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IL PROFILO ALTRO

Il profilo altro

Fino a quando certi personaggi della politica potranno prosperare non solo a totale carico della collettività ma incidere sull’esistenza nostra e dei nostri figli, in questo Paese mai ci sarà giustizia. Tale particolare tipologia di politico ha trovato terreno fertile dal berlusconismo in poi, humus ideale per la coltivazione in serra degli embrioni, molti dei quali attecchiti e sviluppatisi in maniera talmente diffusa da sembrare fauna nativa, ed è a questo punto che siamo arrivati al renzismo. Neppure più ci accorgiamo che quel che prima era orrendo non solo è diventato norma, ma è pure nostro nutrimento quotidiano.
Di seguito il brano INTEGRALE, in maiuscolo le frasi significative, di quanto affermato dal rignanese nelle interviste che precedettero il referendum costituzionale di cui fu promotore (audio/video facilmente reperibili sui canali youtube):
Intervista televisiva:
[…]facendo credo un GESTO DI CORAGGIO, ma anche di DIGNITÀ, IO HO DETTO CHE SE PERDO IL REFERENDUM, NON è SOLTANTO CHE VADO A CASA MA SMETTO DI FAR POLITICA, che magari è un incentivo per tanti per andare a votare contro, perché però io dico che non è il tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito, come ha detto qualcuno, è l’ASSUNZIONE DI UN PRINCIPIO, finalmente c’è RESPONSABILITÀ da parte di chi governa, siamo stati abituati ad avere per anni il pantano, sempre gli stessi che si davano il cambio in modo ciclico, io vorrei una cultura più anglosassone in cui fai, uno, due mandati, io spero di farne due, e poi te ne vai, se però nell’elemento chiave di trasformazione del sistema arrivi alla riforma costituzionale che è la partita sulla quale ti sei giocato tutto, ecco se io perdo, devo avere il coraggio di dire che devo trarne le conseguenze in un Paese in cui non perde nessuno[…].
Alla Stampa:
[…]se noi, se noi perdiamo il referendum, se io perdo il referendum costituzionale CONSIDERO FALLITA LA MIA ESPERIENZA POLITICA[…].
A Del Debbio Rete4:
[…]DEVO ANDARE A CASA, NON SONO COME GLI ALTRI IO, non posso restare attaccato[…].
In Senato:
[…]COME GIÀ DETTO DAVANTI ALLE SENATRICI E I SENATORI (e al Popolo Italiano N.d.A.) CHE NEL CASO IN CUI PERDESSI IL REFERENDUM CONSIDEREREI CONCLUSA LA MIA ESPERIENZA POLITICA …bla…bla…bla… L’ho fatto perché CREDO PROFONDAMENTE IN UN VALORE CHE È IL VALORE DELLA DIGNITÀ[…].
Costui ha parlato di “coraggio”, “dignità” (più volte), “assunzione di principî”, “assunzione di responsabilità”, ha dato la sua parola in maniera solenne, anche in Senato, il nostro Senato, e non solo l’ha disattesa nella maniera più sfacciata, ma ha pure fatto in modo che la nostra Società rimanesse ferma, immobile al suo modello, a mio avviso spregevole, di intendere i rapporti fra umani. Così siamo giunti, tra finzioni e ciarlatanerie, alla nascita di Italia Viva, la congiura contro il Governo Conte, i modelli di rinascimento da dittatura cui ispirarci. Mia opinione è che se non allontaniamo dalla “res publica” questa categoria d’individui ne saremo travolti.
Per chi avesse voglia di leggere ancora, di seguito le frasi significanti della sua dichiarazione pubblica, da Palazzo Chigi alla stampa, subito dopo la sconfitta al referendum dalla quale si evince tutto quel che c’è da capire. Per non annoiarvi troppo, ho sostituito le solite sgangherate corbellerie con …bla…bla…bla…
P.S. Altrettanto responsabili sono coloro che danno credito a questi personaggi.
Conferenza stampa a seguito della sconfitta:
[…] in modo inequivocabile, ho scelto un modo chiaro e netto e credo che sia stata una grande festa della democrazia, le percentuali di affluenza sono state superiori a tutte le attese, diciamo che è una festa che si è svolta in un contesto, si c’è stata qualche polemica in campagna elettorale, per carità forse di troppo, un contesto in cui tanti cittadini si sono comunque avvicinati e riavvicinati alla Carta Costituzionale, al manuale delle regole del gioco …bla…bla…bla… il no ha vinto in modo straordinariamente netto …bla…bla…bla… E allora mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta e dico agli amici del SI che ho perso io, non voi …bla…bla…bla… Io invece ho perso …bla…bla…bla… Io sono diverso, ho perso e a voce alta, anche se con il nodo in gola, perché non sono un robot …bla…bla…bla… Ma credo nella democrazia …bla…bla…bla… L’esperienza del mio Governo finisce qui …bla…bla…bla… La poltrona che salta è la mia, domani pomeriggio riunirò il Consiglio dei Ministri …bla…bla…bla… salirò al Quirinale dove al Presidente della Repubblica consegnerò le mie dimissioni …bla…bla…bla… come sapete vengo dal mondo dei boy scout …bla…bla…bla… […].
Mauro Giovanelli – Genova

