LO SPECCHIO DI FULVIO LEONCINI GENIALE ARTISTA TOSCANO

LO SPECCHIO DI FULVIO LEONCINI GENIALE ARTISTA TOSCANO

Fulvio… questo splendido lavoro richiama alla mente troppe cose, non puoi giocare con l’arte, liberare senza alcun freno la tua stizza, innanzi tutto è improduttivo, già capiscono poco quando ti mantieni sul normalmente anormale figurati nel momento in cui sconfini, e ti capita spesso perché nella tua natura, poi è rischioso, gli specchi sono porte che conducono ad altre dimensioni, sipari dell’inconoscibilità, discontinuità del tempo e dello spazio, ciò che riflettono non è il mondo di qua ma l’altro, tutti lo evochiamo e temiamo ma neppure possiamo immaginarlo… tu non sei solo un artista ma esploratore dell’inconscio, il tuo soprattutto, che ti spinge alla continua ricerca della verità che alcuni dicono essere sotto i nostri occhi, altri sostengono l’impossibilità di poterci arrivare ma di tanti discorsi alla fin fine te ne strafotti, continui imperterrito per la tua strada e non vendi un cazzo anche se un tuo quadro è esposto in una importante pinacoteca, ma chi vuoi che si metta in casa un pezzo del genere? Inseriscono tanti “mi piace”, commenti scontati, bello, bellino, pacche sulle spalle, bravo, forte e via di questo passo ma in concreto non ci hanno capito una benedetta sega e potrai a mala pena accettare questo mio commento per il semplice fatto che pure io non scherzo nella masturbazione neuronale attraverso le tese sinapsi. In quest’opera quello che ad un osservatore disattento potrebbe sembrare avvallamento, la curvatura della base per chissà quale attrazione gravitazionale altro non è che la testa, il cervello imploso della donna che tenta di osservare se medesima, il resto appena accennato indica la sua propria inconsistenza e l’altra realtà che lei percepisce. Al di qua siamo tutti noi, donne e uomini, potremmo pure essere la Regina Ravenna: “Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” e lui di rimando «“Mia regina, in questo giorno ha raggiunto la maggiore età una fanciulla più bella persino di te. È lei la ragione per la quale svaniscono i tuoi poteri” – “Chi è?” – “Biancaneve!” – “Biancaneve? È lei la mia rovina? Avrei dovuto ucciderla quando era fanciulla” – “Ti avverto, la sua innocenza e purezza possono distruggerti. Ma lei è anche la tua salvezza, o regina. Prendi il suo cuore con la tua mano e non dovrai mai più consumare giovani vite. Mai più sarai debole o vecchia”». Regina Ravenna… “Immortalità… immortalità in eterno…” (1) Capito Fulvio? Sappiamo tutti come termina la fiaba perché l’immortalità è difficile da raggiungere, non impossibile ma arduo, e il percorso giusto è quello che hai intrapreso, sei nato per questo, mettere in bella mostra la caducità del corpo, il contenitore che trasporta chissà quale sostanza che ci permette di confrontarci, pensare, sognare, patire. Cerchi la dimensione dove potresti finalmente essere compreso dai tuoi simili. “Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe come è, perché tutto sarebbe come non è e viceversa; ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe, chiaro?” (2) Qui sì che troveresti i veri estimatori delle tue opere meravigliose (ed i miei se permetti caro amico) “Siamo tutti matti qui. Io sono matto, tu sei matta” ribatté il Gatto alle parole di Alice. “E da cosa giudichi che io sia matta?” ­ “Devi esserlo, perché altrimenti non saresti qui”. Mi sto spiegando? Tali interrogativi non sono ovviamente rivolti a te caro amico ma a coloro che ammirano… ehm! “Osservano” inebetiti il tuo dipinto e quanti avranno la bontà di leggermi. Del resto la spiegazione di tutto non è nella delicatezza, quasi trasparenza con cui tratteggi la femmina, le sue parti essenziali, seni e il triangolo