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JOSEPH MALLORD WILLIAM TURNER

Joseph Mallord William Turner – La nave negriera (The Slave Ship)
commento in italiano e inglese

Genova (italia) Palazzo Ducale, mostra degli impressionisti cui vennero abbinati “lavori” di inglesi e americani indubbiamente per l’esiguo numero di “pezzi” forniti in prestito dai musei del mondo. La Superba non si fa rispettare come una volta ma il modo di dare una lezione ai direttori dei vari Santuari dove sono custoditi i dipinti di Van Gogh (post impressionista), Renoir, Monet, ecc. ci sarebbe stato ovvero accostarli ai nostri “grandi”, i liguri dei primi ‘900 della statura di Rubaldo Merello, Cesare Bentivoglio, Antonio Schiaffino, Giuseppe Sacheri… e tanti altri che nulla hanno da invidiare a molti dei classici così detti “francesi”. Lo rimarcai al responsabile dell’organizzazione, rimase turbato nel constatare che una pecora potesse uscire dal “percorso” stabilito.
In tale circostanza ebbi comunque la sorpresa di ammirare dal vivo opere di notevole spessore fra le quali ne spiccava una, di Joseph Mallord William Turner, il cui “potente” magnetismo mi attirò a tal punto da soffermarmi a lungo ad ammirarlo pur trattandosi di un soggetto diciamo “paesaggistico”. Fu difficile staccarsi dalla sua luce generata da una dimensione a me sconosciuta. Raffigurava un vascello che lottava strenuamente contro gli elementi della natura vincolati da un patto infernale che li induceva tutti a scatenarsi sulla tela.
Non era il dipinto in questione, o forse sì, potrei dire una fesseria in quanto il mio interesse era così concentrato nel cercare di interpretare i vari toni che… il “tema” passò in secondo piano; al limite avrebbero pure potuto non esserci i complementi che davano il titolo al quadro tanta era l’ampia varietà cromatica i cui riverberi, avvicinandomi per capire il criterio adottato dall’artista, denotavano una particolare e suggestiva tecnica di stesura del colore di rado rilevata. In poche parole rimasi stupefatto e provai una punta di orgoglio quando successivamente, nel raccogliere informazioni su questo genio, ebbi modo di leggere: «…Secondo quanto scritto da David Piper nella sua The Illustrated History of Art, i suoi ultimi lavori venivano definiti come “fantastici enigmi” e il celebre critico d’arte inglese John Ruskin lo definì colui più di ogni altro capace di “rappresentare gli umori della natura” in modo emozionante e sincero».
Flutti implacabili, raffiche di vento accanite, riflessi di luce ora intensi ora appena riverberati, turbinio di nubi sfilacciate come le residue vele dell’imbarcazione il tutto in una commistione diabolicamente perfetta. Potrei anche suggerire di definirlo l’artista delle “calamità naturali” o “potenza degli elementi” ma non va ancora bene, ci deve essere una definizione che renda giustizia a William Turner.
Noterete di certo come in questo spettacolo passino in secondo piano le braccia degli uomini che fuoriescono dai flutti cercando di aggrinfiare l’aria per liberarsi dai marosi che, avviluppandoli ancor più saldamente delle catene, li accompagneranno al loro infausto destino, schiavi gettati in mare insieme ad ogni suppellettile allo scopo di alleggerire il natante. Poche pennellate maestose per raffigurarli, così come il vascello che viene “integrato” nella catastrofe, quasi una macchia, bestia ferita a morte in cerca di scampo.
Ecco! Questa rappresentazione riconduce all’Apocalisse. Ad un attento osservatore non possono infatti sfuggire gli unici esseri viventi in perfetto equilibrio con il contesto, guardinghi gabbiani volteggianti come bianche colombe sul tutto prestabilito… sordi alle miserie umane.
Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2015 Mauro Giovanelli
Immagine in evidenza: Joseph Mallord William Turner – La nave negriera (The Slave Ship) – 1840, Museum of Fine Arts (Boston)
Joseph Mallord William Turner-The slave ship (The Slave Ship)
comment in Italian and English


