Tutti gli articoli di mauro.giovanelli

Nato a Genova, asilo, elementari, medie, università, percorso netto, lineare, sempre regolato da lettura e scrittura anche nel tempo susseguente. Ufficiale di complemento per bizzarra circostanza, dirigente d’azienda per necessità, insegnante per passione, imprenditore per presunzione, immobiliarista per occorrenza, ricercatore, visionario e altro ancora che all’istante non ricordo. Esploratore del mondo e indagatore della natura umana, scrittore e articolista. (Quod scripsi, scripsi) Giovanni: 19,22

ZERO È L’UOMO NERO (dedicato alla violenza sulle donne)

ZERO È L’UOMO NERO
(dedicato alla violenza sulle donne)

Ho visto immagini
che raffigurano
insiemi di molecole,
saliva e bava,
energia, rancore
e urla
muoversi all’istante,
scattare
come i più lesti dei predatori,
non mossi da regole
di conservazione
ma per assenza di quella cosa
che alcuni definiscono
anima.
Ho visto maschi
appartenenti alla mia specie
lineamenti deviati,
distorti, alterati,
occhi sanguigni,
duplice ingresso
di un solo cunicolo
impenetrabile, oscuro,
sinistro.
Ho visto la legge della conservazione,
solo di sé stessi
o di chissà che altri
insaziabili appetiti.
Ho visto i più forti
farsi materia aggressiva,
senza alcuna minaccia esterna
ma per consapevolezza
del loro segno,
che non è meno,
e mai potrà sconfinare nel più,
impossibilitati a diventare esseri,
identità.
Ho visto così
uomini picchiare donne
violentarle, sottometterle,
abusarne,
umiliarle… ucciderle.
Come lampi ho visto
involucri vuoti farsi “sostanza”
per colpire,
risucchiare, aspirare vita,
umanità, forse nell’intento
di condividere il nulla
contro cui vanno a sbattere
le ragnatele dell’eterna assenza
in cui nuotano.
Ho visto tanti zero
nell’estremo tentativo
di farsi interi,
positivi o negativi,
costretti come sono
a collocazioni nulle.
Ma non hanno raggiunto
il diabolico sogno
perché la femmina è
e rimarrà il numero uno.
Irraggiungibile!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

“ZERO È L’UOMO NERO” è stato pubblicato il 5 febbraio 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it:

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SENTIERI DELLA POLITICA

SENTIERI DELLA POLITICA

Tu spalle larghe” dice con aria di sfida capo Scar (così chiamato per via di uno sfregio sul volto) a Ethan Edwards da anni all’inseguimento della tribù Comanche Noyeki. Il film è “Sentieri selvaggi” uno dei capolavori della cinematografia western.
Voi spalle larghe” pensava dei cittadini meno abbienti la più ipocrita dei parlamentari della nostra Repubblica, Elsa Fornero, mentre da ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali studiava la “sua” riforma del sistema previdenziale italiano.
Voi spalle larghe” ha sottinteso nel momento in cui comunicava pubblicamente, dopo averlo fatto approvare, il più laido “rinnovamento” delle pensioni che si possa partorire affidandosi naturalmente alla debolezza e conseguente spirito di sopportazione delle classi disagiate.
Voi spalle larghe”, cioè potete e dovete ancora reggere questa ennesima infamia, alludeva la donna travolta dalle più inquinanti e ingannevoli lacrime in diretta che la nazione ricordi, accompagnate da singhiozzi, svenevoli smorfie e ghigni che ne accentuavano le grinze, così da porre ancor più in evidenza la sua vigliaccata.
Scusatemi! Mi fermo qui, l’accostamento non regge, se non per il segno in fronte. Il fiero pellerossa lottava per la sopravvivenza della sua gente destinata alla capitolazione, il marchio distintivo sulla faccia una cicatrice procuratosi in battaglia nel cercare di contrastare il potere del più forte. Quella della Fornero una profonda ruga di espressione probabilmente prodotta dai compromessi, finanche con sé stessa, cui ha dovuto soggiacere e ai quali si è adeguata volentieri.

Mauro Giovanelli – Genova
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RITRATTI D’AUTORE – 4

RITRATTI D’AUTORE – 4

È sparito? Se non fosse per le cazzate che ha sempre detto, le “poesie”, Sandro Bondi farebbe tenerezza, mesto e servizievole, disponibile, tono sempre pacato, sommesso, da sacrestano rassegnato a subire, ogni giorno, le molestie sessuali di don Silvio affetto da priapismo.

Perché Alessandro Sallusti ha quel sorriso appagato, nascosto, del tipo “io me la cavo sempre” che avrebbe la faccia dell’ultima supposta l’istante dopo aver realizzato che sarà gettata via?

