LA POLITICA SECONDO MATTEO (novelle per un anno… e oltre) – PARTE III

LA POLITICA SECONDO MATTEO
(novelle per un anno… e oltre)

PARTE III

Capitolo IX – La “conquista” di Palazzo Chigi: Renzi, Adinolfi, Nardella, Napolitano Giulio, Lotti & C.

Veniamo oggi a sapere che la presa di Palazzo Chigi è stata tutto un programma, al confronto quella della Bastiglia un gioco da bambini che si sono divertiti a fare la rivoluzione. L’11 gennaio 2014 il leader del PD telefona, ed è la conversazione che ha destato più scalpore, a Michele Adinolfi (nulla a che vedere con Mario Adinolfi, così almeno sembrerebbe, ex deputato PD e vero leader nonché guru degli “ultra cattolici”. Ha fondato un giornale “La Croce” e vuole vietare la pillola abortiva, combatte la propaganda “transessuale”, parla di “donne sottomesse” e si dice contrario all’uso dei preservativi). Scusate ma non potevo evitare di fare un accenno a quest’altro inquietante personaggio di cui ormai è stracolma la Penisola. Ritorniamo alla chiamata che Renzi fece al numero due della Guardia di finanza, dicendogli “Enrico (Letta n.d.a.) è un incapace, lo mando al Quirinale. Berlusconi è disponibile per un ragionamento diverso”. Il rapporto estremamente amicale fra i due non è tanto evidente nell’informazione che, chissà per quale recondito motivo, il nostro leader si sente in dovere di dare al generale, quanto dai termini e dal “tono” con cui viene condotto il colloquio, stile “compagni di merenda” al punto che l’Adinolfi (Michele) si spinge a dare dello “stronzo” al nostro Primo Ministro, così, come si usa fare fra buontemponi. Nel frattempo Adinolfi (sempre Michele), parla con Dario Nardella, l’attuale sindaco di Firenze, ed è la conversazione in cui, secondo Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la Legalità a livello nazionale, si evocano ombre di ricatti su attività e “conflitti d’interesse” di Giulio Napolitano, figlio dell’allora presidente della Repubblica. Il contenuto della chiacchierata fu questo: “De Gennaro e Letta (Enrico) tengono per le palle Giorgio Napolitano per via del figlio Giulio”. Pasquale Ciccolo, procuratore generale della Corte di cassazione, sta svolgendo accertamenti preliminari sulle intercettazioni non in merito al contenuto dei colloqui ma per capire se esistono i termini per avviare un’azione disciplinare a carico dei Magistrati che le avrebbero diffuse (siamo alla follia pura!). Per contro Adinolfi chiede di riascoltare proprio quest’ultima chiamata perché “sono convinto che quelle frasi, che sicuramente saranno state pronunciate, non siano mie. Io non conosco Giulio Napolitano e non avrei mai potuto permettermi di dire alcunchè del mio presidente”. Poi incalza “Cosa avrei ottenuto da Renzi? O cosa avrebbero ottenuto Renzi e Luca Lotti da me? Matteo mi ha detto di stare sereno. E io lo sono davvero” (Il Fatto 12 luglio 2015 n.d.a.). È un di più sottolineare che questo signore fu indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio nell’inchiesta giudiziaria P4 della procura di Napoli e ricorda: “Ha segnato la fine della mia carriera. È stato un dramma in cui sono rimasto stritolato da una guerra più grande di me e da cui sono uscito a testa alta. La storia di questi giorni”, ha commentato a Repubblica l’alto ufficiale, “se non fosse per la sovraesposizione mediatica, è banale. Con Matteo Renzi e Luca Lotti, il suo braccio destro siamo diventati amici solo quando sono arrivato a Firenze nel 2011 come comandante interregionale di Toscana, Emilia, Marche. Erano i miei interlocutori istituzionali”. (Luca Lotti il 9 dicembre 2013, con a capo il nuovo segretario nazionale Renzi Matteo, divenne membro della segreteria nazionale del Partito Democratico nel ruolo di Responsabile dell’Organizzazione e Coordinatore della Segreteria a livello nazionale. Dal 28 febbraio 2014 è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e comunicazione del Governo e all’editoria, alle commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, alle celebrazioni del settantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione. È segretario del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ed infine è sposato con Cristina Mordini, PDF, ex dipendente del Comune di Firenze all’epoca impiegata presso la segreteria dell’ex sindaco Renzi – n.d.a.). La vicenda che lo coinvolge ha fatto emergere ombre sulla sua posizione facendo inoltre sospettare che i suoi fitti rapporti con alti esponenti istituzionali abbiano creato una rete relazionale per interessi privati.

Continua…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: fotomontaggio con leggìo antichissimo e vecchio codice manoscritto in primo piano fotografato dall’Autore nel Museo di Khiva, provincia del Khorezm (Uzbekistan)

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