architrave del caminetto.”
– “Sì! Sì! Pa… caminetto.”
– “Non ripetere quello che dico! Fai attenzione. Poi ha sostenuto che dobbiamo accogliere in Italia «solo profughi cristiani», non indossa quasi più felpe e t-shirt, praticamente va in giro seminudo, ed è arrivato a dichiarare pubblicamente che sarebbe disposto ad ospitare un migrante nel suo bilocale. Ci sei? Dalle cannonate ai gommoni degli scafisti è passato al buonismo.”
– “Sì! Sì! Pa… buonismo! Brutto, brutto buonismo.”
– “Mah! Uhm… immediatamente il giorno dopo sente quel parroco di un paese vicino a Savona, mi pare si chiami Onzo…
– “Sì! Sì! Pa… stronzo, stronzo!”
– “Non interrompermi per…!!! Onzo! Non stronzo, Onzo, il paesino dell’entroterra di Albenga dove quel certo don Angelo Chizzolini ha dichiarato: «Piuttosto che dare la canonica ai migranti la brucio» e lui, Salvini, gli dà ragione, ritorna una bestia, si imbufalisce contro tutti gli stranieri. Stasera invece, all’improvviso, ho sentito che diceva agli «amici» che se Renzi va alla finalissima di tennis a New York, lui parte subito per il Sudafrica, vuole andare nella grotta Rising Star, nella Dinaledi Chamber, presso Maropeng, non lontano da Johannesburg. Io vecchio celodurista sono bene informato!”
– “Sì! Sì! Pa… anch’io ce l’ho duro! Voglio andare anch’io, anch’io! Bello Sudafrica! Aspetta! Chiamo l’autista.”
– “Ma che Ca…! Insomma vuol conoscere un certo signor «Naledi» che in lingua Sotho significa «stella». Afferma che ce ne sono altri… Non hai notato qualcosa di strano in lui? Non saprei… la barba, i capelli, lo sguardo allucinato, i peli che dallo stomaco gli sono andati dappertutto… si porta dietro Borghezio”
– “Sì! Sì! Pa… signor Naledi ha peli dappertutto”
– “Sto parlando del tuo segretario idio…! Salvini… Matteo!!!”
– “Sì! Sì! Pa… Matteo… buono, buono Matteo, ma… Salvini chi è?

Mauro Giovanelli – Genova
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L’articolo “IL RICHIAMO DELLA FORESTA” è stato pubblicato su “Il Segno” nr. 9 settembre 2015 pag. 2 – http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “Salvini, Bossi e… il Trota alla scoperta delle origini”.

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TELETRASPORTO BRUNORENZIZZAZIONE E MATTEOVESPIZZAZIONE

TELETRASPORTO
BRUNORENZIZZAZIONE E MATTEOVESPIZZAZIONE

MASSIMA ATTENZIONE! La sera del 7 settembre 2015 durante la trasmissione “Porta a Porta” condotta dal noto giornalista Bruno Vespa, ospite il Primo Ministro Renzi Matteo, si è verificato un fatto inspiegabile. Per chiarire l’insolito accadimento anziché Carabinieri e Polizia sono stati chiamati con la massima urgenza il regista del film “La Mosca” David Cronenberg, subito riluttante poiché ha detto di non intendersi di vespe, l’attore Jeff Goldblum, lo sceneggiatore Charles Edward Pogue, il tecnico della fotografia Mark Irwin, del montaggio Ronald Sanders, i professionisti degli effetti speciali Chris Walas, Jon Berg, Louis Craig e Hoyt Yeatman, finanche il produttore Stuart Cornfeld che, molto seccato, ha imbarcato sul proprio Jet personale tutta l’equipe giunta nello studio con la massima tempestività.
Si sta ancora valutando il problema, pare un caso difficile. Intanto come potete vedere dalle espressioni dei due noti personaggi fotografati dai soliti giornalisti “gufi” nell’infermeria della RAI, si può constatare la loro contrarietà più totale. Finora l’unica dichiarazione rilasciata è stata del protagonista della famosa pellicola, Jeff Goldblum, che ha detto: “Chi di gufo ferisce, di Vespa perisce”.