FESTIVITÁ 2023/24

FESTIVITÁ 2023/24

Evito di partecipare allo scambio di auguri coram populo come si usa fare, a strafottere, nei social; neppure desidero riceverne. Viste le circostanze, ossia l’asfittica situazione politica e il corrompersi dell’informazione che incombono sul nostro Paese nonché le guerre in corso in vari punti del Pianeta, in primis il genocidio che si sta compiendo a Gaza, ritengo che un pubblico scambio di auspici sia inopportuno e di cattivo gusto.
Opinione mia è che pure i rappresentanti delle varie confessioni, nessuna esclusa, dovrebbero tacere in segno di lutto, in fondo se l’umanità è giunta a questo punto, è evidente il fallimento delle divinità di riferimento. Suggerirei loro, mi riferisco ai ministri del culto, di riappropriarsi della parola nello stesso istante in cui anche l’ultimo cannone sarà stato gettato in mare al fine di creare strutture sommerse per il ripopolamento ittico e la pesca.
Mauro Giovanelli – Genova

Immagine in evidenza estratta da uno dei tanti filmati giunti da Gaza.

L’UOMO CON LA SCIARPA BIANCA (GENITORI ESODATI)

L’uomo con la sciarpa bianca
(Genitori esodati)

Barbara e Valentina, le mie figlie. Erano adolescenti quando dalla tribuna d’onore della sua squadra di calcio meneghina, sciarpa bianca démodé e borsalino in testa, un signore divenuto miliardario cominciava a rilasciare striscianti dichiarazioni politiche che m’inquietavano. Ne intuivo la minaccia, percepivo l’insidia, m’infastidivano. Ecco le sue prime apparizioni televisive che non sarebbero finite mai. Non gli diedi peso più di tanto nella convinzione che le istituzioni lo avrebbero rifiutato, il sistema si sarebbe automaticamente protetto attivando gli anticorpi, quell’uomo non avrebbe potuto costituire un pericolo. Il tempo è passato in un lampo e solo ora prendo coscienza quanto la mia fiducia fosse mal riposta, sia guardando alla parte politica in cui credevo che a quella avversa, oggi alleate.
All’improvviso sento la necessità di chiedere scusa alle mie figlie per non aver fatto di più, il massimo, un estremo sforzo nel cercare di evitar loro un trentennio culturalmente e socialmente decomposto.
Io posso dire che i miei genitori mi hanno lasciato la Costituzione ma loro, di me, cosa racconteranno?

© Copyright 2015 Mauro Giovanelli “Forse è poesia…” – 1a edizione
© Copyright 2017 Mauro Giovanelli “Poesia III Millennio” – 1a edizione
© Copyright 2018 Mauro Giovanelli “Sensoriale” – 1a edizione
© Copyright 2016 “Tracce nel deserto” – 1a edizione
Pubblicazioni “GEDI gruppo editoriale SpA” sito ilmiolibro

“L’uomo con la sciarpa bianca (Genitori esodati)” è stato pubblicato Su “la Repubblica” del 22 ottobre 2013 pag. 24 – “Il Segno di Rocca di Papa” novembre 2013 pag. 7 e il 28 ottobre 2013 sul sito di Memoria Condivisa.

