Archivi categoria: Poesia

La nostra anima

Ho visto il tuo viso,
ti eri voltata al trasalimento del mio sguardo attonito,
quel vuoto improvviso, rinascita e spavento,
che ti prende al mattino nella camera senza tende,
quando tutto è finito, la nostra anima svanita,
e il sole cocente che penetra invadente, scalda,
è diventato sostanza, ti viaggia dentro,
energia ovunque, sentire d’amore,
storia da costruire in quegli occhi neri, incavati,
non fra zigomi sporgenti,
ma per l’antica perfezione dell’arcata sopraccigliare,
due coni di luce
nella profondità di un languore mai sopito,
è buio che parla, le voci tua e mia,
hai aperto l’insperata via di fuga degli eterni desideri,
il sentiero degli Dèi,
la nostra sovrumana complicità.
Dove sei.
Dove sei…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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A cicli alterni

Se non riesci a comprendere
che il suo alterno flusso
è residua parte di un ciclo
promesso a te,
se neppure dedichi
un solo istante a capire,
riflettere la bellezza
che ti è stata donata,
l’importanza di viverla,
se dell’esistenza
non sai interpretare,
neanche provi a leggere
la sua formula grandiosa,
allora sei solo un abusivo,
zavorra della sposa.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icilodicidimauro.com

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Mauro Giovanelli Titolo: SENSORIALE – Poesia III Millennio

EDIZIONE SPECIALE

Genere: Poesia / Letterature

– poesia

Codice ISBN: 9788892356672

Edizione: 1a Anno pubblicazione: 2019

Formato: 14,5×22 Pagine 576

Copertina: morbida, Interno: colore

Immagine di copertina: Enrico Bafico artista, “La nave veloce”, Olio su tela, Collezione Mauro Giovanelli

Mauro Giovanelli
Titolo: PULSIONALE – Poesia III Millennio
Codice ISBN: 978-88-6206-641-9
© 2019 Vertigo Edizioni s.r.l., Roma
www.vertigoedizioni.it info@vertigoedizioni.it
I edizione novembre 2018
ISBN 978-88-6206-641-9
Edizioni VERTIGO collana PREZIOSI
In copertina: Fulvio Leoncini, “Pulsionale”, 1996, tecnica tempera su carta incollata su tavola e digital painting su tavola, dimensioni cm. 35,5×50, collezione Mauro Giovanelli

Prefazione

Tra il 2012 e il 2013 al Complesso del Vittoriano di Roma venne allestita una straordinaria mostra di Renato Guttuso. Al di là della ricchezza artistica che la raccolta presentava, a colpire particolarmente il visitatore la sala centrale che era stata allestita posizionando su ognuno dei quattro lati un enorme quadro dell’artista. La sensazione, altamente impressionante, era di immergersi nei quadri stessi, una vividezza di colori e immagini da catapultare l’osservatore in un mondo (ir)reale di fantastiche sensazioni. Questa particolare commozione è tornata alla mente durante la lettura del testo di Mauro Giovanelli, capace in maniera sorprendente di trasmettere al lettore una poliedricità di percezioni e sfumature assolutamente coinvolgente e inebriante.
La corposa raccolta poetica dell’autore, infatti, è un viaggio esperienziale che unisce la parola a una componente visiva particolarmente fruttuosa data dalle foto e dalle riproduzioni, che l’autore stesso ha inserito, di opere presenti nella sua collezione privata, immagini familiari storiche, foto da lui stesso scattate ma anche di altre universalmente conosciute per il loro
valore artistico.

[…]
Ho mani eterne,
Senza tempo l’impronta impressa su te,
Mai più sarà cancellata,
marchio che ti accompagnerà,
ne rimarrà nozione
pure quando questo valico verrà superato
scollati dal passato.
Stammi lontana, meglio è per te,
colei che ne avverte il senso
mai più troverà pace.
[…]
(Cacciatore di te)

Un artista a tuttotondo, Mauro Giovanelli, che sembra sfidare la parola, a voler dimostrare che può piegarla ad una sua volontà creatrice, ma forse proprio con piacere i versi stessi si plasmano tra le sue dita, consapevoli della capacità autoriale di renderli ancora più vitali, più sinuosi, più comunicativamente appaganti e stimolanti.
È una poesia pittorica quella del nostro autore che fin dalle prime righe sembra ricordarci che la vita – affinché sia tale e possa dare il massimo – allo stesso modo vada vissuta, senza negarsi possibilità ed esperienze, facendo un profondo respiro e gettandosi nell’ignoto.