Ogni volta ho l’impressione si sia guastato il televisore, salta il fermo immagine, scintille, video sfocato, riflessi, una pallina gira e rimbalza da un lato all’altro dello schermo, come in un flipper o slot machine; poi mi tranquillizzo, è un primo piano di Mario Sechi.

Pier Luigi Bersani mi preoccupa, in fondo penso sia una brava persona, però non l’ho vedo bene, sempre quell’aria cupa, mesta, rassegnata… come la faccia che avrebbe la supposta estratta dalla stagnola in tutta fretta in un Pronto Soccorso. Senza scampo!

Ferrara Giuliano è tanto, il video gli è angusto, necessita di estesi territori per portare al pascolo la sua mente eccelsa. Ha sbagliato epoca e Paese, non gli è sufficiente la Maremma, avrebbe dovuto nascere 150 fa in America. Poter disporre della frontiera nel selvaggio West sarebbe stata per lui una grande fortuna… per noi una vera e propria manna.

Il sorriso sagace di Gianfranco Rotondi mi indispone, è sgusciante, comunica “io sono più furbo degli altri”. Ha il ghigno soddisfatto che avrebbe la faccia della supposta un attimo dopo essere stata irrimediabilmente espulsa. Malconcio ma salvo.

Siamo alla frutta, anzi all’amaro. Se i giovani, il “nuovo” della corrente renziana, dovessero tutti essere come la Pina Picierno non ci salva più nessuno. Quella è una Razzi, però accessoriata con “una laurea me l’hanno data e non me la toglie più nessuno”. Adesso che siede in Europa è improbabile possa inserirsi nella suburra Salvini-Meloni-Santanchè altrimenti alla facoltà di “Scienze della comunicazione” dovrebbero rivedere tutti i testi.

Ritengo Pier Carlo Padoan persona onesta, in fondo penso sia veramente convinto che i suoi numeri ci portino a un qualche approdo. Per questo mi dispiace vederlo avvilito, stanchissimo, dimesso, rassegnato, rughe profonde, insomma l’aspetto che avrebbe la supposta un attimo dopo che è fallito il secondo tentativo… ed ha appena udito: “è l’ultima rimasta! dobbiamo riprovare.” Nessuna via di uscita.

Crozza assume ogni esilarante espressione di sollievo che avrebbero le supposte di un’intera confezione giunta integra alla data di scadenza. Da gettare!

Mauro Giovanelli – Genova
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QUESTA È L’ITALIA, BELLEZZA!

QUESTA È L’ITALIA, BELLEZZA!