2001 ODISSEA NEL G8 DI GENOVA

Era il 20 luglio 2001, uno dei due registi di quei fatti sarà ritenuto meritevole del funerale di Stato, all’altro solo una casa a Montecarlo.
Come passa il tempo…


CARLO GIULIANI – 2001 ODISSEA NEL G8 DI GENOVA
di Mauro Giovanelli
Gli anni ‘60 sono stati favolosi, magici, le nuove generazioni devono credermi, un periodo unico, si sono verificate circostanze abbastanza difficili a ripetersi, un po’ come accadde per la corrente degli impressionisti, in Francia soprattutto, o la scuola dei pittori liguri primi ‘900, o l’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre in concomitanza con la massa e dimensione del nostro Pianeta e la sua distanza dal sole, un miracolo che consente la vita. Per chi li ha vissuti una consolazione in più del tempo che se ne va.
Abbiamo avuto la cinematografia dei Fellini, Risi, Monicelli, Visconti, Antonioni, Kubrick, Bergman e attori del calibro di Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi, Mastroianni. La letteratura con Fenoglio, Pavese, Calvino, Pratolini e tanti, tanti altri, americani, francesi, tedeschi, russi e ancora italiani non menzionati ma secondi a nessuno. Ovunque nasceva cultura. E musica. “I Nomadi” sono stati il gruppo pop rock, fondato nel 1963 dal tastierista Beppe Carletti e dal cantante Augusto Daolio che, fra i “nostrani”, osservavo con maggiore attenzione e rispetto per la sonorità e il messaggio di denuncia e impegno sociale che sin dagli inizi trasmise. Il nicciano (nietzschiano) “Dio è morto” con richiami nel testo, secondo il mio personalissimo parere, alla poesia “Urlo” del grande Allen Ginsberg”, fu una meteora sonora che penetrò nelle menti dei giovani. I Beatles li ho visti a Genova il 26 giugno 1965. A loro preferivo i Rolling Stones, nella mia città il 9 aprile 1967, e Bob Dylan che vi si esibì il 4 luglio 1992. Quest’ultimo tornò in Liguria nel 2001, sempre a luglio, durante il famigerato G8 e, volendo ascoltarlo di nuovo dal vivo, la sera del venti andai a La Spezia dove spostarono il concerto per motivi di sicurezza.
Genova era stata occupata, circondata, sbarramenti e cancellate ovunque, polizia, presidi di carabinieri, vigilanti in borghese, brutti ceffi mai visti dall’inquietante aspetto di agenti del KGB, elicotteri che ronzavano continuamente sopra le nostre teste, insomma la città era stata posta sotto sequestro, in stato di assedio, stuprata. Pensare che la Superba aveva subito un simile smacco una volta sola nella storia recente, da parte dei nazisti, seconda guerra mondiale, e i genovesi gliela fecero pagare perché, in tutta franchezza, quando arrivarono gli alleati, i partigiani liguri avevano già badato a mettere in fuga i tedeschi, a fare pulizia, togliere la più grossa. Come fecero i Napoletani. Tornando al G8, in quell’estate d’inizio secolo aleggiava un clima mefitico, la gente era meditabonda, depressa, le donne si recavano a fare la spesa con passo lesto, testa china, gli uomini parlavano tra loro a voce bassa, l’atmosfera che si viveva, sebbene splendesse un sole furente, era di rabbia, disorientamento, le espressioni confuse e irritate dei cittadini impregnavano il panorama complessivo.
Fu mentre stavo assaporando “Like a rolling stone” al Picco, lo stadio della città del “golfo dei poeti”, che venni a sapere della morte di un giovane “facinoroso” nel quartiere Foce, dove abito. Provai una sensazione strana, di sbigottimento e rassegnazione, mi sentii anche un po’ a disagio per essere seduto sulle gradinate ad ascoltare un concerto, come singolare fu il mormorio che intorno a me si andava propagando al diffondersi della notizia. Avvertii che il mio stato d’animo era comune a tutti gli spettatori, il vociare andava aumentando, si formulavano ipotesi, congetture a voce bassa.
