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PERDIAMO TUTTI

PERDIAMO TUTTI

È il giorno del perdono? Di che? Per essere al mondo? Il vero significato delle ultime parole lasciate scritte dal grande Cesare Pavese:
“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono…”
A mio avviso sono rabbia repressa, la “bestia dentro”, lui ha inteso dire che con la propria scomparsa “perdono” tutti, mai più potremo godere dei suoi scritti eccelsi… Poi “…non fate troppi pettegolezzi” lo ha aggiunto consapevole che ne sarebbero piovuti a cascata. Amico caro, la Sacra Romana Chiesa… Io dico che “il lavoro rende schiavi” e “la famiglia è nucleo disgregante della società”… Ieri è stato un giorno dedicato ad arcipelaghi di solitudini…. Sono per la cultura Folsom, tutti accovacciati intorno al fuoco, la sera, ascoltare i vecchi saggi raccontare di fiabe, storie infinite, gesti eroici, lealtà, caccia solo per procacciare il cibo, saggezza, come vivere in perfetto equilibrio con la natura, l’universo, le stelle… Fare l’amore. Morire in pace.
Perdono? Sto ancora aspettando che me lo chiedano invece… Fanno mille e più mille pettegolezzi…
Un grande abbraccio. SMACK!!!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Cesare Pavese

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Immacolata di me

Immacolata di me

Nel tempo ho capito.
Che sei potere dell’anima
l’avevo solo intuito.
Dare e avere,
dopo e prima
sono in te.
Neanche nocchiero
delle mie pulsioni,
schiavo della passione,
considero possesso
la penetrazione
della carne invece…
Ti appartengo.
Mi genufletto e tu,
per l’eternità
da me immacolata.
Ecco cos’è.

Mauro Giovanelli – Genova
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NESSUNA MESSA È DETTA

NESSUNA MESSA È DETTA

Non mi arrendo
Perché
Ritengo
Siano molti
Ad aver bisogno di me.
E tante sono le cose
Che ancora voglio dare
Prendere
Fare
Scrivere
Sognare
Vivere
Godere, poi…
Non so se
Mi sono usato
Sprecato
Nel senso che,
Per caso,
Senza volerlo,
Penso:
Mi sono risparmiato?
Ho tutto reso?
Preso?
Qualcuno aspetta,
Lo so, lo sento,
Mi necessita,
Devo correre in suo aiuto
Senza fretta.
Abbiamo futuro,
Nessuna messa è detta.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Bunni, canta pittore genovese, “Il poeta se ne è andato”, olio su tavola, collezione Mauro Giovanelli

TUTTE LE ETÀ

TUTTE LE ETÀ

Avevano ogni mia età.
Ci pensate? O no?
Già…
Non ne avete bisogno,
nessuna necessità,
vivete e inseguite
la vostra verità,
passaporto
dell’aldilà
rinnovato
per l’eternità.
Mica poco…
Neanche fare la carità
si richiede,
ma pregare, pregare…
Aver fede.
Questa la realtà.
Datemi prova!
Non dell’ulteriore,
parlatemi dell’umanità
che fa vibrare ogni corda…
Al condannato,
il povero, diverso,
predestinato alla fame,
chi minaccia il vissuto
che pensate
aver costruito
nel perverso
gioco della vita
da molti, molti…
Da troppi neppure goduta.
Abbiamo sbagliato galassia!
Ma questa è solo mia opinione.
Folle proposizione da ignorare.
Pura divagazione.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista, disegno con lapis più cera, dimensioni cm. 21×30 – Collezione Mauro Giovanelli

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NATALE

NATALE

Ecco la risposta,
immutata, medesima menzogna,
ogni anno terrestre
sorge per ciascuna anima,
anche quelle recluse
in coloro che mai hanno pregato,
formulato domande…
L’immensa coltre,
cenere dei morti ammazzati
da Dèi e uomini,
si posa sulla ragione,
soffoca la brace.
Oscurità sempre più inviolabile
colmerà gli abissi
finché tenue parvenza,
ultimo morente baluginìo,
come gemito:
“Chi o cosa sei?”
“Tutto…

…E niente!”

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista – Fotocomposizione

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POSTULATO FEMMINA – Giornata mondiale delle donne 25 novembre 2018

POSTULATO FEMMINA
Giornata mondiale delle donne
25 novembre 2018

Cerco disperatamente
fra giudici, giurati, potenti e potentati,
politici, corrotti, prelati, ricchi sfondati,
infine gli ultimi, quelli che contano niente,
zero più zerovirgola più zero,
sempre assediati,
circondati dall’indifferenza delle genti,
quelli cotti da sole e neve,
puzza di piscio, parlata greve,
quelli che non hanno la barba bianca,
piuttosto grigia, scatarrata,
labbra rosso sangue, ragrumato,
marroni, saliva inquinata,
quelli che fanno schifo,
reduci delle grandi battaglie
ignorando lo schieramento,
ed hanno lottato, lottato lealmente,
perciò non sono amati,
numerosi, questo sì,
restano zero anche moltiplicati.