Genoa (Italy), Palazzo Ducale, Impressionist Exhibition where the works were matched by British and Americans undoubtedly for the small number of pieces supplied on loan from museums around the world. La Superba does not respect as it once was but how to give a lesson to the directors of the various Shrines where Van Gogh’s paintings are kept (post Impressionist), Renoir, Monet, etc. there would be or approach them to our “big”, the ligurians of the first ‘ 900 of the stature of Rubaldo Merello, Caesar Bentivoglio, Antonio Schiaffino, Giuseppe Sacheri … and so many others that have nothing to envy to many of the classic so called “French”. I remarked to him responsible for organizing, was surprised that a sheep was coming out of the “path”.
On that occasion I had anyway the surprise to see live works of considerable thickness including talking stood out a, by Joseph Mallord William Turner, whose powerful magnetism drew me to such an extent that dwell at length to see it although it is a subject we say “landscape”. It was difficult to break away from its light generated from a dimension unknown to me. It depicted a ship that fought strenuously against the elements of nature bound by a pact that led them all to lash out on the canvas.
It wasn’t the painting in question, or maybe yes, I could say nonsense because my interest was so focused in trying to interpret the different tones that… the “theme” went into the background; the limit would also could not be the complements that gave the title to such was the wide chromatic variety whose reverberations, as I approach to understand the criterion used by the artist, bore the mark a particular and evocative color rarely detected structuring technique. In a nutshell I was amazed and I felt a sense of pride when you later, in collecting information about this genius, I was able to read: «…As written by David Piper in his The Illustrated History of Art, his later works were referred to as “great puzzles” and the famous English art critic John Ruskin called it one more than any other that could “represent moods of nature” so emotional and honest.»
Relentless waves, fierce wind gusts, reflections of light now intense now just like the clouds swirl residual reverberated, ragged sails the boat in a devilishly perfect mingling. I might also suggest to define it the artist of “natural disasters” or “power of the elements” but it doesn’t go well, there must be a definition that does justice to William Turner.
You’ll notice how in this show overshadow the arms of men escaping from the waves trying to aggrinfiare the air to get rid of billow that, avviluppandoli even more firmly the chains, accompany them to their unfortunate fate, slaves thrown overboard together with all furnishings in order to lighten the vessel. A few majestic strokes to depict, as well as the vessel that is “embedded” in the catastrophe, almost a blur, beast mortally wounded seeking refuge.
Behold! This representation leads to revelation. To a careful observer cannot escape the only living things in perfect balance with the environment, watchful circling seagulls as white doves on all preset … deaf to human misery.
Mauro Giovanelli-Genova
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© Copyright 2015 Mauro Giovanelli
Picture show: Joseph Mallord William Turner – The slave ship (The Slave Ship) -1840, Museum of Fine Arts, Boston

Joseph Mallord William Turner – La nave negriera (The Slave Ship)


Joseph Mallord William Turner – La nave negriera (The Slave Ship)

Post del 10 maggio 2016


Joseph Mallord William Turner – La nave negriera (The Slave Ship)


