FERNANDO PESSOA (Barone di Teive)

[…] Sento prossima, perché io stesso la voglio prossima, la fine della mia vita. Nei due ultimi giorni ho occupato il tempo a bruciare un ad uno, e ci ho messo appunto due giorni, tutti i miei manoscritti, le note dei miei pensieri morti, gli appunti, a volte brani già completi per le opere che non avrei mai scritto. È stato senza esitare, ma con una lenta pena, questo sacrificio con il quale ho voluto congedarmi, come nell’atto di bruciare un ponte dal margine della vita da cui mi voglio allontanare. […] Ho sempre avuto ben più paura della morte che di morire […] non è il dolore morale che mi spinge a uccidermi, è la vacuità morale su cui si fonda il dolore. […] Oggi non ho più neppure speranze, dato che non vedo ragione che il futuro sia diverso dal passato. […] Ho raggiunto, credo, la pienezza dell’impiego della ragione. Ed è per questo che mi ucciderò. […] Se il vinto è colui che muore e il vincitore chi uccide, con questo, confessandomi vinto, mi istituisco vincitore. […]

FERNANDO PESSOA (Barone di Teive)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

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