Qualcosa era già cambiato dagli anni ‘70, di piombo furono chiamati. Gli ‘80 scivolarono dritti verso la caduta del muro di Berlino portando un po’ di speranza ma trascinandosi dietro bagagli d’incertezze essendo guidati per la gran parte dal primo socialista Presidente del Consiglio della nostra Repubblica, Bettino Craxi, uomo dalle mille sfaccettature, amico intimo di un semplice imprenditore che gli subentrerà dopo la miserevole capitolazione e tempestiva fuga in Tunisia per sottrarsi al carcere. I ‘90 ci predisposero all’Unione Europea, con “Mani Pulite” che pareva potesse dare la sterzata a una crisi che si aggravava alla velocità della luce, sempre più in basso, moralmente, culturalmente e l’economia fuori controllo. Così l’uomo dalla sciarpa bianca démodé “scese in campo” con un dispiegamento di forze mai visto e l’intero Paese s’immobilizzò, sembrò impazzire consegnandosi nelle sue mani, un certo Berlusconi. Si arrivò al luglio 2001 e mentre il Capo del nostro Governo pensava a come si potesse eliminare l’indecorosa biancheria stesa nei carruggi della città e a far innalzare pannelli che riproducessero false facciate a quei palazzi storici che lui riteneva sconvenienti, proprio come fa con la sua finta persona, Piazza Alimonda fu il palcoscenico di una tragedia, il segnale che il fondo non si era ancora toccato, tutto sarebbe ancor più piombato nell’oscurantismo. Un giovane di ventitré anni avrebbe smesso di godere per l’alternarsi delle stagioni: Carlo Giuliani. La sua morte è legata allo scontro avvenuto tra gli “anti G8” (o per meglio dire la parte infiltrata ad arte, i “Black Bloc”, gruppo d’individui di stampo fascista dediti ad azioni di protesta violenta caratterizzata da atti vandalici, devastazioni, disordini) e le forze dell’ordine costituite da giovanissimi militari, con poca esperienza, guidati da “responsabili” la cui la gestione dei sistemi di sicurezza attorno al Vertice ha lasciato molti punti interrogativi. Le notizie della contestazione in atto convinsero Carlo a rinunciare alla gita al mare che aveva programmato quella mattina per dirigersi verso il corteo delle Tute Bianche. Nel pomeriggio, a seguito di una carica abortita, una Land Rover Defender con tre carabinieri a bordo rimase apparentemente bloccata contro un cassonetto per rifiuti e fu circondata da alcuni manifestanti. Tra questi, il volto coperto da un passamontagna, Carlo Giuliani che sollevò da terra un estintore vuoto precedentemente scagliato contro il mezzo da un altro giovane e a sua volta fece il gesto di lanciarlo verso il veicolo dei carabinieri uno dei quali, dopo aver estratto e puntato la pistola intimandogli di andarsene, sparò due colpi di cui uno raggiunse il ragazzo allo zigomo sinistro. Morirà nei minuti successivi mentre il fuoristrada, nel tentativo di sbloccarsi rapidamente, riprese la manovra passando due volte su quel corpo immobile steso a terra, una prima in retromarcia, la seconda allontanandosi. Erano le 17 e 27 del 20 luglio 2001, quindi venni a saperlo circa cinque ore dopo. Per coprire un fatto ignobile e scaricare le responsabilità, o per chissà quali altri disegni eversivi, la notte del giorno successivo ci fu lo scandalo dell’incursione della Polizia alla scuola Diaz, e nell’adiacente Istituto Pascoli, concessi dal comune di Genova al “Genoa Social Forum” come loro sede e dormitorio. Vi accaddero eventi contrari all’articolo 3 della Convenzione europea per la difesa dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, relativi alla tortura, alle condizioni e punizioni degradanti e inumane cui furono sottoposte le vittime. Eh sì, indubbiamente la città fu presa quale teatro di prova per verificare la possibile “tenuta” di eventuali successivi programmi di governo.
Comunque tranquillo Carlo, stretto nel pullover tanto l’aria si era d’improvviso freddata, pensavo a un mucchio di cose, tra le quali il rientro immediato nella mia città, si stavano già alzando le note di “Idiot wind” e sicuramente l’inimitabile voce del grande Bob, in quell’istante, voleva giungere fino a te. Mi venne da riflettere quanto sia idiota il vento che a cicli alterni attraversa la mente dell’uomo, questo ha soffiato per alcuni giorni e continuerà ancora e ancora ma lassù tu e Daolio già intonavate “Noi non ci saremo”.
Mauro Giovanelli – Genova
© Copyright 2015 Mauro Giovanelli “Destra e… manca” (politica, satira, ricordi, e altro ancora…)