Genova (italia) Palazzo Ducale, mostra degli impressionisti cui vennero abbinati “lavori” di inglesi e americani indubbiamente per l’esiguo numero di “pezzi” forniti in prestito dai musei del mondo. La Superba non si fa rispettare come una volta ma il modo di dare una lezione ai direttori dei vari Santuari dove sono custoditi i dipinti di Van Gogh (post impressionista), Renoir, Monet, ecc. ci sarebbe stato ovvero accostarli ai nostri “grandi”, i liguri dei primi ‘900 della statura di Rubaldo Merello, Cesare Bentivoglio, Antonio Schiaffino, Giuseppe Sacheri… e tanti altri che nulla hanno da invidiare a molti dei classici così detti “francesi”. Lo rimarcai al responsabile dell’organizzazione, rimase turbato nel constatare che una pecora potesse uscire dal “percorso” stabilito.
In tale circostanza ebbi comunque la sorpresa di ammirare dal vivo opere di notevole spessore fra le quali ne spiccava una, di Joseph Mallord William Turner, il cui “potente” magnetismo mi attirò a tal punto da soffermarmi a lungo a studiarlo pur trattandosi di un soggetto diciamo “paesaggistico”. Fu difficile staccarsi dalla sua luce generata in una dimensione a me sconosciuta. Raffigurava un vascello che lottava strenuamente contro gli elementi della natura vincolati da un patto infernale che li induceva tutti a scatenarsi sulla tela.
Non era il dipinto in questione, o forse sì, potrei dire una fesseria in quanto il mio interesse era così concentrato nel cercare di interpretare i vari toni… che il “tema” passò in secondo piano; al limite avrebbero pure potuto non esserci i complementi che davano il titolo al quadro tanta era l’ampia varietà cromatica i cui riverberi, avvicinandomi per capire il criterio adottato dall’artista, denotavano una particolare e suggestiva tecnica di stesura del colore di rado rilevata. In poche parole rimasi stupefatto e provai una punta di orgoglio quando successivamente, nel raccogliere informazioni su questo genio, ebbi modo di leggere: «…Secondo quanto scritto da David Piper nella sua The Illustrated History of Art, i suoi ultimi lavori venivano definiti come “fantastici enigmi” e il celebre critico d’arte inglese John Ruskin lo definì colui più di ogni altro capace di “rappresentare gli umori della natura” in modo emozionante e sincero».
Flutti implacabili, raffiche di vento accanite, riflessi di luce ora intensi ora appena riverberati, turbinio di nubi sfilacciate come le residue vele dell’imbarcazione il tutto in una commistione diabolicamente perfetta. Potrei anche suggerire di definirlo l’artista delle “calamità naturali” o “potenza degli elementi” ma non va ancora bene, ci deve essere una definizione che renda giustizia a William Turner.
Noterete di certo come in questo spettacolo passino in secondo piano le braccia degli uomini che fuoriescono dai flutti cercando di aggrinfiare l’aria per liberarsi dai marosi che, avviluppandoli ancor più saldamente delle catene, li accompagneranno al loro infausto destino, schiavi gettati in mare insieme ad ogni suppellettile allo scopo di alleggerire il natante. Poche pennellate maestose per raffigurarli, così come il vascello che viene “integrato” nella catastrofe, quasi una macchia, bestia ferita a morte in cerca di scampo.
Ecco! Questa rappresentazione riconduce all’Apocalisse. Ad un attento osservatore non possono infatti sfuggire gli unici esseri viventi in perfetto equilibrio con il contesto, guardinghi gabbiani volteggianti come bianche colombe sul tutto prestabilito, sordi alle miserie umane.
@Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com


