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Jalāl al-Dīn Rūmī

Al di là delle idee
di giusto e sbagliato,
vi è un vasto campo.
Come vorrei incontrarvi là!
Quando colui che cerca
raggiunge quel campo,
si stende e si rilassa.
Là non esiste credere
o non credere…

Jalāl al-Dīn Rūmī
(Balkh, settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273)

Anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Rūmī, Mevlānā in Turchia e Mawlānā nell’Iran e in Afghanistan. Ulema, teologo musulmano sunnita e poeta mistico di origine persiana. Fondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti” (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagini in evidenza: A sinistra rappresentazione Jalāl al-Dīn Rūmī – A destra dervisci rotanti dell’omonima confraternita “sufi”

SIGNIFICANTE NONSENSO

SIGNIFICANTE NONSENSO

Per ogni sbilenca rotazione su se stessa durante l’ellittico percorso intorno al sole nella traslazione dei corpi celesti verso chissà dove, su questa Terra c’è un momento in cui il confine fra luce ed ombra è netto, deciso, implacabile come affilatissima lama di scimitarra, privo della pur minima, impercettibile sfumatura, al punto che percorrendo e superando nel silenzio assoluto ogni ostacolo taglia in due parti nette strade, facciate di palazzi, lastricati, giardini, piazze, panorami urbani, periferie, monumenti. Tutto. È il passaggio della membrana nulla che ruota all’interno dell’universo al fine di tenerlo in equilibrio cosmico nell’infinito. Alcuni lo percepiscono, non molti. In quell’attimo inafferrabile mi assale irresistibile malinconia ed ogni cosa diventa possibile.
Chiedetelo a De Chirico, lui lo sapeva.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fronte retro dell’inquietante Monumento alla duchessa di Galliera posto nei giardini a lato dell’omonimo ospedale in Genova.

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LA SCELTA DI…

LA SCELTA DI…

Ritengo che nell’umanità ci sia qualcosa di immondo… Avendo cognizione del vissuto conosciamo il futuro, istante dopo istante percepiamo il passato quindi non abbiamo consapevolezza del presente. Perciò amplifichiamo l’istinto di conservazione a detrimento di ogni altra indole animale.
Disequilibrio perfetto!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Scultura lignea di NAGATO IWASAKI – Giappone

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Jean Paul – SCRITTI SUL NICHILISMO – IL DISCORSO DEL CRISTO MORTO

SCRITTI SUL NICHILISMO
IL DISCORSO DEL CRISTO MORTO

«Una volta, in una sera d’estate, giacevo in cima a un monte, in faccia al sole, e mi addormentai. Mi prese un sogno, e in esso mi risvegliai al camposanto.
[…] La chiesa oscillava, in su e in giù, sull’onda dell’inaudita dissonanza di due note che si scontravano al suo interno, anelando invano all’armonia. Talvolta un livido lucore baluginava dalle sue vetrate, e sotto quella luce si liquefacevano il piombo e il ferro dei finestroni, colando giù.
[…] Alla sommità della chiesa era posto il quadrante dell’eternità, sul quale non c’erano numeri e che era la sua propria lancetta; solo un dito nero lo indicava, e i morti si sforzavano di leggervi il tempo. Ed ecco, da lassù, discendere sull’altare una figura alta e nobile, accompagnata da un dolore inestinguibile, e tutti i morti gridarono: “Cristo! Non c’è Dio alcuno?”. Egli rispose: “Non c’è”. L’ombra di ogni defunto tremò tutta intera, non solamente nel petto, e per questo tremito ciascuna fu disgiunta dall’altra. Cristo proseguì: Ho attraversato i mondi, sono salito fino ai soli e ho percorso a volo, lungo le vie lattee, i deserti del cielo; ma non c’è Dio alcuno. Sono disceso fin dove l’essere proietta le sue ombre e ho scrutato nell’abisso gridando: “Dove sei tu, Padre?”. Ma ho udito solamente l’eterna tempesta che nessuno governa, mentre il variopinto arcobaleno degli esseri, senza che vi fosse un sole a crearlo, s’inarcava e sgocciolava sopra l’abisso. E quando levai lo sguardo al mondo sconfinato, cercando l’occhio divino, esso mi fissò con una vuota orbita senza fondo; e l’eternità si stendeva sopra il caos e lo erodeva e ruminava se stessa.»

Jean Paul, Scritti sul nichilismo, a cura di A. Fabris, Morcelliana, Brescia 1997, pp. 25-27.