[…]
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza e,
in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che ti intimoriva.
Ti ho veduta con Alda in fasce, avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre, procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata, amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme galoppava verso il rifugio.
[…]
(Mamma)

A tutto questo si unisce una profonda conoscenza intellettuale che abbraccia i più diversi campi per dare libero sfogo a quella vitalità che aggiunge nuovi significati e inedito valore ad ogni esperienza. Ciascun componimento è microcosmo, spesso presentato come para-narrazione poetica: una storia, un’immagine estratta dal tempo, cristallizzata nell’emozione che ha suscitato, quasi si potesse rivederla dall’esterno, con un occhio che ne è stato artefice e testimone allo stesso tempo.
Attraverso le pagine scorrono uomini, donne, artisti che sembrano parlarci con la familiarità che ne disvela i vizi e le virtù, come durante i dialoghi sul finire della notte; un animo umano che si fa innocentemente nudo di fronte al lettore, il sussurro di un’essenza evocativa dei misteri primordiali.

[…]
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti del piano di oscillazione
del pendolo divino che dell’Universo misura
il senso di rotazione, sono la differenza
fra “Benvenuto” e “Addio…

La tua assoluzione o la condanna.
(Idonea destinazione)

[…]

La curiosità anima la lettura, ma sempre con il rispetto dovuto a chi decide di metterci a parte di un discorso personalissimo e sincero, coinvolgente, vero, un invito a partecipare, spingerci oltre i nostri limiti per riscoprire l’autentico valore che anima i nostri pensieri e dà corpo alle nostre azioni.

Commento di Luana Bottacin

Quale linguaggio sublime ed articolato rappresenta la poesia! E quale potere è in grado di racchiudere dentro di sé il poeta, mentre, appallottolando i fogli e gettandoli per terra, alla ricerca della forma migliore per esprimere idee e pensieri, osserva e scruta dentro e fuori il proprio mondo. Chiaramente, lo abbiamo detto in altra sede, il linguaggio poetico ha bisogno di altre stanze, altri meccanismi rispetto il racconto in prosa: nella maggior parte dei casi, i versi sono la rappresentazione meccanica e dinamica di quanto sa provare l’animo umano; non si deve avanzare soltanto per presentare un componimento stilisticamente soddisfacente… non ci si deve lambiccare il cervello per stupire, colpire, commuovere coloro che stanno al di là, anzi, spesso il lettore alza il viso dalla pagina perplesso, stordito, talvolta incredulo al punto da chiedersi “ma cosa diamine è passato per la testa al poeta?”
È vero, molti autori sono ribattezzati strani, ma siamo certi che non stia proprio in questa eccentricità la risposta alla loro conoscenza? Mauro lo ribatte e lo dichiara fin dalle prime pagine: è un viaggio che si dipana tra i fili aggrovigliati delle emozioni più intime. Un percorso che svincola dalla strada personale per addentrarsi sempre più nei sentieri del Mondo, quello condiviso, quello osservato dalla massa; nei versi, a volte bisognosi di qualche attimo di pausa, c’è l’essenza di una profondità che, al di là dei balzi stilistici e della geometria con cui essi sono scritti, permette di cogliere le domande-cardine: “chi sono? Cosa desidero? Perché vivo in un modo piuttosto che in un altro?…”

I tempi, così vorrei definirli i momenti della poesia di Mauro, ci aiutano ad esplorare l’universo delle emozioni dell’uomo-poeta; il ricordo di un attimo felice che poi lascia posto ad una riflessione più malinconica… vita e morte che si incontrano e si affiancano in un carosello di immagini e che penetrano nel nostro cuore intervenendo a perpetrare l’infinito dibattito su chi siamo e come costruiamo la nostra vita.
Luana Bottacin – Scrittrice e poetessa