Salve Mauro, come versi ? Grazie infinite per il bellissimo regalo che mi porgi come un prezioso diamante sul rifrangente adamantino cristallo della mia scrivania di lavoro dove spendo la mia Mente e mi provo sempre di far partecipe il mio Spirito nella sua dimensione più pura ed elevata. Che gioia leggere di sorprendenti colori, di nervose pennellate e di stoccate ora brune ora chiare che reinventano la Luce ! La grandezza di Turner è tutta qui, amico mio. Nessuno meglio di lui colse quella inusuale necessità: aprire come un drappo che svela il proscenio i sentimenti, le passioni, le emozioni al mondo intero e farne partecipe tutti, umili e nobili, in un’unica Estatica Collettiva Visione. Una vera Rivoluzione pacifica ! Ma come fare a rapire il fiacco ed ozioso sguardo dei mondani nobili e ricchi sulla tragica vicenda umana dei vinti degli oppressi dei semplici e degli umili ? Ecco che l’Eccelso ricorre alla Luce. Ma ad una luce nuova, talmente abbagliante e meravigliosa che anche il Principe non potè più divincolare gli occhi ! Oh caro, riesci a cogliere l’audacia divina del Nostro che costruisce la Luce senza mai usare il bianco ? La sua luce è fatta da una magica complessità di rosa di arancio di giallo e di verde ! Meraviglia del creato ! Come non rabbrividire al pensiero che un uomo inventa una Luce più grandiosa del sole ? E poi mio caro, osserva attentamente la geometria che segue quella inumana luce che non cade dal cielo ma che dal centro della tela si irradia verso la periferia ! Non è dunque una luce che emana da Dio ? No mio caro, la luce proviene dalle spalle della scena rappresentata ! Perciò noi ne siamo abbagliati. Perché, inspiegabile magia del Genio umano, quella luce illumina anche noi come statue di gesso immobili e silenti al cospetto di una Creazione così sublime che sovverte le Leggi della Fisica e che ispira l’Intelletto a nuove equazioni che spieghino in qualche modo quella nuova, inedita, inconosciuta Natura parallela al mondo euclideo che abbiamo imparato sui banchi di scuola. Ora osserva quello che in apparenza dovrebbe logicamente essere il mare. Ma è un cupo e triste pennellar di verdi e marroni ! Dov’è l’azzurro del mare ? Non sperare di trovarlo, Mauro caro, perché la metà del quadro è la incredibile rappresentazione di un Cimitero ! Dove i 132 schiavi neri realmente morti in quella spaventosa vicenda, che vide accanirsi senza pietà alcuna l’uomo contro l’uomo, rappresentano figure spettrali di morti che chiedono preci e memoria allo sprovveduto osservatore. E poi cosa dire di quel magnifico grumo di sangue al centro della scena che colora di morte la Luce al centro del disegno ? Ti chiederai, se Turner ci lascia avviliti sconfitti a senza speranza ? Quesito assolutamente intelligente e lecito assai. Una speranza di sopravvivenza a quella nave di disperati e dunque una speranza all’umanità il Nostro ce la concede: guarda in alto a destra sull’angolo retto che chiude il dipinto, timida scorgerai una piccola macchia azzurra quasi celeste: è il cielo ! E’ quello il segno che una fioca speranza c’é per quei disgraziati ed anche per noi ammutoliti osservatori. Non mi attarderò a spiegare altro che pertiene Tecnica pittorica ed altre specifiche similari. Spero solo vivamente di averti comunicato le ragioni artistiche ed emotive perchè quando cerco deliberato goccialar di solitaria felicità mi attardo nel fissare anche le Opere meravigliose di Turner. Partendo proprio da The Slave Ship che per me è la più grandiosa opera di Turner ed uno dei massimi capolavori di tutti i tempi. Mauro caro, quando smetterò di elevare il mio Stupore sulle cose del mondo e sulla meraviglia che costituisce ai miei occhi l’essere umano chiederò a gran voce a chi ne avrà bisogno di prendere la mia Vita senza indugi né remore. La Vita non si lascia vivere quando ingombri il suo dipanarsi nei giorni con le ore morte del cuore insensibile agli eventi da cui se ne ingenera il Senso. Te sai che nulla, eccetto le Scienze Matematiche ed il sommo ardire di Progettare per l’umanità, accende il mio cuore più delle Belle Magnifiche Arti con le quali nei lunghi silenzi della mia intima contemplazione della Bellezza sparsa ovunque nel mondo conquisto me stesso a mete sempre più elevate, eteree e sublimi. Ritornando al tuo eccellente lavoro, lo trovo sommamente interessante come al solito. La tua scrittura scivola via come lo sguardo sull’incipiente tramonto: pochi battiti di ciglia e tutto si compie mentre hai ancora gli ultimi dorati raggi del sole impressi negli occhi; ma è già notte ! Così il tuo scandire il tempo con la parola che più si accumula e più si autogenera miracolosamente diventando autonoma da te e dal tuo originario proposito. Eppure sempre intringe di Senso cio’ che incontra senza saltare un sola mera locuzione ! Bravo ! Ti prendo le mani, le tue sagge ed esperte mani di Uomo di Cultura e di Natura che tanto hanno visto e vissuto e le stringo forte con le mie delicate ed ossute di Eterno Studente sempre pronto ad imparare per trasmetterti attraverso la mia affettuosa presa il mio orgoglio la mia stima e la mia alta considerazione di Uomo di Cultura e di Scienza senza pudore alcuno della tua bella persona. Carissimo amico mio, hai poi pubblicato la nostra meravigliosa corrispondenza ? Presto replicherò alla tua ultima missiva ed eventualmente mi diffonderò ancora sulla tua bella review. Come hai potuto facilmente osservare, qui mi son dovuto dare un limite. Non tutti son pronti e vogliosi di leggere tanto testo che, quantunque ricco di suggestioni ed iperboli, può stancare l’utente medio dei social che è oramai aduso all’immediatezza dei file video o grafici. Anche nella scrittura lirica sento forte la necessità di far di sintesi la prima virtù da servire al lettore distratto da mille fonti luminose brillanti urlanti ed accattivanti. Ad ogni modo, ti rassicuro sul fatto che chi vorrà leggerti lo farà con il massimo rispetto e la massima considerazione, quel che te meriti ed anche di più. Perché i miei amici qui sono tutti assolutamente meravigliosi e gentili, mai nessuno rabbuiò il mio umore con fare svelto o addirittura rude. Mi sovviene d’improvviso, mai dimentico delle parole che ci siamo scambiati, di chiederti a che punto ritieni sei giunto nella tanto agognata conquista dell’ Età Adulta per pronunciare ”le parole più difficili”. Che io invece frequento da sempre senza curarmi più di tanto delle convenzioni e del conformismo che ci dettano un canone così austero e rigido. Io lo dico a fil di labbra senza che questo mandi in frantumi il mio buon nome di maschio assolutamente innamorato di tutto quel che è donna, femmina e femminile in tutti i sensi possibili. Caro amico mio, ti voglio bene !
Carissimi Saluti
@Dario Rossi Speranza
Milano/NewYork


