Archivi categoria: Prosa

Ascolta…

Ascolta…
Stiamo vicini,
aderenti al punto
che un ipotetico
osservatore esterno
non distingua i corpi,
unica massa,
così,
tu non lo sai,
altre sono le cose
che vagheggi,
io te le consegnerò,
curveremo lo spazio,
rallenteremo il tempo,
tutto sarà immenso,
l’orgasmo,
estasi e tormento,
noi,
un solo, eterno momento.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA


A MENO UN DODICESIMO

Tre.
Accesso all’eternità.
Esoterico, ternario,
primo dispari.
Trino nella riconciliazione,
il due, pari e primo primo,
diverge in opposte direzioni,
separa, allontana,
non chiude il cerchio,
neppure potrebbe immaginare
il trascendente rapporto
fra lunghezza
della fittizia circonferenza e il suo diametro,
comunque sempre tre virgola,
serie infinita di decimali priva di periodicità,
irrazionale, impossibile quadratura
che già sarebbe più di qualcosa
da cui partire.
Tre.
Unifica e circoscrive,
apre ai confini del Cielo,
soluzione del conflitto duale
nel giudice terzo
sigilla il triangolo,
espressione geometrica,

ritorno del multiplo
all’unità dalla quale
un qualche Dio
forse ci osserva
con telescopio euclideo
essendo il primo della serie,
detta aurea,
stupefacente somma dei suoi predecessori,
geniale intuizione di colui cui si deve
dei numeri arabi l’introduzione,
impensabile determinare allineamento
di foglie, petali, rami, arbusti…
Costui ci arrivò ad aspirare il verde,
vicinissimo, tanto da goderne il profumo,
dissetarsi con brina e rugiada.
Tre.
Terzo decimale del quoziente
di un dodicesimo, dopo lo zero,

inizio e fine dell’Universo,
centro e periferia del Cosmo,
nulla e tutto, distacco e convergenza
vicinanza e divergenza…
E l’otto… segno d’infinito, padrone
di qualsivoglia dimensione,
serie piena della diabolica ruota.
Tre.
Compimento della più superba riflessione,
periodico fino all’inimmaginabile
nella specifica collocazione,
puoi correre con e su esso in perpetuo,
risultato di semplice frazione
data dalla somma degli interi,
e positivi, fino all’infinito,
più piccolo di ciascuno di essi.
Per di più negativo.
Tre.
Gesù e Srinivasa
arrivarono a trentatré.
Tre.
Tu, io
e ciò che verrà.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA

Ecce Deus

Non è femori, tibie,
costole, ossa, carne e sangue
il corpo che afferma l’amore,
esso abbandona all’istante
ogni percezione fisica, terrena,
per farsi galassia, vuoto e pieno,
esito dell’universale teorema.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Vincent Van Gogh, “La siesta”, foto tratta dalla raccolta completa “Gli impressionisti”.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Tagelmud

Tagelmud

Perché sotto la tenda
si sono incrociate fatalità
infiammate dal sacro furore
di vivere, allora il mangiare
è ancora più importante,
appetito è fame,
a questo penso l’istante
in cui ti osservo alla fioca
luce della lanterna, testa china
sul tavolo, struccata, il ricciolo
ribelle alla forcina scende
verso il piatto e indica
la strada della tua eterna
bellezza, deserto è amore,
distesa, destino, duna,
come il mare, amare, ricerca
dell’onda da cui ripartire,
toccare consapevolezza,
carezzare delfini guizzanti,
pelle lucida come la tua,
sudata, simbolo della fatica
di esser cresciuta, sei appena
tornata da dove mai saresti
giunta, i bambini della scuola
ti adorano, hanno necessità
di aiuto, conforto, cibo, futuro,
affetto e istruzione, cure,
e tu hai gusto nell’offrirti
a loro, a me, al fottuto mondo.
A questo penso nell’accendere
la sigaretta, alzarmi, uscire
al richiamo del fischio della teiera.
Sarà per la vita, morte o amore
quanto sta preparando il nostro
fedele amico? Berbero, occhi
fulgidi brillano nella notte di
tagelmud, flutti di sabbia
si sollevano, regale il cammello
ci osserva e nobili, lente movenze
suggellano l’inestimabile.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA

DELTA

Avrei voluto dire… Il pensiero
si liquefa nel momento in cui odo
la tua voce pronunciare
il mio nome, solo il modo
in cui dici ciao, buongiorno,
è universo cercato nella notte,
l’attimo prima ero nomade,
subito dopo stanziale edifico
il tempio, prego all’altare
di osare il delta del fiume
e fra i rivoli in cui disperde
in mare ogni energia avvertire
vita dell’acquitrino, il sole
diverso, radente, ad illuminare
ribollire di frenetici sciami,
multiformi insetti volteggiano
ronzanti sopra arbusti, rami,
steli, la calma imperfetta
della pausa concessa agli amanti,
fluviali zingari senza alcuna
causa che non sia il loro
tenersi stretti nel percorrere
infiniti viali di tigli, platani,
castani. Spogli o fioriti.
Quanto ardore nelle loro mani.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA

