IL POSTO DELLE OMBRE

IL POSTO DELLE OMBRE

Perché lo domandi a me?
Non ti stai rispondendo?
Ma… Mia eterna Essenzialità!
Forse ignori che i dieci anni…
Dieci anni terrestri. Trascorsi
insieme nella più grande, totale,
incosciente, folle ingenuità…
Meraviglioso, irripetibile
stato di sublime egoismo,
nostro, tutto nostro, senza mai,
mai… Un solo attimo fermarci,
riflettere sul fatto che pur sempre
facevamo parte dell’umanità…
Godere, condiscendere, gioire,
ridere di qualsivoglia stupidità,
anche per le tragedie… Delle quali
beneficiavamo di totale immunità.
Respiravamo… Come un sol Dio!
Incurante di male e sofferenza
inflitti da sempre all’uomo…
Di ciò nulla ci importava
essendo stato Egli molto
generoso con noi, munifico
principe di un paradiso per pochi,
somministratore di infinito piacere…
Comprendi ciò che voglio dire?
Ci ha fatto conoscere l’amore…
Amore… Passione, attrazione
dilatati verso le stelle, fuori dai
confini di ogni Tempo e Spazio,
Miracolo compiuto, provato,
soggiogava pure il Mistero
e non dipendeva da alcuna
Autorità di questo o chissà
che altro Mondo di là del Cielo.

Ricostruire il nostro Intero…
Amore, non esiste più,
troppo a lungo ha viaggiato,
quasi tre anni sono trascorsi
e quella porzione di sublime
libertà fa ormai parte
di un complesso tale di
circostanze irripetibili,
periodo scolpito così
profondamente in ogni eco
del Cosmo in continua
espansione, evoluzione,
involuzione, mai fisso,
né immobile, bensì diverso
a se stesso in ciascun infinitesimo
del divenire, senza sosta, pausa,
intervallo alcuno da non avere pietà
per l’agitarsi delle antropiche sorti
cui adesso sottostiamo.
Mutate le coordinate astrali
rispetto al Centro in cui stavamo,
lì confluivano onde gravitazionali,
risultante di forze quantiche,
zona di contatto materia antimateria,
condizione di equilibrio,
perfetto momento astrale.

Non esiste più la nostra trattoria
con pergolato, hanno chiuso
diversi pub della riviera,
altra gestione la birreria e poi…
È frequentata da gente straniera
al nostro pensare, agire,
alberghi e motel sempre
gli stessi ma… Non saprei,
mi sembrano insoliti, hanno
cambiato… Luce. Si! Luce.
oscurità e luci non sono più
come prima, anche l’aria,
il vento, tepore di primavera
hanno altro… Impatto, riverbero,
forse anche noi, chi può dirlo?

Integro è rimasto il nostro posto,
grande parcheggio adiacente casa tua,
all’aperto, esposto alla natura,
quello dell’ultima sosta dove
riepilogavamo le ore vissute,
ci attardavamo nel salutarci,
greve il distacco, ogni volta
dovevamo essere certi del
reciproco ardore, l’auto ci è testimone,
quante volte abbiamo ricominciato…
Ecco! Quel posto è fermo, immutabile,
ci sono impresse le nostre proiezioni,
ombre generate dal rilucente e opaco,
perenni, immortali… Vive!
Da lì si potrebbe ricominciare
senza più pausa alcuna, prenderci,
gioire, volerci, godere, amare…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini – Ritratto olio su tela – Dimensioni cm. 50×70 – collezione privata Mauro Giovanelli

RIPRODUZIONE RISERVATA

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