Commento di Carla Infante

Vorrei rendere omaggio (avrei dovuto farlo prima) a uno degli editor della pagina, Mauro Giovanelli, che ritengo profondo conoscitore della letteratura e dell’arte italiana e internazionale. Singolare nella sua poliedricità, personalità non facile, direi rude e inavvicinabile per certi aspetti, ma sicuramente una delle più grandi penne in circolazione. Devo confessare, dopo aver letto il suo ultimo libro “Pulsionale – Poesia III millennio”, di essermi trovata di fronte a un capolavoro. Opera che contiene un ritratto della vita senza filtri, pagine in cui prosa e poesia si mescolano per raccontare l’amore o il dolore con la stessa intensità… Nella sua lirica che segue viene esaltata l’importanza di avere un “grembo” in cui rifugiarsi la sera quando di ritorno a casa si ha bisogno di qualcuno a cui svelarsi senza finzioni e trovare ristoro. A presto Mauro… Grazie.
Carla Infante – Teacher presso Ministero Pubblica Istruzione

[…]
Se non hai “quel” grembo
entro cui riversare ogni lacrima
delle tue ferite…
Verso sera si va incontro a se stessi,
il pensare viene compresso all’essenziale,
senza fronzoli né finzioni,
così che tutto possa stare
dentro l’abito mentale
predisposto all’ultimo,
eventuale fottuto viaggio,
e lo riporrai ad ogni fottuta alba
fino a quando il sorgere del sole
ti dovesse comunicare
che un altro crudele,

fottuto giorno sta per cominciare.
[…]

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Città santa

Richiese tempo raggiungere quella riva, c’erano una casa e un pezzo di terra abbandonati, vegetazione, la sorgente, vecchia barca di bambù ben bilanciata, colline lunari a strapiombo sul mare, pesce quanto basta, amore e parole, sguardi, silenzi, orgasmi, quiete.
Poi arrivarono in molti, costruirono una ruota panoramica, aprirono negozi, attrazioni, anche la filiale di una banca, un altare, bastoncini di zucchero filato fra le labbra, laguna infestata di natanti, giovani urlanti, predicatori pedanti, luci sgargianti, banchetti di cianfrusaglie, ovunque immagini appese, ricordi di tante battaglie, reliquie da adorare. Avevano necessità di apparizioni, fu così che quel posto diventò un’altra città santa.

Mauro Giovanelli – Genova
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Ciao bellezza

La bellezza non è solo nella lirica eccelsa, un dipinto, scultura, graffito, città antica, anzi… la bellezza è soprattutto recepita nell’osservare e comprendere ciò che ti circonda.
Tu lo sai che alla prima luce dell’alba il sordo e stanco ronzare del frigorifero è identico all’iniziale brontolio della caffettiera?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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Certezza

Mistero del tuo sguardo,
nero al punto da essere
percepito un solo brillio,
che ciascun occhio invia
nell’orizzonte in bilico
fra me e tutto quanto,
distante il tempo
del mio desiderio,
dove si placa ogni lamento,
nello spazio dell’istante
che contiene aria di intensa luce,
e quella promessa abbagliante
formulata da molto prima
del periodo antecedente,
avvolto dal mio pianto,
il senso del profumo di te,
la certezza del tuo volto.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata da Pinterest (nativi americani)

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AUTUNNO

Vorrei averti accanto,
parlare di ogni cosa,
esprimere qualunque pensiero
mentre hai la testa
appoggiata al mio petto.
Attraverso i vetri appannati della finestra
guardiamo l’autunno farsi avanti,
i suoi colori e profumi entrano in noi,
ci saranno momenti di silenzio
tanto resteremo abbagliati
da uno degli innumerevoli attimi
che costruiamo insieme.
Serenità sarà nostra condizione
e leggiadre le nostre anime.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Foto Josef Sudek “Il mondo alla mia finestra”

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