Quando la politica si fa seriale

Molti domandano se Renzi potrebbe andare in mezzo alla gente come fa il prof. Giuseppe Conte. Ma il rignanese è bugiardo certificato da se stesso, rispondo, e non ha dignità per decisione sua, se l’è data e se l’è messa sotto le scarpe autonomamente, ha mentito al mondo intero in forma solenne dagli scranni del Senato. Di che cosa stiamo parlando? I vari Travaglio, Padellaro e similia dovrebbero rifiutarsi di accettare confronti tv con costui, è il solo che può guadagnarci qualcosa nell’apparire. E poi c’è tutto il resto, anche i suoi accoliti sanno che è un opportunista seriale, perciò non ha amici, veri intendo, ha ingannato il popolo minuscolo a favore del Potere con l’iniziale maiuscola, in tutti i modi possibili, e con l’autoproduzione di uova e articoli ortofrutticoli che abbiamo, impensabile decida di circolare liberamente di città in città senza essere blindato, troppo rischioso, ci sarebbe un’impennata dei prezzi all’ingrosso di verdura e derivati avicoli.
Comunque io credo che perfino lui sappia d’essere politicamente finito, è che finge e mente pure a se stesso, sotto un certo aspetto si può capirlo, che altro potrebbe fare oltre quello che è?
@Mauro Giovanelli – Genova