NOBILTÀ

La sola nobiltà è culturale.
Libri, terra, radici, umanità,
amore, morale, rispetto,
la pioggia e il cielo,
un pensiero, carezza,
sguardo deciso, sincero,
prenderti per mano,
accompagnarti alla festa,
ballare, farti sentire pulita,
onesta, narrare fiabe
immortali, strabilianti.
Il nuovo cappottino all’uscita
della chiesa, consigli, ogni risposta
alle tue domande, quella giusta,
protezione, saperti regina,
regalarti il sogno, zucchero filato,
e tu corri, corri a comprargli
il giornale, contenta, a perdifiato,
ti aggiusta la sciarpa,
il vento è pungente.
La vera nobiltà è pure
dell’aristocratico, terriero,
di fatto o pontificio, cosciente
di essere individuo, universo,
tutti, qualcuno, anche niente.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA

La fila del Tempo

La fila del Tempo

E
tu.
Noi.
Nati
uniti,
innati
perché
interni
naturali
connaturati,
insiti e congeniti,
inclusi come integrale
indefinito, sommatoria di ogni primitiva
dunque vastissimi… Legati dalle mutevoli costanti.
Insieme!
È ora di scendere,
preparati,
vieni con me,
siamo arrivati.
Ho due biglietti per il ritorno,
ma ti piacerà, vedrai…
Il futuro non è tanto lontano,
nè mistico.
Molto più semplice, scontato.
Lasciamo questo campo,
risaliamo dal virtuale,
sono stato canaglia, lo so.
Ti ho spezzata in due,
forse più,
cuore, carne, la mente, i sogni ma…
Che avrei dovuto fare?
Per favore,
con questo abbraccio
raccolgo i cocci di te, noi,
tu ed io,
scendiamo dal treno,
andiamo verso la collina
saremo sommersi dal granturco,
senti il rumore? Guarda le onde!
È soffio cocente…
Mano nella mano
scriverò la tua lirica,
parole e musica,
la canterai,
vedrò la voce
volare alta,
ascolterò i tuoi gesti.
Dove siamo diretti il tempo è in fila,
per uno, tutto afferreremo,
con calma,
lasciamo il mondo delle cose in riga,
imprendibili poste di fronte,
allineate, parallele, coperte.
Ecco! Guarda laggiù! L’orizzonte…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

RIPRODUZIONE RISERVATA

Pamela Michelis – Prefazione a “PULSIONALE – Poesia III Millennio” – Edizioni Vertigo – collana “I Preziosi” – IBAN 978 88 6206 641 9

Pamela Michelis – Prefazione a “PULSIONALE – Poesia III Millennio” – Edizioni Vertigo – collana “I Preziosi” – IBAN 978 88 6206 641 9

Tra il 2012 e il 2013 al Complesso del Vittoriano di Roma venne allestita una straordinaria mostra di Renato Guttuso. Al di là della ricchezza artistica che la raccolta presentava, a colpire particolarmente il visitatore la sala centrale allestita posizionando su ognuno dei quattro lati un enorme opera dell’artista. La sensazione, altamente suggestiva, era di essere immersi nei quadri stessi, una vividezza di colori e immagini da catapultare l’osservatore in un mondo (ir)reale di fantastiche sensazioni.
Questa particolare commozione è tornata alla mente durante la lettura del testo di Mauro Giovanelli, capace in maniera sorprendente di trasmettere al lettore una poliedricità di percezioni e sfumature assolutamente coinvolgente e inebriante.
La corposa raccolta poetica dell’autore, è infatti un viaggio esperienziale che unisce la parola a una componente visiva particolarmente fruttuosa data dalle foto e dalle riproduzioni, che l’autore stesso ha inserito, di opere presenti nella sua collezione privata, immagini familiari storiche, foto da lui stesso scattate ma anche di altre universalmente conosciute per il loro valore artistico.
[…]
Ho mani eterne,
Senza tempo l’impronta impressa su te,
Mai più sarà cancellata,
marchio che ti accompagnerà,
ne rimarrà nozione
pure quando questo valico
verrà superato
scollati dal passato.
Stammi lontana,
meglio è per te,
colei che ne avverte il senso
mai più troverà pace.
[…]
(Cacciatore di te)