Ciao Dario, ho letto d’un fiato quanto hai scritto e ammetto volentieri di essere solo un istintivo al tuo confronto, con un certo spirito d’osservazione, amore per l’arte e tutto ciò che è bello, compreso il corpo, l’odore, finanche i difetti tipici delle donne, una certa facilità nella scrittura che mi porto dietro, per fortuna, dai primi approcci con la scuola. Inoltre fantasia da vendere, sogni, speranza e spiccato senso dell’umorismo che fanno sorgere in me impensabili metafore. Tutto qui. Tu sei ad un livello… professionista non è il termine giusto poiché si avverte che sgorga dal cuore il tuo saperti esprimere in modo più che eccellente con ogni mezzo, tutta verità, nulla di artificioso. Potrei definirti un istintivo più attrezzato? In ogni caso è bellissimo ciò che hai illustrato in modo forbito sebbene comprensibile pure a un bambino, il periodo scorre piacevolmente perché ciò che segue ha attinenza e si ricollega compiutamente a quanto precede, si giunge alla fine in discesa, soddisfatti, al punto di volerti dire, cosa mai successa in vita mia, con disinvoltura poi, e forse il motivo è che non resta altro, un semplice saluto è insufficiente, inadeguato ad esprimere la stima e l’affetto che nutro nei tuoi riguardi. Ti voglio bene amico mio, ho molto da imparare da te e questa prima lezione l’ho assimilata subito. Un abbraccio.
Mauro Giovanelli – Genova

Ecce Deus

Non è femori, tibie,
costole, ossa, carne e sangue
il corpo che afferma l’amore,
esso abbandona all’istante
ogni percezione fisica, terrena,
per farsi galassia, vuoto e pieno,
esito dell’universale teorema.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Vincent Van Gogh, “La siesta”, foto tratta dalla raccolta completa “Gli impressionisti”.

RIPRODUZIONE RISERVATA

La fila del Tempo

La fila del Tempo

E
tu.
Noi.
Nati
uniti,
innati
perché
interni
naturali
connaturati,
insiti e congeniti,
inclusi come integrale
indefinito, sommatoria di ogni primitiva
dunque vastissimi… Legati dalle mutevoli costanti.
Insieme!
È ora di scendere,
preparati,
vieni con me,
siamo arrivati.
Ho due biglietti per il ritorno,
ma ti piacerà, vedrai…
Il futuro non è tanto lontano,
nè mistico.
Molto più semplice, scontato.
Lasciamo questo campo,
risaliamo dal virtuale,
sono stato canaglia, lo so.
Ti ho spezzata in due,
forse più,
cuore, carne, la mente, i sogni ma…
Che avrei dovuto fare?
Per favore,
con questo abbraccio
raccolgo i cocci di te, noi,
tu ed io,
scendiamo dal treno,
andiamo verso la collina
saremo sommersi dal granturco,
senti il rumore? Guarda le onde!
È soffio cocente…
Mano nella mano
scriverò la tua lirica,
parole e musica,
la canterai,
vedrò la voce
volare alta,
ascolterò i tuoi gesti.
Dove siamo diretti il tempo è in fila,
per uno, tutto afferreremo,
con calma,
lasciamo il mondo delle cose in riga,
imprendibili poste di fronte,
allineate, parallele, coperte.
Ecco! Guarda laggiù! L’orizzonte…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA

Pamela Michelis – Prefazione a “PULSIONALE – Poesia III Millennio” – Edizioni Vertigo – collana “I Preziosi” – IBAN 978 88 6206 641 9

Pamela Michelis – Prefazione a “PULSIONALE – Poesia III Millennio” – Edizioni Vertigo – collana “I Preziosi” – IBAN 978 88 6206 641 9