Mauro Giovanelli – Genova
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BRAMA DI POTERE (l’impossibilità di essere un Paese normale)

BRAMA DI POTERE
(l’impossibilità di essere un Paese normale)

Non è facile, a distanza di tre giorni, scrivere un articolo sul funerale del sig. Vittorio Casamonica. Sul “caso” è già stato proferito di tutto e di più, in primis dalle più importanti testate con i soliti bla, bla bla inconcludenti, scontati, ripetitivi fino alla noia al fine, a mio avviso, di coprire il più “anomalo” Governo che ci ritroviamo da settant’anni a questa parte. Lo proteggono con la tecnica che adottavano le falangi romane, a “testudo”, formazione di fanteria caratteristica del loro esercito, di grande complessità e che richiedeva notevole coordinamento. Infatti, come sostiene Carlo Freccero, hanno tutti il numero del cellulare del nostro Primo Ministro & C. con cui, prima di muoversi, scambiano opinioni ed sms. Se Gustave Flaubert li avesse conosciuti e letti avrebbe potuto coronare il suo sogno cioè scrivere un romanzo sul “nulla”. Il grande Travaglio, con “Funeral Party” su “Il Fatto Quotidiano” del 22/08/2015, è stato l’unico ad aver riempito il vuoto che ci circonda e, senza volermi paragonare a lui, mi ha preceduto nel concetto che avrei voluto esprimere. Come sempre complimenti a Marco.
Cercherò quindi di riferire in poche righe ciò che penso, o meglio la sensazione avuta soprattutto nel seguire il dibattito del 21/08/2015 su La7 dove si è raggiunto l’apice o il fondo, a vostra scelta. Peccato non ci fosse don Mazzi a proporre diversi ricoveri nella sua accogliente e selettiva comunità esprimendo motivazioni pseudo psichiatriche, psicologiche, tirando fuori il subconscio e trovando punti di appoggio sulla teologia e la teosofia, il tutto condito con spizzichi di “sdoppiamento di personalità”.
Ho letto titoli a due, tre colonne che inneggiavano al “commissariamento” della parrocchia mentre da subito è stato individuato il vero colpevole nel povero elicotterista addetto al lancio di petali. Il trafiletto quotidiano di un noto professionista dell’informazione, affermando che “il nobile e l’ignobile sono categorie dell’anima non del censo”, di tale testimonianza portava esempi di mestieri, dal più umile agli alti livelli, dove si possono registrare entrambi i “pregi”, senza ovviamente citare la classe politica ed evitando di nominare i suoi colleghi, dove la nobiltà è oggi cosa rara mentre ipocrisia e travisamento aleggiano ovunque. A proposito degli “esperti della notizi” il grande Pier Paolo Pasolini aveva detto: “E voi siete, con la scuola, la televisione, la pacatezza dei vostri giornali, voi siete i grandi conservatori di questo ordine orrendo basato sull’idea di possedere e sull’idea di distruggere.”
Personalmente sostengo che gli sfarzi, gli eccessi e la pomposità profusi nei matrimoni dei VIP, comprese le ultime anacronistiche monarchie, nonché le cerimonie per le esequie dei loro cari o le nascite dei “rampolli” che, in ogni occasione, riempiono da decenni e per settimane consecutive ampi spazi sui mass media (royal baby docet), siano equiparabili alla maestosità del funerale del sig. Vittorio Casamonica. “A ciascuno il suo”, come scrisse Leonardo Sciascia, e il “kitsch” si manifesta in vari modi.
Un’altra cosa che mi ha colpito e fatto riflettere è stata la passione e l’affetto con i quali la nipote difendeva e proteggeva lo zio appena deceduto reclamando la libertà di scelta di come onorarne la dipartita. Sarà per la sua appassionata difesa, la convinzione e il turbamento in confronto alla pacatezza professionale del conduttore e altri ospiti che replicavano tranquilli, “sdraiati” (titolo di un qualche libercolo di cui non ricordo l’Autore) sui loro, immagino, lauti emolumenti, che a volte mi pareva avesse perfino ragione in questo coacervo di interessi fra Stato, mafia e Chiesa. Allo stesso modo di come era sinceramente partecipativa l’enorme folla recatasi ad onorare la salma. Mi è parso di capire, perlomeno ne ho avuto l’impressione e con tutti i distinguo del caso, che la mafia si faccia amare dai suoi, mentre lo Stato, con gli strumenti “rigidi” e “inumani”, vedi Equitalia, Agenzia delle Entrate (senza via di Uscita), studi di settore e quant’altro, si faccia esecrare dai cittadini.
Ho la percezione che la nostra guida scout stia subendo un calo di consensi, peraltro mai verificati sul campo, e che la sua maggioranza scricchioli. Ma per l’imminente autunno e la ripresa dei lavori parlamentari interverranno, a sostegno del premier, i maggiori esponenti del gotha economico-finanziario che, attraverso le pagine del quotidiano di Via Solferino, metteranno in evidenza il suo “coraggio” e la velocità nel “fare”.
Un funerale c’è stato, non ci resta che confidare nei quattro prossimi matrimoni dove sicuramente sarà ospite fisso l’attore Hugh Grant a stimolare le migliori “penne” del nostro travagliato Paese.