Forse colpa del tempo, ma qualche sera fa indifferenza e sgomento mi avevano inchiodato davanti alla tv deciso a gustarmi un film distensivo al termine del quale, mal me ne incolse, passai a La7. Chi ti vedo a “DiMartedì”, il talk show di Giovanni Floris? La Pina Picierno nel momento in cui, con estensione di labbra fino alle orecchie, decanta le specificità del PD per le quali, sulla base dei sondaggi evidenziati poco prima da Nando Pagnoncelli, lo vedrebbero premiato dai cittadini. Stavo per spostarmi su qualche altra visione meno scostante quando il conduttore dà la parola all’antropologa Amalia Signorelli partendo dalla seguente constatazione:
Professoressa, le chiacchiere stanno a zero, come ci ha appena riferito la Picierno, il PD non solo piace a chi l’ha votato ma inizia ad attrarre pure chi non l’ha votato.
Con delicatezza, eleganza e “sense of humor” l’intelligente signora esordisce con una freddura:
Il fatto che la maggioranza degli italiani si scelga dei governanti tragicamente sbagliati non è una cosa nuova…
Le risate della platea coprono la voce della docente che si interrompe qualche istante per riprendere con garbo il filo del discorso:
…però non voglio esimermi con una battuta, desidero fare una valutazione molto seria e cioè la tecnica per mietere consenso è una disciplina largamente approfondita e quando un uomo politico può contare su uno staff che sa convogliarlo, è già a cavallo come si suol dire. Inoltre c’è da considerare una cosa, cioè che “grazie” alla televisione e allo sfascio della scuola, gran parte degli italiani sono ormai analfabeti funzionali di ritorno, a questo punto ne abbiamo quasi il 60%. Quanto maggiore è la capacità di raccogliere fiducia…
Ero molto interessato a seguire tale riflessione, purtroppo la professoressa viene bloccata dal disidratato Antonio Polito che, tra un sorso e l’altro dalla mezza minerale stretta in una mano come fosse il suo mantra, sorriso che neppure può definirsi sotto i baffi, neanche sopra, né dietro, né davanti, insomma come quello della Picierno però con i glutei più contratti, irrompe con un concetto inedito:
Allora non facciamoli votare, così risolviamo il problema! Evitiamo che votino!
E si guarda intorno con aria furba per godere gli applausi rarefatti del pubblico accompagnati dai complici singhiozzi ridens della Pina.
Intanto la signora riprende pacatamente la sua analisi:
…quanto più alta è la capacità di creare consenso, non dico di manipolarlo, sottolineo crearlo, e quanto più basso è il corredo di strumenti critici da parte di coloro che dovrebbero darlo o negarlo, sempre al consenso mi riferisco, tanto più la “situazione” viaggia in una “certa” direzione…
Questa volta interviene la Picierno che non vedeva l’ora di esternare la sua qualità migliore, ovvero insofferenza totale a qualsiasi tipo di cogitazione. Ecco la “dotta” replica:
Sono abbastanza sbalordita, la professoressa ci sta spiegando che gli italiani non sono in grado di eleggere i propri rappresentanti in quanto tragicomici (?), dico che questa si chiama democrazia che, per fortuna, non può sceglierlo lei chi deve andare al governo.
Ascoltare una volta tanto l’opinione di chi ha insegnato antropologia culturale negli Atenei di Urbino, Napoli e Roma, più in alcune Università straniere, parrebbe non interessare i nostri governanti e giornalisti ex parlamentari. Da questo breve scorcio di trasmissione ho inoltre dedotto che alla Picierno e Polito non importa proprio prendere in considerazione l’evenienza che nel nostro Paese ci possano essere problemi di monopolio dell’informazione, che significherebbe facilità di andare al potere solo per chi possiede “mezzi adeguati”, insomma denaro da investire in “marketing” di immagine. Neppure sembrerebbe sfiorarli il dubbio che una concentrazione di strumenti di condizionamento del comune pensare potrebbe non identificarsi con la “democrazia”. È Infine disarmante la loro totale indifferenza al fatto che un calo del livello generale della cultura si possa configurare in una subliminale deprivazione della possibilità di “scegliere”. Dallo sconforto sono passato al senso di impotenza che, credo, sia lo stato d’animo più angosciante.
Eh, già! Meglio che il popolo non rifletta su certi meccanismi elettorali, eviti di decifrare i messaggi ogni santo giorno propinatici dalla televisione, non mediti eccessivamente sulla caduta della qualità dell’insegnamento nelle nostre sedi scolastiche, fattori questi che potrebbero aver portato al governo i grandi leader di questo ventennio e relativi codazzi presenti nel salotto di Floris.
Speriamo che la primavera arrivi presto. Intanto al caro e paziente lettore giunto fin qui devo dire che… no! Non è la grande bellezza. Questa è l’Italia, bellezza!
Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato su “Il Segno” nr. 15 del 1-31 ottobre 2014 pag. 2 – ttp://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “Monopolio dell’informazione? Ma questa è l’Italia, Bellezza!”