IL LIMITE IGNOTO BERLUSCONISMO E ANTIBERLUSCONISMO

IL LIMITE IGNOTO
BERLUSCONISMO E ANTIBERLUSCONISMO

L’indegna frase proferita da Renzi Matteo al convegno di questa fantomatica “Comunione e Liberazione” è stata analizzata da tutte le angolazioni possibili e nel commentarla ogni giornalista ha adottato, chi più chi meno, svariati aggettivi, per la gran parte dispregiativi sebbene ci sia scappato qualche timido qualificativo quando non è stata adottata la tattica del “sorvoliamo”, sempre ottima via di fuga per i pusillanimi. Quella è una proposizione che può essere concepita solo da un menefreghista, in alternativa sciocco ma furbo, o tutte e tre le cose insieme senza sapere, come giustamente disse Michele Serra in una delle sue innumerevoli “L’amaca”, che “la furbizia è una virtù servile”. Tornando alle parole messe insieme dalla nostra guida scout corre l’obbligo di aggiungere che non solo è indegna, pure dissacrante nei riguardi di uomini della statura di Indro Montanelli, Enzo Biagi, Paolo Sylos Labini, Giorgio Bocca, Nanni Moretti, Antonio Tabucchi, Dario Fo, Daniele Luttazzi e tanti, tanti altri che, da soli e presi uno per uno sia da morti che da vivi, al guitto fiorentino che svolge anche l’attività di Primo Ministro, potrebbero insegnare a parlare, leggere, scrivere, pensare e perfino tacere. Il fatto singolare però è un altro, ovvero che da quella infelice sortita ogni professionista dell’informazione abbia voluto ricavare un significato, si sia preteso di individuarne una sorta di messaggio o indicazione di un qualche obiettivo che cova nella mente del nostro leader, una strategia. Insomma è stata sottoposta ai raggi x o meglio ad una TAC, come gli studiosi usano fare con le mummie egizie, la Gioconda o la Sacra Sindone piuttosto che “L’ultima cena” o il misterioso “codice Voinich”. Manca solo l’esame con il carbonio C14. Ecco la “geniale” locuzione:
“Il berlusconismo e per certi aspetti l’antiberlusconismo hanno messo il tasto pausa al ventennio italiano, impedendoci di correre”. Splendido!
Naturalmente in quella platea dei seguaci di don Giussani, scomparso nel 2005, gli applausi si sono sprecati. Eh sì, perché lì sembrerebbe non importare cosa dici o pensi, basilare è andare a baciare la pantofola dell’attuale capo spirituale di CL, al secolo don Julián Carrón. Per comprendere la filosofia di questa congrega dedita all’educazione cristiana cito la sintesi tratta da una lezione tenuta negli anni ottanta dal sopra citato fondatore agli aspiranti adepti:
“Qual è la prima caratteristica della fede in Cristo? […] La prima caratteristica è un fatto! […] Un incontro è un fatto. La prima caratteristica della fede cristiana è che parte da un fatto, un fatto che ha la forma di un incontro”.
Voi ci avete capito qualcosa? Io no. Il bello è che da questo vaniloquio è nato un movimento tenuto nella massima considerazione e che prima o poi tutti i politici italiani avvertono il dovere di andare ad ossequiare. Come nessuno ha compreso che non c’era alcunché da scrivere di fronte alla delirante preposizione dell’uomo formatosi nei “Telegatti” e alla “Ruota della fortuna”, se non per invitare le Camere a chiedere le immediate dimissioni del Presidente del Consiglio e andare alle urne. Perché? Per il semplicissimo fatto che, a mio avviso, la sua sconsiderata (come minimo) asserzione è la prova provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, che abbiamo un Primo Ministro deficitario di quella che comunemente viene definita “saggezza” e manca pure del senso delle proporzioni. Invece per quanto riguarda il dott. Berlusconi Silvio, che il Matteo porta ovunque seco sulla schiena o sotto la pancia, come fanno le bertucce nel trasportare i propri neonati, nessuno ha ancora capito che egli è un “evento”, come posso spiegarmi, una “singolarità” del continuo spazio temporale. È inutile analizzare, come accade da lustri che sembrano secoli, cause e motivi storici, politici, sociali della sua comparsa fra noi, qui si deve entrare nella fisica quantistica ed esplorare fenomeni ancora inspiegabili legati ad essa. Ad esempio potremmo ipotizzare che nei primi anni ‘90 si sia verificata una “singolarità” spaziale della quale il nostro Paese è stato vittima, una specie di inspiegabile evento, forse la stessa tempesta magnetica in cui nel 1990 incappò un battello USA nel famoso film “Countdown dimensione zero”, regia Don Taylor, dove la portaerei USS Nimitz, mentre naviga al largo di Pearl Harbour, attraversa una tempesta magnetica alla fine della quale si ritrova nel passato, precisamente al 6 dicembre 1941, il giorno precedente l’attacco da parte della marina imperiale giapponese alla flotta americana di stanza nelle isole Hawaii. Qui siamo nella fantasia ma chi potrebbe negare che l’uomo di Arcore non sia stato proiettato fra noi da un altra epoca?
