TURPILOQUIO MAI! (la presente è da ritenersi “prima stesura”)

TURPILOQUIO MAI!
(la presente è da ritenersi “prima stesura”)

Perché “veda” sig. Presidente, a chi scrive e pensa non risulta così drammatico passare, senza accorgersene, dalla “classe” medio alta alla borghesia, povertà, indigenza fino allo stato di “barbone”, meglio “clochard”, in particolare non avendo mai dato importanza al denaro essendoselo “sputtanato”, perdoni il termine, in viaggi, gioco d’azzardo, donne (solo per amore e passione), auto, abiti firmati, ecc. Al contrario la nuova dimensione lo arricchisce. Ad esempio personalmente non sapevo che rifare un paio di tacchi alle scarpe costasse sette €uro, dal calzolaio marocchino che, pur avendo una buona clientela, qualche mese fa preferì ritornare al proprio Paese. Mai sarei arrivato a constatare, questo vale per tutti, che le calzature si consumano più velocemente da una parte. Nel mio caso la destra, forse per le simpatie di sinistra. Eh… sì! Sig. Presidente siamo bipedi, pure lei qualora non ci avesse riflettuto, quindi procediamo, deambuliamo fra un “disequilibrio” e l’altro, nel camminare mai siamo “assestati”. Perfettamente sistemati, “assettati” siete voi, mi consenta sig. Presidente, ben radicati sulle vostre quadrupede poltrone, Luigi XV, barocche a quanto mi è dato vedere, intarsiate e dipinte a “foglia d’oro”. Credo siano pure un po’ nostre, quantomeno paghiamo manutenzione e restauro. Poi “veda” sig. Presidente, al degrado sociale si associano inevitabilmente arretramento nell’eloquio, lo scrivere, tanto è vero che sono indeciso se inviarle questa mia oppure farla correggere da uno qualunque appartenente alla pletora di scribacchini al vostro servizio. Che so! De “La Repubblica”, “Corriere della Sera” ed altre grandi “testate”, quelli che parlano degli Istituti di Credito fatti fallire da “manager” ladri e incompetenti di cui mai fanno cenno se non per soprassedere. A denti stretti menzionano i nomi delle Banche meno la “Etruria” sig. Presidente, quella del Boschi Vicepresidente, il padre di Maria Elena, dove il di lei fratello era o è direttore generale e la cognata qualcos’altro. La “faccia da schiaffi” appena citata… mi scusi sig. Presidente, oltre “i diti” mi si attorcigliano pure lingua e terminazioni nervose. Stavo dicendo che questa Maria Elena era ministro di non so che del “fallito” governo scout Renzi, ora promossa alla vicepresidenza dell’Esecutivo Gentiloni o “Renziloni”. Sia indulgente sig. Presidente, mi è scappata. “Veda” che significa passare dalle stelle alle stalle? Non si prendono più le cose sul serio, sorta di autodifesa, filosofia e matematica sostengono chi ne conosce “limiti” e “sconfinamento” ed in questo caso chi non ce l’ha se la può dare, aveva torto il Manzoni. Per abituarmi passo ore a parlare con i miei nuovi amici, tanti, dormono all’addiaccio in scatole di cartone, proprio sotto casa mia, quartiere residenziale. Quanto sto imparando! “Che vergogna!” Dicono con la bocca a “culo di gallina” le “signore” impellicciate.. Ancora chiedo venia sig. Presidente, penso ignori tale termine usato ed abusato in quello che sta diventando il mio habitat. Comunque avrei voluto dire “strette”, per mostrare indignazione, proprio come il “culo della gallina”. Quando non fa l’uovo naturalmente. Ho potuto nottetempo ammirarlo nell’inseguirne una insieme allo “storpio” e “mianda” (mutande in genovese), simpatici e colti compagni di sventura. Loro mi chiamano “intruso” ma accettano di buon grado la mia presenza inoltre qualche spicciolo da dividere, almeno per le sigarette, posso ancora permettermelo.
Però arrivo al dunque sig. Presidente. Già sono in pochi a leggermi, immagini se mi dilungo… Sig. Presidente desidero domandarle una cosa semplice, semplice: “Non vi vergognate? Un tantino?” Vede che ho scritto “tantino”, come “minutino”, “attimino”, così si usa da noi, sottoproletari perché neppure in grado di “proletariare”… ehm “riprodurci”… No! Chiedo remissione per l’insulsaggine: “figliare”. Mica da impotenza, sia ben chiaro, è che abbiamo una morale NOI, che a VOI non serve. Non teniamo “pecunia” per mantenerli. “Homo sine pecunia imago mortis”. Un uomo senza soldi è immagine della morte sig. Presidente. Concludo sig. Presidente, tanto per completare al fine di avere una Sua graditissima risposta:
“Provate o no un minimo di imbarazzo? Voi politici intendo”. Ci state comprimendo come lamierino sotto una pressa idraulica. Palazzo Montecitorio con i suoi 630 deputati, palazzo Madama 320 senatori (di cui 5 a vita), Palazzo del Viminale sede della Presidenza del Consiglio, Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Affari Esteri. Dell’intero complesso fanno pure parte il Palazzo delle Finanze, sede attuale del Ministero dell’Economia e Palazzo del Quirinale, sua residenza ufficiale sig. Presidente, uno dei più importanti edifici della capitale alla cui costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana (anche se tutti gli altri non sono da meno). Oltre ai “professionisti della politica” i cui stipendi medi annui si aggirano intorto ad €uro/anno 144 mila circa, i più alti in Europa, forse del Mondo, in queste strutture trovano ragione di vita pure uscieri da 11 mila €uro/mese, commessi da 9 mila €uro/mese, barbieri da 10 mila €uro/mese, un numero imprecisato di persone ingaggiate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della Nazione. Moltissimi addetti alla sicurezza, addirittura esorbitanti gli amministrativi, tecnici, dirigenti, segretari, sottosegretari, portavoce, portaborse, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alle buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi vertiginosamente “atipici” (verso l’alto) rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani. Senza tenere in alcun conto gli oltre 8.500 Comuni, le 107 Province, 20 Regioni, i rappresentanti al Parlamento Europeo, i sindacati (i cui “reggenti” guadagnano cifre spropositate) ormai ridotti a notai del Potere, le Città Metropolitane, il numero madornale di Enti inutili mai aboliti, e chissà che altro ancora, ciascuno provvisto di Sindaci, vice sindaco, direttori, dirigenti, vari “governatori”, segretari, impiegati, esperti, meno esperti. Un esercito sig. Presidente. Una Nazione nello Stato italiano. Cosa ne pensa sig. Presidente? Qui giunto non mi sembra difficile comprendere quanto la mastodontica, multiforme struttura che Le ho evidenziato, mi corregga se sbaglio, questo enorme peso “meccanico” ed “economico” possa incidere sulla popolazione. Oppressi e “torchiati” senza soluzione di continuità dallo smisurato peso di cui le opere murarie sono un’inezia. Siete ormai un fardello immisurabile di “persone” dedicate a “fare politica”. Il Casini si è testé inventato il partito “Moderati per l’Europa” come non bastassero quelli che ci sono. Che faccia! Probabile che il PD si scinda. Sig. Presidente! Lei non si accorge che ci stanno prendendo per il “culo”… perdinci ancora questa parolaccia, non ho parole per giustificarmi sig. Presidente, mi cospargo il capo di cenere del resto piove di tutto sotto il cavalcavia dell’autostrada e fa un freddo… a Genova c’è il vento sig. Presidente. Dove ero rimasto? Ah! Sì. Ci prendono in giro. Non solo coloro che abitano nei Vostri Palazzi, uffici, Dipendenze, Segreterie… pure quelli “occulti”, che “non si vedono”, famigliari, parenti, affini, amici e amici degli amici fra i quali, bontà loro, il tasso di disoccupazione è 0 (zero). E non è che qualcuno di questi abbia trovato lavoro nel corpo dei vigili del fuoco che per 1.200 €uro al mese si infilano in tunnel claustrofobici per salvare una sola vita umana, perfino tre cuccioli di pastore. No! I congiunti della “congrega”… Ehm! Casta va bene? Ricoprono tutti incarichi di responsabilità, hanno la carriera spianata per sostituire genitori, zii, nonni e bisnonni. Veri e propri scienziati di cui non potremmo mai fare a meno. “Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze di trattamento MACROSCOPICHE anche in seno alla stessa generazione sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Così Tito Boeri, presidente Inps, ha recentemente dichiarato al convegno “Tutto pensioni” organizzato da “Il Sole 24 ore” a proposito della manovra contenuta nell’ultima legge di bilancio. Già nei primi giorni del suo insediamento questo galantuomo denunciò gravi complicazioni legate ai “vitalizi” che percepite sig. Presidente, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura per la precisione. Il suo pari grado “onorario” Napolitano Giorgio ha una “pensione” di 880 mila €uro all’anno oltre ad appartamento, auto, scorta, autista, e non paga un cazzo… oddio mi sono lasciato andare. Neppure gli costano i viaggi in treno avendo una carrozza privata a disposizione. E non è l’unico, neppure ho finito sig. Presidente poiché per “Voi onorevoli”, la reversibilità è totale, ossia mogli, mariti e congiunti proseguirebbero a succhiare lo Stato. “Grazia ricevuta e dovuta”.
Ho concluso sig. Presidente. Non spedirò questa missiva, la considero una “bozza”, devo meditare, forse qualche “taglio” è necessario. In ogni caso il finale della “bella copia” che redigerò quando mi si scongeleranno le mani, depurata di ogni sillogismo, sarà più o meno questo:
“Lei che ne pensa sig. Presidente? Ho ragione? O NO?”
Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web “The dark side of the soul”

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