Mauro Giovanelli – Genova

Immagine in evidenza ricavata dal web

TEOREMA e POSTULATO – “Quando il pennello lascia la strada alla spada”

TEOREMA e POSTULATO
“Quando il pennello lascia la strada alla spada”

Non è mia intenzione, cara Tea, esprimere apprezzamento prendendo spunto dal nome con cui ti sei o ti hanno battezzata. Sarebbe banale e patetico oltre che scontato ma… osservando l’immagine in evidenza, quella a sinistra, scattata al termine della tua magica performance del 17 febbraio scorso cui ho avuto il privilegio di assistere, si evince chiaramente quanto l’abbinamento non sia stato casuale bensì dettato da imperscrutabili disegni del destino.
Chi potrebbe negare che tu, ispirata da forze a noi oscure, non sia stata identificata con l’assoluto punto di riferimento della matematica e filosofia, uno dei gradini della Conoscenza, proiettandone la profonda giustezza nell’arte sublime che la tua forza vitale genera e rigenera senza soluzione di continuità? So di che sto parlando essendomi personalmente dedicato all’esplorazione del mondo illimitato di Euclide, senza inizio né fine, soffermandomi spesso sul quinto postulato(1) che, nella sua geniale elementarità, potrebbe interpretare l’essenza divina, ciò che tu, Teorema, liberamente esprimi nelle tue opere. Su codesto assioma poggiano le leggi di un Universo fulgido, delizioso, elegante come il tuo, tuttavia il suo artefice non riuscì mai a confermarlo pertanto il genio fu privato della soddisfazione di vederlo assurgere al rango di teorema(2), cosa fortunatamente (sarebbe tedioso spiegare perché) impossibile.
Infatti giace in eterno nel limbo dell’enunciato. Per il grande matematico della Grecia antica ciò avrebbe rivestito enorme importanza, la chiave di volta sulla quale concentrare il peso del suo mondo perfetto. Non gli fu possibile.
Ventidue secoli dopo due signori(3), indipendentemente uno dall’altro, ne dimostrarono l’indimostrabilità rafforzando la grandezza del suo pensiero e spalancando la porta a due altre geometrie, l’ellittica e l’iperbolica, e chissà che altro ancora nell’estensione siderale. Adesso, all’istante, da una divagazione che ha la pretesa di ringraziarti e celebrarti, sorgono in me infinite domande legate al tuo sublime spettacolo, troppe, per cui mi soffermo alle prime due.
Quali saranno i percorsi che traccerai?
Osservando la foto di sinistra ci sei tu, Teorema, sorriso splendido, radioso al punto da riverberare gioia di vivere agli spettatori, instillare energia, creatività mentre… il sottoscritto ha un’aria attonita, perplessa, espressione che non mi appartiene. Chissà a che stavo pensando mentre ti ero accanto. La spiegazione è forse nel fatto che tu sei Teorema ed io, da tempo immemore relegato fra i pochi dei quali risulta impossibile interpretare il pensiero (ne è stata dimostrata l’inattuabilità), sono… Postulato.

Mauro Giovanelli – Genova
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(1) Nella tradizione didattica con il quinto postulato di Euclide molto semplicemente si afferma: “Data una qualsiasi retta r ed un punto P non appartenente ad essa per questo punto è possibile tracciare una ed una sola parallela a quella data”. Proposizione che non si può dimostrare ma che si considera come vera in quanto base necessaria per spiegare un fatto o formulare una teoria.

(2) Proposizione la cui tesi può essere dimostrata utilizzando assiomi, postulati o teoremi precedentemente dimostrati. Ipotesi, dimostrazione con pretese di assolutezza.

(3) Nikolaj Ivanovič Lobačevskij (in russo: Николай Иванович Лобачевский; 20 novembre 1792 – 12 febbraio 1856 del calendario giuliano; Nižnij Novgorod, 1 dicembre 1792 – Kazan’, 24 febbraio 1856) è stato un matematico e scienziato russo, ben noto per i suoi contributi all’introduzione delle geometrie non euclidee. János Bolyai (Cluj-Napoca, 15 dicembre 1802 – Târgu Mureș, 27 gennaio 1860) è stato un matematico ungherese, noto per il suo contributo nel campo delle geometrie non euclidee.

Immagine in evidenza: A sinistra l’artista Teorema Fornasari e Mauro Giovanelli, Genova 17/2/2017, 13a Mostra Mercato d’Arte Moderna e Antiquariato, “Quando il pennello lascia la strada alla spada” (In collaborazione con la scuola di Spada HWASONG e la Galleria d’Arte “Il Melograno”, Livorno) – A destra opera dell’artista Teorema Fornasari.

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VERSO SERA

VERSO SERA

Verso sera si comincia a vivere o morire, fare l’amore o la notte accanto al congiunto in coma, in attesa dell’alba che vedrà esecuzioni di sorelle e fratelli. Verso sera sai che il tuo pensare ti aspetta più agguerrito che mai, potresti trascinarlo fino al sorgere del sole, annuncio che hai superato l’ostacolo ed il fardello comincia a pesare sull’altra parte di mondo.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: “Verso sera” – FULVIO LEONCINI ARTISTA TOSCANO

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