Mauro Giovanelli – Genova
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L’articolo “BRAMA DI POTERE (l’impossibilità di essere un Paese normale ) è stato pubblicato il 24 agosto 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it:

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S’ODONO A DESTRA SQUILLI DI TROMBA, A SINISTRA RISPONDE UNO SQUILLO (da “Il conte di Carmagnola” di Alessandro Manzoni)

S’ODONO A DESTRA SQUILLI DI TROMBA, A SINISTRA RISPONDE UNO SQUILLO
(da “Il conte di Carmagnola” di Alessandro Manzoni)

Questo splendido Paese, generoso verso coloro che lo vivono per le prerogative che ne contraddistinguono l’unicità, un patrimonio artistico esclusivo, panorami mozzafiato, culto della cucina senza eguali, solo per enunciare le più importanti, è stato tradito da generazioni di mentecatti che si sono succeduti alla sua custodia. E siamo arrivati ad oggi. L’attuale situazione politica, decisamente “critica”, è ovviamente da attribuirsi al Capo dell’esecutivo, sia in quanto tale, sia per il programma che sta portando avanti con pervicacia e in palese contrasto con l’ideologia del partito che l’ha supportato. A ciò si aggiunge la “doppiezza” della sua personalità che da mite e conviviale ciclista o al massimo utilizzatore di Smart, senza guardie del corpo, perché “la sua scorta sarebbero stati gli italiani”, è passato in un lampo all’auto blu con tanto di autista ed è costantemente circondato da “gorilla” a protezione della sua sempre più supponente presenza in pubblico. Se non avesse tradito gli ideali che dovrebbe perseguire per ciò che rappresenta, pur non essendo stato eletto dal popolo, forse in elezioni regolari avrebbe anche potuto ottenere la maggioranza. Ma questo non lo sapremo mai. Neppure è da trascurare l’arroganza che ha assunto verso tutto e tutti, compresi i suoi colleghi, collaboratori e compagni, del tipo “si fa come decido io e niente critiche” che per un Partito dalle radici antiche che si definisce Democratico non è proprio il massimo. In ultimo la sua totale assenza di lungimiranza e la mancanza di nuove idee. Non pensate che egli sia stato “posseduto” dal Potere e che un buon esorcista potrebbe porvi rimedio, ci è nato così, a parer mio fa parte della sua natura. Nelle molte critiche di cui, causa sua, è costellata la “rete”, si leggono spesso i commenti dei “berlusconiani” che in sintesi così recitano: “Se quello che ha fatto Matteo l’avesse commesso il nostro Silvio sarebbe scoppiato un pandemonio”. A loro dico “basta con questa litania! Vi prego!” E mi spreco per voi, cercate almeno di salvare le apparenze, so che non vi riesce facile ma almeno provateci. Anche i bambini delle elementari sanno che il nostro leader (di tutti gli italiani intendo) ha agito esattamente in linea con ciò che ha concordato con Berlusconi e i “sinistroidi”, come vi piace definire chiunque non sia della vostra idea, che però si sono ribellati e stanno recapitando al Presidente del Consiglio una valanga di critiche
Infatti, e concludo, la differenza fra “sinistroidi” o “comunistoidi”, a seconda della vasta fantasia che vi contraddistingue, e i “berlusconiani” sta proprio qui. Questi ultimi hanno sempre difeso i loro capi “a prescindere” mentre i primi, capaci di critica, contestano aspramente l’operato del premier di turno in relazione alla linea politica e morale che persegue. Da sempre ciò fa la differenza tra le due scuole di pensiero e la dissomiglianza è abissale e cronica. Anche se fingono di ignorarlo i “destrimani” lo sanno, è un loro complesso di cui non riescono a liberarsi.
S’odono a destra squilli di servilismo, sudditanza, scarsa informazione e cultura ai minimi termini, a sinistra rispondono suoni di libertà di pensiero, capacità di critica, conoscenza ed erudizione. Vi sembra poco?