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PAPA FRANCESCO E LA GUERRA

PAPA FRANCESCO E LA GUERRA

Le guerre, apparentemente “innescate” da motivi religiosi, etnici e nazionalistici, sono in realtà pianificate da poteri che, in forza di una verità a loro rivelata, così dicono e fanno credere, trascinano i popoli allo scontro in difesa del più diffuso e assunto dei monoteismi, il Mercato. Questo fingiamo di ignorarlo mentre assistiamo alle quotidiane liturgie dedicate all’andamento degli indici delle Borse mondiali. Tale convinzione, adesso che gli USA dichiarano apertamente di voler combattere l’ISIS, mi ha fatto riflettere a lungo sulla domanda, a mio avviso chiara ed inequivocabile, formulata nell’agosto scorso a papa Francesco:
– Santità, lei approva i bombardamenti americani?
Per l’attenzione che rivolgo alla “politica” di Bergoglio, come ama farsi chiamare, mi duole sottolineare quanto la sua risposta sia stata deludente e contraddittoria, quantomeno indecifrabile come quelle di quasi tutti i governanti del Pianeta, ma forse non ne ho colto il significato profondo. Eccola:
– Quando c’è una aggressione ingiusta, posso dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto… riguardo ai mezzi con i quali intervenire questi dovranno essere valutati. Bisogna avere memoria di quante volte, pur di fermare l’aggressore iniquo, le potenze hanno finito per fare una guerra di conquista… tutti sono uguali davanti a Dio… ma disarmare l’aggressore è un diritto che l’umanità possiede…
Un diritto che l’umanità possiede… evito di entrare nel merito di quali potrebbero essere i parametri da adottare per riconoscere, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’aggressione ingiusta e come individuare il nemico iniquo; arduo soprattutto determinare chi sia deputato a stabilire ciò e gli strumenti da utilizzare a tale scopo. Quindi mi limito a riportare un estratto degli statuti relativi alla libertà e alla vita contenuti nel Vecchio Testamento:
Or queste sono le leggi che tu porrai dinanzi a loro… chi percuote un uomo sì ch’egli muoia, dev’esser messo a morte… darai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione…(Esodo, 21,1 12 22 24)
Che ritroviamo anche nel terzo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana. Ecco i punti:
Chi percuote mortalmente un uomo qualsivoglia dovrà esser messo a morte… quand’uno avrà fatto una lesione al suo prossimo, gli sarà fatto com’egli ha fatto: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro”. (Levitico, 24, 17 19 20)
Un vero e proprio compendio di procedura civile e penale, codici, regolamenti e relative pene da comminare.
Si dà il caso che sulla Terra, in Galilea, venne un uomo di nome Gesù che si recò a Gerusalemme per svolgere l’attività di predicatore itinerante. Con le sue parole raccolse grande consenso fra la gente della Giudea, indubbiamente ricettiva nel cogliere il messaggio in esse contenuto, al punto che i membri del Sinedrio ebraico, preposto all’emanazione delle leggi ed alla gestione della giustizia di quel territorio, ravvisarono in siffatta persona una minaccia alla loro autorità. Infatti il sommo sacerdote Yosef Bar Kayafa, meglio noto come Caifa, ne chiese l’arresto e la condanna a morte per mezzo del supplizio sulla croce, nonostante il Procuratore romano Ponzio Pilato fosse riluttante a infliggergli tale pena, addirittura lo riteneva innocente. “Repetita iuvant” dicevano i saggi latini, tradotto letteralmente significa “le cose ripetute aiutano”, perciò cito quanto andò predicando colui che per molti è il Cristo, ovvero il Messia:
Voi avete udito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico: non contrastate al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti vuol costringere a far seco un miglio, fanne con lui due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle. Voi avete udito che fu detto: ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? E se fate accoglienza soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste.(Matteo, 5, 38÷48)
Questi versetti sono sempre una lettura interessante, impossibile trattenere la commozione. Comunque la storia è più o meno andata come ho cercato di riassumerla, il resto è aria fritta.
Adesso che le nazioni alleate contro il Califfato Islamico sono circa trenta tra cui, oltre gli USA, Italia, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Cina, Russia, ecc. a papa Francesco ripropongo la domanda però, per cortesia, mi risponda come se avessi sei anni:
– Santo Padre, lei approva i bombardamenti di questa coalizione?

Mauro Giovanelli – Genova
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POLITICA AI CONFINI DEL MONDO