misterioso di cui noi maschi non teniamo memoria ed è perciò che ci ritorniamo continuamente sopra, per rammentare, ma la risposta sta nei segni impressi alla base, la minuta ringhiera in ferro della mensolina, che non sono demotico, aramaico, greco antico, copto, tardo latino o chissà quale altro idioma bensì la lingua con cui cerchi di esprimere i tuoi lavori, che io recepisco e traduco ma… gli altri? Noi (concedimi questo plurale) viviamo nel Paese delle Meraviglie, luogo in cui ognuno lo percepisce a modo suo, dove il Cappellaio Matto possiede un orologio che segna solamente i giorni del mese e quando Alice gli domanda stupita perché non segni le ore, come tutti gli orologi “normali”, quello risponde indispettito “E perché dovrebbe segnarle? Il tuo orologio, per caso, segna gli anni?” – “Naturalmente no!” rispose pronta Alice così come farebbero tutti quelli intorno a noi a scrutare le tue eccelse opere. Che poi, in buona sostanza, nella sua apparente assurdità, la domanda è indubbia: “Chi avrebbe deciso che un orologio debba per forza segnare le ore?” Qui, su questa Terra tutti pensano solo al tempo che “perdono”. Capito Fulvio? Il resto non interessa. Infatti noterai quanto ogni mattina sono indaffarati gli agenti di borsa appiccicati ai video dei loro computer, in quegli stanzoni pieni di luci intermittenti come tanti alberi di Natale, a volte disperati per le dichiarazioni di Trump piuttosto che i passatempi di Lapo (non Gianni), altre esultanti perché i veri “stanziati”, coloro che gestiscono tutto, i Titani, sono i “mercati” da cui ogni cosa discende. “Se tu conoscessi il Tempo come me, non parleresti di perderlo! Scommetto che non hai mai parlato con lui” – “Non mi pare…” rispose Alice prudentemente – “…ma so che quando studio musica debbo batterlo” – “Adesso capisco!” replica il Cappellaio – “Ma lo sai, almeno, che lui non sopporta le bastonate? Se tu riuscissi a restare in buon accordo con lui, ti farebbe tutto quello che desideri tu!”.
Fulvio, colui che sta dall’altra parte dello specchio ed ha un metro in mano più lungo o corto per la deformazione rifrattiva e l’osservatore ha il medesimo metro, lungo proprio un metro per questa porzione di mondo, potrà eccepire all’immagine che quello che tiene in mano è più corto o lungo del suo ma ella (l’immagine) sosterrà il contrario poiché la sua intera dimensione è uniformata alla misura di riferimento in cui vive. Einstein ci era arrivato…
Fulvio, complimenti, grazie di esistere, non fermarti e continua la tua ricerca… vedrai che arriveremo alla meta.
Un abbraccio.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

(1) DAL FILM “Biancaneve e il cacciatore film del 2012 diretto da Rupert Sanders e interpretato da Kristen Stewart, Chris Hemsworth, Charlize Theron, Sam Claflin e Bob Hoskins nella sua ultima apparizione.

(2) Alice nel Paese delle Meraviglie (titolo originale Alice’s Adventures in Wonderland) è un romanzo fantastico pubblicato per la prima volta nel 1865 dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll.

(2) Sir John Tenniel (Londra, 28 febbraio 1820 – Londra, 25 febbraio 1914) è stato un pittore e illustratore inglese. Per quasi tutta la carriera disegnò vignette satiriche e caricature per la rivista Punch, ma viene ricordato soprattutto per le sue illustrazioni per i due romanzi di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie e Dietro lo specchio. L’influenza dell’opera di Tenniel nella storia dell’illustrazione si può osservare per esempio nei disegni di artisti gotici come Edward Gorey, Mark Ryden e Dame Darcy.

Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO – “Specchio 2016” – Tecnica mista su tela – Dimensioni cm 28 x 43

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