Tra il 2012 e il 2013 al Complesso del Vittoriano di Roma venne allestita una straordinaria mostra di Renato Guttuso. Al di là della ricchezza artistica che la raccolta presentava, a colpire particolarmente il visitatore la sala centrale allestita posizionando su ognuno dei quattro lati un enorme opera dell’artista. La sensazione, altamente suggestiva, era di essere immersi nei quadri stessi, una vividezza di colori e immagini da catapultare l’osservatore in un mondo (ir)reale di fantastiche sensazioni.
Questa particolare commozione è tornata alla mente durante la lettura del testo di Mauro Giovanelli, capace in maniera sorprendente di trasmettere al lettore una poliedricità di percezioni e sfumature assolutamente coinvolgente e inebriante.
La corposa raccolta poetica dell’autore, è infatti un viaggio esperienziale che unisce la parola a una componente visiva particolarmente fruttuosa data dalle foto e dalle riproduzioni, che l’autore stesso ha inserito, di opere presenti nella sua collezione privata, immagini familiari storiche, foto da lui stesso scattate ma anche di altre universalmente conosciute per il loro valore artistico.
[…]
Ho mani eterne,
Senza tempo l’impronta impressa su te,
Mai più sarà cancellata,
marchio che ti accompagnerà,
ne rimarrà nozione
pure quando questo valico
verrà superato
scollati dal passato.
Stammi lontana,
meglio è per te,
colei che ne avverte il senso
mai più troverà pace.
[…]
(Cacciatore di te)

Un artista a tuttotondo, Mauro Giovanelli, che sembra sfidare la parola, a voler dimostrare che può piegarla ad una sua volontà creatrice, ma forse proprio con piacere i versi stessi si plasmano tra le sue dita, consapevoli della capacità autoriale di renderli ancora più vitali, più sinuosi, più comunicativamente appaganti e stimolanti.
È una poesia pittorica quella del nostro autore che fin dalle prime righe sembra ricordarci che la vita – affinché sia tale e possa dare l’assoluto – allo stesso modo va vissuta, senza negarsi possibilità ed esperienze, facendo un profondo respiro e gettandosi nell’ignoto.
[…]
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza e,
in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che ti intimoriva.
Ti ho veduta con Alda in fasce,
avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata,
amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme galoppava
verso il rifugio.
[…]
(Mamma)

A tutto questo si unisce una profonda conoscenza intellettuale che abbraccia i più diversi campi per dare libero sfogo a quella vitalità che aggiunge nuovi significati e inedito valore ad ogni esperienza. Ciascun componimento è microcosmo, spesso presentato come paranarrazione poetica: Una storia, un’immagine estratta dal tempo, cristallizzata nell’emozione che ha suscitato, quasi si potesse rivederla dall’esterno, con un occhio che ne è stato artefice e testimone allo stesso tempo.
Attraverso le pagine scorrono uomini, donne, artisti che sembrano parlarci con la familiarità che ne disvela i vizi e le virtù, come durante i dialoghi sul finire della notte; un animo umano che si fa innocentemente nudo di fronte al lettore, il sussurro di un’essenza evocativa dei misteri primordiali.
[…]
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti
del piano di oscillazione del pendolo divino
che dell’Universo misura
il senso di rotazione,
sono la differenza fra “Benvenuto” e “Addio…
La tua assoluzione o la condanna.
[…]

(Idonea destinazione)

La curiosità anima la lettura, ma sempre con il rispetto dovuto a chi decide di metterci a parte di un discorso personalissimo e sincero, coinvolgente, vero, un invito a partecipare, spingerci oltre i nostri limiti per riscoprire l’autentico valore che anima i nostri pensieri e dà corpo alle nostre azioni.
Pamela Michelis
Prefazione a “PULSIONALE – Poesia III Millennio” – Edizioni Vertigo – collana “I Preziosi” – IBAN 978 88 6206 641 9

Luana Bottacin per “PULSIONALE POESIA III MILLENNIO” – 16 luglio 2018

16 luglio 2018 di Luana Bottacin
per “PULSIONALE POESIA III MILLENNIO”

Racchiudere in pochi paragrafi un’opera di più di trecento pagine non è semplice, tanto più se, man mano che si procede nella lettura, si riporta alla luce un insieme che non è fatto soltanto di versi poetici. Mauro rivela senz’altro, oltre al possedere doti eccelse di scrittura , un bagaglio culturale che abbraccia le arti e le scienze più disparate: e coloro che lo hanno aiutato nella stesura e nella composizione del libro lo testimoniano, attraverso le fotografie, le riproduzioni di quadri, i disegni, i commenti in calce alla poesia…l’autore è senza dubbio una personalità che non lascia niente al caso, quanto alle sue idee sul mondo e sulla società.