POLITICA AI CONFINI DEL MONDO

Avete visto “In Onda” La7 del settembre u.s.? Il programma di approfondimento quotidiano condotto da Alessandra Sardoni e Salvo Sottile, ospiti Giovanni Toti e Matteo Richetti? E “Otto e mezzo” del 10 stessa rete e mese? Se vi fossero sfuggiti non fatevene una colpa, pure io, che mi ritengo un assiduo esploratore del nulla, ho intercettato le due trasmissioni per caso. Però è servito, ha contribuito a soddisfare una delle mie inclinazioni, l’analisi antropologica dei politici presenzialisti e sono arrivato a incasellare due soggetti anonimi, insignificanti, grigi, difficili da includere in un phylum; mai avrei pensato di riuscirci. Se non avessi visto quelle puntate sarebbero rimasti fuori dalla mia collezione e vi assicuro che catalogarli è stata una faticaccia, al confronto i cinque anni della spedizione cartografica attorno alle coste del Sud America fu per Darwin, con tutto il rispetto, una piacevole crociera.
Il primo è il consigliere politico di Forza Italia oggi, ahimè, governatore della Regione Liguria. Ogni volta che lo “vedo” blaterare la mia attenzione non riesce a staccarsi dai movimenti della bocca, ne resto ipnotizzato, mi ricordano qualcosa ma… cosa? Anche se sbuffa e soffia lo stantuffo no, questi ha moto rettilineo invece il suo labiale è piuttosto “rotondo”; pompa per motore diesel ancora meno, essa regola la quantità esatta di combustibile che va nei cilindri, costui emette aria a ruota libera, da scartare; ventilatore, elica, neanche parlarne, troppo circolari, veloci e rotatori, lui lancia sproloqui radiali. No, non può essere alcunché di meccanico anche se il profilo, la spigolosità dei lineamenti e quelle pieghe voraci che dalle pinne del naso precipitano inesorabilmente e con cattiveria ai lati delle labbra evocano, che so, un involucro in acciaio, tipo l’elmo nero di Skywalker, il protagonista della saga di “Guerre stellari”. Eccoci, Mazinga Z! Mi sono detto, il primo Super Robot della TV per ragazzi, quel grande mostro di ferro pilotato da un essere umano, tra l’altro nel suo caso facilmente identificabile… non mi convince, devo rovistare altrove, è sotto il suo naso la chiave di tutto, quella ventosa rapida, risucchiante, sputacchiante, che si apre e chiude a calice, insomma è d’uopo indagare in diverso settore. Dove? È diventata una questione di principio. Quando stasera l’ho rivisto annaffiato da Lilli Gruber mentre bramava quel lepidottero nero di Cacciari che volava alto nel teleschermo, e il combattivo Scanzi che lo contrastava da vicino, ho avuto l’illuminazione. Ma sì, nella botanica! Come ho fatto a non pensarci prima? Vi avrei risparmiato un sacco di sciocchezze. Le piante carnivore! Quei simpatici vegetali che catturano e consumano animali, specialmente insetti ed altri artropodi, somiglianti a molti dei suoi abituali interlocutori, con le loro trappole che, nel caso specifico, sono tutte concentrate in un’unica sottospecie: le fauci di Giovanni Toti. A “tagliola”, dove la lingua affilatissima ha una funzione determinante; a “nassa” ed “aspirazione” in cui la vittima viene risucchiata da una struttura in virtù del vuoto di contenuti che si genera al suo interno; pure a “colla” grazie alle papille “appiccicaticce” di cui è dotato il suo canale alimentare. Proprietà, tutte queste, dovute ad una sorta di adattamento ad ambienti malsani quali paludi, sezioni di partito, torbiere, congressi ad personam. Che peso mi sono tolto, non avrei immaginato di venirne a capo, in due tempi comunque e con un po’ di fortuna.
Il Deputato PD della Repubblica è il secondo personaggio ordinario, quindi sfuggente. Si è verificato il classico “due piccioni con una fava”, perché è stato il risultato conseguito con l’avversario di prima che la sua mitezza mi ha richiamato subito alla mente un altro organismo: Spugna, il nostromo e braccio destro di Hook. Infatti negli scontri con gli antagonisti politici, oppositori o finti tali, Matteo Richetti assume le caratteristiche tutte dei poriferi, organismi pluricellulari aventi corpi ricchi di spiragli e canali che permettono all’acqua di circolare al loro interno, infatti le corbellerie del rappresentante di Forza Italia lo attraversavano come un fiume in piena e lui lì, aggrinfiato alla roccia, pardon alla sedia, immobile, espressione candida, di certo impaurito pensando agli strali che il giorno dopo avrebbe potuto beccarsi da Capitan Uncino, l’entità che riassume in sé destra e manca, dove a destra troviamo la lunga mano di B., a sinistra quel gancio del suo capo.
Vi state chiedendo di che hanno parlato i due nel loro confronto diretto? Ah, si! Mi sembra giusto, quello l’ho afferrato subito e ci ho anche ragionato sopra. Uno sosteneva che Peter Pan esiste davvero, l’altro diceva di no perché l’isola che non c’è… c’è!

Mauro Giovanelli – Genova
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CARLO TAVECCHIO ovvero BANANE e TAM-TAM

CARLO TAVECCHIO ovvero BANANE e TAM-TAM

“Quelli che prima mangiavano le banane, qui fanno i titolari o giocano in serie A”.
Nel presentare la sua candidatura alla presidenza della F.I.G.C., un certo Carlo Tavecchio da Ponte Lambro, dove ebbe i natali nel luglio ’43, ha pensato bene di presentarsi con questa frase che lascia dubbi solo ai nostri politici, non tanto per il contenuto, cui ormai i Borghezio, Salvini, Calderoli & C. hanno abituato le orecchie degli italiani, quanto per il contesto e l’inutilità.
Il pretendente alla prestigiosa carica è un dirigente sportivo e politico italiano, ex esponente della Democrazia Cristiana, diplomato ragioniere. Adesso che qualcuno chiede il suo ritiro scoppia il putiferio, perfino la Concordia è passata in secondo piano, la Penisola non sa a che santo votarsi, il panico dilaga. Ma… in tutto il Paese non abbiamo un suo sostituto? Voglio dire: è indispensabile? Unico? Non se ne può fare a meno? Dovrebbe o no essere in pensione? Senza voler fare facile scandalismo e ammettendo pure che il tizio non sia stato capace di esprimersi compiutamente, come minimo è rimbambito. Di cosa stiamo parlando? Che vada a insegnare pesca facilitata in un vivaio, immagino che in provincia di Como non manchino tali strutture sportive, e poi c’è sempre il lago.
Renzi, non ti sembra giunta l’ora di mettere in moto i tuoi famosi carri attrezzi? O aspettiamo l’insediamento di D’Alema in Europa? Ci sei o ci fai? Se ci sei… batti un colpo con il tam-tam, se ci fai… Tavecchio!