Resta infatti il mistero che l’ex cavaliere, pur essendo un ex in tante altre cose, sia un essere invincibile, al suo confronto “Highlander l’ultimo immortale” è un lungodegente in fase terminale. Possibile non sia stato recepito che Silvio non appartiene alla nostra dimensione? È un alieno di incerta provenienza cosmica con la capacità di obnubilare la mente degli umani inducendoli a parlare continuamente di lui così accrescendone via via la potenza. Il contrario dell’effetto che la kriptonite produce su “Superman” indebolendolo e privandolo dei suoi straordinari poteri. Per contrastare il capo di Forza Italia non è detto ci sia necessità di reperire un altro grande nemico dell’eroe dei fumetti testé citato, ossia “Mr. Mxyzptlk”, di cui poteva liberarsi solo riuscendo a fargli pronunciare il suo nome alla rovescia a meno che proprio l’ex cavaliere non sia tale essere, meglio seguire tutte le piste, non lasciare alcunché di intentato. Ma per averne la prova come si potrebbe riuscire a far dire a Berlusconi Silvio “Oivlis Inocsulreb”? E se Renzi Matteo fosse il suo alter ego come tante prove e indizi lascerebbero supporre? La continuità di questa specie? Una sorta di cyborg fiondato qui da un lontano futuro per completare la missione di Oivlis Inocsulreb. A questo punto con lui potrebbero valere le medesime teorie e sarebbe molto più semplice preparargli un tranello, fargli pronunciare “Oettam Izner”. Proprio così, perché l’ex cavaliere sarebbe di sicuro un modello T-1000, moderno, composto di metallo liquido, furbo, arguto, scaltro, mentre la guida scout un prototipo T-800, superato, endoscheletro metallico ma tessuti vivi, non evoluto, poco fantasioso, privo di logica, raziocinio, quindi vulnerabile. Tra l’altro le iniziali dei nomi pronunciati alla rovescia sono uguali, O ed I, che invertendoli ancora diventano il famoso IO ipertrofico e questo non è un indizio da poco per avvalorare tale concetto. Infatti secondo la teoria freudiana il Super-io o Super-ego è una delle tre istanze intrapsichiche che, insieme all’Es e all’IO, compongono il modello strutturale dell’apparato psichico ed è quella che si origina dalla interiorizzazione dei codici di comportamento, divieti, ingiunzioni, schemi di valore, ecc. che il soggetto attua entro la sfera della personalità indotta che causano un senso continuo di oppressione e non appagamento. Perfetto! Infatti Berlusconi è un fenomeno atipico che non si può commentare con i soliti schemi, trattasi di un’anomalia interplanetaria, qualcosa che si muove in una dimensione diversa, una formula matematica che l’unica cosa per la quale potrebbe rendersi utile è permettere agli scienziati del CERN, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, di sottoporlo ad accurati studi. Tra l’altro questa organizzazione europea per la ricerca nucleare è comoda, si trova al confine tra Svizzera e Francia, alla periferia ovest della città di Ginevra. Sono certo che finalmente si potrebbe giungere a trovare la soluzione al più importante quesito scientifico, la teoria dei Campi Unificati che negli ultimi anni della sua vita Albert Einstein cercò di elaborare per condensare in una sola formula tutti i fenomeni gravitazionali, elettromagnetici, meccanica celeste, ecc.
Una volta svelato il mistero Berlusconi Silvio, automaticamente si risolverebbe anche il caso Renzi Matteo che è la replica, o meglio il prodotto del suo mentore che per darsi continuità ha parassitato un altro essere vivente, che so, ipotizzo, ad esempio Dudù. In conclusione qui ci potremmo trovare di fronte a specie aliene, identificate con la generica definizione di xenomorfi, ossia perfetti predatori che si riproducono sfruttando altri esseri viventi come embrioni.
Non credo sia una analisi così campata in aria come voi di sicuro state pensando. Infatti è di pochi giorni fa l’ipotesi, alla quale è stato dato ampio spazio dalle più accreditate riviste scientifiche (es. FOCUS. DEL 27/08/2015) avanzata da Stephen Hawking, il quale ha affermato che ciò che entra nei buchi neri può anche non scomparire, anzi attraverso queste masse si giungerebbe in un altro Universo. In sostanza i buchi neri potrebbero essere la porta verso altri Mondi. Del resto come potrebbe altrimenti spiegarsi l’enigma, il perché da vari decenni l’umanità si sia fermata sul tasto pausa per parlare di Berlusconi Silvio alias Oivlis Inocsulreb e Renzi Matteo, ovvero Oettam Izner che ne è la sua naturale prosecuzione? E chi ci dice non siano più di due, sparsi ovunque? Con quello che sta succedendo oggi in questo nostro Pianeta dove guerre, carestie, migrazioni, fame, disuguaglianze sociali, intrighi politici, attentati, terrorismo sono all’ordine del giorno e “comandati” da occulti “Poteri Forti”.
Qui non servono giornalisti, talk show, commenti, interpretazioni, articoli di fondo, elzeviri, telegiornali, ecc. Sarebbe ora di finirla, smetterla di girare intorno a ciò che sfugge ad ogni logica. Occorre istituire subito un Comitato di massima allerta. I componenti? Semplice! Steven Spielberg, Ridley Scott, James Francis Cameron, Robert Lee Zemeckis e Christopher Jonathan James Nolhan. Una via di uscita ci deve pur essere e loro la troverebbero tenendo presente che “nello spazio nessuno può sentirti urlare” (1)
Il sogno irrealizzato di Gustave Flaubert era quello di scrivere un libro sul “nulla”. Ebbene io credo di essere riuscito a buttare giù un articolo consono al “vuoto” che ci circonda.