Mauro Giovanelli – Genova
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SELEZIONE NATURALE, CARATTERIALE E UMANA (SEGUIRÀ QUELLA ITALIANA)

SELEZIONE NATURALE, CARATTERIALE E UMANA (SEGUIRÀ QUELLA ITALIANA)

Piazzarsi fra i primi 24 a seguito di una operazione di scelta a livello mondiale per accedere al corso di “Film producing” della prestigiosa Columbia University di New York, è un risultato di cui andar fieri. Complimenti vivissimi a Federica Belletti, 24 anni, da Monte Urano, in provincia di Fermo.
Questo “caso”, con molti se e ma che non riguardano la protagonista, sui quali non voglio soffermarmi, assomiglia ad una sorta di selezione naturale.
A fine aprile u.s. la vincitrice del concorso riceve dall’autorevole ateneo un preventivo salatissimo: tra retta, tasse e spese vive 87 mila 684 dollari solo per il primo anno, da versarsi entro il prossimo fine agosto poco prima di partire, poiché “per entrare negli Usa occorre dimostrare di poter pagare, ovvero farlo in anticipo”. Così Federica decide di racimolarli online creando la raccolta “Fede’s mission for Columbia”. E ce l’ha fatta, ancora congratulazioni.
Però dover pagare più di 80 mila dollari solo per il primo anno, facile immaginare quanto nei successivi, è una discriminazione dettata dal monoteismo “Denaro”, la religione più diffusa con il maggior numero di “fedeli”. Chissà quanti, che disdegnano le “collette”, non hanno partecipato coscienti di non poterselo permettere.
E qui siamo alla selezione caratteriale.
La notizia viene diffusa dalla stampa, insieme a quella della dodicenne Rom che, udite udite, ha un quoziente di intelligenza 160. I nostri professionisti dell’informazione, oltre che dimostrarsi razzisti a loro insaputa nel dar risalto a questa seconda notizia, come dire “ma guardate un po’! È una zingara eppure fa la pipì come noi”, indubbiamente sono a corto di argomenti, o preferiscono “scansarli” dedicandosi ai “fenomeni”. Non a caso Carlo Freccero, l’unico entrato nel nuovo Cda della RAI per sbaglio (perché competente e grazie ai voti di SEL e M5S) insieme agli altri sei nominati da Matteo & Silvio che dal teleschermo non riuscirebbero a distinguere un funerale da una banda militare, ha dichiarato: “Avete il numero di telefono di Renzi e vi scambiate gli sms. I giornalisti devono essere i guardiani non i complici dei politici”. Restiamo però in argomento, non lasciamoci distrarre e concludiamo.
Sul caso Belletti quelli che hanno usato e abusato del termine “meritocrazia” quale baluardo della salvezza dell’umanità intera, osannando ai più bravi, “perché di essi deve essere il regno del benessere”, sono stati un’infinità sia per falso buonismo e ipocrisia dilaganti in questo Paese sia in quanto blindati dalla convinzione di far parte degli “eletti”, categoria alla quale si iscrivono d’ufficio, senza competere con alcuno, “motu proprio”. Se avessero un figlio o un parente stretto, o loro stessi, con problemi e/o deficienze cambierebbero idea in un balzo, si richiamerebbero ai diritti dei più deboli.
E questa è la selezione dettata dalla natura umana.
Non so se vi siete accorti che per qualche riga stavo per sconfinare nella selezione all’italiana. Di questa, vi assicuro, parleremo un’altra volta.

Mauro Giovanelli – Genova
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UNO DEI TANTI SCIOCCHI

UNO DEI TANTI SCIOCCHI

Uno sciocco che dalla foto in bella vista sul suo profilo ha pure la faccia da sciocco, e non lo dico perché non la pensa come me, ha commentato due miei articoli, postati anche su facebook (“La questione morale” e “S’odono a destra squilli di tromba, a sinistra risponde uno squillo” con queste parole: “….conserva la tua filippica per un’altra occasione, non esiste nessuna nuova legge sulle intercettazioni…..” .
Ora, senza entrare nel merito, dico “beati coloro che amano le filippiche perché di essi sarà la conoscenza”.
È la differenza che passa tra quelli che prediligono lo “studio” delle brevi note su “CHI” di Alfonso Signorini, alla lettura dei “Fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij.
Tanto per fare un esempio.

Nota:
Gli attuali famosi giornalisti delle più importanti testate se la cavano con poche righe, in particolare negli accadimenti della politica di casa. “È questione di spazi da rispettare” dicono. In realtà, secondo il mio modesto parere, è un modo per non entrare nel merito del “fatto”, se questo non conviene agli editori e amici dei medesimi. E che applausi ricevono!

Mauro Giovanelli – Genova
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IL VUOTO ASSOLUTO ESISTE E SI VEDE, MA…

IL VUOTO ASSOLUTO ESISTE E SI VEDE, MA…

Monti Mario, ovvero la prova vivente che contraddice il principio di indeterminazione di Heisenberg: il vuoto assoluto esiste, e si vede, ma… sta cercando qualcosa… forse si sente solo e vuole compagnia. Che ce ne sia un altro? Possibile? Lo scopriremo presto…

Mauro Giovanelli – Genova
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