Uno degli elementi più significativi dell’opera è l’amore, che assume via via una componente sensuale, visivamente e stilisticamente propria dell’Eros decantato da Nietzsche e dai suoi discepoli; parole ed immagini si ricalcano sulla carta in una forma che ai più può apparire morbosamente intrigante, perfino la scelta lessicale si aggrappa su una parete tendenziosamente lussuriosa, velatamente erotica, in un susseguirsi di situazioni che rischierebbero di risultare imbarazzanti. Dal mio punto di vista, però, Mauro non si spinge a questo: perchè nella sua poesia c’è ben di più di un carosello di foto “oscene”, di termini che stridono con la morale, di considerazioni puramente soggettive sulla società e sull’umanità in movimento.

L’amore per la donna si mescola a quello più universalmente vicino per gli uomini retti, deboli, che non cadono schiavi delle trappole del progresso…la visione del mondo è spesso affiancata alle equazioni matematiche, ma non in un sistema che voglia ridurre del suo significato il sentimento e l’anima. Mauro si annida nei meandri del Cosmo senza perdere il filo che gli consenta di tornare con i piedi sulla Terra, è una figura ricca di complessità ma sicuramente un uomo coerente nel suo pensiero, la cui prosa ridondante (non lo si prenda come un difetto) si getta e si riversa sui fogli come un fiume. Il libro è una summa di molteplici elementi, che necessitano di pause di riflessione; e nel suo insieme, un quadro articolato nel quale i temi universali di amore, morte, guerra, convivenza, si muovono in binari talvolta distinti, talvolta amalgamati con sapiente tecnica e padronanza di stile.

Luana Bottacin

PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO
ISBN 978 88, 6206 641 9
Edizioni VERTIGO collana “I Preziosi”
In tutte le librerie

Carla Infante per “PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO”

Carla Infante per “PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO”

Vorrei rendere omaggio (avrei dovuto farlo prima) a uno degli editor della pagina, Mauro Giovanelli, che ritengo profondo conoscitore della letteratura e dell’arte italiana e internazionale. Singolare nella sua poliedricità, personalità non facile, direi rude e inavvicinabile per certi aspetti, ma sicuramente una delle più grandi penne in circolazione! Devo confessare, dopo aver letto il suo ultimo libro “Pulsionale – Poesia III millennio”, di essermi trovata di fronte a un capolavoro! Opera che contiene un ritratto della vita senza filtri, pagine in cui prosa e poesia si mescolano per raccontare l’amore o il dolore con la stessa intensità… Nella sua lirica che segue viene esaltata l’importanza di avere un “grembo” in cui rifugiarsi la sera quando al ritorno a casa si ha bisogno di qualcuno a cui svelarsi senza finzioni e trovare ristoro! A presto Mauro… Grazie.
Carla Infante
Teacher presso Ministero Pubblica Istruzione

GREMBO

Se non hai “quel” grembo
entro cui riversare ogni lacrima
delle tue ferite…
Verso sera si va incontro a se stessi,
il pensare viene compresso all’essenziale,
senza fronzoli né finzioni,
così che tutto
possa stare dentro l’abito mentale
predisposto all’ultimo,
eventuale fottuto viaggio,
e lo riporrai ad ogni fottuta alba
fino a quando il sorgere del sole
ti dovesse comunicare
che un altro crudele,
fottuto giorno sta per cominciare.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2017 Mauro Giovanelli

Mauro Giovanelli
PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO
ISBN 978 88, 6206 641 9
Edizioni VERTIGO collana “I Preziosi”
In tutte le librerie

DARIO ROSSI SPERANZA for Mauro Giovanelli – PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO

GRAZIE DARIO ROSSI SPERANZA, amico da sempre, che mi ha dato il coraggio di salutarlo con disinvoltura proferendo le parole più difficili da dire, “ti voglio bene”, tanto più ad un uomo considerando la mia indiscussa virilità e attrazione verso tutto ciò che ha consistenza femminea.
Le sue parole puntualmente riportate così come mi sono pervenute dopo neanche un mese di conoscenza, tra l’altro “virtuale”, desidero condividerle con tutti voi poiché nel leggerle ho provato la sensazione di guardarmi in uno specchio molto particolare, difficilmente reperibile in quanto possiede la peculiarità di riflettere l’immagine senza invertirne gli opposti, la sinistra rimane tale e viceversa. Quindi ritratto perfetto che Dario ha voluto regalarmi. Lascio pure l’appellativo “Prof.” d’esordio, di cui ho titolo sebbene abbia sempre prediletto essere “Mauro”, quale sono e fui. In futuro mi permetterò con orgoglio di inserire questo “profilo” nei miei modesti lavori letterari unitamente alla “biografia” riportata in calce che da sempre li accompagnano.