Ma se raggiungo te…
Dammi la mano, stringi forte la mia,
ci rifugiamo altrove,
ti osservo, lasciati andare,
vedo calzini bianchi, corti,
gonna scozzese plissettata
scarpette da adolescente
spillone da balia ma… Sei cresciuta
ed il foulard che del sottotetto
raccoglie i sospiri dalle fessure
delle travi sconnesse,
sono qui, sotto la grande radice,
scendi a me, togli l’esponente, per favore,
portalo con te, mi schiaccia, opprime,
da poco ho lasciato le crociate,
moschea, muro, sepolcro,
aspetta ti aiuto, scorgo il bianco,
candido triangolo di cotone,
puro come lino crudo al sole
triangolo rettangolo,
cateti lunghezza uno,
l’ipotenusa fra ombelico
che in te, amore, non è casuale,
fuoco del tuo ventre,
e dell’iperbole che si spalanca
all’inesauribile, geometria pura,
astrofisica, profumata, odoroso
il fiore racchiuso dai segni di integrale
che lì conducono, uguali,
come chiavi di violino, armoniosi,
speculari fra loro, indicano il sacro
e non profano, uno abbraccia l’universo
l’altro lo trattiene, entrare, procreare
accompagnarci e vivere nel sole
postulato improprio ma funziona,
in natura non fa una piega
di certo sarà teorema,
quindi usciamo, scavalchiamo l’uguale,
io sono irrazionale, fammi cambiare segno,
diventiamo due, insieme,
e questo misero numero algebrico
complesso sarà primo pari primo,
quindi uno in due, sempre due,
intero e reale,
ed i canti, le musiche di quei tempi,
il tuo quaderno a piccoli quadretti
libri di scuola a fianco, quanti esempi!
Non dovrai più attendere l’estate.

Non dalla mia fottuta costola sei giunta,
tu mi hai formato, tue le mie ossa,
cranio, femori, bacino,
sei le mie braccia stanche di lottare,
ti vogliono stringere, abbracciare forte,
insieme moltiplicarci per noi stessi,
scongiurare finanche la morte.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Rappresentazione grafica Postulato Femmina, Mauro Giovanelli

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Nell’attesa…

Nell’attesa…

Quale valenza ha la vita di una formica?
Così! Per curiosità.
Il verme della frutta? Estinto nunzio dell’estate?
La lucciola sul palmo della mano l’avrebbe
sostituito nella rubata intimità, per stupire,
meravigliarci insieme ogni volta, come fosse
la prima… Delicate, scomparse presenze fossilizzate
nell’oblio scortato dal sempre più lento,
ormai stridente frinire delle ultime cicale stanche.

E uno degli innumerevoli “caduti” per la patria?
Di ogni epoca e memoria? Il milite ignoto sacrificato
a molteplici cause? Immolato nel nome della dottrina?
Ovunque la stessa, identica, dai mille volti fallaci,
illusori, precisa nel concedere adeguati pretesti
ai pochi che inseguono solo potere e profitto.
Cieca credenza non necessita di alcuna sapienza.
Andate! Abbiate fede nei fantasiosi postulati, assiomi,
certezze mai provate, aleatorie, strumentali. Uccidete!

Egoismo, ingiustizia, sfruttamento, violenza?
Persone che ogni istante, donne, bimbi, vecchi,
uomini si spengono al freddo, per fame, nei recessi
delle “city”, in deserti attraversati, mari sognati,
invisibili ai grafici che seguono l’andamento
dei mercati, gli indici di borsa e ogni differenziale?
Anche quelli fra nati e abbandonati? Non tutti!
Certifichiamo i catalogabili, da subito schedati, nome,
cognome, estrazione… Codice fiscale. Ma…

Nel loro modo di comunicare non potrebbero mancare
all’appello vespertino le formiche decedute sulla soglia
del casolare? Mai percepito alcun lamento. Né pianto.

Anche se sparigliate so come le carte son distribuite
fra chi ho di fronte e gli avversari… Ci sono conti
da pareggiare, il mazzo è da quaranta, settebello
a destra, due calati, l’ultimo a sinistra, facile
ricordarle tutte, arrivo fino a trecentododici…
Dove voglio andare a parare con questa minestra?
Meglio vaneggiare! Lo so. Troppo contorta la realtà.
Con l’asso prendo tutto.
Poi passerò.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Museo di Khiva, Uzbekistan, Leggìo a nove posizioni, foto Mauro Giovanelli

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ULTIMA ESPANSIONE

ULTIMA ESPANSIONE

Mancanza è essa stessa vita,
qualcosa, giustifica l’esistente,
brace che non si consuma
ma arde, scalda, molto più di niente
infiamma ogni giorno la brama
di ricomporre stupefacente
trascorso, fermo all’istante
in cui si è compiuto, immutato,
inalterabile dipinto, finito,
opera d’arte perfetta, conclusa,
mantiene finanche accesa
la speranza, sbaraglia il tempo.
…….
Un’alba verrà in qualche punto
del cosmo, ultima espansione,
e luce, bianca come pace
ed eternità, fenderà la tenebra,
gradualmente il nuovo giorno
farà emergere ogni memoria
nell’avanzare lungo la vasta distesa
di ricordi, tanti, innumerevoli,
il vuoto assumerà infinita valenza,
da lì ricominceremo e quello, ricorda,
solo quello sarà il momento di prenderci.
Perenne, risorta felicità.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini, foto composizione

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