Ernesto “Che” Guevara de la Serna – SPOGLIATI

SPOGLIATI

E adesso struccati tutta
ostenta con fierezza
le rughe, le piaghe,
non temere
anch’io sono ferito,
spaventato dalla vita.
Strappa ora, con rabbia
quei veli adornanti,
che occultano lividi,
togli quella maschera di ghiaccio
che il freddo e le troppe lacrime
hanno reso spessa.
Mostrati a me
nei tuoi lineamenti più puri
e quando, come un albero d’autunno
sarai spoglia,
e solo quando sarai nuda ed indifesa
come un bambino appena nato,
ti donerò le mie ricchezze.
In quel giorno di sincerità
consegnerò nelle tue mani
tutta la mia fragilità
le mie insicurezze
le paure ancestrali
le impurità nascoste.
Solo allora,
sopra un vassoio di rose bianche,
ti porgerò con grande amore
la verginità della mia anima.

Ernesto “Che” Guevara de la Serna

Mauro Giovanelli – Genova
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VERSO SERA

VERSO SERA

Verso sera si comincia a vivere o morire, fare l’amore o la notte accanto al congiunto in coma, in attesa dell’alba che vedrà esecuzioni di sorelle e fratelli. Verso sera sai che il tuo pensare ti aspetta più agguerrito che mai, potresti trascinarlo fino al sorgere del sole, annuncio che hai superato l’ostacolo ed il fardello comincia a pesare sull’altra parte di mondo.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: “Verso sera” – FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO

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Voltaire – Ed ecco una controversia incomprensibile

Ed ecco una controversia incomprensibile, che ha tenuto in esercizio per più di sedici secoli la curiosità, la sottigliezza dialettica, lo spirito di intrigo, la bramosia di potere, il furore di persecuzione, il fanatismo cieco e sanguinario, la credulità barbarica, e che ha provocato sulla terra più orrori che non l’ambizione dei principi, la quale ne ha pur provocati moltissimi:
«Gesù è egli Verbo? E se egli è Verbo, è emanato da Dio nei tempi o prima dei tempi? E se è emanato da Dio, è coetaneo e consustanziale con lui o è invece di una sostanza simile? È distinto da lui o no? È creato o generato? E può generare a sua volta? Ha la paternità, o la virtù produttiva senza la paternità? E lo Spirito Santo è creato o generato, prodotto o procedente dal Padre, o procedente dal Figlio, o procedente da tutti e due? E può generare, o può produrre? E la sua ipostasi è consustanziale con l’ipostasi del Padre e del Figlio? E in quale modo, avendo essa precisamente la stessa natura, la medesima essenza del Padre e del Figlio, non può fare le stesse cose di quelle due persone, che sono lui stesso?»
Io non ci ho capito niente. Nessuno ci ha mai capito niente. E per questo ci si è scannati a volontà”.

Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, (Parigi, 21 novembre 1694 – Parigi, 30 maggio 1778)

Mauro Giovanelli – Genova
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FERNANDO PESSOA (Barone di Teive)

[…] Sento prossima, perché io stesso la voglio prossima, la fine della mia vita. Nei due ultimi giorni ho occupato il tempo a bruciare un ad uno, e ci ho messo appunto due giorni, tutti i miei manoscritti, le note dei miei pensieri morti, gli appunti, a volte brani già completi per le opere che non avrei mai scritto. È stato senza esitare, ma con una lenta pena, questo sacrificio con il quale ho voluto congedarmi, come nell’atto di bruciare un ponte dal margine della vita da cui mi voglio allontanare. […] Ho sempre avuto ben più paura della morte che di morire […] non è il dolore morale che mi spinge a uccidermi, è la vacuità morale su cui si fonda il dolore. […] Oggi non ho più neppure speranze, dato che non vedo ragione che il futuro sia diverso dal passato. […] Ho raggiunto, credo, la pienezza dell’impiego della ragione. Ed è per questo che mi ucciderò. […] Se il vinto è colui che muore e il vincitore chi uccide, con questo, confessandomi vinto, mi istituisco vincitore. […]

FERNANDO PESSOA (Barone di Teive)

Mauro Giovanelli – Genova
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Josephine Hart – “Il danno”

“Occorre un tempo straordinariamente breve per ritirarsi dal mondo. Ho viaggiato, fino ad arrivare ad una vita tutta mia. Quello che ci fa diventare come siamo è inafferrabile, va oltre il nostro sapere. Ci abbandoniamo all’amore perché ci dà un qualche senso di ciò che è inconoscibile… nient’altro conta… non alla fine.”

Josephine Hart – (Mullingar, 1º marzo 1944 – Londra, 2 giugno 2011) – “Il danno”

Mauro Giovanelli – Genova
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