(1) Tagline del film “Alien” regia di Ridley Scott

@Mauro Giovanelli – Genova

Bravo Del Norte

Per l’ultima forma possibile di rispetto verso la piccola e il suo papà morti annegati nel tentativo di attraversare il famigerato confine Messico/Usa, a tutti i giornalanti, opinionisti, cronisti, scriventi, indignanti, i “volta pagina”, ecc. suggerisco di chiamare “Rio Bravo” o “Bravo Del Norte” l’agognato fiume divisorio, non Rio Grande.
E non è solo questione di punti di vista…
R. I. P.
Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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“Economia” di riferimento… La Grande Bellezza

Se dovremo morire di capitalismo mi domando:
Chi avrebbe stabilito che in Europa l’economia di riferimento debba essere quella tedesca?
Per tacere del resto è o non è l’Italia a detenere l’80% del patrimonio artistico e culturale del Pianeta?
I Governi che si sono succeduti ne erano al corrente?
Propongo che la Penisola venga considerata Patrimonio dell’Umanità quindi le siano devoluti cospicui finanziamenti per ricerca, mantenimento dei beni, protezione del territorio. Altro che “Procedura di Infrazione”

Mauro Giovanelli – Genova
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A RUOTA LIBERA

PRIMA NOI…

Chiunque affermi: “Prima gli italiani, francesi, americani, senegalesi, cristiani, mussulmani, ebrei… ecc.” è già fascista.

NESSUN DALTONICO

Mi risulterebbe che siano di etnia bianca le ignobili educatrici di scuola materna sorprese a sottoporre bambini ad immondi maltrattamenti. Una vera “piaga” che non viene presa in considerazione dai politicanti che “cavalcano” il colore della pelle. Nessuno di questi è daltonico.

QUESTIONE DI CONFINI?

I Nobel per la pace vengono assegnati secondo la “convenienza politica” del momento forse, dico forse, nella speranza che tale riconoscimento possa far riflettere il designato di turno. Un po’ come per i “santi” anche se in quest’ultimo caso sussiste l’aggravante della regola “rimanga tutto in famiglia”. Fra cattolici intendo. Prima o poi i papi sono tutti “canonizzati”, qualche suora, missionari. Alla fin fine non mi è chiaro il motivo per cui non debbano essere “santi” il Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Ernesto Che Guevara, Nelson Mandela, Giordano Filippo Bruno, Ipazia di Alessandria, Don Milani, Pier Paolo Pasolini tanto per fare alcuni dei numerosissimi nomi che mi vengono in mente.
Questione di confini?

BEATITUDINI

Beati coloro che ignorano la propria carne, inconsapevoli arrivi ad essere ciò che diventerà. Il loro spirito, qualunque cosa esso sia, immagino sia greve.

BRAMOSIA

Le persone che inseguono esclusivamente potere e denaro sono sottosviluppati mentali della specie più pericolosa per il prossimo.

INSEGUIRE STANCA

In parole povere c’è da dire che il Mondo non gira più dalla mia parte ed io sono stanco di inseguire.

…ONI e CLONI
Dall’ultimo governo Berlusconi a Gentiloni, in mezzo tutti i cloni, restano 5000 km di rete autostradale inagibile più terremotati vari ed altro ancora… Gli stessi che dopo trenta giorni dal crollo del ponte Morandi a Genova, tragedia della quale sono corresponsabili, cominciarono ad indignarsi per presunti ritardi nelle decisioni del nuovo Esecutivo.

Mauro Giovanelli – Genova
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“Cinema & Arte”______________________________________________________ISBN 9788892348240

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“PULSIONALE – Poesia III Millennio”________________________________ISBN 9788892345614

“VISCERALE – Poesia III Millennio____________________________________ISBN 9788892349841

DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE:

“Asso alla quinta”

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