For MAURO GIOVANELLI by Dario Rossi Speranza

PROF. sei proprio una cara persona, ricca di risorse e di sorprese, come non volerti bene! Il tuo magma intellettuale si auto produce senza pause in gran profusione e così accade che la tua copiosa messe venga giù come un fiume carsico che filtra in ogni dove e che non conosce ostacoli. In questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me lo concedi, molto somigliante nell’impeto nel volume nel massivo impatto e nella “follia” al geniale padre di Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto nichilista ed esistenziale, con il quale condividi la gran Virtù di scrivere argomentare e produrre Senso anche “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa Coscienza il gran pensatore di Röcken. Ma non sarò di certo io a censurarti nella tua iperattività caro amico mio, perché noi siamo involontari complici nell’aggressione totale ai Saperi ed alla Conoscenza! Siamo troppo simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo asseriva che NESSUNO E’ PERFEZIONE, noi tendiamo sovente a quella, la lambiamo pericolosamente e siamo costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere la Caducità dell’Essere, del Vivere e delle Cose tutte attraverso la Ricerca senza tregua della Bellezza, della Verità e della Conoscenza Universale, che da Forma incolore senza consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo assente nella drammatica Vicenda Umana…
DARIO ROSSI SPERANZA (Milano – New York)

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Mauro Giovanelli
PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO
ISBN 978 88, 6206 641 9
Edizioni VERTIGO collana “I Preziosi”
In tutte le librerie

Luana Bottacin – Commento a PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO

Luana Bottacin – Commento a PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO

Quale linguaggio sublime ed articolato rappresenta la poesia! E quale potere è in grado di racchiudere dentro di sé il poeta, mentre, appallottolando i fogli e gettandoli per terra, alla ricerca della forma migliore per esprimere idee e pensieri, osserva e scruta dentro e fuori il proprio mondo. Chiaramente, lo abbiamo detto in altra sede, il linguaggio poetico ha bisogno di altre stanze, altri meccanismi rispetto il racconto in prosa: nella maggior parte dei casi, i versi sono la rappresentazione meccanica e dinamica di quanto sa provare l’animo umano; non si deve avanzare soltanto per presentare un componimento stilisticamente soddisfacente…non ci si deve lambiccare il cervello per stupire, colpire, commuovere coloro che stanno al di là, anzi, spesso il lettore alza il viso dalla pagina perplesso, stordito, talvolta incredulo al punto da chiedersi “ma cosa diamine è passato per la testa al poeta?”

È vero, molti autori sono ribattezzati strani, ma siamo certi che non stia proprio in questa eccentricità la risposta alla loro conoscenza? Mauro lo ribatte e lo dichiara fin dalle prime pagine: è un viaggio che si dipana tra i fili aggrovigliati delle emozioni più intime. Un percorso che svincola dalla strada personale per addentrarsi sempre più nei sentieri del Mondo, quello condiviso, quello osservato dalla massa; nei versi, a volte bisognosi di qualche attimo di pausa, c’è l’essenza di una profondità che, al di là dei balzi stilistici e della geometria con cui essi sono scritti, permette di cogliere le domande-cardine: “chi sono? Cosa desidero? Perché vivo in un modo piuttosto che in un altro?…”

I tempi, così vorrei definirli i momenti della poesia di Mauro, ci aiutano ad esplorare l’universo delle emozioni dell’uomo-poeta; il ricordo di un attimo felice che poi lascia posto ad una riflessione più malinconica..vita e morte che si incontrano e si affiancano in un carosello di immagini e che penetrano nel nostro cuore intervenendo a perpetrare l’infinito dibattito su chi siamo e come costruiamo la nostra vita.

Luana Bottacin

PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO
ISBN 978 88, 6206 641 9
Edizioni VERTIGO collana “I Preziosi”
In tutte le librerie