Un artista a tuttotondo, Mauro Giovanelli, che sembra sfidare la parola, a voler dimostrare che può piegarla ad una sua volontà creatrice, ma forse proprio con piacere i versi stessi si plasmano tra le sue dita, consapevoli della capacità autoriale di renderli ancora più vitali, più sinuosi, più comunicativamente appaganti e stimolanti.
È una poesia pittorica quella del nostro autore che fin dalle prime righe sembra ricordarci che la vita – affinché sia tale e possa dare l’assoluto – allo stesso modo va vissuta, senza negarsi possibilità ed esperienze, facendo un profondo respiro e gettandosi nell’ignoto.
[…]
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza e,
in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che ti intimoriva.
Ti ho veduta con Alda in fasce,
avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata,
amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme galoppava
verso il rifugio.
[…]
(Mamma)

A tutto questo si unisce una profonda conoscenza intellettuale che abbraccia i più diversi campi per dare libero sfogo a quella vitalità che aggiunge nuovi significati e inedito valore ad ogni esperienza. Ciascun componimento è microcosmo, spesso presentato come paranarrazione poetica: Una storia, un’immagine estratta dal tempo, cristallizzata nell’emozione che ha suscitato, quasi si potesse rivederla dall’esterno, con un occhio che ne è stato artefice e testimone allo stesso tempo.
Attraverso le pagine scorrono uomini, donne, artisti che sembrano parlarci con la familiarità che ne disvela i vizi e le virtù, come durante i dialoghi sul finire della notte; un animo umano che si fa innocentemente nudo di fronte al lettore, il sussurro di un’essenza evocativa dei misteri primordiali.
[…]
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti
del piano di oscillazione del pendolo divino
che dell’Universo misura
il senso di rotazione,
sono la differenza fra “Benvenuto” e “Addio…
La tua assoluzione o la condanna.
[…]

(Idonea destinazione)

La curiosità anima la lettura, ma sempre con il rispetto dovuto a chi decide di metterci a parte di un discorso personalissimo e sincero, coinvolgente, vero, un invito a partecipare, spingerci oltre i nostri limiti per riscoprire l’autentico valore che anima i nostri pensieri e dà corpo alle nostre azioni.
Pamela Michelis
Prefazione a “PULSIONALE – Poesia III Millennio” – Edizioni Vertigo – collana “I Preziosi” – IBAN 978 88 6206 641 9

Luana Bottacin per “PULSIONALE POESIA III MILLENNIO” – 16 luglio 2018

16 luglio 2018 di Luana Bottacin
per “PULSIONALE POESIA III MILLENNIO”

Racchiudere in pochi paragrafi un’opera di più di trecento pagine non è semplice, tanto più se, man mano che si procede nella lettura, si riporta alla luce un insieme che non è fatto soltanto di versi poetici. Mauro rivela senz’altro, oltre al possedere doti eccelse di scrittura , un bagaglio culturale che abbraccia le arti e le scienze più disparate: e coloro che lo hanno aiutato nella stesura e nella composizione del libro lo testimoniano, attraverso le fotografie, le riproduzioni di quadri, i disegni, i commenti in calce alla poesia…l’autore è senza dubbio una personalità che non lascia niente al caso, quanto alle sue idee sul mondo e sulla società.

Uno degli elementi più significativi dell’opera è l’amore, che assume via via una componente sensuale, visivamente e stilisticamente propria dell’Eros decantato da Nietzsche e dai suoi discepoli; parole ed immagini si ricalcano sulla carta in una forma che ai più può apparire morbosamente intrigante, perfino la scelta lessicale si aggrappa su una parete tendenziosamente lussuriosa, velatamente erotica, in un susseguirsi di situazioni che rischierebbero di risultare imbarazzanti. Dal mio punto di vista, però, Mauro non si spinge a questo: perchè nella sua poesia c’è ben di più di un carosello di foto “oscene”, di termini che stridono con la morale, di considerazioni puramente soggettive sulla società e sull’umanità in movimento.

L’amore per la donna si mescola a quello più universalmente vicino per gli uomini retti, deboli, che non cadono schiavi delle trappole del progresso…la visione del mondo è spesso affiancata alle equazioni matematiche, ma non in un sistema che voglia ridurre del suo significato il sentimento e l’anima. Mauro si annida nei meandri del Cosmo senza perdere il filo che gli consenta di tornare con i piedi sulla Terra, è una figura ricca di complessità ma sicuramente un uomo coerente nel suo pensiero, la cui prosa ridondante (non lo si prenda come un difetto) si getta e si riversa sui fogli come un fiume. Il libro è una summa di molteplici elementi, che necessitano di pause di riflessione; e nel suo insieme, un quadro articolato nel quale i temi universali di amore, morte, guerra, convivenza, si muovono in binari talvolta distinti, talvolta amalgamati con sapiente tecnica e padronanza di stile.

Luana Bottacin

PULSIONALE – POESIA III MILLENNIO
ISBN 978 88, 6206 641 9
Edizioni VERTIGO collana “I Preziosi”
In tutte le librerie