P. S.
Tavecchio! Come volevasi dimostrare il 12 agosto 2014 è stato nominato presidente della F. I. G. C.

Mauro Giovanelli – Genova
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A CIASCUNO IL SUO (replica lettera PD Rocca di Papa pag. 16 de “Il Segno” luglio 2014)

A CIASCUNO IL SUO
(Replica lettera PD Rocca di Papa
pag. 16 de “Il Segno” luglio 2014)

Spettabile direttivo PD, mi fingo destinatario della Vostra lettera pubblicata a pag. 16 de “Il Segno 1/31 luglio 2014” e immagino di riscontrare quanto in essa contenuto. Intanto una minuzia, potrebbe non essere tale, che converto in domanda: non sarebbe stato meglio palesaste nome e cognome dell’estensore della missiva? Così come Vi presentate, “Il direttivo del PD”, dà l’impressione di “blocco”, richiama a un “sistema” che intende esporre concetti scaturiti non dal cuore e l’anima di una persona che lo dirige, bensì dall’apparato burocratico che sostiene la struttura. Sbaglio? Considerando che Lei, sig. PD, così preferisco chiamarLa, espone punto per punto i Suoi programmi replicherò adottando lo stesso metodo, elencando “obiettivi” fattuali.
Intanto il Suo incipit: essendo impregnato di luoghi comuni triti e ritriti del tipo “buon lavoro”, “oneri”, “onori”, “bandiera”, ecc. direi di sorvolare se non per dire che non solo Vi trascinate il peccato originale delle passate imperdonabili scelte sbagliate, come Lei le definisce, i cui colpevoli sono ancora tra le Vostre fila ma, ancor più grave, continuate a perpetrare l’errore, ad esempio definendo violenta nei toni e negli estremismi la recente campagna elettorale. Cosa pretende sig. PD? In tale circostanza il segretario del partito di cui Lei rappresenta una piccola parte, nonché capo del Governo, ha avuto dalla sua il più grande schieramento, la macchina da guerra di occhettiana memoria, che si possa ricordare nella vita della Repubblica: giornalisti dei maggiori quotidiani che vanno da quelli della famiglia di B. alle più quotate testate nazionali, pure quelle traslocate al centro di nessuna sinistra; per non parlare della televisione e i suoi conduttori disponibili, conviviali e servili con il “nuovo”. Dunque veniamo al punto:
Primo: Lei parla di “piattaforma giovani”, “cicli di incontri”, “curriculum” ma… sig. PD, crede veramente in quello che ha scritto? Mi faccia capire, la prego, e me lo spieghi come avessi sei anni. In sostanza il PD si identificherebbe con una sorta di “Caritas”, come Lei compiutamente descrive l’attuale progetto, con adepti che di strada in strada portano, insieme alla buona novella, panini con mortadella e lattine di birra. È questa la Sua idea di futuro? Definirla deludente è solo un espediente per sottrarsi agli aggettivi che adottate di volta in volta, secondo la bisogna, per identificare i Vostri oppositori: detrattori, facinorosi, ostruzionisti, violenti, ecc.
Circa il secondo tema dirò qualcosa in chiusura della presente. Mi prude invece affrontare d’acchito il terzo che, a mio avviso, è l’apoteosi dell’ipocrisia renziana. Si rende conto, sig. PD, di aver parlato del vuoto? Ovvero di zaini pieni di niente che vi trascinate appresso da decenni? “Progetti educativi”, “circoli culturali”, “Costituzione”, “religione”, “anziani”, “disabili”, “educazione civica”, se avesse accennato alle ricette della nonna, i corsi di cucina e le istruzioni per il cambio dei pannolini ai neonati avrebbe abbracciato gran parte dello scibile. Sono secoli che parlate di questa roba nei medesimi termini.
Anche il quarto argomento lo metto da parte per riprenderlo in chiusura sebbene sulla festa dell’unità abbia steso un velo pietoso da lungo tempo. Elenco i fatti che da lei, sig. PD, ci saremmo aspettati avesse messo in tavola:
Uno: smetterla di parlare di abolizione del bicameralismo, unica garanzia in questa singolare Penisola, una delle poche cose buone che abbiamo nell’istituzione, sarebbe come dire abbattiamo il Colosseo perché in Europa siamo gli unici ad averlo. Ma chi è stato il primo a dire che gli italiani avvertono questo problema? Nato, non dimentichiamolo, dalla connivenza con un partito guidato da chi sappiamo e formalizzato nel famigerato “patto del Nazareno”.
Due: ridurre ipso facto di almeno la metà gli stipendi dei parlamentari, i più alti del sistema solare (€uro 145 mila) portandoli alla media europea (€uro 85 mila). Al contempo tagliare di due terzi il numero dei medesimi, ne abbiamo più dell’intero pianeta, USA, Russia e Canada compresi, ovviamente. Lo sa questo sig. PD?
Tre: lotta senza quartiere alla corruzione.
Quattro: far pagare IMU, TASI e quant’altro agli edifici della Chiesa, tutti indistintamente, senza se e ma, come amano dire i nostri governanti. I soldi così recuperati, tanti, investirli nella Scuola Pubblica cui ogni bambino dovrebbe aver diritto. Da ultimo dei romantici quale sono devo dire che a tale privilegio della Curia contavo nel “gran rifiuto” di papa Francesco, non per “viltade” come Celestino V, ma per coraggio e giustizia. Sarebbe stato “un bel gesto” e Lui… ma il quarto monoteismo, il Denaro, è più forte di tutto e tutti, ha discepoli ovunque.
Cinque: lotta all’evasione ed elusione fiscale, in Italia la più alta della Terra. Senza tregua, con pene severissime per chi viene colto con le mani nel sacco, come nel Regno Unito, sig. PD, che tale piaga arriva a malapena al 12% del PIL contro il nostro stratosferico 27% (più di 180 miliardi di €uro all’anno).
Sei: snellimento dell’apparato burocratico dello Stato che mantiene un esercito di impiegati, commessi, dirigenti, plenipotenziari, facchini, fancazzisti, che si reggono su 150/200 mila leggi quando la Germania ne ha poco più di 5 mila e la Francia 7 mila. Gli Stati Uniti mi pare ne abbiano 12 mila. Comprende sig. PD? Le è chiaro? Lo sa che i regimi totalitari della storia, Hitler e Stalin in testa, hanno basato la loro sopravvivenza sulla burocrazia? Che l’Agenzia delle Entrate è ormai una tagliola per i cittadini onesti? Qualora lo desiderasse Le potrei inviare più di un bel racconto al proposito.
Sette: abbiamo l’ottanta per cento del patrimonio artistico del mondo, mi intende sig. PD? Godiamo del più bel paesaggio, dalle coste, litorali, montagne, che si possa immaginare. Giri per il mondo sig. PD (a spese Sue, mi raccomando), io l’ho fatto, e realizzerà in che Paese noi viviamo. Superfluo menzionare la nostra cucina, che non ha eguali. Solo per queste tre cose dovremmo essere autosufficienti, ricchi di nostro, imprenditori di noi stessi. E cosa ci inventiamo? Le grandi opere, inutili quanto i nomi che gli vengono assegnati, gestite da politici incapaci e venduti che sono anche nel suo partito, sig. PD, contrariamente alle Sue affermazioni, più di quanto immagini, ma forse questo lo sa e finge di ignorarlo.
Un consiglio non richiesto: liberatevi del renzismo, porterà al nulla da cui è stato generato. Un uomo che dice di scalare il partito senza mira alcuna di andare al governo se non eletto e due giorni dopo pugnala alla schiena il suo predecessore per andare alla guida di un Esecutivo che non ha il placet del popolo, che gioca su tre tavoli contemporaneamente, che pensa di governare l’Italia con i fuochi di paglia probabilmente attizzati nei campi scout che frequentava, che a precisa domanda rivoltagli da un giornalista (Aldo Cazzullo, “Porta a Porta” del 13 marzo u.s.) “se per lui non fosse il caso che loro, i parlamentari, si riducano lo stipendio” per tutta risposta dice (testuale): “non è importante quanto guadagnano, ma ciò che fanno” lasciando intendere che valgono più di Obama; un uomo che sussurra a Berlusconi e manda Delrio a bisbigliare a De Benedetti, insomma l’ennesimo clone, nella buona sostanza, del divo Giulio così come la Picierno lo è della Santanchè, ebbene quest’uomo è inaffidabile per definizione, persona moralmente e intellettualmente non credibile, magari a sua insaputa, in “buona fede”, di questo posso convenire, ma è… nella sua natura.
Per concludere nella massima serenità, mi creda sig. PD, non sono convinto che Voi siate consci, come afferma, del ruolo che ricoprite. A mio avviso vi siete persi per strada, da tempo immemorabile, al punto che non riuscite neppure lontanamente a immaginare quali siano i reali problemi della gente, e non Vi servirà la Festa dell’unità per ripristinare uno scollamento dai veri ideali della sinistra, cui Lei, sig. PD, è mille miglia distante a meno che non dia risposte convincenti ai quesiti testé sottoposti alla Sua attenzione, uno per uno, senza svicolare. A questo proposito tengo a precisare che “Il Segno” non è un periodico politico, neppure un partito, non usufruisce di finanziamenti pubblici. Le pagine attraverso le quali comunichiamo sono un mezzo di informazione serio, concreto, che racconta fatti, e se questi sono scomodi alla strategia che vi siete data è un problema Vostro. Scriveteci, siete i benvenuti, avrete tutto lo spazio che vorrete basta non ci parliate di “commissioni” da istituire per snellire i rapporti con l’Amministrazione. Andiamo Sig. PD, suvvia! Sono decenni che si nominano esperti, questa è diventata la Nazione degli incaricati a risolvere i problemi, i “saggi”, perfino nelle assemblee condominiali vengono designati periti a studiare come far dare una mano di bianco alle parti comuni. Tra l’altro “commissione” è parola dal significato ambiguo, e viene applicata, anzi “utilizzata” a strafottere in entrambi i sensi (vedere punti tre e cinque).
Basta per piacere, non se ne può più. E non mi venga a dire, sig. PD, che per saper governare sia necessario cibarsi di salamelle alle feste di partito. Per carità, non ci prenda in giro, almeno questo ce lo risparmi. Occorre realmente risolvere il problema della disoccupazione, e siamo al Suo “secondo punto” che riprendo come promesso, ma non con “propedeutici”, “informazione”, “formazione”, e bla, bla, bla. Deve ripartire l’economia reale, sig. PD, e per far ciò ridurre lo spazio della speculazione e finanza. Quelle, le sagre intendo, le sane e spontanee feste popolari, il Suo “punto quattro”, lasciamo che sia la gente ad organizzarle, quando lo stato d’animo e la serenità dei cittadini, la consapevolezza di essere protetti, governati con diligenza e pragmatismo li porti a riunirsi spontaneamente per festeggiare. Siamo a Sua disposizione sig. PD. Cordialità.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web. Fotomontaggio eseguito dall’Autore

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ASSOLUZIONE

ASSOLUZIONE

Quel pomeriggio faceva molto caldo, insolito pur essendo metà luglio. Ho incontrato un amico, era depresso, ci siamo seduti al fresco sotto la veranda di uno dei pochi bar aperti, bevuto il caffè insieme e chiacchierato. “Non è per il fatto che ieri ci sia stata un’assoluzione clamorosa” – è sbottato – “in appello per giunta, che ha ribaltato il giudizio di primo grado, sarà giusto così, il punto è un altro: mi stavo chiedendo come sarebbe andata a finire a me se fossi stato imputato di tutti i reati attribuiti a quell’uomo, credo che sarei in galera da molto tempo. Hanno ragione i suoi accoliti” – ha aggiunto amareggiato – “la Giustizia va riformata radicalmente, non nel ritoccare le leggi però, ma le coscienze. Il problema è morale, oserei dire di fede cristiana”. Più o meno è il pensiero di Leonardo Sciascia, mi sono detto, nella sua prefazione a “Storie di ordinaria ingiustizia” di Genah Raffaele e Vecellio Valter.
Ci siamo salutati e mentre mi allontanavo pensavo che ieri, il giorno del pronunciamento della sentenza, è stata la prima giornata davvero canicolare. Collegavo ciò a quanto ascoltato poco prima e, inspiegabilmente, ad un saggio consiglio di Henry Charles Bukowski emerso dagli abissi della memoria. Sì, deve essere proprio il grande Hank ad averlo coniato. Ho subito rigettato un accostamento così blasfemo, non voglio credere che il libero convincimento del Giudice possa essere stato influenzato da uno scrittore borderline, impossibile che un Magistrato abbia fatto proprio “mai prendere a calci gli stronzi nelle giornate torride”.

Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato su “Il Segno” nr. 13 del 1-31 luglio 2014 pag. 2 – ttp://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “La giustizia influenzata da Bukowski mentre il Paese parla dell’assoluzione”.

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RITRATTI D’AUTORE – 3

RITRATTI D’AUTORE – 3

Per la miseria! La fantasia ha superato la Scienza; aveva ragione Steven Spielberg, è possibile clonare i dinosauri! Osservando e ascoltando Debora Serracchiani, i lineamenti, le espressioni, quella parlata strascicata che ti lascia con il fiato sospeso come dovesse annunciare chissà cosa… insomma l’esperimento è riuscito: hanno duplicato Rosy Bindi, è l’inizio di una nuova era (geologica).

Mauro Giovanelli – Genova
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